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Piccoli raggi di luce
Piccoli raggi di luce
Piccoli raggi di luce
E-book172 pagine36 minuti

Piccoli raggi di luce

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Info su questo ebook

faccio tanti
sforzi
per essere l’eroe.

ma poi mi saboto da sola
cogliendo mele avvelenate
e mangiandole come caramelle.

sono l’antagonistica
protagonista
della mia storia.

Tutto è iniziato qualche tempo fa, quando Caroline stava affrontando un periodo difficile della sua adolescenza e la poesia era l’unico rifugio. Lì, tra le parole potenti e asciutte che le affioravano alla mente e che annotava sul computer, si sentiva al sicuro. Avrebbe voluto urlare al mondo intero il suo dolore, ma non era ancora pronta. Un anno dopo, Caroline ha iniziato a postare i pensieri – un concentrato di emozioni crude e toccanti – sul suo account Instagram @poeticpoison e in breve i follower sono diventati centinaia di migliaia.
Oggi l’autrice diciottenne ha raccolto oltre cento poesie in questo suo libro d'esordio. Un percorso intimo – dalle tenebre della depressione alla luce della riscoperta di sé –, raccontato da una voce potente che ci fa sentire tutti un po' meno soli.
LinguaItaliano
Data di uscita11 ott 2018
ISBN9788858987490
Piccoli raggi di luce

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    Anteprima del libro

    Piccoli raggi di luce - Caroline Kaufman

    ringraziamenti

    nota dell’autrice

    non è stato facile scrivere questo libro. quindi anche leggerlo potrebbe non essere facile. per me la poesia è cominciata in forma di diario. perciò, quando ho iniziato a scrivere, mi sono ripromessa di essere sempre sincera. ciò significa che non viene censurato nulla. parlo di malattia mentale, autolesionismo, suicidio, guarigione, aggressione sessuale, relazioni nocive, violenza e altri argomenti che potrebbero non essere facilissimi da mandare giù. magari vi immedesimerete in alcuni brani all’inizio. magari vi immedesimerete in alcuni brani alla fine. o magari non vi immedesimerete in nessun brano. in ogni caso, sappiate che è assolutamente normale sentirsi soverchiati da alcuni di questi temi. è capitato anche a me, all’inizio. e ancora mi capita, a volte. prendetevi cura di voi, se necessario. chiudete il libro, se necessario. la vostra sicurezza è sempre importante. perciò, fate quello di cui avete bisogno. chiedere aiuto non è una debolezza, ve l’assicuro.

    è umano.

    non c’è nulla

    di più potente

    di una ragazza

    con una penna

    e con il coraggio

    di usarla.

    calano le tenebre

    per qualcuno è un incubo

    stare nudo in pubblico

    mostrare al mondo

    fino all’ultimo centimetro

    di pelle.

    una volta era un incubo anche per me.

    eppure

    eccomi qui.

    sfoglia queste pagine.

    da’ un’occhiata.

    smarrita:

    felicità.

    labbra screpolate,

    dentini storti,

    sempre sorridente.

    l’ultima volta che l’hanno vista mangiava un gelato,

    ballava al ritmo di una musica soffusa,

    il cioccolato le colava lungo il mento.

    in caso di ritrovamento:

    per favore ditele che

    mi manca.

    non ballo

    più.

    posso individuare con assoluta precisione la primissima volta

    che mi sono sentita sola tra la folla.

    avevo undici anni.

    era estate,

    i miei pensieri avevano un retrogusto aspro

    e ricordo che ero confusa

    perché fino ad allora

    erano sempre stati dolci.

    fu come immergere la punta del piede

    in una pozza di tristezza,

    ignara del fatto

    che presto ne sarei stata sommersa.

    non so chi sono.

    provo a guardarmi

    nello specchio del bagno,

    ma la doccia è aperta

    e si è tutto appannato.

    ho passato così tanto tempo

    a cercare di diventare chi dovrei essere

    che mi sono persa lungo la strada.

    non so dirti chi ho amato,

    il luogo, la data o la ragione;

    non ricordo i primi incontri,

    solo ogni separazione.

    allontano un sentimento passato

    appena smetto di vederlo qui intorno.

    è troppo doloroso, ormai al crepuscolo,

    ripensare al nascere del giorno.

    mi sento schiacciata dalla folla

    in una stanza vuota.

    deve essere il silenzio,

    il vuoto,

    il nulla.

    mi spintona.

    mi dice occupi troppo

    spazio.

    rispondo

    lo so.

    nei miei sogni

    sento le sue mani su di me.

    quando mi sveglio,

    mi cerco addosso nuovi lividi

    con la forma della sua stretta.

    ogni volta che gli passo accanto

    d’istinto mi tiro giù le maniche,

    mi stringo nella felpa.

    il mio corpo ormai macchiato

    è sempre in mostra.

    mi strofino la pelle

    un po’ troppo forte

    sotto la doccia,

    cercando di togliermelo di dosso,

    cercando di disfarmi di ogni cellula del corpo

    che lui possa aver toccato.

    a volte gratto.

    a volte spello.

    a volte sanguino.

    questa è la poesia

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