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Mio padre è un boss
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E-book138 pagine2 ore

Mio padre è un boss

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Info su questo ebook

La storia e' incentrata sui problemi di una ragazza adolescente, all'interno di una famiglia che combatte una faida mafiosa. Se può aiutare per la ricerca della copertina.Sinossi:Lucia, ragazzina del profondo sud d’Italia, trascorre la sua fanciullezza in un paese apparentemente tranquillo. Una famiglia molto stimata che la ama, la coccola e non le fa mancare nulla. Quando la serenità familiare viene sconvolta dall’arresto del padre e del fratello, scopre con sgomento di far parte di un casato di mafiosi e di aver vissuto fino ad allora, dentro una bolla dorata. La realtà le appare sotto una veste nuova e inaspettata. Puntuale, la tragedia irrompe a casa sua, portando morte e terrore, sconvolgendo vite ed affetti. Proprio nella stagione più delicata della sua vita, le persone a cui tiene di più sono lontane dai suoi bisogni adolescenziali, impegnate a combattere una guerra destinata a devastare un intero paese e l’animo dell’innocente Lucia.
LinguaItaliano
Data di uscita28 ago 2019
ISBN9788831633192
Mio padre è un boss

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    Anteprima del libro

    Mio padre è un boss - Maria Martino

    Indice

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Conclusione

    MIO PADRE Ѐ UN BOSS

    Maria Martino

    Quella vigilia di Natale, il diavolo aveva preso il posto di Gesù bambino e non se ne sarebbe andato prima di avere vestito di nero le pareti delle case di tutto il paese.

    A quelle ragazze che

    Come Lucia

    Hanno lottato

    Senza mai arrendersi

    TITOLO | Mio padre è un boss

    AUTORE | Maria Martino

    ISBN | 9788831633192

    Prima edizione digitale: 2019

    © Tutti i diritti riservati all'Autore.

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'autore.

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    Capitolo 1

    Il sole comincia a penetrare debolmente dalle fessure della finestra. Mi giro e rigiro nel mio lettino. So che è ora di alzarmi, ma le mattine fredde di un inverno ormai al culmine, invitano a stare ben accucciate sotto le coperte.

    La porta si spalanca di colpo, una signora di bassa statura fa il suo ingresso e, con fare risoluto, si dirige verso la finestra, aprendola facendo penetrare luce e freddo insieme.

    Svegliati, pigrona, le sette sono trascorse da un pezzo. Quel vocione grosso e imperioso è di mia madre, rompe quasi tutte le mattine, in lotta con la mia pigrizia mattiniera.

    Mi sto alzando, mamma, ancora un minutino. Sono tentata a riprendere sonno, facendomi ancor più piccola dentro il letto; metto anche la testa sotto il cuscino. Ma il gelo improvviso che ha invaso la camera non fa sconti.

    Il rituale quasi quotidiano si esaurisce, cerco di cacciare indietro l’ultimo sogno del mattino e con uno scatto di reni affronto la nuova giornata.

    Ѐ l’ultimo anno di scuola media, fra pochi mesi dovrò sostenere gli esami. Di tanto in tanto ci penso e mi assale l’ansia, mia madre dice sempre che sono un soggetto emotivo; ma lei che ne sa? D'altronde, gli esami sono sempre esami. Mentre mi trucco, mi accorgo con sorpresa che da qualche periodo occorre sempre più tempo per sistemarmi, comincio a sentirmi una donna e voglio apparire piacente agli occhi del mondo.

    Ti ho preparato un panino per la scuola. Mi raccomando, riportalo a casa come hai fatto ieri. Lo sai che sei di esami e alla tua età non puoi permetterti il lusso di saltare i pasti. Tanto per incominciare, qui c’è la colazione: latte e biscotti, siediti e consuma tutto.

    Mia madre è troppo oppressiva, sono la figlia più piccola, unica femmina e ha riversato tutte le attenzioni su di me. La mia, comunque, è una bella famiglia. Mio padre è un imprenditore edile e ho due fratelli: il più grande si chiama Paolo e aiuta mio padre nel lavoro; l’altro, Francesco, non si sa bene cosa faccia, si è diplomato e di impresa edile non ne vuole sapere, almeno per adesso. Passa le sue giornate a scorrazzare per le vie del paese. Mio padre spesso si arrabbia, ma è convinto che col tempo metterà la testa a posto.

    Il nostro è un piccolo paese del Sud, situato in una zona collinare, da dove si vede il nostro splendido mare. Ci conosciamo tutti. Mio padre, anche per il lavoro che svolge, è ben conosciuto e stimato dai compaesani.

    A scuola mi accompagna sempre mia madre. Fino alle elementari, che sono in paese, ci andavo a piedi. Per frequentare le medie occorre fare una decina di chilometri per raggiungere una cittadina che è anche il nostro Comune.

    Dobbiamo passare a prendere Concetta, stamattina?

    Si, mamma. Perché mi fai la stessa domanda tutte le mattine? Quando non viene a scuola te lo dico io.

    Voglio bene a mia madre. Sembra una frase scontata, ma non lo è. A scuola sono costretta a sorbirmi le confidenze di alcune compagne che detestano le rispettive madri, perché le tengono troppo legate alle loro gonne. Il problema ce l'ho anch'io. Mia madre, oltre che oppressiva, è troppo gelosa e per lei sono sempre una bambina. Non si vuole mettere in testa che ho quasi quattordici anni. Certo, al riguardo abbiamo spesso delle discussioni, ma da qui a detestarla ce ne vuole. Al contrario, la amo! Ѐ sempre la mia mammina.

    Concetta e Ivana sono le mie amiche del cuore; ci conosciamo sin dalla nascita e abbiamo frequentato insieme la scuola materna, le elementari e ci accingiamo a completare il ciclo delle medie. Ivana abita a un paio di chilometri dal paese, in direzione opposta alla nostra scuola e per raggiungerla prende la corriera.

    A volte penso alle mie due amiche. Faccio fatica a fare una graduatoria fra chi mi sia più cara, anche se è con Concetta che condivido i segreti più intimi. Ivana è più riservata e non fa trasparire facilmente i suoi stati d’animo. Comunque, è molto cara anche lei e so che mi vuole un bene dell’anima.

    Concetta è una ragazza particolare, ha un cuore d’oro ed è sempre pronta ad accorrere in aiuto delle compagne in stato di bisogno. Non nel senso che li aiuta con i compiti, perché non è una cima a scuola; ma quando c'è da asciugare le lacrime di qualche compagna, è sempre la prima pronta col fazzoletto. È anche per questo che tutta la classe le vuole bene. Da qualche tempo pensa spesso al suo stato fisico. In realtà è una cicciottella e dai lineamenti piuttosto grossolani. Io la chiamo piccio perché a volte si lamenta e impreca alla malasorte che le ha dato un fisico sgraziato. Al contrario di Ivana che è la miss della nostra classe; fisico longilineo, occhi castano-blu e capelli biondi e lisci; qualche lentiggine sul viso le dà quel tocco in più che non guasta. È inutile sottolineare che è la più corteggiata della scuola. Ma lei non se la tira più di tanto e si mantiene modesta. A volte, tra il serio e il faceto, la invito a partecipare a qualche concorso di bellezza. Lei si schernisce e chiude il discorso con un chissà, quando sarò più grande, vedremo.

      Io non mi ritengo una ragazza da buttare. Non ho la bellezza di Ivana, ma credo di essere anch’io un tipo. La mia statura è sulla media, gli occhi sono castani come i capelli che sono ricci dalla nascita. I nostri corpi sono ancora in formazione ed io passo tantissimo tempo davanti allo specchio, misurando con le palpazioni le dimensioni delle mie tette e scoprendo, con sorpresa mista a compiacimento, l’aumento costante di volume del mio Lato B. Spesso, davanti allo specchio, che non mi è sempre amico (ci sono giorni che riflette la mia immagine bruttina) mi atteggio a donna. Cambio una decina di vestiti al minuto e imito le sfilate delle modelle più in voga.

    Purtroppo, sono più i momenti di sconforto che mi trovano raggomitolata sotto la scrivania della mia camera, in preda a pianto dirotto senza un plausibile motivo. Sono pazza, chissà! Mia madre dice di non preoccuparmi che è l’età. Anche le mie amiche del cuore mi consolano col fatto che anche loro, spesso, hanno questi problemi. Spero non lo dicano per incoraggiarmi.

    Eppure, come dicevo, non ho grossi problemi. Ho una bellissima famiglia che mi adora e mi vizia. Vivo in una grande casa. Ho la mia cameretta (non tutte le mie compagne in paese ce l’hanno). Il mio computer, la televisione in camera, e tutti i comfort di cui ho bisogno. Forse hanno ragione i miei genitori, sono una ragazza viziata e nulla più.

    Che avete stamattina? Sembrate due -statuine di cera-. Vi siete alzate con la luna di traverso?

    Mamma, niente di particolare. Il fatto è che abbiamo compito in classe di matematica e la cosa ci turba un po', vero Concetta?

    "Non me ne parlare, Lucia. Ieri sera non sono riuscita a completare le espressioni. Ho paura che oggi sarò una ‘frana’.

    Tranquille ragazze. Passerà anche questa. Non preoccupatevi più di tanto.

    Ogni mattina, il nostro arrivo a scuola è sempre un evento. Quasi tutte le compagne di classe accorrono per darci il bacio del buongiorno. Alla fine rimaniamo le solite tre: Concetta, Ivana ed io a fare comunella e a prepararci al nostro ingresso a scuola. Il primo scambio di battute riguarda l’abbigliamento, il tipo di trucco che abbiamo usato quella mattina, come ci siamo pettinate e poi pensiamo a scambiare qualche impressione sugli argomenti di studio.

    Questa mattina il prof. ha beccato proprio Concetta in matematica. Aveva ragione ad essere preoccupata. La mia amica, quando è interrogata, a prescindere dal suo grado di preparazione, diventa paonazza e nelle interrogazioni sembra quasi che tartagli. Davanti ai professori perde tutta la sua baldanza. Un po' tutte siamo così, ma lei in modo più accentuato. Quando l'interrogazione non va tanto bene, torna al banco a testa in giù e per almeno un quarto d'ora diventa intrattabile. Noi lo sappiamo e partecipiamo in qualche modo al suo lutto.

    Quest’anno non è come gli altri, abbiamo gli esami. Ma non è soltanto questo che mi dà pensiero. Da qualche tempo penso anche a cosa farò dopo. C’è da cambiare scuola. Nuovi compagni, un ambiente nuovo. Non ho ancora parlato con i miei, lo farò nei prossimi giorni.

    A casa sono la più coccolata. L’unica figlia femmina e anche la più piccola. Mio padre mi adora, per lui rimango sempre la sua bambina. Eppure ho quasi quattordici anni e le sue effusioni cominciano a mettermi a disagio. I miei fratelli non sono da meno; soprattutto Paolo, il grande, è sempre pieno di attenzioni nei miei confronti. Con Francesco ogni tanto litighiamo, ma sempre per cose frivole. In realtà so che

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