Il caso editoriale di "Il mondo al contrario" di Roberto Vannacci: Analisi di aspetti e contenuti

Di Valerio Di Stefano

« I libri, nella loro storia, che poi è la stessa della letteratura, hanno vissuto e continuano a vivere vicende al limite del paradosso. Censure, tagli, rimaneggiamenti come se piovessero, messe all'indice, plagi, imitazioni, parodie, séguiti, rifacimenti. Pare sia la stessa sorte destinata a Vannacci e questo, al di là delle valutazioni sui contenuti, indubbiamente dispiace. Perché è vero che c'è sempre stato chi, nel corso dei secoli, si è arrogato il diritto di dire cosa si potesse leggere e cosa no (dal rogo dei libri di cavalleria appartenuti a Don Chisciotte a quello dello stesso Giordano Bruno, fino all'incenerimento sulla pubblica piazza di gran parte della letteratura tedesca e mondiale da parte di Hitler e del suo regime nazionalsocialista), ma oggi c'è chi si prende la briga di stabilire che cosa si possa dire e, addirittura, che cosa non si debba dire. E non è un bel vivere per nessuno. » (dalla Prefazione del libro)

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 13 set 2023
• ISBN: 9788831631136

Anteprima del libro

Il caso e la necessità

Un libro è fatto di forma e di contenuti. Non c'è altro. Poi arrivano le vendite, le spettanze da diritto d'autore, il marketing, il successo e tutto il resto.

Cominciamo dall'inizio.

Roberto Vannacci, Il mondo al contrario. Amazon.

Dietro questi pochi e solo apparentemente scarni dati editoriali, si manifesta un caso che ha molteplici ripercussioni sociali, morali e giuridici, nonché di inversione delle tendenze della visione comune dell'oggetto-libro. Una vera e propria rivoluzione-involuzione a 360 gradi.

Un libro pubblicato su Amazon raggiunge in soli dieci giorni il primo posto nelle vendite nelle categorie Saggi, Libertà e Sicurezza e Interviste (ancorché non si tratti di un'intervista vera e propria).

Il libro è disponibile solo su Amazon. Non risulta reperibile su altre e comunque importanti librerie on line italiane. Cercando la stringa Roberto Vannacci sullo store di Mondadori, per esempio, non si ottiene nessun risultato utile alla nostra ricerca:

Su IBS, invece, immettendo nel campo ricerca il titolo del libro, operazione che dovrebbe dare accesso a un risultato univoco e più accurato, si ottengono link a pubblicazioni che nulla hanno a che vedere con quella che cerchiamo:

Inutile dire che nessuno lo troverà mai nella libreriola di quartiere, e neanche in quelle fisiche della grande distribuzione. Il volume è Independently published. Vuol dire che l'Autore lo ha pubblicato per proprio conto. Chi scrive ne ha ordinata una copia. Stampata in Polonia e giunta in due giorni al proprio domicilio, con tanto di mezzi di trasporto per la fornitura ed il recapito in terra d’Abruzzo, dove i pastori stanno per lasciare i dannunziani stazzi per andare verso il mare. Ma questa è un’altra storia.

E qui sorge il primo problema relativo alla corrente percezione del libro come bene materiale: se un libro non è su Amazon praticamente non esiste. Il colosso americano offre una piattaforma di pubblicazione autonoma (il cosiddetto selfpublishing) denominata KDP (Kindle Direct Publishing) a cui chiunque può accedere per pubblicare, sia in formato cartaceo che in formato digitale, quello che vuole. Non si paga niente. Autore e colosso guadagnano se ci sono vendite. Un Autore può arrivare al 70% di guadagno sul prezzo di copertina fissato liberamente da lui o da chi detiene i diritti di pubblicazione quando vengono concessi in esclusiva. Sul 35% (che non è comunque poco) se l’Autore decide di trattenere il diritto di pubblicare anche altrove.

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