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YOU CAN DO IT (Tu puoi farlo)
YOU CAN DO IT (Tu puoi farlo)
YOU CAN DO IT (Tu puoi farlo)
E-book124 pagine1 ora

YOU CAN DO IT (Tu puoi farlo)

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Info su questo ebook

Un manuale meraviglioso per consapevolezza, salute, felicità e realizzazione di sè.

Il divario fra ciò che si pensa di poter ottenere e ciò che veramente si può fare e ottenere è molto piccolo, ma prima si deve essere convinti di potercela fare.

Inoltre, la determinazione di "potercela fare", ci permette di concentrarci ulteriormente su ciò che funziona e sulle soluzioni, piuttosto che su problemi e ostacoli.

Scegli tu: puoi "provare" scegliendo di crederci, oppure "non provare" criticando coloro che "provano".
LinguaItaliano
Data di uscita8 ott 2020
ISBN9788831694162
YOU CAN DO IT (Tu puoi farlo)

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    YOU CAN DO IT (Tu puoi farlo) - Gianni Lardera

    bella!

    1. POTENZIARE LA MENTE

    In genere è facile sentirsi forte mentalmente quando la vita va a gonfie e vele…

    Ogni tanto, però, i problemi arrivano.

    Per accrescere la nostra forza mentale, al fine di affrontare e reagire nel migliore dei modi, occorre elaborare strategie che ci aiutino a esprimere al massimo le nostre potenzialità. Del resto, se per mantenersi forti fisicamente è necessario l’allenamento, lo stesso principio vale anche per la forza mentale: bisogna dedicarsi a un costante lavoro di mantenimento.

    Nessuno è immune a errori e a tutti capitano giornate storte dove le nostre emozioni negative prendono il sopravvento, ma iniziando a lavorare per eliminare alcune nostre abitudini mentali sbagliate e depotenzianti, tutto intorno a noi è destinato a migliorare.

    Per iniziare e per spianarci al meglio il percorso che faremo durante la lettura, nelle prossime pagine descriverò brevemente nove atteggiamenti abbastanza comuni, con i quali confrontarci.

    1) VITTIMISMO E AUTOCOMMISERAZIONE

    L’autocommiserazione si trasforma troppo spesso in un motivo di vanto e una conversazione diventa una gara a chi ha vissuto l’esperienza più traumatica.

    Il vittimismo impedisce di vivere una vita piena perché, oltre ad essere una perdita di tempo e alimentare altre emozioni negative, impedisce di gestire al meglio le altre emozioni non permettendoti di apprezzare ciò che di bello capita nella vita.

    Come dicevo nella premessa, gli eventi che capitano nella vita possono essere interpretati in molti modi diversi; sta a noi evitare la chiave di lettura merito di meglio. Se siamo programmati male, so che non è facile smettere di lamentarsi (a tal proposito ricordiamo che se ci lamentiamo, la Legge dell’Attrazione ci porterà altri eventi per cui lamentarci), ma se proviamo ad applicarci per vedere quel bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto, scopriremo per noi una vera e propria trasformazione benefica.

    Questo non significa che dobbiamo trasformare per forza un fatto negativo in qualcosa di positivo, ma piuttosto che bisogna sforzarsi di guardare in maniera oggettiva la situazione che si sta vivendo.

    Se ci accorgessimo di dover lavorare su di noi per eliminare l’autocommiserazione, le prime cose da fare sarebbero:

    • Compiere ogni giorno degli esercizi di gratitudine concentrandoci su quello che possediamo piuttosto che su quello che non abbiamo;

    • Darsi da fare per non subire passivamente la situazione e non concentrarsi solo su ciò che proviamo anziché su ciò che potremmo fare;

    • Sostituire ai pensieri negativi quelli positivi;

    • Analizzare gli eventi con obiettività, in modo da non indulgere nel pensiero che la nostra vita sia più infelice di quella di qualcun altro.

    2) L’INSICUREZZA DI SÉ E IL RANCORE

    Ogni volta che non sappiamo dire di no a qualcosa che non ci piace, rinunciamo al nostro potere.

    Se non stabiliamo dei limiti emotivi intorno alla nostra sfera personale, rischiamo di farci prevaricare e di cedere il potere agli altri facendoci sottrarre energie che potremmo impiegare diversamente.

    Per essere una brava moglie o per salvaguardare il matrimonio, non è necessario dover tollerare la suocera a ogni costo mentre dispensa consigli su come crescere tua figlia mettendo in discussione le tue scelte. E ancora, non serve rimuginare continuamente su un comportamento scorretto che un amico ha avuto nei tuoi confronti trattenendo rabbia e rancore.

    La nostra energia dobbiamo impiegarla per noi stessi! Gestire le nostre emozioni, lasciare andare, scegliere di perdonare qualcuno che ci ha feriti (nel corpo o nei sentimenti) non significa giustificare il suo comportamento, ma concentrare le nostre energie su una cosa più meritevole o addirittura su un nuovo tentativo che potrebbe rivelarsi più soddisfacente.

    Quando Madonna, all’inizio della carriera, ricevette dal presidente della Millenium Records una lettera di rifiuto con scritto: In questo progetto manca il materiale, non si fece scoraggiare; gestì le sue emozioni e continuò a cercare altre opportunità nell’industria della musica; quello stesso album vendette dieci milioni di copie.

    Sostanzialmente, al fine di tenere d’occhio il nostro potere individuale, è bene:

    • Assumersi la piena responsabilità di come si sceglie di utilizzare il proprio tempo e le proprie energie

    • Evitare rabbia o risentimento verso il prossimo ponendo confini sani a livello emotivo e fisico

    • Perdonare indipendentemente dal fatto che l’altra persona ci abbia chiesto scusa (è dimostrato scientificamente che il perdono ha effetti benefici su di noi come la riduzione dello stress e l’allungamento della vita)

    • Non permettere che critiche e osservazioni altrui, influenzino il nostro giudizio su noi stessi, facendoci saltare direttamente alle conclusioni

    3) LA PAURA

    In genere è facile dire che si vuole cambiare, ma è difficile riuscire a farlo davvero. Inevitabilmente, i nostri pensieri e e nostre emozioni sono influenzati dalla paura che ci impedisce di modificare i nostri comportamenti, sebbene questo ci permetterebbe di vivere meglio.

    Molti, addirittura, evitano i cambiamenti perché riten- gono che siano troppo rischiosi o difficili da mettere in pratica e ciò fa sì che il nostro cervello produca ogni volta quelle stesse sostanze chimiche che vanno ad alimentare ancor di più la paura stessa (riprenderemo più avanti questo argomento).

    Faccio un esempio eccellente tratto da alcuni studi americani che riguarda la paura di parlare in pubblico (che, fra l’altro, è una delle paure più diffuse al mondo). Nessuno muore per aver parlato a un gruppo di persone, ciononostante, la paura che si prova è reale e può essere talmente intensa da paralizzare quasi del tutto.

    Sembrerebbe che questa paura sia frutto dei tempi moderni e venga perlopiù seminata nel nostro sistema durante gli anni di scuola quando, per esempio, un insegnante ti costringe a parlare di un argomento che non hai capito o studiato... Il tuo cuore inizia a battere forte, il tuo stomaco si chiude e la bocca si prosciuga.

    Teso come una corda di violino con le ginocchia tremanti, sei comunque costretto dall’insegnante (persona preposta in quel momento a giudicare se fai bene o male) a parlare davanti a tutta la classe.

    Ovviamente l’immagine che esce da quell’episodio, risulta abbastanza imbarazzante da rimanere archiviata in quel tuo cervello che oltre a non dimenticare, è sempre pronto ad attivare la stessa chimica ogni volta che ti trovi ad affrontare una situazione simile con la conseguente certezza che il tutto si amplifichi ulteriormente ogni volta.

    Il problema è che la paura fa male fisicamente ed emotivamente fino a minare la nostra salute e la qualità della nostra vita e indipendentemente dal motivo per cui accade, è chiaro che le persone sono in grado di creare sensazioni negative e di amplificarle al punto di renderle intollerabili.

    Ci sono cambiamenti graduali e progressivi e cambiamenti sostanzialmente nella forma di pronti-via! Nella maggior parte dei casi, il cambiamento permette di provare qualcosa di nuovo per un certo periodo di tempo, scompigliando un po’ la routine quotidiana e la minaccia

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