Networking Circolare

Di Alberto Bezzi

Il libro presenta le attività di Networking circolare realizzate dal 2015 ad oggi attraverso Concentrazione. Non si tratta di un manuale, ma di un libro che descrive il modello e la formula del Networking circolare di Concentrazione, un modello per la risoluzione dei problemi aziendali unico in Italia. Il libro è dedicato a tutti i professionisti, i manager, gli imprenditori, i consulenti che cercano soluzioni ai problemi aziendali che devono affrontare ogni giorno. Persone che condividono i valori fondanti del Networking circolare: la fiducia, la generosità, il confronto e l'ascolto, la serietà e la responsabilità. In queste pagine troverai quindi informazioni, consigli, metodi e strategie per fare del Networking circolare uno strumento indispensabile per affrontare le sfide e le criticità che si presentano ogni giorno nella tua attività professionale. Con gli oltre 2.200 manager, professionisti e imprenditori che fanno già parte del Network circolare di Concentrazione, si è creato un rapporto di fiducia e collaborazione che permette di organizzare l'incontro giusto al momento giusto con le persone giuste per risolvere problemi di business. In tempi di egoismo, di leadership solitarie e di distanziamento sociale, il mondo delle relazioni di Concentrazione è la conferma migliore dell'antico proverbio africano: da soli si va più veloce, insieme si va più lontano.

• Lingua: Italiano
• Editore: Brandtopia Edizioni
• Data di uscita: 21 dic 2021
• ISBN: 9788894662214

Anteprima del libro

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IL VALORE DELLE RELAZIONI NELL’EPOCA DELLA PANDEMIA

All’inizio del 2020 avevo iniziato a scrivere questo libro sul networking circolare e sulle attività realizzate da quando, nel 2015, ho creato Concentrazione.

Mentre riordinavo i miei appunti, le presentazioni e le tante storie di successo accumulate in questi anni, ascoltavo le prime notizie provenienti da Wuhan sulla diffusione di un nuovo virus. Come gran parte degli italiani, non ero preoccupato, e quando emersero i primi casi a Codogno pensai che sarebbero stati presto affrontati e risolti.

Come quasi tutti mi sbagliavo, ma forse era una speranza.

L’11 marzo 2020 iniziava il primo lockdown: tranne gli operatori della sanità, delle forze dell’ordine e dei trasporti, gli italiani furono costretti a restare casa, potendo uscire solo per specifici motivi di lavoro, di salute o per fare la spesa. Il 22 marzo vennero chiuse anche le attività produttive non essenziali e restarono aperti soltanto farmacie, edicole, tabacchi e negozi di alimentari.

Costrette a rimanere separate da genitori, amici e colleghi, molte persone hanno colmato quella distanza cantando sui balconi, convinte che saremmo presto tornati alla normalità.

Ricordate il mantra? Restiamo distanti ora per tornare presto ad abbracciarci.

Purtroppo non è andata così, e per arginare la pandemia furono adottati provvedimenti restrittivi anche nel resto del mondo.

Dopo un illusorio rallentamento dei contagi e un parziale ritorno alla normalità nell’estate del 2020, a ottobre iniziò la seconda ondata e il governo varò nuovamente le misure restrittive che, in forme diverse, sono durate fino al 5 marzo 2021. Dall’inizio del 2021 hanno finalmente iniziato a essere disponibili i vaccini, ma purtroppo sono emerse anche alcune varianti del Covid-19.

Tra l’inizio del 2020 e la fine del 2021 la pandemia ha causato la morte di oltre 5 milioni di persone in tutto il mondo.

Le misure restrittive adottate per arginarla hanno avuto impatti su ogni aspetto della vita di miliardi di persone, ma quello che forse ha subito gli effetti più rilevanti, e ancora non del tutto approfonditi, è il mondo delle relazioni.

La pandemia ha confermato quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri in ogni ambito della nostra vita, da quella affettiva a quella professionale.

Fin dal primo lockdown, anche i più refrattari hanno fatto ricorso alle tecnologie digitali per mantenere o creare nuove relazioni.

Secondo il report Censis-Centro Studi Tim, il volume di traffico dati e l’utilizzo di applicazioni registrato in Italia nei quindici giorni dopo le prime misure restrittive è stato tra il 70 e l’80%, ben superiore a quello di altri paesi europei.

Le piattaforme di comunicazione digitale come Zoom, Meet, WhatsApp e altre ancora sono entrate a far parte della quotidianità di tutti, dai bambini agli anziani, e milioni di persone hanno sostituito la relazione amicale, sentimentale e lavorativa faccia a faccia con chat e videochiamate.

Lo smart working, la didattica a distanza – e in alcuni casi anche la telemedicina – hanno dimostrato che tante attività, ma ovviamente non tutte, possono essere fatte comodamente da ovunque.

Nel mondo del lavoro sono aumentati vertiginosamente manager, freelancer, imprenditori e aziende che dall’inizio della pandemia hanno fatto ricorso allo smart working.

Sono sicuro che ci sono capi azienda che hanno rimpianto di non poter controllare di persona i propri dipendenti, così come ci sono manager e professionisti che non si sono rassegnati alla mancanza del caffè con i colleghi o delle interminabili riunioni in ufficio, ma sono anche certo che sono molti quelli che hanno scoperto i vantaggi inattesi del lavoro da remoto, dal tempo maggiore dedicato alla famiglia a quello risparmiato per gli