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Outdoor e Avventura
Outdoor e Avventura
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E-book644 pagine6 ore

Outdoor e Avventura

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Info su questo ebook

La pratica Outdoor, mette in grado le persone di scoprire i segreti della natura umana, proponendo un incontro suggestivo con la natura all’aria aperta (plein air). Attraverso lo sport e l’avventura, la natura può diviene uno strumento per andare incontro a se stessi e agli altri. Vivere Outdoor fa bene al nostro sistema fisico, psichico e sociale, unendo i bisogni primari e l’autostima in ogni ecosistema. L’Outdoor è anche uno stile di vita, una forma di pensiero, un modo di agire.
L’autore Augusto Fortis, è uno dei massimi esperti mondiali nelle discipline Outdoor. Con questa guida propone 300 itinerari e viaggi nella natura, ampiamente corredati da un centinaio di fotografie a colori di grande bellezza, dedicati alla descrizione dei percorsi con le schede monografiche degli itinerari Outdoor più belli consigliati in Italia e in molte parti del mondo, dalla Corsica al Tibet, al Canada, all’Alaska, al Ladakh, India e Nepal, alla Patagonia, con percorsi di trekking, scialpinismo, escursionismo, canoa-kayak-rafting, mountain bike, alpinismo. Per chi desidera praticare sport sani, avventurosi, suggestivi e sa apprezzare la natura incontaminata.
LinguaItaliano
EditoreAbel Books
Data di uscita18 lug 2017
ISBN9788867521883
Outdoor e Avventura

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    Anteprima del libro

    Outdoor e Avventura - Augusto fortis

    Augusto Fortis

    OUTDOOR E AVVENTURA

    300 itinerari e viaggi nella natura

    Italia-Corsica-Canada-Alaska

    Ladakh-India-Nepal-Tibet-Patagonia

    Guida outdoor a colori di canoa-kayak-rafting-trekking-scialpinismo-mountain bike-alpinismo, con i migliori percorsi per tutti

    Presentazione di John Dawson

    AbelBooks

    DEDICHE E RINGRAZIAMENTI

    Il libro è dedicato a Charles Bolling.

    Ringraziamenti: Maurizio Pattoglio, Enrica Gobetti, Fortis Simona, John Dawson.

    Progetto editoriale e realizzazione: Augusto Fortis.

    Referenze fotografiche: Augusto Fortis e Maurizio Pattoglio.

    Copertina e quarta di copertina di Augusto Fortis.

    Foto di copertina: una buona tecnica di discesa in un percorso outdoor di acqua selvaggia (whitewater), è premessa essenziale di grandi soddisfazioni.

    Impaginazione a cura della Casa Editrice.

    Proprietà letteraria riservata

    © 2017 AbelBooks

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    AbelBooks

    Via Milano 44

    73051 Novoli (Le)

    ISBN 9788867521883

    "Il vero viaggio di scoperta,

    non consiste nel cercare nuove terre,

    ma nell’avere nuovi occhi"

    Marcel Proust

    INDICE GENERALE

    - Dediche e ringraziamenti

    - Presentazione di John Dawson

    - Introduzione

    Capitolo 1

    Introduzione all’Outdoor whitewater

    - Tematiche riguardanti il praticare l’Outdoor whitewater.

    - Classificazione internazionale delle difficoltà.

    - La portata dei fiumi e lo sfruttamento idroelettrico.

    - Il territorio, la geologia, la geografia e i regimi idrici.

    - Le caratteristiche concatenate fra di loro, che determinano il tipo di fiume.

    - Le riserve idriche in Italia.

    - La segnaletica della whitewater.

    - Il percorso ideale.

    - I trasbordi.

    - La scelta del kayak ideale.

    - La cura e la manutenzione dei materiali per la discesa.

    - Saper valutare lo stato ecologico di un fiume.

    Capitolo 2

    Outdoor oltre frontiera

    - Corsica (F), Canada, Alaska, Nepal, Ladakh, India,

    Patagonia cilena.

    - Schede monografiche.

    L’altra Corsica Outdoor

    - Itinerari, ambiente e territorio.

    - I libri e le guide consigliate per conoscere la Corsica.

    - Outdoor whitewater (schede monografiche). Itinerari,

    ambiente e territorio.

    - Scialpinismo in Corsica. Itinerari ed ambiente.

    - Storia dello scialpinismo in Corsica e altri percorsi

    consigliati.

    - Alpinismo. Le falesie per arrampicare in Corsica.

    - Cicloescursionismo/raid in Corsica. Giro costiero in bici della Corsica.

    Escursionismo/trekking in Corsica

    - A – Sentiero Mare e Monti.

    - B – Sentiero Mare e Mare Nord.

    - C – Sentiero Mare a Mare Centro.

    - D – Sentiero Mare e Monti Sud.

    - E – Sentiero GR20 (Sentier de Randonnèe GR20).

    - F - I percorsi costieri escursionistici in Corsica.

    Outdoor whitewater in Canada-Alaska-Ladakh-India-Nepal-Tibet

    - In canoa sul fiume Nahanni in Canada e Alaska

    (whitewater, schede monografiche).

    - Ladakh, India, Nepal e Tibet (whitewater, schede

    monografiche).

    Viaggio nella natura nella Patagonia Cilena

    - La mia Patagonia e quella di Massimo. Un viaggio nella natura alla fine del mondo.

    - Escursionismo/trekking – Alpinismo – MTB in Patagonia

    Due percorsi di escursionismo/trekking:

    - A – Ai campi base di Cerro Torre e Fiz Roy, circuito ad anello con partenza e arrivo a El Chaltén.

    - B – Loma del Pliegue Tumbado (1490 m), da El Chaltén (400 m) alla cima tondeggiante del Pliegue Tumbado (1490 m) e ritorno.

    Quattro percorsi alpinistici:

    - Cerro Solo (2121 m).

    - Traversata glaciale dal Paso Marconi all’Estancia Cristina-Lago Argentino.

    - Traversata glaciale attorno al gruppo Cerro Torre e Fitz Roy.

    – Cerro Gorra Blanca (2907m).

    Un percorso in MTB:

    - Da El Chatén a Villa O’Higgins in MTB e barca.

    Capitolo 3

    Outdoor di scoperta in Italia (Piemonte)

    Outdoor Whitewater in Piemonte

    - Schede monografiche.

    - In canoa nel Parco Naturale Alta valle Pesio.

    - In canoa nel Parco fluviale del F. Po.

    - In canoa sul F. Maira.

    - In canoa sul F. Stura di Lanzo.

    - In canoa sul F. Stura di Demonte.

    - In canoa nel Parco Naturale dell’Argentera.

    - In canoa nel Parco Naturale delle Lame del F. Sesia.

    - In canoa nel Parco Naturale Alta val Sesia e zone confinanti.

    - In canoa nei Parchi Naturali Alpe Veglia e Devero e zone confinanti.

    - In canoa nel Parco Nazionale della Valgrande e zone confinanti.

    - In canoa nel Parco Naturale della foce del F. Toce.

    - In canoa nel Parco Naturale del F. Ticino inferiore.

    - Escursionismo/trekking, scialpinismo, M.T.B. e alpinismo in Piemonte. Itinerari e ambiente.

    Escursionismo/Trekking

    - A - GTA, Grande Traversata delle Alpi Piemontesi e informazioni generali sui percorsi a lunga percorrenza in Italia.

    - B - I sentieri del Parco Nazionale della Valgrande.

    - Il Parco Nazionale della Valgrande in inverno. Ambiente e itinerari.

    - Solo nel Parco Nazionale della Valgrande in inverno.

    - Storia dell’alpinismo nel Parco Nazionale della Valgrande. - Analisi storica e considerazioni.

    - Altri percorsi nelle Alpi Lepontine. Alta Via dell’Ossola.

    - C – I sentieri nel Parco Naturale Alta valle Pesio e Tanaro (Alpi Marittime meridionali).

    Scialpinismo

    - Grande Traversata delle Alpi Piemontesi con gli sci.

    Ciclo escursionismo (M.T.B.)

    - A - Grande Traversata delle Alpi Cozie con la M.T.B..

    - B – Tour dei forti (Alpi Marittime meridionali).

    - Alpinismo

    - Cascate di ghiaccio in Val Sesia (ice climber).

    1. Coloir dell’Azzarella.

    2. Falesia Paradice.

    3. Il larice sospeso.

    4. La cascata Vebranda.

    Capitolo 4

    Outdoor, il turismo, l’avventura e il tempo libero

    - Analisi storica e considerazioni.

    Capitolo 5

    Le compagnie commerciali di Outdoor whitewater

    - L’avventura Outdoor a pagamento.

    Capitolo 6

    L’avventura Outdoor in compagnia

    - Raduni e manifestazioni di whitewater.

    - Le discipline Outdoor, uno spazio di libertà.

    Capitolo 7

    La sicurezza in canoa-kayak

    - L’importanza del pronto soccorso.

    - Come evitare e affrontare la lussazione della spalla.

    - Trasporto di un infortunato.

    - Avvertimenti.

    - Equipaggiamento.

    - Studio tecnico del percorso.

    - L'importanza dell'endurance nella pratica dell'Outdoor whitewater.

    Capitolo 8

    Le imbarcazioni per l’Outdoor whitewater

    - Packraft.

    - Canoa canadese.

    - Kayak.

    - Tubing.

    - Floating.

    - Sit on Top – Sit Inside.

    - Battelli pneumatici.

    - Hydrospeed.

    - Catamarano pneumatico fluviale (Cataraft).

    Tematiche riguardanti il vivere e praticare l’Outdoor whitewater.

    - Che cos’è lo Squirting.

    - Il Debriefing, la tecnica psicologica per aiutare un gruppo a superare il trauma di un incidente mortale.

    - Servizi tecnici – scientifici per la salvaguardia ambientale del territorio.

    - Riqualificazione fluviale, inquinamento delle acque e opere artificiali.

    - Esempio di gestione sostenibile e concordata di protezione dei bacini fluviali (River Basic Agenda).

    - Wild & scenic river, l'unica legge di tutela al mondo, per la protezione dei fiumi; un esempio da imitare.

    - I conflitti sull’accesso all’acqua.

    Capitolo 9

    Vivere l’Outdoor

    - Che cos’è l’Outdoor. Analisi storica e considerazioni.

    - Alcune regole di base per un corretto stile di vita nelle pratiche Outdoor.

    - Le discipline dell’Outdoor.

    - Etica e lessico dell’Outdoor.

    - Esiste il doping nelle pratiche Outdoor?

    - Come si colloca l’estremo nelle pratiche Outdoor?

    - L’importanza dell’alimentazione nelle discipline Outdoor.

    Capitolo 10

    Info

    - Elenco delle librerie one line, che trattano libri di whitewater.

    - Elenco siti web di whitewater.

    - R.C.O. River Conservation Organization.

    - Organizzazioni mondiali esperte in sicurezza.

    - Elenco delle riviste di Outdoor nella pratica whitewater river.

    - Federazioni Internazionali di Canoa Kayak (I.C.F.).

    - Elenco in Italia dei club di whitewater river canoa-kayak-rafting-hydrospeed.

    - Elenco delle scuole in Italia, di whitewater river.

    - Cartografia (Italy).

    - Notizie utili (Italy).

    - Dizionario dei termini tecnici più usati.

    - Le compagnie di rafting nel mondo.

    - Bibliografia.

    PRESENTAZIONE

    In Europa e nel mondo, ogni giorno si scoprono centinaia di nuovi percorsi nelle discipline outdoor. Questo successo incoraggiante è dovuto al fatto che queste attività si praticano all’aria aperta, dove giovani e adulti si possono misurare con l’avventura.

    Attraverso lo sport e l’avventura, intendendo con questo soprattutto un’avventura umana, la natura può essere usata come strumento per andare incontro a se stessi e agli altri. Il concetto di outdoor è un modo di pensare e di essere; esso si basa sulla capacità dell’individuo di frequentare ambienti incontaminati, spesso ostili, dove l’individuo mette alla prova le proprie capacità. Superare i nostri orizzonti, è sempre stata pratica antica tipica della nostra specie.

    Nel nostro paese, le discipline outdoor, stanno avendo, soprattutto tra i giovani, un discreto successo. Il loro maggior pregio, è quello di essere attività ecologiche. Speriamo che il diffondersi oltre un certo limite, non comporti però un’inevitabile violenza sulla natura. Noi frequentatori, vogliamo mantenere la purezza dei nostri percorsi. Il timore è quello che, pubblicizzando questi itinerari, si potrebbe arrivare alla fine, agli stessi risultati oggi ottenuti con la pratica d’altri sport di massa.

    Senza una ricognizione preventiva di ogni percorso, per esempio nelle discipline di whitewater, nessun canoista serio si lancerebbe mai in una discesa senza aver preso le sue brave informazioni su qualcuno che il percorso l’ha già disceso in precedenza. Dietro ad una curva, una recente piena, può aver creato una rapida, dove prima non c’era, o può esserci in agguato un tronco galleggiante: la pubblicista comunque è venuta in aiuto in questi ultimi anni, di tutti quelli che vogliono cimentarsi con le acque selvagge possibili e impossibili. L’avventura sportiva di navigazione delle acque selvagge, si può fare in diversi modi e con differenti tipi d’imbarcazioni e di tecniche, a secondo dei percorsi che si decide di intraprendere.

    Augusto Fortis è uno dei massimi esperti mondiali nelle discipline outdoor; pratica diverse discipline tra cui il trekking, la canoa-kayak-rafting, lo scialpinismo a carattere esplorativo, mountain bike, e alpinismo. In questo contesto di scoperta e di avventura outdoor per tutti, ben s’inserisce questa sua nuova guida, con una trattazione organica di ben 300 itinerari e viaggi nella natura, in Italia-Corsica, Canada – Alaska – Ladakh – India – Nepal – Tibet - Patagonia, che sicuramente contribuirà a incrementare il già notevole successo delle varie discipline outdoor.

    John Dawson

    INTRODUZIONE

    Oggi, si sta affermando sempre di più, specialmente nelle discipline outdoor legate alla whitewater, lo specifico praticante, il cui obiettivo principale è il percorso di acqua viva con difficoltà oltre la media, fino all’estremamente difficile. Questo cambiamento di mentalità, ha fatto sì, che la scala delle difficoltà si sia in questi ultimi anni, notevolmente spostata in avanti. Capita così che un tratto di fiume giudicato negli anni sessanta del secolo scorso, di quarta classe, oggi sia valutato di secondo superiore, al massimo di terzo grado. Cambiando i criteri di valutazione delle difficoltà, si sono anche modificati in modo sostanziale l'equipaggiamento e i materiali per la sicurezza, con la relativa didattica d’insegnamento.

    Oggi si è perso il vero significato antico del navigare. Per esempio, nelle discipline outdoor di whitewater, con Internet, si sta comodamente seduti nella propria stanza navigando da un posto all'altro del mondo, scoprendo nuovi spazi lontani da casa in pochi minuti. Una navigazione, cui manca però l'acqua, la scoperta, il rischio, le difficoltà, la paura, i timori dell'imprevisto. Questo è ormai il significato moderno che si da al navigare. Navigare sul serio invece, significa imparare a leggere il fiume, ad amarlo, assecondarlo, farselo amico, praticando una disciplina outdoor impegnativa ma straordinaria, alla portata di tutti. Ci si mette alla prova nello scoprire i propri limiti, favorendo la produzione di adrenalina, per il gusto della scoperta e per l'amore della natura.

    Un itinerario sull’acqua viva è un’esperienza entusiasmante e profondamente istruttiva. S’impara a non inquinare o compromettere il territorio che ci ospita, e al rispetto dell’ambiente. Scegliendo le giuste attrezzature per i diversi percorsi, si scoprono i segreti della natura, e si capisce come valutare le capacità dei compagni e le difficoltà del percorso.

    È ovvio che sia insensato, per esempio, fare affidamento per la discesa di un corso d’acqua selvaggia, a delle descrizioni troppo dettagliate. Ci si deve accontentare a dei suggerimenti, valutando di volta in volta, in modo molto critico, le situazioni con i propri occhi. Non si può negare che descrizioni troppo dettagliate, sottraggono a chi pratica le discipline outdoor, una grossa porzione d’avventura. L’avventura deve far parte integrante di queste attività outdoor.

    In tema di guide outdoor, si stanno delineando in questi ultimi anni, due posizioni opposte; da un lato ci sono quelli che si oppongono a questi strumenti conoscitivi, che secondo il loro parere, diminuiscono di molto lo spirito di avventura e di dimensione ludica di queste attività; dall’altra parte invece ci sono quelli che essendo alle prime armi con poca esperienza, desiderano frequentare solo itinerari sicuri, già ampiamente descritti e collaudati. 

    Vivere outdoor a contatto con la natura, con gli itinerari suggeriti in questa guida, significa sviluppare nella persona che li pratica, lo spirito di avventura, valorizzando l’abilità motoria e la resistenza psicologica, scoprendo i segreti della natura umana, proponendo un incontro spettacolare e molto gratificante con la natura all’aria aperta.

    Augusto Fortis

    CAPITOLO 1

    Introduzione all’Outdoor whitewater

    Tematiche riguardanti il praticare l’Outdoor whitewater.

    - Classificazione internazionale delle difficoltà.

    - La portata dei fiumi e lo sfruttamento idroelettrico.

    - Il territorio, la geologia, la geografia e i regimi idrici.

    - Le caratteristiche concatenate fra di loro, che determinano il tipo di fiume.

    - Le riserve idriche in Italia.

    - La segnaletica della whitewater.

    - Il percorso ideale.

    - I trasbordi.

    - La scelta del kayak ideale.

    - La cura e la manutenzione dei materiali per la discesa.

    - Saper valutare lo stato ecologico di un fiume.

    Introduzione all’Outdoor whitewater

    L’Outdoor whitewater, praticato con le imbarcazioni di canoa canadese-kayak-rafting-hydrospeed-battelli pneumatici

    -SUP-pakraft-catamarano fluviale, sit on top-sit inside, ecc. è uno stile di vita all’aria aperta (open air), in cui l’individuo cerca con la frequentazione di ambienti possibilmente ancora incontaminati, a volte anche difficili e avventurosi, di potersi misurare con se stesso e di scoprire i propri limiti sia fisici sia mentali; è insomma, immaginare di vivere immagini e realtà scenografiche, a un passo dalla realtà. 

    Secondo diversi studi, l’attività outdoor all’aria aperta sopra indicata, ha il doppio dell’efficacia rispetto alle palestre. In più, il tempo sembra passare velocemente e si accusa meno la fatica; un toccasana per la nostra salute fisica e mentale.

    L’Outdoor whitewater è una pratica dilettantistica, non competitiva o agonistica e neppure professionale. Chi lo fa per lavoro, come le guide, i militari, gli antropologi, accettano il rischio dell’avventura senza benefici apparenti, se non quelli della loro professione, non certo per interesse sportivo.

    L’invenzione dei mezzi per navigare in outdoor whitewater, è spesso nata all’interno di popolazioni che usavano queste imbarcazioni come strumenti di vita di tutti i giorni, come la canoa canadese degli indiani dell’America settentrionale o il kayak degli eschimesi; navigare fiumi e laghi è un’attività antica quanto l’uomo.

    Alcune imbarcazioni come i kayak e le canadesi moderne, sono nate invece dall’esigenza sportiva e dall’ingegno dei singoli pionieri come avvenne da noi in Italia tra il 1950 e il 1975, da parte del cav. Granacci, che con i soci del canoa club Milano, in quegli anni, profuse molte energie, andando alla scoperta di nuovi itinerari, condensati nella prima guida fluviale d’Italia.

    Da allora, di anno in anno, grazie all’esperienza acquisita e al miglioramento della tecnica fluviale e dell’eskimo, e grazie anche alla crescente performance, sia individuali sia di gruppo, canoisti sempre più numerosi affrontarono i più difficili percorsi d’alto corso. Nel 1950 in Francia nasce il G.H.R. (Groupe de Haute Rivier), il quale, in soli 5 anni compi ben 100 km su fiumi di classe 5-6 tra cui i tratti sino ad allora ritenuti non navigabili, sul corso superiore del fiume Tarn, nel Massiccio Centrale Francese nel dipartimento della Lozere.

    Nel 1972, nasce in Germania in Baviera, un gruppo specializzato nella discesa d’alto corso, l’Alpin - Kayak - Club - Monaco, (AKCM) composto da gruppi omogenei di grande performance, che inaugurò con spettacolari discese in Corsica e in Italia, un nuovo capitolo che continua tuttora, quello della canoa estrema.

    Questo successo incoraggiante è dovuto al fatto che quest’attività si pratica all’aria aperta, dove giovani e adulti si possono misurare con l’avventura outdoor delle rapide.

    Tematiche riguardanti il praticare l’Outdoor whitewater.

    Classificazione Internazionale delle difficoltà

    nella Whitewater River

    Redatta da I.C.F. (International Canoe Federation). http://www.canoeicf.com)

    La classificazione internazionale delle difficoltà si articola in 6 gradi o classi, anche se da più parti del mondo si chiede alla Federazione Internazionale di Canoa (I.C.F.) di alzare i gradi, analogamente a quanto avvenne anni qualche anno fa con l'alpinismo, ma al momento la federazione non lo ritiene necessario, intendendo la sesta classe, il limite massimo della praticabilità.

    La classe 6 rappresenta in tutto il mondo, il limite della praticabilità oltre la quale c’è l’estremo. Nel mondo le rapide estreme sono a migliaia e sono descritte in molte guide nei siti web indicati:

    http://www.amazon.com/s/ref=sr_pg_1?rh=n%3A283155%2Cn%3A%211000%2Cn%3A26%2Cn%3A16645%2Cn%3A16655&ie=UTF8&qid=1438975751

    http://www.amazon.com/Best-Sellers-Books-Kayaking-Travel-Guides/zgbs/books/290117/ref=zg_bs_nav_b_4_16655#5

    http://www.amazon.it/gp/bestsellers/books/1346703031/ref=zg_bs_nav_b_3_508842031

    Di seguito sono elencati alcuni siti Web di youtube con filmati di discese estreme in kayak, la maggior parte realizzati dagli stessi praticanti.

    Risorse web video:

    http://www.youtube.com/watch?v=uNXh9gXDd2Y

    http://www.youtube.com/watch?v=LAzCYGT7GhQ

    http://www.youtube.com/watch?v=2mN6OFkqE2k

    http://www.youtube.com/watch?v=nsd6p_zzeE0

    http://www.youtube.com/watch?v=SnOUU55qigY

    http://www.youtube.com/watch?v=Fo943ucyZYc

    http://www.youtube.com/watch?v=sgYOmNTq62E

    http://www.youtube.com/watch?v=yFqz6Ap05_A

    http://www.youtube.com/watch?v=inpSdhvtzZk

    http://www.youtube.com/watch?v=D3NZ45e9llI

    https://www.youtube.com/watch?v=opXw172B58E

    Classe 1- molto facile. Piccole rocce sul fondo che generano onde basse e regolari, corrente non troppo forte, rapide visibili dall'imbarcazione, pendenza lieve. Esempio. Ammer (Germania) da Rottenbuch a Peibenerg, con idrometro a 90 al paese di Weiltheeim

    Risorse video web: https://www.facebook.com/datorinoaldelta14?fref=ts

    Piccole rocce sul fondo che generano onde basse e regolari, corrente non troppo forte, rapide visibili dall'imbarcazione, pendenza lieve. Questa è la classe 1. Si può notare l’assenza di rapide ostruite e di ostacoli.

    Classe 2 - facile. Morte ben delimitate con pochi ostacoli, rapide visibili dall’imbarcazione, scarsa potenza dell’acqua, letto ampio con pochi ostacoli facilmente evitabili. Esempio, Stura di Demonte (Italia) da Festiona a Moiola, con idrometro a 70 a Gaiola

    Risorse web video:

    http://www.youtube.com/watch?v=_RyALLCVbIc

    http://www.youtube.com/watch?v=Oy8_jtRoTSA

    http://www.youtube.com/watch?v=JB6tRfEtYYg

    http://www.youtube.com/watch?v=95GdBHSZY6I&list=UUJDvyynHenZgAINp21Vg6JQ&index=5

    Nella classe 2, le morte sono ben delimitate, con pochi ostacoli facili da evitare. La linea da seguire con questa classe, è evidente, e il percorso, si presenta con ostacoli facili da evitare.

    Classe 3 - moderatamente difficile. Rapide di media difficoltà, non sempre visibili dall’imbarcazione, che possono far immergere completamente il kayak. Discreta potenza dell’acqua. Occorre padronanza della manovra dell'eschimo. Esempio, Inn (Austria) nell’Imster-Schlucht, con idrometro a 200 al paese di Haiming

    Per affrontare la terza classe, moderatamente difficile, bisogna sapere fare senza esitazione, le manovre d’ingresso in morta, e l’appoggio a valle.

    Occorre padronanza dell'eschimo e una buona esperienza, che consenta di affrontare vere rapide con disinvoltura.

    Classe 4 - molto difficile. Rapide violente, con potenza dell’acqua. Passaggi stretti non visibili dall’imbarcazione. Pericolosi ritorni. Buona tecnica in acque mosse. Esempio: Otztaler Ache (Austria) nella gola del bosco, con idrometro a 120 al paese di Tumpen.

    Risorse web video:

    http://www.youtube.com/watch?v=X2m1oUFQFek

    http://www.youtube.com/watch?v=nPDQSlK4TaA

    http://www.youtube.com/watch?v=oy7l77Gr0Cs

    http://www.youtube.com/watch?v=4htnww7sYDE

    http://www.youtube.com/watch?v=pxRMWUJTZ-0

    http://www.youtube.com/watch?v=4nCMoDmaJiY

    http://www.youtube.com/watch?v=7bzzNb_X53Q

    http://www.youtube.com/watch?v=3t8uaE-Goeo&list=UUJDvyynHenZgAINp21Vg6JQ&index=11

    Nuotare in quarta classe, una classe molto difficile, diventa pericoloso, vi sono buchi che trattengono e i compagni spesso non possono intervenire subito.

    Prima di affrontare un tratto di quarta classe, è norma prudenziale sbarcare, come nella foto e fare una ricognizione a piedi del percorso, predisponendo compagni sulle sponde per la sicurezza.

    Classe 5 - estremamente difficile. Molta tecnica in acque mosse. Enorme potenza dell’acqua. Salti anche di parecchi metri, con entrate e uscite complicate. Esempio. Inn (Svizzera) nella gola di Brail, con idrometro a 110 al paese di Tarasp.

    Risorse web video:

    http://www.youtube.com/watch?v=z70zVwRKeKk

    ww.youtube.com/watch?v=SnOUU55qigY

    http://www.youtube.com/watch?v=AdR-EUwRBpw

    http://www.youtube.com/watch?v=wni81uRSxUo

    http://www.youtube.com/watch?v=VHA8U8rgXZM

    http://www.youtube.com/watch?v=RZPWEZVhDwk

    http://www.youtube.com/watch?v=5FBhkH6V0FE

    http://www.kayaksession.com/piemonte-and-ticino-2014-part-3-rovana-ribo-loana-cannobino-and-melezza/

    http://www.youtube.com/watch?v=cr0lhQJ8X9Y http://www.ckfiumi.net/video.phtml/?search=Corsica+06

    http://www.youtube.com/watch?v=33xePulQGQ8

    Molta tecnica in acque mosse è richiesta nella classe 5, classificata molto difficile Enorme potenza dell’acqua. Salti anche di parecchi metri, con entrate e uscite complicate. Questa è la classe 5.

    Classe 6 - limite della praticabilità. Più difficile della classe 5. Su questa classe occorre grande esperienza e ottima tecnica fluviale. Esempio. Otztaler Ache (Austria) nel tratto compreso fra Langenfeld e Umhusen con idrometro a 120 al paese di Tumpen.

    Risorse web video:

    http://www.youtube.com/watch?v=hFEQJ9ZuBfk

    http://www.youtube.com/watch?v=VhVutD_7nTs

    http://www.youtube.com/watch?v=X7YOjFJbgw8

    http://www.youtube.com/watch?v=SnOUU55qigY

    Le zone di morta sono ribollenti e instabili. Le buche sono molto profonde e tendono a trattenere la persona che ci cade dentro. La classe 6, è più difficile della classe 5,

    fino al limite della praticabilità. Nuotare in questa classe, in caso di ribaltamento senza eschimo, è molto pericoloso e spesso i compagni non possono intervenire.

    L’estremo: qui il rischio è assoluto e non prevede compromessi tra la vita e la morte. La I.C.F. ha allo studio da 15 anni - su pressione di molti canoisti di tutto il mondo specialmente USA -  una scala per i salti e le cascate denominata Class U, rapid or falls. Se sarà approvata, sarà posta oltre la classe 6. https://www.youtube.com/results?search_query=kayak+estremo

    Di seguito sono elencati alcuni siti Web con filmati di discese estreme.

    http://www.youtube.com/watch?v=uNXh9gXDd2Y

    http://www.youtube.com/watch?v=LAzCYGT7GhQ

    http://www.youtube.com/watch?v=2mN6OFkqE2k

    http://www.youtube.com/watch?v=nsd6p_zzeE0

    http://www.youtube.com/watch?v=SnOUU55qigY

    http://www.youtube.com/watch?v=Fo943ucyZYc

    http://www.youtube.com/watch?v=sgYOmNTq62E

    http://www.youtube.com/watch?v=yFqz6Ap05_A

    In Italia le rapide estreme sono molte centinaia, sia sulle Alpi sia negli Appennini. La più nota sulle Alpi si trova in Piemonte in provincia di Torino, nella Valli di Lanzo sulla Stura di Ala, al paese di Mondrone, detta "Gorgia di Mondrone", percorsa per la prima volta dal canoista estremo torinese Pietro Berga nel 1993.

    Risorse web:

    http://clip.zostojsiab.com/cWdOMVJxeGpuLWc1

    Nel mondo le rapide estreme sono a migliaia, le più note sono la Lava Falls, sul Colorado in Arizona, e la Malafosse sulla Durance (Hautes Alpes), 4 km a monte di Briançon in Francia.

    LA PORTATA DEI FIUMI E LO

    SFRUTTAMENTO IDROELETTRICO

    - Portata.

    - Pendenza.

    - Velocità della corrente.

    - Energia della corrente fluviale.

    Ben quattro caratteristiche concatenate fra di loro, determinano il tipo di fiume. La tipologia dei fiumi descritta in questa guida, è molto varia, ma comprende la quasi totalità della casistica fluviale mondiale. Esse sono:

    Portata: essa esprime in metri cubi il secondo, il volume di acqua che passa nell’unità di tempo attraverso una sezione trasversale del fiume, sezione che è stabilita in un punto dove sia possibile conoscere bene forma e dimensioni. Essa si esprime con la formula: q=a.v, dove q è la portata, a è l’aera della sezione e v è la velocità dell’acqua nella sezione

    Pendenza: è il rapporto tra il dislivello esistente fra la sorgente e la foce e la lunghezza del suo percorso; i relativi valori, variano notevolmente da un fiume all’altro, poiché dipendono dalla caratteristica del rilievo. Di solito si divide la pendenza del fiume, in tre parti: il corso superiore, ossia il tratto che va dalla sorgente allo sbocco in pianura con pendenza mediamente elevata; il corso medio, che si sviluppa nella pianura, con pendenza poco accentuata; il corso inferiore, ossia il tratto in vicinanza della foce, con pendenza molto bassa. Perciò quando si parla di pendenza di un fiume, si preferisce farlo riferendosi a piccoli tratti e non a tutta la sua lunghezza; in questo secondo caso, si avrà un valore indicativo della pendenza media.

    Velocità della corrente: dipende da molti fattori, dalla pendenza dell’alveo, dalla profondità dell’alveo e dalla rugosità del letto. Si calcola con la seguente formula: V=C √ R. S, dove V è la velocità media, R, la profondità (o raggio idraulico, cioè il rapporto tra l’area della sezione e il perimetro del letto bagnato dall’acqua), S la pendenza, e C, un coefficiente sperimentale che tiene conto della natura dei materiale dell’alveo. La velocità della corrente fluviale non risulta uniforme neanche nell’ambito di una stessa sezione trasversale, essa è maggiore al centro e nella parte più alta; presso il fondo e ai lati tende invece a diminuire anche di molto per effetto dell’attrito dell’alveo.

    Energia della corrente fluviale (E): è l’attitudine del fiume a trasportare i materiali solidi e a scavare le proprie valli. Si tratta di energia cinetica relativa a una massa liquida in movimento ed è direttamente proporzionale alla portata (q) e al quadrato della velocità (v), cioè: E=q.v al quadrato. Essa esprime la potenza della corrente fluviale, cioè il lavoro che essa è in grado di compiere nell’unità di tempo, dove q (portata in mc/sec), è misurata nell’unità di tempo.

    Il Servizio Idrografico in Italia

    In Italia non esiste un efficiente servizio idrografico.

    I dati non sono aggiornati e non tengono conto delle captazioni che continuamente avvengono sia per scopo idroelettrico che civile e agricolo. Mancano dati certi dal 1972, o almeno, ne manca una raccolta organica e accessibile al pubblico, poiché le competenze in materia sono state trasferite dallo Stato Centrale alle Regioni, che nella maggioranza dei casi, li hanno lasciati in completo abbandono, molti dei quali oggi sono interrati, danneggiati e inservibili. Questa è una grave lacuna, in un paese come il nostro, dove il dissesto idrogeologico, ha raggiunto livelli quasi catastrofici.

    Nelle schede che descrivono i percorsi di whitewater, non sono citate le portate fornite dagli enti proposti, perché poco affidabili. Si è preferito invece rilevare al momento della discesa il livello del fiume con questo schema:

    - Livello medio: livello ottimale per la discesa. Un fiume con un bacino in grado di svolgere bene la funzione di volano idrico, perché ben fornito di boschi e di terreni permeabili, assicurerà un livello medio ottimale per un lungo periodo. Questo è il livello cui tutti aspirano ed è appunto una media, tra la portata massima e quella minima. 

    - Livello minimo: livello basso. Questo livello è anche un dato di minimo assoluto, come indice dei fiumi carsici a regime perenne, con valori di portata che si mantengono costanti per lunghi periodi.

    - Livello alto: livello eccezionale di breve durata, (regime di piena).

    Dove, al momento della discesa, esisteva sulle sponde del fiume un idrometro, questa lettura è stata riportata.

    Sul sito gestito da canoisti italiani: www.ckfiumi.net è possibile trovare alcune portate dei fiumi italiani.

    Di seguito sono riportati i siti web di Francia, Svizzera, Slovenia, Germania, dove è possibile rilevare in tempo reale le letture idrometriche. 

    Risorse web:

    http://www.eauxvives.org/fr/niveaux/en-direct/index

    http://www.hydrodaten.admin.ch/fr/index.html?lang=fr

    http://www.arso.gov.si/vode/podatki/amp/H13_g_1.html

    http://4-paddlers.com/293/peg/onlinepegel.html

    Lo sfruttamento idroelettrico

    Da 5 mila anni, le dighe e gli sbarramenti sono costruiti per il bene e il progresso dell'umanità. Proteggono dalle alluvioni e dalle piene (le inondazioni sulla terra uccidono oltre 100 mila persone l’anno), riforniscono d'acqua campagne e città, sono una riserva energetica pulita e rinnovabile (un quinto della produzione elettrica mondiale). Ma a fronte di questi vantaggi, ci sono anche svantaggi a lungo termine. La grande diga di Assuan, in Egitto, inaugurata nei prima anni settanta, dapprima ha recato enormi vantaggi ai contadini, garantendo l'irrigazione di 1000 km di deserto per tutto l'anno. Ma poi, ci si è accorti che impediva la concimazione naturale dei campi col fertile limo che in passato era depositato dalle piene del Nilo.

    In Italia, le grandi dighe sono 691.  Sono previsti nei prossimi 25 anni la costruzione di altri 250 dighe e sbarramenti idroelettrici. A questo si deve aggiungere altri 10 mila piccoli invasi. Oggi l'Italia dipende dall'energia idroelettrica nella misura del 20 per cento. Fino agli anni 60, prima dell'avvento del petrolio, le dighe erano la principale fonte di energia del Paese.

    Nel mondo, sono oltre 130 milioni, le persone che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni per far posto alle dighe e agli sbarramenti. Per il solo bacino delle Tre Gole, in Cina, oltre un milione di persone perderanno la loro casa nei prossimi anni, 1400 paesi e città finiranno sott'acqua, 8 milioni di siti archeologici andranno perduti per sempre. Anche per queste ragioni, la Banca Mondiale, il più grande finanziatore di queste opere ha posto un freno al finanziamento di queste ciclopiche costruzioni.

    Di seguito sono elencate quelle che dovrebbero essere le priorità da attuare per la salvaguardia dallo sfruttamento eccessivo dei corsi d’acqua.

    - Che sia messo in discussione l’articolato normativo secondo il quale le opere per la realizzazione degli impianti idroelettrici, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all´esercizio degli stessi impianti, siano di pubblica utilità, indifferibili e urgenti.

    - Che si tenga conto dell’Articolo 9 della Costituzione, e soprattutto del recente pronunciamento del Consiglio di Stato (Cons. Stato, sez. IV, 29 aprile 2014, n. 2222), che ribadisce come il paesaggio sia bene primario e assoluto e che la sua tutela sia quindi prevalente su qualsiasi altro interesse giuridicamente rilevante, sia di carattere pubblico sia privato.

    - Che all’interno del confronto che vede protagonisti l’Unione Europea e lo Stato Italiano nella proposta e attuazione della Macroregione Alpina, si preveda un capitolo d’impegno comunitario che salvaguardi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo i corsi d’acqua.

    - L’immediata sospensione del rilascio di nuove concessioni e autorizzazioni per impianti idroelettrici su acque superficiali, comprese quelle attualmente in istruttoria, a cominciare dai procedimenti in itinere che ricadono nei siti non idonei individuati nelle varie Regioni, ad esclusione di tipologie e contesti circoscritti da individuare con apposito elenco (es. la valorizzazione dei deflussi nelle reti di acquedotto e fognatura, il recupero di ruote idrauliche di antichi opifici di particolare valore testimoniale, lo sfruttamento del reticolo minuto in aree remote quali rifugi alpini, ecc.).

    - La contemporanea revisione degli strumenti d’incentivo da mantenere solo per impianti che soddisfino tutti i requisiti di tutela dei corsi d’acqua e della biodiversità.

    - La contestuale apertura di un tavolo di confronto a livello nazionale, esteso anche ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste, pescasportive, culturali e tecnico-scientifiche, accomunate dall’avere tra gli scopi statutari la conservazione e il miglioramento dei corsi d’acqua e della biodiversità, con lo scopo di valutare le migliori modalità per ridurre l’impatto delle centrali idroelettriche esistenti e minimizzare quello di eventuali nuovi impianti.

    - Che i Piani di Gestione dei distretti idrografici stabiliscano tangibili politiche di risparmio nell’uso del bene idrico e nel frattempo prevedano programmi di misure tesi alla riqualificazione dei corsi d’acqua e, più in generale, del bene comune dell’acqua.

    - Che sia attuato un processo rigoroso di valutazione dell’impatto ambientale, e che si considerino in modo esplicito gli impatti cumulativi dei progetti che incidono su uno stesso bacino imbrifero, compresi gli impatti causati da attività esterne alla produzione idroelettrica (come le derivazioni a scopo irriguo e gli interventi di artificializzazione degli alvei); che siano inoltre analizzati in modo esplicito gli effetti dei previsti impianti di produzione idroelettrica sugli elementi che valutano lo stato ecologico dei corpi idrici.

    - Che sia superato il concetto attuale di DMV (Deflusso Minimo Vitale) a favore di quello di deflusso ecologico e cioè di una regola di rilascio che sia realmente in grado di garantire il mantenimento degli obiettivi di qualità ecologica.

    - Che sia significativamente migliorato il livello di controllo dell’effettivo rispetto dei deflussi rilasciati in alveo e delle altre misure di mitigazione e che le sanzioni previste dalla normativa siano effettivamente applicate in caso di comportamento fraudolento.

    - Che la procedura di confronto sui Piani di Gestione dei bacini idrografici sia mantenuta aperta e condivisa a tutti i soggetti portatori d’interessi sociali ed economici; in particolare che presso ogni Regione e Provincia autonoma sia istituito un tavolo di confronto pubblico permanente tra tutti i cittadini sensibili alla tematica e i portatori d’interesse, in specifico accompagnamento a ogni momento decisionale relativo alla gestione delle risorse idriche, come contemplato dalle direttive europee, che prevedono allargati processi partecipativi al governo del territorio.

    - Che i corsi d’acqua, e in particolare quelli di montagna, siano considerati un patrimonio di biodiversità, di valori ambientali e paesaggistici da tutelare piuttosto che una semplice risorsa da sfruttare in modo intensivo e indiscriminato; una risorsa preziosa per il paesaggio in grado di favorire un turismo ricreativo alternativo e meno impattante anche in ambito fluviale, creando nel frattempo, grazie alla conservazione del bene, uno sviluppo economico e sociale armonico del territorio.

    Nel 1964 il grande statista indiano Jawaharial Nehru durante un comizio disse che in India, i grandi monumenti dell'era moderna sarebbero state le grandi dighe. Il grande statista indiano aveva ragione. Oggi con 3300 grandi dighe che superano i 150 m di altezza e con altre 800 in costruzione, l'India detiene il primato mondiale delle grandi dighe. Secondo la Banca Mondiale, queste costruzioni sarebbero la ricetta per sconfiggere la sete nelle grandi città dell'India e per portare acqua con i canali dove questa manca. Ma tutto questo con grandi danni ambientali e sociali. Solo in India, oltre 40 milioni di profughi hanno dovuto abbandonare la casa e le terre che coltivavano per far posto alle dighe, un numero dieci volte maggiore dei profughi della Palestina. In India, il bacino fluviale più sfruttato a scopo idroelettrico è quello del fiume Narmada nell'India Centrale, dove sono in costruzione 3000 dighe. La più alta di queste dighe è a Tehri sul fiume Bhagirathi, entrata in funzione nel 2003, per la quale sono stati necessari ben 30 anni di lavori, un vero record anche di altezza, che con i suoi 260 m è la quinta diga più alta del mondo.

    Per molti paesi, le dighe sono il simbolo del progresso e dell'indipendenza economica, ma già oggi, illustri ambientalisti come il famoso Mc Cully, auspicano che anziché costruire altri sbarramenti e dighe, si cominci a risparmiare. Secondo questo esperto e altri illustri nomi in tutto il mondo, la metà dell'acqua ora accumulata nei bacini artificiali viene in realtà sprecata prima di essere utilizzata per produrre energia. Che sia vero o meno questo fatto, di certo per ora si sa che attualmente l'energia idroelettrica è l'energia che inquina di meno, che si trova a buon mercato e che sicuramente continuerà ancora per altri anni, fino a quando non se ne troveranno altre.

     Fiumi a norma di legge in Italia

    Strumento legislativo di notevole importanza è la legge del 8-8-1985, la nr. 431, meglio nota come - Legge Galasso -. La Galasso vincola i terreni costieri in una fascia dalla profondità di 300 m, le sponde dei fiumi per 150 ciascuna, le montagne oltre 1600 m per le Alpi, e 1200 m per gli Appennini. Sono inoltre stabiliti vincoli sui ghiacciai e circoli glaciali, sui parchi nazionali e regionali, compresi i territori a protezione esterna, le foreste, in particolare quelle percorse e danneggiate dal fuoco. Sono inoltre sottoposte a tutela le zone gravate da usi civici, le aree umide incluse nel D.P.R. 13/3/1993 nr.448 e le aree d'interesse archeologico.

    Il problema degli interventi fluviali deve essere affrontato e pianificato attraverso l'uso corretto del territorio. La prima legge italiana in questo senso fu voluta e attuata dal celebre agronomo Arrigo Serpieri ad inizio secolo, il quale mediante il Regio Decreto 30/11/1923 al nr. 3267 dal nome - Riordino e riforma della legislazione in materia di boschi e terreni montani - vincolava il 40% del nostro territorio attraverso il vincolo idrogeologico.

    Un'applicazione corretta e rigorosa di questa legge, prevede in caso d'inadempimento, il reato penale. Questo valido strumento di gestione e di controllo – protezione del territorio nazionale, ha lo scopo d'essere anche un valido deterrente contro i facili

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