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Delos Science Fiction 229
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E-book87 pagine53 minuti

Delos Science Fiction 229

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Fantascienza - rivista (56 pagine) - Nel numero 229 di Delos Science Fiction dedicato al film di Denis Villeneuve tratto dal capolavoro di Frank Herbert


È il film più atteso del 2021. La data di uscita è stata spostata più volte a causa dell'emergenza covid, ma ora gli appassionati di fantascienza possono finalmente godere delle immagini confezionate da uno dei più talentuosi registi di questi ultimi anni, tratte da un capolavoro assoluto della narrativa SF. Stiamo parlando di Dune di Denis Villeneuve, tratto dall'omonimo romanzo di Frank Herbert. Lo speciale di questo numero 229 di Delos Science Fiction è dedicato a questo vero e proprio evento cinematografico, con una recensione di Filippo Rossi, autore del saggio Dune. Tra le sabbie del mito (Edizioni NPE), un'intervista allo stesso Rossi per approfondire molti aspetti della daga, un articolo di Vincenzo Graziano sul film mai realizzato dal visionario regista cileno Alejandro Jodorowsky e un altro articolo di Arturo Fabra che ci introduce al film di Villeneuve.

Nelle rubriche, segnaliamo l'uscita sul mercato anglosassone del nuovo romanzo di Pat Cadigan tratto dalla sceneggiatura di Alien 3 di William Gibson, anche questo un film a suo modo maledetto che non è mai stato realizzato.

Giuseppe Vatinno, invece, ci presenta nella sua rubrica sul cinema di fantascienza i retroscena di una pellicola cult: eXistenZ (1999) di David Cronenberg.

Al cinema, nella sezione servizi, trovate invece un articolo sul nuovo film della Marvel Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, che per la prima volta introduce un supereroe orientale.

Il racconto di questo mese è di Luigi Capuana, un classico.


Rivista fondata da Silvio Sosio e diretta da Carmine Treanni.

LinguaItaliano
Data di uscita5 ott 2021
ISBN9788825417661
Delos Science Fiction 229

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    Delos Science Fiction 229 - Carmine Treanni

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    L’estate del turismo spaziale

    Articolo di Carmine Treanni

    Elon Musk, destinazione spazio.

    Elon Musk, destinazione spazio.

    L’estate del 2021 verrà probabilmente ricordata, nella storia dell’Astronautica, come l’estate del turismo spaziale. In poco più di due mesi, da luglio a settembre, i tre principali competitor privati della nuova corsa allo spazio hanno compiuto imprese da record. I loro nomi? Virgin Galactic di Sir Richard Branson, Blue Origin di Jeff Mister Amazon Bezos e SpaceX di Elon Musk.

    Il primo a volare è stato Branson. Lo scorso 11 luglio, il magnate inglese ha raggiunto l’orbita terrestre con la navicella spaziale Spaceflight Unity 22. A bordo, oltre a Branson c’erano i piloti Dave MacKay e Michael Masucci, l'istruttrice Beth Moses, l'ingegnere Colin Bennett e la vicepresidente della Virgin per gli Affari governativi e la ricerca Sirisha Bandla.

    Il magnate britannico Richard Branson, proprietario di oltre 400 società e con un patrimonio stimato in oltre 5 miliardi di dollari, ha dato vita alla Virgin Galactic, una società che vende voli suborbitali con la propria navicella spaziale. In pratica, la SpaceShipTwo (o VSS Unity), la nave spaziale della Virgin Galactic, raggiunge l’altezza suborbitale grazie a una nave madre che la porta a 13 km di altezza, per poi essere sganciata in modo da poter azionare un motore che la porta ancora più in alto, con una traiettoria suborbitale. Il 13 dicembre 2018 la navetta di Branson è riuscita nell’impresa di raggiungere lo spazio e portare i due piloti, Mark Stucky e Frederick Sturckow, a quota 82,7 km. La nave di Branson è così diventata il primo veicolo spaziale privato con equipaggio ad andare nello spazio e la prima battente bandiera americana a volare, dopo la fine dell’era dello Shuttle. Parte del volo è stato finanziato anche dalla NASA, grazie al fatto che a bordo sono stati effettuati quattro esperimenti. Un nuovo primato per Branson e la Virgin Galactic è stato raggiunto il 22 febbraio 2019, quando la navetta ha raggiunto l’altezza record di 89,9 km e a bordo, oltre ai due piloti Dave Mackay e Mike Masucci, c’era anche un passeggero d’eccezione: Beth Moses, l’istruttrice degli astronauti della Virgin Galactic. I tre hanno così potuto sperimentare per alcuni momenti l’assenza di gravità, l’attività più interessante che un volo della Virgin Galactic può offrire ai futuri passeggeri paganti.

    Jeff Bezos ha compiuto un’impresa simile. A bordo della navicella New Shepard, costruita dalla sua società Blue Origin, il magnate americano è andato in orbita, restandovi per ben 10 minuti. Con lui c’era un equipaggio tutto speciale: il fratello Mark Bezos, Wally Funk, una pioniera di 82 anni della corsa allo spazio, e uno studente di 18 anni, Oliver Daemen, che ha preso il posto del papà, Joes Daemen.

    La società aerospaziale di Bezos è entrata nella storia quando il 23 novembre 2015 ha lanciato il suo primo razzo, composto da due stati, il primo dei quali, posto in alto, chiamato New Shepard, ha raggiunto l’altitudine di 1000,5 chilometri e si è staccato dal secondo stadio, cioè dal razzo vero e proprio. Quest’ultimo non è andato perso, come accadeva fino a oggi, ma è ritornato alla base di lancio, divenendo così di fatto un razzo riutilizzabile. La Blue Origin ha effettuato vari lanci con i suoi razzi, l’ultimo dei quali è del 24 gennaio 2019, con il razzo New Shepard, che ha raggiunto lo spazio suborbitale.

    Il 16 settembre 2021, infine, il razzo Falcon 9 ha portato in orbita a un'altezza di 575 chilometri, ben oltre la Stazione spaziale internazionale che si trova a circa 400 km, per la prima volta un equipaggio di soli 4 civili senza alcun astronauta professionista. La missione è durata tre giorni.

    Musk e SpaceX sono già ampliamenti famosi per il progetto dei razzi Falcon, il primo dei quali è stato lanciato con successo nel settembre 2008. Nel 2010, SpaceX è stata la prima compagnia a lanciare con successo un veicolo spaziale e a recuperarlo: si trattava della navetta Dragon. Nel 2012. SpaceX è stata la prima azienda privata a lanciare una navetta verso la Stazione Spaziale Internazionale. Ancora, nel 2015, SpaceX è riuscita a far tornare con successo il primo stadio del Falcon 9 appena lanciato, diventando la prima compagnia al mondo a tentare e a riuscire in una simile impresa. Nel 2016, la compagnia di Musk ha recuperato uno stadio del razzo Falcon 9 facendolo atterrare su una piattaforma mobile in mare. Infine, nel 2018, SpaceX ha lanciato un razzo molto potente, denominato Falcon Heavy, formato da un razzo centrale e due booster laterali, i quali sono atterrati dopo il lancio su due piattaforme in mare, mentre il

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