Io? SEMPLICEMENTE SHOWMAN!!! Vita e avventure di un ANIMATORE
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Anteprima del libro
Io? SEMPLICEMENTE SHOWMAN!!! Vita e avventure di un ANIMATORE - Giuseppe Patti
info@youcanprint.it
Capitolo 1
L’inizio
Se c’è una cosa che ho imparato nella vita è che tutto accade per un motivo
, chiamalo destino, chiamalo caso ma secondo me quello che è successo a me era già scritto.
Si perchè tutto cominciò per caso, quasi per gioco, un pò come per tutti quelli che iniziano un’ esperienza da animatore
.
Frequentavo la scuola superiore più sbagliata secondo la mia persona, solo che questo l’ho capito solo al terzo anno che ripetevo il primo anno, beh non ero sicuro uno studente modello, perchè per quanto io mi potessi sforzare e impegnare la mia mente andava sempre sulla stessa strada.
Ho iniziato prima a ballare e poi a camminare dice sempre mia mamma, lei che del ballo ne sà qualcosa, visto che nei suoi anni migliori non si tirava indietro davanti a qualsiasi gara di ballo di rock and roll acrobatico
in coppia con suo cugino.
E proprio da lei mi è stata trasmessa tutta questa passione…
Non esistevano orari o divieti perché se c’era anche solo la minima occasione di poter ballare io non ci pensavo due volte, e solo io so quanto mi divertivo.
Ma non è stato solo il ballo a spingermi ad entrare a far parte di questo mondo, eh no!
Sentivo già di averlo nel sangue, di poter fare qualcosa per gli altri, di fare ciò che amavo fare io per far sorridere e divertire la gente, e allora quel fatidico pomeriggio decisi insieme a mio padre che dovevo provarci, che forse era la strada migliore, ed erano già passati altri due anni dove io pensavo solo al ballo e al mio futuro piuttosto che agli studi.
Tornai da scuola, un giorno a metà del mese di Gennaio, triste e demoralizzato, senza sapere che forse stavano cambiando le cose.
I miei genitori, causa lavoro di mio padre e mia mamma che non ha mai avuto la patente, beh quel pomeriggio di metà gennaio non si potevamo presentare ai colloqui con gli insegnanti, ed io la stessa mattina ne parlai con la coordinatrice di classe, solo che non mi aspettavo una risposta come quella che ricevetti: Patti non sforzarti a far venire i tuoi genitori a parlare con i docenti,tanto ti rimandiamo anche quest’anno
, ed io non la presi bene ovvio.
Durante il viaggio di ritorno verso casa, l’unica cosa che mi passava per la testa era quella di trovare un modo per dirlo ai miei, sapendo che era già il sesto anno che frequentavo quell’istituto ma ero riuscito ad arrivare solo al secondo anno, cioè rimandato ben quattro volte, e di certo nessun genitore ne sarebbe fiero.
I miei non hanno mai navigato nell’oro ma comunque erano riusciti fino a quel momento a mandare avanti i miei studi e quelli di mio fratello che frequentava il mio stesso indirizzo scolastico,solo con dei risultati leggermenti diversi, lui è sempre stato una sorta di nerd informatico.
Ma era arrivato il momento di affrontare la cosa e allora ritrovati tutti a tavola per cena dopo che mi padre era tornato da lavoro aspettai il momento giusto e glielo dissi.
In quel momento non avevo idea di cosa sarebbe successo subito dopo, e invece andò completamente in un altro modo da quello tragico che mi aspettavo.
Compivo 19 anni quell’anno a Settembre e non ero riuscito ancora a diplomarmi e avevo già in testa l’idea che mai ci sarei riuscito, ma i miei non la presero tanto male.
Mia mamma disse solo che senza nessuna scusa e nessun tipo di aiuto da parte loro avrei subito dovuto trovare un lavoro, e mio padre beh...lui si mise le mani in testa, mi guardò e disse: " non ti preoccupare una soluzione si trova e così nella pace più incredibile che potevo immaginare non abbiamo più ripreso il discorso studi e finimmo di cenare.
Il giorno dopo era un sabato, mio padre tornò dal lavoro per l’ora di pranzo,e col boccone in bocca mi chiese che cosa volessi fare, cosa insomma mi sarebbe piaciuto, facendo una considerazione: non devi certo trovarti il lavoro della tua vita adesso, ma ricordati che è meglio svegliarsi la mattina con la voglia di andare a lavoro per 800 euro,che svegliarsi senza sorriso e senza voglia con uno stipendio di 1000 euro
e questa frase ancora oggi la tengo a mente.
Insieme sul divano ci siam messi a chiaccherare e pensare, e dopo un pò mia madre che stava solo ascoltando le nostre possibilità e i nostri ragionamenti disse: ma perchè non vai a fare l’animatore?
Rimasi un attimo senza parole, pensai dentro di me che sarebbe stato un sogno ma non avevo idea di che mondo mi aspettava e di cosa dovevo fare,ma dopo un paio di telefonate e un contatto suggerito da mio zio arrivai ad avere un colloquio con un’agenzia d’animazione di Palermo.
E così qualche giorno dopo, arrivò il momento di presentarmi in quell’ufficio di via Notarbartolo, dove mi attendeva un certo Maurizio proprietario di Pianeta Vacanze
agenzia d’animazione.
Non ci andai solo,ma con Nino, un mio carissimo amico di quei tempi, e arrivati lì a quel primo piano dell’edificio avevo già immaginato tutto il mio futuro, come un bambino che sogna e immagina di andare al luna park.
Entrati, dopo una decina di minuti d’attesa una segretaria mi chiamò e mi fece accomodare, e seduto alla poltrona davanti la scrivania dall’altro lato mi ritrovo questo personaggio che fin da subito mi ispira fiducia e serenità.
Non era la porta d’ingresso principale per iniziare a lavorare quella, ma come in tutti i lavori capì grazie alle sue parole che avrei potuto ottenere quello che volevo, e cioè un contratto, semplicemente dimostrando ad un campus di formazione di cosa ero capace, e ovviamente superarlo.
Felice di questa cosa non vedevo già l’ora di mettermi in gioco e l’avrei fatto dopo meno di un mese ad Acireale, La perla Jonica
villaggio turistico, partecipando a questo campus di formazione insieme a tanti altri coetanei miei aspiranti animatori.
E poi prima di salutarci dopo aver firmato ciò che era necessario e fotocopie di documenti vari, Maurizio,con i suoi ricci, con la sua r moscia e un modo di parlare e gesticolare da personaggio di Spettacolo, mi disse: Questo lavoro non lo fai per soldi, né per fama né per le donne, ma solo per passione e allora puoi davvero crescere
.
Gasato a mille tornai a casa e raccontai tutto ai miei che vedevano la felicità nei miei occhi quando parlavo, e loro fin da subito sapevano che era la strada giusta, perché chi meglio di loro mi conosceva?
Patrizia mia mamma, donna forte che in molte occasioni della sua vita si è trovata a combattere per cose ingiuste o brutte che hanno colpito la nostra famiglia, che ama mio padre come fosse sempre il primo giorno, esuberante e carismatica, un'animatrice a tutti gli effetti.
Lei che non ha mai avuto la possibilità di studiare e che fin da bambina si è sempre sbracciata nei momenti di bisogno, giovanile più che mai e quasi mai triste, e se lo è di certo non lo lascia vedere facilmente.
Antonino detto Nino mio padre, che prima di se stesso ha sempre messo davanti l’amore per la famiglia e il lavoro, l’uomo più calmo che abbia mai conosciuto e che affronta tutto con una pazienza infinita, che ama mia madre, completamente diversa da lui caratterialmente, e la sopporta e sostiene in tutto.
E infine mio fratello Fabio, 3 anni più piccolo di me, con lo stesso carattere di mio padre e passioni completamente diverse dalle mie, videogiochi, manga, computer, il genio incompreso della famiglia. Colui che quando ho bisogno, anche se più piccolo è sempre presente. Questa è la mia meravigliosa famiglia.
Così ho aspettato e aspettato, e i giorni sembravano non passare mai, quei giorni dove io non facevo altro che pensare al mio futuro,a come sarebbe andata, a dove mi avrebbe mandato se avessi passato il campus, quanto tempo sarei dovuto stare lontano dalla mia famiglia,amici e fidanzata.
Sii Valentina, ragazza del paese dove vivevo Capaci, con cui mi ero fidanzato proprio il giorno dei miei 18 anni, che entusiasta quanto me avrebbe pure voluto seguirmi ma la sua età non lo permetteva ovvio,aveva solo 15 anni ovvio, eravamo piccoli, quindi nè io per lei avrei rinunciato alla mia occasione, nè lei poteva chiedermi di non farlo, ed entrambi sapevamo che questa cosa ci avrebbe allontanati molto.
E i miei amici che mi consideravano come il giullare della comitiva, quello più scemo pronto sempre a far baldorie, loro mi hanno fatto il più grosso degli in bocca a lupo.
E i giorni intanto passavano molto lentamente, ma arrivarono.
Dalla stazione di Palermo sali’ sul treno diretto a Catania, e poi con un pullman ad Acireale, esattamente era il weekend di Pasqua del 2007, ed io ero la persona più felice del mondo.
Una Struttura enorme mi trovai davanti al mio arrivo e davanti alla hall una dozzina di ragazzi che di lì a poco sarebbero aumentati ancora, e tra check in presentazioni varie mi son presentato a colui che come istruttore doveva formare noi per diventare animatori, Sylvio, un omino Brasiliano con una faccia da clown che appoggiato dal figlio, Sylvio Junior erano entusiasti quanto noi di cominciare quei 3 giorni che a qualcuno compreso me avrebbero cambiato la vita.
E così dopo le sistemazioni nelle proprie camere ho incominciato ad avere curiosità per qualsiasi parola che usciva dalla sua bocca durante la spiegazione del programma di lavoro che ci aspettava.
1°giorno: conoscenza e confidenza con i rispettivi e possibili ruoli che avremmo avuto in villaggio durante la stagione.
2°giorno: spiegazioni teoriche e prove pratiche di una tipica giornata lavorativa con tanto di Spettacolo Serale alla fine e festa a Tema.
3° giorno: confronto e valutazione tra noi ragazzi e l’insegnante e colloquio con esito finale.
In fondo era tutto molto semplice alla carta, ma ognuna di queste attività ti apriva gli occhi e la mente su qualsiasi scenario e situazione che si potevano creare.
E allora cominciammo…
Sembrava uno di quei momenti di condivisione ai centri recupero tossicologi o per alcolizzati all’inizio, noi tutti seduti in cerchio uno di fronte all’altro e lui che ci diceva ad uno ad uno di presentarci e dare un motivazione al fatto che avevamo scelto di fare questo lavoro.
Le risposte erano tutte diverse ovviamente, nomi, età, provenienze, anche se tutti eravamo siciliani quella volta, ma alla domande del perché avevano scelto quel campo di lavoro, tutti o quasi rispondevano allo stesso modo: perché mi piace stare in mezzo alla gente
dicevano, e vedevo la faccia di Sylvio che non cambiava mai.
Al mio turno esordì dicendo che innanzitutto avevo scelto questo lavoro perché me lo suggerirono i miei, e poi perché se riesco a far ridere e sorridere i miei amici non vedevo perché non ci potevo riuscire con un pubblico o semplicemente se riuscivo a far ballare tutti ad una festa di famiglia, non vedevo perché 100,200 o più persone non potevano ballare seguendo me e i miei passi, e ci credevo in quello che dicevo.
Sylvio fece una faccia diversa dalla solita, e disse: eh ma su un palcoscenico tutto cambia, non è come stare a casa davanti ai parenti a raccontare le barzellette, e una cosa che fin da subito dovete capire è che fare animazione è molto di più di quello che si vede da fuori
, ed effettivamente scoprì negli anni che aveva assolutamente ragione.
Venne la scelta e l’inquadramento dei ruoli e per me doveva esser scontato che sarei stato il ballerino all’interno di uno staff, ma non era così semplice ho scoperto.
All’interno di un’equipe d’animazione esistono diverse figure, e poi dipende sempre dal numero di persone che ne fanno parte e da cosa richiede la struttura turistica in base ai suoi mezzi.
Al di sopra c’è sempre il Capo Animazione,colui che gestisce lo staff, si occupa di creare i programmi diurni e serali che intrattengono gli ospiti, è l’unico ad aver contatto con la direzione della struttura e soprattutto colui che tutti devono seguire affinchè si possa lavorare bene, non per niente si chiama Capo, vista anche solitamente la sua maggior esperienza.
Poi uno dei settori se non il più delicato e difficile è il Miniclub
visto la maggior presenza nei villaggi vacanze di famiglie e quindi bambini, ma non faceva al caso mio visto che è un ruolo prevalentemente ricoperto da ragazze che con a star in contatto con i bambini sono più propense, e anche perchè non avevo idea di cosa fosse prima di allora il miniclub, visto che stranamente anche se volevo fare l’animatore non ero mai stato in un villaggio vacanze come ospite.
Poi c’è il settore Sport
che si occupa di intrattenere i clienti appunto con delle attività sportive e tornei di vario genere che cambiano in base alla struttura, ma neanche questo avevo considerato visto che oltre a ballare per me l’unico sport era il calcetto con gli amici di tanto.
E poi il settore Fitness
, e fu lì che mi vidi io, solo che non sapevo fosse così ampio.
La parola stessa dice e ti fa capire che è fitness vario, tramite tante diverse attività giornaliere, e io non avevo idea che in vacanza la gente facesse tutte ste attività.
Risveglio muscolare al mattino presto per iniziare la giornata, Acquagym per tenersi in forma a metà mattinata, Balli di gruppo o lezioni di Zumba o Caraibico il pomeriggio, e Yoga nel tardo pomeriggio, beh diciamo che mi si è aperto un mondo.
E parliamoci chiaro questa era solo la prima infarinatura di una semplice equipe, ma ho scoperto un pò più tardi che sono molti altri, e molto più complessi i ruoli all’interno.
Allora decisi che comunque messo d’impegno sarei riuscito a ricoprire il ruolo