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Promessa di sangue - Prequel
Promessa di sangue - Prequel
Promessa di sangue - Prequel
E-book101 pagine1 ora

Promessa di sangue - Prequel

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Info su questo ebook

Sono passati due anni dall'ultimo incontro tra Vera e Blake.
Tuttavia Vera non si è mai dimenticata del suo grande amore e dopo mille ricerche finalmente lo ritrova, ma il vampiro che avrà di fronte è molto cambiato. Sembra aver completamente annullato la sua umanità e e non la ama più.
Riuscirà Vera ad abbattere quel muro che li divide e a riavere l'uomo della sua vita senza perdere se stessa e tutto ciò per cui ha lottato?


Trilogia di sangue di Victory Storm:
1. Attrazione di sangue
2. Confederazione di sangue(disponibile Prequel)
3. Promessa di sangue(disponibile Prequel)

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LinguaItaliano
Data di uscita1 ago 2014
ISBN9788898304134
Promessa di sangue - Prequel

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    Anteprima del libro

    Promessa di sangue - Prequel - Victory Storm

    casuale.

    PROMESSA DI SANGUE

    PREQUEL

    VICTORY STORM

    Collana FIRE GENERATION

    Prima parte

    DUE ANNI DOPO

    BloodSky

    «… la BloodSky unisce così la libertà di vivere sotto il sole al fabbisogno settimanale di sangue attraverso lo sviluppo di questa nuova tecnologia da qui prende il nome questa piccola pillola. Per un mondo migliore, per un’unione stabile tra la razza vampira e umana, ecco che la Confederazione immette oggi sul mercato il farmaco che permetterà una vita lunga e sicura a tutti noi. Non sarà più necessario attingere dagli umani grazie a questa meraviglia. Da oggi i vampiri saranno indipendenti e cosa più importante: sarà finalmente possibile vivere giorno e notte, immuni ai maledetti raggi del sole!» terminò il suo discorso Jack Marley davanti a una platea affollata.

    «E ora, solo per voi, che ci avete regalato l’onore di potervi accogliere, vi sarà omaggiato un campione della miracolosa BloodSky con all’interno la copertura per un intero mese» terminò mio padre sotto uno scroscio di applausi di apprezzamento, che non fecero altro che gonfiargli l’ego già stracarico.

    Appena scese dal palco, gli andai incontro.

    «È stato un successo, vero?».

    «Sì, sei stato in gamba ma hai dimenticato di avvisarli che se provano a bere sangue umano durante il trattamento, l’effetto di copertura del sole svanirà e potrebbero morire inceneriti» gli ricordai.

    «Vuoi vendere la BloodSky o no?» sbottò offeso dalla mia mancanza di capacità nel mercanteggiare.

    «Sì, però…».

    «Vera, è andata bene e ben presto diventeremo molto ricchi. Inoltre questa sorta di clausola che tu, Ahmed e tua zia avete insistito a mettere è davvero antipatica e chiederò che venga tolta».

    «Non te lo permetterò, lo sai. Noi offriamo a tutti i vampiri vita eterna e una dieta stabile, ma in cambio dobbiamo assicurarci che questo non si ritorca contro gli umani».

    «Sarà…».

    «E mi aspetto che anche tu arrivi ad alimentarti con la BloodSky» lo rimproverai. Era tanto bravo a venderla agli altri, quanto contrario ad assumerla lui stesso.

    «Lo sai che sono un Antico e su di me non agisce così bene».

    «E tu come fai a saperlo? Non hai mai preso una pillola finora».

    «Io no, ma Nick sì. Me l’ha detto lui e ti ricordo che anche lui è un Antico come me».

    «Almeno Nick fa uno sforzo!».

    «Lo fa solo per non nutrirsi più della sua adorata mogliettina umana».

    Ricordai ancora la rabbia del Duca sei mesi prima quando Groocho e Kurosawa constatarono che la BloodSky non faceva effetto sul sangue degli Antichi, me compresa.

    Sbuffai arresa a concludere lì quel discorso.

    Erano passati due anni da quando erano iniziate le ricerche e dieci mesi dai primi esperimenti. Eppure mio padre, per quanto finanziasse e appoggiasse il progetto, non aveva mai voluto contribuire procurandoci il suo DNA o assumendo la pillola.

    La cosa che a lui più premeva era quello di salire alla ribalta e mettersi in mostra, portando tutti i riflettori su di sé.

    Era davvero bravo in questo e io mi misi da parte molto volentieri, dato che non mi sentivo adeguata nelle pubbliche relazioni.

    «Quanti vampiri idioti domani proveranno ad attaccare gli umani sotto la luce del sole per far vedere al mondo quanto sono invincibili?» chiese divertito Felix, il licantropo braccio destro di Xander che negli ultimi due anni e mezzo era stato più impegnato a fare il padre che altro.

    «Il sessanta per cento» urlò Groocho dal suo laboratorio.

    «Non saprei, forse il quaranta» provai.

    «Forza, si accettano scommesse!» ridacchiò Felix.

    «Solo un licantropo può scommettere su certe cose» si offese mio padre.

    «Marley, non fare il coglione! Se si trattasse di noi licantropi, sono sicuro che saresti stato pronto a scommettere subito» lo riprese Felix con i suoi soliti modi sgarbati e sboccati, oltre alla sua incapacità mentale di rispettare le autorità.

    «Felix, falla finita! Con le tue urla hai fatto svegliare Leo» s’intromise Siobhan con in braccio un bambino biondo e con gli occhi ambrati, come suo padre.

    «Leo, tesoro! Vieni dalla zia!» esclamai felice prendendo in braccio il bambino. «Mio Dio, quanto pesi!».

    «Kurosawa dice che sta crescendo più in fretta rispetto agli altri bambini. Fa un sacco di cose che i bambini della sua età non saprebbero fare o dire. E ultimamente sta anche prendendo l’abitudine di mordicchiare tutto quello che gli capita a tiro. Non so se preoccuparmi o essere felice» mi confidò Siobhan.

    «Vorrà diventare grande e grosso come il suo papà» esclamai facendo ridere il piccolo, che cominciò a chiamarmi divertito.

    «Speriamo» sospirò stanca.

    «Perché non vai a riposare? Ci penso io a Leo» le proposi.

    «Non vorrei disturbarti».

    «Non ci pensare nemmeno. Lo sai che adoro stare con Leo e se vuoi stasera lo faccio dormire da me».

    «Mi faresti davvero un grande favore. È da più di due anni che non riesco più a dormire tra lui e Xander e finalmente stasera avrei l’occasione di farmi un bel bagno caldo in pace e rilassarmi».

    «Dov’è Xander?» chiesi curiosa. Da quando era nato Leo, Alexander non stava mai fuori la notte.

    «È andato a controllare l’ultima zona dove è stato avvistato Blake» mi rivelò titubante.

    «Chissà… magari questa è la volta giusta» risposi sorridendo, anche se dentro di me mi sentii morire.

    Dall’ultima volta che avevo visto Blake, due anni prima, avevo promesso a me stessa che l’avrei ritrovato e avevo supplicato Xander e gli altri licantropi di cercarlo e portarlo da me.

    Nonostante sognassi ancora il nostro ultimo incontro in cui Blake mi aveva detto chiaramente di non amarmi più, io sapevo che non era vero.

    Avevo chiesto a Blake di uccidermi mostrandomi definitivamente quanto fosse diventato spietato e indifferente alla mia vita, ma lui non l’aveva fatto. Mi aveva lasciato vivere e se n’era andato.

    Ero sicura che in fondo mi amava ancora anche se ero ormai l’unica a pensarlo.

    Nascondendo il mio turbamento, presi il bambino e dopo aver controllato le ultime fatture, mi avviai a casa.

    Solo una volta arrivata al mio appartamento mi lasciai andare ai miei lugubri pensieri.

    «Giochiamo, zia Vera?» mi chiese Leo andando da solo verso la cameretta che avevo fatto preparare per lui.

    «Ma certo!» esclamai dimenticandomi di Blake e tutto il resto.

    Corsi in camera dove mi cambiai con qualcosa di più comodo, sempre tenendo d’occhio la stanza di Leo.

    Adoravo la mia casa così piccola e accogliente.

    Ovunque fossi, riuscivo sempre a vedere tutte le stanze.

    E che fatica per convincere mia zia a lasciarmi andare a vivere da sola!

    Passai il resto della sera a giocare con i pupazzi e uno strano giochino a

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