Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Fidanzati per finta
Fidanzati per finta
Fidanzati per finta
E-book127 pagine2 ore

Fidanzati per finta

Valutazione: 4 su 5 stelle

4/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Blake ha tutto quello che ogni donna può desiderare: fama, fortuna… ed è molto ben dotato.


Ma usare troppo il suo dono di natura lo ha messo nei guai. Per una stella dell’hockey professionistico l’immagine è tutto, e il suo comportamento da playboy sta per costargli diversi milioni. Dovrà ripulire la propria reputazione, altrimenti rischierà di rovinarsi la carriera.


La nuova PR di Blake è il suo incubo peggiore: è intelligente, sexy e riesce a leggerlo come un libro aperto. È lei la mente brillante che ha insistito per usare una finta fidanzata per risolvere tutti i suoi problemi.


Qual è problema ora? Non desidera altro che LEI.

LinguaItaliano
Data di uscita27 mar 2020
Fidanzati per finta

Leggi altro di Jessa James

Correlato a Fidanzati per finta

Ebook correlati

Narrativa romantica sui miliardari per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Fidanzati per finta

Valutazione: 4 su 5 stelle
4/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Fidanzati per finta - Jessa James

    dall’editore.

    Capitolo 1

    Chloe

    Quando Blake Collins entrò nella stanza lo guardai attentamente. Si muoveva con passo di sfida e aveva uno sguardo determinato. L’uomo era incredibilmente bello. Non lo avevo mai incontrato di persona, non lo avevo mai visto se non tramite il filtro della telecamera, che fosse dentro o fuori dal ghiaccio. Si capiva che non gli importava nulla delle riunioni e, soprattutto, era evidente che non amava essere convocato per queste occasioni; si comportava come un bambino nell’ufficio del preside.

    Ma l’atteggiamento da ricco playboy funzionava per lui, e io non ne ero immune, non importava quanto facessi finta di esserlo. Tutto di lui mi faceva venire voglia di toccarlo: i suoi capelli leggermente mossi, la barba ben curata e lunga quanto bastava da farmi chiedere come sarebbe stato sentirla sulle mie cosce, gli abiti firmati e le scarpe italiane. Uno che ci sapeva fare. Un cattivo ragazzo.

    Guai.

    Il suo aspetto corrispondeva al carattere; era così prevedibile che non potei fare a meno di sorridere.

    Blake, ti presento Chloe Hansen, disse Frank Stell, lanciandomi una rapida occhiata per poi spostarsi verso agli altri nella stanza. Frank era il mio capo e gestiva tutta la costa occidentale della Sports Ads. Aveva già accettato il mio piano… solo che non avevamo ancora informato il playboy riguardo ai dettagli. Frank mi rivolse uno sguardo che sembrava urlare: Spero che tu sappia cosa stai facendo. Poi si voltò verso Blake. Gli altri li conosci.

    Gli altri erano Tom Lassiter, il proprietario con i capelli bianchi dei Detroit Blizzards, poi c’erano un ragazzino con gli occhiali che puzzava di avvocato, e Ralph Dodge, un agente sportivo e tutto sommato un tipo a posto, da quanto mi avevano raccontato, e forse era proprio questo il motivo per cui non riusciva a controllare il suo cliente.

    Blake ignorò gli uomini e si girò verso di me. Restai incantata dal suo ampio sorriso e i suoi profondi occhi verdi, mentre mi stringeva la mano. Era un stretta forte, calda e sicura. Una scossa elettrica mi attraversò quando la sua pelle toccò la mia per la prima volta. Fece scorrere i suoi occhi sul mio corpo con un’occhiata ben collaudata, quella che in genere un uomo rivolge a una donna in un locale, non in una sala riunioni; era proprio ciò che mi aspettavo da lui. I veri ragazzacci erano sempre fedeli a sé stessi e io ero sempre più sicura di me nel vedere che si comportava come se stesse leggendo da un copione. Frank alzò gli occhi al cielo alle spalle di Blake e io sorrisi, un genuino sorriso raggiante. Non avevo bisogno che Blake mi trovasse simpatica. Né che lui mi fosse simpatico. Doveva solo ascoltarmi, e le mie sicurezze divennero una solida roccia di consapevolezza nel mio cuore; Blake avrebbe seguito il mio piano. Non aveva altra scelta. Sarà stato anche un cattivo ragazzo, ma non era stupido. Affatto.

    Si sedette dall’altro lato della stanza, sdraiandosi sulla sedia e spostando l’attenzione verso gli uomini ben vestiti nei loro completi. Usai l’occasione per studiarlo in ogni dettaglio, lasciando vagare liberamente gli occhi. Era alto e muscoloso, il fisico perfetto di un atleta professionista, che in genere restava ben nascosto sotto le imbottiture da hockey. I tratti del suo viso erano ben scolpiti e gli davano un irresistibile aspetto da duro. Dovetti fermarmi prima di chiedermi che sapore avesse la sua pelle, anche se sembrava ridicolo. Lanciò un rapido sorriso nella mia direzione, come se sentisse i miei occhi su di sé, mostrando i suoi denti perfetti.

    Si trattava di una riunione di lavoro, non di un locale per rimorchiare. Scossi la testa e distolsi lo sguardo, irritata con me stessa per aver permesso a un uomo come lui di distrarmi.

    Questo era un lavoro. Lui era il lavoro.

    Anche se era bello da guardare, il mio intesse in Blake era strettamente professionale. Io conoscevo già lo scopo della riunione. Questo lusso mi concedeva l’occasione di guardare le sue reazioni mentre gli davano una bella strigliata. Il capo del team gli stava dando un ultimatum. Si capiva, da come si comportava, che quanto gli stavano dicendo non gli faceva piacere. Vidi la sua postura cambiare mentre elaborava il discorso.

    Cosa vi aspettate che faccia? chiese, raddrizzando la schiena, il suo atteggiamento rilassato e il sorriso affascinante erano spariti. Devo fare finta di essere qualcun altro? Nascondermi in casa?

    Incrociai le braccia, sorridendogli di nuovo. Anche se non avessi saputo della sua reputazione da cattivo ragazzo, il suo tono di voce ne era un indizio. Blake aveva sempre trovato il modo di fare come voleva e si aspettava che niente cambiasse. La star dell’hockey doveva darsi una regolata e non gli piaceva affatto.

    Sarà bene che ti abitui, Blake.

    Vederlo a disagio mi divertiva. Provai una soddisfacente sensazione di vendetta mentre osservavo lo spettacolo svolgersi davanti a me. Vedere dal vivo un dramma in corso era quasi una mia ragione di vita. Il mio lavoro era ripulire i disastri delle relazioni pubbliche delle celebrità. La sfida che mi presentava Blake portava una ventata di aria fresca e una nuova emozione al lavoro. Blake Collins, sempre in controllo della situazione, sempre perfetto per le telecamere, sembrava in difetto quando messo davanti alla parola fidanzata.

    Sapevo che avrei fatto del mio meglio per farlo sentire a disagio per un po’ e una parte di me ne era entusiasta. Quando mi occupavo di uomini così dominanti e che credevano che essere dei duri volesse dire che dovevano sempre averla vinta, mi sentivo inebriata dalla sfida di vedere se potevo farli cedere, anche solo un po’. Non c’era niente che amassi di più al mondo che un maschio alfa. Sexy. Dominante. Sicuro di sé. La maggior parte degli sbruffoni nel mondo delle star si piegava in due quando la pressione diventava eccessiva. Ma Blake?

    Era stato messo all’angolo, ma non era ancora al tappeto. Il fuoco che bruciava nei suoi occhi mi faceva battere forte il cuore. Dio, avrei scommesso che fosse incredibile al letto.

    Lui si voltò di scatto verso di me e i nostri occhi si incrociarono, il calore che bruciava nel suo sguardo mi fermò il respiro. Ci fissammo per dei lunghi secondi e io non potei smettere di chiedermi che tipo di amante sarebbe stato. I tipi come lui in genere ricadevano in un estremo o nell’altro. Potevano prendersi quello che volevano senza preoccuparsi della soddisfazione della donna… oppure, si vantavano di farla sciogliere completamente, divorandola finché non fosse sfinita dal piacere e completamente soggiogata al loro controllo.

    I miei slip erano sempre più bagnati e sentivo i capezzoli indurirsi sotto la camicia. Per fortuna indossavo un push-up con una bella imbottitura. Non facevo trapelare nulla, non mostravo debolezze. Di certo, non le avrei rivelate a un predatore come lui.

    Girare le carte in tavolo a tipi come Blake li faceva sempre agitare. Sentivo la sua insoddisfazione, e questo non faceva altro che buttare benzina sul mio fuoco, regalandomi quella scintilla e motivazione di cui avevo bisogno per rispettare la mia parte dell’accordo. Rendeva il mio lavoro ancora più piacevole.

    Ovviamente, non potevo cambiarlo. Lo sapevo. Una volpe perde il pelo, ma non il vizio, giusto? Blake magari avrebbe accettato, seguendo gli ordini e fingendo per un po’, se la posta in gioco fosse stata abbastanza alta. Si sarebbe comportato bene finché avrebbe avuto la pressione su di sé, ma non sarebbe diventata la sua normalità. I cattivi ragazzi non tornavano mai indietro. Quando tra qualche mese lo avremo liberato delle manette, ci avrebbe fatto vedere dei bei fuochi d’artificio. Probabilmente si sarebbe dato alla pazza gioia per un mese intero, scopandosi una nuova donna ogni notte. Era nel suo DNA.

    Per fortuna, ciò che sarebbe successo alla fine del lavoro non era un problema mio. Dovevo solo fargli abbandonare il suo stile di vita per qualche tempo. Sarei stata ben pagata per il mio impegno, e non vedevo l’ora di vederlo soffrire. Avrei anche potuto discutere e dirgli che fosse solo per il suo bene.

    Blake era una stella dell’hockey. Aveva trentadue anni e, secondo me, era al massimo della forma. Un vero bocconcino d’uomo. Aveva un fisico muscoloso, era rude e sicuro di sé, anche troppo. La sua forza fisica, la sua abilità nel gioco, e il suo atteggiamento da cattivo ragazzo lo avevano portato alle stelle. Alto un metro e novanta, per novantacinque chili di peso, Blake giocava nel ruolo di aggressiva ala destra per i Detroit Blizzard. Si era fatto un nome, sapeva agitare le cose sul ghiaccio con un atteggiamento molto fisico. Era diventato la punta della squadra. I suoi brutali placcaggi frontali scuotevano la difesa avversaria e avevano svolto un ruolo significativo per portare la squadra nei round finali della serie best-of-seven per i playoff contro il Winnipeg, che stavano per iniziare.

    Il gioco rude di Blake faceva sì che la panchina dei cartellini rossi non restasse vuota. Non che lui ci finisse più degli altri, ma aveva un modo tutto suo di provocare l’altra squadra in modo da fargli superare il limite e pagarne il prezzo.

    Non

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1