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Enrico VI vol. 2
Enrico VI vol. 2
Enrico VI vol. 2
E-book194 pagine1 ora

Enrico VI vol. 2

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Info su questo ebook

A differenza della prima parte, dai toni iniziali spiccatamente drammatici, il secondo volume si apre con una scena di gioia, dovuta alla notizia del matrimonio tra il re Enrico VI e Margherita d'Angiò. Fortemente voluta dal re per risolvere le tensioni politiche con la Francia, l'unione delle due famiglie non riesce tuttavia a trovare l'approvazione dei membri più autorevoli della corte, che lamentano condizioni troppo favorevoli ai nemici francesi: l'intrigo e la ribellione tramano ancora nell'ombra, e la lieve felicità del re è nuovamente assediata da coloro che sono disposti a tutto pur di prendere potere. -
LinguaItaliano
Data di uscita2 set 2021
ISBN9788726900484
Enrico VI vol. 2
Autore

William Shakespeare

William Shakespeare is the world's greatest ever playwright. Born in 1564, he split his time between Stratford-upon-Avon and London, where he worked as a playwright, poet and actor. In 1582 he married Anne Hathaway. Shakespeare died in 1616 at the age of fifty-two, leaving three children—Susanna, Hamnet and Judith. The rest is silence.

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    Anteprima del libro

    Enrico VI vol. 2 - William Shakespeare

    Enrico VI vol. 2

    Translated by Diego Angeli

    Original title: Henry VI

    Original language: English

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1599, 2021 SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788726900484

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    This work is republished as a historical document. It contains contemporary use of language.

    www.sagaegmont.com

    Saga Egmont - a part of Egmont, www.egmont.com

    DRAMATIS PERSONAE.

    RE ENRICO IV.

    ENRICO, principe di Galles, poi ENRICO V figli del Re.

    TOMASO, duca di Clarenza figli del Re.

    GIOVANNI, principe di Lancastro figli del Re.

    HUMPHREY, principe di Gloucester figli del Re.

    IL CONTE DI WARWICK.

    IL CONTE DI WESTMORELAND.

    IL CONTE DI SURREY.

    GOWER.

    HARCOURT.

    BLUNT.

    IL PRIMO GIUDICE DEL BANCO DEL RE.

    UN SEGRETARIO DEL GIUDICE.

    IL CONTE DI NORTHUMBERLAND.

    SCROOP, arcivescovo di York.

    LORD MOWBRAY.

    LORD HASTINGS.

    LORD BARDOLFO.

    SIR GIOVANNI COLEVILLE.

    TRAVERS assoldati di Northumberland.

    MORTON assoldati di Northumberland.

    a radunarsi gli uomini allarmati

    e affretta le difese, mentre l’anno,

    pregno di qualche sua disgrazia ignota,

    è creduto da tutti incinto di una

    guerra fiera e tirannica? La Voce

    Pubblica è una zampogna ove dàn fiato

    congetture, sospetti e gelosie:

    uno strumento sì facile e schietto

    che il mostro ottuso dalle mille teste

    la discordante folla ed indecisa

    ben può suonarlo. Ma non ho bisogno

    di dissecar così la mia persona

    ben conosciuta, in mezzo ai miei congiunti.

    Perchè la Voce Pubblica è presente

    fra voi? Corro d’innanzi alla vittoria

    di Enrico re, nel piano sanguinoso

    di Shrewsbury, là dove ha sopraffatto

    il giovin Sprone Ardente e i suoi seguaci,

    estinguendo le fiamme della folle

    ribellion nel sangue dei ribelli.

    Ma a che pensavo mai di dire in questo

    modo la verità? Vuole il mio ufficio

    di susurrar dovunque che soggiacque

    Enrico di Monmouth, sotto la spada

    furiosa del nobil Sprone Ardente

    e che d’innanzi all’ira aspra di Douglas

    piegato ha il Re la consacrata fronte

    fino alla tomba. Ecco le cose ch’io

    divulgai nel contado, fra il regale

    territorio di Shrewsbury e la cinta

    rotta, di pietre sgretolate, dove

    di Sprone Ardente il padre, il vecchio duca

    di Northumberland fa l’infermo. Ormai

    i messi non apportan altre nuove

    di quelle che han da me sentito. Della

    Voce Pubblica interpreti, sì vanno

    arrecando i conforti allettatori

    della menzogna, più crudeli invero

    d’ogni più atroce fatto veritiero.

    Exit.

    ATTO PRIMO.

    SCENA PRIMA

    La stessa del Prologo.

    Entra Lord Bardolfo.

    Lord Bardolfo.

    Chi tien la porta? olà!

    Si affaccia il Portiere in alto.

    Dove sta il conte?

    Il Portiere.

    Chi debbo dirgli che lo cerca?

    Lord Bardolfo.

    Al conte

    dirai che qui lo attende Lord Bardolfo.

    Il Portiere.

    Sua Signoria passeggia nel giardino.

    Vostro Onor si compiaccia di bussare

    alla porta, e ne avrà certo risposta

    dal conte stesso.

    Lord Bardolfo.

    Ecco che il conte viene.

    Esce il Portiere ed entra Northumberland .

    Northumberland.

    Quali nuove mi arreca Lord Bardolfo?

    Ogni istante, oramai, dee farsi padre

    di qualche stratagemma: i tempi sono

    impetuosi: la discordia, come

    uno stallon nutrito di una biada

    troppo ricca, s’è data follemente

    alla fuga, gettando tutto a terra

    innanzi a sè.

    Lord Bardolfo.

    Nobile conte, arreco

    da Shrewsbury notizie certe.

    Northumberland.

    Voglia

    Iddio, che siano buone!

    Lord Bardolfo.

    Buone, quanto

    può augurarsele il cuore. Il Re ferito

    è quasi a morte, e nella buona sorte

    di monsignore vostro figlio, il Principe

    Enrico è stato ucciso: entrambi spenti

    per man di Douglas i due Blunt, fuggiti

    dal campo il giovin principe Giovanni,

    e Westmorland e Strafford: il poltrone

    sir Giovanni, buffon del porco Enrico

    di Monmouth, prigionier di vostro figlio.

    Oh mai giornata combattuta tanto,

    e perseguìta e vinta bellamente

    più il tempo annobilì delle fortune

    di Cesare!

    Northumberland.

    In che modo avete appreso

    queste cose? Vedeste forse il campo?

    Arrivate da Shrewsbury?

    Lord Bardolfo.

    Parlato

    ho, monsignor, con uno che ne giunge:

    gentiluomo ben nato e di buon nome

    che mi diè queste nuove come vere

    spontaneamente.

    Northumberland.

    Ecco che viene il mio

    servo Traverso, che martedì scorso

    ho mandato a cercar nuove.

    Entra Traverso .

    Lord Bardolfo.

    Passato,

    monsignor, l’ho in cammino: ei non sa nulla

    di certo, fuor di quel che ha inteso dire

    da me.

    Northumberland.

    Su via, Traverso, quali buone

    nuove giungon con voi?

    Traverso.

    Milord, mi ha fatto

    sir Giovanni Umfreville ritornare

    con gioconde notizie: e poi ch’egli era

    montato meglio, m’è passato innanzi.

    A spron battuto è giunto dopo lui

    un gentiluomo, quasi esausto dalla

    fatica e si è fermato accanto a me

    per dar respiro al suo cavallo tutto

    insanguinato, e mi ha chiesto la via

    di Chester, mentre io gli chiedea notizie

    di Shrewsbury. Mi ha detto che cattiva

    fortuna aveva avuto la rivolta

    e che ormai freddo era lo spron del giovine

    Enrico Percy. Come egli ebbe detto

    questo, allentò le briglie al suo cavallo

    agile, e ripiegandosi in avanti

    ficcò il ferro dei suoi talloni, infino

    alla rotella, entro gli ansanti fianchi

    del povero animale e sì partendo

    senza aspettar nuove dimande, parve

    nella sua corsa divorar la via.

    Northumberland.

    Che? Ancora! Ha detto che lo spron del giovine

    Percy era freddo? E che lo Sprone Ardente

    era ormai Sprone Freddo? e la rivolta

    avea avuto la mala sorte?

    Lord Bardolfo.

    Udite,

    monsignore, se il mio giovin padrone,

    vostro figlio, non fu vittorioso,

    sull’onor mio son pronto a barattare

    per un laccio di seta questa mia

    baronia. Non parliamo più di questo.

    Northumberland.

    E perchè mai quel gentiluom che vide

    Traverso, ha dunque dato queste nuove

    disastrose?

    Lord Bardolfo.

    Chi? Lui? Forse era un qualche

    furfante che rubato avea il cavallo

    su cui montava e — per la vita mia! —

    parlava a caso. Ecco, guardate: ancora

    qualche nuova notizia.

    Entra Morton .

    Northumberland.

    Sì, la fronte

    di costui, come certi frontespizi,

    annuncia un qualche tragico volume.

    Tale la sponda appar, su cui lasciava

    il flutto imperioso un certo saggio

    di sua rapina. Morton, parla: vieni

    da Shrewsbury?

    Morton.

    Sì, nobil mio signore,

    son fuggito da Shrewsbury, ove ha messo

    la detestabil morte, la più brutta

    sua maschera, a atterrir la nostra parte.

    Northumberland.

    Come stanno mio figlio e mio fratello?

    Tu tremi ed il pallor delle tue guance

    meglio che la tua lingua mi risponde.

    Tale fu l’uomo, che tremante, senza

    più forza, esausto, inanimato trasse

    la cortina di Priamo nell’orrore

    della notte, per dirgli ch’era in fiamme

    mezza città di Troia: ma conobbe

    Priamo l’incendio prima ancor che l’uomo

    parlasse, ed io conosco ormai la morte

    del mio Percy, pria ancor che tu l’annunci.

    Ecco quel che vuoi dirmi: Il figlio vostro

    ha fatto questo e questo ed il fratello

    vostro quest’altro: e in tal modo ha pugnato

    il valoroso Douglas. Vuoi colpire

    l’avido orecchio mio con il racconto

    di loro imprese: ma alla fin colpendolo

    per sempre, spegnerai tutti gli elogi

    con questo tuo sospiro ultimo: figlio,

    fratello e tutti sono morti.

    Morton.

    È vivo

    Douglas ed anche il fratel vostro. In quanto

    a vostro figlio....

    Northumberland.

    Ebbene, è morto! Vedi

    come il sospetto ha la parola pronta!

    Quei che teme una cosa ed ha paura

    d’apprenderla, ben vede per istinto

    nell’altrui sguardo che avvenuto è quello

    ch’ei temeva. Ma pur, Morton, racconta:

    di’al conte come non mentisse il suo

    presentimento: ed io lo prenderò

    sì come un dolce insulto, ed arricchirti

    voglio per questo affronto che mi fai.

    Morton.

    Voi siete troppo grande perchè possa

    contradirvi. Fin troppo vero è il vostro

    istinto ed il timor vostro è ormai certo.

    Northumberland.

    Ma tutto ciò non dice che sia morto

    Percy. Leggo nel tuo sguardo una strana

    confession: tentenni il capo e credi

    che il dir la verità sia periglioso

    o colpevole. S’egli è ucciso, dillo:

    non è un’offesa l’annunciar sua morte.

    È colpa un morto calunniar, non pure

    dir che un morto non vive. E intanto il primo

    apportator di una funesta nuova

    ha ingrato ufficio, e la sua voce è come

    il suono di una funebre campana

    che percuota con funebre rintocco

    il sovvenir di uno scomparso amico!

    Lord Bardolfo.

    Creder non posso, monsignor, che sia

    il figliuol vostro morto.

    Morton.

    Io son dolente

    di dovervi forzare a creder quello

    che, Iddio volesse, non avessi visto.

    Ma questi occhi miei stessi lo han veduto

    sanguinoso, languente

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