Amarvi in una vita tra le tante
Di Giuseppe Manna e it
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Anteprima del libro
Amarvi in una vita tra le tante - Giuseppe Manna
Amarvi
in una vita tra le tante
Un libro di Giuseppe Manna
Amarvi in una vita tra le tante
Un libro di Giuseppe Manna
Prima edizione febbraio 2019
Isbn 978-88-3343-131-4
Questa è un’Opera di fantasia, ogni riferimento
a persone cose o fatti è puramente casuale.
LFA Publisher
Via A. Diaz, 17 -80023-
Caivano -Napoli, Italy-
Partita Iva 06298711216
www.lfaeditorenapoli.it -- infolfaeditorenapoli.it
1. INTRODUZIONE
Cisaimah, un’isola posizionata nel cuore dell’Oceano Atlantico, è suddivisa in quattro capoluoghi: Joycountry (Believen-zoo), Carithan, Happylane e dalla capitale: Mattìh.
A Joycountry un paese lontano dalla capitale Mattìh, dove vivono illustri nobili, vive Pietro un giovane fanciullo dormiglione con tante ambizioni e sogni da realizzare.
Suo padre Giovanni esce al mattino presto e rientra in tarda notte, mentre sua madre Lisette resta in casa sperando ogni giorno di veder crescere realizzato suo figlio. Giovanni nacque a Caritahn, un paese di borghesi ai confini di Mattìh, dove nella sua infanzia venne incuriosito dall’arte della porcellana raggiungendo in un breve tempo un attestato di riconoscimento, e venne proclamato come Oneartisan (primo artista) della storia. Un giorno dovette preparare una gamma di fiori in porcellana per un’ illustra famiglia di Mattìh, in memoria della prima comunione di Lisette, una bellissima donna che dopo essersi incrociata con l’affascinante Giovanni, e dopo cinque anni di conoscenza si sposò con esso ed ebbe tre figli: Leo, Pietro e Maria.
Lisette nacque a Mattìh e crebbe in un contesto virtuoso e malizioso, non propenso per una bambina, ma le sue avventure d’infanzia la fecero maturare come una principessa; cortese.
Dopo la nascita di Leo, fratello maggiore di Pietro, Giovanni e Lisette si trasferirono a Joycounty. Il centro di Matthì era diventato un luogo troppo caotico e pericoloso per una famiglia favolosa come la loro, (Lisette era sempre corteggiata e invitata alla lussuria da parte dei generosi, e Giovanni era sempre tentato a conquistare il potere rischiando con il gioco d’azzardo).
E poi...
CAPITOLO 1
JOYCOUNTRY
Joycountry è un paese meraviglioso e circa il 75% della popolazione affronta una vita discreta e umile, mentre il rimanente 25% vive nel lusso poiché ereditano proficui terreni. Noi facciamo parte del primo rango di gente, che suda e lavora molto per concludere la giornata con almeno una cena di ricompensa con la famiglia. Come ogni mattina ringrazio il Signore per il mio costante risveglio quotidiano, saluto la mamma che mi ha preparato una bellissima colazione con cornetti caldi e graffe, e le domando perché sorride cosi tanto;
«Leo e Rosy aspettano un bimbo» risponde.
Mentre lei corre a prepararsi per far visita agli stessi, io finisco la mia colazione e penso a quanto mio fratello Leo sia la persona che più amo su questo pianeta e quanto bene gli voglio nonostante la sua assenza. Egli vive con sua moglie Rosy, non considerando che mi sento un po’ solo senza il suo amore fraterno. Dice che capirò questo suo distacco
quando avrò anch’io una famiglia, e il cervello incomincerà ad accumulare e ad archiviare più doveri da eseguire e attuare per non perdere il valore del matrimonio. Ma questa è un effimera divergenza, dopotutto è sempre mio fratello e lo conservo nel cuore della mia anima. «Tanti auguri a Leo e Rosy» penso tra me e me. Oggi è una bella giornata, e ho deciso che indosserò una t-shirt blu come il magnifico colore del cielo infinito che intravedo dalla mia finestra, devo godermi il mio ultimo giorno di vacanza poiché da domani dovrò pensare solo a studiare per il quinto e definitivo anno di scuola alberghiera. Domani comincia il mio primo giorno di scuola e giacché mio padre lavora tutto il giorno e vederci sarà difficile, se non impossibile, nonché la notte quando rientra io dormo come un ghiro; passerò dalla sua fabbrica di porcellana per abbracciarlo un po’ tramite una bella chiacchierata mentre si fuma una sigaretta. Percorrendo il viale di casa incontro Lucio... «Buongiorno» gli dico «quali sono i tuoi programmi per questa splendida giornata?». «Pietro i programmi di questa giornata sono tanti, mi fai compagnia? Devo andare all’università e dopo devo recarmi in stazione oggi arrivano i miei genitori, dalle vacanze sulla neve, e dovrò dargli uno strappo con l’auto verso Caritahn» mi risponde.
Lucio è una persona iperattiva non riesce a stare in un solo posto per più di un ora ed è sempre in cerca di passatempi, caffè-donne-bevute e altro... ma oggi non posso andare con lui ho altri programmi e domani si ricomincia a studiare, non devo lasciarmi convincere. Inoltre è una bravissima persona, ha regalato anche una vacanza ai suoi genitori che vivono a Caritahn e non possono permettersi niente, anzi, la loro unica ricchezza è Lucio che li accudisce prendendosene cura.
«Lucio ti ringrazio ma oggi proprio non posso» lo saluto in fretta con una stretta di mano, mentre mi sobbalzo a correre verso la fermata per non perdere il bus «ciao Lucioooo a dopo» gli urlo allontanandomi.
Sono sul bus e mi trovo a riflettere, mio padre oltre a mio fratello è la persona che io stimo in assoluto. Meritava una vita migliore anziché restare in una fabbrica tutto il giorno a modellare, per me, una stupida porcellana che negli anni precedenti fruttava molto denaro rispetto al presente, giacché i popoli del nord hanno identificato e modificato l’arte della porcellana usando un materiale più economico restando simili alla stessa arte.
Sono quasi arrivato alla fabbrica mancano solo cinque fermate, il bus fa la sua sosta e, mentre giro lo sguardo verso le porte che si aprono vedo salire Sara, un’amica delle scuole elementari, è stata il mio primo amore quando tutto era felicemente bello purché bambini. Prende posto in prima fila, mentre io sono all’ultimo in fondo al bus sperando che non si giri. Ed ecco la mia fermata, scendo dal bus mentre lei con sorriso ingenuo e molto femminile mi fa un cenno di saluto lasciandomi sul posto come un rimbambito imbarazzato.
«Sara... come passa il tempo» penso tra me e me. Sono arrivato alla fabbrica e non vedo l’ora di parlare un po’ con il mio unico e solo papà. Desidero esternargli la mia gioia di diventare zio. Ma credo sarà meglio chiamare mio fratello Leo facendomi dare il consenso dell’accaduto, evitando eventuali dispiaceri.
«Ciao Leo sono Pietro volevo dirti che sono contentissimo per la bellissima notizia, diventerò zio?!» gli chiedo. «Pietro come al solito la mamma le notizie subito le rende pubbliche, volevo dartela io questa notizia» aggiunge «sì! Ddiventerai zio, come ti senti?»... «Sono felicissimo, come potrei non esserlo?! posso esternare questa mia emozione a papà? non vorrei rovinarti la sorpresa come la mamma ha fatto con me al posto tuo» domando. Mio fratello lavora fuori città come responsabile di un’azienda per abiti da sposa e viene chiamato in causa da un operaio che vuole un suggerimento in merito ad un particolare abito, in occasione della figlia di un illustre cavaliere di Mattìh, e mi lascia dicendo «non preoccuparti Pietro io e te abbiamo un unico sangue, quindi non fa differenza» Unico sangue... .che belle parole, è dolcissimo mi fa sentire ancora importante, non voglio piangere sarà meglio che entro in fabbrica. «Buongiorno!!» dico salutando le due persone che lavorano con mio padre da tanti anni e che non si sono mai divisi. Chiudo la porta e mi siedo accanto a mio padre dopo aver preparato un bel caffè. Egli, fissandomi, si accorge del mio stato emotivo, nascondo qualcosa di bello e a lui non sfugge mai niente.
«Vuoi dirmi qualcosa Pietro?» domanda, mentre io sorrido dicendogli «ti senti vecchio?!». Amo portarla per le lunghe quando devo annunciare una notizia o un mio pensiero.
«Ah Ah Ah, ma sei cretino?» e con sarcasmo aggiunge «ieri ho compiuto 36 anni, come potrei sentirmi vecchio?!».
«Papà ormai hai 55 anni la vuoi smettere di fingerti un giovane adulto? É vero hai sempre il carisma di un adolescente, basta, poi adesso diventerai nonno e dovrai accettare la tua età». Sorrido sotto i baffi purché alcune persone come mio padre pur avendo un età avanzata, amando la vita, restano sempre giovani d’animo.
«Pietro hai qualche moglie che io sappia? O hai un lavoro che ti possa permettere di diventare padre?»
«Certo che no papà» rispondo, «e allora c’è qualcosa che non va in quello che mi hai detto prima riguardo all’essere nonno» ribatte.
In quello stesso attimo riceve una chiamata da mia madre, come al solito... scopre tutto.
«Pietro... mi ha detto tutto la mamma».
Mi abbraccia fumandosi l’ennesima sigaretta e prima di dirigermi all’uscita papà mi sussurra: «ti voglio tanto bene Pietro».
Saluto gli operai e mi avvio alla fermata del bus. Il tempo non passa mai, sono le 12:22, il prossimo bus passerà alle 13:10, bisogna aspettare molto e quindi decido di farmi un po’ di strada a piedi. I negozi sono in orario di chiusura, passeggiare mi è sempre