Puntò e il mondo "terra-mare"
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Anteprima del libro
Puntò e il mondo "terra-mare" - Elisabetta Mattioli
Elisabetta Mattioli
Puntò e il mondo terra-mare
EDITRICE GDS
E. Mattioli Puntò e il mondo terra-mare
©Editrice GDS
EDITRICE GDS
di Iolanda Massa
Via Pozzo, 34
20069 Vaprio d’Adda (MI)
e-mail edizionigds@hotmail.it
Illustrazioni interne di ©Elisabetta Mattioli
Disegno in copertina di ©Elisabetta Mattioli
Foto in copertina di Beate Bachmann da Pixabay.com n. 2250310
spirit111
Progetto copertina di ©Iolanda Massa
TUTTI I DIRITTI RISERVATI.
Il presente romanzo è frutto della fantasia dell’Autrice. Ogni riferimento a fatti, persone e/o luoghi realmente esistenti e/o esistiti è puramente casuale.
A Matilde
un fascino antico
con lo sgurado rivolto
verso l'infinito cercare
Capitolo primo
Il Pianeta Acquarello
Tanti anni addietro, in una galassia lontana, in un punto imprecisato dell’Universo, ovviamente sconosciuto alla maggior parte degli esseri umani (o, per meglio dire, a tutti), esisteva il meraviglioso, originale, fantasmagorico, incredibile, originale e strabiliante Pianeta Acquarello. Il nome può trarre in inganno, magari fa pensare solamente a un'infinita distesa acquosa, che si estende lungo l’intera superficie, con il mare come unico padrone incontrastato dei paesaggi, invece la situazione era abbastanza diversa e superava anche l’immaginazione più fervida. Difatti, il Pianeta Acquarello era diviso in due regni contrastanti e completamente diversi tra loro, sotto parecchi punti di vista.
Gli abitanti erano creature tanto strane, non proprio classificabili, decisamente fuori dall’ordinario. Occupavano l’intero territorio. Alcuni vivevano sulla terraferma, certuni possedevano la dimora nei laghi, altri avevano costruito il nido in cima agli alberi più alti.
Una cerchia di esseri viventi, invece, era stata molto originale: amando particolarmente l’acqua, si era stabilita in fondo al mare, pur avendo dovuto affrontare non poche difficoltà. Con il passare dei secoli erano riusciti ad ambientarsi alla meraviglia e avevano creato un ambiente delizioso e piacevole per gli amici e per gli eventuali visitatori. Purtroppo, ben presto, le creature terrestri
e gli abitanti marittimi
compresero che essere separati comportava un certo disagio, soprattutto in caso d’emergenza. Inoltre, nel momento in cui dovevano socializzare e incontrarsi per qualsiasi motivo, poteva diventare complicato attraversare la terra, per poi terminare il viaggio tra i flutti. La medesima situazione avveniva anche a ritroso, quando gli abitanti marini dovevano raggiungere la superficie. In breve tempo si resero conto che erano obbligati a risolvere l’increscioso problema, perché la situazione peggiorava a livello esponenziale. Come se non bastasse, gli spostamenti diventavano complicati. Avanti così non potevano di certo andare!
La situazione si trasformò in un totale disastro nel momento in cui il Pianeta Acquarello fu colpito da una terribile tempesta. Improvvisamente, si scatenarono fulmini, saette e lampi, intervallati da una pioggia incessante, il tutto per almeno tredici giorni filati. Le creature terrestri rimasero chiuse in casa. Solamente pochi avevano il coraggio di scostare le tende e guardare cosa stesse accadendo. Purtroppo, chi riusciva nell’intento, se ne pentiva immediatamente dopo, perché fuori dalla finestra il cielo era nero quanto la pece e la pioggia precipitava copiosa sul terreno, provocando un assordante rumore.
In quei giorni, il terrore che quegli esseri viventi stavano provando era così tanto da impedire loro anche la minima faccenda domestica. Addirittura, riuscire a cucinare diventava un’impresa titanica e quasi impossibile. Mangiavano velocemente, sparecchiavano al fulmicotone e infine si infilavano sotto i letti, chiudevano gli occhi e si tenevano tappate le orecchie con le mani.
Se gli abitanti del mondo terra erano terrorizzati, i corrispettivi esseri marini non se la passavano certamente bene. Difatti, gli abissi godevano di una apparente tranquillità, perché subivano uno strano effetto, provocato dalle onde anomale. Il mare era in perenne movimento, i fondali tremavano in continuazione e si susseguivano degli antipatici terremoti sottomarini. Le dimore costruite con le perle e il corallo più resistente subirono dei grossi danni e alcune furono perfino distrutte. Al termine di quella agghiacciante turbolenza, mai niente fu come prima ed entrambi i regni impiegarono parecchio tempo prima di riparare tutte le case e gli altri edifici danneggiati. Nessuno si perse d’animo, lavorarono notte e giorno, giorno e notte, per almeno la metà della metà di un quarto di un lustro, ma alla fine portarono a termine la missione, sistemando il macello nel miglior modo possibile. Tutto sembrava essere tornato alla normalità, più o meno. Purtroppo non fu affatto così e alcune lamentele del popolo giunsero direttamente alle orecchie squamate del Sovrano. Sì, perché a questo punto della storia è mio obbligo sverlarvi un piccolo segreto. Il mondo marittimo aveva un nome e un cognome. Si chiamava…:
Il Regno Marmaid, governato da un Re magnanimo, simpatico, intelligente, acculturato, modaiolo (pur essendo leggermente avanti con gli anni) e amante del buon cibo e dell’arte culinaria.
morsarRE NORSAR
Re Norsar regnava incontrastato l’intero territorio marino da moltissimo tempo, tant'è che nessuno sapeva bene quantificarne il periodo. Perfino il primo ministro era indeciso sulla tempistica, era piuttosto confuso, anche se pensava sui 399 anni, circa. In più di una occasione aveva provato a farlo confessare al Sovrano, senza ottenere una risposta soddisfacente e venendo sempre preso in giro. A quel punto, l’affranto Primo Ministro si ritirava nella sua stanza, tutto mesto, disperato e anche un pelo arrabbiato per le continue spiritosaggini del suo Signore e per nulla padrone. Gli era fedele fin dal primo giorno, quando aveva ricevuto l’incarico. All’inizio gli mancò il coraggio di guardare negli occhi Re Norsar, poiché, nei suoi confronti, provava molto rispetto e soggezione. Ma, un poco alla volta, comprese la reale natura del Re. Senza rendersene conto, imparò a volergli perfino bene, diventando anche un suo amico e confidente e, per questo motivo, non capiva perché lui era reticente e non gli svelava quel piccolo segreto. Truzzy (la cozza Primo Ministro) si arrese all’evidenza, mettendosi in testa che avrebbe smesso di domandarglielo, perché tanto alla fine avrebbe continuato a non ottenere alcun risultato. Un giorno si illuse per l’ennesima volta, nel momento in cui fu chiamato al cospetto del Sovrano e lo trovò impegnato a mangiare, come sempre. Era comodamente seduto sul meraviglioso trono di madreperla e aveva la mente altrove. O, per meglio dire, era concentrato sulle gustose leccornie poste davanti ai suoi occhi. Era uno dei suoi piatti preferiti, per l’esattezza si trattava di spiedini croccanti al nudibranco azzurro, giallo e rosso, intervallato con le alghe fini. Il tutto era adagiato sopra a un letto di insalata marina. All’inizio era talmente concentrato a trangugiare quella delizia che nemmeno si accorse del fedelissimo collaboratore. A quest’ultimo mancò il coraggio di spiaccicare una singola parola. Era anche un pelino arrabbiato, per l’assurdo e solito comportamento del suo ingordo Signore e falso padrone. Improvvisamente, iniziò a battere la valva sinistra sopra al pavimento di corallo rosso, senza ottenere alcuna risposta da parte del Re. Si adirò molto, ma mantenne il controllo. Una volta trascorsi dieci interminabili minuti, cominciò a sbattere la parte destra del corpo, provocando anche un fastidioso rumore, che non servì a nulla. Il Re continuava a introdurre nelle fauci i tanto amati spiedini. Truzzy era arrabbiatissimo, sapeva che l’amico regnante aveva una personalità originale e gli piaceva esser sopra alle righe, ma stava esagerando, comportandosi da perfetto maleducato, non essendosi accorto della sua ingombrante
presenza. A quel punto, il nostro amico cozza maschio
, sbatté con tutta la forza a sua disposizione entrambe le valve nere sopra all’ormai famoso pavimento di corallo color rosso rubino e finalmente ottenne la tanto sospirata reazione del Sovrano marittimo, che si spaventò molto più del previsto, facendo cadere per terra il vassoio ancora stracolmo di leccornie nudibrancose. Norsar alzò la testa verso il fido collaboratore. Dopo averlo fissato con i profondi occhi cerulei, si rese conto che in quel frangente si era comportato male, perché l’aveva chiamato al suo cospetto e infine non l’aveva nemmeno preso in considerazione, perché era fin troppo intento a gustare il suo piatto preferito. Gli mancò improvvisamente la saliva in gola, non riusciva a parlare dalla vergogna. Era stato un gran maleducato. Restò zitto e muto per alcuni minuti, ma alla fine trovò l’energia necessaria per reagire, anche se lo fece in una maniera balorda
.
- Mio caro Truzzy, come stai? Sei in perfetto orario! Preciso come sempre! Sicuramente sei il mio collaboratore più fidato in assoluto.
- Puoi dirlo forte e a voce alta! Invece tu sei sempre super affamato!
- Eh, cosa vuoi farci? Sono un inguaribile goloso, non posso resistere agli spiedini nudibrancosi azzurri con le alghe croccanti, cotte a fuoco lento. Lo so che fatichi a capirmi, mio caro amico.
- Non è proprio così, so quanto ami il buon cibo, però in certe occasioni sei irrispettoso nei miei riguardi. Mi hai chiamato nella sala del trono e, invece di conferire con me, hai continuato imperterrito a trangugiare, senza prendermi nella minima considerazione! Un vero Sovrano deve comportarsi in ben altra maniera! - disse la cozza Primo Ministro, parlando a voce alta e usando un tono deciso.
-Mmm… hai ragione tu, non posso assolutamente darti torto. Sono stato un gran maleducato, avrei dovuto trattarti meglio, ma invece non l’ho fatto. Sono sicuro che mi perdonerai, come fai sempre! Purtroppo, quando mi trovo davanti i miei piatti preferiti, perdo la testa e non ci capisco più niente! - dichiarò Norsar, muovendo le lunghe ciglia nere che truccava praticamente ogni giorno.
- Sì, ti perdonerò, come al solito. Oltre a essere il mio Re sei un caro amico, anche se fin troppo originale e sopra alle righe. Nella tua situazione non potresti permetterlo, dovresti adottare altri comportamenti, invece fai sempre come ti pare! Scusa se te lo dico, ma sai che io ho ragione e tu hai abbastanza torto.
- Uffa, non ho mai voluto diventare Re. Avrei preferito e desiderato una vita molto diversa… impegnarmi con un lavoro creativo, per esempio. Invece mi è toccato governare il popolo marittimo. Lo sto facendo da parecchi anni e comincio davvero a scocciarmi! Soprattutto da quando…
- Soprattutto da quando? Io avrei usato un termine diverso…
- Cosa vorresti dire, mio carissimo e intelligente amico? - chiese il Re.
- Mi pare semplice, ti rompe le scatole regnare. Da quando ti conosco non mi pare una grossa novità, ma una certezza assoluta! - confermò Truzzy, la cozza Primo Ministro.
- Uffa, ma devo darti sempre ragione! Questa storia comincia a essere noiosa e fin troppo, per i miei gusti! –
A quel punto, Re Norsar rise come un pazzo. Si piegò in due, si stava divertendo un mondo.
- Quanto sei spiritoso, un giorno forse smetterai con il