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La fine dell uomo: la legge universale dell'evoluzione
La fine dell uomo: la legge universale dell'evoluzione
La fine dell uomo: la legge universale dell'evoluzione
E-book99 pagine1 ora

La fine dell uomo: la legge universale dell'evoluzione

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Info su questo ebook

Sei arrivato alla fine. Non è colpa tua. Non è per tua insipienza o incoscienza. Non è perché hai sfidato gli Dei. Non è per cupidigia della quale pure sei stato schiavo. Non è per qualche grave misfatto che pure hai commesso.
Semplicemente non puoi sottrarti alla legge universale dell'evoluzione che, dopo averti posizionato al di sopra degli altri esseri sulla Terra, ora ti spinge nell'abisso e ti condanna all'estinzione.
Tra un brevissimo lasso di tempo sul pianeta Terra saranno presenti solo dei piccoli aggregati molecolari, forse ancora in grado di replicarsi, molto più semplici e piccoli di te.
In questi aggregati sarà presente, probabilmente, una piccolissima parte di te.
Non sei solo, la legge vige in tutti i pianeti e satelliti dell'universo dove l'evoluzione ha plasmato aggregati molecolari complessi facendoli evolvere.

Il libro spiega perché sei arrivato a questo punto e la legge dell'evoluzione che pervade l'universo e che ora ti condanna.
LinguaItaliano
Data di uscita7 giu 2020
ISBN9788835844631
La fine dell uomo: la legge universale dell'evoluzione

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    Anteprima del libro

    La fine dell uomo - Lorenzo Bonanni

    dell'autore.

    Dediche

    A quelli che hanno preferito sapere piuttosto che credere, a quelli che nella loro vita hanno cercato di capire, di spiegarsi e di spiegare il senso ultimo delle cose, a quelli che si sono fidati del metodo scientifico.

    A quelli che hanno capito il limite epistemologico di tale metodo; a quelli che si sono dovuti piegare e lo hanno dovuto rinnegare pur essendo convinti della sua validità; a quelli che non si sono piegati e sono stati torturati, uccisi.

    A quelli che hanno preferito credere piuttosto che sapere, a quelli che hanno vissuto con quel credo nel silenzio di una vita semplice ed austera e con quel credo sono morti; a quelli che in nome di quel credo hanno torturato e bruciato vivi uomini e donne, a quelli che in nome di quel credo hanno distrutto e piegato le menti.

    A quelli che vivono per dare; a quelli che si danno per vivere.

    A quelli che si inventano le diete per mangiare; a quelli che mangiano per poi fare le diete.

    Agli ultimi, agli ultimi degli ultimi, a quelli che cercano di raccattare qualcosa nelle immense discariche di cui è ormai piena la Terra e che non sanno se arriveranno a domani, agli umili, a quelli che hanno imparato a vivere di pochissime cose, a quelli che conoscono il peso amaro della fame, a quelli che soffrono, che sono umiliati, perseguitati, allontanati, derisi, discriminati, bastonati, torturati ed uccisi. A quelli che sono impastati con il dolore, a quelli che sanno cosa è il dolore del dolore.

    A quelli con la pancia sempre ben piena che hanno l'imbarazzo di scegliere le prelibatezze della mensa, a quelli con i bagni dorati, profumati e risplendenti a quelli che hanno tutto, tutto di tutto, che posseggono tanto quanto sarebbe sufficiente a sfamare tutti gli affamati della Terra.

    A quelli che hanno il potere e che non ne possono più fare a meno e vivono per averne sempre di più; a quelli che cercano di non subirlo; a quelli che cercano di stare lontani dalle lusinghe del potere e che si guardano bene dal cercare di conquistarlo; a quelli che sanno che il vero potere è non cercarlo e non averlo. A quelli che sanno che il vero potere è la conoscenza.

    A quelli che non conoscono la gioventù, ai bimbi che hanno occhi solo per lavorare e per piangere ai bimbi costretti ad imbracciare un fucile e combattere.

    A quelli che sono sempre bambini, che non crescono mai, che non sanno e non vogliono prendersi alcuna responsabilità e vivono una eterna giovinezza sulle spalle degli altri.

    Al cosiddetto homo sapiens che dopo un brevissimo percorso, tutto in salita ed in affanno, è ora arrivato alla fine della sua esistenza. Al cosiddetto homo sapiens ormai lordo del sangue che ha versato.

    Al cosiddetto homo sapiens, alle sue conquiste, alle sue crudeltà, ai sui amori, ai sui istinti, ai suoi sogni, ai suoi inganni, a questo straordinario aggregato molecolare forgiato dall'evoluzione, alla sua vorace voglia di cercare di capire i segreti dell'universo ed il senso ultimo delle cose.

    Al cosiddetto homo sapiens che continua a ballare, a cantare e suonare sull'orlo del baratro.

    Avvertenze

    O voi che siete in piccioletta barca,

    desiderosi d’ascoltar, seguiti

    dietro al mio legno che cantando varca,

    tornate a riveder li vostri liti:

    non vi mettete in pelago, ché forse,

    perdendo me, rimarreste smarriti.

    L’acqua ch’io prendo già mai non si corse;

    Dante, Canto II Paradiso

    Libero adattamento al libro:

    Voi che vivete la vostra quotidianità fatta di piccole cose, (voi che sete in piccioletta barca)

    e desiderate leggere questo libro (desiderosi d'ascoltar questo legno che cantando varca)

    lasciate perdere, tornate alle vostre quotidianità (tornate a riveder li vostri liti):

    non vi mettete a seguire ciò che è scritto nel libro (non vi mettete in pelago)

    perché forse vi potreste smarrire (che forse, perdendo me, rimarreste smarriti)

    Quello che è scritto di seguito, non è mai stato scritto (l'acqua ch'io prendo già mai non si corse)

    … con cuor sincero e fede non fìnta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia …

    e giuro che per l'avvenire non dirò mai più ne asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si possa aver di me simil sospizione

    Giuro anco e prometto d'adempire e osservare intieramente tutte le penitenze che mi sono state o mi saranno da questo S. Off.o imposte; e contravenendo ad alcuna delle dette mie promesse e giuramenti, il che Dio non voglia, mi sottometto a tutte le pene e castighi che sono da' sacri canoni e altre constituzioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate.

    Abiura di Galileo Galileo, 22 giugno 1633

    ...ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto

    Montale

    Nuvole

    Si, si. Eh si! Ti piace essere al centro dell'attenzione, essere il primo, ma soprattutto ti piace sognare. Ti piace illuderti, costruire strane idee, strane credenze e poi crederci ed anche imporle agli altri. Ti sei autoproclamato homo sapiens, non ti manca la presunzione.

    Ti piace sentire che tutto ruota intorno a te e soprattutto che tutto è fatto per te; ti piace la storiella che hai creato, curato, abbellito a tuo uso e consumo: essere al centro dell'universo. Essere il perno intorno al quale tutto ruota. Essere il destinatario di tutte le bellezze che ti circondano.

    Ti piace considerarti l'inizio e la fine e soprattutto essere il fine di tutte le cose.

    "La favola bella che ieri ti illuse" (D'Annunzio), la favola dalla quale non riesci a liberarti perché molto comoda, molto rassicurante, molto dolce, molto bella. Troppo. Troppo bella per essere vera.

    Ti piace essere sopra al pagliaio e se qualcuno ti dice di ridimensionarti, di scendere dal pagliaio, "scendi da quel pagliaro" in un noto detto popolare, ti dispiace, ti adombri… e sei anche capace di reagire in malo modo.

    È invece il caso di scendere, di scendere molto… magari piano… piano, ma scendere bisogna e di molto. È il caso di rivedere la tua posizione, è il caso che ti dia una regolata.

    Sostanzialmente altro non sei che un insieme di atomi, che sono legati, con i classici legami chimici, tra loro a formare molecole. Alcune di queste molecole sono piccole, altre grandi.

    I tuoi atomi formano

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