World Whitewater: CANOA - KAYAK - RAFTING
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Info su questo ebook
Augusto Fortis, scrittore e alpinista uno dei massimi esperti mondiali delle discipline Outdoor dell’acqua viva e profondo conoscitore di tutti i percorsi più belli del pianeta, con questa guida vi aiuta a scoprire il mondo della whitewater nei sei continenti, documentando 250 percorsi per un totale di 18 mila km, con belle foto a colori; un’esperienza indimenticabile per scoprire fiumi favolosi. Un libro da usare e da gustare, un versatile strumento che l'appassionato deve sempre portare con sé.
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Come vivere bene ed esser sempre in forma a tutte le età: Manuale completo a colori per avere un atteggiamento mentale positivo, e per trovare benessere e felicità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVivere e praticare l'Outdoor Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI più bei percorsi di scialpinismo sulle Alpi Italiane e in Corsica: 250 Itinerari Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
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Anteprima del libro
World Whitewater - Augusto Fortis
AUGUSTO FORTIS
WORLD WHITEWATER
CANOA
KAYAK
RAFTING
Hydrospeed, floating, tubing, Stand Up Paddle (SUP), sit on top kayak, sit inside kayak, packraft, battelli pneumatici, catamarano pneumatico fluviale (Cataraft), bikerafting, surfski.
Guida outdoor a colori con i migliori
percorsi per tutti
250 itinerari scelti in Italia, in Europa e nel mondo.
18.000 km di whitewater nei 6 continenti
The most beautiful rivers courses in Italy,
Europe and over the World.
A global guide for river runners
World Whitewater
Abel Books
Presentazione di Richard Curt
Dello stesso autore nel catalogo Abel Books www.abelbooks.net
- Outdoor Canoa. 250 itinerari in Italia e nel sud Europa
- Outdoor Canoa. 50 itinerari nei parchi italiani
- Canoa Outdoor Whitewater. 500 itinerari in Italia e nel mondo
- Outdoor e Avventura. 300 itinerari in Italia e nel mondo
- Tutto il Po dal Monviso al Delta
- I più bei percorsi di canoa kayak nei parchi italiani dalle Alpi alla Sicilia
- I più bei percorsi di canoa kayak in Italia
- I più bei percorsi di canoa kayak in Corsica
DEDICHE E RINGRAZIAMENTI
Il libro è dedicato a Mike Palmer, uno dei migliori canoisti esploratori, morto nel 2015, durante il salvataggio di un compagno, nella discesa del Fiume Braldu River in Pakistan.
Ringraziamenti: Maurizio Pattoglio, David Pearson, Norman Bellamy, Erik Cook, Tim Paton, Ken Olmet, Richard Curt.
Progetto editoriale e realizzazione: Augusto Fortis.
Referenze fotografiche: Augusto Fortis e Maurizio Pattoglio.
Copertina e retrocopertina: Augusto Fortis
Cartografia: Augusto Fortis
Foto di copertina: "Salti californiani" sul F. Stura di Ala, Valli di Lanzo, (Italia). Il paesaggio dove scorre il fiume è incantevole. Lastroni rocciosi, passaggi con salti, gradini di tipo catarattico con visibilità spesso scarsa. Un vero piacere però solo per gli esperti.
Impaginazione a cura della Casa Editrice
Proprietà letteraria riservata
copyright 2021 Abel Books
www.abelbooks.net
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione,
anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la
fotocopia, anche a uso interno o didattico.
Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di
essa in un contesto che non sia la lettura privata devono
essere inviate a:
AbelBooks – Piergiorgio Leaci Editore
Via Milano 44 - 73051 Novoli (Le)
ISBN 978-88-6752-242-2
Avvertenza: il materiale contenuto in questo libro guida/manuale, è soggetto nel tempo a dei cambiamenti. L’autore e l’editore declinano ogni responsabilità derivanti dal loro uso. Gli itinerari outdoor proposti, secondo i suggerimenti dell'autore, saranno percorsi a rischio e pericolo degli interessati, senza nessuna responsabilità da parte dell'autore e dell'editore.
AUGUSTO FORTIS
Scrittore, alpinista, è uno dei massimi esperti mondiali nell’Outdoor fluviale. Ha dedicato gran parte del suo tempo libero, alla scoperta delle grandi possibilità che offrono i percorsi d'acqua viva in Italia in Europa e nel mondo. L'autore pratica diverse discipline dell’outdoor, tra cui lo scialpinismo a carattere esplorativo, collabora con le più prestigiose riviste specializzate del settore e da alcuni anni si occupa di protezione della natura.
Web:
https://www.google.com/search?q=tutti+i+libri+di+augusto+fortis&oq=tutti+i+libri+di+&aqs=chrome.0.69i59j69i57j0l3j69i60l3.13561j0j4&sourceid=chrome&ie=UTF-8
INDICE GENERALE
- Dediche e ringraziamenti
- Presentazione di Richard Curt
- Introduzione
- Come consultare questa guida
Capitolo 1
- Indice dei percorsi sui fiumi alpini europei, con il grado di difficoltà
- Indice di un percorso su di un fiume dei Balcani (Tara), con il grado di difficoltà
- Sommario dei percorsi sui fiumi europei
- Sommario dei percorsi sui fiumi extraeuropei
- Note tecniche generali
- Dizionario dei termini tecnico sportivi
- Sicurezza in canoa-kayak
- La segnaletica della whitewater e la cartina con evidenziati questi segnali
- River Agenda Alpine Space (Gestione dei bacini fluviali alpini e sviluppo sostenibile)
- Priorità da attuare per la salvaguardia dallo sfruttamento eccessivo dei corsi d’acqua.
- Storia della canoa kayak e di altre imbarcazioni per la whitewater, e della manovra dell’eskimo
- L'avventura, il turismo, i professionisti dell’acqua viva
- Il comportamento sui fiumi
- La portata dei fiumi
Capitolo 2
- I percorsi sui fiumi del continente Europeo, itinerari, ambiente e territorio
- Italia Fisica
- Italia Settentrionale
- Alpi Occidentali
- Alpi Centrali
- Dolomiti e Alpi Orientali
- I percorsi sui fiumi italiani, itinerari, ambiente e territorio
- 23 schede monografiche dei percorsi in Italia settentrionale
- I percorsi sui fiumi austriaci, itinerari, ambiente e territorio
- 15 schede monografiche dei percorsi in Austria
- I percorsi sui fiumi della Germania (Alta Baviera), itinerari, ambiente e territorio
- 4 schede monografiche dei percorsi in Germania Alta Baviera
- I percorsi sui fiumi della Slovenia, itinerari, ambiente e territorio
- 4 schede monografiche dei percorsi in Slovenia
- I percorsi sui fiumi del Montenegro, itinerari, ambiente e territorio
- 1 scheda monografica dei percorsi in Montenegro (Tara)
- I percorsi sui fiumi della Svizzera, itinerari, ambiente e territorio
- 8 schede monografiche dei percorsi in Svizzera
- I percorsi sui fiumi della Francia, itinerari, ambiente e territorio
- 11 schede dei percorsi nella Francia continentale e 36 in Corsica
- I percorsi nei paesi balcanici di (Slovenia-Croazia-Bosnia e Montenegro). Itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi dei Paesi Scandinavi (Islanda, Norvegia, Finlandia, Danimarca), itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi della Penisola Iberica (Spagna-Portogallo), itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi dell'Albania e Macedonia, itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi della Grecia, itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi dell'Est Europeo (Bulgaria-Romania-Ungheria-Polonia- Slovacchia-Cekia), itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi della Turchia, itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi del Continente Americano, itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi in America settentrionale (Alaska-Canada-USA-Messico)
- 1 scheda monografica dei percorsi in Canada (Nahanni River)
- I percorsi in America centrale (Guatemala-Honduras-Costa Rica)
- I percorsi in America meridionale (Colombia-Ecuador-Perù-Cile-Argentina-Patagonia Cilena)
- I percorsi sui fiumi dell’Asia (Turchia-Russia Asiatica-Mongolia), itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi dell'Himalaya (India-Nepal), itinerari, ambiente e territorio
- 2 schede monografiche dei percorsi in Himalaya (Zanskar-Tsarap)
- I percorsi sui fiumi del Caucaso (Georgia-Armenia), itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi africani (Egitto-Marocco-Uganda-Zaire-Zambesi-Tanzania-Kenia-Etiopia-Sud Africa), itinerari, ambiente e territorio
- I percorsi sui fiumi dell’Australasia (Isole Fiji-Indonesia-Sumatra-Bali-Iran-Jaya-Australia-Giappone), itinerari, ambiente e territorio.
Capitolo 3
- Attrezzatura per la canoa-kayak
- Fiumi a norma di Legge
- L'auto salvamento
- Norme di soccorso nelle rapide e nei salti
- Norme di sicurezza passiva nel SUP
- La lussazione del ginocchio
- Ipotermia, un pericolo sempre in agguato
- Lussazione della spalla, un pericolo sempre presente
- Come comportarsi in caso di emergenza
- Il trasporto di un infortunato
- I problemi della cementificazione
- I conflitti sull’accesso all’acqua
- Lo sfruttamento idroelettrico
- Ecologia della canoa kayak
- I nuovi orizzonti della canoa kayak
- Indice dei fiumi secondo il grado di difficoltà
- Acque correnti, nascita del paesaggio e modifica da parte dell'uomo
- Rapide e salti, che emozione!
- Il percorso ideale
- Il kayak ideale
- La cura e la manutenzione dei materiali per le discese
- L'estremo
- La parte poco divertente della discesa, il trasbordo
- Un momento di allegria comune, i raduni
- I grandi fiumi del mondo
- Canadese, la pagaiata in canoa fluviale chiusa (C1)
- I segreti della pagaiata nel kayak fluviale (K1)
- Come leggere il fiume e le manovre per affrontare l’acqua viva
- Pagaiata semplice o doppia in canadese aperta
- Tematiche del vivere Outdoor
- Che cos’è l’Outdoor. Analisi storica e considerazioni
- Alcune regole di base per un corretto stile di vita nelle pratiche Outdoor
- Outdoor Training
- Outdoor Learning
- Le discipline dell’Outdoor
- Etica e lessico dell’Outdoor
- Esiste il doping nelle pratiche Outdoor?
- Come si colloca l’estremo nelle pratiche Outdoor?
- L’importanza dell’alimentazione nelle discipline Outdoor
Capitolo 4
- Elenco dei video di spedizioni canoistiche
- River Conservation Organizations R.C.O.
- Organizzazioni esperte in sicurezza
- Elenco delle riviste di canoa-kayak
- Federazioni Internazionali di Canoa-Kayak
- Elenco dei club di canoa-kayak-rafting-hydrospeed, in Italia
- Cosa sono le ASD
- Comitati regionali F.I.C.K.
- Le scuole di canoa- kayak- rafting in Italia
- Notizie utili in Italia
- Cartine itinerari in Italia settentrionale
- Tabelle riassuntive con i percorsi in Italia con i gradi di difficoltà
- Cartine itinerari in Corsica
- Tabella riassuntiva con i percorsi in Corsica con i gradi di difficoltà
- Cartina schematica con i percorsi nei sei continenti
- Cartina con le norme di salvamento
- Outdoor in compagnia. I raduni
- Le compagnie commerciali di canoa-kayak-rafting nel mondo
- Classificazione internazionale delle difficoltà
- Le imbarcazioni per l’Outdoor Whitewater consigliate
- Riassunto schede monografiche
- Abbreviazioni usate nel libro
- Portfolio, quando il sogno diventa realtà. Raccolta foto
- Bibliografia
- I libri per conoscere la tecnica e la storia del Kayak
PRESENTAZIONE
Il tempo passato a domandarsi che
si vuol fare, è tempo sprecato
V. Ricciardi
In Europa e nel mondo, ogni giorno si scoprono centinaia di nuovi percorsi nelle discipline outdoor. Questo successo incoraggiante è dovuto al fatto che queste attività si praticano all’aria aperta, dove giovani e adulti si possono misurare con l’avventura.
È ovvio che sia insensato fare affidamento per la discesa di un corso d’acqua selvaggia a delle descrizioni troppo dettagliate. Ci si deve accontentare a dei suggerimenti, valutando di volta in volta, in modo molto critico, le situazioni con i propri occhi. Non si può negare che descrizioni troppo dettagliate, sottraggono a chi pratica le discipline Outdoor, una grossa porzione d’avventura. L’avventura deve far parte integrante di queste attività Outdoor.
In tema di guide Outdoor, si stanno delineando in questi ultimi anni, due posizioni opposte; da un lato ci sono quelli che si oppongono a questi strumenti conoscitivi, che secondo il loro parere, diminuiscono di molto lo spirito di avventura e di dimensione ludica di queste attività; dall’altra parte invece ci sono quelli che essendo alle prime armi con poca esperienza, desiderano frequentare solo itinerari sicuri, già ampiamente descritti e collaudati.
Ben s'inserisce in questo quadro di scoperta il nuovo libro di Augusto Fortis un grande esperto degli sport d'acqua viva, praticante di molte discipline Outdoor, quali lo scialpinismo a scopo esplorativo, l’alpinismo, la MTB, e autore di una ventina di guide di successo, il cui nome non ha certo bisogno di presentazione. Egli ha saputo in molti anni di frequentazione, scoprire nuovi percorsi in una natura meravigliosa e affascinante.
Con questo nuovo libro guida/manuale, Augusto Fortis si presenta con oltre 250 itinerari scelti in Italia, in Europa e nel mondo, la maggior parte inediti e di media difficoltà, adatti a un numero molto vasto di appassionati e di amanti della natura.
Ormai, rafting e torrentismo si affiancano all'escursionismo e al kayak, e gli editori si adeguano alle nuove tendenze. In libreria ci sono sempre di più guide e manuali con grandi fotografie. Sono molti gli appassionati frequentatori della montagna che preferiscono l'acqua alla roccia. Relativamente nuove discipline come il torrentismo e il rafting hanno portato nuovi adepti tra le fila degli appassionati di fiumi, laghi, torrenti e corsi d'acqua.
Intanto canoa e kayak registrano un numero sempre più elevato di praticanti e l'editoria specializzata si adegua, mandando in libreria manuali e guide, che invitano alla scoperta delle acque montane e illustrando i metodi e tecniche per esplorarle.
Così l'Outdoor fluviale in tutto il mondo, s'indirizza all'acqua dei laghi; i fiumi e i torrenti, diventano la meta di semplici escursioni, un modo se vogliamo diverso ma avvincente dal camminare in montagna.
Richard Curt
INTRODUZIONE
Non c’è nessun vento favorevole
per chi no sa dove andare
George Thompson
Con la canoa-kayak si può andare dappertutto, basta che ci sia l'acqua. Meglio se questa è corrente. Ci sono anche gli amanti dell'acqua calma e tranquilla, ma il vero kayak, è quello praticato nell'acqua viva e turbolenta, detta selvaggia.
Il timore è quello che, pubblicizzando questi percorsi, si potrebbe arrivare alla fine, agli stessi risultati oggi ottenuti con la pratica d’altri sport, come per esempio lo sci da pista. Dalla pratica della canoa, e in genere di tutti gli sport dell’acqua viva, noi ci attendiamo il contrario. Certo, siamo consapevoli, che non ci possiamo attendere che le sponde dei fiumi e dei torrenti, diventino tutte dei parchi naturali, ma, la natura, ripristinata in tutti i suoi aspetti, possa in futuro, diventare un fattore di promozione turistica.
Soltanto in alcune espressioni agonistiche, la canoa-kayak è uno sport individuale. Nelle uscite sul fiume, anche se si è soli con la propria imbarcazione, è il gruppo che offre la garanzia della sicurezza, della riuscita dell’escursione e dello scambio delle sensazioni che si provano dopo aver disceso una rapida. Dobbiamo avere la cieca fiducia nel gruppo, sicuri che in caso di necessità, i nostri compagni sapranno intervenire e toglierci dai guai.
Oggi si è perso il vero significato antico del navigare. Si sta comodamente seduti nella propria stanza e si naviga su Internet, da un posto all'altro del mondo, in pochi minuti, scoprendo nuovi spazi lontani da casa. Questo è ormai il significato moderno che si da al navigare. Una navigazione, cui manca però l'acqua, la scoperta, il rischio, le difficoltà, la paura, i timori dell'imprevisto.
Navigare sul serio invece, significa imparare a leggere il fiume, ad amarlo, assecondarlo, farselo amico, praticando una disciplina sportiva impegnativa ma straordinaria, alla portata di tutti. Diminuendo la nevrosi della civiltà moderna, ci si mette alla prova nello scoprire i propri limiti, favorendo la produzione di adrenalina, per il gusto della scoperta e per l'amore della natura.
Gli sport dell'acqua viva sono ancora lontani nel nostro paese in Italia, dal diventare sport di massa. In fondo, che non lo diventino se lo augurano gli stessi praticanti. Il loro maggior pregio, e si capisce subito, è quello di essere un'attività ecologica. Il loro diffondersi oltre un certo limite, infatti, comporterebbe un'inevitabile violenza sulla natura. I praticanti vogliono conservare la purezza dei loro rodei acquatici.
La voglia di scoprire sempre nuovi itinerari, porta spesso ad affrontare percorsi senza avere delle informazioni sicure circa i pericoli e le difficoltà presenti sul percorso.
Corsi di discesa con maestri, imbarcazioni sempre più robuste e affidabili, attrezzature individuali tanto perfezionate quanto indispensabili, possono diventare incentivi determinanti per i giovani amanti della natura e di un'attività che mette alla prova la loro efficienza fisica al motto: sì all'avventura ma senza rischio.
Con questo sport, siamo affascinati dal distacco dal mondo affollato che ci permette, e ancora prima di entrarci, di immergerci completamente nella natura, ci affascina al punto di farci accettare i bagni, i rovesciamenti senza eschimo nell’acqua gelata. Vogliamo distinguerci, distaccarci, viaggiare nel fiume con l’acqua che va al mare, e a far invidia a chi ci vede passare dalle sponde. Chi approda alla canoa-kayak è spesso un veterano dello sport in generale, ne ha praticati o ne pratica in contemporanea altri, e la sua scelta ha come fondamento un indiscusso amore per la natura, che va oltre la superficialità di lettura di riviste o fotografie, e che produce un atteggiamento verso le sue problematiche, che va ben oltre il semplice esercizio fisico. Esistono persone che si associano per idee politiche, per interessi economici, perché praticano uno stesso sport, ma il canoista si associa ad altri canoisti come visto, anche per altri motivi.
Ho selezionato i più bei percorsi in Italia, in Europa e nel mondo. Ho scelto quelli intatti, solitari, con acqua pura, percorrendo molti chilometri in ogni parte del pianeta e in tutte le stagioni, nella speranza di portare a conoscenza di tutti con questa guida aggiornata con percorsi per la maggior parte inediti, ambienti di rara bellezza e di natura incontaminata.
Augusto Fortis
COME CONSULTARE QUESTA GUIDA
La guida è organizzata con una sequenza dei più begli itinerari di whitewater nel mondo. Una sezione introduttiva, è dedicata alla presentazione di Richard Curt
uno dei massimi esperti e all’introduzione dell’autore, cui fa seguito l’indice generale dei percorsi, con una cartina per meglio localizzarli sul territorio. Seguono poi altri capitoli, iniziando con una parte dedicata ai diversi aspetti alla struttura e alla morfologia del pianeta, dove sono descritte le caratteristiche fisiche, economiche e culturali del territorio, cui seguono cartine geografiche specifiche e dettagliate dei fiumi, accompagnate da notizie sul territorio e sul clima, suddivisi attraverso i sei continenti. La parte importante e centrale della guida è dedicata alla descrizione dei percorsi con schede monografiche sugli itinerari. Seguono poi altri capitoli dedicati alle imbarcazioni consigliate, alla sicurezza, alla scelta del kayak ideale, agli accessori, alla cura e la manutenzione dei materiali per le discese, allo sfruttamento idroelettrico, ai problemi della cementificazione con riferimento al territorio, alla geologia, ai regimi idrici, alla nascita del paesaggio e alla sua modifica da parte dell’uomo. Dopo un capitolo dove si parla di come leggere il fiume con le manovre per affrontare l’acqua viva, la guida termina con una raccolta di cartine tecniche e foto, per meglio comprendere i percorsi descritti.
Capitolo 1
- Indice dei percorsi sui fiumi alpini europei, con il grado di difficoltà
- Indice di un percorso su di un fiume dei Balcani (Tara), con il grado di difficoltà
- Sommario dei percorsi sui fiumi europei
- Sommario dei percorsi sui fiumi extraeuropei
- Note tecniche generali
- Dizionario dei termini tecnico sportivi
- Sicurezza in canoa-kayak
- La segnaletica della whitewater e la cartina con evidenziati questi segnali
- River Agenda Alpine Space (Gestione dei bacini fluviali alpini e sviluppo sostenibile)
- Priorità da attuare per la salvaguardia dallo sfruttamento eccessivo dei corsi d’acqua.
- Storia della canoa kayak e di altre imbarcazioni per la whitewater, e della manovra dell’eskimo
- L'avventura, il turismo, i professionisti dell’acqua viva
- Il comportamento sui fiumi
- La portata dei fiumi
INDICE DEI PERCORSI SUI FIUMI ALPINI E PREALPINI EUROPEI, CON IL GRADO DI DIFFICOLTÀ
Di seguito sono indicati con una cartina fisica schematica, i percorsi sui fiumi alpini e prealpini in Italia, Austria, Svizzera, Germania (Alta Baviera), Francia e Slovenia. Nella pagina successiva a questi percorsi sono abbinate le loro difficoltà di percorrenza. Per una localizzazione geografica più dettagliata con le strade di accesso, vedere le singole schede monografiche nel capitolo 2.
1 - Cartina fisica schematica con indicati i percorsi nelle Alpi e sulle Prealpi in
Italia – Austria – Svizzera - Germania (Alta Baviera) - Francia – Slovenia e nell’Appennino settentrionale in Italia.
Italia settentrionale
Alpi
Stura di Demonte
Tagliamento
Passiro
Sesia
Strona
Toce
Anza
Ovesca
S.Bernardino
S.Giovanni
Stura di Lanzo
Orco
Cannobino
Ticino
Stura di Viù
Avisio
Noce
Sarca
Maira
Pellice
Piave
Rienza
Appennino settentrionale
Trebbia
Austria
Bregenzer Ache
Lech
Inn/Imster Schlucht
Otzlaler Ache
Rissbach
Brandenberger Ache
Tirole Ache
Saalach
Koppentraun
Erlauf
Steireische Salza
Isel
Mool
Mur
Gail
Svizzera
Inn (Engadina)
Albula
Landquard
Vorderrhein/Reno
Grosse Emme
Kleine Emme
Simme
Saane Sarine
Germania Alta Baviera
Isar
Ammer
Loisach
Leitzac
Francia
Ubaye
Var
Vesubie
Verdon
Eyrieux
Ardèche
Chassezac
Chapeauroux
Allier
Tarn
Slovenia
Sava Bohinjka
Soca/Isonzo
Korintnica/Coritenza
Idrica/Idria
Di seguito sono rappresentati i percorsi descritti nelle rispettive schede monografiche nel capitolo 2, sulle Alpi e Prealpi europee, con le rispettive difficoltà di:
- Italia settentrionale, dal Piemonte al Friuli (Alpi e Prealpi) e Appennino settentrionale
- Austria (Alpi e Prealpi)
- Germania (Alta Baviera)
- Slovenia (Alpi e Prealpi)
- Svizzera (Alpi e Prealpi)
- Francia (Alpi e Prealpi) e Corsica
Italia settentrionale (Alpi e Prealpi italiane)
Stura di Demonte
Media difficoltà
Maira
Media difficoltà
Pellice
Media difficoltà
Stura di Viù
Media difficoltà a tratti difficile
Stura di Lanzo
Media difficoltà a tratti difficile
Orco
Media difficoltà
Sesia
Prevalentemente difficile a tratti al limite della navigabilità
Strona
Da molto difficile a difficilissimo
Toce
Difficoltà prevalentemente limitate
Anza
Prevalentemente difficile
Ovesca
Da difficile a difficilissimo
S. Bernardino
Da difficile a difficilissimo, in parte al limite della percorribilità
S. Giovanni
Da difficile a difficilissimo, in parte al limite della percorribilità
Cannobino
Da difficile a difficilissimo, in parte al limite della percorribilità
Ticino
Facile, con difficoltà limitate
Avisio
Media difficoltà, in alcuni punti difficile
Noce
Difficile
Sarca
Difficile
Piave
Difficoltà per lo più limitate
Rienza
Difficoltà prevalentemente medie
Tagliamento
Difficoltà per lo più limitate
Passirio
Difficile
Italia - Appennino settentrionale
Trebbia
Media difficoltà
Austria
Bregenzer Ache
Media difficoltà
Lech
Navigabile in parte con facilità
Inn/Imster Schlucht
Media difficoltà
Otzlaler Ache
Prevalentemente difficile, in parte al limite della navigabilità
Rissbach
Difficoltà molto variabile
Brandenberger Ache
Da molto difficile a difficilissimo
Tirol Ache
Facilmente percorribile
Saalach
Difficilissimo in alcuni brevi tratti, facile su quasi tutto il percorso
Koppentraun
Veloce, prevalentemente di media difficoltà
Erlauf
Difficoltà da media ad alta nei tratti essenziali
Steierische Salza
Difficoltà da limitate a medie
Isel
Difficoltà prevalentemente limitate
Mool
Media difficoltà
Mur
Media difficoltà
Gail
Media difficoltà
Germania (Alta Baviera)
Isar
Media difficoltà
Ammer
Media difficoltà
Loisach
Media difficoltà, veloce
Leitzach
Media difficoltà
Slovenia
Sava Bohinjka
Difficoltà media a tratti notevole
Soca/Isonzo
Molto vario con tutti i gradi di difficoltà
Koritnica/Coritenza
Veloce prevalentemente di media difficoltà
Idrica/Idria
Difficoltà alterne, tra il facile e il medio difficile
Svizzera
Inn/Engadina
Prevalentemente difficile, in parte
difficilissimo
Albula
Difficile
Landquard
Difficile
Vorderrhein/Reno Anteriore
Difficoltà da limitate a grandi
Simme
Difficoltà da limitate a notevoli
Saane Sarine
Difficoltà media, talvolta notevole
Grosse Emme
Media difficoltà, ma particolarmente insidioso
Kleine Emme
In prevalenza di media difficoltà
Francia
Durance
Media difficoltà
Ubaye
Difficoltà da limitate a estremamente serie
Var
Da facile a media difficoltà
Vesubie
Media difficoltà
Verdon
Molto logorante e difficilissimo
Eyrieux
Difficoltà limitate, in qualche tratto notevoli
Ardèche
Percorribile con facilità
Chassezac
Insidioso con difficoltà limitate
Chapeauroux
Media difficoltà, talvolta molto difficile
Allier
Da media difficoltà a difficile
Tarn
Da difficile a difficilissimo nel corso superiore, in seguito di media difficoltà
SOMMARIO DEI PERCORSI SUI FIUMI EUROPEI
Di seguito è raffigurata una cartina schematica con indicati i percorsi sui fiumi europei. Per una localizzazione geografica più dettagliata con le strade di accesso dei singoli percorsi, vedere le schede monografiche nel capitolo 2.
2 - Cartina fisica schematica con indicati i percorsi europei
Italia settentrionale
Alpi
Stura di Demonte
Maira
Pellice
Stura di Viù
Stura di Lanzo
Orco
Sesia
Strona
Toce
Anza
Ovesca
S.Bernardino
S.Giovanni
Cannobino
Ticino
Avisio
Noce
Sarca
Piave
Rienza
Tagliamento
Passirio
Appennino settentrionale
Trebbia
Austria
Bregenzer Ache
Lech
Inn/Imster Schlucht
Otzlaler Ache
Rissbach
Brandenberger Ache
Tirole Ache
Saalach
Koppentraun
Erlauf
Steireische Salza
Isel
Mool
Mur
Gail
Svizzera
Inn (Engadina)
Albula
Landquard
Vorderrhein/Reno Anteriore
Simme
Saane Sarine
Grosse Emme
Kleine Emme
Germania (Alta Baviera)
Isar
Ammer
Loisach
Leitzach
Francia
Ubaye
Var
Vesubie
Verdon
Eyrieux
Ardèche
Chassezac
Chapeauroux
Allier
Tarn
Corsica
Prunelli
Taravo superiore
Ortolo
Fango
Tavignano inferiore e superiore
Porto
Solenzara
Golo Medio
Golo inferiore
Golo superiore
Vecchio superiore
Rizzanese
Asco
Liamone Fiume Grosso
Lizzola
Ercu
Restonica
Calasima
Fiumicicoli
Chiovone
Codi
Gravona
Ese
Cruzzini
Sagone
Ficarella
Aliso
Bevinco
Tartagine/Navaccia
Stranciacone
Casaluna superiore
Alto/Bozzubianco
Alèsani
Bravone superiore
Tagnone superiore
Orbo/Fium Orbo superiore
Abatesco
Travo
Cavo/Santa Lucia
Vecchio inferiore
Manganello
Giro del lago di Calacuccia
Il Desert des Agriates con il kayak
Slovenia
Sava Bohinjka
Soca/Isonzo
Korintnica/Coritenza
Idrica/Idra
Montenegro
Tara
Gran Bretagna (Britain )
Spey River
Tryweryn River
Penisola Iberica (Spagna-Portogallo)
Sella
Noguera Pallaresa
Ebro
Guardiana
Cares
Deva
Esera
Ara
Segre
Valliva
Cardos
Gallego
Aragon
Est Europeo (Bulgaria-Romania-Ungheria-Polonia-Slovacchia-Cekia)
Neisse
Warta
Vistola
Elba
Moldava
Danubio
Tibiscio
Drava
Bistrica Blegoevgraska
Nera
Melegez
Propad
Albania
Drin
Mat
Semanini
Volussa
Osum
Fan i Vogel
Devol
Langarizza
Grecia
Ladopotamos
Aoos
Erymathos
Evros
Vadar
Venetikos
Milea Potamos
Pineios
Kalamas
Alphpheios
Landon
Paesi Scandinavi (Islanda, Norvegia, Finlandia, Danimarca)
Islanda
Ytri-Ranga
Norvegia
Sjoa
Unsetaa
Jori
Lora
Amotselva
Vigta
Forra
Dalaa
Driva
Storidalen
Ulvaa
Vadaselva
Astre
Otta
Leira
Numedalslagen
Finlandia
Konka-Maalv
Muonioalv-Muonjonjki
Tornelv-Tornionjoki
Svezia
Anarjokka
Tana-Elv
Danimarca
Sonderà-Suderau
Skierm Rid
Karup
Gudena-Lystrup
SOMMARIO DIE PERCORSI SUI FIUMI EXTRAEUROPEI
Di seguito è raffigurata una cartina schematica dove sono indicati i percorsi sui fiumi extraeuropei. Per una localizzazione più dettagliata vedere le singole schede monografiche nel capitolo 2.
3 - Cartina schematica con indicati i percorsi sui fiumi extraeuropei
ASIA
Turchia
Coruh Neri
Eufrate
Berta Suyu
Sakarya Neri
Kizil Irmak
Aksu Deresi
Tere Dere
Macka Dere
Meryem Ana Dere
Kara Dere
Solaki Dere
Iyi Dere
Firtina Cavi
Caglayandere
Kopluler Dere
Karadona Dere
Hemsin Dere
Russia (Altaj)
Argut River
Chuilishlman River
Bashkaus River
Kukure River
Chulcha River
Mongolia
Ergol River
Ugoiveril River
CONTINENTE AFRICANO
Egitto
Nilo
Uganda
Nilo Bianco
Zaire-Zambesi
Zambesi
Marocco
N’Fiss
Ourika
Zat
Rdat
Tessaout
Lakhdar
AssifMelloul
Ahanesal
Oued El Abid
M’Goun
Dades
Ansegmir
Ziz
Oum Er Rbia
Sebou
Oued
Inaouene
Moulaya
Tanzania
Rufjji River
Kenya
Tana River
Etiopia
Omo River
Sud Africa
Orange River
Tugula River
Brede River
Doring River
ASIA CAUCASICA
Caucaso (Armenia-Georgia)
Terek
Kura
Paravani
Zchenischlkal
Lukhuni
Rioni
Debet
Azat
CONTINENTE AMERICANO
Alaska
Chilikadrona
Mulchatna River
Tatshenshini (Alaska e Canada)
Alsek River (Alaska e Canada)
Kennicott, Nizina, Chitina e Copper River (Alaska)
Sustina River
Talkeetna River
Renana River
Simile Crek
Canada
Western Canada
Alberta
Red Der
River
Kananaski River
Bow River
British Columbia
Blaeberry River
Upper Fraser River
Adas River
Clearwater River
Elao-Squamish Rivers
Soo River
Capilano River
Chillwach River
Fraser River
Nahatlatch River
Chicoltin River
Babine River
Stikine River
Canada occidentale
Nahanni River
Maligne
Athabaska
Sunwapta River
Brazeau
Toby
Kicking River
Kooteng River
Bull River
Columbia River
Cheakmus
Elaho
Thompson
Yukon River
Eastern Canada
Ontario-Quebec
Ottawa River
Quebec
Rouge River
Jacques Cartier River
Batiscan River
Magpie River
Ontario
Madawaska River
Stati Uniti D’America U.S.A.)
Western United States
Indaho
Middle Fork Salomon River
Salmon River
Selwai River
North Fork
Snake River, Hells Canyon (Indhao, Oregon, Washington)
Payette River
Wyoming
Snake River
Montana
Yellowstone River
Clark Fork River
Flathead River
Colorado
Roaring Fork River
Upper Colorado River
Arkansas River
Animas River
Gren River (Colorado-Utah)
Yampa River
New Mexico
Rio Grande
Rio Chama
Utah
Colorado River, Westwater Canyon
Colorado River, Cataract Canyon
Sant’Juan River
Arizona
Colorado River, Gran Canyon
Texas-Mexico
Lower Rio Grande
California
Kern River
Kings River
Toulunme River
South Fork American River
Trinity River
Klamath River
Oregon
Rogue River
Clackmas River
Deschutes River
Washington
Skykomish River
Wenatchee River
Northeastern United States
Maine
Kennebec River
Dead River
Penobscot River, west Branch
New Hampishire
Swift River
Vermont
West River
Massachussetts
Deerfeld River
Connectticut
Farmington River
Housatonic River
New York
Hudson River
Moose River
Sacandanga River
Blak River
Genesee River
Niagara Gorge
Dealaware River (Pennsylvania-New York)
Pennsylvania
Pine Crek
Lehigh River
Low and Middle Youghiogheny Rivers
Southeastern United States
Maryland
Upper Youghighenr River
West Virginia
Cheat River
Tygart River
Potomac River(Maryland-Virginia)
Potomac River, South Branch
Shenandoah River
New River
Gauley River
Lower Meadow River
Greebrier River
Virginia
James River
Russel Fork(Virginia-Kentucky)
Kentuck
Cumberland north Fork
Big Sout Fork(Tennesse-Kuntucky)
Nord Carolina-Tennesse
Watauga River
Nolichucky River
North Carolina
French Broad River
Big Laurel Crek
Wilson Creek River
Linville River
Green River
Natahala River
Tennesse
Pigeon River
Hiwassee River
Ocoee River
Georgia-Sout Carolina
Chattoga River
Georgia
Chattahoochee River
Midestern United States
Wisconsin
Wolf River
Red River
Oeshtigo River
Minnesota River (Wisconsin -Minnesota)
Minnesota
Presque Isle River
Kettle River
Arkansas
Cossatot Shut-Ins
Buffalo River
Missouri
St. Francis River
Messico
Rio Santa Cruz
Rio El Real
Rio Santa Maria
Rio Moctezuma
Rio Yaqui
Rio Urique
Rio Mezquital
Regione di Veracruz
Rio Antigua
Rio Actopan
Rio Filo-Bobos
Regione del Chiapas
Rio Usumacinta (Messico - Guatemala)
Rio Yatate
Rio Agua Azul e Shumulja
Honduras
Rio Cangrejal
Costa Rica
Rio Reventazon
Rio Pacare
Rio General
Rio Sarapiqui
Rio Corobici
Columbia
Magdalena (Tratto superiore)
Mazamoras
Naranjo
Sombrero
Cauca (Tratto superiore)
Rio Frio
Rio Pedras
San Jaun (Tratto superiore)
Perù
Maragon
Ucayli
Rio Apurimac
Rio Colca
Gran Canyon del Colca
Rio Urubamba
Rio Tono
Vilcanota
Rio Tabopata
Argentina
Rio Mendosa
Ecuador
Rio Toachi
Rio Quijos
Cile
Rio Bio-Bio
Maipo
Juncal
Maule
Renegado
Truful
Rio Rilge
Maichin
Fay
Nuble
Rio Tascura (Pucon)
Fui
Seven Teacups (Las Siete Tazas)
Patagonia Cilena
Rio Baker
Rio Futaleufu
Rio Esplosion
Rio Azu
CONTINENTE ASIATICO
Urbekistan
Charthal River
Russia
Bol’shoy Zelenchuk River
Nepal
Sun Kosi
Indrawati River
Bhote Kosi
Tamba Kosi
Trisuli River
Marsyandi River
Seti River
Kali Gandaki River
Karnali River
Tamor
Arun
India
Upper Ganges River
Beas River
Zanskar
Tasrap
Giappone
Zagara-Gawa
Yoshino-Gava (Shikoku)
AUSTRALASIA
Fiji
Navua River
Indonesia
Alan River
Bali
Ayung River
Irian River
Baliem River
Australia - Cairns Atea - Queensland
Tully River
Barron River
Herbet River
North Johnston River
East - Central Australia - New South Wales
Nynboida River
Clarence River
Gwydir River
Southeastern Australia - New South Wales
Murray River
Victoria
Snowy River
Mitchel River
Thomson River
Tasmania
Franklin River
South River
New Zeland-Nort Usland
Motu River
Wairoa River
Kaituna River
Rangitaki River
Tongarico River
Rangitikei River
Wanganui River
New Zeland-South Island
Shoter River
Kawarau River
Buller River
Clarence River
Karamea River
Rangitata River
Trieri River
Lansbough River
NOTE TECNICHE GENERALI NELLE SCHEDE MONOGRAFICHE
Nella descrizione degli itinerari, si è fatto riferimento a uno schema uniforme che si articola nei punti di seguito illustrati.
- Descrizione generale: consiste nel riassumere brevemente le principali informazioni che il canoista deve conoscere per farsi un'idea del tipo di fiume che si appresta a discendere. E' indicata la posizione idrografica, la possibilità di campeggio libero o organizzato, gli aspetti ambientali rilevanti della valle o della regione, con particolare riferimento alla cultura, alla flora e alla fauna e alla presenza o meno di parchi regionali o nazionali.
- La partenza: è indicato il punto più idoneo per iniziare la discesa e il percorso in auto più breve per raggiungerlo. Questo di solito coincide con un ponte sul fiume oppure con un parcheggio vicino al fiume, dove è comodo lasciare l'auto per tutta la durata della discesa.
- L'arrivo: è indicato il punto più idoneo per terminare la discesa. Di solito come per la partenza, questo punto coincide con un ponte o con un parcheggio per auto. A volte la discesa può anche terminare nel sito di un campeggio, dove si è deciso di pernottare.
- Pericoli particolari: sono pochi i percorsi che non nascondono delle insidie. Vanno evitati il più possibile. Di volta in volta sono elencati quelli che si reputano sia i più gravi, anche se è la capacità e l'esperienza del canoista a saperli riconoscere in tempo.
- Difficoltà: per la classificazione delle difficoltà è stata scelta la scala internazionale che va dalla classe 1, alla classe 6. La graduatoria stabilita dalla Federazione Internazionale di Canoa-Kayak, si riferisce soltanto alle difficoltà legate al fiume. La classificazione è suscettibile di modifiche ed è puramente teorica. L'ambiente del fiume è in continuo mutamento, sia a causa delle variazioni di livello dell'acqua, sia a causa dell'intervento dell'uomo. In questa graduatoria resta sempre una parte di soggettività legata al livello tecnico del praticante e all'evoluzione delle attrezzature e delle pratiche sportive. La valutazione del grado di difficoltà di un fiume richiede sempre la massima attenzione. Durante la discesa bisognerà poi tenere presente alcuni parametri che non sono presi in considerazione nella classificazione delle difficoltà, quali: la durata del percorso, le condizioni meteo, l'isolamento in gole.
- Periodo favorevole: è indicato il mese o la stagione più favorevole per la discesa.
- Idrometro: dove sul fiume esisteva al momento della discesa un idrometro, è indicata la lettura riscontrata. Si tenga presente che queste scale, spesso sono danneggiate dalle alluvioni. In altri casi, le scale idrometriche sono state sostituite con letture automatiche mediante puntatori laser, costantemente collegati con una centrale operativa. Questi puntatori sono riconoscibili per il pannello fotovoltaico che li alimenta.
- Imbarcazioni: di volta in volta sono indicate le imbarcazioni più idonee per effettuare la discesa. Se sul posto esistono delle strutture commerciali con rafting, queste sono elencate.
- Cartografia: sono elencate di volta in volta le carte turistiche, fluviali, e le guide di canoa italiane o straniere, dove tale itinerario è descritto. Per una documentazione più dettagliata vedi bibliografia.
DIZIONARIO DEI TERMINI TECNICO – SPORTIVI PIÙ USATI
Di seguito sono indicati per ordine alfabetico, i termini tecnico-sportivi utilizzati nelle discipline Outdoor della canoa-kayak.
- Aggancio: manovra utilizzata per agevolare la rotazione in curva della canoa
- Angolo d'attacco: angolo tra la barca e la direzione della corrente
- Appoggio: manovra tecnica della pagaiata che permette di ristabilire l'equilibrio della canoa
- Centro di rotazione: manovra per far girare una canoa o un kayak fermo
- Corrente di morta: caratteristica della morta è quella che l'acqua si muove in direzione opposta a quella della corrente principale
- Entrata in corrente: manovra per fare spostare il kayak o la canoa da una zona di morta alla corrente principale
- Cravatta: incastro della canoa tra due massi o contro un ostacolo
- Eskimo: manovra tecnica che consiste nel raddrizzamento della canoa dopo il capovolgimento, utilizzando l'effetto portante della parte concava della pagaia sull'acqua
- Eskimo Pawlatta: particolare tipo d'eskimo in cui nella fase di raddrizzamento si usa la pala in tutta la sua lunghezza
- Eskimo sotto pressione: detto anche eskimo da combattimento. Sviluppare questa tecnica, permette di raddrizzarsi in condizioni di stress mentale o fisico
- Getto: termine che sta a indicare la linea d'acqua in movimento, che presenta due vistose morte ai lati
- Incrocio alto: manovra durante la quale si usa la zona a monte di una morta per passare da un lato all'altro della corrente
- Linea di carena: linea immaginaria che passa perpendicolarmente alla canoa o al kayak, attraverso i fianchi di una canoa
- Linea di morta; linea di confine tra la morta e la corrente principale. A volte questa linea può essere ben definita, altre volte vagamente intuibile
- Mezzo eskimo: usato nella fase di raddrizzamento nella tecnica dell'eskimo, durante il quale si cade e ci si raddrizza dal medesimo lato
- Morta: tratto d'acqua relativamente calma posta dietro ad un ostacolo
- Pagaiata a J: tecnica usata in canoa per avanzare, le due fasi di propulsione governo sono combinate per formare un'unica azione
- Pagaiata canadese: particolare tecnica in cui la fase di governo è completata sollevando la pala fuori dell'acqua
- Pagaiata di caccia: particolare tipo di pagaiata in avanti che implica lo spostamento silenzioso e di taglio della pagaia in acqua
- Pagaiata della squaw o pagaiata semplice: colpo di base che è dato alla pagaia per fare avanzare la canoa o il kayak
- Pagaie semplici o asimmetriche: attrezzi usati per muovere, governare, e controllare una canoa o un kayak. La pagaia asimmetrica, è usata da chi partecipa a competizioni su acqua piatta e da chi pratica lo sport della canoa marina
- Pala asciutta o pala bagnata: definizione della pala attiva in opposizione alla pala asciutta, quella che non è usata durante l'esecuzione di un determinato colpo
- Pancia: appellativo dato alla curvatura della chiglia di una canoa o di un kayak
- Pausa di preparazione: fase essenziale nella manovra dell'eskimo, durante la quale ci si concentra prima di rigirarsi. E' detta anche eskimo esitante o Matra, frase che può essere ripetuta durante l'eskimo per concentrarsi e preparare un'azione che non risulti affrettata
- Propulsione di poppa: colpo applicato all'altezza della parte posteriore della poppa per spostare lateralmente la poppa stessa e allontanarla dalla pagaiata
- Punto d'equilibrio: limite massimo d'inclinazione oltre la quale non si può inclinare l'imbarcazione senza capovolgerla
- Retrospazzata: tecnica di pagaiata che inizia all'estremità posteriore dell'imbarcazione e arriva fino all'estremità anteriore della stessa
- Richiamo di punta: manovra tecnica effettuata con la pagaia immersa verticalmente per richiamare la parte anteriore della canoa
SICUREZZA IN CANOA-KAYAK
Lo sport della canoa-kayak-rafting, che si pratica all'aria aperta, ha registrato in questi ultimi anni un discreto successo. L'avventura del gioco con l'acqua viva attira sempre di più i giovani. Questo sviluppo però ha contribuito ad aumentare i problemi legati alla sicurezza. Numerosi sono stati i progressi tecnici nella realizzazione di imbarcazioni sempre più sicure.
Prestazioni elevate però esigono:
- alte misure di sicurezza
- ottima formazione tecnica
- condizioni fisiche ottimali
Purtroppo si deve costatare che le misure di sicurezza sono messe in atto solo raramente. Molti incidenti occorrono su fiumi facili da parte di principianti, che annegano quando le imbarcazioni sono lasciate. Vi sono meno incidenti sui fiumi difficili. Questo si spiega con il fatto che i canoisti più bravi, sono anche meglio preparati nell'equipaggiamento, nel comportamento e nelle conoscenze delle norme di sicurezza. I problemi arrivano dagli autodidatti, ai quali mancano le conoscenze di base e le regole sulla sicurezza. Il canoista non può essere un autodidatta.
Gli sport dell'acqua viva, canoa, kayak, rafting, hydrospeed, comprendono un certo numero di fattori imponderabili, ma non sono sport pericolosi se sono fatti a conoscenza di causa. Gli incidenti non capitano mai per caso ma sono provocati. Il miglior sistema per acquisire le conoscenze tecniche è quello di seguire dei corsi presso le organizzazioni commerciali. Contrariamente a quanto si potrebbe credere la canoa-kayak non è uno sport per singoli, ma di squadra. Saper nuotare bene nel fiume, e possedere le norme elementari del salvataggio, devono far parte di tutti i canoisti.
La nozione di sicurezza è relativa e non può certo essere resa obbligatoria mediante dei regolamenti. L'esperienza personale, il carattere e la capacità del canoista, sono elementi che compongono il quadro reale della sicurezza.
Risorse web:
https://www.google.com/search?q=la+sicurezza+in+canoa%2Ckayak&oq=la+sicurezza+in+canoa%2Ckayak&aqs=chrome..69i57j0.20322j1j4&sourceid=chrome&ie=UTF-8
LA SEGNALETICA NELLA WHITEWATER RIVER
La non conoscenza della segnaletica e la mancanza di dialogo tra i whitewater rivers runners, è stata negli anni scorsi una delle principali cause degli incidenti sui fiumi e sui torrenti di tutto il mondo.
Figura 1 - Cartina con indicati i segnali della whitewater river.
Oggi questa lacuna in parte si è colmata con l'impegno di tutti, ma rimane ancora molto da fare, specialmente in Italia, dove pochi conoscono e applicano durante le discese questa segnaletica.
I segnali rappresentano una comunicazione convenzionale. Di fondamentale importanza, prima di iniziare la discesa, rimane il ripasso della segnaletica, in modo che all'occorrenza tutti i partecipanti del gruppo usino lo stesso codice di comunicazione, fatto con le mani e con la pagaia.
I segnali sono stati concepiti per essere semplici: cioè devono dare la possibilità di fare i segnali con facilità ed usando meno parti del corpo possibile.
Risorse web:
https://www.google.com/search?q=la+segnaletica+nella+whitewater+river&oq=la+segnaletica+nella+whitewater+river&aqs=chrome..69i57.23598j0j9&sourceid=chrome&ie=UTF-8
RIVER AGENDA ALPINE SPACE
GESTIONE DEI BACINI FLUVIALI ALPINI
E SVILUPPO SOSTENIBILE
- Gestione dei bacini fluviali, difesa delle inondazioni, e sviluppo sostenibile dei bacini fluviali.
Esperti di gestione idrica stanno lavorando per fornire contributi strategici alla gestione dei bacini fluviali, perfezionando una serie di bacini fluviali campione nell'ambito di uno studio analitico per sviluppare e testare nuovi metodi di strategie di gestione dei bacini fluviali.
Si tratta dei bacini fluviali dei seguenti paesi alpini:
- Dròme (F)
- Rodano (F, CH)
- Achen (G)
- Grossache (A)
- Saalach (G, A)
- Mur (A, SLO)
- Raab (A)
- Isarco superiore e Ahr inferiore (I)
- Moll e Gurk (A).
- Obbiettivi
La pressione crescente sull'utilizzo delle risorse e un potenziale di danno sempre maggiore nelle valli fluviali dell'arco alpino, hanno portato le autorità per la gestione idrica, i responsabili comunali e gli scienziati dei sei paesi alpini a valutare congiuntamente nuove strategie volte ad una difesa a lungo termine. Il progetto River Basic Agenda, intende fornire nuovi stimoli ed idee, attuando una gestione intensiva e ponderata dei bacini fluviali secondo il modello proposto, per una risoluzione dei conflitti tra le diverse esigenze di difesa ecologica, acquatica e sviluppo spaziale. Esperti di gestione idrica stanno lavorando per fornire contributi strategici alla gestione dei bacini fluviali, perfezionando una serie di bacini fluviali campione nell'ambito di uno studio analitico per sviluppare e testare nuovi metodi di strategie di gestione dei bacini fluviali. Si tratta dei bacini fluviali di Dròme (F), Rodano (F,CH), Achen (G), Grossache (A), Saalach (G,A), Mur (A,SLO), Raab (A), Isarco superiore e Ahr inferiore (I), Moll e Gurk (A).
Questi bacini, sono accumunati da carenze di spazio, utilizzi diversificati e in parte contraddittori e alta pressione sull'utilizzo delle risorse. I bacini fluviali campione, hanno fornito dati utili e hanno stimolato approcci innovativi, per la ricerca di nuove strategie che tengano in considerazione sia la difesa delle inondazioni, sia la pianificazione spaziale. Lo stato di avanzamento di questo progetto è stato discusso nel corso di tre conferenze transnazionali, denominate dialogo sui bacini fluviali alpini. Uno dei temi centrali delle conferenze riguardava la disponibilità delle risorse spaziali. Sulla base delle tre conferenze e delle esperienze condivise dai patner, durante i regolari incontri di lavoro, sono state redatte e pubblicate le relazioni complete dei quadri concettuali, dei modelli e degli studi dettagliati sviluppati nei singoli bacini fluviali campione. E' stato inoltre sviluppato un modello per la pianificazione della gestione dei bacini fluviali nello spazio alpino, frutto dei progetti pilota, della condivisione delle esperienze e dei dibattiti svoltosi nell'ambito del progetto. L'obiettivo è di fornire uno stimolo e una guida agli sviluppi regionali del settore della pianificazione della gestione idrica sostenibile. E' stata inoltre realizzata una mostra itinerante costituita da quindici poster che illustrano le tematiche relative alla gestione dei bacini fluviali, unitamente ad una presentazione dei bacini fluviali campione. Questo progetto fornirà in futuro un importante contributo all'attuazione della direttiva europea denominata Direttiva Quadro sull'Acqua e allo sviluppo della gestione idrica nell'ambito della convenzione sulle Alpi. Le diverse misure attuate nei bacini fluviali hanno costituito un input innovativo, determinando un miglioramento della previsione e della difesa dalle inondazioni, coniugando economia ed ecologia, e contribuendo alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica verso la necessità di una migliore gestione dei bacini fluviali.
Budget totale in euro: 3.314.985
Capofila del progetto: Bayerisches Staatsminsterium fur Umwelt, Gesundheit und Verbraucherschultz (D)
Altri patner del progetto: Land Kamten (A), Land Salzburg (A), Land Steimark (A), Land Tirol (A), Provincia A. di Bolzano (I), Comune di Budoia (I), GRAIE (F), MOP ARSO (SLO), EAWAG (CH)
Risorse web:
https://www.google.com/search?q=RIVER+AGENDA+ALPINE+SPACE&oq=RIVER+AGENDA+ALPINE+SPACE&aqs=chrome..69i57j33.8227j0j9&sourceid=chrome&ie=UTF-8
PRIORITÀ DA ATTUARE PER LA SALVAGUARDIA DALLO SFRUTTAMENTO ECCESSIVO DEI CORSI D’ACQUA.
Di seguito sono elencate quelle che dovrebbero essere le priorità da attuare mediante la sinergia tra gli enti pubblici interessati, per la salvaguardia dallo sfruttamento eccessivo dei corsi d’acqua.
- L’immediata sospensione del rilascio di nuove concessioni e autorizzazioni per impianti idroelettrici su acque superficiali, comprese quelle attualmente in istruttoria, a cominciare dai procedimenti in itinere che ricadono nei siti non idonei
individuati nelle varie Regioni, ad esclusione di tipologie e contesti circoscritti da individuare con apposito elenco (es. la valorizzazione dei deflussi nelle reti di acquedotto e fognatura, il recupero di ruote idrauliche di antichi opifici di particolare valore testimoniale, lo sfruttamento del reticolo minuto in aree remote quali rifugi alpini, ecc.).
- La contemporanea revisione degli strumenti d’incentivo da mantenere solo per impianti che soddisfino tutti i requisiti di tutela dei corsi d’acqua e della biodiversità.
- La contestuale apertura di un tavolo di confronto a livello nazionale, esteso anche ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste, pesca-sportive, culturali e tecnico-scientifiche, accomunate dall’avere tra gli scopi statutari la conservazione e il miglioramento dei corsi d’acqua e della biodiversità, con lo scopo di valutare le migliori modalità per ridurre l’impatto delle centrali idroelettriche esistenti e minimizzare quello di eventuali nuovi impianti.
- Che i Piani di Gestione dei distretti idrografici stabiliscano tangibili politiche di risparmio nell’uso del bene idrico e nel frattempo prevedano programmi di misure tesi alla riqualificazione dei corsi d’acqua e, più in generale, del bene comune dell’acqua.
- Che sia attuato un processo rigoroso di valutazione dell’impatto ambientale, e che si considerino in modo esplicito gli impatti cumulativi dei progetti che incidono su uno stesso bacino imbrifero, compresi gli impatti causati da attività esterne alla produzione idroelettrica (come le derivazioni a scopo irriguo e gli interventi di artificializzazione degli alvei); che siano inoltre analizzati in modo esplicito gli effetti dei previsti impianti di produzione idroelettrica sugli elementi che valutano lo stato ecologico dei corpi idrici.
- Che sia superato il concetto attuale di DMV (Deflusso Minimo Vitale) a favore di quello di deflusso ecologico e cioè di una regola di rilascio che sia realmente in grado di garantire il mantenimento degli obiettivi di qualità ecologica.
- Che sia significativamente migliorato il livello di controllo dell’effettivo rispetto dei deflussi rilasciati in alveo e delle altre misure di mitigazione e che le sanzioni previste dalla normativa siano effettivamente applicate in caso di comportamento fraudolento.
- Che la procedura di confronto sui Piani di Gestione dei bacini idrografici sia mantenuta aperta e condivisa a tutti i soggetti portatori d’interessi sociali ed economici; in particolare che presso ogni Regione e Provincia autonoma sia istituito un tavolo di confronto pubblico permanente tra tutti i cittadini sensibili alla tematica e i portatori d’interesse, in specifico accompagnamento a ogni momento decisionale relativo alla gestione delle risorse idriche, come contemplato dalle direttive europee, che prevedono allargati processi partecipativi al governo del territorio.
- Che i corsi d’acqua, e in particolare quelli di montagna, siano considerati un patrimonio di biodiversità, di valori ambientali e paesaggistici da tutelare piuttosto che una semplice risorsa da sfruttare in modo intensivo e indiscriminato. Una risorsa preziosa per il paesaggio in grado di favorire un turismo ricreativo alternativo e meno impattante anche in ambito fluviale, creando nel frattempo, grazie alla conservazione del bene, uno sviluppo economico e sociale armonico del territorio.
- Che sia messo in discussione l’articolato normativo secondo il quale le opere per la realizzazione degli impianti idroelettrici, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all´esercizio degli stessi impianti, siano di pubblica utilità, indifferibili e urgenti.
- Che si tenga conto dell’Articolo 9 della Costituzione, e soprattutto del recente pronunciamento del Consiglio di Stato, sez. IV, 29 aprile 2014, n. 2222, che ribadisce come il paesaggio
sia bene primario e assoluto e che la sua tutela sia quindi prevalente su qualsiasi altro interesse giuridicamente rilevante, sia di carattere pubblico sia privato.
- Che all’interno del confronto che vede protagonisti l’Unione Europea e lo Stato Italiano nella proposta e attuazione della Macroregione Alpina, si preveda un capitolo d’impegno comunitario che salvaguardi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo i corsi d’acqua.
Risorse web:
https://www.google.com/search?q=lo+sfruttamento+dei+corsi+d%27acqua&oq=lo+sfruttamento+dei+corsi+d%27acqua&aqs=chrome..69i57j69i64.20465j0j9&sourceid=chrome&ie=UTF-8
STORIA DELLA CANOA -KAYAK
RAFTING – HYDROSPEED – FLOATING
TUBING – SUP (Stand-Up-Paddling)
E
STORIA DELL’ESKIMO
Kayak: l'imbarcazione d'origine artica era usata dagli eschimesi per la caccia, era lunga 8 metri. Si ipotizza che furono gli eschimesi che per necessità di sopravvivenza inventarono la tecnica del raddrizzamento, anche se molti storici sostengono a ragione che la maggior parte delle popolazioni artiche e sub artiche non fosse capace di eseguire l’eskimo roll. Infatti, meno del 35% dei kayaker Inuit sapeva eseguire l’eskimo roll, com’è dimostrato da uno studio del 1911 su un campione di oltre 2.000 kayaker Inuit intervistati, quando ancora il kayak era un mezzo di sopravvivenza per le popolazioni locali. Altri popoli artici e sub artici probabilmente non avevano neppure mai ipotizzato di poter compiere una manovra di raddrizzamento, così come non era nota a noi occidentali, nonostante avessimo anche sandolini pontati. Nel 1800 s’iniziarono a coprire gli scafi dei sandolini, soprattutto quelli da gara, non prendendo spunto dai kayak artici e sub artici ma dalle barche da canottaggio da regata. Ne furono creati diverse varietà, dai Korkayak dei Chukchi, agli Umiat degli Auletini, Yuit e Inuit, in tutto circa sessanta varietà d’imbarcazioni. Oggi, gli studiosi di storia del kayak eschimese, le hanno suddivise in dodici grandi famiglie, in base al loro utilizzo, alle tecniche di caccia e alla facilità di trovare il legname adatto alla loro costruzione. Gli eschimesi Aleutini -il cui nome deriva dalla parola chukchi, che significa nella loro lingua isolani
, sono una famiglia degli Inuit, con i quali condividono comuni radici linguistiche -furono molto abili come pagaiatori in acque mosse, avendo dovuto affrontare in Groenlandia, le terribili condizioni climatiche e le tempeste del Mare di Bering; il loro kayak denominato Bajdarka con la sua prua bifida era un gioiello d’ingegneria nautica.
Risorse web:
https://www.amazon.it/Aleutian-Kayak-Construction-Traditional-Seagoing/dp/0070078939/ref=zg_bs_1346703031_93?_encoding=UTF8&psc=1&refRID=XVT47GH3M48C49H28C7P
Sappiamo invece poco della loro tecnica di pagaiata e di conduzione di queste imbarcazioni. Essi occupano tuttora, la catena d’isole che formano il ponte fra la Siberia e l’Alaska, attraverso il quale, i loro antenati, arrivarono per la prima volta nell’Emisfero Occidentale, circa quindici mila anni fa.
Nel 1767, l’esploratore inglese David Crantz, nel suo libro dal titolo History of Greenland
ci fa un’ampia descrizione della tecnica di eskimo degli eschimesi della Groenlandia, mentre circa un secolo dopo nel 1893, l’esploratore Fridof Nansen, con il libro Eskimo Life
- con belle pagine correlate di molti disegni - ci fornisce ulteriori testimonianze. Preziosi furono poi gli scritti di Joelle Robert Lamblin, all’inizio del 1900, che riprende in modo dettagliato le tecniche di eskimo dei cacciatori groenlandesi. In Groenlandia, sulla costa est nella regione di Angmagssallik, i kayak raggiunsero alti livelli di specializzazione per la caccia alla foca. Gli eschimesi che vivevano nell’attuale Canada, gli Ammassalimiut, raggiunsero alti livelli di tecnica, sia nella costruzione dei kayak, che nella manovra di eskimo - al fine di recuperare la posizione dopo il capovolgimento - per non correre il rischio di rimanere impigliati nella lunga corda che portava l’arpione, usato per la caccia alle foche e agli animali marini. Molte di queste manovre di eskimo, furono trasmesse da un cacciatore di foche, un certo Manasse Mathaeussen, che prima di morire, trasmise alle generazioni future le sue conoscenze, facendo si che queste tecniche non fossero cancellate per sempre con l’avvento delle imbarcazioni a motore.
Il kayak si diffonde ed è conosciuto in Europa per merito di Gino Watkins, a capo della British Artic Air Route Espedition del 1931. Egli fu il primo europeo a essere accettato come allievo dai nativi groenlandesi, imparando da questi le diverse tecniche di caccia. Morì proprio durante una battuta di caccia in solitario. Le sue osservazioni furono riprese dall’amico F. Spencer Chapman nel suo libro Watkins’ Last Expedition
, e anche con un filmato. In tempi recenti, la fondazione in Groenlandia, Qaannat Kattuffiat
e la successiva fusione con la Qajaqusa
, con il lavoro di Greg Stammer in USA, hanno dato un notevole impulso al recupero dell’antico mondo del kayak artico.
Questa imbarcazione è descritta per la prima volta nel 1619 con il nome umiak. Si deve aspettare il 1959 quando Kenneth Taylor, detto Ken, andò a Illorsuit in Groenlandia per studiare i kayak Inuit per la sua tesi di dottorato e riportò in Gran Bretagna un kayak locale. Nel 1964 un certo Duncan Winning studiò il kayak di Ken, mentre Geoffrey Blackford, allora responsabile del settore canoa presso il Centro Calshot sul Solent, ottenne i disegni del kayak e nel 1971, decise di costruirne uno in legno. Rispetto ai disegni originali, aumentò la lunghezza di 9 pollici e cambiò la punta e la coda, mantenendole rialzate. Inoltre, per ospitare le corporature europee, elevò il ponte e aumentò la dimensione del pozzetto. Il kayak fu chiamato Anas Acuta, ovvero il nome latino dell’anatra Codone Comune. L’Anas Acuta suscitò grande interesse, al punto che in breve tempo fu molto apprezzato dai kayaker del Regno Unito. Per passare dalla fase prototipale a quella produttiva, Geoffrey Blackford coinvolse Carl Quaife e Alan Byde per realizzare gli stampi in vetroresina e passare alla produzione dell’Anas Acuta in vetroresina. Nel 1970 Frank Goodman fondò a Nottingham in Inghilterra il cantiere Valley Canoe Product, conosciuto come Valley, per produrre kayak da mare in vetroresina, e fu il primo cantiere al mondo a produrre e commercializzare kayak specifici per il mare. Nel 1972 Valley avviò la produzione dell’Anas Acuta su licenza di Geoffrey Blackford, Carl Quaife e Alan Byde. L’alpinista britannico Colin Mortlock progettò una spedizione che avrebbe impiegato l’Anas Acuta per costeggiare i fiordi artici della Norvegia con arrivo a Nordkapp. Durante il test del kayak, che avvenne nel 1974, circumnavigando l'isola di Skye in Gran Bretagna, Colin Mortlock si rese conto che lo spazio per stivare il bagaglio era troppo limitato. Per questo nel 1975 Frank Goodman progettò un nuovo kayak da spedizione che disponesse di molto più volume, partendo dalle linee dell'Anas Acuta. Il kayak che realizzò lo chiamò Nordkapp. Questo kayak si distingue per una chiglia a V, spigoli morbidi e un profilo che richiama i kayak groenlandesi, oggi conosciuto nel mondo come The British Style. Di questo kayak ne sono state fatte numerose versioni.
I kayak delle popolazioni artiche e sub artiche americane sono derivati dai kayak delle popolazioni artiche e subartiche siberiane. Le popolazioni artiche e subartiche americane provennero per migrazioni successive nel corso dei millenni dalla Siberia, dove probabilmente da molto tempo, erano in uso kayak pontati in pelle e telaio in osso/legno, per quanto con forme diverse, così come sono molto diversi tra loro i kayak in uso dalle diverse popolazioni artiche e sub artiche americane.
I kayak artici dell’America settentrionale e in particolare quelli groenlandesi, erano noti ai balenieri europei già dal 1500 e alcuni di questi erano stati portati in Europa come mera curiosità, talvolta importando pure i kayaker per dare spettacolo con eskimi roll; alcuni di questi kayak finirono addirittura esposti nei musei. Un kayak da acque bianche attuale ha veramente poco a che spartire con un Iqiax delle Isole Aleutine, ma storicamente parlando, il Qajaq groenlandese, che è nipote dell'Iqiax, è stato quanto meno una fonte d’ispirazione per la costruzione del kayak marino moderno la cui esperienze è stata riportata poi nei progetti dei kayak da fiume.
Risorse web:
https://www.google.com/search?q=-+Kayak%3A&oq=-%09Kayak%3A&aqs=chrome..69i57j0l4j69i65l3.7559j0j9&sourceid=chrome&ie=UTF-8
Canoa: d'origine nordamericana, è descritta per la prima volta nel 1535 da un certo James Caertier. Più tardi nel 1630 il barone Hontau ci fornisce ampie descrizioni sul peso, larghezza e lunghezza. Queste imbarcazioni erano usate principalmente sui fiumi e sui laghi del Nord America. Nella metà del 1800 in una zona del Nord America, vi furono alcuni occidentali che iniziarono a costruire canoe a uso ricreativo in stile di quelle dei nativi di quella zona, che erano diverse da quelle che altri occidentali in precedenza costruivano per trasportare pellami e merci fino ai velieri che salpavano per l’Europa, e che erano costruite con le tecniche proprie dei nativi e ne ricopiavano le forme. Anche gli scafi delle canoe ricreative realizzate dalla metà del 1800 erano analoghi nelle forme a quelli dei nativi di quella zona specifica del Canada ma le tecniche costruttive erano rivoluzionarie: al posto della corteccia di betulla fu introdotta la tela impermeabilizzata. Tali canoe nel tempo si evolsero per soddisfare esigenze ricreative diverse da quelle dei nativi e queste forme indubbiamente le ritroviamo ancora in diversi modelli di canoe ricreative e da turismo di oggi.
La nascita della canoa-kayak in Europa avvenne con l'avvocato Mac Gregor, che fu il primo a introdurre nel 1850 queste imbarcazioni, con il quale percorse molti fiumi e laghi europei. Scrisse poi un libro che condensava tutte le sue esperienze dal titolo Un miller de milles dans le canoe Rob Roy. Questa imbarcazione è considerata la più anziana del continente europeo. In Occidente dopo il 1972 si realizzano kayak da mare in vari stili oltre a quello Inuit, che in molti casi non derivano da quest’ultimo e quando fu prodotto il primo kayak in stile Inuit, esistevano in Occidente già una moltitudine di modelli kayak progettati per usi diversi: dallo slalom alla discesa fluviale, dalla canoa polo all’acqua piatta, dal turismo alle spedizioni, dal ricreativo alle competizioni. I sandolini e il famoso Rob Roy, il kayak da crociera a pagaia doppia e a vela progettato nel 1865 da John Mac Gregor, prendendo ispirazione da uno dei modelli di canoe dei nativi del nord America piuttosto che da un kayak artico, si erano ormai più che evoluti: i sandolini nei kayak attuali e il Rob Roy in altri modelli di kayak a vela. Anche i kayak a vela in stile Rob Roy ebbero un momento di totale discontinuità nel 1877 nel Nord America, con l’invenzione di Paul Butler del sedile scorrevole che oltrepassava il ponte del kayak, consentendo di traslare il proprio peso molto al di fuori dello scafo per aumentare il braccio di leva per bilanciare l’azione del vento sulla vela. In questo modo riuscì a ridurre la larghezza dell’imbarcazione ed evitare di dover usare pesanti zavorre. Qualche canoe in stile Rob Roy è tuttora costruita per uso amatoriale.
Fu Alfred Henrich che introdusse canoe e canadesi nel 1880, ponendo le basi per la creazione nel 1882 della prima federazione di canoa. Nel 1863 a Budapest fu disputata la prima gara di kayak al mondo di cui si ha notizia. Notizie storiche anteriori al 1700 purtroppo sono assai rare. Nell’agonismo d’acqua piatta, per parecchio tempo le canoe mantennero lo stile delle canoe dei nativi di quella zona del Canada. Negli anni 1950 il danese Jørgen Samson progettò ex novo per Struer una canoa rivoluzionaria, che nulla aveva a che vedere con quelle precedenti, né con quelle dei nativi, né con quelle di altri popoli del mondo. Le canoe di oggi da competizione sono l’evoluzione di quella di Jørgen Samson ma non di quelle a essa precedenti. In modo analogo, le canoe da fiume da competizione, e per molti modelli di canoe da turismo, hanno tratto ispirazione da questa rivoluzione progettuale di Jørgen Samson.
La diffusione delle canoe e dei kayak fluviali in Europa fu rapida, tanto che nel 1911 in Francia si contavano oltre quattordici club affiliati alla Federazione Francese di Canoa-kayak, con oltre 300 praticanti. A poco a poco nascono federazioni in tutta Europa, a Roma nel 1938 nasce la Federazione Italiana di canoa-kayak, la FICK, con sede a Roma. Si affermano club titolati come quelli d'Ivrea, di Milano, che compiono discese d'alto livello su tutti i fiumi italiani ed esteri contribuendo a diffondere questo sport.
Risorse web:
https://www.google.com/search?q=La+nascita+della+canoa-kayak+in+Europa&oq=La+nascita+della+canoa-kayak+in+Europa&aqs=chrome..69i57.4929j0j9&sourceid=chrome&ie=UTF-8
Da segnalare in Italia, il cav. Guglielmo Granacci che profuse molte energie e tempo libero andando alla scoperta tra gli anni 1950 e 1975 con i compagni del canoa club Milano di cui era socio, di molti itinerari in Italia. Organizzatore infaticabile di raduni su tutti i fiumi italiani, si ricorda in particolare il raduno di una settimana, sui fiumi Tanaro, Corsaglia, Pesio, Ellero, Stura di Demonte, del cunese, nel periodo fine aprile-inizio maggio, che organizzò per circa quindici anni consecutivi, fino alla sua morte alla fine degli anni 90. Alla sua morte, il sig. Pirovano, detto "Gengis", altro grande personaggio della storia della canoa in Italia, fondò la F.I.C.T (Federazione Italiana Canoa Turistica) www.canoa.org, la più importante organizzazione di canoa turistica italiana, cui aderiscono molti club italiani.
Nel 1936, la canoa-kayak, entra a far parte per la prima volta nelle competizioni olimpiche, con le Olimpiadi di Berlino. Tra il 1934 e il 1936, in Francia, dove questo sport, considerando il grande sviluppo territoriale dei fiumi francesi, ha molti seguaci e praticanti, sono compiute le prime discese fluviali dei fiumi Isère, Verdon, Dordogna, Var. Al termine della seconda guerra mondiale, nel 1949, è organizzato, il primo campionato mondiale di slalom fluviale.
A partire poi dal 1950, in Francia, la nazione con il più alto numero in Europa di praticanti, nasce un gruppo denominato