Una piccola grande storia
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Anteprima del libro
Una piccola grande storia - Dominique Incollingo
2020
UNA PICCOLA GRANDE STORIA
Arriva la primavera e dopo anni parto, diretto alla casa dei miei nonni che ormai sono mancati da tempo; ho compiuto i miei 20 anni e vado finalmente in ferie da solo. In realtà, diciamo che al lavoro non mi hanno rinnovato il contratto e dopo due anni mi lasciano a casa senza un perché, come spesso succede; i soliti amici, poi non sono molto di aiuto visto che per loro la cosa è normale, dal momento che, come molti, vivono di contratti di pochi mesi, a volte rinnovati, a volte no; ma io inizio a volere di più dalla vita, allora zaino in spalla prendo il treno direzione Torino, poi Asti e infine la corriera che mi porta a destinazione. Arrivo e.... la casa è in uno stato pietoso. Eh si, sono più di cinque anni che nessuno ci ha messo piede e si vede! L’edera è arrivata al tetto e le ortiche hanno creato una selva che mi impedisce di entrare nella proprietà. Alla vista di questa desolazione, dopo cinque ore di viaggio, tra treni e pullman, mi sento un po` a terra. Sono talmente sconfortato che prendo il cellulare e chiamo a casa per spiegare la situazione ai miei, poi mando loro una foto perché capiscano che non mi sto inventando nulla e che non esagero descrivendo le condizione della casa dei nonni. I miei mi dicono di tornare a casa, che verranno poi loro a sistemare l’anno prossimo; questa estate, aggiungono, posso andare con loro al mare visto che ormai gli amici si saranno già organizzati per le ferie! L’idea non mi alletta per niente e lo sconforto aumenta, ma non mi resta altro che riprendere la via di casa. Senza energie mi siedo lungo la strada, in attesa dell’arrivo del pullman e mentre ripenso con tristezza alla mie belle ferie cancellate dall’edera e dalle ortiche, si ferma un signore di circa 50 anni e mi chiede cosa stia facendo lì seduto; inizio allora a raccontargli la mia disavventura, gli spiego che queste avrebbero dovuto essere le mie prime ferie da grande, tutto solo nella casa dei nonni; casa che, ingenuamente credevo, avesse solo bisogno di una bella pulita e non mi sarei mai aspettato di trovarla invece in un simile stato di abbandono. Ricordavo quel luogo con il prato sempre ben curato e mi aspettavo qualche lavoretto da fare ma nulla del genere; io arrivo dalla città e non saprei neanche da dove iniziare a mettere le mani! Lui mi sorride e mi dice che se veramente voglio essere adulto, se voglio dimostrare ai miei genitori di esserlo, farei meglio a richiamarli per dire loro che ho deciso di restare qui a ripristinare la casa. Le parole di quello sconosciuto mi danno la carica di cui avevo bisogno e decido di seguire il suo consiglio: restare qui ed affrontare la situazione! Telefono ai miei genitori per informarli della decisione presa ed inizio a darmi da fare. Prima di tutto strappo le erbacce, a mano perché non ho nessun attrezzo e non so neanche se saprei usarlo! Ma dopo un po` ecco arrivare il simpatico sconosciuto con un decespugliatore, una tuta da lavoro, stivali e guanti. Mi porge il tutto dicendomi di iniziare a fare un sentiero fino alla casa ed aggiunge che passerà più tardi. Detto questo riparte, non prima però di avermi insegnato ad usare il decespugliatore. Mi metto subito al lavoro e … eureka! Dopo un paio d’ore sono finalmente davanti alla porta di casa. Prima di entrare torno sul bordo della strada, a prendere lo zaino e i vestiti che indossavo al posto della tuta da lavoro, poi raggiungo nuovamente la casa, metto la chiave nella toppa, la giro, provo ad abbassare la maniglia e… la porta si apre. Entro e tutto è esattamente come me lo ricordavo: si sente persino ancora il profumo di quando venivo a trovare i nonni; porto tutto dentro e mi siedo.
- Ehilá tutto bene?
Sento gridare da fuori.
- Si, si, ma chi è ?
- Sono Aldo, il signore di prima
- Ah, ciao entra pure. Grazie per l’aiuto; ora sono riuscito ad arrivare alla casa e sono a posto!
.
Lui sorride, mi guarda, scuote la testa e mi dice:
- Sei a posto? Mi sa che hai appena incominciato!
. Ed inizia a guardarsi attorno.
Non capisco bene cosa intenda, ma sorvolo e mi presento: - Comunque io sono Luca. Lei conosceva i miei nonni?
. Aldo mi risponde che li conosceva molto bene e che erano persone stupende con le quali ha passato momenti bellissimi.
- Erano persone straordinarie e tu da un lato me le ricordi: anche loro amavano l’avventura e la libertà. Ma, senti sono le 19.00 e tra un pò a casa mia si mangia! Cosa fai? Vuoi venire a mangiare qualcosa da noi?
.
Io, un po' preso di sorpresa e un po' in imbarazzo, rimango lì senza parole, perché fame ho fame ma non vorrei disturbare. E ora che gli dico
, penso tra me e me. Alla fine sento la mia voce dire: - Ti ringrazio ma sei già stato molto gentile a prestarmi l’attrezzatura e a passare per vedere se era tutto a posto. Hai già fatto davvero molto
.
Aldo, che deve aver sentito il mio stomaco lamentarsi ribatte:
- Ok allora ti dó dieci minuti per sistemare lo zaino e darti un colpo d’acqua sul viso, prima di venire a casa con me a mangiare!
.
Io, sempre più imbarazzato, balbetto un: - Ma , ma...
e lui mi esorta a sbrigarmi perché è tardi e se continuo a temporeggiare faremo arrabbiare sua moglie. Va bene, mi ha convinto! Metto velocemente lo zaino sul tavolo e apro il rubinetto della cucina ma… niente acqua! E ora che fare? Aldo mi guarda con il suo sorriso rassicurante e mi dice di stare tranquillo, che risolveremo un problema al giorno, con calma.
- Prendi lo zaino e vieni con me, per oggi hai già fatto un gran lavoro
, aggiunge.
Faccio come mi dice, sentendomi completamente rimbambito, come un bambino al primo giorno di scuola e lo seguo. Facciamo 50/ 100 metri e arriviamo a casa sua. Nel cortile vedo trattori e mille attrezzi. Ora mi spiego il perché lui non si preoccupava dell’erba a casa dei nonni! Aldo si toglie gli scarponi e si mette le pantofole mentre io mi chiedo come sarà sua moglie, visto che lui é uno di poche parole, con un strano modo di fare che mi mette sempre a disagio e se anche lei fosse così’? Aldo poi non é certo uno che passa inosservato, data la sua mole: un omone alto più di 1 metro e 80 che peserà oltre i 130 kg, con i capelli brizzolati e una barba rossa. Mi sto quasi pentendo di avere accettato il suo invito, ma la fame è fame. Saliamo un paio di gradini e mi fa accomodare in casa; io entro con passi timidi, chiedo permesso e vedo venirmi incontro una signora tutta gioiosa e molto fine, tutto l'opposto di lui: lei sarà sul metro e 60 per poco più di 50 chili con dei capelli ricci neri e degli occhi verdi che si illuminano non appena mi vede. Mentre mi abbraccia mi dice con voce squillante:
- Ma ciao tu sei il nipote di nonno Antonio e nonna Anna! Ma come sei cresciuto. Sei proprio un bel ragazzo!!
.
Io sono sempre più impacciato e tra un sorriso e un saluto con la mano le dico:
- Buona sera e grazie per l’invito
.
Mi risponde che è molto contenta che finalmente qualcuno sia venuto a pulire quella casa e che le fa altrettanto piacere che io abbia accettato di cenare con loro.
Mi esorta quindi a sedere a tavola dove, da lí a poco ci raggiungono le loro figlie. Sono entrambe molto belle e molto ben vestite. Scaccio subito questo pensiero, sentendomi un po' stupido. Cosa credevo? Che chi abita in campagna indossasse solo abiti logori lasciando a noi cittadini il privilegio dei bei vestiti? Ho sicuramente molto da imparare se voglio considerarmi adulto! Perso nei miei pensieri non mi accorgo che tutti e quattro mi stanno guardando e sorridono. Quando infine vedo i loro sguardi fissi su di me, torno preda di una strana agitazione e mi chiedo se ho qualcosa che non va: magari mi è rimasto qualche filo d’erba nei capelli, o peggio ancora ho la faccia sporca di terra…! Mi sa che mi sta passando la fame. Comunque iniziamo a mangiare e a raccontarci ognuno qualcosa della propria vita. La moglie di Aldo è simpaticissima e molto allegra, tutto l’opposto di lui e le figlie simpatiche ma non di molte parole; comunque la serata passa piacevolmente in fretta e si fa ora di tornare a casa. Comincio allora a ringraziare tutti per la bellissima serata, dicendo che è ora che vada a dormire.
Aldo, che sembra sapere sempre tutto mi chiede come sono messo per questa notte. E io gli rispondo che per dormire ho il sacco a pelo e per la colazione di domattina le brioches, quindi per questa notte mi aggiusterò così. Lui sorride di nuovo e scuote la testa mentre mi chiede: - E l’acqua?
.
Accidenti! Chi ci pensava più all’acqua!
- Senti vengo con te e ti porto un paio di taniche, cosí ne usi una per il bagno e una se devi bere, poi ci vediamo domani cosí controlliamo cos’altro c’è di urgente da fare e ti dó una mano almeno per i primi lavori
. Io lo ringrazio, sempre più colpito dalla sua disponibilità. Ci avviamo verso la casa dei nonni e a metà strada mi chiede se ho una pila, dal momento che anche l’impianto elettrico è fuori uso. No, non ho una pila, ma il cellulare andrà benissimo per questa notte, poi concludo con una perla di saggezza: - Domani è un altro giorno e si vedrà
. Allora lui mi da una pacca sulla spalla dicendomi: - Bravo! Vedo che hai già capito come funziona la vita
. Arrivati a casa lo ringrazio ancora e ci salutiamo, quindi entro, metto le taniche vicino al lavandino e quando vedo il divano decido che andrà benissimo per dormirci stanotte. Stendo il sacco a pelo sul mio letto improvvisato, apro i cassetti nella speranza di trovare delle candele e la fortuna mi assiste perché le trovo al secondo tentativo; ne accendo un paio così la casa sembra meno buia e fredda, poi mi spoglio e mi corico. Sono stanchissimo! Saranno quasi le ventitré ed è abbastanza normale, considerando la giornata che ho appena vissuto! Sono in piedi dalle 7.00 di questa mattina e tra il viaggio, le mille emozioni contrastanti che ho provato da quando sono arrivato, senza contare il taglio erba, lavoro al quale non sono abituato, mi sento distrutto. A proposito ma che ore sono veramente? Accendo il cellulare per verificare che non sia ancora più tardi e….sorpresa! Sono le 21.30! Wow ma è prestissimo, eppure non vedo l’ora di coricarmi, non ne posso più. Tra l’altro incomincio a sentire freddo, anche se siamo in primavera, ma credo sia normale faccia freddino in una casa che è stata chiusa così a lungo. Mi allungo sul divano, al calduccio dentro il sacco a pelo e dopo un po' sento il cellulare suonare. Nooo, proprio ora che mi stavo addormentando! Chi sarà?
. Mi alzo e cerco il cellulare, ma al buio e in una casa che non è la tua, non è facile! Alla fine lo trovo proprio mentre smette di suonare. Lo accendo, vedo la chiamata persa di mia madre e penso: - Cosa vorrà a quest'ora? Meglio chiamarla altrimenti finisce che mi telefona di nuovo quando mi riaddormento
. Risponde all’istante e le chiedo subito se è successo qualcosa.
- Ma no, non è successo niente!
- dice lei - Volevo solo sapere come stavi e se eri riuscito ad aggiustarti e a raggiungere la porta della casa dei nonni!
.
Troppo stanco per raccontarle la giornata appena trascorsa le faccio notare che è tardi, che stavo già dormendo e le prometto che la richiamerò domattina. La mia risposta non può che sorprenderla. Sa bene che di solito la sera faccio tardi, ferie o non ferie, come può credere che alle 10.00 di sera io stia già dormendo? Infatti ribatte immediatamente:
- Ma se sono solo le 10.00! Sei sicuro che vada tutto bene?
.
Gli occhi mi si stanno chiudendo e le rispondo a fatica. La mia voce assonnata alla fine deve averla convinta, perché decide di salutarmi, raccomandandomi di chiamarla non appena mi sveglio. Era ora!
foto di Claudia Grosa- Tramonto di fine primavera
Dormivo così bene prima di essere svegliato bruscamente dal suono del cellulare! Questa volta metto il telefono vicino al divano e l'accendino e le candele sulla sedia; non si sa mai, dovesse richiamare! Mi corico sperando finalmente di poter dormire perché non voglio che Aldo domani mi trovi ancora addormentato qui sul divano.
Dopo quello che a me sembra un tempo brevissimo il bussare alla porta mi sveglia di soprassalto. Infastidito guardo l’ora e… sono le 7.00 del mattino! Da fuori Aldo mi chiama:
- Ehila Luigi ci sei? Sei Sveglio?
.
Io penso tra me e me: Luigi? Chi è Luigi?
. Poi tralasciando il nuovo nome affibbiatomi dal simpatico vicino, mi alzo e dò una sistemata veloce mentre rispondo:
- Sí, sí un attimo ed arrivo!
.
- Dai che il caffè diventa freddo!
incalza Aldo.
Vado ad aprire e intanto gli chiedo cosa fa già alzato a quest'ora e lui risponde che è già di ritorno dalla vigna, dove è andato ad attaccare l'acqua. Beviamo il caffè, poi mi saluta per tornare ai suoi lavori, con la promessa di essere nuovamente da me più tardi. Ne approfitto per sistemare un po' meglio la casa, dopodiché indosso la tenuta da lavoro e mi preparo psicologicamente ad affrontare questa nuova giornata. Ma prima ancora di riuscire a fare il punto della situazione ecco Aldo in arrivo con un trattorino e tantissima attrezzatura. Penso: Oggi mi sa che sarà dura
, avvertendo già una certa stanchezza pur essendomi appena alzato. Aldo si ferma al cancello e mi fa segno di raggiungerlo. - Allora sei pronto? Ora ti insegno ad usare la falciatrice
. Io annuisco e lo aiuto a scaricare il trattorino, anzi la falciatrice, che sarà il mio compagno di lavoro per le prossime ore. Anche il mio nuovo amico si dà da fare con una piccola ascia e delle forbici per far tornare alla normalità l’esterno della casa. Dopo tre ore, tantissimo sudore, le braccia che non sento più, arriva la moglie di Aldo con dei panini e una bottiglia di vino. Finalmente si fa una pausa! Sono le 10.00 e abbiamo già fatto un gran lavoro: Aldo ha quasi tolto tutta l'edera dai muri ed io ho finito di tagliare il prato davanti casa e mi sento un po' più sereno di ieri, pensando che per oggi abbiamo terminato. Ci sediamo su una panchina di pietra risorta dalla selva ed iniziamo a fare colazione. Ammiro la casa, che ora somiglia di nuovo a quella che vedevo da ragazzino e sono così felice del lavoro fatto che mi perdo nei miei ricordi e nei miei pensieri. Ma ecco che Aldo mi richiama all'ordine e mi fa notare che la giornata è ancora lunga e molte sono ancora le cose da fare. Io lo guardo perplesso, pensando tra me e me che abbiamo fatto tutto: l’esterno della casa ha ripreso il suo antico aspetto, e l’interno, che non era poi messo così male l’ho sistemato appena sveglio! Ma Aldo, che ha molta più memoria di me, mi dice:
- Dai ora cerchiamo il contatore per vedere se c'è luce e poi cerchiamo anche la valvola per l'acqua
.
Accidenti! Acqua e luce, ecco cosa mancava ancora!
. Sono di nuovo in piedi. Si fa per dire…. Tra il vino e la falciatrice sento le gambe molli. Ma si riparte! Per mezzogiorno ho acqua e luce e mi sento a cavallo. Aldo mi invita di nuovo a casa sua per il pranzo e questa volta rispondo subito di sí! Dopo mangiato mi consiglia di fare un riposino prima di ricominciare il lavoro. Lavoro? Quale lavoro? Non era tutto a posto?
, penso tra me, mentre lui mi ricorda che la casa ha anche un retro, dove non ho ancora messo piede. Per fortuna Aldo mi lascia ancora la sua attrezzatura e dopo esserci salutati riparto verso casa, deciso a continuare il lavoro senza fermarmi a dormire. Come mi avesse letto nel pensiero Aldo mi raccomanda ancora di riposare un po', dicendo che l’indomani mi aiuterà a portare via l’erba che devo ancora tagliare. Poi aggiunge: - Ci vediamo per cena alle 19.00!
. Accetto con piacere l’invito e gli faccio segno di assenso con la mano, mentre sto uscendo. Lungo la strada mi sento carico e pronto ad affrontare la mia nuova battaglia con l'erba, non prima però di un breve riposo come mi ha consigliato il mio amico. Prima di coricarmi porto gli attrezzi e la falciatrice nel retro, poi entro in casa dove vedo il divano che sembra non aspettare altri che me. Tra la stanchezza e la fase digestiva non ci metterò molto a crollare. Invece... niente! Non riesco a dormire. Sono troppo euforico ed entusiasta per i bei risultati raggiunti