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I Quadranti del Cashflow: Guida per la libertà finanziaria
I Quadranti del Cashflow: Guida per la libertà finanziaria
I Quadranti del Cashflow: Guida per la libertà finanziaria
E-book358 pagine5 ore

I Quadranti del Cashflow: Guida per la libertà finanziaria

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Info su questo ebook

Perché certe persone, lavorando meno, guadagnano di più e si sentono finanziariamente più sicure di altre? Robert T. Kiyosaki risponde a questa e altre domande e spiega che si tratta solo di sapere in quale quadrante lavorare e quando.
LinguaItaliano
Data di uscita21 nov 2017
ISBN9788827519639
I Quadranti del Cashflow: Guida per la libertà finanziaria
Autore

Robert T. Kiyosaki

Robert Kiyosaki, author of Rich Dad Poor Dad, the international runaway bestseller, is an investor, entrepreneur specializing in mining and real estate, as well as an educator. Rich Dad Poor Dad, published in 1997, has held a top spot on the famed New York Times list for nearly six years. Translated into 46 languages and available in 97 countries, the Rich Dad series has sold over 26 million copies worldwide and has dominated bestsellers lists across Asia, Australia, South America, Mexico, South Africa, and Europe.

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    It is a constant repetition. It’s ok on the overall but he could have written this in a quarter of the pages.
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    Un libro che cambia la nostra visione della vita finanziaria.

Anteprima del libro

I Quadranti del Cashflow - Robert T. Kiyosaki

rosei.

Introduzione

In quale quadrante siete?

È quello giusto per voi?

Siete liberi in senso finanziario? Se la vostra vita è giunta economicamente a un bivio, ho scritto questo libro per voi. Qualora vogliate assumere il controllo su ciò che fate oggi allo scopo di trasformare il vostro destino finanziario, esso vi aiuterà a tracciare il nuovo percorso da seguire. Questi sono i quadranti del cashflow:

Ognuno di noi si situa almeno in uno dei quattro quadranti. La nostra posizione è determinata da dove arrivano i nostri soldi. Molti di noi dipendono dalla busta paga, per cui li definiamo dipendenti; altri sono lavoratori autonomi. Dipendenti e lavoratori autonomi si situano nei quadranti di sinistra. Il lato destro dei quadranti del cashflow è riservato a persone che percepiscono i soldi da un’impresa da loro posseduta o dagli investimenti che fanno.

I quadranti del cashflow riguardano i quattro tipi di persone che compongono il mondo degli affari, chi sono e ciò che li rende unici nel loro particolare quadrante. Esso vi fa capire dove vi trovate attualmente, spiegandovi cosa dovete fare per dirigervi verso l’indipendenza economica. Benché la libertà finanziaria possa essere ottenuta in ognuno di essi, le abilità necessarie per essere nei quadranti di destra (titolari d’impresa o investitori) vi aiuteranno a raggiungere più rapidamente i vostri obiettivi finanziari. Un dipendente di successo dovrebbe anche diventare un investitore di successo!

Cosa volete essere da grandi?

Per numerosi aspetti, questo volume è la continuazione del mio precedente, Padre ricco, padre povero. A chi non l’avesse letto, dirò che esso parla delle diverse lezioni impartitemi dai miei due padri sulla questione del denaro e delle scelte che si fanno nella vita. Uno era il mio padre reale, l’altro il padre del mio miglior amico. Il primo era estremamente colto e istruito, il secondo non aveva neppure finito le scuole superiori. Uno era povero, l’altro ricco.

Ogni volta che mi veniva chiesto: «Cosa vuoi fare da grande?», il mio padre istruito ma povero mi consigliava sempre: «Vai a scuola, prendi buoni voti e trova un lavoro sicuro». Mi raccomandava di seguire una strada simile a questa:

Così, mi spronava a diventare un dipendente, o un lavoratore autonomo, meglio se ben retribuito, per esempio un medico, un avvocato o un commercialista. Lui stesso si preoccupava di percepire uno stipendio stabile nel tempo, con le indennità e i benefici garantiti da un posto sicuro. Ecco perché è diventato un funzionario del governo, cioè ha ricoperto la carica di Provveditore agli studi delle Hawaii.

D’altra parte, il mio padre ricco, non così istruito, mi dava consigli alquanto diversi. Diceva: «Va’ pure a scuola, laureati, ma poi crea delle attività e diventa un investitore di successo».

In pratica, mi raccomandava di seguire questo percorso:

Questo mio libro spiega il processo mentale ed emotivo che ho attraversato ed elaborato per mettere in pratica il consiglio del mio padre ricco.

A chi si rivolge questo libro

In particolare, l’ho scritto per chi è pronto a cambiare quadrante. In effetti, ne traggono maggior vantaggio quelli che sono attualmente nei quadranti del dipendente o del lavoratore autonomo e stanno prendendo in considerazione l’idea di divenire titolari d’impresa o investitori. Si rivolge alle persone che sono pronte ad andare oltre la sicurezza del posto di lavoro per raggiungere quella finanziaria. Non è una strada facile, ma il traguardo ricompensa per le difficoltà del viaggio. Infatti, conduce alla libertà economica.

Quando avevo 12 anni, papà ricco mi raccontò una storia che mi ha guidato verso la ricchezza e l’indipendenza finanziaria. Era il suo modo di spiegarmi la differenza tra i quadranti di sinistra, D e A, e i quadranti di destra, T e I. Eccola:

«C’era una volta un piccolo villaggio. Un posto davvero bello in cui vivere, se non fosse per un problema: quando non pioveva, mancava l’acqua. Per risolverlo definitivamente, gli anziani decisero di appaltare un contratto affinché si garantisse una fornitura idrica costante. Si offrirono due volontari e gli anziani lo concedettero a entrambi, ritenendo che la concorrenza avrebbe contribuito a mantenere bassi i prezzi e ad avere sempre una riserva d’acqua.

«Ed, uno dei due che ottennero il contratto, si precipitò subito al lavoro, comprò due secchi di acciaio zincato e cominciò l’andirivieni sul sentiero che portava al lago, che distava più di un chilometro. Siccome faticava dalla mattina alla sera per trasportare l’acqua, non gli ci volle molto per iniziare ad accumulare dei soldi. A ogni viaggio, versava il contenuto dei due recipienti in una grande cisterna di cemento, da lui stesso costruita. Si doveva alzare tutte le mattine prima degli altri abitanti del villaggio, per far sì che ci fosse sempre una quantità idrica sufficiente per le necessità dei compaesani. Era un lavoro duro, ma Ed era felice di guadagnare, di essersi meritato uno dei due appalti esclusivi.

«Bill, l’altro appaltatore, era scomparso. Non si vedeva da mesi, il che rendeva Ed ancor più contento perché era libero dalla concorrenza e guadagnava tutti i soldi.

«Anziché acquistare due secchi per competere con Ed, Bill aveva ideato un progetto, fondato un’impresa, trovato quattro investitori e assunto un direttore dei lavori. Così, sei mesi dopo tornò con una squadra edile. Nell’arco di un anno, questo gruppo riuscì a costruire un enorme acquedotto in acciaio inossidabile che collegava il villaggio al lago.

«Durante la cerimonia di inaugurazione, Bill annunciò che la sua acqua era più pulita di quella fornita da Ed. Sapeva che c’erano state delle lamentele a proposito dell’igiene. Inoltre, si vantò di poter fornire acqua al villaggio ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana, mentre Ed poteva garantirne la fornitura solo durante i giorni feriali, perché nei weekend voleva riposarsi. Bill informò inoltre che avrebbe fatto pagare la sua acqua di qualità migliore il 75% in meno. Tutti gli abitanti erano contenti e corsero subito ad approvvigionarsi al suo acquedotto.

«Per stare al passo, Ed abbassò immediatamente la sua tariffa del 75%, comprò altri due secchi, a cui fece aggiungere una copertura di sicurezza, e cominciò a viaggiare dal lago alla sua cisterna con quattro recipienti per volta. Al fine di offrire un servizio migliore prese a lavorare con sé i due figli per i turni di notte e i fine settimana. Quando dovettero andare all’università, egli disse loro:

«Tornate presto poiché un giorno questo sarà il vostro lavoro.

«Tuttavia, per qualche motivo, dopo essersi laureati, i suoi figli non tornarono. Allora, Ed assunse dei dipendenti, ma cominciò ad avere problemi sindacali. Il sindacato chiedeva salari maggiorati, migliori indennità e riuscì a imporre che non si trasportasse più di un secchio per volta.

«Bill invece capì che, se il suo villaggio aveva bisogno d’acqua, allora anche gli altri villaggi ne avevano bisogno. Allora, ristrutturò e ampliò la sua azienda, cominciando a vendere la sua acqua (pulita, economica e di rapida consegna grazie al sistema di acquedotti) a tutte le città del mondo. Bill guadagna soltanto un centesimo per ogni secchio d’acqua consegnato, ma ne distribuisce miliardi ogni giorno. Sia che lavori o meno, miliardi di persone consumano miliardi di secchi d’acqua, versando cifre astronomiche sul suo conto corrente. Bill aveva letteralmente inventato un acquedotto dentro cui far scorrere, oltre all’acqua, anche i soldi per se stesso.

«Bill visse felice e contento, mentre Ed dovette faticare come un mulo per il resto della sua esistenza, sempre intrappolato in traversie finanziarie. Fine».

Questa storiella mi ha ispirato per anni e anni, aiutandomi a prendere le decisioni più giuste. Spesso mi domando:

«Sto costruendo un acquedotto o sto trasportando secchi?» «Sto lavorando duro o sto lavorando in modo intelligente?»

Le risposte a tali interrogativi mi hanno reso indipendente a livello finanziario.

Ecco di cosa tratta questo libro. In pratica, spiega cosa ci vuole per diventare titolari d’impresa e investitori; quindi, si rivolge a chi è stanco di trasportare secchi e pronto a costruire acquedotti per far fluire soldi nelle proprie tasche invece di farli uscire.

Questo libro è suddiviso in tre parti

La prima parte parla delle differenze fondamentali tra le persone nei quattro quadranti. Spiega perché alcuni gravitano in certi quadranti, rimanendovi invischiati senza accorgersene. Vi aiuterà a individuare in quale quadrante vi trovate attualmente e a capire dove volete essere tra cinque anni.

La seconda parte parla del cambiamento personale; tratta più del chi dovete diventare che di quello che dovete fare.

La terza parte delinea sette passi che potete fare per spostarvi ai quadranti di destra. Condividerò altri segreti tramandati dal padre ricco sulle abilità necessarie per essere titolari d’impresa e investitori di successo. Vi aiuterò a scegliere la vostra strada verso l’indipendenza economica.

In tutto il libro continuerò a sottolineare l’importanza dell’intelligenza finanziaria. Se volete operare nei quadranti di destra, titolare d’impresa e investitore, dovete essere più scaltri rispetto a ciò che sareste nel caso decidiate di rimanere nei quadranti di sinistra, dipendente e lavoratore autonomo.

Per essere titolari d’impresa o investitori, dovete saper controllare la direzione del vostro flusso di denaro. Questo libro è di gran beneficio soprattutto per chi ha deciso di apportare dei cambiamenti nella sua vita; l’ho scritto per chi è pronto ad andare oltre il posto fisso e desidera gettare solide basi per costruire i propri acquedotti per raggiungere l’indipendenza finanziaria.

Ci troviamo all’alba dell’Era dell’informazione che offrirà occasioni di guadagno superiori a quanto sia mai stato possibile. Saranno gli individui forniti delle abilità dei titolari d’impresa e investitori a identificare e cogliere tali occasioni. Per avere successo nell’Era dell’informazione, una persona avrà bisogno di informazioni da tutti i quattro quadranti. Purtroppo, il nostro sistema scolastico è fermo all’Era industriale e prepara ancora le nuove generazioni solo ai quadranti di sinistra.

Qualora vogliate nuove risposte per accedere rapidamente all’Era dell’informazione, questo libro è adatto a voi. L’ho scritto per assistervi nel vostro viaggio nell’Era dell’informazione. Naturalmente, non vi darà tutte le risposte, ma condividerà con voi le profonde esperienze accumulate nel mio viaggio dai quadranti D e A ai quadranti T e I.

Se siete pronti a iniziare il vostro viaggio verso la libertà finanziaria, o lo avete già cominciato, questo libro è scritto per voi.

Parte I

I quadranti

del cashflow

Capitolo I

«Perché non ti trovi

un lavoro?»

Nel 1985 io e mia moglie Kim eravamo dei senzatetto. Non avevamo un lavoro e ci erano rimasti pochi risparmi; le nostre carte di credito erano esaurite e vivevamo in una vecchia Toyota marrone i cui sedili ribaltabili ci servivano da letto. Ad un certo punto, ci rendemmo conto della nostra dura realtà, di cosa stavamo facendo e della direzione che avevamo preso.

La nostra situazione di senzatetto durò altre due settimane. Resasi conto della nostra situazione finanziaria disperata, una nostra amica ci offrì una stanza nel suo seminterrato. Abbiamo vissuto da lei per nove mesi.

Tenevamo nascosta la nostra situazione. Io e mia moglie esteriormente sembravamo normali; quando amici e parenti venivano a conoscenza della nostra situazione difficile, la loro prima domanda era: «Perché non vi trovate un lavoro?»

Provavamo a esporre le nostre ragioni ma, nella maggioranza dei casi, non ci riuscivamo. È difficile spiegare a chi apprezza il posto fisso perché non lo si voglia.

Occasionalmente facevamo qualche lavoro temporaneo, intascando qualche dollaro. Ma ci serviva solo per riempire lo stomaco e comprare la benzina dell’auto. Quei pochi dollari in più erano il carburante per continuare a muoverci verso il nostro obiettivo. Devo ammettere che, nei momenti di grande incertezza, l’idea di un posto sicuro con una busta paga era allettante. Ma, dato che non era quello che stavamo cercando, siamo andati avanti, vivendo alla giornata, sempre sull’orlo dell’abisso finanziario.

Quell’anno, il 1985, è stato il peggiore della nostra vita, e anche uno dei più lunghi. Chiunque affermi che i soldi non sono importanti evidentemente non si è mai trovato a lungo senza. Io e Kim litigavamo spesso. La paura, l’incertezza e la fame accorciano la miccia emotiva umana, e spesso finiamo per litigare con la persona che ci ama di più. Eppure, l’amore ci ha tenuti uniti e il nostro legame è diventato più forte. Sapevamo dove stavamo andando; non sapevamo ancora se ci saremmo mai arrivati.

Sapevamo di poter sempre trovare un lavoro fisso, sicuro, ben pagato. Eravamo entrambi laureati con buona esperienza e una solida etica. Ma non puntavamo al lavoro sicuro. Volevamo raggiungere la libertà finanziaria.

Nel 1989 eravamo già diventati milionari. Anche se agli occhi di qualcuno avevamo raggiunto il successo economico, ancora non avevamo realizzato i nostri sogni. Non avevamo ancora raggiunto la vera libertà finanziaria. Per quella abbiamo dovuto aspettare il 1994. Da allora non abbiamo più dovuto lavorare per il resto della vita. Salvo crolli finanziari imprevisti, eravamo entrambi liberi finanziariamente. Kim aveva 37 anni, io 47.

Non ci vogliono i soldi per fare i soldi

Ho cominciato la mia narrazione da quando ero un senzatetto perché spesso sento dire dalla gente: «Per fare i soldi ci vogliono i soldi».

Non sono d’accordo. Diventare da senzatetto (1985) a ricco (1989), a libero finanziariamente (1994) non ha richiesto soldi. Non avevamo soldi quando abbiamo iniziato, avevamo debiti.

Inoltre, per arricchirsi non è necessario avere avuto una buona istruzione. Io sono laureato e posso onestamente sostenere che rendersi economicamente indipendenti non ha nulla a che fare con quanto ho imparato all’università. Non mi sono serviti molto gli anni passati a studiare matematica, chimica, fisica, trigonometria sferica, letteratura francese e inglese.

Molte persone di successo hanno abbandonato gli studi prima della laurea. Persone come Thomas Edison, fondatore della General Electric; Henry Ford, fondatore dell’omonima casa automobilistica; Bill Gates, fondatore della Microsoft; Ted Turner, fondatore della CNN; Michael Dell, fondatore della Dell Computers; Steve Jobs, fondatore della Apple Computer; Ralph Lauren, fondatore della Polo. L’istruzione universitaria è importante per le professioni tradizionali, ma non per il modo in cui queste persone si sono arricchite. Hanno sviluppato per proprio conto le loro attività di successo, come stavamo facendo io e Kim.

Allora, cosa ci vuole?

Spesso la gente mi chiede: «Se non servono i soldi per arricchirsi e le scuole non insegnano come diventare finanziariamente indipendenti, cosa ci vuole?»

Ecco la mia risposta: ci vogliono un sogno, una grandissima determinazione, la disponibilità a imparare in fretta, la capacità di usare nel modo giusto i nostri talenti e di capire in quale quadrante del cashflow generiamo il nostro reddito.

Cosa sono i quadranti del cashflow?

Il diagramma riportato qui sotto mostra i quattro quadranti da cui fluisce il denaro.

In quale quadrante generate il vostro reddito?

I quadranti del cashflow rappresentano i diversi modi con cui si genera il reddito o il denaro. Per esempio, un dipendente guadagna lo stipendio attraverso un impiego e lavorando per qualcun altro (individuo o azienda). I lavoratori autonomi guadagnano soldi lavorando in proprio. Un titolare d’impresa possiede un’attività che genera soldi, mentre un investitore li ottiene dai suoi vari investimenti: in altre parole, soldi che generano altri soldi.

Diversi metodi di generazione del reddito richiedono diversi atteggiamenti, diverse abilità tecniche, diversi titoli di studio, e diversi tipi di persone. Persone diverse sono attratte da quadranti diversi.

Sebbene il denaro sia sempre lo stesso, il modo in cui lo si guadagna può variare sensibilmente. Analizzando i quattro quadranti ci si potrebbe chiedere: «Da quale genero la maggior parte del mio reddito?»

Ognuno è diverso. Generare reddito da quadranti diversi richiede abilità diverse e personalità diverse, anche se la persona che li occupa dovesse essere la stessa. Passare da uno all’altro è come giocare a golf la mattina e andare a vedere un balletto la sera.

È possibile avere redditi in tutti i quadranti

La maggior parte di noi è in grado di generare il proprio reddito da tutti i quadranti. Quello da cui scegliamo di guadagnare il nostro reddito primario non ha molto a che vedere con quanto appreso a scuola; riguarda principalmente chi siamo nel profondo, i nostri valori fondamentali, i punti di forza, debolezza e gli interessi. Sono queste differenze profonde che ci attraggono o allontanano dai quattro quadranti.

Eppure, a prescindere da quello che facciamo a livello professionale, possiamo sempre operare in tutti i quattro quadranti. Per esempio, un medico potrebbe scegliere di essere un dipendente, e lavorare in un grande ospedale, o lavorare per il Servizio sanitario nazionale, o diventare medico dell’esercito, o lavorare in una compagnia di assicurazioni per le perizie professionali.

Lo stesso medico potrebbe decidere di diventare un lavoratore autonomo, aprire uno studio privato, assumere dipendenti e crearsi la propria clientela.

Oppure potrebbe decidere di diventare un titolare d’impresa, possedere una clinica o un laboratorio, ingaggiando altri medici. Probabilmente assumerà un direttore che gestisca l’intera organizzazione. Così, possiederà l’attività, ma potrebbe anche non lavorarci. Potrebbe anche contemplare l’idea di avviare un’attività che non ha niente a che vedere col settore sanitario, mentre continua a prestare altrove servizio come medico. In quest’ultima ipotesi, egli genererà reddito sia come dipendente sia come titolare d’impresa.

Come investitore, il medico potrebbe anche generare denaro investendo soldi nelle attività di qualcun altro o in strumenti come il mercato azionario, quello obbligazionario o immobiliare.

Le parole chiave di questo discorso sono: dove si genera il reddito. Non è tanto quello che facciamo, ma più come generiamo il reddito.

Vari modi di produrre reddito

Più di ogni altra cosa, sono le differenze interiori attinenti ai valori, punti di forza, debolezza e interessi a determinare da quale quadrante decidiamo di generare il nostro reddito. Ad alcuni piace essere dipendenti, altri lo detestano. Alcuni preferiscono possedere una loro attività, ma non vogliono gestirla. Altri preferiscono avere un’attività e gestirla in prima persona. Alcuni adorano investire, mentre altri vedono solo il rischio di perdere soldi. Ognuno di noi ha in sé un po’ di queste caratteristiche. Avere successo nei quattro quadranti spesso significa ridirezionare alcuni di questi valori fondamentali.

Si può essere ricchi o poveri in tutti i quadranti

È anche importante notare che è possibile essere ricchi o poveri in qualsiasi quadrante. Ci sono persone che guadagnano milioni e altre che falliscono in qualunque quadrante. Essere in un quadrante o nell’altro non garantisce di per sé il successo finanziario.

Non tutti i quadranti sono uguali

Conoscendo le diverse caratteristiche di ogni quadrante, avrete un’idea migliore di quale, o quali, possano essere migliori per voi.

Per esempio, una delle tante ragioni per cui ho deciso di lavorare in modo predominante nei quadranti T e I sono le agevolazioni fiscali. Per la maggioranza di chi lavora nei quadranti di sinistra, ci sono pochi sgravi fiscali disponibili. Tuttavia, gli sgravi fiscali abbondano nei quadranti di destra. Lavorando nei quadranti T e I, ho potuto accumulare denaro più in fretta e farlo lavorare per me più a lungo, senza perderne grosse quantità per pagare le tasse.

Diversi modi di fare soldi

Quando la gente mi chiede perché io e mia moglie eravamo dei senzatetto, dico loro che è stato per quel che mi aveva insegnato il mio padre ricco sui soldi. Per me, i soldi sono importanti, ma non volevo passare la mia vita a lavorare per averli. Ecco perché non volevo un posto fisso. Per essere dei cittadini responsabili, io e Kim volevamo che i soldi lavorassero per noi invece di passare la vita a lavorare fisicamente per i soldi.

Ecco perché i quadranti del cashflow sono importanti. Distinguono i diversi modi in cui si generano i soldi. Esistono maniere di essere responsabili e creare denaro senza dover per questo lavorare fisicamente per averlo.

Padri diversi – idee diverse sui soldi

Il mio padre istruito credeva fermamente che l’amore per il denaro fosse il male; che avere eccessivi profitti volesse dire essere avidi. Quando sui giornali locali compariva ciò che guadagnava annualmente, era in imbarazzo perché gli sembrava di essere pagato troppo rispetto agli insegnanti che lavoravano per lui. Era un uomo buono, onesto e dedito al lavoro, che faceva del suo meglio per difendere l’idea che i soldi non fossero importanti per la sua vita.

Il mio padre istruito, ma povero, diceva sempre:

«Non sono così interessato ai soldi».

«Non sarò mai ricco».

«Non posso permettermelo».

«Investire è rischioso».

«I soldi non sono tutto».

I soldi aiutano a vivere

Il mio padre ricco vedeva le cose in modo diverso. Pensava fosse sciocco trascorrere l’esistenza a lavorare per i soldi e fare finta che i soldi non fossero importanti. Il padre ricco credeva che la vita fosse più importante dei soldi, ma che i soldi aiutassero a vivere. Spesso diceva: «In una giornata c’è un numero limitato di ore e c’è un limite a quanto si può lavorare. Perché quindi lavorare tanto per i soldi? Impara ad avere soldi e persone che lavorino tanto per te, e potrai essere libero di fare le cose importanti».

Per il mio padre ricco le cose importanti erano:

1. avere molto tempo libero per stare con i figli;

2. avere soldi da donare in beneficenza e ai progetti che voleva sostenere;

3. creare posti di lavoro e stabilità finanziaria per la propria comunità;

4. avere tempo e risorse per prendersi cura della propria salute;

5. poter viaggiare in tutto il mondo con la famiglia.

«Queste cose richiedono soldi», diceva. «Ecco perché i soldi sono importanti per me. I soldi sono importanti, ma non voglio passare la mia vita a lavorare per averli».

Scegliere il quadrante

Un motivo per cui io e mia moglie ci siamo focalizzati sui quadranti T e I, quando eravamo dei senzatetto, era perché sono stato istruito e preparato di più per quei quadranti. Grazie ai consigli del padre ricco, sapevo distinguere bene i vantaggi finanziari e professionali di ciascun quadrante. Per me, quelli di destra, i quadranti T e I, fornivano le migliori opportunità per raggiungere il successo e la libertà finanziaria.

Inoltre, all’età di 37 anni, avevo già avuto esperienze di vittorie e sconfitte in tutti i quadranti, quindi avevo una buona conoscenza del mio temperamento personale, i gusti e le avversioni che avevo, i miei pregi e le mie debolezze. Sapevo in quali quadranti esprimevo il meglio.

I genitori sono insegnanti

Quando ero piccolo, era il padre ricco a riferirsi spesso ai quadranti del cashflow. Mi spiegava la differenza tra chi aveva successo nel lato sinistro rispetto ad altri che lo avevano in quello destro. Allora però non prestavo molta attenzione

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