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Guida curiosa di Cortina D'Ampezzo
Guida curiosa di Cortina D'Ampezzo
Guida curiosa di Cortina D'Ampezzo
E-book313 pagine3 ore

Guida curiosa di Cortina D'Ampezzo

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Info su questo ebook

Natura e sport, escursioni e passeggiate, storia e tradizioni nella perla delle Dolomiti

Chi ama la montagna ama Cortina d’Ampezzo. È uno dei luoghi più frequentati da alpinisti, sciatori e mountain biker, perché unisce la spettacolare collocazione nel cuore delle Dolomiti, patrimonio naturale dell’Unesco, a una tradizione ricettiva centenaria. Punta di diamante degli sportivi di montagna, Cortina ha ospitato i mondiali di sci del 2021 e, con Milano, sarà la sede delle Olimpiadi invernali del 2026. Questa preziosa guida si propone di accompagnare il visitatore in tutti gli aspetti di una vacanza ampezzana indimenticabile, coniugando curiosità, storia e divertimento, sia d’estate che d’inverno: non mancano le descrizioni delle piste da sci e da snowboard e un’ampia sezione dedicata alle escursioni, da quelle più impegnative con percorsi in ferrata a quelle adatte ai bambini e ai passeggini. In uno scenario incantevole, dominato da cime suggestive, come il Becco di Mezzodì, il Pomagagnon, le Cinque Torri, le Tofane, il Cristallo, scoprirete tutto il meglio che Cortina è in grado di offrire.

Le migliori escursioni a piedi e in bicicletta, le piste da sci e i consigli per vivere e scoprire Cortina

Una guida per scoprire aneddoti e curiosità sulla perla delle Dolomiti, indispensabile anche per chi la frequenta da anni. Con un’ampia panoramica delle attività sportive estive (ben 39 itinerari da percorrere a piedi e 8 in bicicletta) e invernali (la rassegna completa dei comprensori e delle piste da sci della conca ampezzana). E con tanti consigli utili per le famiglie con bambini.
Guido Cendali Pignatelli
è un manager di azienda, appassionato di montagna e delle Dolomiti d’Ampezzo. Sposato, con due figli, tiene da anni un diario delle passeggiate con note sulla praticabilità per famiglie con bambini piccoli.
Stefano Capinera
è un consulente di strategia aziendale. La sua famiglia frequenta Cortina sin dagli albori dell’era turistica della perla delle Dolomiti. È un punto di riferimento per gli amici, per la profonda conoscenza delle Dolomiti ampezzane, dal punto di vista sciistico, naturale del divertimento e dello sport.
Filippo Maria Savini
è un pilota di linea e istruttore di volo, passa da sempre le vacanze a Cortina e ama studiare la storia di questi luoghi, in particolare la prima guerra mondiale. È un grande organizzatore di passeggiate e possiede anche un’approfondita conoscenza dei ristoranti migliori.
Luca Barone
è dirigente di una banca privata e lavora sui mercati finanziari. Ama tutto quello che Cortina offre in ambito sportivo, ricreativo e gastronomico. 
LinguaItaliano
Data di uscita21 giu 2021
ISBN9788822745446
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    Anteprima del libro

    Guida curiosa di Cortina D'Ampezzo - Luca Barone

    Prefazione

    di Giovanni Malagò

    Accolgo con piacere la nascita di una guida dedicata a un luogo fantastico, legato a doppio filo con la mia storia personale. Ma è altrettanto forte il legame di questa località di montagna con lo sport. Cortina, infatti, non è soltanto quel gioiello incastonato nelle Dolomiti riconosciuto in tutto il mondo, ma la prima città olimpica del nostro Paese: una rarità che l’assegnazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2026 rende ancor più speciale poiché essa potrà tornare a vivere il sogno a cinque cerchi a distanza di settant’anni.

    Dai Giochi ai Giochi, la Regina delle Dolomiti ha regalato allo sport momenti indimenticabili, edizioni memorabili e un’eredità che si tramanda di generazione in generazione.

    Cortina e lo sport vivono da decenni un destino comune, come buoni compagni di viaggio lungo la storia della nostra Italia. Penso, da ultimo, ai Mondiali di sci alpino ospitati nel 2021, ennesimo esempio di quelle qualità organizzative che ci vengono riconosciute e che sono apprezzate a livello internazionale: un antipasto di quei Giochi che il nostro Paese, con il binomio Milano-Cortina, tornerà a vivere. I Mondiali di sci hanno offerto inoltre una cartolina unica inviata in tutto il Pianeta, un messaggio di speranza che ha portato un po’ di magia in un mondo chiuso in sé stesso a causa del lockdown e della pandemia da coronavirus.

    Cortina è un luogo che fa bene al cuore e all’anima, il simbolo di una natura che incanta, una storia d’amore che si intreccia allo sport e ne condivide purezza e bellezza. È un patrimonio di tutti noi che va valorizzato e preservato. Una gemma preziosa che questa Guida contribuisce a scoprire e a rendere fruibile a tutti.

    Giovanni Malagò

    Presidente del CONI

    CORTINA NELLA STORIA

    Perché Cortina è diventata la Perla delle Dolomiti

    Le caratteristiche principali e innegabili di Cortina sono tre: la prima è che la conca d’Ampezzo e le sue montagne sono le più belle al mondo, la seconda è che su Cortina da sempre aleggia un’aura di mondanità ed esclusività, la terza è la vocazione sportiva, che attrae appassionati di diverse discipline invernali ed estive, primo fra tutte, in ordine di tempo, l’alpinismo. Cosa ha portato un piccolo villaggio rurale, con tutte le sue frazioni, a diventare la regina incontrastata delle Alpi? Come detto, la sua bellezza, la ricchezza dei boschi, l’unicità delle vette e i meravigliosi alpeggi hanno fatto innamorare generazioni intere, che hanno scelto Cortina come meta per villeggiature estive e invernali.

    Sicuramente, il costo che a fine Ottocento comportava raggiungerla, con carrozze, con le prime corriere o con il treno, ha fatto sì che i primi ospiti fossero principalmente benestanti, appartenenti alla nobiltà o addirittura di sangue reale: la regina Margherita di Savoia infatti, che per la precisione alloggiava a Misurina, non essendo Cortina all’epoca ancora italiana, ha dato la spinta iniziale assieme a re Alberto

    I

    del Belgio, grande appassionato delle montagne cortinesi, presso le quali si recava tutte le estati. La regina Margherita di Savoia si rifugiò sulle Dolomiti dopo l’assassinio di suo marito re Umberto, e suo nipote, Umberto

    II

    , fu anch’egli un assiduo frequentatore, avendo oltretutto sposato Maria José, figlia di re Alberto

    I

    del Belgio.

    La prima spinta a una nuova forma economica alla fine dell’Ottocento è stata data dall’alpinismo, che nacque dalla eroicità delle imprese il cui eco inizialmente risuonava solo nella valle e nei suoi dintorni. Fu il viennese Paul Grohmann ad accendere la passione per le ascese, grazie al grande risalto che le sue scalate a Cortina ebbero a livello internazionale. Nel 1863, assieme a Checco da Melères, scalò la Tofana di Mezzo, e con altre impavide gesta, parlando ai suoi molti ammiratori, pubblicizzò gli incanti delle Dolomiti d’Ampezzo. Subito dopo, furono gli inglesi a diffondere notizie sulle bellezze di Cortina, valorizzando l’alpinismo dolomitico. Ad accompagnare questi primi estimatori, nelle loro imprese, erano sempre presenti le prime guide alpine d’Ampezzo, che ben presto acquistarono prestigio e grande considerazione: il loro coraggio assumeva aspetti mitologici nei racconti che venivano pubblicati sulle ascese delle Dolomiti. Il mondo europeo venne così attratto dalle meraviglie raccontate su Cortina.

    Un’ulteriore e definitiva spinta venne data dalla inaugurazione della ferrovia della Pusteria, nell’inverno del 1871, con la costruzione della stazione di Dobbiaco, voluta e finanziata dalla comunità d’Ampezzo. Alcune famiglie cortinesi dimostrarono di avere grande lungimiranza e un ottimo spirito imprenditoriale costruendo, in prossimità della stazione di Dobbiaco, l’osteria d’Ampezzo, per offrire un servizio ai viaggiatori diretti verso Cortina e per implementare il servizio postale. Questi pionieri erano Gaetano Ghedina, i Manaigo dell’hotel Posta e Giovanni Bauer.

    Una tappa storica importante è costituita dalla costruzione nel 1883 del primo rifugio della zona, sul Nuvolau. Il colonnello Von Meerheimb finanziò per intero i lavori, dopo essersi riabilitato da malattia grazie al clima, all’aria salubre e alla serenità della vita a Cortina.

    Le ascese continuano a susseguirsi e a diventare sempre più ardite: nel 1882 Bortolo Alverà e Pietro Dimai scalarono il monte Cristallo in inverno. All’inizio del Novecento, la guida alpina Angelo Dibona è una vera e propria star internazionale dell’alpinismo. Ricercatissimo, è il punto di riferimento, ad esempio, del re Alberto del Belgio, che contribuisce, come gli altri alpinisti di cui abbiamo parlato e tante altre guide alpine, all’affermazione di Cortina d’Ampezzo come meta turistica montana, tra le prime in Europa.

    Infatti, dai primi del Novecento e poi in maniera esponenziale al termine della prima guerra mondiale, Cortina aveva adeguato le strutture alberghiere al livello dei suoi ospiti. Veri e propri miti, che ancora oggi fanno mostra di sé, come l’hotel Cristallo, il Savoia, il Bellevue, il Victoria, il Concordia, il Miramonti.

    Umberto

    II

    di Savoia, nipote di Margherita, era un grande sportivo e si cimentava sia nello sci che nell’arrampicata, con guide di eccezione come Dibona. Fu un grandissimo promotore di iniziative sportive che poi diventeranno parte integrante della storia di Cortina d’Ampezzo. Altrettanto faceva il duca Amedeo d’Aosta, al quale è intitolato un rifugio delle Tofane, e la cui statua è visibile all’hotel Franceschi.

    L’evoluzione di queste prime imprese alpinistiche fu la fondazione, nel 1939, grazie a un gruppo di valorosi arrampicatori eredi proprio di Angelo Dibona e dei fratelli Dimai, dell’associazione alpinistica Scoiattoli, attiva ancora oggi. Per far parte dell’associazione è necessario presentare la patente di rocciatori di sesto grado e sesto superiore, che viene rilasciata da due associati che presentano il nuovo candidato dopo un rigoroso controllo. Occorre ricordare un membro illustre di questa associazione, che con un’impresa eroica assieme ad Achille Compagnoni conquistò il 31 luglio del 1954 il K2: il cortinese Lino Lacedelli.

    È convinzione comune che la spinta mondana finale sia stata data da Edda Ciano Mussolini, figlia del Duce, moglie di quel Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri, che era al centro della mondanità, della moda e del gossip degli anni Trenta. Così, scoprirono Cortina figure del calibro del maresciallo dell’aria Italo Balbo, che ovviamente arrivava in aereo, Gabriele D’Annunzio, Tommaso Marinetti: tutte personalità che alimentavano i sogni e le aspirazioni della gente comune, rappresentando dei veri e propri miti viventi. Si racconta che alla stazione si accalcavano i viandanti, per scorgere le personalità in arrivo, preannunciate dalle carrozze o dalle slitte, in fila in attesa di caricare gli ospiti e i loro voluminosi e pregiati bagagli.

    Storia a parte fanno alcuni esponenti di antiche famiglie, che frequentavano Cortina anche prima che assurgesse a capitale esclusiva delle montagne, come Guglielmo Marconi o la famiglia Cordero di Montezemolo, il conte Nuvoletti, i veneziani barone Franchetti e conte Lebreton ¹.

    Il divertimento era assicurato: sci, arrampicate, i primi slittini e bob, i circoli, la vita nei grandi e lussuosi alberghi, sempre all’avanguardia e pronti a stare al passo con le mode e le novità. Una di queste era il golf, che stava facendo presa in tutta Europa: non potendo mancare a Cortina, visti gli innumerevoli appassionati tra i villeggianti, fu costruito un campo a nove buche a tempo di record presso l’hotel Majestic Miramonti, campo che all’epoca primeggiò e fu un vero fiore all’occhiello per Cortina a livello europeo. Le attività erano innumerevoli: gare di regolarità per automobili, tennis, nuoto, mostre canine, tiro a volo, ricevimenti, balli, feste, bridge.

    A queste prime famiglie che scelsero Cortina come meta di vacanze, si sono aggiunte negli anni quelle degli industriali, che hanno contribuito alla ricostruzione del Paese nel secondo dopoguerra e che hanno sviluppato un legame ormai indissolubile con Cortina, facendo parte integrante della vita in Ampezzo.

    Tornando all’analisi delle motivazioni che hanno portato Cortina d’Ampezzo a diventare la Perla delle Dolomiti, occorre dare merito agli uomini e alle donne di Cortina d’Ampezzo di essere sempre stati pronti a seguire il passo dei tempi.

    La serietà delle persone, la chiarezza delle regole, l’intraprendenza delle storiche famiglie di albergatori cortinesi fecero sì che Cortina d’Ampezzo fosse sempre pronta a cogliere le opportunità che la bellezza dei luoghi e il destino le avevano riservato.

    La seconda metà dell’Ottocento, come vedremo più avanti, ha rappresentato la trasformazione storica di Cortina. Vi sono vari esempi dello scatto in avanti, quali la costruzione di strutture ricettive all’avanguardia ed estremamente capienti, l’istituzione della società cooperativa di consumo, e altre società, corporazioni, associazioni, che testimoniano l’abilità e la propensione della popolazione a far diventare Ampezzo una delle mete turistiche più famose del mondo.

    Le origini dello sci a Cortina

    Lo sci è nato in Norvegia, dove sono state ritrovate alcune antiche illustrazioni risalenti a qualche migliaio di anni fa. La parola sci deriva da due antichi vocaboli norvegesi: saa e suk, che indicavano l’attrezzo, ossia il pezzo di legno. Si trattava evidentemente di strumenti utilizzati per spostarsi sul terreno innevato e non certo per divertimento.

    A Cortina, il primo utilizzo degli sci risale solo alla fine del 1800 con l’introduzione del primo paio di attrezzi a opera del maestro Agostino Colic. Nel 1902 vennero creati i primi corsi del Club Alpino Austriaco, dato che Cortina ai tempi era sotto l’Impero austro-ungarico, e l’anno successivo nacque il primo Sci Club Cortina.

    Questo sci può essere accostato, sia come tecnica che come spirito, all’attuale sci-escursionismo: si saliva con le pelli di foca allacciate con cinghie e si scendeva utilizzando un unico bastone e servendosi del telemark per curvare.

    La nascita dei primi club per sciatori su tutto l’arco alpino segna l’inizio di vere e proprie gare. Lo sci intraprende due strade diverse: da un lato lo scialpinismo, strettamente legato all’alpinismo, dall’altro lo sci su pista, che diventa un vero e proprio sport. Sul versante orientale delle Alpi, la prima gara di sci risale al 1911, con una discesa dal Nuvolau, mentre nel 1913 viene organizzata la prima gara internazionale da Rumerlo a Campo Corona. Tuttavia, sino alla prima guerra mondiale lo sci rimane un’attività elitaria, sia per il costo dell’attrezzatura, sia per la carenza di scuole per l’apprendimento e, soprattutto, per le caratteristiche alpinistiche dell’attività, che presupponeva una preparazione tecnica e fisica poco comune.

    Una spinta decisiva al miglioramento dei materiali e delle tecniche venne dai reparti dell’esercito austro-ungarico impegnati sul fronte alpino, incoraggiati dagli Stati Maggiori all’utilizzo dei nuovi attrezzi per l’addestramento delle truppe in montagna. Si devono al tenente Löschner con i suoi Landesschützen le prime traversate da Sennes a Braies per la Forcella Riodalato e da Cortina a Carbonin per le Creste Bianche e per il Passo del Cristallo, nonché l’ascensione del Baranci.

    Negli stessi anni anche sul versante italiano ci sono diverse testimonianze sulla crescente importanza dello sci in ambito militare. Così si legge sulla rivista mensile del Touring Club italiano: «Non s’apre in queste settimane un giornale politico dell’Alta Italia senza trovarvi notizie del seguente tenore: "La tal compagnia di tal battaglione del tal reggimento alpino è partita per fare un’escursione invernale verso il monte tale, per le esercitazioni cogli sky […]". È indiscutibile che gli sky hanno una particolare importanza per lo sviluppo dell’alpinismo militare, dove ormai se ne rende indispensabile l’uso. Lo sky è destinato infatti, fra non molto, a supplire le racchette dei nostri alpini» ².

    La guerra fece naturalmente la sua parte nell’apporto di ulteriori migliorie agli attrezzi e al modo di utilizzarli. Al termine delle ostilità, lo sci era ormai diventato una disciplina seria, suscettibile di ulteriori e promettenti sviluppi soprattutto in campo turistico. Infatti, il primo dopoguerra vede l’allargamento della pratica dello sci a nuove fasce sociali. Nel 1920 a Cortina vengono formati i primi istruttori, nel 1926 è istituita la prima scuola e nel 1933 nasce ufficialmente la Scuola Nazionale Sci Cortina. Sono gli anni in cui lo sci alpino comincia decisamente a differenziarsi dallo sci nordico: le Olimpiadi di Chamonix del 1924 contribuiscono a lanciare le nuove specialità e lo sci da discesa può avvalersi dei primi impianti di risalita. In questo settore Cortina è subito in prima fila: la funivia Cortina-Pocòl (smantellata da qualche decennio) è del 1925, mentre nel 1931 entra in funzione a Rumerlo la prima slittovia, una grossa slitta a più posti trainata da un verricello. Infine, nel 1939 viene inaugurata la funivia Cortina-Faloria, per l’epoca un vero capolavoro di ingegneria.

    All’inizio del 1950 lo sviluppo del turismo aveva reso Cortina una località di risonanza internazionale. La definitiva consacrazione avvenne con le Olimpiadi del 1956, le prime a svolgersi in Italia, grazie alle quali Cortina si dotò di infrastrutture moderne: lo Stadio del Ghiaccio, il trampolino olimpico, la pista da bob e impianti di risalita d’avanguardia, il cui sviluppo proseguì fino agli anni Settanta. Questo evento portò, grazie alla televisione, le immagini di Cortina e delle Dolomiti in tutto il mondo, e fece definitivamente decollare l’era del turismo invernale. Per poter accogliere le tante persone che sarebbero arrivate a Cortina da lì a pochi anni, fu incrementata e migliorata la ricettività alberghiera.

    Lo sci alpino è nel

    DNA

    storico di Cortina, che ha ospitato la sua prima gara di Coppa del Mondo, una discesa libera maschile, nel febbraio del 1969. Dopo questo primo appuntamento, negli anni Settanta e Ottanta vengono organizzate sull’Olimpia delle Tofane diverse gare di Coppa del Mondo, sia maschili che femminili. Il 1993 è l’anno della consacrazione della tappa Cortina come classica dello sci femminile, che entra così di diritto nel gotha dello sci mondiale quale località italiana che ha ospitato più gare di Coppa del Mondo, con ben cento gare complessive, di cui novantuno femminili e nove maschili.

    Nel 2026 ritorneranno le Olimpiadi a Cortina, che per l’occasione ha avviato diverse opere di ammodernamento di piste, impianti di risalita, impianti sportivi e strutture alberghiere. Due città, Milano e Cortina, con il sostegno di Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige, si sono unite per realizzare un’edizione dei Giochi memorabile, volta a favorire una maggiore cooperazione nell’ambito dell’intera macroregione alpina, e si sono poste come obiettivo fondamentale la creazione di un’eredità olimpica sostenibile e di lunga durata, al servizio di tutti i cittadini e a beneficio anche delle generazioni future.

    Le strade dello sviluppo

    Le vie di comunicazione hanno sempre fatto da innesco per lo sviluppo degli insediamenti: sin dai tempi più antichi il continuo passaggio di persone, merci ed eserciti ha contribuito alla nascita di agglomerati. La storia poi ha fatto il resto, selezionando villaggi, paesi, città, megalopoli.

    La Strada Regia è la più antica via di comunicazione tra il Tirolo e la Serenissima. Partendo da Dobbiaco, essa percorreva la val di Landro, risaliva al Passo Cimabanche per poi ridiscendere verso la Valle d’Ampezzo. Un ricovero per pellegrini e viandanti diede vita alla località Ospitale. Da qui la via passava per il castello di Podestagno e scendeva ripidamente fino alla piana di Fiàmes per raggiungere il centro

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