Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Viaggio verso l'Amore, libro 2 : Doma il mio cuore: Viaggio verso l'Amore, #2
Viaggio verso l'Amore, libro 2 : Doma il mio cuore: Viaggio verso l'Amore, #2
Viaggio verso l'Amore, libro 2 : Doma il mio cuore: Viaggio verso l'Amore, #2
E-book229 pagine2 ore

Viaggio verso l'Amore, libro 2 : Doma il mio cuore: Viaggio verso l'Amore, #2

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Dopo aver viaggiato in Italia, Morgana si dirige verso l’Europa dell’Est, dove incontra Maeva, che la invita a danzare con lei in un circo itinerante.

Il suo destino allora incontra quello di Enzo, un seducente domatore di belve.

Decidono di essere amici, ma è quello che lei desidera davvero?

Il bel zigano saprà domare il suo cuore appassionato?

E che cosa fa la sua amica Maeva tutte le sere, dopo lo spettacolo? Custodisce un oscuro segreto…?

Nel secondo libro, scopriamo Maeva, una bella gitana con cui Morgana sviluppa un’amicizia commovente. Maeva è sempre gioiosa, allegra, ma Morgana scoprirà che la giovane donna in realtà ha bisogno di aiuto per uscire da una situazione orribile…

Con una scrittura sempre bella e ritmata, l’autrice ci trasporta nell’Europa dell’Est, iniziando con la Romania, dove Morgana conosce il mondo misterioso che circonda il mito del principe Dracul… Poi visiterà Sarajevo, Varsavia, Praga e, alla fine, Vienna, dove verrà invitata a un ballo in maschera in un castello austriaco. E l’amore sarà presente?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita31 dic 2020
ISBN9781071582329
Viaggio verso l'Amore, libro 2 : Doma il mio cuore: Viaggio verso l'Amore, #2

Correlato a Viaggio verso l'Amore, libro 2

Titoli di questa serie (2)

Visualizza altri

Ebook correlati

Amore e romanticismo per bambini per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Viaggio verso l'Amore, libro 2

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Viaggio verso l'Amore, libro 2 - Annie Lavigne

    ANNIE LAVIGNE

    Doma il mio cuore

    Libro 2

    VIAGGIO VERSO L’AMORE

    2

    Pubblicati da Annie Lavigne

    Viaggio verso l'amore, libro 1, Lo, tu e lui

    Viaggio verso l’amore, libro 3

    Marie del Mare, libro 1, In spiaggia

    Marie del Mare, libro 2, Al castello

    Marie del Mare, libro 3, Torna da me

    Avana, libro 1, La profezia del Druido

    Avana, libro 2, La ricerca dei Magi

    Avana, libro 3, Il risveglio del Dragone rosso

    La confraternita del Serpente, libro 1, L’invasione

    La confraternita del Serpente, libro 2, La ribellione

    ––––––––

    © Annie Lavigne 2018

    Tutti i diritti sono riservati

    annielavigne.art

    Tutti i diritti di riproduzione, edizione, stampa, traduzione, adattamento, con qualsiasi procedimento, sono vietati senza l’autorizzazione scritta dell’autrice.

    1

    Bucarest, Romania, 8 luglio

    Il giorno prima lasciavo l’Italia, dove avevo passato quattro giorni indimenticabili in compagnia di colui che era stato il mio migliore amico, poi il mio amante e il mio amore, prima di tornare a essere solo mio amico... Per la vita.

    Penso che la nostra amicizia abbia superato la prova che ostacolava il nostro cammino, forse per renderci ancora più forti, più uniti.

    Arrivederci, Julien. Ci rivedremo presto.

    Avevo il cuore in gola, ma allo stesso tempo leggero. Leggero, perché libero di lasciarsi portare dal vento. La mia anima aveva bisogno di questo: essere libera, senza legami, come l’uccello che si alza, che batte le ali così forte da riuscire a elevarsi al di sopra della massa grigia delle nuvole e a raggiungere l’immensità azzurra del cielo sotto al sole splendente.

    Ero questo uccello che aveva preso il volo.

    Mi sarei lasciata portare dal vento.

    E quella notte il vento soffiò forte nel treno Bologna-Bucarest.

    Un vento che annunciava cambiamenti.

    Un vento che mi purificava il cuore.

    Un vento magico che, mentre aprivo il finestrino e mi lasciavo accarezzare, mi mormorò all’orecchio che stavo aprendo la porta dei misteri.

    Quando sarei scesa dal treno, non sarei più stata Morgana la parigina, ma Morgana la zingara, con una nuova strada da percorrere davanti a me.

    Una strada e un mistero, che dovevo ancora esplorare.

    Alle prime ore del mattino, il treno entrò nella stazione nord di Bucarest. Ero eccitata all’idea di visitare questa città leggendaria.

    Quali scoperte mi aspettavano nel paese di Dracula?

    Quali incontri avrei fatto lungo le stradine medievali della cittadella millenaria?

    Avevo il cuore pieno di gioia e di leggerezza. Ero pronta per la prossima avventura.

    Afferrai il grosso zaino e attraversai il corridoio. Strizzai gli occhi nell’uscire dal treno. Il sole era già forte e annunciava una giornata torrida. Prima di arrivare in stazione, con i jeans, avevo indossato una maglia bianca semplice senza maniche e avevo raccolto i capelli in una coda di cavallo. Ero pronta per andare all’avventura... Ma soprattutto dovevo trovarmi un posto in cui alloggiare.

    Non avevo prenotato da nessuna parte prima di partire e speravo di riuscire a trovare una stanza a prezzi modici. Salii su un taxi.

    – Parla francese? chiesi al tassista mentre richiudevo lo sportello.

    Si voltò e mi fece un segno della testa con cui voleva dire che non aveva alcuna padronanza della lingua di Molière.

    Niente panico, Morgana. Riuscirai senz’altro a farti capire.

    – Hotel... azzardai.

    Era una parola internazionale, giusto?

    L’uomo annuì e si avviò lungo la strada. Be’, forse non mi porterà all’albergo più economico della città, ma ci tenevo davvero? Non avevo molta voglia di ritrovarmi circondata da puttane e magnacci, alla fine.

    Dal finestrino, osservai con attenzione il paesaggio che scorreva. Dopo qualche istante, mi accorsi dei negozi, dei teatri, dei musei. Senza dubbio, eravamo arrivati in centro.

    Il tassista fece una breve sosta all’angolo di una strada poi ripartì. Fu in quel momento che sentimmo l’impatto: un veicolo aveva urtato piano la parte posteriore del taxi. Il tassista uscì dal veicolo e io feci la stessa cosa.

    Eravamo davanti al Curtea Veche, le rovine di un palazzo del XV secolo costruito da Vlad Tepes detto l’Imperatore – il fondatore della città e ispiratore della leggenda di Dracula – , un edificio trasformato in museo. Ammirai per qualche istante l’edificio e la chiesa Stravropoleos, un vero e proprio gioiello di architettura ortodossa, situato proprio accanto.

    D’improvviso, fui strappata alla contemplazione da due voci aggressive. Davanti ai passanti curiosi, il tassista litigava con una bella ragazza dalla carnagione scura, che era appena scesa dal suo furgoncino. I due veicoli si erano urtati, ma i danni erano lievi. Il tassista sembrava attribuire ogni torto alla povera ragazza e alzava sempre di più la voce. Volevo solo una cosa: allontanarmi per non farmi rovinare il buon umore da quei due.

    Allungai alcune banconote al tassista.

    – Tenga. Continuerò a piedi.

    La ragazza smise di litigare e mi scrutò.

    – Sei francese?

    Aveva un leggero accento.

    – Sì, di Parigi.

    – Questo brutto rompiscatole mi sta seccando, vieni con me?

    Esitai per un istante, la situazione era così sorprendente. Ma che cosa avevo da perdere? E poi, non sarei certo tornata nel taxi di quel «brutto rompiscatole». Quindi, perché non fidarmi di una ragazza del posto per trovare un albergo?

    – Andiamo!

    Presi la mano del tassista in modo brusco e gli misi i soldi nel palmo. Poi, afferrai il mio zaino e saltai sul furgoncino dal lato del passeggero. E partimmo a tutta velocità, lasciando il poveretto senza parole.

    Avevo appena incontrato la ragazza che mi avrebbe sconvolto la vita, per la sua amicizia, ma anche per l’uomo che avrebbe messo sulla mia strada...

    2

    – Mi chiamo Morgana, dissi alla bella rumena mentre attraversavamo il centro di Bucarest.

    – Morgana la Fata?

    I suoi occhi erano luminosi. Le sorrisi. Mi piaceva molto questa ragazza. Era frizzante e intelligente.

    Non ero mai andata d’accordo con le femmine, non mi piaceva il loro lato talvolta ipocrita, complicato, meschino. Alle medie e al liceo, gruppi di ragazze mi avevano ferita e mi avevano dato del filo da torcere, facendomi credere che fossi loro amica, incitandomi a confidarmi, per poi rivoltarmi contro le mie stesse parole. Ero stata sminuita e umiliata più di una volta. Avevo l’animo aperto, avevo fiducia, ma poi mi avevano ferita. E io mi ero chiusa.

    Da allora, non mi ero mai più aperta con delle ragazze. Preferivo la compagnia dei maschi, come Julien, con cui era tutto così semplice... Insomma... Prima che andassimo a letto insieme.

    Be’, allora, d’accordo, non era facile né con le femmine né con i maschi. Forse erano tutte le relazioni a farmi paura. Tuttavia, sentivo che questa ragazza sarebbe riuscita a domarmi.

    – Io sono Maeva.

    – Maeva... Come Maeve, la regina maga irlandese?

    Rimase in silenzio per un istante. Forse non glielo avevano mai fatto notare che portava il nome di una maga leggendaria. Un sorriso si disegnò lento sul suo viso, come se riconoscesse in se stessa la potenza del nome magico.

    – Maeve e Morgana, a noi due, avremmo il mondo ai nostri piedi!

    Scoppiò in una risata limpida che mi affascinò, prima di aggiungere:

    – Stai visitando l’Europa?

    – Sì, sono appena arrivata dall’Italia, dove sono andata a trovare un amico.

    – Il tuo ragazzo?

    Ero sorpresa dalla velocità con cui ci sentimmo a nostro agio l’una con l’altra. Sembrava che io e Maeva ci conoscessimo da sempre, che fossimo vecchie amiche. Osservavo i particolari dei suoi lineamenti e vi scoprivo una somiglianza impressionante con i miei. Una cugina rumena? Una sorella gemella... Rapita dalla culla da Dracula!

    Ed ecco che mi facevo di nuovo i film mentali! Certo che sì, mi piaceva da morire ! Ogni scena della mia vita doveva avere una nota piccante e se non c’era, toccava a me trovare il punto di vista migliore, cambiare l’illuminazione, modificare il mio testo, migliorare la recitazione... Ero la star e la regista della mia vita.

    Maeva aveva il fascino e il carisma di una figlia di Dracula: lunghi capelli neri e ricci, grandi occhi scintillanti, bocca sensuale. Allungai il collo per controllare se avesse segni di morso sulla nuca.

    – Ex ragazzo, le risposi mentre fissava la strada.

    – Ah, capisco. Ho molti «ex ragazzi» anche io!

    Scoppiò a ridere di nuovo mandando i ricci neri dietro le spalle. Che dea! Ero invidiosa di lei.

    – Conosci la leggenda di Dracula? mi chiese.

    Sorrisi: Maeve la maga mi leggeva nel pensiero?

    – Sì, tutti conoscono Dracula...

    – Tutti pensano di conoscere Dracula, ma solo gli abitanti della Transilvania conoscono la storia vera.

    – Vieni dalla Transilvania?

    – Nata a Bram, tra le braccia di Dracul!

    Il modo in cui pronunciò questa parola e la risata demoniaca che seguì mi catturarono. Un lungo brivido mi percorse la schiena. Pensavo di chiederle di farmi scendere, di dirle che dovevo trovare un albergo, ma questa maga mi aveva stregata e volevo saperne di più sulla leggenda del principe di Valacchia.

    – E qual è, di preciso, la vera storia di Dracula?

    Maeva ci pensò un attimo, poi mi disse:

    – Lo saprai se rimani con me, Fata Morgana!

    Rimanere con lei... Per ora,  non avevo pomeriggio più bello in vista, e l’idea mi piaceva.

    – Come mai parli francese?

    – Me lo ha insegnato mia madre. Era francese.

    – E tuo padre è rumeno?

    – Mio padre è morto. Ma ti presenterò alla mia famiglia.

    Imboccammo la Calea Victoriei, verso nord, dove fui stupita nello scoprire un ampio amalgama di stili architettonici che andavano da chiese ortodosse, ville Secondo Impero, fino alla maldestra architettura staliniana del periodo comunista.  Era chiaro che questa città avesse storia!

    Guidammo poi sull’impressionante strada Kiseleff, più lunga degli Champs-Elysées e altrettanto bella. Così ammirai l’arco di trionfo mentre entravamo nel parco Herastrau.

    Costeggiammo la riva del lago con lo stesso nome e, d’improvviso, a una curva della strada, davanti a noi si elevò un tendone enorme circondato da roulotte e da alcune piccole tende: un circo itinerante!

    – Questa è casa mia! mi disse con orgoglio Maeva.

    Parcheggiò il veicolo dietro una tenda e scendemmo.

    – Abiti... Al circo?

    – Siamo Rom... mi spiegò mentre ci intrufolavamo tra due tendoni.

    – Dei cosa?

    – Zingari, zigani, gitani, bohémien...

    Nella periferia di Parigi, avevo già visto alcune roulotte di gitani in un campo, ma non avevo mai avuto la fortuna di incontrarli.

    – Rom significa «uomo» in hindi, disse una voce maschile dietro di noi.

    Mi voltai. Avevo di fronte a me uno splendido esemplare di questo popolo.

    – Uomo... ripetei, incapace di trovare altro da dire.

    Ero ipnotizzata dalla sulla bellezza grossolana e, a mio avviso, quasi selvaggia. Alto, spalle larghe, indossava un jeans e una semplice maglietta nera. I miei occhi si posarono sui tatuaggi delle braccia muscolose: dragoni intrecciati.

    – Sì, siamo fra gli ultimi esseri su questa terra a potersi definire «umani», perché viviamo ancora come uomini liberi e non come pecore in un gregge, dichiarò con accento romani. 

    – Morgana, ti presento mio cugino Enzo. Enzo, la Fata Morgana.

    Abbassai lo sguardo, imbarazzata per come mi aveva chiamata davanti al cugino, il quale non sembrava affatto un ragazzo che fantasticava di fate... Piuttosto un gran guerriero che cavalcava dragoni, una specie di Jon Snow. Emanava una certa freddezza, se non addirittura una certa tristezza. Lo immaginai in cima al Muro, membro dei Guardiani della notte.

    Mentre questo pensiero stuzzicava la mia vivida immaginazione, Enzo mi salutò con un lieve cenno della testa, senza nessuna parola, senza nessun sorriso (il che confermò la teoria del guerriero tormentato e solitario del Trono di Spade). Mentre la cugina era super amichevole, lui invece appariva molto antipatico. Non sembrava per nulla interessato a conoscermi, eppure, mi fissava con uno sguardo intenso, come se cercasse di vedere dentro la mia anima.

    A disagio, cercai si continuare la conversazione per farlo smettere di fissarmi in quel modo.

    – Anche tu parli francese?

    – Viaggiamo molto. In Francia, parliamo francese con i clienti; in Germania, il tedesco; in Polonia, il polacco. Siamo qui per ammaliarli, quindi, dobbiamo parlare la loro lingua.

    Per ammaliarli...

    Nonostante l’assenza di sorriso, per questo bel ragazzo non doveva essere difficile ammaliare le persone, con i suoi bei capelli di media lunghezza e alcune ciocche che gli ricadevano davanti agli occhi, azzurri come il mare.

    – Un circo itinerante zigano... dissi, sognante.

    Per me, era un sogno; per loro, la realtà.

    – Siamo il circo Dracul, mi informò Enzo. Tutti i nostri numeri si basano sulla

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1