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Chiesa cattolica e Italia contemporanea: I Convegni ecclesiali (1976-2015)
Chiesa cattolica e Italia contemporanea: I Convegni ecclesiali (1976-2015)
Chiesa cattolica e Italia contemporanea: I Convegni ecclesiali (1976-2015)
E-book305 pagine4 ore

Chiesa cattolica e Italia contemporanea: I Convegni ecclesiali (1976-2015)

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Info su questo ebook

Dal 1976 al 2015 i cinque Convegni ecclesiali nazionali scandiscono la vita della Chiesa in Italia, attraverso cinque pontificati, due Repubbliche e profondi cambiamenti sociali.
La storia istituzionale dei Convegni, dall’immediata attuazione del Concilio al “cambiamento d’epoca” in atto, è anche quella di un tessuto ricco, vivace, dialettico, da cui emerge il carattere profondo, sempre da aggiornare, di una Chiesa di popolo, in costante rapporto con le vicende di una Italia europea.
LinguaItaliano
Data di uscita2 dic 2020
ISBN9788838250408
Chiesa cattolica e Italia contemporanea: I Convegni ecclesiali (1976-2015)

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    Chiesa cattolica e Italia contemporanea - Francesco Bonini

    Francesco Bonini

    Chiesa cattolica e italia contemporanea

    Convegni ecclesiali (1976-2015)

    Tutti i volumi pubblicati nelle collane dell’editrice Studium Cultura ed Universale sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico, consultabile all’indirizzo web http://www. edizionistudium.it/content/comitato-scientifico-0.

    Volume pubblicato grazie al contributo della Libera Università

    Maria SS. Assunta

    Copyright © 2020 by Edizioni Studium - Roma

    ISSN della collana Cultura 2612-2774

    ISBN 978-88-382-5040-8

    www.edizionistudium.it

    ISBN: 9788838250408

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Introduzione

    I. Roma 1976

    1. Una preparazione molto lunga

    2. In un quadro di accelerati cambiamenti

    3. Il convegno

    4. L’evento

    5. Sui giornali

    6. Dopo convegno

    II. Loreto 1985

    1. Un secondo convegno

    2. Continuità e contrasti

    3.Il convegno

    4. Sui giornali

    5. Dopo il convegno

    III. Palermo 1995

    1. Nella transizione italiana

    2. L’elaborazione del tema

    3. Il convegno

    4. La stampa

    5. Dopo il convegno

    IV. Verona 2006

    1. La preparazione

    2. Il convegno

    3. Rassegna stampa

    4. Dopo il convegno

    Conclusione. Firenze 2015

    1. Un itinerario preparatorio a sorpresa

    2. Il discorso del Papa

    3. Sulla stampa

    4. Un rapido epilogo

    Indice dei nomi

    Cultura Studium

    Introduzione

    Compiuti i processi di ricostruzione, gli anni Sessanta rappresentano un passaggio cruciale di cambiamento anche per l’Italia. Tutta la società europea è in movimento e l’Italia in movimento accelerato. Prima per effetto del miracolo economico, poi delle trasformazioni e dei conflitti sociali, culturali, politici.

    La Chiesa è convocata in concilio, un evento periodizzante che incide in profondità nel breve, ma soprattutto nel medio e lungo periodo. Con la consapevolezza, che si legge nel documento sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (n. 5), che «il movimento stesso della storia diventa così rapido, da poter difficilmente esser seguito dai singoli uomini» e che «ciò favorisce il sorgere di un formidabile complesso di nuovi problemi, che stimola ad analisi e a sintesi nuove».

    Si tratta dunque di aggiornare, come si direbbe utilizzando il lessico conciliare, anche il rapporto tra Chiesa cattolica e Italia, fondamentale non solo sul lungo periodo, ma anche su quello più breve dell’Italia unita, sincopato dal conflitto e dalla conciliazione [1] .

    Sul piano strutturale ed istituzionale questo passaggio comporta tra l’altro l’avvio della configurazione di una Chiesa italiana. L’espressione non è istituzionalmente del tutto corretta. In realtà si dovrebbe parlare di Chiese in Italia, facendo riferimento alle diverse Chiese particolari [2] , in comunione tra loro e operanti nella dimensione nazionale. Pur con questa avvertenza preliminare tuttavia il soggetto di questo percorso, nel dopo-Concilio italiano, è proprio questa che, con le avvertenze appena richiamate, si può definire, nella complessa e molteplice articolazione sedimentata nel tempo ed accelerata nella seconda metà del ventesimo secolo, Chiesa italiana.

    Che è legata al Papa da un fortissimo legame non solo istituzionale, ma in qualche modo affettivo. Ma che, proprio dallo stesso Paolo VI, che la conosce bene e che assume consapevolmente il gravoso, o più esattamente il «formidabile carico» (per usare un aggettivo che ricorre spesso nella sua prosa così elegante) di governare il dopo-Concilio, è chiamata ad assumere una sua propria soggettività, proprio in relazione con un’Italia che cambia, a molteplici livelli. E con il Papa, lo stesso Paolo VI e i suoi successori, si misura in maniera approfondita, cioè corale, proprio nei convegni ecclesiali, ovvero non solo nel momento della celebrazione, ma anche nella loro lunga preparazione e nella loro non scontata attuazione, con la dialettica che questo percorso articolato implica.

    L’espressione istituzionale sintetica della Chiesa italiana, che ha come suo primate il Papa – e tutti i successivi pontefici, a più forte ragione quando non più italiani, interpretano e sentono profondamente questo vincolo –, è la Conferenza episcopale italiana: che non a caso è una istituzione molto recente e di fatto post-conciliare. Ancora non è stata oggetto di una complessiva ricostruzione storica [3] . Tuttavia proprio i convegni ecclesiali – una sommaria descrizione della cui traiettoria è stata proposta alla vigilia del terzo [4] – permettono di illustrarne i momenti, le questioni e i passaggi periodizzanti, la sua traiettoria istituzionale, che disegna, potremmo azzardare con un’immagine sintetica, un percorso gaussiano a campana. E corrispettivamente i convegni ecclesiali permettono di cogliere, con cadenza periodica, lo stato delle relazioni della Chiesa italiana, in una convocazione qualificata ed istituzionalmente accreditata, con quella che sinteticamente abbiamo chiamato l’Italia contemporanea.

    Insieme con i primi piani pastorali la prima, più importante iniziativa che la Cei ha realizzato lungo il post-Concilio italiano è stata infatti proprio il convegno ecclesiale, preconizzato nel 1971, delineato nel 1973 e celebrato nel 1976. Dopo quell’appuntamento questa particolare convocazione si è susseguita ogni dieci anni.

    La struttura di questa esposizione, che si sviluppa secondo una prospettiva di storia istituzionale, è molto semplice: cinque capitoli per i cinque convegni. Ciascuno è presentato come un flusso: nella preparazione e nello svolgimento, con una breve postilla sull’attuazione. È un flusso seguito anche con minuzia, attraverso le successive – e spesso ripetitive – deliberazioni da parte degli organi collegiali della Cei, cioè il consiglio permanente, formato dai presidenti delle conferenze regionali e dai presidenti delle commissioni ecclesiali, che si riunisce tre volte l’anno e l’assemblea generale, che si tiene una o talora due volte l’anno.

    Questa ripetitività, spesso anche delle stesse espressioni, lungo i vari passaggi, di ciascuno dei convegni, ma verticalmente tra gli stessi convegni, a distanza decennale, che la stessa narrazione consapevolmente suggerisce, è peraltro assai indicativa. Innanzitutto di uno stile di deliberazione, che deve sempre costruire consenso, in relazione appunto con un contesto, l’Italia ormai concretamente europea, che evolve. E poi del fatto che prima degli orientamenti o delle conclusioni cui approdano, l’importanza, il significato di queste iniziative è proprio il loro stesso svolgimento, l’esperienza cioè di incontro, che coinvolge tra i 1500 e 2500 partecipanti, espressione in larga misura delle diocesi, ma in realtà di tutto il variegato mondo cattolico italiano, capillarmente coinvolto nel processo di preparazione, ad esclusione del dissenso certificato. Si tratta di una mobilitazione capillare ed imponente, spalmata orizzontalmente su tutto il territorio e verticalmente in una molteplicità di realtà istituzionali, con una approfondita elaborazione di contenuti: un unicum non sono in Italia, dal nostro punto di vista, appunto, di storia delle istituzioni.

    Emergono così le risorse, le divisioni, la vivacità e i tic, primo fra tutti il linguaggio, l’ecclesialese [5] , e la connessa convegnite, che caratterizzano sul lungo periodo il mondo cattolico italiano, rappresentato in queste sedi dalla sua classe dirigente. Il cui profilo, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laiche e laici, giovani e adulti, uomini e donne, risalta molte bene in queste occasioni. Basterebbe incrociare gli elenchi dei partecipanti, o anche semplicemente scorrere i nomi dei relatori, o trattare il lessico delle relazioni e degli interventi, con le loro note di serialità, per cogliere le linee di continuità e gli elementi di rinnovamento, di dieci anni in dieci anni.

    Roma 1976, verso la conclusione del pontificato di Paolo VI, è pensato e voluto nei disegni del Papa come l’occasione corale in cui prendere coscienza della complessità del dopo-Concilio, rilanciando il dinamismo dell’evangelizzazione e una robusta articolazione di chiesa. Peraltro in un’Italia (e conseguentemente anche in un mondo cattolico) in cui c’è una responsabile consapevolezza delle molteplici tensioni che la crisi degli anni Settanta genera. Loreto 1985 sintonizza la Chiesa italiana sul pontificato di Giovanni Paolo II e sul rinnovato slancio (con una qualche nota sportivamente agonistica) che questi propone. Palermo, dieci anni dopo, lo rilancia con la proposta del progetto culturale, a misura dei cambiamenti nel sistema politico italiano: quella politica che sempre è seguita con passione ed attenzione dai cattolici italiani, che sulla politica dibattono e si dividono, prima e dopo la fine della Dc. Una politica che tuttavia vorremmo qui non sovra-stimare, per cui per una volta sarà tenuta, in questa narrazione, sullo sfondo. Verona 2006 è l’occasione per incontrare Benedetto XVI e misurarsi con le molteplici implicazioni della questione antropologica, per arrivare a Firenze, in cui si può cogliere con evidenza l’impatto di papa Francesco sull’Italia e in concreto sulla Conferenza episcopale italiana.

    Tutti gli atti dei convegni ecclesiali – salvo, come si vedrà, quello del 2015 – sono stati stampati in volumi di grande accuratezza e completezza documentaria:

    Conferenza episcopale italiana, Evangelizzazione e promozione umana. Atti del convegno ecclesiale, Roma, 30 ottobre-4 novembre 1976, AVE, Roma 1977, pp. 533, 7.000 lire;

    Conferenza episcopale italiana, Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini. Atti del 2° convegno ecclesiale. Loreto 9-13 aprile 1985, AVE, Roma 1985, pp. 547, 29.000 lire;

    Conferenza episcopale italiana, Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia. Atti del III convegno ecclesiale, Palermo 20-24 novembre 1995, AVE, Roma 1997, pp. 738, 65.000 lire;

    Conferenza episcopale italiana, Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo. Atti del 4° convegno ecclesiale nazionale, Verona 16-20 ottobre 2006, pp. 766, 45 euro.

    Per il convegno di Verona è anche disponibile il sito internet ufficiale ( http://www.convegnoverona.it/), che risulterà l’unica ed esclusiva forma di pubblicazione dei contenuti di quello di Firenze ( http://www.firenze2015.it/) caratterizzato anche dalle modalità interattive rese possibili dal rapido sviluppo delle tecnologie.

    On-line è disponibile tutto il magistero pontificio (sul sito www.vatican.va) e, dal gennaio 1962 [6] , la documentazione ufficiale Cei (in www.chiesacattolica.it), che peraltro è repertoriata nell’ Enchiridion Cei, EDB, Bologna 1996 e ss., giunto ormai al nono volume, a coprire il periodo dal 1954 al 2015.

    La documentazione prodotta in relazione ai convegni, come pure l’edizione integrale degli atti delle diverse assemblee generali, è conservata anche nell’archivio della Conferenza episcopale italiana, che ho avuto la possibilità di consultare nel 2012 e la cui documentazione utilizzerò senza ulteriore specificazione.

    La prospettiva in cui mi sono posto è quella della storia delle istituzioni tout court. In tale ottica di storia istituzionale ho inteso considerare appunto i convegni una peculiare istituzione, quasi una sorta di convocazione allargata della Conferenza episcopale italiana, nel quadro di una Italia la cui storia istituzionale ho avuto modo di delineare alcuni anni orsono nella Storia costituzionale della Repubblica, Carocci, Roma 2007, cui rinvio senz’altro per la cornice generale e le valutazioni puntuali. Una convocazione che ha come tema la presenza e l’interazione a molteplici livelli della Chiesa italiana con se stessa e con la società ampiamente intesa, con l’Italia contemporanea, come suona il titolo del libro, che ho scelto non per offrirne una trattazione sistematica, ma per il suo carattere evocativo. Una interazione (segnata dalla congiunzione e, in radice montiniana [7] e conciliare) che si colloca nell’ottica di quel positivo rapporto della comunità ecclesiale con il Paese in quanto tale, che è un dato acquisito ormai di lungo periodo. Chiarito lo specifico punto di vista che qui interessa, ovviamente questa scelta ha portato ad escluderne altri, da quello propriamente di storia della Chiesa (e/o del cristianesimo), delle culture e del dibattito, in particolare teologico-pastorale, a quello della religiosità, del vissuto del popolo di Dio, alle relazioni di politica intra-ecclesiale tra i vari soggetti, alla prosopografia episcopale, in particolare dei vertici della Cei e dei titolari delle principali diocesi, come attori di questi eventi, o molte altre possibili prospettive e problematiche, come quelle di una sociologia religiosa particolarmente vivace che gli stessi convegni ecclesiali ha accompagnato in modo significativo. Talune di esse peraltro in qualche modo sono evocate e tenute in considerazione, ma finalizzate appunto ad una prospettiva istituzionale.

    La quale permette per così dire di cogliere sinteticamente dall’esterno e dunque non enfatizzare il dibattito storiografico, più esattamente si direbbe, in termini accademici, storico-politico, sull’evoluzione in particolare in questi ormai cinque decenni della Chiesa italiana e di quella realtà complessa che si definisce il mondo cattolico italiano: questioni seducenti, che tuttavia, anche per la facilità di rimanerne avviluppati, ho tenuto evidentemente presente nelle linee generali e utilizzato però puntualmente solo in quanto possano interessare ai fini dello specifico oggetto di questo lavoro.

    In sede introduttiva tuttavia può non essere inutile schematizzarne qui di seguito quelle che mi paiono esserne alcune delle articolazioni e dei contributi più evocativi. Che possono servire anche da complessivo rinvio, per la scelta che il carattere sintetico di questo volume impone, di non procedere ad ampie e compiute ricognizioni bibliografiche nel corso dell’esposizione.

    Il primo riferimento è rappresentato da Andrea Riccardi, di cui sinteticamente, per quanto attiene specificamente al nostro tema, oltre ai diversi volumi sui diversi pontificati succedutisi, si veda il pur breve, ma denso saggio La Chiesa in Italia da Paolo VI a Giovanni Paolo II, in «La Rivista del clero italiano», 86, 2005, 7-8, pp. 514-530. Da ultimo, curata da Andrea Riccardi, l’opera collettiva Il cristianesimo al tempo di papa Francesco, Laterza, Roma-Bari 2018, con un mio intervento Declino dei partiti cristiani?, pp. 306-317, definisce lo choc e il rilievo del primo pontificato non europeo della storia moderna. Riccardi ha anche firmato il saggio di inquadramento che apre l’esauriente volume, a cura di M. Impagliazzo, Chiesa e società in Italia dal 1958 ad oggi, Guerini e associati, Milano 2004, con vari importanti contributi, alcuni dei quali saranno a suo tempo citati, e un mio intervento su TV e cultura di massa, pp. 369-382: offre a più voci una sintesi ampia ed equilibrata sul medio periodo. Lo stesso Impagliazzo ha curato e introdotto anche Shock Wojtyla - L’inizio del pontificato, San Paolo, Cinisello Balsamo 2010, frutto di una ricerca collettiva, con importanti contributi sul caso italiano, in un ampio contesto mondiale.

    Guido Formigoni è autore di almeno due ricostruzioni di lungo periodo della storia del mondo cattolico italiano, Alla prova della democrazia. Chiesa, cattolici e modernità nell’Italia del ’900 , Il Margine, Trento 2008 e L’Italia dei cattolici. Dal Risorgimento a oggi , Il Mulino, Bologna 2010, che contengono anche suggestioni a proposito dell’ultimo quarantennio.

    Ci sono poi i profili sintetici proposti da Antonio Acerbi, prima della sua prematura scomparsa. In particolare: A. Acerbi, La Chiesa italiana dalla fine del Concilio alla fine della Democrazia Cristiana, in La Chiesa e l’Italia. Per una storia dei loro rapporti negli ultimi secoli, a cura dello stesso, Vita e Pensiero, Milano 2003, pp. 449 ss., poi anche La Chiesa italiana durante il pontificato di Giovanni Paolo II, in «Il Regno», 10, 2004, pp. 352-60 e in A. Acerbi, G. Frosini, Cinquant’anni di Chiesa in Italia. I convegni ecclesiali da Roma a Verona, EDB, Bologna 2006, pp. 67-114, preceduto da Le dinamiche ecclesiali in Italia 1965-1978, pp. 23-65, originariamente in Chiesa italiana e informazione religiosa, EDB, Bologna 1981.

    Infine sono da segnalare i lavori di Alberto Melloni, la cui prospettiva, per quanto attiene al periodo che qui ci interessa, è ben espressa fin dal titolo in L’occasione perduta. Appunti sulla storia della chiesa italiana, 1978-2009, in Il Vangelo basta. Sulla fede e sullo stato della chiesa italiana, a cura di A. Melloni, G. Ruggieri, Carocci, Roma 2010, pp. 69-121. Per il periodo precedente, sempre sinteticamente, A. Melloni, Gli anni Settanta della Chiesa cattolica. La complessità nella ricezione del Concilio, in L’Italia repubblicana nella crisi degli anni Settanta - Culture, nuovi soggetti, identità, a cura di F. Lussana, G. Marramao, Rubbettino, Soveria Mannelli 2003, pp. 201-222. Questa cornice in buona sostanza è sviluppata nell’opera collettiva Cristiani d’Italia. Chiese, società, Stato, 1861-2011, a cura dello stesso Melloni, Treccani, Roma 2011 (si veda l’indice in http://www.treccani.it/enciclopedia/elenco-opere/Cristiani_d%27Italia/2). Da segnalare all’interno di quest’opera in particolare le voci di E. Galavotti, Il ruinismo. Visione e prassi politica del presidente della Conferenza episcopale italiana, 1991-2007, pp. 1219-1238, e di A. Santagata, La Cei e la svolta postconcordataria, pp. 345-355 (del quale si veda anche Dentro la crisi. La Conferenza episcopale italiana dagli anni del ruinismo alla stagione di Papa Francesco, in «Religioni e Società», 82, 2015) [8] .

    Nella già ricordata opera collettiva sull’Italia repubblicana nella crisi degli anni Settanta, cui ebbi a partecipare lavorando su Apogeo e crisi dell’istituzione partito, in L’Italia repubblicana nella crisi degli anni settanta, vol. III, Partiti e organizzazioni di massa, a cura di F. Malgeri e L. Paggi, Rubbettino, Soveria Mannelli, pp. 17-35, nel II volume già citato bisogna ricordare il contributo di C. Naro, Le trasformazioni della religione popolare, pp. 187-201. Il filone di studi che lo storico (poi presule) nisseno ha sviluppato di storia della religiosità, cui partecipa anche tra gli altri Pietro Borzomati, illustra una ulteriore prospettiva importantissima, da ogni punto di vista, che sviluppa un tema che non si può qui seguire, ma che in questo saggio trova una sua persuasiva sistemazione. La chiesa di popolo è un dato essenziale da tenere presente nel quadro di questa trattazione di carattere istituzionale. Dello stesso autore Sul crinale del mondo moderno, Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 2011, illuminante raccolta di scritti brevi, raccolti e pubblicati dopo la sua prematura scomparsa a cura di M. Naro.

    Su altro versante, quello della politica, da ricordare i contributi di Sandro Magister, La politica vaticana e l’Italia 1943-1978, Editori Riuniti, Roma 1979 e Chiesa extraparlamentare. Il trionfo del pulpito nell’età postdemocristiana, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2001, da leggere insieme con M. Damilano, Il partito di Dio, Einaudi, Torino 2006.

    Per quanto direttamente mi concerne non posso non rimandare anche ai volumi pubblicati dal Servizio Nazionale per il Progetto Culturale, repertoriati in http://www.progettoculturale.it/ (ultimo aggiornamento 15 ottobre 2015) e sinteticamente a F. Bonini, Dieci Forum del progetto culturale. Un percorso, in Nei 150 anni dell’Unità d’Italia. Tradizione e progetto, a cura del Servizio Nazionale per il Progetto culturale, EDB, Bologna 2011, pp. 69-74 e a Progetto culturale orientato in senso cristiano, in Dizionario della comunicazione, a cura di D.E. Viganò, Carocci, Roma 2009, pp. 960-970, oltre che agli interventi sulle pagine del Sir - Servizio Informazione Religiosa, ( www.agensir.it) dalla fondazione dell’agenzia, nell’ormai lontano 1988. Sul più lungo periodo e per un inquadramento generale ho avuto modo di esprimere sinteticamente il mio punto di vista in Una nuova soggettività istituzionale: la Cei e il cattolicesimo italiano, in L’Italia contemporanea dagli anni Ottanta a oggi. Vol. II, Il Mutamento sociale, a cura di E. Asquer, E. Bernardi, C. Fumian, Carocci, Roma 2014, pp. 305-322.

    In definitiva, dal nostro punto di vista, di storia istituzionale, il rapporto Chiesa cattolica e Italia contemporanea ha nell’accodo di revisione del concordato lateranense del 18 febbraio 1984 la sua icastica formulazione, espressa in particolare nelle premesse e nel testo dell’articolo 1. I Convegni ecclesiali, tutti, permettono di inverarne e ribadirne l’intenzionalità intorno al tema dell’evangelizzazione, variamente declinata, come è ovvio, nell’arco di cinque decenni, ma comunque intesa come dinamismo di annuncio, testimonianza e operosità.

    Una scelta e un impegno che presuppone soggettività esplicita e consapevole coerenza, dialogo e confronto costante sapientemente gestito, quella che giustamente è stata definita sinteticamente l’ermeneutica della riforma.

    Questo volume, che ha la curiosa caratteristica di comprendere nell’indice dei nomi un’importante percentuale di persone che l’autore ha conosciuto e conosce personalmente e che vorrei qui collettivamente di cuore tutte e ciascuna ringraziare per quanto ho ricevuto, è dedicato a Teresa e Paolo, che hanno l’età giusta per contribuire a scrivere pagine nuove.

    Roma, 30 agosto 2020.


    [1] F. Bonini, La Chiesa italiana oggi di fronte alle dinamiche dell’Unità, in «Rivista rosminiana di Filosofia e di cultura», vol. CV, fasc. II-II, 2011, monografico su Antonio Rosmini e il problema storico dell’Unità d’Italia, pp. 91-99.

    [2] Distinzioni e coincidenze: le regioni ecclesiastiche, in Orizzonti di cittadinanza. Per una storia delle circoscrizioni amministrative dell’Italia unita, a cura di F. Bonini, L. Blanco, S. Mori, F. Galluccio, Rubbettino, Soveria Mannelli 2016, pp. 123-150 ed analiticamente Regioni (e circoscrizioni) ecclesiastiche nell’Italia unita, in G. Boni, E. Camassa, P. Cavana, P. Lillo, V. Turchi (a cura di), Recte sapere. Studi in onore di Giuseppe Dalla Torre, vol. II, pp. 729-748, Giappichelli, Torino 2014.

    [3] Dopo l’iniziale lavoro di G. Sansotta, La C.E.I. nella storia d’Italia, Edizioni Dehoniane, Roma 1988 si veda il profilo tracciato da A. Riccardi in occasione del 50° della prima istituzione, alla XLIX assemblea generale della CEI (20-24 maggio 2002), in «Rassegna di teologia», 6, 2002, pp. 881-891. Il lavoro di F. Sportelli, La Conferenza Episcopale Italiana 1952-1972, Congedo, Galatina 1994, è stato proseguito dallo stesso autore per gli anni successivi in Vescovi/3: la Cei e la collegialità italiana, in Cristiani d’Italia, Treccani, Roma 2011, pp. 841-852. Dello stesso autore la voce, con aggiornata bibliografia, in Dizionario storico tematico La Chiesa in Italia, diretto da P. Filippo Lovison, vol. II, Associazione italiana dei professori di storia della Chiesa, Roma 2019, pp. 113-116. http://www.storiadellachiesa.it/glossary/conferenza-episcopale-italiana-e-la-chiesa-in-italia/.

    [4] G. Frosini, I convegni ecclesiali della Chiesa italiana, in A. Acerbi, G. Frosini, Cinquant’anni di Chiesa in Italia. I convegni ecclesiali da Roma a Verona, EDB, Bologna 2006, pp. 115-159. Di recente sul primo l’esposizione di L. Lecis, Il convegno ecclesiale Evangelizzazione e promozione umana. La risposta della Chiesa alla società che cambia, in «Theologia & Historica. Annali della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna», XXI (2012), pp. 49-68.

    [5] Teorizzato da Giovanni Fallani e

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