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Sole d'autunno
Sole d'autunno
Sole d'autunno
E-book210 pagine2 ore

Sole d'autunno

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Info su questo ebook

Chiara vive a Trieste. Arturo vicino a Cuneo.
Chiara lavora in biblioteca. Arturo coltiva nocciole.
Eppure le loro vite in qualche modo si incontrano e si intrecciano... 
ma il legame sarà abbastanza forte da annullare le distanze e reggere le vicinanze?

nel mondo reale Arturo e Chiara vivono nella grande pianura padana. Sono sposati da due anni e hanno già la gioia e la preoccupazione di avere un bel bambino.
Hanno scritto questo libro perché era un desiderio di entrambi, per condividere una cosa bella e anche perché Chiara sognava di guadagnarci abbastanza per poter stare a casa dal lavoro e veder crescere suo figlio... si sa che Chiara è la parte sognatrice della coppia, a volte con un livello di speranza che esclude, almeno momentaneamente, il senso della realtà.
La storia prende spunto dalla loro, anche se poi piglia una strada tutta sua. 
La cosa divertente e interessante è che ognuno ne ha scritto una parte, ma in autonomia: lei quella della protagonista femminile, Chiara appunto, e lui quella del protagonista maschile, l'omonimo Arturo, in un botta e risposta reale tra personaggi e storie.
“Era bello aspettare di leggere cosa era successo all'altro, o cosa aveva scritto. Era come assistere in prima fila al crescere e allo svilupparsi della storia, reagendo di volta in volta all'idea dell'altro, spesso inaspettata”.
I tempi dello scrivere, con il lavoro lui e con un bimbo piccolo lei, erano quasi sempre notturni, o ritagliati qua e là... quindi non ce ne vogliate se è scappato qualche errore... o se avrebbe potuto essere un libro migliore di così.
In ogni caso... abbiamo tenuto il prezzo basso!
In ogni caso è stata una bella esperienza di coppia... anche se Arturo lamenta che ne è uscito un libro un po' “da donne”... e avrebbe voluto inserire un delitto misterioso e un po' sanguinario. Sono riuscita a convincerlo a conservare il Killer per una prossima fatica. 
Magari dopo Sole d'Autunno, sull'onda del successo, potremmo scrivere Giallo d'estate.
Chissà... staremo a vedere come andrà.
Se ci avete comprati: «GRAZIE!»
LinguaItaliano
EditoreArturo
Data di uscita19 set 2020
ISBN9788835896180
Sole d'autunno

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    Anteprima del libro

    Sole d'autunno - Arturo e Chiara

    meno.

    PRIMA PARTE

    Sabato

    " Parlamiii... come il vento fra gli alberii.

    Parlamiii... come il cielo con la sua teerraa.

    Non ho difese maa

    ho scelto di essere liberaa.

    Adesso è la verità

    l'unica cosa che coontaaa..." [¹]

    Alzarsi dice la voce del dovere... ma il corpo si rifiuta di obbedire!!!

    Poi il cervello si collega: oggi ci sono moltissime cose da fare! Non posso deludere quel bel visino dolce di Matilde...cinque anni oggi e il desiderio di una torta magica!

    Mi ha giusto fatto un disegno per capire: un albero incantato con un sacco di fatine rosa che ci volano attorno... Proprio farle volare sarà difficile...

    Io invece non ho scelta: devo proprio volare a prendere tutto quello che mi serve.

    Mi butto giù dal letto, questo progetto mi appassiona.

    Azzanno una fetta gigante di crostata. L'ho preparata ieri per provare il miele e le nocciole che mi ha mandato Arturo..... sorrido...sorrido?!

    Arturo è il mio produttore di qualità del Piemonte... l'ho conosciuto cercando prodotti di qualità sul web...

    Buonaaa questa crostata! Un minuto in bocca e per sempre sui fianchiiii!!! Ma che minuto! E poi oggi c'è molto da fare e qualche energia extra servirà!

    Queste nocciole sono proprio quello che serve. Matilde adora la crema alla nocciola.

    Colazione fatta.

    Denti lavati.

    Apro le finestre per far entrare un po' di luce e di aria fresca... aaa... brrrr!

    Prendo anche la giacca. Ormai l'autunno si fa sentire.

    Respiro a pieni polmoni per far entrare dentro la bellezza che c'è fuori: cielo terso, luce limpida del mattino che riempie anche le onde del mare di mille gocce di sole!!!! Adoro il mare... il suo profumo e questo vento che lo porta da me e me lo dipinge addosso spettinandomi…

    bhe... non ero proprio così pettinata. Non sembrerò più arruffata del solito.

    Bici... pronti... via!

    Al mattino presto Trieste appare ancora mezza addormentata nel su e giù delle sue stradine che tuffano i monti nel mare.

    « C iao Teresa! »

    « Ciao Chiara! Levataccia stamattina?! Progetti speciali per questo fine settimana?! »

    « Torta di compleanno per bimba speciale! »

    « B ello sì... ma devi pensare anche a te! Uscire! Incontrare gente nuova... invitare vecchi amici! »

    « Teresa! Teresa! Continui a preoccuparti per me, ma io sono felice così! Ho il mio lavoro alla biblioteca, la mia passione per le torte e i loro divoratori, la gente piccola... i bambini intendo... e il mare, il vento, la mia città… e il mio forno preferito naturalmente! »

    « Tutte cose cocole, ma devi pensare anche al futuro: un uomo, una famiglia, dei pici ! »

    « Quando e se capiterà, si vedrà! »

    « Sì ma devi darti da fare anche tu! Anche... anche cenerentola è dovuta andare al ballo!! Altrimenti il principe col cavolo che se lo beccava lei! »

    Mi arrendo! Di fronte a cenerentola nessuna ragazza nubile e poveraccia può ribattere. « Mi impegnerò di più! Lo prometto! »

    « E quel mulo che senti per le nocciole e il miele. Dicevi che è interessante e divertente ».

    « Ma ci sentiamo per lavoro… niente di più! Le sue nocciole sono davvero una bomba! Lui è simpatico e gentile... tutto qui. Io sono solo una cliente come tante » .

    « Sarà?! Quando ne parli però non riesci a non sorridere ».

    « Che sciocca! … Comunque mi fai perdere tempo con tutte queste chiacchiere inutili... e oggi tempo non ne ho. Hai la mia farina e il mio zucchero speciali? »

    « Certo sono arrivati ieri nel pomeriggio: tutto super biologico »

    « G razie! »

    « Ti aspettiamo per il caffè e la passeggiata domani? »

    « Ti chiamo per farti sapere! Baciooo! »

    Di nuovo nel sole e nel vento, che lavano via tutte quelle parole.. ma il sorriso no, e Chiara sa che prima o poi... lo dovrà affrontare.

    Non oggi però. Oggi è il giorno della torta di Matilde!

    Zucchero e farina: pesati. Aggiungere lievito, un pizzico di sale, un po' di bicarbonato, mescolare per bene dopo aver setacciato. Panna, tuorli, albumi montati. Amalgamare con cura e delicatezza. Bene bene... l'impasto è pronto. Inforniamo e finché cuoce pensiamo alle fatine.

    mmm… succo di fragole, succo di more e succo di mirtilli, per creare varie tonalità di rosa e viola; pasta di zucchero per modellare tante, speriamo graziose, fatine.

    Fatine fatte! Un tocco di glitter commestibili e… sembrano davvero magiche! Carine. Piaceranno anche a Matilde, ne sono sicura.

    Ora spinaci frullati per dare colore alla pasta di zucchero con cui fare le foglie. Tante, tante foglie di diverse grandezze… e anche le foglie sono pronte.

    Drrrrrrrrr

    Che tempismo: è il timer del forno. Controllare la cottura dell'impasto… cotto!

    Ahi! Scottaturaaa! L'ennesima: sono proprio maldestra. Il dolce tuttavia è lievitato benissimo e il profumo è davvero invitante. Bene! Lasciamolo raffreddare e nel frattempo prepariamo il cuore della torta… la sua linfa vitale: la crema alle nocciole.

    Mangiare qualche nocciola per cominciare, ma solo qualche e poi: triturare finemente le nocciole, dopo averle pelate in acqua bollente; montare il burro ammorbidito con i tuorli e lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso e aggiungere la polvere di nocciole… buona!

    Dunque... fatine fatte; foglie pronte; dolce raffreddato; crema squisita!!! È ora di creare!!!

    Ci vuole della musica ispiratrice. È sempre un momento magico questo, carico di emozioni e aspettative: tutto è ancora nella testa e chissà cosa verrà fuori dalle mani.

    Ricavo la forma del tronco dalla torta e con i resti aggiungo dei rami… bene… così può andare.

    Taglio a metà lo spessore e farcisco con la crema. Richiudo e spalmo la superficie con la marmellata di lamponi, fatta ieri.

    Fondo il cioccolato e quando è pronto, lo verso sul tortalbero, così ha voluto chiamare la sua torta Matilde, per unire tronco e rami e simulare una corteccia reale. Appena il cioccolato comincia a rapprendersi infatti, con una forchetta faccio le venature tipiche del legno… sì! Mi sembra abbastanza realistico.

    Col resto del cioccolato attacco le foglie in modo armonico ai rami e in mezzo alle foglie, come piccoli fiori, le fatine scintillanti!

    Manca ancora qualcosa… mmmm... Trovato! Con un filo di cioccolato bianco, a cui ho aggiunto i glitter, scrivo il nome di Matilde come se uscisse dalla bacchetta magica di una delle fatine… e da un'altra facciamo uscire la parola auguri!

    Sabato pomeriggio: 16,45

    La piccola Camilla dorme placidamente tra le mie braccia.

    Dopo un pomeriggio a giocare con la sua bambola preferita e le innumerevoli mie smorfie per farla ridere, è crollata dalla fatica in un sonno profondo, o almeno lo spero, perché anche io sono stanco morto e desidererei poter riposare un po' mentre la mia adorata nipotina dorme.

    Mentre la guardo penso a quanto è stato fortunato mio fratello ad avere un angelo così dolce e tenero. Mi chiedo se un giorno troverò una compagna con cui formare una famiglia come la sua e quanto si può arrivare ad amare una moglie, un figlio...

    Nelle mie poche storie precedenti non sono mai arrivato all'idea di sposarmi, ne tanto meno di avere dei figli.

    Negli ultimi anni ho innalzato una barriera attorno a me e mi sembra che più passa il tempo e più questa corazza si faccia spessa; come per gli anelli del tronco di un albero, più sono e più diventa rigido il fusto

    I genitori di Camilla sono andati a fare delle compere, visto che l' autunno sta arrivando era ora di aggiornare un po' il guardaroba, e con una bambina ancora piccola sarebbe stato difficile gestire prove e riprove di abiti in cerca di quelli giusti. Così mi sono offerto di stare con la mia cara nipotina.

    Ho rare possibilità di poter condividere del tempo con lei, perciò ogni occasione è buona… e chissà che non riesca a darle qualche corretta dritta sulle cose belle da fare.

    Voglio bene a mio fratello e a sua moglie, ma con le loro teorie super salutistiche e un'educazione da collegio militare, non vorrei che questa bimba si perdesse qualcosa e non si godesse i piccoli piaceri culinari e la libera innocenza dei fanciulli.

    ***

    Torta impachettata.

    Mi rendo presentabile e parto, con la trepidazione che penso provi Babbo Natale quando sta per avverare il desiderio di un bambino.

    Ad aprirmi è Matilde stessa, più carina di mille fatine immaginate. Con il sorriso limpido di un bimbo che festeggia il suo compleanno alza le manine sopra la testa e saltellando grida ai suoi amichetti, venuti alla festa, che la torta è arrivata! Gli occhi pieni di curiosità e impazienza seguono ogni mossa della confezione… « mamma... dai mamma... qui... aprila qui... voi state indietro, che adesso la mia mamma la apre... », comanda gentilmente decisa agli altri bimbi.

    Ha solo cinque anni, ma sa il fatto suo questa piccia !

    Queste nuove generazioni crescono ad un'altra velocità… sono BAV - bambini ad alta velocità - mi dice sempre Clara, una mia amica maestra.

    La mamma di Matilde procede all'apertura con gesti e parole simili a una magia, che calamita l'attenzione di tutti… ed ecco appare il tortalbero magico. Così aveva voluto chiamare la sua torta Matilde nel disegno-progetto.

    La guardo con trepidazione.

    C'è sempre una frazione di secondo in cui, tra il vedere finalmente la loro torta e il manifestare apertamente la loro gioia o la loro delusione, tutto rimane immobile e sospeso sul volto dei bambini… e io mi sento morire e mancare il fiato.

    E poi appare… ed è uno spettacolo!

    Inizia dalla meraviglia, che spalanca gli occhi e arrotonda la bocca, e riparte con la soddisfazione orgogliosa, che distende la bocca in un sorriso e spinge gli occhi a diventare fessure compiaciute.

    Aspetto anche l'assaggio. Matilde chiude gli occhi masticando un pezzettone di torta traboccante di crema alla nocciola, che le rimane in parte agli angoli della bocca. E mi guarda saltellando, prendendone subito un altro po'.

    A questo punto sai che è andata bene! Il cuore riprende il suo ritmo e il respiro ti distende le spalle contratte.

    Vivi la gioia di aver fatto una piccola cosa, che ha reso felice qualcuno e senti che tutto ha più senso e che il mondo può essere un posto dove una vita buona è possibile… dopotutto.

    Matilde mi riattacca alla realtà con un energico abbraccio. Mi fa segno di abbassarmi…

    penso a un bacino e invece con l'imprevedibilità meravigliosa che solo la gente piccola conserva, cerca il mio orecchio e mi sussurra: ho già una magnifica idea per l'anno prossimo. Più tardi ti faccio un disegno.

    Ripagata della fiducia accordatami, mi congedo felice.

    Missione compiuta!

    Risalto in sella alla bici, il cestino pieno di stuzzichini, che la mamma di Matilde ha insistito che prendessi come ringraziamento, ma in realtà, torno a casa con molto di più di ciò che ho portato.

    Quel remoto, ma costante senso di vuoto questa sera è meno vuoto. È un peso più leggero,un angolo meno buio, e ho la sensazione di aver imparato qualcosa di più su cosa sia davvero la felicità.

    Anche quella bimba ha perso qualcuno: il padre.

    Eppure rimane aggrappata alla vita, fa progetti per il futuro. Qualcuno direbbe che è troppo piccola per capire. Forse invece siamo noi ad essere troppo grandi, forse dovremmo abbassarci un po' per intravedere il segreto della vita, che i suoi occhi innocenti sanno ancora scorgere e i nostri no.

    Ops… ho superato casa.

    Pensando e pedalando sono arrivata fino al mare.

    Forse era proprio ciò che mi ci voleva: un respiro di mare e qualche stuzzichino.

    E poi Teresa mi sgrida perché dice che non ceno mai fuori!

    Ridacchio da sola…

    una bella giornata... mi ripeto prima di addormentarmi planando sul letto!

    Domenica

    Domenica mattina mi sveglio un po' intontito, ieri sera sono andato dal Fiasco ad assaggiare le sue ultime creazioni, birre artigianali, amatoriali; oramai sono diventato la sua cavia da laboratorio personale. Tutte le volte che prepara una nuova tipologia di birra mi chiama per sapere il mio parere.

    Non sono un gran bevitore, uno che regge tanto l'alcool, ma sono un tipo curioso e mi piace vedere se riesce a produrre una birra degna di essere chiamata tale.

    Io e il Fiasco siamo amici da diversi anni, dai tempi della scuola, e il suo soprannome è nato spontaneo dopo che ci raccontò della nascita del suo interesse per la birra: un giorno suo padre di ritorno da un viaggio di affari portò a casa una bottiglia di birra a forma di fiasco, uno di quelli che di solito si usano per contenere il vino… il resto va da sé.

    Questo particolare lo colpì particolarmente e iniziò così a interessarsi e a collezionare bottiglie e altri articoli vari legati al mondo della birra.

    Da lì si arriva ad oggi, al Fiasco produttore per diletto di birra.

    Ricordo i primi tentativi: gli intrugli erano terribili come il colera ( espressione che era solito usare mio nonno quando una cosa era veramente disgustosa)! Già il colore lasciava presagire chiari segni negativi, ma per l'amicizia che ci lega assaggiavo lo stesso cercando di dare un giudizio obbiettivo, senza ferire troppo i suoi sentimenti: « Fiasco questa roba sa di m………, ma al posto del malto cosa ci hai messo un confetto del tuo cane Lucky trovato in giardino?! » .

    La birra di ieri invece non era male, si notano i miglioramenti del ragazzo: « Marco - a volte lo chiamo con il suo vero nome, quando devo fargli dei complimenti, ma il più delle volte è il Fiasco - lo vedi che se ti applichi… » .

    Nel pomeriggio dopo essermi ripreso decido di fare una passeggiata per rilassarmi e ricaricare un po' le pile in previsione della solita routine lavorativa del lunedì.

    Quando passeggio da solo mi sento a mio agio perché posso decidere tranquillamente tutto io: dove, quanto, come andare, secondo i miei ritmi. Di solito in queste situazioni la mia mente si perde in mille pensieri, ricordi, progetti... illusioni.

    C'è un percorso che preferisco su tutti gli altri, alla fine del paese, un paio di chilometri fuori, verso est. C'è un piccolo parcheggio dove ci stanno tre o quattro macchine. Da lì parte un sentiero poco frequentato, ma comunque ben battuto e di agevole percorrenza; all'inizio la strada non è niente di speciale, dopo un po' però inizia un bosco di faggi: la luce viene filtrata e divisa in mille gocce dalle foglie e l'aria sembra più fresca. Lì mi sento in un piccolo paradiso terrestre.

    Non è spettacolare come un paesaggio alpino. Quei paesaggi di colori distinti, ognuno che esalta

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