C'era una volta e una volta non c'era
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Anteprima del libro
C'era una volta e una volta non c'era - Fay Soffritti
Pubblicato da Ali Ribelli
Direttore di redazione: Jason R. Forbus
www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com
Fay Soffritti
C’ERA UNA VOLTA, E UNA VOLTA NON C’ERA...
Sommario
DAVANZALE INSOLENTE
MENAGRAMO/MELOGRANO
TIC TAC TIC TOC
CONTRADDIRE IL VERDETTO (CONTRADDETTO)
EMORRAGIA
BRANCHI, STORMI, MANDRIE
LENTE D’INGRANDIMENTO
IL RISCATTO DELL’ANCORA
IL COMMIATO
TROPPI ELENCHI?
PARAPIGLIA
IMPERATIVO VANO
CON PERMESSO
LA DOTE IN TUTA
APPARTATO RISCONTRO
TENTATIVO COERENTE
EN PLEIN
AFFANNO RUVIDO
NICCHIA
DI NUOVO NUOVA
Alla mia famiglia
DAVANZALE INSOLENTE
Difficile scegliere: Beatles o Rolling Stones?
Lui era un fan dei Beatles. Decisamente aveva scelto.
All’università letteratura e lingua inglese, per quanto negli anni ’60/’70 non avesse troppa importanza la valutazione tradizionale dei testi, piuttosto imbrogliarli, pasticciarli, pizzicarli, solleticati da vapori di whiskey e marijuana.
Raggiungere la luna!
Che evento strabiliante!
Tutti i nasi sulla luna coraggio!
Il coraggio e la punteggiatura fanno paura.
Amava una donna, Patrizia.
Desiderava (in ordine sparso): cantare, conoscere Paul McCartney, insegnare, scrivere, sposare Patrizia, plasmare una figlia con lei.
Esaudì un botta e risposta, ma gli episodi si distrassero un poco.
Andazzo migratorio, Daniele rientrò al campo base, colorato, spazioso, stracolmo di vinili, libri e foto.
Le collezioni lo coinvolgevano, sanno abbindolare e mettono in riga.
Un poster di Mickey Mouse sanciva Livello intellettuale, abilità, esperienza. Tutto per pelare patate...!
.
Era con i suoi amici, suonavano in una band collaudata ammaliata da un discreto parterre di estimatori.
Patrizia dormiva sul divano, ‘Tutti i racconti’ di Edgar Allan Poe arrangiato sul pavimento, e Marta, un gigantesco esemplare di bobtail, attendeva ansiosa che la portassero a perdersi nel pratone accanto.
Appena Daniele spuntò sulla soglia gli saltò addosso con una compostezza innata, irradiando la smorfia del risolino.
(Ogni riferimento alla Martha bobtail di McCartney non è puramente casuale).
Patrizia sbadigliò, abituata ad incursioni inattese o raduni programmati, sorvolava.
Massimo prese le birre dal frigo e Davide, governato dal periodo psichedelico, appoggiò sul giradischi A saucerful of secrets
.
Le scale si accavallarono, filo conduttore la droga.
‹‹Che bisogno hanno le persone di farsi con quella cancrena di eroina? Buttano nel cesso un sacco di soldi per accasciarsi con la bava alla bocca, fagotti marci.››
‹‹Onore al divino Bacco perbacco!››
‹‹Davide, hai provato?›› esordì Daniele noncurante, impegnato a far capire a Marta che l’evasione era rimandata.
Patrizia, spettinata, limpida:
‹‹Noi l’abbiamo fatto.››
La dichiarazione ammessa a bruciapelo sgomentò il bivaccare a puntino, Marta in primis.
‹‹Cosa???!!! Hai sentito anche tu Max?? Avete provato l’eroina?? E quando scusa??››
‹‹Ieri sera… Uno svago per la cronaca.››
‹‹E ci è bastato. Patrizia te lo può assicurare!››
‹‹Sicuro! Non è come fumare. L’erba distende la precisione del ritmo, allevia i dilemmi, ti sofferma, diventi un orologiaio. L’eroina invece resetta. Congela. Iberna. È l’assenza dei disastrati, il boia.
Insomma, è triste. E poi bucarsi fa male, fa davvero male, al braccio intendo.››
‹‹Visto? È stata un’esperienza utile priva di conseguenze.››
Concluse Daniele nel modo in cui il figlio maturo rassicura il padre ingenuo.
‹‹Non usare quel tono da professorino del cazzo. Comunque mi fido, il vostro parere è insindacabile! Ci avete tolto la curiosità, magnifico! Cosa mangiamo?››
Massimo si alzò dal tappeto peruviano pegno di Machu Picchu e interpellò la dispensa.
Uova sode, tonno e maionese.
La laurea incombeva, Daniele era impegnato a convincere il professor De Luigi ad approvare la sua tesi: Dal mito alla storia: la biografia storico-critica dei quattro capelloni più famosi di Dio
.
‹‹Sa... vorrei approfondire l’argomento sul posto, dov’è sbocciato il fenomeno. Liverpool, Londra.
Potrebbero affinarsi frangenti determinanti... valuterei i criteri concreti di accordo e disaccordo. Ne trarrei un climax eccezionale mi creda!››
‹‹Caspita, intento ragguardevole! L’enfasi che ci mette farebbe scapicollare il più scettico dei profani, figuriamoci me, integerrimo seguace beatlesiano... Ha sollecitato senza dubbio il mio interesse.››
Il prof acconsentì, addirittura finanziò in parte la spedizione.
Alla notizia l’esaltazione sopraffece Patrizia.
‹‹E’ stupendo!! Quando partiamo? Vengono anche Massimo e Cristina vero? E Marta! Devo preparare un sacco di cose e telefonare a mia madre e…››
‹‹Faremo quello che vuoi... prima festeggiamo!››
Nina Simone in sottofondo...
Viaggiarono verso il nobile Regno Unito sul maggiolone arancione, indomito Ohm baluginante portiera sinistra, su di giri.
Si godettero le tappe distillando appetitosi orpelli, armamentario farlocco, astronauti spadaccini in un traffico di cofani, qualche grammo di grama erba spontanea.
Giunti a destinazione constatarono che i prezzi degli hotel del centro erano proibitivi e votarono unanimi la periferica, rustica, confortevole Wild Duck guest-house.
Riverirono Marta sonnecchiante al calduccio, sbadigliò satolla, dopo di che sfregarono la lampada.
Il genio uscì!
Schivarono turisti, bevvero novemila birre, ballarono su un cubo e chiusi in una gabbia, parlarono inglese con i francesi, spagnolo con i tedeschi e bolognese con gli italiani, rubarono il cappello a un poliziotto inneggiando alla regina, si presero a braccetto e presero un tassì.
La mattina seguente, disidratati, propiziarono la ricerca di Paul, John, Ringo e George.
L’impresa si presentava ardua. Il nesso ardito.
Intercettarli davanti agli studi di registrazione? Appostarsi fra i cespugli? Espugnare eserciti di fans?
La soffiata di un conoscente di Daniele, fotografo per una rivista musicale, svoltò la sorte.
Eccoli, loro, lì, all’uscita di un ristorante, nessun gorilla guardia del corpo, trasandati, catartici.
Patrizia si avvicinò.
Portava i capelli lunghi, biondo scuro, raccolti in una coda di cavallo alta che alleggeriva i favori; lo sguardo azzurro o grigio o verde a seconda della congiuntura luminosa e dell’umore; le gambe più belle che si fossero mai viste.
Chiese un autografo a Paul McCartney, il quale reagì alla richiesta ammiccando compiaciuto e placido ai tre soci.
A coronare la sequenza, uno tsunami sollevato dal mare piatto, Marta irrompe nel proscenio saltellando baldanzosa.
Daniele cerca di trattenerla e Massimo e Cristina urlano uguale a scolaretti che incontrano Babbo Natale.
All’arrembaggio!!
La comicità del ciak imbambolò i quattro Beatles.
Allora Daniele intervenne pronto, inglese impeccabile, e rivolgendosi a John persuase l’epilogo.
‹‹Ciao! My name is Daniele... Scusate il casino but it is a great emotion... We come from Bologna, Italy…››
Definì stralci del lapalissiano progetto, citò strofe in ottava rima, accennò ritornelli d’artificio, intriso di alibi e lullaby imperò. Li rapì. E si fece rapire. Brividi.
Disarmati da uno sconcerto sensazionale vennero polarizzati nello studio di registrazione dei Beatles, gli autentici Beatles! Marta inclusa ad honorem.
Riassunto/sprazzo di un capitombolo: scoprirono che Ringo prediligeva la tisana di erbe miste; notarono i fugaci scarabocchi di George; svanirono con Sgt. Pepper a cappella di John (‘‘Avanti gente, iscrivetevi al Viaggio Misterioso! Prenotatevi! Il Viaggio Misterioso vi porterà via, vi porterà a casa con noi!’’); le viscere si commossero per l’offerta; ventilarono la molla torva della fine che fa soffrire, quando gli albori sono oracoli ed ostacoli. Contarono i ‘Paf’. Sconvolgendo i fatidici varchi.
Vulnerabili gioielli travisati, coriacei aneddoti esclusivi, ipnosi di movenze artistiche allo stato puro.
Scrumble eggs…nananana nana nanaaaa
.
Le uova strapazzate svolazzano.
La naturalezza di Daniele penetrò Patrizia, mascelle serrate a tradire il magone.
Torreggiante, inebriato, recitava a Paul e Linda un semplice ‘’See you soon’’.
‹‹Mi accompagnereste ancora da nessuna parte?››
‹‹Apparteniamo agli 8 poteri di Siva, orientati… bye friend.››
Potevano sparire le sparigliate stelle.
(Che d’altronde si scorgono di rado nella cupola di Londra).
Invertiamo come fa Amleto: di impossibile in impossibile inseriamo il possibile.
Trattasi di opporsi alle convinzioni con un buffetto esaustivo.
Innovare il linguaggio attraverso una graffetta.
Un terremoto pacato è un massaggio ondulato per la buccia terrestre. O un becero bugiardo movimento tellurico.
Il timore di pulsare affievolisce, le zavorre respingono i pelucchi.
Requisito utile e pratico: una consapevole irrequietezza.
Se non fosse per le impronte complottate da loschi, onirici figuri la notte, il dì saremmo in grado di includere o escludere i simboli di qualsivoglia intenzione. E viceversa.
C sottoinsieme di B sottoinsieme di A può trapiantarsi in A sottoinsieme di D sottoinsieme di E.
A contiene ed è contenuto, il guscio esterno diventa interno, l’eclatante dottrina dei contrari di Eraclito: il carattere è il destino, urka eureka!
Che assurda matrioska!
È sufficiente stravolgere le premesse, le deduzioni e le restrizioni, non riconoscere le evidenze.
Capovolgi l’ortografia e tric...