Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il visconte degli abissi: I signori della notte 3, #3
Il visconte degli abissi: I signori della notte 3, #3
Il visconte degli abissi: I signori della notte 3, #3
E-book325 pagine4 ore

Il visconte degli abissi: I signori della notte 3, #3

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Non vuole una donna, tanto meno una moglie... Valentine Sean Butler, sedicesimo visconte Mountgarret, è condannato a trascorrere metà della sua vita come un tritone. Non ha problemi con questo aspetto della sua natura, tranne quando viene convocato per combattere per la causa dei tritoni. Essi odiano gli umani e hanno bisogno delle sue abilità nel combattimento, ma tutto ciò che Valentine vuole è salpare con la sua nave ed essere lasciato in pace...finchè un incontro casuale con una donna ad Hyde Park sconvolge i suoi piani.

Non le servono gli uomini, ma ha bisogno di un matrimonio di convenienza... Lady Phoebe Winthrop, abusata, rovinata e ripudiata, è pronta a cambiare il proprio destino. Odia l'orribile voglia che la deturpa e non accetta la vita che le è stata riservata, ma desidera l'avventura e l'unico modo per ottenerla è chiedere al visconte di sposarla. Il matrimonio darà a entrambi un certo grado di rispettabilità e forse anche l'amicizia che desidera ardentemente.

Un'unione basata sulla libertà... Quando Valentine e Phoebe salpano da Londra dopo il matrimonio, entrambi devono fare i conti con ciò da cui stanno fuggendo. Vecchie insicurezze perseguitano il loro percorso di vita, ma con il passare dei giorni, la loro improbabile amicizia si trasforma in qualcosa di più. Mentre l'amore sboccia e attecchisce, devono prepararsi al pericolo che arriva dagli abissi, e quando un orribile contratto arriva alla scadenza, uno dei due, o entrambi, deve fare il massimo e il più personale dei sacrifici per far sì che il lieto fine trionfi.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita27 feb 2024
ISBN9781667470474
Il visconte degli abissi: I signori della notte 3, #3

Leggi altro di Sandra Sookoo

Autori correlati

Correlato a Il visconte degli abissi

Titoli di questa serie (1)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica paranormale per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il visconte degli abissi

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il visconte degli abissi - Sandra Sookoo

    Il visconte degli abissi

    Sandra Sookoo

    ––––––––

    Traduzione di Adele Contenti 

    Il visconte degli abissi

    Autore Sandra Sookoo

    Copyright © 2024 Sandra Sookoo

    Tutti i diritti riservati

    Distribuito da Babelcube, Inc.

    www.babelcube.com

    Traduzione di Adele Contenti

    Progetto di copertina © 2024 David Sookoo

    Babelcube Books e Babelcube sono marchi registrati Babelcube Inc.

    La leggenda dei Lord maledetti

    Circa cento anni fa un piccolo gruppo di nobiluomini viziati e insolenti se la spassava con delle zingare che attraversavano le campagne d'Inghilterra. In preda ai fumi dell'alcool, diedero fuoco ad un carro e, tra urla e risa, lo guardarono bruciare mentre il resto della carovana fuggiva terrorizzato. Quel carro apparteneva ad una strega immortale che volle punire quel gesto e l'atteggiamento irridente dei lord inglesi. Sotto la luce della luna piena, la strega scagliò una potente maledizione su quei malcapitati.

    -Da adesso e per tutta l'eternità, non avrete mai più pace, perchè la vostra vita non sarà più quella di uomini normali, ma diventerete dei mutaforma e sarete schiavi della bestia che albergherà in voi. Tutte le donne che guarderanno il vostro viso nei momenti di emozione più intensa si allontaneranno disgustate, perchè vedranno la verità. Una volta che il vostro segreto sarà svelato, vivrete nel terrore perchè sarete costretti a confessare tutto. E, anche se vi sarà permesso sposarvi, sarete destinati ad unioni fredde e prive di gioia, a meno che non troviate il vero amore. Porterete questo fardello da soli, perchè la maledizione ricadrà solo su di voi e non potrà essere trasferita o condivisa con nessuno.

    Ma voglio essere benevola, uomini senza cuore, senza morale e del tutto privi di sentimenti. Ogni cinque anni, durante il plenilunio che cade ogni tre mesi, la maledizione potrà essere spezzata, ma solo se sarete abbastanza saggi da uscire dall'ombra e rendervi conto dei vostri errori. Sotto la luce della luna piena, quando il bacio dell'amore puro e disinteressato sfiorerà le vostre labbra, scacciando l'orgoglio, la paura e l'egoismo, allora tornerete a vivere come esseri umani completi, liberi da afflizioni e da rischi per la vostra prole. Perchè sì...a meno che la maledizione non venga spezzata, essa potrebbe ricadere sui figli maschi.

    Fate molta attenzione, maledetti, altrimenti vivrete per sempre circondati dal freddo, privi d'amore, temuti e isolati-

    Da allora, quegli uomini sono chiamati i Lord maledetti d'Inghilterra -i Signori della notte- e, fino a quando non si ritroveranno innamorati in modo così profondo da non poter sopravvivere senza riuscire a conquistare il cuore della donna prescelta, sono condannati a vagare sulla terra con l'unica compagnia della loro metà bestiale.

    CAPITOLO 1

    gennaio 1816

    Valentine Sean Butler, visconte Mountgarret, il sedicesimo a detenere il titolo, si tolse gli abiti sulle rive del Serpentine ad Hyde Park e li abbandonò a terra in un mucchio che avrebbe fatto imprecare il suo valletto.

    Cosa gli importava dello stato della sua camicia o del taglio della sua giacca quando nel giro di pochi giorni si sarebbe imbarcato? Nessuno a bordo della sua nave avrebbe notato se fosse vestito o meno all'ultima moda, e di certo non aveva nessuno da impressionare con il suo aspetto.

    Il suo respiro sibilava tra i denti serrati a causa dell'aria gelida. Quell'inverno era stato molto freddo e quella sera non faceva eccezione.

    Sul terreno erano rimasti alcuni centimetri di neve. Si attaccava anche ai rami spogli degli alberi facendoli apparire come scheletri inquietanti. Londra non era molto abituata a quella coltre bianca, ma questa volta ce n'era abbastanza da rendere il mondo intorno a lui incantevole e misterioso. Una volta che se ne fosse andato, avrebbe sentito la mancanza di questo aspetto della vita sulla terraferma.

    Era mezzanotte, l'oscurità lo avrebbe nascosto agli sguardi indiscreti, ma a quell'ora non c'era il pericolo immediato di essere visto, e poi aveva trascorso troppo tempo lontano dal suo elemento per preoccuparsene adesso. Ignorando la pelle d'oca, si tuffò nella gelida acqua invernale dello stesso colore dell'inchiostro.

    Il freddo lo avvolse immediatamente. La temperatura sotto la superficie non era molto migliore di quella dell'aria, ma aveva un assoluto bisogno di sentire l'acqua intorno a sè e il Serpentine era più vicino dei Docks di Londra. E adesso che era dentro il suo elemento naturale, potè finalmente evocare il cambiamento che avrebbe trasformato il suo corpo umano in quello di un tritone.

    Le sue gambe, le caviglie e i piedi si fusero insieme nello scricchiolio e nello schiacciamento di ossa, nervi e pelle. Al loro posto si formò una grossa coda, e lui la sferzò su e giù nell'agonia del cambiamento. Scaglie di colore verde-bluastro, dure come un'armatura, ricoprirono la metà inferiore del suo corpo. La pinna sulla punta della coda, lunga circa venti pollici e costituita da una sostanza simile alla cheratina, fungeva da timone e regolava anche la temperatura corporea nell'acqua. La sua presentava un taglio che si era procurato nell'ultima lotta che aveva affrontato. Un paio di pinne più piccole sporgevano dalla coda appena sopra la punta, tutte dello stesso colore della coda stessa. Un'altra serie di pinne, le pettorali, poggiavano sui suoi fianchi e lo aiutavano a muoversi nell'acqua, così come quella ventrale, dorsale e anale.

    Abbassò lo sguardo sul suo torso -il suo torso umano- la cui pelle era diventata di un tenue verde chiaro, così come le braccia e il volto. Valentine aveva origini irlandesi e le sue radici erano legate ai tritoni della mitologia celtica. Una smorfia gli contorse le labbra. Neanche i suoi amici più cari erano al corrente del fatto che il suo titolo fosse originario dell'Irlanda. Non era qualcosa che amava rendere pubblico, perchè il ton odiava il popolo irlandese, tanto quanto avrebbe odiato scoprire la metà bestiale di Valentine. Per questo motivo non si era mai recato in visita alla propria casa, nè al paese natio, anche se suo padre gliene aveva sempre parlato con affetto.

    Fitte di dolore gli attraversarono il collo mentre il suo corpo si riordinava. Un'altra frustata di sofferenza gli trafisse il petto quando i suoi polmoni umani si trasformarono, diventando molto simili a quelli di un delfino. Grazie ad essi, era in grado di utilizzare più ossigeno rispetto ai normali esseri umani, e, con il supporto delle branchie, poteva restare sott'acqua per un tempo indefinito.

    Ripensò alla prima volta che aveva subito quella trasformazione. Aveva dodici anni ed era andato a fare una nuotata estiva nel lago della proprietà di suo padre ad Harrogate, nello Yorkshire. Quel giorno lontano, era quasi annegato quando il suo corpo era stato costretto a subire quello strazio, ma, una volta che si era abituato, sarebbe rimasto nell’acqua per sempre.

    Con la stessa rapidità con cui era arrivato, il dolore svanì, lasciandolo con la sensazione unica dell'acqua che gli scivolava sulla pelle.

    Dannazione era bello tornare nel suo elemento naturale...

    Non lo faceva da quel fatidico giorno in cui aveva visto il suo amico, il conte di Devon, in pericolo proprio lì ad Hyde Park ed era corso a cercare aiuto. Per tutti i diavoli, non aveva previsto di trattenersi in città dopo il ballo di Natale del duca di Manchester, ma le vicissitudini che i suoi amici stavano attraversando gli avevano impedito di partire.

    Emerse con la testa fuori dall'acqua per dare un'occhiata ai dintorni. Quella zona di Hyde Park era ancora deserta, così tornò a tuffarsi con un brivido di euforia. La vita sembrava molto più facile tra quelle onde, anche se nel Serpentine non ce n'erano molte. Con potenti spinte della coda, sfrecciò lungo il fiume ad una velocità che uguagliava quella dei suoi amici quando si muovevano sulla terraferma nella loro forma bestiale.

    Due di quegli amici, anch'essi lord maledetti, avevano trovato il vero amore, ed era proprio questo il motivo per cui Valentine aveva deciso di abbandonare la città. Non che disprezzasse il cambiamento avvenuto nelle loro vite: semplicemente, preferiva non assistere alle loro dimostrazioni d'affetto. C'era un limite che un uomo poteva sopportare, soprattutto quando quell'uomo aveva scelto di trascorrere il resto della vita senza alcun legame, per mantenere intatti sia il cuore sia la sanità mentale.

    I suoi amici avevano fatto di tutto per coinvolgerlo e Valentine non si era aspettato niente di meno da loro. Avevano trascorso insieme le festività natalizie, ma, una volta che Rogue, il conte di Devon, aveva sposato la donna che amava ed era partito in luna di miele per fare visita alla famiglia e trascorrere del tempo nella sue tenuta di campagna, Valentine aveva perso ogni interesse per la vita sociale.

    D'altra parte, non era esattamente ben accetto nei salotti più popolari e raffinati o agli eventi più importanti, per via della sua discutibile storia e del suo status di lord maledetto. Nessuno di loro lo era, anche se, dopo il matrimonio di Manchester, le cose erano leggermente cambiate. Sfortunatamente, la nuova parvenza di rispettabilità non aveva fermato i pettegolezzi che circolavano su di loro, nè aveva cambiato la verità riguardo ciò che erano.

    -Dannate vipere pettegole...

    Continuò a nuotare con disinvoltura nell'acqua torbida e scura, schivando piante acquatiche, cadaveri in vari stadi di decomposizione e rifiuti, che gli uomini gettavano nel fiume per nascondere e dimenticare. Valentine non aveva di certo bisogno dell'approvazione di quegli snob per sentirsi a proprio agio con quello che era e la maggior parte delle volte era persino felice di poterli mandare a quel paese.

    Tuttavia, sua sorella desiderava che le figlie fossero accettate in società e che facessero matrimoni adeguati, quindi ogni tanto, anche se con riluttanza, si comportava in modo civile. Amava le sue nipoti, ovviamente, eppure anche in quel caso c'era un certo limite che poteva sopportare senza crollare. Non c'era nulla nel ton che Valentine trovasse attraente o di cui avesse bisogno.

    Ma finalmente era arrivato il momento di partire, e la promessa di quella imminente libertà era davvero inebriante.

    -Torna all'ovile e unisciti a noi-

    La voce sussurrata apparteneva al Comandante Rion e riecheggiava nei meandri della sua testa. Il tritone aveva la capacità unica di insinuarsi nella mente di qualsiasi suo simile, ma Valentine non sapeva perchè gli fosse stato concesso un simile potere. Negli ultimi sei mesi, aveva sentito la forte attrazione del regno sottomarino segreto popolato dai tritoni, la cui esistenza il mondo umano riteneva solo una leggenda. Il Comandante gli chiedeva di giurare fedeltà a loro, a quelle che erano le sue radici sotto il mare d'Irlanda.

    E adesso, a quanto pareva, c'era di nuovo bisogno delle sue capacità di combattimento.

    -Non posso farlo di nuovo- Non era questo che era o che desiderava essere.

    Valentine ignorò la voce, perchè c'erano ancora cose da risolvere sulla terra prima di dedicarsi alle responsabilità del mondo marino. Responsabilità il cui richiamo sentiva ogni giorno più forte, sebbene, allo stesso modo in cui disprezzava il ton, così disprezzava la gerarchia e la bellicosità a cui si abbandonavano i tritoni, eternamente impegnati ad ingaggiare conflitti contro l'umanità.

    Eppure ogni volta nell'acqua ritrovava se stesso.

    -Devi tornare a casa e prendere il posto che ti spetta tra i nostri ranghi-

    Grazie alla propensione di suo padre allo spargimento di sangue, un altro dei motivi per cui l'uomo restava puntualmente al verde quando Valentine era più giovane, il nome dei Mountgarret era noto non solo ai tritoni d'Irlanda, ma a quelli di tutti i mari, che non vedevano di buon occhio il fatto che uno di loro si tirasse indietro. Anche se doveva combattere battaglie non sue.

    -La guerra con i respira-aria è vicina-

    Valentine scosse la testa nella speranza di interrompere la connessione subconscia con coloro con i quali condivideva un tenue e non voluto legame.

    -E' la vostra guerra, non la mia. Combattetela da soli-

    Se fosse arrivato il momento di prendere una decisione, da che parte si sarebbe schierato? Non aveva forse detto più volte di non trovarsi più a proprio agio a Londra e di non avere alcuna intenzione di permettere ad una donna di fargli a pezzi il cuore?

    D'altra parte, non era neanche convinto che il suo futuro fosse nel regno del mare.

    Man mano che scivolava attraverso le acque scure del Serpentine, si sentiva sempre più rilassato. Nuotare lo calmava come nient'altro era in grado di fare, sicuramente non la vita sulla terraferma. Solo la dolce carezza dell'acqua sulla pelle gli procurava quella pace che desiderava disperatamente.

    Forse, se avesse acquistato una proprietà vicina al mare in modo da poter nuotare ogni volta che ne aveva voglia, sarebbe riuscito a riconciliare le due metà di se stesso.

    -Siamo noi la gente a cui appartieni- disse ancora la voce. -Prima o poi dovrai fare una scelta: noi o loro-

    -Io non sono uno di voi- In realtà, a causa della maledizione, aveva un piede in ciascuno dei due mondi, quello umano e quello acquatico. Nuotare nei mari era infinitamente meglio che bazzicare nelle acque di Hyde Park dopo la mezzanotte, ma sotto quelle onde avevano sete di guerra e presumevano che anche lui la pensasse allo stesso modo. D'altra parte, ciò che ancora lo legava alla terraferma era solo la possibilità di spezzare la maledizione, cosa che poteva avvenire in determinati pleniluni ogni cinque anni, e vivere una vita completamente umana. In ogni caso, nessuno dei due mondi lo accettava del tutto. Allora, perchè diavolo avrebbe dovuto combattere una guerra folle, se a quella gente non importava niente di lui? -Quello che voglio semplicemente è essere lasciato in pace- Perchè sia gli umani sia i popoli delle acque lo avevano deluso.

    Eseguì una capriola che lo riportò nella direzione dalla quale era venuto. Adesso che il plenilunio era passato e che si era rassegnato a subire la maledizione almeno per altri cinque anni, Valentine non cercava altro che un po' di pace. Ma sapeva bene che, una volta che avesse avuto in mano il suo tridente, la bestia avrebbe preso il sopravvento e i suoi pensieri sarebbero diventati gli stessi dei fratelli acquatici.

    -Non ci sarà pace finchè tutti gli umani non saranno morti e il Regno Unito tornerà ad essere nostro-

    -Risparmiami la tua follia. Come se tu, che non puoi vivere fuori dall'acqua, potessi mai sedere sul trono d'Inghilterra-

    -Allora affonderemo le isole. Una volta che l'Inghilterra sarà sommersa, sarà più facile occuparne il trono-

    I tritoni odiavano gli uomini perchè deturpavano i mari con pescherecci e navi mercantili, e vi rovesciavano i loro morti e i loro rifiuti. Tolleravano la presenza di Valentine tra loro solo perchè era un abile guerriero e, sebbene ormai si rifiutasse di combattere per le loro cause, sapevano che la bestia che era in lui prendeva il controllo appena aveva un tridente in mano. Quando ciò accadeva, era estremamente difficile riacquistare la lucidità e il modo di pensare umano.

    Nel corso degli anni, aveva ucciso innocenti marinai o ne aveva causato la morte per annegamento con il canto, uno dei mezzi di cui si servivano i tritoni per attirarli.

    Per questo il perdono era fuori dalla sua portata e lo avrebbe perseguitato per tutta la vita. Il dono meraviglioso che era la sua voce era macchiato per sempre e ormai capitava raramente che cantasse per il piacere di farlo. I suoi amici non sapevano niente di tutto questo perchè Valentine non era mai riuscito a parlarne. In definitiva, la libertà aveva un costo che, a volte, gli sembrava fin troppo alto. Niente di tutto ciò sarebbe successo se avesse trovato una donna da corteggiare e da amare. Una donna che potesse aiutarlo a ritrovare la sua umanità e a dimenticare i conflitti sottomarini e i suoi legami con essi.

    Ma l'amore non era arrivato, tantomeno una donna di cui potesse fidarsi.

    -Potrei ritirarmi nella mia proprietà in Irlanda, crearmi una nuova vita-  Lo desiderava più di quanto avesse mai desiderato qualsiasi cosa. -Sono così stanco di sperare di valere qualcosa, di chiedermi se verrò mai accettato per quello che sono...per quello che ho fatto-

    Con un vigoroso colpo di coda, fluttuò nell'acqua, avvicinandosi sempre più al punto in cui aveva lasciato i suoi abiti.

    -Non ci sarà pace per te, finchè la tua lealtà è divisa tra due mondi-

    Una verità che Valentine non poteva negare e che lo costringeva a dover fare una scelta. Molto presto.

    Infastidito dal fatto che l'interferenza mentale del Comandante avesse rovinato la sua nuotata, Valentine emerse dall'acqua nei pressi di un ponte. Improvvisamente si irrigidì, e questa volta non a causa del freddo. Sotto la lampada a gas c'era una donna. Una scia di lacrime argentate le scorreva sulla guancia che riusciva a vedere, perchè lei era girata di profilo. Quando la donna inclinò la testa, lasciando cadere il cappuccio del suo mantello color smeraldo, Valentine trattenne il fiato alla vista di quei riccioli dorati che brillavano alla luce della lampada. La conosceva vagamente, perchè lavorava al Bête Noir, il club per gentiluomini che lui e gli altri lord maledetti avevano fondato e che era diventato il loro rifugio. L'ultima volta che l'aveva vista di sfuggita, aveva ammirato le curve della sua piccola figura.

    Ma perchè adesso era lì, invece che al Bête Noir? Quando calava l'oscurità, Hyde Park era un posto pericoloso per una donna sola e al club vigevano regole precise che proibivano alle donne di uscire di notte.

    Accigliato, si tuffò sott'acqua proprio mentre lei si voltava nella sua direzione e, quando riemerse di nuovo, se n'era andata.

    Certo, quella donna era piuttosto intrigante, ma Valentine non era in cerca di avventure prima di lasciare l'Inghilterra. Aveva semplicemente rinunciato a corteggiare qualsiasi donna quando ogni tentativo si era scontrato con la paura, il disgusto, la sconfitta.

    Un motivo in più per andarsene.

    Si issò sulla riva e le sue scaglie luccicarono al chiaro di luna. Una volta riacquistato l'aspetto umano, si alzò e si diresse verso i suoi abiti. Era ora di recarsi al club per dire addio ai suoi amici più cari.

    Era improbabile che tornasse presto a Londra...o addirittura che tornasse del tutto.

    ***

    Il calore del Bête Noir lo avvolse come una coperta, scacciando dalle sue vene il freddo dell'acqua. Il sorriso sulle labbra, si avvicinò al solito tavolo nella sala riservata ai lord maledetti. Il duca di Manchester e il conte di Coventry erano già lì, e Valentine li salutò con entusiasmo mentre sedeva con loro.

    Signori disse, ordinando un whisky ad un cameriere di passaggio Presumo che Devon stia ancora interpretando il ruolo di figlio e fratello rispettoso. Era passato davvero molto tempo dall'unica volta che tutti e quattro si erano ritrovati a quel tavolo. Probabilmente da prima che il duca si sposasse.

    Proprio così. In più, si è calato nelle vesti di marito adorante con grande entusiasmo rispose Manchester, versandosi un po' di brandy Dopo la visita alla sua famiglia, lui ed Elizabeth trascorreranno una breve luna di miele a Bath o a Brighton. I suoi occhi castani scintillarono Temo che mia sorella non sia stata molto disponibile a rivelarmi i suoi piani.

    Non ne dubito. Probabilmente, non desiderava che tu la seguissi in un maldestro tentativo di protezione fraterna. Valentine ridacchiò, perchè nella loro piccola cerchia era ben noto che lady Elizabeth fosse dotata di una volontà ferrea e che avesse conquistato il conte di Devon con altrettanta determinazione, nonostante le ingerenze e gli avvertimenti del duca Auguro ad entrambi tanta felicità. Ed era sincero. Tutti meritavano la felicità e la possibilità di afferrarla al volo, se il destino glielo avesse permesso. Quando arrivò il suo drink, sollevò il bicchiere e aggiunse E a tutti noi auguro il meglio di ciò che la vita può offrire.

    Senti, senti... disse il conte di Coventry in tono ironico. Alzò il bicchiere e il vino all'interno fluttuò come le onde del mare Al futuro!

    Al futuro! concordò il duca. Il tintinnio del cristallo dei loro bicchieri uniti nel brindisi risuonò nell'improvviso silenzio della stanza. Manchester posò lo sguardo su Valentine Sembri risoluto, Mountgarret. Hai qualche progetto in vista? gli chiese, fissandolo intensamente.

    . Il momento della verità era arrivato. Il visconte si rivolse ad entrambi gli amici Me ne vado per mare, finalmente. Temo di essermi già trattenuto fin troppo a Londra.

    Ah.... Appoggiandosi allo schienale della sedia, Coventry si passò una mano tra i folti capelli corvini, posando su Valentine i suoi occhi color smeraldo Lo sospettavo. Sono settimane che ti vedo irrequieto.

    Hai ragione. Se qualcuno del gruppo poteva capirlo, quello era Coventry, perchè era l'unico ad essere stato sposato e ad avere il cuore irreparabilmente spezzato.

    Il duca si sporse in avanti.

    Per quanto tempo?

    Valentine scrollò le spalle.

    Un anno, forse di più. Bevve un sorso di whisky. Non era buono come quello distillato dagli Irlandesi, ma non era neanche terribile Ormai non ho alcun motivo per restare a Londra.

    Ti riferisci alla maledizione?

    Sì. La prossima occasione per spezzarla sarà tra cinque anni, dunque perchè dovrei restare in città? E poi, sento di nuovo il richiamo dei tritoni.

    Non sono la tua gente, Mountgarret replicò il duca, accigliato Ti vogliono con loro solo per sfruttarti nella loro guerra assassina e tu lo sai bene.

    Lo so. Valentine sospirò, poi scolò il resto del whisky Eppure, da un po' di tempo non mi sento a casa neanche a Londra. Fece una pausa, cercando le parole per spiegarsi Esisto in un mondo di mezzo. E vi assicuro che è una condizione piuttosto fastidiosa.

    Ti capisco. Empatia e compassione bruciavano negli occhi di Coventry Allora cosa pensi di fare? Ti ricordo che qui hai delle responsabilità verso tua sorella e le tue nipoti, oltre che verso il tuo titolo.

    Il senso di colpa gli pizzicò la coscienza.

    Non intendo abbandonare le mie proprietà, se è questo che intendi replicò Valentine, scuotendo la testa quando un cameriere fece per riempirgli il bicchiere Per quanto riguarda la mia famiglia, sanno bene quanto mi sia mancato il mare. Abbassò lo sguardo sulle mani Verrò a trovarvi il più spesso possibile. E' il massimo che posso promettervi, ma ho bisogno di trovare la mia pace. Guardò entrambi gli amici e aggiunse Perchè sono più che sicuro che il mio percorso non includerà mai l'amore di una donna adatta a me.

    A volte, il fatto di essere un mutaforma metteva a dura prova ogni aspetto della sua vita.

    Non puoi saperlo con certezza. Al silenzio di Valentine, Manchester socchiuse gli occhi, ma da quando si era sposato non incuteva più la stessa soggezione E il club?

    Valentine scrollò le spalle.

    Qual è il problema? Tu, Coventry e Devon siete perfettamente in grado di occuparvene. Sapete bene che raramente partecipo alla sua gestione. E poi non ci vado da un bel po' di tempo. Posò lo sguardo sui due amici e sentì una fitta al petto. Gli sarebbero davvero mancati Sono stanco della routine. Ciò che desidero è pace, tranquillità e tempo per riflettere.

    Il duca inarcò un sopracciglio.

    Per venire a patti con quello che sei.

    Forse.

    Coventry sbuffò.

    Possiamo assumere nuove donne, se è a questo che alludi. Bevve un sorso del suo vino, gli occhi scintillanti di malizia.

    Valentine scoppiò a ridere, mentre un lieve rossore gli colorava la nuca.

    Non è questo il punto. Gli tornò in mente la bionda che aveva intravisto sul ponte, ma respinse rapidamente il pensiero Non cerco una donna a nessun titolo.

    La donna giusta può donarti la pace che cerchi sussurrò Manchester sorridendo Lo so per esperienza.

    Con un

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1