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I piu bei percorsi di canoa - kayak
I piu bei percorsi di canoa - kayak
I piu bei percorsi di canoa - kayak
E-book1.248 pagine15 ore

I piu bei percorsi di canoa - kayak

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Info su questo ebook

Un viaggio attraverso la Penisola Italiana, dalle Alpi alla Sicilia, per scoprire fiumi e laghi. Un percorso unico per conoscere attraverso cartine tematiche, testi e fotografie, aspetti geografici, e geomorfologici dell’Italia, con una rappresentazione dettagliata e rigorosa, che insieme a immagini interessanti e particolareggiate, fanno di questo libro, un’indispensabile guida. Compiere un tour nell’acqua viva in Italia, in un viaggio “tutta natura”, può essere sicuramente piacevole, ma speriamo anche curioso e avvincente, per entrare in contatto con realtà territoriali sconosciute e sommariamente note. Discendere un fiume, significa entrare nel vivo della storia di una regione, toccare le radici più profonde e misteriose, comprendere il carattere della gente che lo abita e giustificarne usi e costumi.
Augusto Fortis, un grande esperto mondiale delle discipline Outdoor d'acqua viva, con questa guida inedita vi aiuta a scoprire i più bei percorsi di canoa kayak in Italia, in tutte le Regioni, dalle Alpi alla Sicilia. Egli ha saputo in molti anni di frequentazione, scoprire nuovi percorsi condensandoli in questa guida, scoprendo una natura meravigliosa e affascinante; una pagina in più di un’altra Italia, quella che ci sta di fronte, non poi così distante e che ci appartiene.
LinguaItaliano
EditoreAbel Books
Data di uscita3 feb 2020
ISBN9788867522330
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    Anteprima del libro

    I piu bei percorsi di canoa - kayak - Augusto fortis

    AUGUSTO FORTIS

    I PIÙ  BEI PERCORSI

    DI CANOA – KAYAK

    IN ITALIA

    Guida Outdoor a colori con i

    migliori percorsi per tutti

    AbelBooks

    Dello stesso autore nel catalogo Abel Books  www.abelbooks.net

    Outdoor Canoa. 250 itinerari in Italia e nel sud Europa

    Outdoor Canoa. 50 itinerari nei parchi italiani

    Canoa Outdoor Whitewater. 500 itinerari in Italia e nel mondo

    Outdoor e Avventura. 300 itinerari in Italia e nel mondo

    Tutto il Po dal Monviso al Delta

    I più bei percorsi di Canoa Kayak nei parchi italiani

    AUGUSTO FORTIS

    I PIÙ BEI PERCORSI DI

    CANOA-KAYAK

    IN ITALIA

    Guida Outdoor a colori con i

     migliori percorsi per tutti sui fiumi e sui laghi

     dalle Alpi alla Sicilia

    CANOA

    rafting, kayak, hydrospeed,

    floating, tubing, SUP, sit on top

    L’Italie, un paradis de l’eau vive Wildwasserspezialitaten Italiens, Alpen & Apennin

    Italy whitewater

    Presentazione di Erik Cook.

    Un viaggio tutta natura, attraverso la Penisola Italiana per conoscere i più bei percorsi di canoa-kayak.

    Abel Books

    DEDICHE E RINGRAZIAMENTI

    Il libro è dedicato a Laura Grand, morta nel 2015 nella discesa del F. Susitna River in Alaska.

    Ringraziamenti: Maurizio Pattoglio, David Pearson, Norman Bellamy, Erik Cook.

    Progetto editoriale e realizzazione: Augusto Fortis.

    Referenze fotografiche: Augusto Fortis e Maurizio Pattoglio.

    Copertina e retrocopertina: Augusto Fortis.

    Cartografia: Augusto Fortis.

    Foto di copertina: sul F. Stura di Ala, Valli di Lanzo, Piemonte centrale. Il paesaggio dove scorre il fiume è incantevole. Lastroni rocciosi, passaggi con salti, gradini di tipo catarattico con visibilità spesso scarsa. Un vero piacere però solo per gli esperti. Il percorso è particolarmente affascinante dal punto di vista tecnico,

    ma da godersi con rafforzata attenzione.

    Impaginazione a cura della Casa Editrice.

    Proprietà letteraria riservata

    copyright 2019 Abel Books

    www.abelbooks.net

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Abel Books – Piergiorgio Leaci Editore

    Via Milano 44 - 73051 Novoli (Le)

    ISBN 9788867522330

    AUGUSTO FORTIS

    È uno dei massimi esperti mondiali nell’Outdoor fluviale. Ha dedicato gran parte del suo tempo libero, alla scoperta delle grandi possibilità che offrono i percorsi d'acqua viva in Italia in Europa e nel mondo. L'autore pratica diverse discipline dell’outdoor, tra cui lo scialpinismo a carattere esplorativo, collabora con le più prestigiose riviste specializzate del settore e da alcuni anni si occupa di protezione della natura.

    Web: https://www.google.com/search?q=tutti+i+libri+di+augusto+fortis&oq=tutti+i+libri+di+augusto+fortis&aqs=chrome..69i57.17861j0j4&sourceid=chrome&ie=UTF-8

    Il grado di libertà di un uomo si misura con l’intensità dei suoi sogni

    Philip Liverlsly

    PRESENTAZIONE

    Non c’è nessun vento favorevole per chi non sa dove andare.

    George Thompson

    Oggi con l’introduzione delle imbarcazioni di materiale plastico, si è andato diffondendo un cambiamento di mentalità, spostando in avanti la valutazione delle difficoltà. La tendenza generale, è diventata quella di discendere sempre di più percorsi con rapide molto ostruite, superando cascate sempre più alte e con volumi d’acqua sempre maggiori, facendo affidamento su imbarcazioni e attrezzature individuali sempre più perfezionate. La ricerca delle difficoltà tecniche, sono diventate incentivi determinanti per i giovani amanti della natura, di queste attività sportive, mettendo alla prova l’efficienza fisica, al motto: Sì all’avventura ma senza il rischio. Rafting e torrentismo si affiancano all'escursionismo e al kayak, e gli editori si adeguano alle nuove tendenze. In libreria ci sono sempre di più guide e manuali con grandi fotografie. Sono molti gli appassionati frequentatori della montagna che preferiscono l'acqua alla roccia. Relativamente nuove discipline come il torrentismo e il rafting hanno portato nuovi adepti tra le fila degli appassionati di fiumi, laghi, torrenti e corsi d'acqua. Intanto canoa e kayak registrano un numero sempre più elevato di praticanti e l'editoria specializzata si adegua, mandando in libreria manuali e guide, che invitano alla scoperta delle acque montane e illustrano i metodi e tecniche per esplorarle.

    Anche l'escursionismo s'indirizza all'acqua dei laghi, fiumi e persino i canali d'irrigazione, diventano la meta di trekking o semplici passeggiate, in modo se vogliamo diverso di camminare intorno alle crode o di programmare una soddisfacente escursione. Una vacanza sull’acqua viva è un’esperienza entusiasmante e profondamente istruttiva. S’impara a non inquinare o compromettere il territorio che ci ospita, e al rispetto dell’ambiente. Scegliendo le giuste attrezzature per i diversi percorsi, si scoprono i segreti della natura, e si capisce come valutare le capacità dei compagni e le difficoltà del percorso.

    Oggi si è perso il vero significato antico del navigare. Con Internet, si sta comodamente seduti nella propria stanza navigando da un posto all'altro del mondo, scoprendo nuovi spazi lontani da casa in pochi minuti. Una navigazione, cui manca però l'acqua, la scoperta, il rischio, le difficoltà, la paura, i timori dell'imprevisto. Questo è ormai il significato moderno che si da navigare. Navigare sul serio invece, significa imparare a leggere il fiume, ad amarlo, assecondarlo, farselo amico, praticando una disciplina sportiva impegnativa ma straordinaria, alla portata di tutti. Ci si mette alla prova nello scoprire i propri limiti, favorendo la produzione di adrenalina, per il gusto della scoperta e per l'amore della natura. Attraverso lo sport e l’avventura, intendendo con questo soprattutto un’avventura umana, la natura può essere usata come strumento per andare incontro a se stessi e agli altri. Il concetto di Outdoor è un modo di pensare e di essere; esso si basa sulla capacità dell’individuo di frequentare ambienti incontaminati, spesso ostili, dove l’individuo mette alla prova le proprie capacità. Superare i nostri orizzonti, è una pratica antica tipica della nostra specie. Ben s'inserisce in questo quadro di scoperta il nuovo libro di Augusto Fortis, un grande esperto degli sport d'acqua viva con il quale ho percorso tutti gli itinerari presenti in questa guida. Egli ha saputo in molti anni di frequentazione, scoprire con me, nuovi percorsi condensandoli in molte guide, in una natura meravigliosa e affascinante.

    Erik Cook

    INTRODUZIONE

    Nella vita non esistono strade da percorrere,

    ma una via che ognuno deve aprire con il proprio istinto.

    Ariz Khan

    Gli sport dell'acqua viva, sono ancora lontani nel nostro paese, dal diventare sport di massa. In fondo, che non lo diventino se lo augurano gli stessi praticanti. Il loro maggior pregio, e si capisce subito, è quello di essere un'attività ecologica. Il loro diffondersi oltre un certo limite, infatti, comporterebbero un'inevitabile violenza sulla natura. I praticanti vogliono conservare la purezza dei loro rodei acquatici. Oggi, si sta affermando sempre di più lo specifico canoista il cui obiettivo principale è il percorso di acqua viva con difficoltà oltre la media, fino all’estremamente difficile. Questo cambiamento di mentalità, ha fatto sì, che la scala delle difficoltà si sia in questi ultimi anni, notevolmente spostata in avanti. Capita così che un tratto di fiume giudicato negli anni sessanta del secolo scorso, di quarta classe, oggi sia valutato di secondo superiore, al massimo di terzo grado. Cambiando i criteri di valutazione delle difficoltà, si sono anche modificati in modo sostanziale l'equipaggiamento e i materiali per la sicurezza, con la relativa didattica d’insegnamento.

    Con questo sport, siamo affascinati dal distacco dal mondo affollato che ci permette, e ancora prima di entrarci, l’idea di immergersi completamente nella natura, ci affascina al punto di farci accettare i bagni, i rovesciamenti senza eschimo nell’acqua gelata. Vogliamo distinguerci, distaccarci, viaggiare nel fiume con l’acqua che va al mare, e a far invidia a chi ci vede passare dalle sponde. Chi approda alla canoa-kayak è spesso un veterano dello sport in generale, ne ha praticati e ne pratica in contemporanea altri, e la sua scelta ha come fondamento un indiscusso amore per la natura, che va oltre la superficialità di lettura di riviste o fotografie, e che produce un atteggiamento verso le sue problematiche, che va ben oltre il semplice esercizio fisico. Esistono persone che si associano per idee politiche, per interessi economici, perché praticano uno stesso sport, ma il canoista si associa ad altri canoisti come visto, anche per altri motivi.

    Nel nostro paese, l’Outdoor nella witewater river, applicata alla canoa-kayak-rafting-hydrospeed-tubing-floating, sta avendo, soprattutto tra i giovani, un discreto successo. Il suo maggior pregio, è quello di essere un’attività ecologica. Il diffondersi oltre un certo limite, comporterebbe un’inevitabile violenza sulla natura. Noi frequentatori dell’acqua viva, vogliamo mantenere la purezza dei nostri rodei acquatici. Il timore è quello che, pubblicizzando questi percorsi, si potrebbe arrivare alla fine, agli stessi risultati oggi ottenuti con la pratica d’altri sport, come per esempio lo sci da pista. Dalla pratica della canoa, e in genere di tutti gli sport dell’acqua viva, quali kayak, rafting, hydrospeed, floating e tubing, noi ci attendiamo il contrario. Certo, noi siamo consapevoli, che non ci possiamo attendere che le sponde dei fiumi e dei torrenti, diventino tutte dei parchi naturali, ma, la natura, ripristinata in tutti i suoi aspetti, possa in futuro, diventare un fattore di promozione turistica. Soltanto in alcune espressioni agonistiche, la canoa-kayak è uno sport individuale. Nelle uscite sul fiume, anche se si è soli con la propria imbarcazione, è il gruppo che offre la garanzia della sicurezza, della riuscita dell’escursione e dello scambio delle sensazioni che si provano dopo aver disceso una rapida. Dobbiamo avere la cieca fiducia nel gruppo, sicuri che in caso di necessità, i nostri compagni sapranno intervenire e toglierci dai guai. Il contorno di quest’attività sportiva non certo marginale, consiste poi nella ricerca dei percorsi, nelle telefonate che precedono la discesa, nella discussione sui livelli dell’acqua e non ultima, la sorpresa che si prova dopo l’ultimo chilometro in auto, quando si vede finalmente il fiume a lungo desiderato. Nelle prime uscite da principianti, siamo contenti se anche noi riusciamo ad arrivare al fondo come l’acqua, siamo ancora più contenti se il fiume è stato difficile e non ci ha annoiati. Il nostro essere bravi diventa allora una competizione tra noi e il fiume, dove comunque sarà sempre lui il più bravo, e noi nella migliore delle ipotesi possiamo solo eguagliarlo; sbaglia chi crede di averlo vinto, di essere stato più forte. Il canoista qualunque sia la sua capacità tecnica, avrà sempre qualche cosa da condividere con gli altri, qualcosa che va ben oltre il mero esercizio fisico.

    Vivere Outdoor a contatto con l’acqua viva, significa sviluppare nella persona che la pratica, lo spirito di avventura, valorizzando l’abilità motoria e la resistenza psicologica, scoprendo i segreti della natura umana, proponendo un incontro spettacolare e molto gratificante con la natura all’aria aperta. Cosi, dopo aver percorso centinaia di chilometri su questi fiumi e sui laghi in tutta Italia, li radunammo in questa raccolta. I percorsi accuratamente selezioni secondo il nostro criterio devono essere gratificanti, attuali e di difficoltà non eccessive. Questo volume, si propone quindi come un manuale/guida, per conoscere e affrontare e scoprire i percorsi in Italia, nei diversi climi e territori, in tutte le stagioni, con itinerari con ogni grado di difficoltà, tra cui predominano quelle medie, adatte a un vasto numero d'appassionati di acque selvagge.

    Fortis Augusto

    COME CONSULTARE QUESTA GUIDA

    La guida è organizzata con una sequenza di itinerari nella penisola italiana, dalle Alpi alla Sicilia, attraverso tutte le sue diciannove Regioni. Una sezione introduttiva, è dedicata alla presentazione di Erik Cook uno dei massimi esperti e all’introduzione dell’autore, cui fa seguito l’indice generale dei percorsi, con una cartina per meglio localizzarli sul territorio. Seguono poi otto capitoli, iniziando con una parte dedicata ai diversi aspetti alla struttura e alla morfologia della penisola italiana. Per ogni Regione, sono descritte le caratteristiche fisiche, economiche e culturali del territorio, cui seguono cartine geografiche specifiche e dettagliate dei fiumi, accompagnate da notizie sul territorio e sul clima, suddivisi tra Italia Settentrionale, Centrale e Meridionale, con le isole Sicilia e Sardegna. La parte importante e centrale della guida è dedicata alla descrizione dei percorsi con schede monografiche sugli itinerari nelle Alpi e negli Appennini. Seguono poi altri capitoli dedicati alle imbarcazioni consigliate, alla sicurezza, alla scelta del kayak ideale, agli accessori, alla cura e la manutenzione dei materiali per le discese, allo sfruttamento idroelettrico, ai problemi della cementificazione con riferimento al territorio, alla geologia, ai regimi idrici, alla nascita del paesaggio e alla sua modifica da parte dell’uomo. Dopo l’elenco dei club esistenti in Italia cui fare affidamento per le discese, la guida termina con una raccolta di cartine tecniche e foto, per meglio comprendere i percorsi descritti.

    I PIÙ BEI PERCORSI DI CANOA-KAYAK IN ITALIA

    INDICE GENERALE DEI PERCORSI DALLE ALPI ALLA SICILIA

    ALPI

    Po

    Tanaro

    Tanarello

    Ellero

    Negrone

    Casotto

    Corsaglia

    Pesio

    Cant

    Gesso

    Gesso di Valletta

    Gesso di Barra

    Gesso di Rovinia

    Stura di Demonte

    Corburant

    Maira

    Marmora

    Varaita

    Grana

    Gilba

    Pellice

    Chisone

    Guichard

    Germanasca

    Dora Riparia

    Ripa

    Malone

    Sangone

    Chiusella

    Stura di Lanzo

    Stura di Viù

    Stura di Valgrande

    Stura di Ala

    Dora di Bardonecchia

    Tesso

    Malone

    Dora Baltea

    Gran Eyvia

    Dora di Rhemes

    Urtier

    Evançon

    Artavanaz

    Lys

    Marmore

    Valnontey

    Savara

    Dora di Verney

    Rutor

    Orco superiore

    Piova

    Cervo

    Oropa

    Elvo

    Orco inferiore

    Artogna

    Strona di Vallemosso

    Dolca

    Strona di Postua

    Sesia

    Sessera

    Sermenza

    Mastallone

    Sorba

    Egua

    Sermenzino

    Gronda

    Bise Rosse

    Agogna

    Fiumetta

    Giro del lago d’Orta

    Pellino

    Dal lago d’Orta al lago

    Maggiore

    Strona

    Pescone

    Signara

    Anza

    Toce superiore

    Devero

    Cairasca

    Isorno

    Bogna

    Diveria

    Ovesca

    S. Bernardino

    Rio di Valgrande

    Pogallo

    S. Giovanni

    Socraggio

    Loana

    Cannobino

    Rio Resega

    Toce inferiore e giro del Monte Orfano

    Melezza orientale

    Erno

    Circuito del Monte Orfano

    Circuito Isole Borromee

    Dal lago di Mergozzo al ponte sul F. Toce a Gravellona Toce

    Giro del lago Maggiore

    Ticino

    Bardello

    Canale Scavizzolo

    Canale Vizzola

    Naviglio Grande

    Naviglio di Bereguardo

    Toce superiore

    Brembo

    Spol

    Adda superiore

    Mincio

    Adda inferiore

    Mera e il lago di Mezzola con il canale di collegamento con il lago di Como

    Dezzo

    Rienza

    Pfitscherbach

    Aurino

    Rio Selva dei Molini

    Anterselva

    Pfunderbach

    Ansiei

    Boite

    Adige

    Passirio

    Ogliolo

    Mella

    Chiese

    Sarca

    Leno di Vallarsa

    Travignolo

    Rienza

    Gadera

    Isarco

    Noce

    Rabbies

    Boite

    Settimana

    Cordevole

    Corame

    Silisia

    Cimoliana

    Rosandra

    Tagliamento superiore

    Avisio

    Piave

    Novella

    Pescara

    Noce Bianco

    Vermigliana

    Isarco

    Talvera

    Brenta

    Boite

    Tagliamento inferiore

    Fella

    Resia

    Cellina

    Degano

    Chiarsò

    But

    Raccolana

    Resia

    Arzino

    Rosandra

    Cornappo

    Rio del Lago di Slizza (Galitz)

    Comugna

    Silisia

    Cordevole

    Mis

    Torre

    Natisone

    Stella

    Varmo

    Tamaresco

    Livenza

    Lumiei

    Melo

    Meduna

    Fiume

    Timavo

    Vipava

    Laguna di Venezia

    Lago Maggiore

    Lago di Garda

    Lago di Como

    Lago d’Iseo

    Lago d’Orta

    Lago di Viverone

    Lago di Mergozzo

    APPENNINI

    Borbera

    Scrivia

    Bormida di Spigno

    Bormida di Millesimo

    Taverone

    Arno superiore

    Bevera

    Argentina

    Trebbia

    Taro

    Arno inferiore

    Enza

    Ceno

    Santerno

    Savio

    Limetra

    Montone

    Lamone

    Tidone

    Troncalosso

    Rabbi

    Bidente di Pietrapazza

    Bidente di Ridracoli

    Aveto

    Trebbia

    Magra

    Orcia

    Lima

    Ombrone

    Albegna

    Farma

    Orcia

    Merse

    Fiora

    Tevere

    Metauro

    Burano

    Candigliano

    Liri

    Rapido

    Garigliano

    Tammaro

    Bradano

    Turano

    Trigno

    Tronto

    Cerfone

    Sovara

    Bruna

    Sentino

    Bosso

    Tevere

    Paglia

    Nera

    Corno

    Peschiera

    Salto

    Treia

    Gari

    Velino

    Melfa

    Fibreno

    Aniene

    Orta

    Vomano

    Sangro

    Aventino

    Volturno

    Calore Lucano superiore

    Calore Lucano inferiore

    Bussento inferiore

    Bussento superiore

    Noce Lucano

    Lao

    Argentino

    Tanagro

    Sele

    Ofanto

    Vara

    Roja

    Argentina

    Gorzente

    Orba

    Lago di Bolsena

    Lago Trasimeno

    Sardegna

    Flumendosa

    Flumineddu

    Temo

    Mannu di Posada

    Cedrino

    Rio Calaresu

    Mannu

    Coghinas

    Araxisi

    Sicilia

    Alcantara

    Simeto

    Dittaino

    Salso

    Fiume di Cerani

    Forza d’Angrò

    S. Fratello (Furiano)

    Ciane

    Cartina schematica con indicati i migliori percorsi di canoa kayak in Italia.

    Capitolo 1

    Italia fisica

    - Italia Settentrionale

    - Italia Centrale

    - Italia Meridionale

    - Sicilia e Sardegna

    - I percorsi in Italia, itinerari, ambiente e territorio

    - I fiumi italiani

    - I fiumi appenninici

    - I fiumi alpini

    - L’ambiente

    - Il clima

    - Alpi Occidentali e Enti di gestione delle aree protette in Piemonte

    - Alpi Centrali

    - Dolomiti e Alpi Orientali

    - Appennini Settentrionali

    - Appennini Centrali

    - Appennini Meridionali

    - Sicilia

    - Sardegna

    ITALIA FISICA

    Entro i limiti naturali segnati dall’arco alpino e dal mare, la penisola italiana misura 324 mila km quadrati. Il suo territorio è interessato da due catene montuose, le Alpi e gli Appennini, che ne formano la struttura portante e che gli conferiscono un elevato grado di montuosità. Il 32,5 % è costituito da montagne, il 23,2% da pianure e il 41% da zone collinari. Data la conformazione montuosa della zona peninsulare, le coste che si sviluppano per 7500 km, isole comprese, sono in gran parte rocciose. Solo in corrispondenza delle pianure alluvionali, si trovano litorali bassi e sabbiosi. La presenza dei mari da un lato e l’arco alpino dall’altro, unito alla movimentata orografia, determinano notevoli varietà di clima da zona a zona, anche se nel complesso prevalgono le condizioni di tipo mediterraneo. I fiumi sono numerosi ma nel complesso modesti, quanto a sviluppo del loro bacino e portata, fatta eccezione per il F. Po il maggior fiume italiano lungo 652 km. Tra i laghi il più esteso è il lago di Garda, o Benaco, con una superficie di 370 km quadrati, mentre il più profondo è il lago di Como o Lario, con 410 m.

    Le Alpi si sono originate dall’orogenesi alpino-himalayana nell’era cenozoica circa 65 milioni di anni fa, che hanno sollevato e dislocato i sedimenti della geosinclinale mesozoica delle Teide. Le varie formazioni geolotologiche che componevano il nascente sistema alpino, sono state sottoposte a forze tangenziali che hanno agito in prevalenza da sud-est a nord-ovest, con quattro grandi unità tettoniche, Elvedi, Pennidi, Calcari Meridionali e Austridi. È essenzialmente quest’ultima unità tettonica, che caratterizza prevalentemente tutte le Alpi Occidentali, limitate da sud da una serie di fratture, che le separano dagli Appennini, mentre a nord, sono formate da rocce cristalline, con una morfologia aspra, con guglie e punte piramidali imponenti, come il M. Viso e il M. Cervino, mentre rocce sedimentarie calcaree più tenere costituiscono la parte più esterna verso le Prealpi e le Dolomiti. Sono così suddivise: Alpi Liguri, formano la dorsale che corre dal colle di Tenda al confine con la Francia, al colle di Cadibona, dove la Liguria s’innesta con il Piemonte dando inizio all’Appennino Ligure; Alpi Marittime, formano il confine naturale con la Francia a sud ovest di Cuneo e comprendono il versante italiano del Parco dell’Argentera, il Parco Naturale dell’Alta valle Pesio e Tanaro e montagne che superano i 3000 m con il gruppo dell’Argentera; Alpi Cozie, raggruppano montagne ancora più elevate come il Monviso 3841 m; sono poste a ovest di Torino e comprendono la località sciistica del Sestriere – dove si sono svolte le Olimpiadi invernali del 2006 – per terminare al colle del Moncenisio, importante valico per la Francia; Alpi Graie, qui sorge la vetta più alta d’Europa, il M. Bianco 4810 m e il Parco Nazionale del Gran Paradiso che occupa i versanti orientali, con la parte italiana della dorsale che si estende tra i margini occidentali del Piemonte e la valle d’Aosta meridionale; Alpi Pennine, dominate dalla vetta aguzza del Cervino (4478 m), posta a spartiacque tra la Svizzera e l’Italia, lungo il versante settentrionale della valle d’Aosta; Alpi Lepontine: questa dorsale delimita il confine tra la Svizzera e l’Italia, allungandosi a sud fino alle sponde occidentali del lago Maggiore; Alpi Retiche, dal passo di Resia al passo di Monte Croce di Comelico (1636 m), con il Pizzo Bernina (4050 m); Alpi Carniche, dal passo di Monte Croce di Comelico (1636 m) al passo di Camporosso (836 m), con il M. Coglians (2780 m); Alpi Giulie, dal passo di Camporosso (836 m), al passo di Vrata (879 m), con il M. Tricorno (2863 m). La dorsale alpina è molto estesa toccando ben 7 paesi. I geografi hanno diviso queste montagne in Occidentali, Centrali e Orientali da una linea immaginaria che collega il lago di Costanza con quello di Como.

    Le Prealpi, sono un gruppo montuoso posto tra la Pianura Padana e le Alpi. Sono formate da rocce calcaree e sedimentarie, così suddivise: Prealpi Lombarde, dal lago Maggiore e fino alla valle Lagarina (medio corso del F. Adige), comprendenti le Alpi Orobiche, le Prealpi Luganesi, Bergamasche, Bresciane, Giudicarie, la valle di Ledro e il gruppo del M. Baldo con la punta più alta del M. Coca 3052 m; Prealpi Venete, dalla bassa valle dell’Adige e fino a quella dell’Isonzo, comprendenti i Monti Lessini, l’Altopiano dei Sette Comuni, il Monte Grappa, le Prealpi Bellunesi, le Prealpi Carniche e le Prealpi Giulie con la punta più alta del M. Preti di 2706 m; le Dolomiti, poste fra i fiumi Adige, Piave, Rienza e Brenta, comprendenti il Gruppo della Marmolada, le valli Gardena e Fassa, Ampezzane, Cadorine, Valsugana e Primero, con la punta più alta della Marmolada di 3323 m; il Carso, posto tra la valle dell’Isonzo e il Quarnaro, comprendente il Carso Monfalconese, Triestino e della Ciceria, con la punta più alta del M. Nevoso a 1796 m.

    Gli Appennini si allungano nella penisola italiana per 1200 km, dal passo di Cadibona fino allo stretto di Messina. Il loro sollevamento risale all’età Cenozoica; qui prevalgono terreni argillosi, calcari, argille e sabbie, mentre mancano ad eccezione della Calabria le rocce cristalline. L’assimetria dei due versanti, quello adriatico e quello tirrenico è molto vario: il primo degrada dolcemente verso il mare, mentre il secondo, ha un rilievo più aspro e irregolare. Sono divisi in tre sezioni: Appennino Settentrionale, dall’Appennino Ligure a quello Tosco-Emiliano, dal passo di Cadibona (435 m) alle Alpi Apuane (Monte Cimone 2165 m); Appennino Centrale, dall’Appennino Umbro-Marchigiano della Bocca Seriola con i Monti Sibillini e il M. Vettore (2476 m), all’Appennino Abruzzese con la Maiella e il Gran Sasso con il M. Corno (2912 m); Appennino Meridionale, con l’Appennino Campano-Lucano e Calabro, dai Monti del Matese del M. Miletto (2050 m), e fino allo Stretto di Messina nel sud dell’Aspromonte con il M. Montaldo (1950 m).        

    ITALIA SETTENTRIONALE

    Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia.

    Questo vasto territorio italiano, racchiude regioni dall’intenso sviluppo economico, caratterizzato da un reddito pro capite superiore alla media nazionale. La Valle d’Aosta, regione alpina per eccellenza è la meno estesa e la meno popolata d’Italia; la sua economia è fondata sul turismo e sull’industria estrattiva ed energetica. Il Piemonte, comprende la Pianura Padana a monte del Ticino, del Sesia e dello Scrivia con i rilievi che fanno da corona che possiedono un cospicuo sistema idrografico che ha favorito nel tempo lo sviluppo industriale. La Lombardia è la regione più popolata dell’Italia, si sviluppa con una fitta rete di comunicazioni che fa di Milano il maggior nodo italiano di traffico terrestre. La Liguria è anch’essa densamente popolata; qui, la caratteristica di clima e di suolo hanno favorito l’agricoltura specializzata. Le regioni del nord–est, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, di recente hanno vissuto in crescente sviluppo industriale, soprattutto nel settore della piccola e media impresa, notevolmente orientata all’esportazione. Molto importante in queste regioni è il turismo, nelle città d’arte come Venezia, Verona e Trieste, nei centri montani delle Dolomiti e nei centri termali come Albano e Recoaro Terme. La Pianura Padana con i suoi 46 mila km quadrati è la pianura più estesa d’Italia, circondata da tre lati dalle Alpi, dall’Appennino e dal Mare Adriatico, con abbondanti piogge e una ricca rete idrografica che ne fanno una delle zone più intensamente agricole della penisola.

    ITALIA CENTRALE

    Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo e Molise.

    Il territorio dell’Emilia Romagna, è costituito da due parti distinte: quella dell’Appennino tosco emiliano e quella delle pianure, Padana e Romagnola, che garantiscono alla regione il primato per la qualità e valore della produzione agricola vendibile. La regione ha una grande risorsa nel turismo balneare, che trova qui attrezzate strutture ricettive. Aperto verso ovest sul Mar Ligure e sul Tirreno, e chiuso a nord e a est dall’Appennino, il territorio della Toscana è prevalentemente occupato da montagne che sfiorano i 2000 m di altezza e da colline; dal sottosuolo fin dall’antichità, si ricavano lignite, marne da cemento, salgemma e marmi. La regione del Chianti, nota per l’omonimo vino, è compresa tra il bacino dell’Arno a sud di Firenze e il bacino dell’Ombrone a nord di Siena. La città di Firenze, è conosciuta in tutto il mondo per i suoi palazzi e gallerie d’arte è un museo a cielo apertovisitata da migliaia di persone ogni anno. La regione Marche, occupa in prevalenza un territorio montagnoso poco abitato; vanta però una fiorente industria cartaria. Il porto di Ancona, la cui fondazione risale al 400 a.C., ha sede uno dei mercati del pesce più importanti d’Europa. Il Lazio, per densità di popolazione è la terza regione italiana dopo Campania e Lombardia. È una regione prevalentemente collinare, con una vocazione decisamente turistica, religiosa, culturale e naturalistica; Roma, capitale d’Italia, con quasi quattro milioni di abitanti si trova a 20 km dalla costa tirrenica. È la sede del capo dello Stato, del governo e dei massimi organi giudiziari, di organismi internazionali e di centri artistici e culturali; si è estesa a dismisura dal primitivo nucleo sui sette colli fino a occupare ora un’area di ben 6 mila km quadrati. All’interno della città si trova la Città del Vaticano con 750 abitanti, uno stato sovrano delimitato dalle Mura Leonine, dal Colonnato del Bernini e da Piazza S. Pietro. La regione appenninica più montuosa d’Italia è l’Abruzzo che ospita riserve naturali e parchi pari al 38% del suo territorio. A sud dell’Abruzzo vi è il Molise, il cui apparato produttivo, ha subito negli anni settanta del secolo scorso un certo incremento con l’espansione industriale di Termoli, Campobasso e Isernia.

    ITALIA MERIDIONALE

    Campania, Basilicata, Puglia, Calabria.

    La Campania è la regione più popolata d’Italia dopo la Lombardia. Il suo territorio è altamente sismico e occupato per due terzi da montagne e colline e da un terzo da pianure alluvionali disposte lungo le coste. Tra la fascia litoranea e i rilievi appenninici più elevati si trova il più importante paesaggio vulcanico d’Europa che si estende dal Lazio ai Campi Flegrei e al Vesuvio, vulcano tuttora attivo. La Basilicata è una regione montuosa e collinare per nove decimi, tagliata fuori sia dalle correnti di traffico commerciale sia dalla recente industrializzazione basandosi tuttora su di un’economia quasi interamente agricola. Matera è una città conosciuta in tutto il mondo, è costruita sui bordi di una scarpata sui cui fianchi si affacciano i noti sassi di Matera, antiche abitazioni scavate nel tufo. La Puglia è una regione propriamente mediterranea, con quasi i due terzi dei suoi confini sono marittimi con un clima abbastanza uniforme, caratterizzato da estati calde e secche e da inverni miti e piovosi. Alberobello è un centro in provincia di Bari, famoso per i trulli, caratteristici edifici a volta conica rovesciata, rivestite di lastre di calcare. Il promontorio del Gargano è un territorio calcareo ricco di boschi e di grotte all’interno della Foresta Umbra è coltivato a grano, ulivi, viti e agrumi nelle pendici verso il mare. La maggior parte del reddito prodotto da queste regioni, deriva dall’agricoltura specializzata soprattutto in ortaggi, pomodori e uva da tavola, mentre in Puglia, è importante la pesca e l’allevamento dei molluschi. La Calabria è una regione montuosa, costituita in gran parte dai rilievi e da gruppi isolati, come il massiccio del Pollino, l’altopiano della Sila e quello dell’Aspromonte, che sono tuttora un ostacolo allo sviluppo dell’economia della regione. Oltre 85% degli abitanti vive nelle zone pianeggianti lungo la costa dove il clima mite ha favorito lo sviluppo di un’agricoltura intensiva redditizia. Le bellezze naturali e artistiche della regione rappresentano mete turistiche importanti, come i famosi bronzi di Riace trovati nelle acque antistanti Riace Marina e oggi conservati al Museo di Reggio Calabria.

    SARDEGNA E SICILIA

    Quasi a metà strada fra la costa ligure e quella settentrionale della Sicilia, la Sardegna, ha un clima mite che favorisce la crescita di piante tipiche della fascia mediterranea, mentre all’interno crescono castagni, noccioli querce da sughero. Il turismo è una delle risorse più importanti della regione, non solo lungo le coste, ma anche nell’interno, presso i numerosi centri preistorici dove si possono ammirare i 7.000 Nuraghi, costruzione a torre conica, simbolo di una civiltà fiorita sull’isola tra il 1800 e il 500 a.C. Importante nei secoli è stato lo sfruttamento minerario dell’isola, anche se oggi appare in declino, mentre l’allevamento di pecore è fiorente, anche se poco redditizio.

    La Sicilia con 25. 700 km quadrati, per estensione è la più grande regione italiana. La collina con il 65% occupa la maggior parte del territorio. Le zone montuose si caratterizzano in prevalenza per la presenza dei vulcani quali l’Etna, il più grande vulcano attivo europeo. Fanno parte della regione anche le isole Eolie, le Pelagi- che con Lampedusa, è il punto italiano più a sud – Ustica ed Egadi. In passato l’isola era chiamata Trinacria, per la sua forma triangolare; essa si affaccia su tre mari, Tirreno, Ionio e Mare di Sicilia, con oltre 1000 km di coste. La rete autostradale in questi ultimi anni si va estendendosi, ma la carenza di vie di comunicazione e una certa inadeguatezza delle strutture alberghiere, costituiscono un ostacolo allo sviluppo del turismo, che ha nelle città di Palermo, Siracusa, Taormina e Agrigento, e nelle isole minori, i maggiori centri di attrazione. La Sicilia produce il 65% degli agrumi italiani, gran parte destinati all’estero; importante è lo sfruttamento del sottosuolo, dove si estraggono petrolio, zolfo e sali potassici. 

    I PERCORSI DI CANOA-KAYAK IN ITALIA

    ITINERARI, AMBIENTE E TERRITORIO

    Andare in canoa in Italia, significa poter praticare questo sport tutto l’anno. I mesi primaverili di aprile, maggio e giugno sono ideali per la percorribilità dei fiumi alpini, grazie all’apporto della fusione della neve apportata dal disgelo. Con la fusione dei ghiacciai sulle Alpi, i mesi di luglio, agosto e inizio settembre, sono ottimali per percorrere i fiumi a regime glaciale. Per i fiumi dell’Appennino, comprese le isole di Sicilia e Sardegna, i mesi ideali sono quelli invernali, da dicembre a marzo, in occasione della fusione delle nevi e dall’apporto delle precipitazioni.

    I FIUMI ITALIANI

    - I fiumi appenninici e quelli delle isole Sicilia e Sardegna.

    - I fiumi alpini.

    Introduzione

    I fiumi dell’Italia settentrionale discendono in gran parte dalle Alpi, e hanno un regime più abbondante e stabile di quelli degli Appennini. In autunno e in primavera, li alimentano le piogge che cadono in abbondanza soprattutto nelle zone delle Prealpi e della pianura, mentre in estate, la fusione dei ghiacciai, determina portate spesso elevate.

    Tutti i fiumi italiani, nascono dalle Alpi e dagli Appennini e si distribuiscono sui quattro versanti, portando le acque al Mare Adriatico, al Mare Ionio e al Tirreno. A differenza di quanto avviene in molte nazioni europee, in Italia, montagne e colline, hanno impedito che si formassero vasti bacini fluviali. Fa eccezione il fiume Po, il più lungo fiume italiano, che ha un bacino di 70 mila Km/q e una portata media nel suo corso inferiore di 1500 mc/sec. Nasce nelle Alpi Cozie centrali in provincia di Cuneo al Pian del Re a 2000 m s.l.m. e dopo un corso di 657 km si getta nel Mare Adriatico a Porto Tolle, ricevendo affluenti da sinistra dalle Alpi e da destra dagli Appennini. Tutti gli altri fiumi hanno dei corsi piuttosto brevi e scarse portate.

    Un corso breve e con scarse portate, sono depositari i fiumi dell’Italia peninsulare, perché nascono dagli Appennini, dove non esistono ghiacciai. La loro alimentazione, è molto irregolare perché deriva quasi esclusivamente dalle piogge, con regimi a carattere torrentizio, alternati a periodi di magra durante la siccità estiva e periodi di piena, quando le piogge in autunno e in inverno, cadono in abbondanza.

    L’Italia ha un clima temperato, bagnata da tre quarti dal mare e protetta dal rimanente dalle Alpi; non è nel complesso né calda ne fredda. Siamo insomma il Bel paese; lo siamo per arte, cultura, paesaggi, tradizioni e per il clima; tutte buone premesse per andare in canoa-kayak e per conoscere posti nuovi considerando che la discesa di solito dura solo qualche ora, e volendo il tempo per fare del turismo si trova. Altro motivo per andare in canoa in Italia, è che, data la sua lunghezza da nord a sud, ci permette di percorrere fiumi e torrenti tutto l’anno, sfruttando i diversi momenti di piogge e disgelo di Alpi e Appennini. Così, se d’inverno i fiumi alpini sono in secca, gelati e l’acqua imbianca con la neve le cime delle montagne, possiamo discendere i fiumi dell’Appennino e delle isole di Sicilia e Sardegna, che in questo periodo sono gonfi di acqua; quando questa volge al termine, è il momento di recarsi sulle Alpi, dove il primo caldo estivo, scioglie la neve accumulata durante l’inverno, fino a intaccare i ghiacciai a settembre. Per noi, questo è il momento di attesa delle prime piogge autunnali per discendere i fiumi dell’Appennino. Nessun paese può vantare una simile fortuna; non ci resta che approfittarne.

    Risorse web:

    https://www.google.com/search?q=cartine+fiumi+italiani&oq=cartine+fiumi+italiani&aqs=chrome..69i57j0l7.14796j0j4&sourceid=chrome&ie=UTF-8

    I FIUMI APPENNINICI

    Il versante tirrenico e quello adriatico è diviso dallo spartiacque appenninico. A causa delle condizioni climatiche e delle precipitazioni, e dei rilievi, i fiumi appenninici, hanno caratteristiche molto diverse fra loro. Sono di regime molto irregolare, tutti gli affluenti appenninici del Po, con trasporto di molti detriti. Inoltre essi sono di lunghezza ridotta, perché lo spartiacque appenninico scorre vicino al fiume.

    In Emilia Romagna, il fiume più importante dal punto di vista canoistico, tra questi affluenti, è senza dubbio il fiume Trebbia, nel tratto di 50 km, compreso tra Gorreto e Bobbio. Esso scorre con uno splendido percorso in gola, annoverando delle gole, quelle di S. Salvatore, con delle anse che ricordano altri fiumi europei come il noto Ardèche in Francia. Esso è il fiume più amato e frequentato dell'Appennino Settentrionale, conosciuto anche all'estero. Sul versante adriatico, i fiumi e i torrenti sono numerosi ma brevi e di scarsa portata. Questo perché, lo spartiacque appenninico, corre molto vicino al mare. Il Reno è il maggior fiume dell’Emilia Romagna, ma di scarso interesse canoistico. Altri fiumi invece sono più interessanti, come per esempio il Savio.  Il Taro è uno dei più belli e frequentati dell’Emilia Romagna, di media difficoltà, su di un percorso di 132 km fino al Po, con partenza da S. Maria val di Taro. L’Enza, nel suo percorso di 30 km, con difficoltà media, a partire da Salvenizza, e fino a Ciano d’Enza, è un percorso di grande interesse, sul quale ogni anno, all’inizio della primavera, un raduno molto frequentato, apre la stagione della canoa. Sempre in Emilia Romagna, il Ceno è un bel percorso, nel complesso di media difficoltà - fatta eccezione nel tratto a valle di Ponte Ceno, dove vi sono la "rapida del Masanti e quella della frana", di elevate difficoltà. Si parte da Anzola per terminare la discesa alla confluenza del Taro a Fornovo, dopo aver percorso 68 km. Altrettanto difficile si presenta lo Scoltenna, nei pressi di Castelnuovo, che scorre in una stretta valle appenninica, con poche opportunità di interrompere la discesa in caso di necessità. Sul suo percorso di 9 km con imbarco a valle della diga di Riolunato sponda destra, e sbarco al ponte di Strettara, s’incontrano toboga naturali e rapide molto ostruite, con una rapida prima dello sbarco che presenta un sifone, da ispezionare con attenzione.  Il fiume Santerno, nel suo percorso da S. Pellegrino e fino a Castel del Rio, di 20 km di difficoltà media, è l’altro fiume che apre la stagione della canoa a marzo, con un bel raduno molto frequentato. Il Savio, nel suo breve percorso di soli 8 km, dalla centrale di Quarto e fino al ponte fra Sarsina e Cesena, annovera un bel percorso in gola di media difficoltà. Di media difficoltà anche il fiume Limetra, dove, approfittando dello scarico quasi giornaliero di 20 mc/sec. della diga di Suviana, si possono percorre 8 divertenti km, con partenza dal ponte di Bagnana sponda destra e sbarco a Riola, alla confluenza del fiume Reno, con una discreta pendenza e rapide continue. Sul percorso si trovano tre sbarramenti, solo il terzo è navigabile con attenzione. Molto frequentato anche l’Aveto, affluente del Trebbia con un percorso di media difficoltà adatto ai principianti con talento, con partenza dalla centrale di Salsominore e sbarco dopo 10 km alla confluenza del Trebbia, oppure se si preferisce al paese di Marsaglia, dopo aver percorso ancora 4 km sul fiume Trebbia.  Di scarso interesse invece i fiumi Ofanto, Trigno, Aterno e Pescara.

    Sul versante tirrenico i fiumi e i torrenti sono più lunghi di quelli del versante adriatico. Questo perché le catene appenniniche occidentali del versante tirrenico, distano maggiormente dalla costa. Qui, in questo versante, sono molti i fiumi interessanti per lo sport della canoa; in modo particolare l’Arno e il Tevere, che sono i più importanti dell’Italia peninsulare come lunghezza del percorso.

    La Toscana, regione prevalentemente collinare, con una zona, quella della Lunigiana, con percorsi difficili di alto interesse tecnico e paesaggistico quali il Taverone e il Gordana, presenta anche dei corsi d’acqua che scorrono generalmente nel loro tratto superiore, entro valli parallele all’asse della catena appenninica. Il fiume Magra di facile percorribilità, nei pressi della città della Spezia, nel suo tratto consigliato di 19 km da Pontremoli e fino ad Aulla, scorre in un largo letto alluvionale, con molte ramificazioni e una discreta pendenza. L’Orcia, nelle Toscana meridionale, nasce dal M. Amiata e per questo ha un buon livello d’acqua. Il percorso di 8 km, con partenza da Bagni Vignoni, e sbarco alla stazione ferroviaria di Monte Amiata, si presenta con difficoltà medie. Molto frequentato, sempre in Toscana, il fiume Lima, nel tratto da Lucchio e fino al paese di Giardinetto, con 6 km di difficoltà medie. L’Ombrone, sempre in Toscana, nel Parco dell’Uccellina, è un percorso molto facile con partenza alla località Spergolaia; fino al mare a Marina di Alberese, di 8 km, il percorso è adatto ai principianti e a chi preferisce il contatto con la natura. Di media difficoltà si presenta il fiume Albegna, nei pressi di Albinia, in un letto ampio all’inizio, per scorrere poi in ramo unico, in una valle isolata con i paesi sulle colline, lontani dalle zanzare che nei secoli passati erano la fonte della malaria. Lo sbarco avviene dopo 27 km al guado di Marsiliana, dopo che si era partiti al ponte della S.S.322. Di difficoltà superiori, si presenta il fiume Farma, nei pressi di Grosseto, affluente dell’Ombrone, con un percorso di 18 km lontani dalle strade, con acque argillose molto manovriere, con qualche scivolo in muratura navigabili con attenzione. L’imbarco è posto a valle del ponte della S.S.73 per Torniella, sponda destra, mentre lo sbarco consigliato è posto al ponte di Bagni di Petriolo. Il tempo per la discesa è di solito di circa 5 ore. Il fiume Orcia è un classico percorso sassoso di media difficoltà alle falde del M. Amiata nella Toscana meridionale, con massi stranamente lisci e tondeggianti, tipici di questo fiume. Il percorso di 8 km inizia alla cava di marmo situata a monte del ponte di Bagno Vignoni, per terminare alla stazione ferroviaria di Monte Amiata, in una bella gola selvaggia senza sbarramenti artificiali, completamente isolata, senza nessun ponte di appoggio auto. Sempre di media difficoltà, il fiume Merse tra Siena e Grosseto, con acqua torbida per la presenza di argilla. Il fiume scorre in una valle solitaria, con uno sbarramento eventualmente navigabile a metà percorso, su di una lunghezza di 13 km, con partenza sponda destra, al ponte della S.S.73 in località Pian di Feccia, e sbarco al guado di Brenna, sponda sinistra. Di facile percorribilità si presenta il fiume Fiora, fiume che origina le sue acque dal M. Amiata, a cavallo dei confini laziali. Considerato il "fiume degli etruschi", per via delle numerose necropoli scoperte, il percorso consigliato parte dal ponte della S.S.74 fra Manciano e Pitigliano, per terminare dopo 28 km al lago artificiale di Vulci, con un percorso fra le colline molto bello e solitario, intersecato da un solo ponte, al ponte S. Pietro, con una diga da trasbordare a Sorceti, parzialmente abbattuta, situata a 5 km dopo la partenza. Il Tevere nasce in Toscana sul Monte Fumaiolo, poi scende in valle Tiberina che da esso prende il nome, attraversa l’Umbria, dove riceve molti affluenti, scorre nella campagna romana, bagnando Roma e andando a sfociare tra Ostia e Fiumicino. Su questo percorso, da Città di Castello e fino a Roma, ogni anno a fine aprile, la F.I.C.T. www.canoa.org  organizza una discesa della durata di una settimana.  Il percorso è facile e adatto a tutti. L’Arno, nasce anch’esso in Toscana dal M. Falterona, attraversa il Casentino, per tornare poi verso nord fino alla confluenza con il fiume Sieve. Bagna poi Firenze e Pisa, che un tempo era sul mare, andando a sfociare poco oltre la città. Il percorso di 18 km consigliati di media difficoltà, con partenza da Bibbiena, scorrono a monte di Subbiano, per la chiarezza delle sue acque e per il gradevole paesaggio collinare toscano, mentre il tratto inferiore fino al mare, non è molto consigliato causa inquinamento.

    Le Marche sono conosciute dal punto di vista idrografico, per la cosi detta "linea delle gole", creata dalle strettoie che tutti i fiumi attraversano prima di raggiungere il fondovalle, con la gola del Furlo, di Frasassi, della Rossa, del Pioraco, del Chienti e del Tronto, corsi d’acqua a carattere torrentizio e paralleli tra di loro. Se si pone il campo base a Piobbico, in un raggio di pochi km ci sono oltre 5 bei percorsi con tutti i gradi di difficoltà. Il fiume Metauro, fra Urbino e Fossombrone, è un facile percorso di 16 km, fra i rilievi marchigiani di rocce mesozoiche formati da calcari e da arenarie, con affioramento di rocce trasversali rispetto al letto del fiume che generano divertenti rulli, assenti da ritorni. La partenza è posta alla fine di un ripido sentiero che scende al fiume dal paese di Urbania, mentre lo sbarco è posto a monte della cascata artificiale alta 15 m a monte del Ponte Antico del paese di Fermignano. Di altrettanta facile percorribilità anche il fiume Burano a monte di Fossombrone, in una valle denominata la "piccola Svizzera marchigiana" per la ricchezza delle sue acque e delle sue foreste. Il percorso di 15 km consigliato inizia al paese di Cagli sponda sinistra, per terminare al ponte di Acqualagna. A metà percorso nei pressi dell’abitato di Smirra, bisogna trasbordare con fatica sulla sponda sinistra, una cascata artificiale alta 6 m. Più difficile invece il percorso del fiume Candigliano a monte di Fossombrone, con un bel percorso appenninico a cavallo fra le Marche e l’Umbria, in una gola di rocce calcaree. Il percorso di 5 km, con partenza dal paese di Piobbico, dopo la confluenza del Biscubio e sbarco a valle della scalinataprima dell’ingresso delle gole, si presenta con pendenza a gradini e passaggi molto stretti, con sponde sempre percorribili. Poco dopo la partenza, prestare attenzione a un passaggio denominato"marmitta del diavolo", agevolmente trasbordabile. Il Sentino a monte di Fabriano, dal ponte del bivio per S. Fortunato e fino alla confluenza dell’Esino, di 7 km è un percorso di media difficoltà di tipo carsico perenne, veloce in ramo unico in gola, con un piccolo sbarramento di ciottoli, all’uscita delle gole. Sul percorso a circa metà delle gole, si aprono le famose grotte di Frasassi, con una sala che può ospitare per ampiezza il Duomo di Milano. Più facile invece il percorso del fiume Bosso, di soli 7 km, in un letto stretto dove si possono trovare ostacoli di alberi di traverso, con molte rapide in curva con discreta manovra. La partenza avviene al paese di Pianello e lo sbarco è consigliato al paese di Secchiano sponda destra.

    In Umbria, il bacino idrografico principale è quello dell’alto corso del fiume Tevere, che funge da collettore di tutta la regione dirigendosi verso sud intagliando una valle longitudinale al sistema appenninico umbro-marchigiano, scorrendo su dei terreni pressoché impermeabili, nell’alta valle Tiberina, con carattere torrentizio. I maggiori affluenti e sub affluenti del Tevere sono il Paglia, il Nera, e il Corno. Il fiume Paglia, di media difficoltà, è adatto ai principianti con talento. Scorre in un paesaggio selvaggio e solitario, con acqua torbida, circondato da colline argillose. La discesa di circa 5 ore inizia al Ponte Gregoriano sulla Cassia sotto il paese di Acquapendente e termina dopo 22 km al ponte fra Orvieto Scalo e Allerona, con rapide tecniche negli ultimi km a partire dall’ingresso nella forra di Torre Alfina. Su tutto il percorso, risulta impossibile una ricognizione, scorrendo il fiume molto lontano dalle strade. Di facile percorribilità si presenta il fiume Nera, a monte di Terni. Esso scorre in un paesaggio collinare sempre fiancheggiato dalla strada. L’imbarco avviene al ponte della statale SS 209 al bivio per Terria, mentre lo sbarco dopo 12 km si colloca al ponte di Arrone. Più difficile e di media difficoltà si presenta il fiume Corno nei pressi di Spoleto. Esso scorre in un bel paesaggio collinare molto gradevole, con fitta vegetazione sulle sponde del fiume. La partenza si colloca al paese di Serravalle, alla confluenza con il torrente Sordo, in corrispondenza di una grossa risorgiva. Lo sbarco dopo aver percorso 7 km si trova allo sbarramento Enel, prima dell’opera di presa. Prestare attenzione durante la discesa ai rami sporgenti e a uno sbarramento artificiale a 2/3 del percorso, fattibile dopo una ricognizione.

    Il Lazio settentrionale e quello orientale, lontani dalle grandi arterie di comunicazione, presentano altopiani vulcanici e montagne calcaree solcate da fiumi di grande interesse sportivo e ambientale. Le grandiose gole del fiume Treia, si sviluppano per 30 km in un paesaggio spettacolare, mentre nei pressi di Rieti, le sorgenti del fiume Peschiera, sono cosi abbondanti da rifornire l’acquedotto di Roma.  Il fiume Melfa scorre in una bella gola molto spettacolare con un percorso che richiede circa 3 ore di percorrenza, su di una distanza di 13 km, con difficoltà medie. La partenza si colloca al paese di Casalvieri, mentre lo sbarco si trova al ponte nei pressi del cimitero di Roccasecca. La ricognizione del percorso è difficile essendo il percorso interamente in gola, il solo punto dove è possibile è al Ponte della Valle. Prestare attenzione al quinto km dopo la partenza per la presenza di un sifone e per un salto artificiale poco prima dello sbarco. Il fiume Peschiera è un fiume facile adatto ai principianti nei pressi di Rieti. Scorre in ramo unico per 3 km prima di confluire nel fiume Velino. Il fiume sgorga da una delle più grandi risorgive italiane dal grosso massiccio calcareo dei monti Nuria. L’imbarco è posto alla centrale dell’acquedotto, mentre lo sbarco si colloca al ponte poco prima della confluenza del Velino. Di media difficoltà si presenta invece il percorso del fiume Salto, nella provincia di Rieti. Il percorso, con rapide di una certa difficoltà tecnica, scorre isolato e questo deve essere preso in considerazione prima della discesa. Non è, infatti, possibile interrompere in caso di necessità la discesa. Il percorso di 8 km inizia a monte del ponte di Civitella e termina al lago del Salto sponda destra dopo circa 600 m. Prestare attenzione nelle gole finali a due sifoni Sempre di media difficoltà anche il fiume Treia, un piccolo corso d’acqua a carattere torrentizio, scorre in parte in una gola lontano dalle strade, facilmente raggiungibile dalla città di Roma percorrendo la Cassia. Il percorso di 8 km inizia subito dopo le cascatelle a valle del vecchio mulino di Monte Gelato sulla sponda sinistra, e termina in vista del paese di Calata a valle del ponte sponda sinistra. Da trasbordare sulla sinistra, uno sbarramento alto 4 m, sotto l’abitato di Mazzano. Di facile percorribilità invece il fiume Gari nei pressi di Cassino, scorre in una vallata molto aperta, senza pericoli particolari. L’imbarco, pagando il biglietto, è posto al paese di Cassino, all’interno delle Terme Varroniane, mentre lo sbarco situato dopo 4 km è posto al ponte di S. Angelo Theodice. Pure il fiume Velino nei pressi di Rieti, è un percorso facile dalla piccola portata, noto soprattutto per le Cascate delle Marmore, che genera affluendo nel Nera. La strada costeggia sempre il fiume. L’imbarco consigliato è posto a valle del paese di Antrodoco, in corrispondenza di un ponte secondario, mentre lo sbarco dopo 6 km avviene alla stazione ferroviaria di Canetra. Emissario del lago Fibreno, nei pressi di Frosinone, è il fiume Fibreno, un percorso molto facile di 8 km a regime perenne, con presenza nel fiume d’isole di canne galleggianti, in ramo unico, con acqua molto pulita. Il percorso, non visibile dalla strada, inizia al lago Fibreno e termina al paese di Carnello. Di media difficoltà invece il percorso del fiume Aniene nei pressi di Roma, molto frequentato dai canoisti laziali e romani. Il percorso di 10 km, specie nel tratto superiore, scorre in un ambiente intatto, con un passaggio da trasbordare sulla sponda sinistra attraverso una grotta, alla frana dell’Inferniglio. L’imbarco è posto in corrispondenza della confluenza del torrente Simbrivio in località Comunacqua, mentre lo sbarco si trova a una passerella di legno, poco prima della diga.

    L’Abruzzo, regione a lungo ignorata dai canoisti, a causa delle non facili vie di comunicazione, in questi ultimi anni è diventata invece la meta di molti sportivi, che qui trovano percorsi con scorci panoramici incantevoli, anche grazie al Parco Nazionale d’Abruzzo. Il fiume Orta è un percorso di grande interesse. Scorre nel Parco Nazionale della Maiella, in una gola calcarea di media difficoltà. La partenza è posta sotto il ponte di Caramanico Terme, e lo sbarco si colloca dopo 7 km con difficoltà medie, al ponte sotto il paese di Musellaro. Sempre in Abruzzo, un percorso difficile con rapide di tipo alpino e presenza di sifoni, è rappresentato invece dal fiume Vomano, nei pressi di l’Aquila, con partenza dal ponte di Cervaro e sbarco dopo 10 km, al lago artificiale al ponte di Altavilla. Di media difficoltà invece il percorso del fiume Sangro nei pressi di Pescasseroli con un letto stretto di piccola portata circondato da belle montagne. L’imbarco è posto a pochi km dal paese di Opi, alla confluenza del torrente proveniente dalla val Fondillo, mentre lo sbarco dopo 8 km è posto al lago di Barrea. Anche il fiume Aventino, nei pressi di Sulmona, è un percorso di media difficoltà, con acqua pulita color smeraldo, lontano dalle strade in un ambiente bucolico. Il percorso di 8 km, inizia alla centrale elettrica di Lama dei Peligni, raggiungibile con strada sterrata di circa 600 m percorribile solo da vetture 4x4, che scende dal paese, mentre lo sbarco si colloca al lago di S. Angelo nei pressi del paese di Casoli. Prestare attenzione a circa metà percorso a massi affioranti e a salti. Facile invece si presenta il fiume Volturno nei pressi di Isernia, con un percorso di 12 km in letto largo in un paesaggio aperto e alberato. La partenza è posta al Ponte Sbiego di Colli Volturno, mentre lo sbarco si colloca sulla sponda destra del ponte Venticinquearchi. Prestare attenzione a sbarramenti artificiali per il controllo delle piene e alla riserva di pesca di Torrone, per eventuali rimostranze da parte dei pescatori.

    A sud della Campania invece il versante appenninico è assai ripido e molto breve. Di lunghezza molto ridotta sono soprattutto i fiumi della Calabria, soggetti anche a piene rovinose. Qui, si assiste a un fenomeno unico in campo europeo, come le caratteristiche fiumare, con fiumi che si gonfiano nel periodo delle piogge e dello scioglimento delle nevi. Questi fiumi, durante il loro regime di piena, trasportano a valle ingenti quantità di detriti.

    Un fiume calabro, che si discosta sia dal punto idrografico sia morfologico, è il fiume Lao. Questo fiume, di tipo carsico perenne, percorribile in primavera fino a giugno, nasce dal Parco Nazionale del Pollino, prima di arrivare al mare presso Scalea, attraversa una zona molto estesa di calcari, scavando un eccezionale canyon, il più bello dell’Italia peninsulare. Dal ponte fra Laino Castello e Laino Borgo, sotto al quale vi è l’idrometro (livello medio = 45 cm, corrispondente a 10 mc/sec.) e fino a Papasidero, per 15 km, la gola riserva a chi la percorre un ambiente unico, che lascerà nel discesista dei ricordi indimenticabili. Poco prima di Papasidero una frana causata da un terremoto, ha ostruito il letto del fiume con dei massi giganteschi che originano dei sifoni pericolosi. Prevedere lo sbarco per tempo. Maggior affluente del fiume Lao, è il fiume Argentino, un percorso di 3 km di media difficoltà. Il fiume nasce nella spopolata zona dell’Orsomarso. Per raggiungere l’imbarco occorre risalire la strada bianca che parte dal paese di Orsomarso, in una valle dalla morfologia alpina. Il percorso si presenta stretto e impetuoso nella prima parte con rapide molto ostruite. Più facile la seconda parte, ma con corrente veloce in ramo unico. Si parte dal secondo ponte a monte di Orsomarso e si sbarca al paese di Orsomarso. Il fiume Tanagro, sempre in Campania, è un percorso facile, adatto ai principianti con talento. Si svolge in una larga gola, con partenza al ponte di Scicignano degli Alburni e sbarco dopo 13 km alla confluenza del fiume Sele. Interessante e frequentato è anche il fiume Sele, nel suo tratto più bello, di media difficoltà, con imbarco a Contursi Terme e sbarco dopo 8 km alla confluenza del Tanagro. Di difficile percorribilità si presenta invece il fiume Calore Lucano nel suo tratto superiore nei pressi di Laurino nel Cilento. Il percorso di 5 km interamente in gola, si presenta con letto stretto con rapide ostruite e piccoli salti. L’imbarco è posto a valle dello sbarramento di Laurino, mentre lo sbarco consigliato si trova in corrispondenza del ponte di Càmpora. Di media difficoltà invece il percorso del fiume Bussento nel suo tratto superiore, un percorso che se unito ad altri fiumi quali il Lao e l’Argentino, permette di fare un bel tris in questa zona del Cilento. Il fiume a carattere carsico perenne, scompare in grotta nei pressi di Caselle in Pittari, per riemergere a Sicili. Il percorso di 5 km, inizia al ponte del paese di Farnitani, per terminare al lago Sabetta sulla sponda destra. Il percorso presenta un salto a circa metà percorso di 2 metri da visionare.

    La Puglia, dato il carattere prettamente calcareo dei suoli, presenta profonde voragini dette Grave, che fungono da inghiottitoi alle precipitazioni meteoriche. I fiumi, per la maggior parte scorrono nel sottosuolo. Il solo fiume percorribile è il fiume Ofanto. Il percorso è posto tra Foggia e Canosa, di 6 km, scorre in un ramo unico largo una ventina di metri, molto facile, in una stretta valle, che si allarga solo in vista dello sbarco. L’imbarco è posto a 6 km a monte della stazione ferroviaria di Rocchetta S. Antonio, lungo la statale 401 che costeggia il fiume, mentre lo sbarco è posto in corrispondenza del ponte ferroviario, in corrispondenza dello svincolo stradale.

    La Basilicata, caratterizzata da una parte montuosa abbastanza elevata nel settore di nord-ovest, in coincidenza con il confine tra Campania e Calabria, annovera la vetta del Pollino, la più alta della regione, da cui nasce il fiume Noce Lucano. Il percorso di 6 km scorre nella parte iniziale in una stretta gola. Qui, il percorso è difficile. Poi, nel tratto successivo si apre in un letto alluvionale, con difficoltà medie. L’imbarco è posto al ponte che conduce al paese di Rivello, sulla vecchia strada a monte del paese, mentre lo sbarco è posto alla centrale Enel. Al piccolo ponte di Rivello, sbarramento da trasbordare. I fiumi del versante ionico, hanno caratteristiche simili a quelli di altri fiumi appennici, ossia la loro vicinanza al mare. Il principale fiume d’interesse canoistico è il Bussento. Altri fiumi sono il Crati, il Bradano, l’Agri e il Sinni, tuttavia sempre d’interesse minore, e scarsamente frequentati.

    La Liguria. Di lunghezza ancora minore sono i fiumi del versante ligure – tirrenico, della Liguria di Levante, perché i monti della catena appenninica settentrionale da cui nascono, sono molto vicini alla costa. Questi fiumi hanno tutti un regime torrentizio. Il Vara, è il più bel percorso della Liguria di Levante. La partenza del percorso si colloca al paese di Varese Ligure e termina dopo 30 km a Borghetto Vara, con difficoltà medie, all’inizio con un ampio letto, con una bella gola finale che precede lo sbarco alla diga di S. Margherita. Unico fiume del Levante Ligure di discreta portata, nel periodo invernale, quando nel nord Italia, le temperature non invitano al contatto con l’acqua, qui, in queste tiepide giornate anche a gennaio, si è circondati da una folta natura, molto apprezzata di sempreverdi. I fiumi Roja e Bevera, che nascono in territorio francese, ma che terminano il loro corso in Italia nelle Alpi Marittime nella Liguria di Ponente, nei pressi di Ventimiglia, sono i più belli e frequentati di questa zona. Essi si scavano il percorso in gole calcaree di eccezionale interesse canoistico prima di arrivare al mare Ligure. La Bevera, nel suo percorso da Olivetta a Torri di 14 km, si presenta con una stretta gola, con rapide ostruite di media difficoltà, a tratti difficili in strettoie, mentre la Roja, nel suo tratto da Airole, a valle della diga e fino al paese di Bevera, alla confluenza del fiume Bevera, di 8.5 km si caratterizza per le belle gole con rapide di media difficoltà. Sempre nella Liguria di Ponente, ma con le sorgenti in territorio italiano dal M. Saccarello, è il fiume Argentina, nei pressi di Arma di Taggia. Il percorso di media difficoltà abbastanza tecnico con diverse rapide ostruite, è consigliato anche se di solo 7 km, ma molto interessanti. Inizia alla confluenza del torrente Capriolo al paese di Molini di Triora, per terminare con uno sbarco da fare con molta attenzione, dopo 7 km, prima che il fiume si inoltri in una buia galleria, residuo di una diga, mai terminata per opposizione degli abitanti della valle. La prima parte del percorso non eccessivamente difficile si presta alla contemplazione del paesaggio, poi in vista del terzo sbarramento, attenzione allo scivolo con grande ritorno. Dopo il ponte del paese di Agaggio, inizia il tratto più interessante della discesa, scavato in una stretta gola di lavagna nera, con belle rapide manovriere fino allo sbarco sopra citato.

    Le isole maggiori italiane di Sicilia e Sardegna annoverano dei percorsi molto belli e frequentati.

    In Sicilia, il più noto è sicuramente il fiume Alcantara, che nasce dall’Etna e si scava il percorso fino al mare in gole di basalto, nei letti delle antiche colate laviche. Per questo fiume, il periodo consigliato per la discesa è quello invernale e d’inizio primavera, con la fusione della neve sul vulcano Etna. Si parte dal paese di Francavilla di Sicilia, per terminare dopo 30 km a Taormina, nello Ionio.  Di facile percorribilità invece il fiume Ciane nei pressi di Siracusa. Il fiume è famoso perché annovera sulle sue sponde le uniche colonie europee della pianta di papiro. Il percorso di 6 km, in ramo unico con poca corrente, inizia alle Fonti del Ciane, raggiungibili da Florida, in direzione Canicattini Bagni, mentre lo sbarco si fa nel M. Ionio nei pressi di Siracusa. A tre km dalla partenza, una chiusa manovrabile è facilmente superabile. Il F. Simeto, scorre nella provincia di Catania; nasce dalla somma dei torrenti Cutò, Martello e Saracena, alle pendici dell’Etna 3323 m, riceve poi da destra il Salso, le cui acque sono trattenute dalla diga di Regalbuto, che crea il lago di Pozzillo. Quasi alla foce il fiume riceve il suo affluente Dittaino da destra. Nella zona a monte presso Andrano il fiume ha carattere torrentizio di media difficoltà tra montagne spoglie, con una strettoia al caratteristico ponte di Adrano. Si può partire dal ponte La Barca nei pressi di Paternò e per 40 km fino al ponte della statale S.S.114 si discende in circa nove ore con poche difficoltà. Bel percorso fiancheggiato da coltivazioni di agrumi con una splendida vista dell’Etna ammantato di neve. Si discende nei mesi invernali con la fusione della neve sull’Etna e con

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