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Fatiche d'amore perdute
Fatiche d'amore perdute
Fatiche d'amore perdute
E-book183 pagine1 ora

Fatiche d'amore perdute

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Info su questo ebook

Commedia sull'amore e sulla conquista dei sentimenti, racconta le vicende del re di Navarra, che invita i suoi tre più cari amici a sostenere un giuramento molto duro: per tre anni non dovranno pensare ad altro che allo studio, senza frequentare donne, con un solo giorno libero a settimana e non più di tre ore di sonno a notte. Intanto arriva a corte la principessa di Francia, accompagnata da tre avvenenti damigelle. Il re e i suoi amici sono subito colpiti dalla bellezza delle fanciulle: dovendo trascorrere tutto il loro tempo in compagnia delle quattro donne, riusciranno a tenere fede al giuramento appena fatto, o dovranno accettare il fatto che è impossibile per un uomo negare i propri sentimenti? -
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2021
ISBN9788726900606
Fatiche d'amore perdute
Autore

William Shakespeare

William Shakespeare is the world's greatest ever playwright. Born in 1564, he split his time between Stratford-upon-Avon and London, where he worked as a playwright, poet and actor. In 1582 he married Anne Hathaway. Shakespeare died in 1616 at the age of fifty-two, leaving three children—Susanna, Hamnet and Judith. The rest is silence.

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    Anteprima del libro

    Fatiche d'amore perdute - William Shakespeare

    Fatiche d'amore perdute

    Translated by Diego Angeli

    Original title: Love's Labour's Lost

    Original language: English

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1609, 2021 SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788726900606

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    This work is republished as a historical document. It contains contemporary use of language.

    www.sagaegmont.com

    Saga Egmont - a part of Egmont, www.egmont.com

    DRAMATIS PERSONAE.

    FERDINANDO, re di Navarra.

    BIRON signori al seguito del Re.

    LONGAVILLE signori al seguito del Re.

    DUMAIN signori al seguito del Re.

    BOYET signori al seguito della Principessa di Francia.

    MERCADE signori al seguito della Principessa di Francia.

    DON ADRIANO DE ARMADO, spagnuolo.

    SIR NATHANIEL, curato.

    HOLOFERNES, maestro di scuola.

    DULL, constabile.

    COSTARD, clown.

    MOTH, paggio di Armado.

    UN GUARDIACACCIA.

    LA PRINCIPESSA DI FRANCIA.

    ROSALINA dame d’onore della Principessa.

    MARIA dame d’onore della Principessa.

    CATERINA dame d’onore della Principessa.

    JACQUENETTA, campagnuola.

    Signori, persone del seguito, ecc.

    La scena è in Navarra.

    N.B. Dull, vuol dir balordo, Costard, capoccione, Moth, tignuola.

    ATTO PRIMO.

    SCENA PRIMA.

    Un parco con un palazzo nel fondo.

    Entrano Il Re, Longaville , Biron e Dumain .

    Il re.

    La fama che ciascun mentre che è in vita

    cerca ansioso, viva sulle nostre

    tombe di bronzo incisa: e d’ogni sua

    grazia nella disgrazia della morte

    ci sia larga: a dispetto di quell’avido

    cormorano che è il tempo, riscattiamo

    con uno sforzo di questa esistenza

    nostra, un onor capace di smussare

    il taglio acuto di sua falce e farci

    gli eredi dell’eternità. Per cui

    conquistatori valorosi — e voi

    tali siete — potete muover guerra

    ai vostri affetti ed alle immense schiere

    delle brame mondane. Il nostro editto

    mantenga tutta la sua forza. Il mondo

    stupirà di Navarra; sarà tutta

    la nostra corte simile a una piccola

    accademia tranquilla e intesa solo

    a contemplar l’arte vivente. Intanto

    voi tre Biron, Dumain e Longaville

    giurate di passar meco tre anni

    qual compagni di scuola e prestar fede

    agli statuti registrati in questa

    schedula. Il vostro giuramento è ormai

    cosa fatta: dovete or solamente

    firmarlo con i vostri nomi e dopo

    con la sua propria man disonorarsi

    colui che infranga il più breve di questi

    articoli! Se avrete tanto ardire

    d’infranger le promesse vostre come

    nel farle aveste, orsù dunque firmate

    e al vostro patto fedeltà serbate.

    Longaville.

    Presa è la mia decision: tre anni

    passano presto. Se digiuno è il corpo

    banchetterà lo spirito. I gran ventri

    hanno magro cervel. Con ricchi cibi

    la costola più grossa si riduce

    ma fra tanto lo spirito fa luce.

    Dumain.

    Mio diletto Signor, mortificato

    è Dumain: i piaceri grossolani

    di questo mondo, egli abbandona tutti

    di questo mondo ai grossolani schiavi.

    All’amore, alle pompe, alla ricchezza

    oggi son morto, in sempiterno addio

    e in tal filosofia viver vo’ anch’io.

    Biron.

    Mio caro Sire, solamente posso

    amplificar queste proteste loro

    avendo immaginato di passare

    tre anni qui studiando. Ma vi sono

    altre regole strette che pur debbono

    esser seguite, qual di non vedere

    più donne fino a che tal tempo spiri.

    Oso sperar che questo non sia scritto

    nel trattato; sì come digiunare

    un giorno in ogni settimana ed anche

    sol mangiare una volta al giorno. E questo

    vo’ sperare che non sia scritto. Come

    di non dormir che tre ore per notte

    e di non chiuder occhio tutto il giorno

    (io, ben uso a dormir tutta la notte

    e render notte la metà del giorno!).

    E tutto questo spero non sia scritto:

    troppo duro sarebbe sopportare

    non dormir, studiar sodo e non amare!

    IL RE.

    Di far queste tre cose avete pur giurato.

    Biron.

    Questo lo nego, o Sire: io mi sono impegnato

    di stare in questa Corte tre anni; solo questo.

    Il re.

    Già, Biron, questo avete giurato e tutto il resto.

    Biron.

    Allora fu per giuoco, Sire. Ma per piacere

    qual genere di studî, si potrebbe sapere?

    Il re.

    Imparare a conoscere quel che diversamente

    ignoreremmo.

    Biron.

    Cose ben celate alla mente

    dei più, volete dire.

    Il re.

    In fatti: e questo sia

    il compenso allo studio vostro.

    Biron.

    In parola mia

    stando così le cose accetto di giurare

    a apprender quel che m’è vietato d’imparare.

    Per esempio, lo studio di come a un pranzo innante

    possa sedermi quando il pranzo è vietato;

    come possa incontrarmi con una bella amante

    quando contro il buon senso mi se ne fa un peccato.

    O quando avendo fatto un voto troppo duro

    mi sia dato d’infrangerlo senza essere spergiuro.

    Se l’util dello studio è imparar quel che so

    d’ignorare, affermatelo, ch’io non dirò di no.

    Il re.

    Si oppongono allo studio le delizie sovrane

    che avete esposto e rendono schiavi di ben più vane

    voluttà i nostri spiriti.

    Biron.

    Tutte le voluttà

    voi le chiamate dunque cose vane? Ecco qua.

    L’unica veramente vana è quella che solo

    conquisa col dolore, non reca altro che duolo.

    Quella che ci costringe a piegar sulle carte

    la fronte impallidita per cercarvi del vero

    la luce quando questa luce potrà senz’arte

    irrimediabilmente render cieco il pensiero.

    Luce che cerca luce e luce che traluce

    e alle tenebre questa ricerca vi conduce

    e prima di trovarla nella notte infinita

    divien la luce buia e la vista è smarrita.

    Ma cercate più tosto li sguardi a rallegrare

    inseguendo altri sguardi più belli! Se abbagliato

    ne rimanete, ebbene, vi sapranno guidare

    a rendervi la luce di cui vi avran privato.

    Lo studio è come il sole del cielo glorioso

    che non vuol esser fiso da pupille più fiere:

    e poco ha conquistato il grave studioso

    se non da qualche libro d’altri, nudo sapere.

    I terrestri padrini degli astri sfolgoranti

    che ad ogni stella un nome han dato, quali frutti

    più grandi ne hanno tratto, nelle notti fiammanti

    di quei che vanno e ignorano i loro nomi tutti?

    L’eccesso dello studio sol serve un nome a darvi

    e ogni padrino un dono simil potrebbe farvi.

    Il re.

    Come per parlar contro ragion si è bene espresso!

    Dumain.

    Con tal procedimento, si arresta ogni progresso.

    Longaville.

    Tu strappa il grano e il loglio lascia crescer lo stesso.

    Biron.

    Primavera è vicina, se l’oca ha l’uovo emesso!

    Dumain.

    E con questo?

    Biron.

    Ogni cosa a suo tempo si esprima.

    Dumain.

    La ragion vi si perde.

    Biron.

    Meglio allor per la rima.

    Longaville.

    Biron è come il gelo invidioso: il morso

    suo, della Primavera tocca i figli precoci.

    Biron.

    E sia, perchè l’Estate non compirebbe il corso

    pria che gli augelli avessero da fare udir lor voci?

    Di nascita abusiva dovrei dunque gioire?

    Non bramo, per Natale, veder rose fiorire,

    così come di maggio nelle feste, la neve

    non mi piace che torni. Perchè ogni cosa deve

    aver suo tempo. È tardi per lo studio. Che importa

    di scalare una casa per aprire una porta?

    Il re.

    Sta bene, andate a casa: e tu Biron addio!

    Biron.

    Giurato ho di restare con voi, signore mio.

    E se ben più di quello che potreste di

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