Tutto il Po, dal Monviso al delta
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Anteprima del libro
Tutto il Po, dal Monviso al delta - Augusto fortis
AUGUSTO FORTIS
S
TUTTO IL PO
DAL MONVISO AL DELTA
Guida a colori per scoprire il fiume più lungo d’Italia
Itinerari lungo il Po, a piedi, in bicicletta e in canoa
con i migliori percorsi di canoa-kayak, escursionismo
cicloturismo, scialpinismo per tutti
Guida outdoor a colori per scoprire
il fiume più lungo d’Italia
Presentazione di Michel Bordier
AbelBooks
DEDICHE E RINGRAZIAMENTI
Il libro è dedicato a Simona Fortis
Ringraziamenti: Maurizio Pattoglio, Enrica Gobetti, Simona Fortis
Progetto editoriale e realizzazione: Augusto Fortis.
Referenze fotografiche: Augusto Fortis e Maurizio Pattoglio.
Copertina e quarta di copertina di Augusto Fortis.
Foto di copertina: Il Po, lasciato le Alpi ed entrato in pianura, da Saluzzo e fino al delta, è un fiume di facile percorribilità. Grazie al suo grande bacino idrografico è ricco d'acqua e navigabile tutto l’anno, per merito delle piogge, della fusione delle nevi sulle Alpi e delle numerose e abbondanti risorgive di pianura. Nella foto la discesa del fiume in primavera, con lo sfondo le Alpi innevate.
Impaginazione a cura della Casa Editrice
Proprieta letteraria riservata
copyright 2018 AbelBooks
www.abelbooks.net
Tutti i diritti sono riservati. E vietata la riproduzione,
anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la
fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di
essa in un contesto che non sia la lettura privata devono
essere inviate a:
AbelBooks – Piergiorgio Leaci Editore
Via Milano 44 - 73051 Novoli (Le)
ISBN 9788867522156
Anche il viaggio più lungo inizia sempre con il primo passo.
Proverbio cinese
INDICE GENERALE
Dediche e ringraziamenti
Presentazione di Michel Bordier
Introduzione
Capitolo 1
Gli scenari naturali nel corso del fiume Po
Il fiume Po, ambiente e territorio
- Storia di un fiume e il suo territorio
- Il parco naturale
- Le tradizioni
- Le abitazioni
- I mestieri
- La pesca
- La coltivazione del riso
- L’allevamento bovino
- La caccia
- La flora e la fauna
- Itinerari turistici di scoperta del Delta del Po
Capitolo 2
Le regioni delle Alpi e degli Appennini, che con i loro affluenti, gravitano sul Fiume Po
Aspetti ambientali
- Il territorio
- Il rilievo
- Il clima
- I parchi
- L’ambiente
Capitolo 3
In canoa dal Monviso al Delta
- Primo tratto (dal Monviso a Staffarda). Tratto alpino
- Secondo tratto (da Staffarda a Torino). Primo tratto di pianura
- Terzo tratto (da Torino al Delta). Secondo tratto di pianura
Capitolo 4
In bici e a piedi lungo il Po
- Cicloturismo e mountain bike nel Delta del Po
- Le Ciclovie del Po, da Paesana al Delta a Porto Tolle
- Escursionismo/trekking/ e mountain bike nel Parco Fluviale del Po, nel tratto cuneese, torinese e vercellese
- A pochi chilometri dal F. Po e da Torino, nelle valli di Lanzo. Nel regno del granito e dell’acqua viva
Capitolo 5
Tematiche sul vivere e praticare l’Outdoor whitewater
- La classificazione internazionale delle difficoltà
- Saper valutare lo stato ecologico di un fiume
- Le riserve idriche in Italia
- La portata dei fiumi e lo sfruttamento idroelettrico
- Il territorio, la geologia, la geografia e i regimi idrici
Capitolo 6
La sicurezza in canoa-kayak
- L’importanza del pronto soccorso
- Come evitare e affrontare la lussazione della spalla
- Trasporto di un infortunato
- Avvertimenti
- Equipaggiamento
- Studio tecnico del percorso
- Il Debriefing. La tecnica psicologica per aiutare un gruppo a superare il trauma di un incidente mortale
Capitolo 7
Le imbarcazioni per l’Outdoor whitewater e per la discesa del F. Po
- Packraft
- Canoa canadese
- Kayak
- Tubing
- Floating
- Sit on Top-Sit Inside
- Battelli pneumatici
- Hydrospeed
- Catamarano pneumatico fluviale (Cataraft)
Capitolo 8
Ecologia
- Ecologia e Whitewater - Le verdi speranze del Bel Paese
- L'ordinamento nei Parchi Italiani
- I Parchi in Rete
- I fiumi e l'ambiente, un patrimonio da salvare
- I fiumi, e i Parchi e le Aree Protette. Un patrimonio in Italia da valorizzare.
- L'importanza dell'endurance nella pratica dell'outdoor
- I Servizi tecnico-scientifici per la Salvaguardia Ambientale del territorio
- Esempio di gestione sostenibile e concordata di protezione dei bacini fluviali (River Basic Agenda)
- Wild & Scenic River. L'unica legge di tutela al mondo, per la protezione dei fiumi. Un esempio da imitare
- I conflitti sull’accesso all’acqua
- Uno Spazio di libertà
Capitolo 9
Info whitewarer
- Elenco delle librerie one line, che trattano libri di whitewater
- Elenco siti web di whitewater
- R.C.O. River Conservation Organization
- Organizzazioni mondiali esperte in sicurezza
- Elenco delle riviste di Outdoor nella pratica whitewater river
- Federazioni Internazionali di Canoa Kayak (I.C.F.)
- Elenco in Italia dei club di whitewater river canoa-kayak-rafting-hydrospeed
- Elenco delle scuole in Italia, di whitewater river
- Cartografia (Italy)
- Notizie utili (Italy)
- Dizionario dei termini tecnici più usati
- Le compagnie di rafting nel mondo
- Bibliografia
- Raduni e manifestazioni
PRESENTAZIONE
Il territorio è universale e immutabile. Per dirlo in altri termini: il territorio è un’ossessione.
Bertrand Badie, politologo
Un fiume, soprattutto se si tratta di un grande fiume, non è solo un corso d’acqua che scorre dalla sorgente al mare, è molto di più. Una presenza che condiziona usi, costumi, attività economiche, tipi di paesi, dialetti, svaghi, lavoro.
L’uomo, utilizza il fiume Po per l’agricoltura, la pesca, il divertimento; spesso se ne serve anche in modo sconsiderato come deposito di rifiuti, ma teme la sua forza e cerca di difendersi costruendo argini e ripari che contengono la sua forza distruttiva delle sue acque.
L’uomo usa e modifica quindi il fiume, ma spesso trasforma quest’uso in abuso, causando danni irreparabili. Il fiume spesso unisce, ma anche divide le popolazioni che vivono sulle sue sponde. Le unisce nei casi in cui non esistono fra loro differenze notevoli nelle abitudini, nei modi di vita, nella parlata. In altri casi, le poche centinaia di metri d’acqua che scorrono da una riva all’altra, dividono popolazioni che hanno diverse abitudini, diverse tradizioni, diversa lingua. E’ questo il caso della Lomellina rispetto al Monferrato, del Ferrarese rispetto al Polesine, di Cremona rispetto a Reggio Emilia a Parma. Queste differenze, sono il risultato di lunghe vicende storiche, ma dipendono anche dal diverso modo di intendere e di usare il fiume. E’ senz’altro vero che il fiume unisce se si pensa al suo ruolo di via di comunicazione tra luoghi posti lungo il suo corso.
Augusto Fortis è uno dei massimi esperti mondiali nelle discipline outdoor; pratica diverse discipline tra cui il trekking, la canoa-kayak-rafting, lo scialpinismo a carattere esplorativo, mountain bike, e alpinismo. In questo contesto di scoperta e di avventura outdoor per tutti, ben s’inserisce questa sua nuova guida, che sicuramente contribuirà a incrementare il già notevole successo delle varie discipline outdoor qui descritte.
Michel Bordier
INTRODUZIONE
Bisogna imparare a navigare in un oceano d’incertezze, tra arcipelaghi di certezze.
Edgar Morin
Il Po attraversa quattro regioni, (Piemonte, Lombardia, Emilia e Veneto), e tredici provincie (Cuneo, Torino, Vercelli, Alessandria, Pavia, Piacenza, Milano, Cremona, Parma, Reggio Emilia, Mantova, Rovigo e Ferrara). Molti fra i capoluoghi sono bagnati dal fiume o sorgono vicino alle sue sponde. Il Po può essere definito un fiume vagabondo e come un vero vagabondo si muove cambiando continuamente strada. Scorrendo prevalentemente in pianura, con bassa pendenza, procede lentamente e muta spesso itinerario, nella parte finale e verso il delta il suo corso è spesso imprevedibile.
Questo fenomeno è dovuto al lento procedere delle sue acque, allo scorrere dei suoi affluenti, all’accumulo di detriti e di sabbia che creano ostacoli al cammino delle sue acque. Un esempio tipico delle modifiche avvenute nel suo corso è visibile nel punto di confluenza con il Ticino; le correnti dei due fiumi, e il trasporto dei detriti, hanno nel tempo modificato il corso del Po in maniera perfettamente distinguibile.
Il fiume, abbandonando i vecchi percorsi, forma le così dette lanche
, tratti in cui l’acqua scorre con estrema lentezza e le così dette morte
in cui l’acqua ristagna; queste due zone sono ricche di vegetazione e di fauna.
Il Po, convoglia tutte le acque della parte orientale della Valle padana, che in sua assenza, stagnerebbero in una grande palude. La presenza del fiume però provoca anche gravi problemi: prima di tutto quello delle inondazioni. Il Po, infatti, non scorre sempre placido e lento, ma spesso s’ingrossa e si carica di furia distruttiva. La violenza delle sue acque è particolarmente temibile nel Polesine e in gran parte del Polesine, dove il fiume diventa pensile, scorrendo cioè a un livello superiore a quello delle terre circostanti. Questo fenomeno è dovuto allo sforzo che l’uomo ha compiuto per difendersi dalle sue acque. Per impedire gli straripamenti, sono costruiti grandi argini lungo le sponde, ma, allo stesso tempo, l’alveo s’innalza a causa del continuo deposito di detriti risultando sopraelevato rispetto alla pianura circostante.
Quando s’ingrossa il Po, esce così dal suo letto e straripa sul territorio circostante devastando campi e paesi. La più disastrosa alluvione dei tempi moderni si è verificata nel 1951 che ha causata la morte di 237 persone e ne ha lasciate senza tetto circa 200 mila, distruggendo anche migliaia di capi di bestiame, provocando gravissimi danni alle colture e alle abitazioni. Dopo quest’alluvione, è iniziato in modo sistematico il rifacimento degli argini. Le antiche difese, che erano per lo più in terra battuta, sono state sostituite da argini costruiti con blocchi di pietra e gabbie piene di ciottoli. Si è anche provveduto a collocare molte idrovore (grandi pompe che aspirano l’acqua), per regolare la portata del fiume e utilizzare razionalmente e meglio le acque per l’irrigazione o altri usi.
Con questa guida, si è deciso di porre in evidenza non solo i caratteri morfologici e ambientali del grande fiume, ma dando anche la preferenza agli aspetti ludici; significa servirsi del Po per diversi usi, ma in modo che ciascuno non disturbi l’altro e, soprattutto, che insieme non distruggano il fiume. Concretamente, fare del Po un parco naturale, significava prima di tutto eliminare ogni forma d’inquinamento industriale e civile e migliorare la navigazione lungo il fiume, costruendo canali paralleli che servano come mezzo per regolare le acque. Le industrie potrebbero così collegarsi direttamente alle vie d’acqua pur restando lontane dal fiume, con minor periodo d’inquinamento. Chi va al fiume, deve godere l’ambiente naturale, non trovarsi imprigionato in un altro pezzo di civiltà simile a quello di cui proviene. Le rive dovranno essere circondate da una fascia di rispetto
, in cui dovranno essere proibite modificazioni di rilievo, comprendendo la zona agricola, e i paesi che costituiscono uno degli aspetti del paesaggio fluviale.
Augusto Fortis
CAPITOLO 1
Non nel seguire il sentiero battuto, ma nel trovare a tentoni la propria strada e nel seguirla coraggiosamente, consiste la vera libertà.
Mahatma Ghandi
Gli scenari naturali nel corso del F. Po
In tutto il corso del F. Po, dalla sorgente e fino al delta, possiamo individuare alcuni scenari ambientali tipici, ciascuno dei quali presenta proprie caratteristiche, rispetto alla flora e alla fauna, anche se ovviamente, sono ambienti tra di loro comunicanti e quindi spesso sovrapposti.
Nel suo tratto iniziale, il Po scorre a valle rapidissimo, in soli 5 km scende dai 2020 m da Pian del Re, dove è situata la sua sorgente, ai 1300 m di Crissolo, attraverso un paesaggio di rocce, cascate e profondi valloni. Appena dopo altri 20 km, il Po è già un fiume di pianura, anche se per arrivare al delta, deve ancora percorre 600 km. Dopo il paese di Carignano, lo scenario è segnato dalla presenza dell’uomo, da paesi e città, da industrie e campi coltivati. Superato Cremona, compaiono le numerose lanche
o mortizze
, qui, il letto del fiume, è ingombro d’isole delineandosi ampie spiagge sabbiose. Nell’ultimo tratto, all’altezza di Ferrara, ormai quasi al delta, il fiume si distribuisce in vari rami formati da piccoli insediamenti umani, valli da pesca, zone di bonifica, lagune, formando un paesaggio diversificato e ancora diverso. Ciascuno di questi scenari, ha una sua flora, una sua fauna, che spesso si sovrappongono nelle zone di confine.
Il fiume Po, ambiente e territorio
- Storia di un fiume e il suo territorio
- Il parco naturale
- Le tradizioni
- Le abitazioni
- I mestieri
- La pesca
- La coltivazione del riso
- L’allevamento bovino
- La caccia
- La flora e la fauna
- Itinerari turistici di scoperta del Delta del Po
Ormai del Po sappiamo quasi tutto, in certi punti è un grande malato a causa dell’inquinamento, anche se in questi ultimi anni molte cose sono state fatte, con la messa in funzione di molti depuratori, anche se la sua fisionomia è guastata dalle cave di sabbia e di ghiaia e molte specie di uccelli e di animali sono a rischio di estinzione.
Nonostante tutto però, sappiamo anche che il Po è ancora un bel fiume, che può essere fonte di ricchezza, che può essere usato ma con rispetto e da difendere. Ecco allora l’idea sostenute da molte autorità pubbliche e da associazioni private come:Gli amici del Po
, di trasformare il fiume in un grande Parco naturale che permetta di usarlo senza distruggere le caratteristiche naturali e l’insediamento umano tradizionale.
All’inizio del 1988 un decreto governativo, ha costituito una Conferenza permanente interregionale, per il risanamento e la tutela del bacino idrografico del Po
. La conferenza riunisce i rappresentati dei ministeri dell’Ambiente, della Sanità, dell’Agricoltura, dei lavori Pubblici e delle quattro regioni padane.
Un passo importante per la creazione del parco è stato compiti dalla regione Emilia Romagna con l’istituzione del Parco regionale delle Zone Deltizie in provincia di Ravenna e Ferrara, per assicurare la protezione di questi importanti ambienti naturali.
Il Parco Naturale Interregionale del Delta del Po è il nome che la Legge Quadro sulle Aree Protette (Legge n.394 del 1991) aveva stabilito per il parco che le Regioni del Veneto e dell'Emilia-Romagna avrebbero dovuto realizzare congiuntamente e di concerto con il Ministero dell'Ambiente, nel territorio che si estende tra le province di Rovigo e di Ferrara in corrispondenza con la foce del fiume Po. La storia del parco del Delta del Po inizia nel 1979 quando la Regione Emilia-Romagna iniziò lo studio per la fattibilità di un parco nazionale. L'idea del parco d’interesse nazionale è poi sostituita con quella di un parco d’interesse regionale. Il Delta del Po, pur essendo d’insostituibile interesse naturalistico, paesaggistico e storico e pur essendo compreso tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, è sede di forti interessi economici, per la presenza, ad esempio, di vaste aree di pesca, di allevamento, di coltivazioni, di produzione energetica (la centrale elettrica di Polesine-Camerini), e ovviamente d’interessi turistici. Anni di polemiche e di diatribe hanno impedito alle due amministrazioni regionali e alle amministrazioni provinciali e comunali coinvolte di raggiungere un accordo circa la gestione congiunta dell'area protetta. Nel 1988 la LR n.27 del 2 luglio 1988, istituisce il Parco Naturale Regionale del Delta del Po. Nel testo della legge vi è già l'impegno di interagire con il Veneto e con lo Stato per la realizzazione di un'area coegestita comprendente tutto il territorio dell'estuario del Po. Varie conferenze costituenti e tavoli di trattativa locale non sono serviti a raggiungere un accordo per la creazione di un Ente Parco cogestito. L'Emilia-Romagna ha completato il suo percorso iniziato nel 1988 con la costituzione, nel 1996, di un proprio Ente Parco. L'anno successivo è nato il Parco Regionale Veneto del Delta del Po istituito dalla LR n.36 dell'8 settembre 1997, su un piano approvato nel 1994, comprendente tutto il territorio del vero e proprio estuario del Po in provincia di Rovigo, in 9 comuni, per circa 786 kmq di estensione, con circa 120 kmq di aree protette. Lo Stato conferma nel 1991 la volontà di arrivare a un unico parco: l'art. 35 della Legge n.394 del 1991 stabilisce che Emilia-Romagna e Veneto istituiscano di concerto, e d'accordo il Ministero dell'Ambiente, il Parco Naturale Interregionale del Delta del Po entro il 1993.
Il parco occupa un'importantissima porzione del territorio della Regione Emilia-Romagna. A partire a nord dal corso del Po di Goro, si sviluppa sino a ricomprendere tutto il delta storico del fiume Po e le foci di alcuni fiumi appenninici quali il Reno, il Lamone, i Fiumi Uniti, il Bevano e zone umide salmastre poste lungo la costa adriatica e nell'immediato entroterra quali la Sacca di Goro, le Valli di Comacchio, le Piallasse Ravennati, le Saline di Cervia, le zone umide interne di acqua dolce delle Valli di Campotto, boschi e pinete come il Bosco della Mesola e la Pineta di San Vitale. Ricchissima è anche la dotazione d’importanti monumenti: l'Abbazia di Pomposa, S. Apollinare in Classe, chiaviche e manufatti di regolamentazione idraulica, gli stessi centri storici di Mesola, Comacchio, Ravenna e Cervia.
Nel profilo indiscutibilmente unico del Delta del Po c'è il territorio creato sia dalla sedimentazione del fiume, sia dall'opera dell'uomo sia nei secoli ne ha regimentato le acque e bonificato i terreni. Nell'area del Delta, natura, storia, tradizione, cultura e arte s’intrecciano, offrendo al visitatore un paesaggio inedito e sorprendente. Nel Delta si distinguono vari ambienti, ognuno con caratteristiche peculiari: la campagna con i paleo alvei, le dune fossili, gli argini, le golene, le valli da pesca, le lagune o sacche e gli scanni.
Risorse web:
https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_interregionale_Delta_del_Po
http://www.parks.it/parco.delta.po.er/
Lungo la fascia fluviale del Po, sono anche tante le tradizioni che sopravvivono. Pasà Po’ caval una brusca (passare il Po a cavallo di un fuscello) era sinonimo di fare un’azione molto rischiosa, oppure, al Pò al vaà ‘ndè cal vò (il Po va, dove vuole). Ecco qualche esempio di proverbi direttamente legati alla vita del fiume. Il Po ha sempre costituito una fonte assai ricca per la nascita di tradizioni, di abitudini, e di costumi. Nella grande famiglia contadina, il capo famiglia era chiamato regiò
in Lombardia, o rasdòr
in Emilia. Egli disponeva di pieni poteri per la decisione di come si doveva lavorare nei campi, e aveva inoltre la rappresentanza esterna della famiglia. In casa comandava la donna, la "regiùra", in Lombardia, o la "rasdòra" in Emilia, che guidava tutte le faccende domestiche e aveva tutte le disponibilità delle chiavi di casa. Queste strutture sono ormai quasi completamente scomparse, anche se sopravvivono ancora in alcune zone prettamente rurali.
Le feste di paese si svolgevano attorno alla "balèra", una piattaforma circolare, coperta da un telo, sulla quale s’intrecciavano i balli; era smontata e portata di paese in paese, seguendo il calendario delle feste paesane.
Al consumo di cocomeri, che nella bassa valle Po si chiamavano angurie, era legata un’altra tradizione in molti luoghi ancora diffusa: il proprietario del campo piantava dei cocomeri; quando i frutti erano maturi, il campo era dato in affitto a chi si dedicava alla vendita della frutta. In quel caso al margine del campo, sorgeva una baracca, "l’anguiera" con una tettoia, tavolini e sedie, che diventava meta di consumatori e luogo d’incontri con giochi e balli.
Moltissimi sono poi i canti tramandati di generazione in generazione, ora raccolti da cultori di tradizioni popolari; sono canzoni legate alla vita dei campi, a fatti religiosi, o di cronaca, canti politici