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Scettica a Salem: Un evento criminale (I gialli di una dubbiosa strega — Libro 2)
Scettica a Salem: Un evento criminale (I gialli di una dubbiosa strega — Libro 2)
Scettica a Salem: Un evento criminale (I gialli di una dubbiosa strega — Libro 2)
E-book313 pagine4 ore

Scettica a Salem: Un evento criminale (I gialli di una dubbiosa strega — Libro 2)

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Info su questo ebook

"Molto piacevole. Consiglio caldamente questo libro a tutti i lettori che sanno apprezzare un giallo ben scritto, con qualche svolta e una trama intelligente. Non resterete delusi. Un modo eccellente di trascorrere un freddo fine settimana!"
--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (parlando di Assassinio in villa)

SCETTICA A SALEM: UN EVENTO CRIMINALE è il libro #2 di un’affascinante nuova serie di gialli scritta da Fiona Grace, autrice di Assassinio in villa, un bestseller numero #1 con oltre 100 recensioni a cinque stelle (e la possibilità di scaricarlo gratuitamente)!

Quando Mia Bold, 30 anni, viene a sapere che la società farmaceutica per cui lavora si interessa solo ai soldi, si licenzia di punto in bianco, abbandonando una carriera assicurata, e prendendo per sempre le distanze dal ragazzo che frequenta da tempo e che l’ha appena scaricata.

Con il podcast che sta decollando, e una nuova storia d’amore pronta a iniziare, Mia e il resto della troupe filmano il primo episodio della loro nuova trasmissione televisiva, nella casa stregata di una delle originali streghe di Salem. Mia sta lavorando sodo per smascherare gli inspiegabili eventi, quando all’improvviso qualcuno muore inaspettatamente.

Ancora peggio, i sospetti ricadono su di lei.

Con il suo futuro in ballo, insieme alla sua carriera e reputazione, Mia non ha altra scelta che risolvere l’inspiegabile morte. È possibile che la causa sia il sovrannaturale?

Un libro ammaliante, pieno zeppo di intrigo, mistero, romanticismo, animali domestici, cibo – e soprattutto sovrannaturale – SCETTICA A SALEM è un giallo che presenta una svolta che apprezzerete e che vi farà innamorare della protagonista, tenendovi nel frattempo incollati alle pagine (ridendo) per tutta la notte.

“Il libro ha cuore e l’intera storia scorre in modo impeccabile, senza sacrificare né intrigo né tantomeno personalità. Ho adorato i personaggi: quanti personaggi eccezionali! Non vedo l’ora di leggere ciò che Fiona Grace scriverà adesso!”
--Lettore Amazon (parlando di Assassinio in villa)

“Wow, questo libro decolla e non si ferma mai! Non riuscivo a metterlo giù! Fortemente raccomandato per coloro che amano un ottimo giallo con svolte, colpi di scena, romanticismo e un membro di famiglia perduto da tempo! Sto leggendo il libro successivo proprio adesso!”
--Lettore Amazon (parlando di Assassinio in villa)

“Questo libro è incalzante. Ha il giusto amalgama di personaggi, luoghi ed emozioni. È stato difficile da mettere giù e spero di leggere il prossimo libro della serie.”
--Lettore Amazon (parlando di Assassinio in villa)

Il libro #3 della serie — UN EVENTO MORTALE — è ora disponibile!
LinguaItaliano
Data di uscita12 mag 2021
ISBN9781094344652
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    Anteprima del libro

    Scettica a Salem - Fiona Grace

    cover.jpg

    SCETTICA A SALEM:

    UN EVENTO CRIMINALE

    (I gialli di una dubbiosa strega — Libro Due)

    FIONA GRACE

    Edizione italiana

    a cura di

    Annalisa Lovat

    Fiona Grace

    L’autrice esordiente Fiona Grace ha scritto la serie UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI LACEY DOYLE, che comprende nove libri (e altri in arrivo); la serie UN GIALLO INTIMO TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA, che comprende sette libri (e altri in arrivo); la serie I GIALLI DI UNA DUBBIOSA STREGA, che comprende tre libri (e altri in arrivo); e la serie I GIALLI DELLA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA, che comprende sei libri (e altri in arrivo).

    Fiona sarebbe molto felice di restare in contatto con te! Visita quindi il suo sito internet, www.fionagraceauthor.com, per ricevere e-book gratuiti, restare aggiornato sulle ultime uscite e non perdere nessuna notizia.

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    Copyright © 2021 Fiona Grace. Tutti i diritti riservati. Ad eccezione di quanto consentito dalla legge sul diritto d’autore degli Stati Uniti del 1976, nessuna parte della presente pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, né archiviata in un database o un sistema di recupero senza previa autorizzazione dell'autore. La licenza di questo ebook è concessa solo ad uso personale. Questo ebook non può essere rivenduto o ceduto ad altre persone. Se si desidera condividere questo libro con un'altra persona, si prega di acquistare una copia aggiuntiva per ciascun destinatario. Se state leggendo questo libro senza averlo acquistato, oppure senza che qualcuno lo abbia acquistato per voi, siete pregati di restituire questa copia e acquistarne un'altra. Vi ringraziamo per il rispetto nei confronti del duro lavoro dell'autore. Questa è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, attività commerciali, aziende, società, luoghi, eventi e fatti sono il prodotto dell'immaginazione dell'autore, oppure sono utilizzati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza a persone reali, vive o morte, è del tutto casuale. Il Copyright dell'immagine di copertina ilansik, concesso su licenza di Shutterstock.com.

    LIBRI DI FIONA GRACE

    UN GIALLO CON CANI E GATTI

    UNA VILLA IN SICILIA: OMICIDIO ALL’OLIO DI OLIVA (Libro #1)

    VILLA IN SICILIA: FICHI CON CADAVERE (Libro #2)

    I GIALLI DELLA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA

    LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA: UN CUPCAKE ASSASSINO (Libro #1)

    I GIALLI DI UNA DUBBIOSA STREGA

    SCETTICA A SALEM: UN EVENTO DELITTUOSO (Libro #1)

    SCETTICA A SALEM: UN EVENTO CRIMINALE (Libro #2)

    UN MISTERO AVVOLGENTE TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA

    INVECCHIATO PER UN OMICIDIO (Libro #1)

    INVECCHIATO PER LA MORTE (Libro #2)

    INVECCHIATO PER IL CAOS (Libro #3)

    UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI LACEY DOYLE

    ASSASSINIO IN VILLA (Libro #1)

    UNA MORTE E UN CANE (Libro #2)

    I CINQUE DEL SALOTTO (Libro #3)

    UN VISITA PREOCCUPANTE (Libro #4)

    UCCISO CON UN BACIO (Libro #5)

    IL DIPINTO DELLA MORTE (Libro #6)

    MESSO A TACERE DA UN INCANTESIMO (Libro #7)

    INDICE

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    CAPITOLO UNDICI

    CAPITOLO DODICI

    CAPITOLO TREDICI

    CAPITOLO QUATTORDICI

    CAPITOLO QUINDICI

    CAPITOLO SEDICI

    CAPITOLO DICIASSETTE

    CAPITOLO DICIOTTO

    CAPITOLO DICIANNOVE

    CAPITOLO VENTI

    CAPITOLO VENTUNO

    CAPITOLO VENTIDUE

    CAPITOLO VENTITRÉ

    CAPITOLO VENTIQUATTRO

    CAPITOLO VENTICINQUE

    CAPITOLO VENTISEI

    CAPITOLO VENTISETTE

    CAPITOLO VENTOTTO

    CAPITOLO VENTINOVE

    CAPITOLO TRENTA

    CAPITOLO TRENTUNO

    CAPITOLO TRENTADUE

    CAPITOLO TRENTATRÉ

    EPILOGO

    CAPITOLO UNO

    Con la coda dell’occhio, Mia Bold scorse qualcosa di strano. Sbirciò attraverso la finestra obliqua, quella della strega, che si trovava nel suo appartamento. Era un gigantesco goblin verde quello che stava camminando lungo la strada? Osservò per un momento la creatura che avanzava barcollante lungo il marciapiede. Oh, è un artista di strada sui trampoli, si rese conto, mentre l’oggetto della sua curiosità spariva dietro l’angolo.

    Più in là, l’area pedonale di Essex Street era brulicante di turisti. Sotto la sua finestra, i campanelli dell’Emporio di Hatter tintinnavano ogni volta che un nuovo cliente arrivava o usciva, comprando ninnoli e souvenir del proprio spaventoso soggiorno a Salem, Massachusetts. Mia notò che gli alberi iniziavano a tingersi di diversi colori. L’autunno si stava avvicinando a grandi passi, e nell’aria si sentiva un certo frescolino. Secondo la gente del posto, l’autunno era il periodo più impegnativo dell’anno.

    Lei si era appena trasferita a Salem, quindi veniva ancora considerata come una nuova residente. Ma stava iniziando a capire sia la gente che il posto. Era finalmente riuscita a scartare tutta la sua roba dopo il recente trasloco da Fishtown, a Philadelphia. Ora il suo appartamento stava finalmente iniziando ad avere un aspetto accogliente e vissuto. Mia aveva predisposto una piccola zona vicino alla finestra per la sua scrivania, in modo da avere tutta la luce che veniva da fuori. L’appartamento era un po’ buio, quindi aveva comprato alcuni quadri da degli artisti locali, un tavolinetto che aveva messo accanto al divano rosso scuro, alcuni cuscini giallo chiaro e un particolare tappeto con stampa zebrata come tocco finale. L’arredamento era tutto di metà secolo, uno stile che stranamente era tornato di moda. Salem era piena zeppa di ninnoli di ogni genere, e Mia aveva messo sulla sua libreria un paio di antiche bottigliette di sali in vetro bianco.

    Improvvisamente, una notifica apparve sullo schermo del suo computer.

    Promemoria!

    Convocazione cast e tecnici

    Libro, campanella e candela: prova dell’idea pilota

    Orario della convocazione: ore 15

    Luogo: La casa della Strega di Mare – Derby Street

    Mia fissò nervosamente il programma della convocazione. Ollie Cooper, uno dei produttori, stava rispedendo l’avviso, giusto per sicurezza. Nel giro di poche ore, il cast e i tecnici di Libro, campanella e candela avrebbero fatto rapporto riguardo a un luogo infestato che si affacciava sul mare, a Salem, Massachusetts. Per la prima volta in assoluto, avrebbero girato un episodio. E dato che Mia era la co-presentatrice, sarebbe sempre stata inquadrata. Si sarebbe trattato di un’esperienza del tutto nuova per lei, e stava soffrendo un raro caso di panico da palcoscenico. Il suo co-presentatore nello spettacolo, Johnny Astor, famoso e affascinante caso mediatico, sosteneva che sarebbe stato facile e le aveva anche dato un elenco di consigli. Non ti muovere troppo velocemente, ricorda che la videocamera ti mette addosso cinque chili di più, non guardare direttamente nell’obiettivo. Ma niente di tutto questo le era effettivamente di aiuto. Soprattutto la cosa dei cinque chili. La realtà era che, qualsiasi cosa avesse fatto, si sarebbe trovata lì.

    Mia provò a contare fino a dieci e a espirare lentamente per allentare le tensioni. Tandy, il suo amorevole bastardino dagli occhi marroni, la guardò preoccupato. Era bravissimo a leggerle nel pensiero e sembrava davvero turbato. La gattina Rose, invece, era troppo occupata a dare la caccia a farfalle immaginarie che sembravano svolazzare sopra al tappeto. Mia la guardò mentre giocava e si rese conto che stava crescendo molto velocemente. Delle sbiadite strisce argentate stavano comparendo sotto al morbido pelo bianco, e anche la coda presentava un accenno di cerchiature. I gatti bianchi portavano sfortuna per la gente di Salem, ma Mia adorava Rose e non badava ai pettegolezzi soprannaturali. Ma il tempo stava scorrendo inesorabile, quindi Mia si rimise al lavoro, continuando la ricerca che stava facendo sul luogo stregato che sarebbero andati a indagare. Credeva nella preparazione personale, e poi lavorare era sempre il modo migliore per cacciare il nervosismo.

    L’episodio di questa sera si intitolava ‘La casa della Strega del Mare’. Era il soprannome della famigerata vecchia casa che si trovava sulla costa. Nel corso dei secoli, diversi testimoni avevano raccontato di fenomeni disturbanti: punti freddi, oggetti che si spostavano da soli e una figura misteriosa che appariva nella camera matrimoniale. Si diceva che scatole e altri oggetti cadessero dalle scale da soli, e che ci fosse stata una morte storica. Sul web, Mia aveva addirittura trovato alcuni film sul fenomeno della scala stregata.

    Ci sarebbero stati ospiti da intervistare, incluso lo storico locale che aveva scoperto che la casa apparteneva alla Salem del ‘primo periodo’, che era in un certo senso un dettaglio non da poco. Salem era stata fondata nel 1626, e la Casa della Strega sul Mare era rimasta nascosta sotto a un rivestimento di alluminio negli ultimi trent’anni. Cosa ancora più importante, lo storico sosteneva che la casa fosse stata la dimora di una strega di Salem, gran cosa anche quella. Alice Parker era stata una delle ultime donne condannata a Salem nei processi alle streghe: impiccata il 22 settembre 1692 al Proctor’s Ledge. Anche suo marito, John Parker, un marinaio, era vissuto nella casa sulla costa.

    Ovviamente, per quello che pensava Mia, i fantasmi erano un’assoluta sciocchezza e intendeva darne prova. Questa sera avrebbe eseguito una serie di test per determinare se il luogo fosse soggetto a una forte attività elettromagnetica o a infrasuoni. Entrambi i fenomeni potevano causare disturbi e allucinazioni. Aveva già studiato le mappe dell’area, alla ricerca di caratteristiche geologiche come movimenti tettonici, depositi di cristalli di quarzo o corsi d’acqua sotterranei. Ma fino ad ora, a parte trovarsi dalla parte opposta di una centrale elettrica, non aveva trovato niente di interessante sull’area.

    Magari si trattava solo della sfrenata immaginazione dei residenti di Salem, una città che sembrava essere in perpetuo delirio da fantasma. Non esistono i goblin alti tre metri che camminano per la strada, caspiterina. Se c’era un posto sulla faccia della terra dove l’immaginazione della gente sfuggiva di mano, era Salem, Massachusetts. L’intera città ruotava attorno al soprannaturale: fantasmi, goblin, streghe, case stregate, società segrete. A Salem c’era tutto.

    Il fatto era che Mia era una scettica a Salem, il che la rendeva una perpetua estranea. Anche se il suo punto di vista era unico, Mia sentiva che quella strana cittadina aveva bisogno di qualcuno che mettesse in dubbio il soprannaturale.

    Il suo telefono suonò, risvegliandola dai suoi pensieri. Mia guardò il nome sullo schermo. Era la sua sorella maggiore, Brynn, che la stava invitando a una videochiamata.

    Mimi? Come stai? chiese Brynn, mostrandosi con un trucco discreto ma perfetto e i capelli dal taglio preciso.

    Sto bene. Giriamo più tardi oggi pomeriggio, le disse Mia, sentendosi arruffata e trasandata, confronto alla sorella.

    Oh, che bello! esclamò lei, poi parve esitare. Senti, ti ho chiamato per darti una dritta.

    Che c’è adesso? pensò Mia. Da quando si era trasferita a Salem, la sua famiglia era stata in completo subbuglio. Ovvio: aveva lasciato la sua vecchia vita all’improvviso, perdendo il lavoro e il fidanzato nello stesso giorno.

    Una dritta? Su che cosa? le chiese.

    Mamma e papà sono sul piede di guerra. Ti rivogliono qui per il Ringraziamento.

    Il Ringraziamento? Mia sussultò al pensiero di tornare a Philadelphia per le vacanze. Il suo patrigno Daniel avrebbe insistito per mangiare cibo di stagione e leggere resoconti dei testimoni presenti all’evento che aveva dato origine alle celebrazioni. Non lo so, Brynn. Pensavo di restare qui con i miei amici.

    Sai quanto adorino le feste storiche, Mimi. Stanno programmando un Ringraziamento in stile pellegrini in un prato, con carne di cervo e tacchino selvatico. E devo dire che, dopo quello che gli hai fatto passare, è necessario che ti presenti.

    Mia ruotò gli occhi al cielo. Ipotizzò che non fosse stato di aiuto il fatto che nel giro di una settimana da quando si era trasferita a Salem, aveva avuto un incontro ravvicinato molto serio e molto pubblico con la polizia. Ma per quanto avesse tentato innumerevoli volte di spiegarlo alla madre Madison e al patrigno Daniel Middleton – un antiquario molto conservatore – sembravano non accettare la cosa. Decise di cambiare argomento.

    Farò del mio meglio. Come sta Jeffrey? chiese educatamente. Nonostante vivesse a miglia di distanza da lì, a Philadelphia, il marito provocatore di Brynn tentava costantemente di sabotare Mia, usando le sue scelte poco convenzionali contro di lei, per accaparrarsi i favori di Madison e Daniel.

    Sta bene, disse Brynn. Dice che il tuo lavoro è qualcosa di losco.

    Losco? Com’è possibile che fare da co-presentatrice in un popolare podcast sia losco?

    Beh, non è tanto il podcast in sé, ma l’argomento del podcast.

    Intendi il paranormale?

    Jeffy dice che è una cosa di acchiappa-fantasmi. In tutta onestà, è quello che fai.

    Non do la caccia ai fantasmi. Io smaschero i fantasmi. C’è una bella differenza, Brynn!

    Beh, sto solo cercando di essere sincera con te, Mimi. Quando sono andata da papà l’altro giorno, mi ha detto che secondo lui stai buttando via la tua vita.

    Si sentì bussare alla porta. Salvata dalla campanella, pensò Mia.

    Attraverso lo spioncino fu sollevata di vedere Sylvie Payne, l’ingegnere del suono del podcast. Sylvie viveva in fondo al corridoio ed era la sua migliore amica e confidente. Mia aprì la porta e le fece segno di entrare, facendola al contempo capire che la persona al telefono con lei era un po’ matta. Questa settimana i capelli di Sylvie erano di un’interessante sfumatura di indaco, che risaltava il suo abbigliamento: una maglietta con il logo delle labbra giganti dei Rolling Stones, abbinato a una gonna scozzese rossa, calze nere e stivali Doctor Martens alti fino al ginocchio. Il suo stile era in netto contrasto con la combinazione molto più classica di jeans e maglietta nera che portava Mia, i ribelli riccioli neri raccolti in cima alla testa.

    Senti, Brynn, per quanto voglia chiacchierare con te della vita che sto buttando via, devo andare.

    Mia riuscì a riagganciare, sollevata di poter lasciar andare la ruota vorticante di quella conversazione.

    Genitori soffocanti? chiese Sylvie con il suo marcato accento del New Jersey.

    Non proprio. Mia sorella che parla in vece loro. Mi hai salvata, disse Mia.

    Almeno ti chiamano. L’ultima volta che ho parlato con mia mamma, si era completamente dimenticata che mi ero trasferita a Salem.

    Wow, pensavo che la mia famiglia fosse tosta, disse Mia. Cercava sempre di convincersi di non avere bisogno dell’approvazione della sua famiglia, ma era sempre preoccupante quando non vedevano di buon occhio quello che faceva.

    Cosa dici che prendiamo per colazione? chiese Sylvie. Sto morendo di fame.

    Mia sorrise. Sylvie aveva sempre una fame da lupi, e nonostante la sua corporatura minuta, sembrava avere il metabolismo di un colibrì.

    Andiamo al nostro solito posto preferito? chiese Sylvie.

    Mia arrossì pensando al Café Noir. Il cibo era delizioso e il locale aveva un’atmosfera accogliente e amichevole, ma c’era un altro motivo per cui era il suo proferito: un motivo segreto, bello, affascinante, alto un metro e ottanta. Prese la giacca, agganciò il guinzaglio al collare di Tandy e tutti e tre uscirono dalla porta.

    CAPITOLO DUE

     Mia e Sylvie entrarono nella zona pedonale, lastricata di mattoncini rossi, di Essex Street. Tandy annusava l’aria e tirava il guinzaglio, entusiasta. Attraverso la finestra dell’Emporio di Hatter videro il giovane Will Proctor al lavoro con i vari clienti. Will lavorava part-time per Tom Hatter dopo la scuola ed era anche lo stagista ufficiale di Libro, campanella e candela, dove si occupava di qualsiasi cosa, dal recupero di oggetti all’attrezzatura operativa. Mia faceva spesso affidamento su di lui per prendersi cura di Tandy e Rose.

    Will le vide e aprì la porta, facendo tintinnare i campanelli.

    Ehi, ragazze, disse, raggiante di giovane energia. Siete emozionate per oggi pomeriggio?

    Io sì, disse Mia, mascherando il nervosismo con un sorriso.

    Io sono curiosa di vedere che genere di numero tirerà fuori Graham, disse Sylvie. Se c’è un modo di incasinare le cose per alzare gli ascolti, lui lo troverà di certo.

    Will parve preoccupato per un secondo, e per un’ottima ragione. Graham, che era il coproduttore di Libro, campanella e candela insieme a Ollie Cooper, era incline a uscire un po’ dagli schemi quando si trattava di pubblicità.

    Sta scherzando, disse Mia. Andrà tutto bene. Ci si vede fra qualche ora.

    Si incamminarono lungo la strada. Nonostante la temperatura fosse più fresca, c’era parecchia gente in giro. Passarono accanto a un mercatino delle pulci disposto lungo un lato della strada, con i venditori che offrivano articoli di abbigliamento che risalivano alla fine del secolo. C’erano bancarelle che vendevano anche cibo di diverso genere, come ciambelle al succo di mela e leccalecca del Mago di Oz, completi di stecchino della Malvagia Strega dell’Ovest. Ovviamente, a ogni angolo della strada si vedeva un’infinita gamma di veggenti e sensitivi. Alcuni erano astrologi, altri leggevano i tarocchi, altri ancora sostenevano di essere chiaroveggenti. Mia si ritrovò a sorridere. Salem era così strana e bizzarra, ma c’era un che di affascinante in tutti quei negozietti e tributi al lato spaventoso della vita. In un certo senso, questa piccola cittadina condivideva con lei l’interesse per il soprannaturale, e lei stava iniziando a sentirsi sempre più a casa sua.

    Cosa sta succedendo laggiù? chiese Sylvie, indicando un agitato gruppo di turisti raccolti attorno a un negozio con una grande vetrina.

    Non saprei, disse Mia. Non è il negozio che ha appena aperto?

    Si avvicinarono e sbirciarono attraverso la folla. Una nuova attività aveva da poco occupato l’unico negozio vuoto che era rimasto nel quartiere. Delle lettere stampate sulla facciata, in antico stile da pergamena, dicevano Charnel Tour.

    Improvvisamente uscì un uomo. Indossava un gilet di raso, una lunga giacca a doppia coda e un cilindro. Aveva un sorriso sinistro mentre faceva segno alla folla di venire avanti. Tutti gli si riunirono attorno. Poi l’uomo diede un colpo al suolo con un bastone da passeggio nero adornato da un teschio d’argento e disse con voce tonante:

    Riunitevi qui, amici miei. Il primo tour del giorno sta per cominciare. Oggi abbiamo il Tour della Strega Malvagia, e chi meglio di un vero stregone vivente potrò guidarvi!

    Tandy guardò lo strano uomo ed emise un sommesso guaito, quasi uno sbuffo, mentre inclinava la testa di lato, curioso. Mia gli accarezzò le orecchie.

    Sono d’accordo, disse, perplessa. Uno stregone?

    Un’altra agenzia per tour? È ufficiale. Ce n’è una in ogni isolato, disse Sylvie.

    Una più ridicola dell’altra, commentò Mia.

    Sylvie e Mia si avvicinarono alla vetrina e guardarono all’interno.

    Dietro al bancone c’era un uomo piccoletto e con la faccia da furetto, con il viso corrucciato e lunghe dita affusolate. Sylvie e Mia guardarono la fila di gente che andava a pagare, in contanti o offrendo le loro carte di credito, iscrivendosi al tour che avevano scelto. C’era un espositore con scheletri, pentacoli e cartelli che pubblicizzavano le varie opzioni: il Tour della Strega Malvagia, il Tour del Fantasma Spaventoso, il Tour dell’Orribile Cimitero, il Tour della Prigione Diabolica e il Tour del Vampiro Avvelenato.

    "Beh, se il podcast non dovesse andare, potresti sempre essere una guida turistica. Conosci questo posto abbastanza bene, questo è poco ma sicuro. Potresti organizzare il tour sui fatti reali," disse Sylvie ridendo.

    Più avanti scorsero la caratteristica tenda parasole a strisce nere e color crema con le altrettanto caratteristiche lettere bianche che dicevano Café Noir. Sotto all’insegna c’erano le ampie finestre decorate e divise in riquadri. Mia era affamata e il piccolo locale con autentica cucina francese era il suo preferito in assoluto.

    Il Café Noir era insolitamente pieno di gente. I pittoreschi tavolini di ferro battuto e le sedie davanti al bar erano già tutti occupati. I clienti cercavano un posto dove sedersi e le cameriere correvano avanti e indietro con i loro grembiuli lindi, raccogliendo e portando ordinazioni. Mentre Mia e Sylvie si facevano strada in mezzo alla folla con Tandy al fianco, Mia scorse un gruppo di gente del posto che conosceva. Alcuni di loro la guardarono in modo strano.

    Fin dal primo podcast che avevano registrato, il cast e i tecnici di Libro, campanella e candela erano diventati delle celebrità locali. Quindi non era strano che alcune persone a caso la notassero. Però era il modo in cui la guardavano a lasciarla perplessa. Si scambiarono dei sussurri al suo passaggio.

    Sto diventando paranoica? si chiese Mia, cercando di ignorare la sensazione di essere l’oggetto di tante occhiate e discorsi. Immagino sia il prezzo da pagare quando si lavora in uno spettacolo.

    Non c’era posto per sedersi fuori, quindi Sylvie e Mia entrarono. Il locale era arredato in accogliente legno marrone e illuminato in maniera moderna. La gente era in fila per avere il loro buon caffè del mattino. Un paio di bariste erano al lavoro accanto alla grande macchina da espresso in rame, dove prendevano ordinazioni e preparavano le bevande richieste.

    In giro per il locale erano disseminati verdeggianti alberelli di ficus, che donavano al posto un’atmosfera cosmopolita. C’erano due sgabelli vuoti al bancone e Sylvie andò dritta da quella parte.

    Mia rimase impalata come un baccalà e arrossì. Dietro al bancone c’era Hugh Wolfe, il proprietario del bar. Aveva le maniche arrotolate fin sopra al gomito, e le sue braccia muscolose e abbronzate contrastavano con l’immacolata camicia bianca. I capelli gli ricadevano sulla fronte mentre stava concentrato sul suo lavoro, creando delle decorazioni sulla schiuma di ogni cappuccino che preparava. Sylvie si avvicinò al bancone, completamente ignara della reazione di Mia, e si sedette su uno sgabello. Mia non vedeva Hugh da quando era stato in trasferta a una fattoria dove producevano tartufo. Ora le farfalle le svolazzavano nello stomaco, mentre si avvicinava al bancone. Nel momento in cui si sedette e Tandy si fu accoccolato tranquillamente ai suoi piedi, Hugh sollevò lo sguardo e i loro occhi si incrociarono. Il volto dell’uomo

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