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Italia Esoterica: la sapienza segreta dall'antica Roma al ventennio fascista
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E-book551 pagine4 ore

Italia Esoterica: la sapienza segreta dall'antica Roma al ventennio fascista

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Fin dalla più remota antichità all’essere umano non è bastato esistere, si è costantemente sforzato di capire qualcosa di più di ogni sua singola esperienza, utilizzando gli strumenti che la natura e il suo ingegno gli hanno concesso. A parte le grandi religioni rivelate, l’introduzione di vari sistemi magico-esoterici e religiosi ha condotto tale indagine verso un piano per così dire superiore, verso un progetto di tipo spirituale mirante al risveglio dell’essenza sopita all’interno di ciascuno. Da tali istanze sono sorte quelle correnti magico-esoteriche che hanno ritualizzato, in formule e incantesimi, antiche conoscenze, ritenendo di operare attraverso di esse un certo controllo sulla natura e sulle sue creature. Partendo dai culti di Mithra nella Roma antica all’imperialismo pagano di Julius Evola questo libro tenta di fornire ai lettori una bussola per orientarsi al meglio tra sinistre penombre del Medioevo, letture gnostiche e persecuzioni antieretiche, fino ad arrivare al complesso caso dei cavalieri templari.
Di qui si fanno i conti con numerosi personaggi del calibro di Pico della Mirandola, Cristoforo Colombo, Tommaso Campanella e la sua utopica Città del Sole e ancora Cagliostro, Casanova, Mazzini, Garibaldi, il Lombroso, Capuana e D’Annunzio. L’ultima tappa, per completezza di informazione, è poi l’analisi tra Nazifascismo e esoterismo. La nostra Italia non fu solo Patria di artisti, scrittori, poeti, scienziati, ma anche di profondi cultori di Scienze occulte. Un esempio: Ernesto De Martino, noto antropologo, si è occupato di magia e esoterismo per tutta la vita. Ostinato come una fede, incessante come un desiderio, il fine ultimo dell’uomo sembra essere sempre lo stesso: capire da dove veniamo, chi siamo e dove andiamo. E bisogna aggiungere che oggi è diventata operazione intellettuale sempre più complicata, anche a causa di certa fortuna incontrata dalle filosofie fatte in casa modello New Age, duramente etichettate dagli autori di “Italia esoterica” come indegno e banalizzante sottoprodotto di un superficiale sincretismo spiritualista.
Di notevole rilievo deve intendersi il capitolo riservato alla civiltà egizia, che ci ha tramandato meravigliose testimonianze della propria cultura. Si è spesso associato questo dato al fatto che questa terra avesse potuto ospitare gli ultimi esuli di un antico e civilissimo continente antidiluviano scomparso: forse la mitica Atlantide di Platone, anche se ad oggi evidenze probanti al riguardo non sembrano essere ancora state scoperte. Forse questo libro fornirà nuovi stimoli alla ricerca della verità.
LinguaItaliano
EditoreSanzani
Data di uscita7 apr 2022
ISBN9791221319392
Italia Esoterica: la sapienza segreta dall'antica Roma al ventennio fascista

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    Anteprima del libro

    Italia Esoterica - Enrico Baccarini

    Enrico Baccarini

    Italia Esoterica

    la sapienza segreta dall'antica Roma

    al ventennio fascista

    PREMESSA

    Fin dalla più remota antichità l’uomo ha cercato di comprendere i misteri della propria esistenza attraverso gli strumenti che la natura, ed il suo ingegno, sono stati in grado di concedergli. A parte le grandi religioni rivelate, l’introduzione di vari sistemi magico-esoterici e religiosi ha portato tale ricerca verso un piano superiore, verso un progetto spirituale che ha condotto all’introduzione di nuove concezioni e financo all’utilizzo di sostanze psicotrope per risvegliare l’essenza sopita dentro ogni uomo. Dagli albori della nostra storia abbiamo cercato, attraverso vari approcci quali la religione, la scienza e la magia (allora indissolubilmente legate), di spiegare il mondo a noi circostante, di comprenderlo e di governarlo secondo le nostre volontà. Da tali desideri sono derivate quelle correnti magico-esoteriche che ritualizzarono, in formule ed incantesimi, antiche conoscenze ritenendo di operare attraverso di esse un certo controllo sulla natura e le sue creature.

    Le correnti esoteriche, magiche ed occulte ci permettono di comprendere e di carpire alcuni dei segreti che appartennero ai nostri antenati e al nostro passato, che spaziano dai concetti oggi variamente sintetizzati da una tradizione massonica alle varie forme di spiritualità dell’Europa pre-romana, con i Galli che, in funzione della Dottrina sulla Reincarnazione insegnata ai Celti dal druidismo, senza ottiche alla kamikaze vedevano la realtà come un tutt’uno fra vita e morte, e (come ricorda Giulio Cesare nel De Bello Gallico) pertanto si gettavano contro il nemico romano certi di rinascere comunque in caso di morte in battaglia.

    Già, il nostro passato. Perché in una società globalizzata quale l’attuale il punto di riferimento più immediato e d’attualità per tutto questo, riduttivamente indicato da operatori dell’informazione improvvisati quanto ignoranti, è immancabilmente la New Age, indegno e banalizzante sottoprodotto di un superficiale sincretismo spiritualista home made di importazione yankee, reincarnazione usa e getta di momenti culturali anteriori di ben diverso spessore che oppongono 4 millenni di civiltà europea a neanche 4 secoli di civiltà americana. L’Italia, in particolare, non fu infatti solo patria di artisti, scrittori, poeti, scienziati o patrioti, ma anche di profondi cultori delle scienze arcane, di un esoterismo che avrebbe permeato e strutturato la nostra cultura e la nostra società. Vedremo inoltre come molti dei movimenti esoterici da noi presi in considerazione abbiano giocato un ruolo importante, se non fondamentale in alcuni casi, non solo nel nostro paese ma anche nel successivo sviluppo di movimenti esoterici in tutta Europa.

    Ma parlare di esoterismo o di magia potrebbe oggi come oggi farci pensare alla mercificazione e all’uso negativo che certi individui, oggi come ieri, sembrano farne. La realtà è però ben diversa. Esistono, e sono sempre esistiti, due filoni che, come Ficino stesso identificò durante l’Ermetismo, hanno assunto e si sono mossi su binari nettamente distinti. Se da una parte esiste un esoterismo di massa, mercificato e banalizzante, è altresì vero che esistono schiere di studiosi e di cultori che fanno di tale disciplina uno strumento di crescita, di conoscenza e di miglioramento interiore. Uno dei più importanti antropologi italiani, Ernesto De Martino, si è occupato di magia e di esoterismo per tutto l’arco della propria vita, studiando e cercando di scoprire i più oscuri anfratti dell’animo e del pensiero umano. La sua convinzione, dopo decenni di ricerca sul campo, fu che un ‘fenomeno magico’ esistesse realmente e non fosse solamente inquadrabile all’interno delle infinite e talvolta strumentali classificazioni che il nostro progresso ci ha portato a realizzare. Nel suo libro Il mondo magico¹, analizzando a fondo una serie di dati etnografici da lui raccolti, De Martino assume quella che costituirà poi la sua successiva linea maestra nello studio e nell’interpretazione del pensiero magico, identificando due ambiti distinti: i poteri magici e il concetto della realtà. De Martino sarà anche tra coloro che per primi proporranno un serio raffronto tra quei fenomeni che sono definiti paranormali e le asserzioni fatte dai vari stregoni o sciamani studiati dalla sua disciplina. Per quanto riguarda proprio questi fenomeni la stessa psicologia da ormai oltre cinquant’anni studia ed analizza con attenzione tutte quelle manifestazioni che esulano dal nostro ordinario rientrando, a pieno titolo, nello stra-ordinario, ovvero in ciò che si pone al di sopra della normalità. Il termine stesso para-psicologia significa oltre la psicologia, abbracciando così tutta una serie di fenomeni di difficile interpretazione. Nel 1946 uscì la seconda edizione del suo classico Il mondo magico a cui un grande studioso come Mircea Eliade aggiunse, in appendice, un suo lavoro dal titolo Percezione extrasensoriale e magismo etnologico². In tale lavoro Eliade accettò favorevolmente le posizioni di De Martino accostando i casi da lui studiati ai ben più noti casi di fenomeni parapsicologici indagati dall’800 ai suoi giorni. Cecilia Gatto Trocchi aggiunge: «Studiati con estremo interesse dalla scienza positivista, tali fenomeni, afferma con onestà intellettuale lo stesso Eliade, presentano un carattere sui generis: essi non si lasciano riprodurre sempre ed in qualsiasi ambiente» e, potremmo aggiungere noi, sono comunque sempre stati connaturati nella vita e nella religiosità dell’uomo fin dalle epoche più remote. De Martino compì questo azzardato parallelismo per la profonda frequentazione e conoscenza che aveva avuto con il mondo della parapsicologia e con le sue discipline, scrivendo in numerose riviste tra cui la nota "Metapsichica". Era stato fin da giovane età un profondo cultore di tali discipline che, nel corso degli anni di lavoro come antropologo, erano state in parte mitigate da un razionalismo e da una serietà proprie della ricerca sul campo. Osservare, registrare ed interpretare sono i tre principi basilari della ricerca antropologica. La sua impostazione non lo aveva però lasciato indifferente quando era entrato a diretto contatto con popolazioni che gli avevano presentato esperienze totalmente al di fuori dell’ordinario, in parte accomunabili al folklore ma in parte non spiegabili se non attraverso l’intervento della parapsicologia. La posizione di De Martino nel corso degli anni sarà molto eterodossa e mutevole ma, su determinate tematiche, rimarrà sempre ancorata a determinati principi. Altri studiosi del tempo proposero possibili spiegazioni sulla presenza del pensiero magico ed esoterico nella storia. Se da un lato De Martino vedeva la magia come un ingrediente fondamentale nel primo sviluppo dei popoli primitivi, Marcell Mauss propose nuove interpretazioni, alcune volte più razionalizzanti. Frazer nel suo monumentale Il ramo d’oro definisce la magia come «la sorella bastarda della scienza» mentre altri studiosi parleranno di essa come di una «messa in pratica della superstizione». Mauss sembrerà muoversi nella stessa direzione affermando: «E’ certo che una parte delle scienze, soprattutto nelle società primitive, furono elaborate dai maghi. Questo tesoro di idee accumulato dalla magia è stato lungamente il capitale usato dalle scienze. La magia ha nutrito la scienza e i maghi ne sono stati i sapienti»³.

    Ma se l’antropologia, la fisica e la stessa scienza non hanno saputo per ora fornirci nessuna informazione definitiva riguardo ai fenomeni paranormali è doveroso chiederci se la negazione fino ad oggi operata sia stata realmente costruttiva o piuttosto sia stata solo un effetto della nostra ignoranza. E’ evidente che un fenomeno magico e paranormale come ci viene rappresentato in molti testi antichi non è altro che il frutto di una costruzione culturale e letteraria operata per affascinare ed indottrinare gli uomini del passato. Oggi disponiamo di mezzi, seppur limitati, e di conoscenze che ci hanno permesso di operare una minima verifica sul mondo ultrasensibile. La scienza non considera più tali tematiche solo come il fervido frutto della mente umana ma, per ora, come una incoerente e insondabile manifestazione di un mondo che ancora non siamo riusciti a sondare. Potremmo in tale modo spiegare le affermazioni che gli sciamani tungusi o i pigmei fecero a De Martino? L’esoterismo del passato non fu solo fascinazione, speculazione o manifestazione di fenomeni "spiritici o metapsichici" ma anche una corrente di pensiero, una filosofia che in diversi frangenti cercò di operare oltre che una crescita interiore e culturale anche una crescita della civiltà umana. Questi concetti non furono sempre ben accetti e ciò probabilmente condusse alla condanna millenaria di cui l’esoterismo moderno porta ancora il peso.

    Dubbi e domande forse rimarranno ma, certi di non poterci fermare, continueremo come specie umana a sondare non solo i misteri della scienza o della nostra mente, ma anche quelli del nostro passato, della religiosità antica, di manifestazioni e di culture che hanno ancora molto da insegnarci e da svelarci. L’esoterismo vero forse rimarrà un grande mistero, ma i grandi interrogativi che da sempre lo sottendono ci potranno forse aiutare ad avvicinarci alla sua comprensione. Ciarlatani e istrioni al suoi interno non sono mancati, ma questo non consente certo sbrigative condanne. Sarebbe come se dovessimo squalificare la medicina perché esistono (e ce ne sono sempre stati) medici indegni che violano il giuramento di Ippocrate per finalità mercantili ed egoistiche.

    Questo volume non ha pretese particolari, se non quella di far comprendere in termini generali e al di fuori dell’ottica degli addetti ai lavori, pur nelle contraddizioni e nelle ambiguità della materia, quanto di positivo ci sia stato e ci sia nell’approccio esoterico alla realtà. E quanto sia stato e sia mistificante, superficiale nonché scientificamente e storicamente fazioso cercare di liquidare tutto ciò come se si trattasse di un coacervo di stupidaggini. Perché l’esoterismo non lo è affatto. Anzi.

    Se saremo riusciti a far sì che il lettore prima disinformato sia stato indotto dalla lettura di questo libro ad approfondire temi, fatti e personaggi per forza di cose qui menzionati senza eccessive possibilità di approfondimento, potremo dirci più che soddisfatti.

    La storia ci ha insegnato come spesso un cammino di scoperta e di ricerca possa essere costellato da infiniti quesiti, da grandi momenti di oppressione e così pure da imprevedibili evoluzioni. Le forme di pensiero che nei secoli passati sono state sviluppate si sono molte volte alternate o confuse tra loro, soggiacendo a superiori autorità o manifestandosi come vie di insegnamento e di crescita. L’esoterismo non è stato da meno e ha influito sull’evoluzione del pensiero fin dal suo primo manifestarsi. Se nelle sue origini la forma mentis eterogenea da cui trasse probabilmente ispirazione si basò sulla necessità di giustificare e ricercare le cause prime e superiori che si ritenevano alla base dei fenomeni inspiegati, in epoche a noi più vicine l’esoterismo attinse nuova e vigorosa linfa in momenti di profondo ottenebramento della scienza o della religione, quando l’attendibilità di queste realtà veniva messa in discussione da volontà di volta in volta diverse.

    Un alone impenetrabile di mistero ha pervaso la storia del genere umano fin dalla sua genesi, codificandosi in una tradizione che è diventata attraverso i secoli una forma d’essere e di cultura. E tra gli aspetti più antichi che l’uomo ha da sempre coltivato, all’interno del proprio habitat sociale e culturale, l’esoterismo trova indubbiamente un posto di rilievo. Fin dalla più remota antichità l’essere umano ha infatti ammantato la propria spiritualità con conoscenze più recondite, segrete, detenute da particolari membri della società che assumevano il ruolo di capi spirituali e religiosi. Sarà solo attraverso l’avvento di determinate religioni storiche prima, e dell’empirismo scientifico poi, che l’esoterismo, inteso in senso proprio, assumerà una diversa connotazione, pur rimanendo fermamente presente, con una mutata denominazione ed attuazione, all’interno delle stesse. Per l’uomo primitivo la religiosità, la scienza e l’esoterismo costituivano in effetti le diverse facce di una stessa medaglia, andando a permeare e a condizionare le strutture stesse della società e dello stato. Fin dalle sue prime manifestazioni questa particolare forma culturale rivelava comunque due varianti fondamentali, ovvero un lato definito essoterico, aperto e accessibile alla maggior parte degli individui e non vincolato dal codice culturale e morale della determinata società, ed un lato invece esoterico (dal greco esoterikòs, interiore) ovvero personale, nascosto, riservato ad una limitata cerchia di individui.

    Nel Dizionario Enciclopedico sul Paranormale⁴ ne viene data una definizione funzionale ai nostri interessi: «[] Si distingue dal misticismo in quanto il primo [l’esoterismo, n.d.a.] pone l’accento sulla conoscenza o gnosi, laddove il misticismo s’infiamma d’una emotività che trova sorgente e foce in specifiche ed esclusive visioni. Va d’altro canto ricordato che lo stesso esoterismo può assumere volti diversi: l’uno di carattere religioso, il secondo maggiormente attento alle implicazioni filosofiche della dottrina, ma senza che si creino fratture o dissomiglianze all’interno della corrente […]».

    Le origini storiche dell’esoterismo possono essere fatte risalire verosimilmente ai primordi della civiltà umana, i cui membri, probabilmente, creando un primitivo indistinto sincretismo magico- religioso, furono tra i primi ad acquisire la consapevolezza di un’esistenza basata sulla pluralità delle forme e delle conoscenze. La conseguente crescita ed evoluzione dell’intelletto umano portò tali cognizioni a strutturarsi e a dispiegarsi sul binario unico della sapienza segreta, intesa come conoscenza avanzata riservata a pochi individui, solitamente appartenenti alle classi superiori della società o alle caste sacerdotali. Nel corso dei secoli e dei millenni successivi, il nuovo clima geopolitico internazionale condusse ad una profonda trasformazione della società che, soprattutto nel momento in cui il Cristianesimo alla base della odierna civiltà occidentale assunse l’indiscusso ruolo di religione egemone, giunse alla conseguente emarginazione e contestazione di forme culturali-religiose alternative.

    Iniziano così a svilupparsi in questo frangente nuove scuole di pensiero che da alcuni verranno definite misteriche, da altri occulte o esoteriche, ma che nel loro complesso cercheranno di portare in una società ancora intellettualmente povera i veri valori della conoscenza, o comunque delle forme rituali, culturali o religiose alternative rispetto a quelle imperanti.

    Pina Andronico Tosonotti⁵ ha recentemente dato una definizione altrettanto illuminante ed esaustiva dell’esoterismo e delle correnti misteriche dell’antichità; una definizione ricca di quei significati e di quei valori che hanno da sempre permeato la ricerca esoterica: "L’esoterismo nasce dall’assoluta conoscenza di chi ha osato, per primo, affrontare il peso della sapienza trafugandola agli antichi dei. All’alba della creazione,[…] l’uomo tradusse in conoscenze ciò che aveva captato dall’esterno. Durante la ricerca della ragione della propria vita il suo discernimento si volse verso l’imponderabile, in quanto non poteva esistere soltanto il nulla"⁶.

    CAPITOLO I

    Dalla culla delle civiltà in Italia

    Tra le aride distese di sabbia color ocra e il dolce fluire di due fiumi si estende una terra che oltre 5000 anni fa ha visto il primo formarsi della civiltà: la Mesopotamia. In questa regione l’uomo primitivo, uscendo dal periodo neolitico, iniziò a costruire delle città e a strutturare le prime forme di governo conosciute del mondo. La terra fra il Tigri e l’Eufrate ospitò e sviluppò una cultura millenaria detentrice di una grande sapienza ma anche di reconditi misteri di cui oggi intravediamo solo pallidi barlumi. In questo periodo, databile a partire almeno dal 3500 a.C., si collocano le prime scoperte ed invenzioni dell’umanità, tra le quali l’agricoltura e la scrittura che furono senz’ombra di dubbio quelle più determinanti. L’uomo aveva iniziato il suo lento progresso: alle prime esperienze spirituali basate sul culto naturale si erano affiancate quelle che, già dal periodo paleolitico, erano radicate in quello della fecondità femminile, così come poco prima della nascita dell’agricoltura si era assistito a religioni incentrate nella fertilità del toro, controparte maschile.

    La scrittura divenne essenziale per la divinazione e le arti magiche antiche, fu posteriore ad esse ma dipese altresì da queste. Nella Mesopotamia la prima forma di scrittura viene fatta risalire al 3200 a.C. ossia nel momento in cui i Sumeri si resero conto della necessità di dover codificare e preservare i propri rituali, le proprie osservazioni e le proprie divinazioni. Si rese essenziale quindi la creazione di una disciplina che affidasse a dei simboli permanenti quanto fino ad allora era stato memorizzato e tramandato oralmente. Nello stesso frangente, in Cina, la divinazione dai gusci di tartaruga aveva reso necessaria la creazione di una forma di scrittura che arrivò a contare fino a 2500 simboli⁷. Tra i popoli più antichi della Mesopotamia si annoverano i Sumeri di cui oggi conserviamo alcune invocazioni e diversi scritti su papiro⁸. Questo popolo sviluppò una vera e propria scienza magica, suddividendo questa disciplina in diverse materie e destinandola prevalentemente alla protezione regale e della corte da malefici, malattie o disgrazie. Tale società sviluppò una magia elitaria, riservata al benessere di poche classi sociali, ma che trovò comunque anche alcune applicazioni sociali. L’esoterismo sumerico era costituito da diversi testi che erano suddivisi in base all’argomento ovvero all’utilizzo cui erano stati destinati⁹. I popoli che successivamente si avvicendarono in questa terra, dai Babilonesi agli Accadici, attinsero e svilupparono i concetti dei loro predecessori trasformandoli o implementandoli all’interno di nuove forme esoterico-religiose.

    Nel IV millennio a.C., nel periodo definito predinastico, l’Egitto era costituito da due unità politiche indipendenti che passeranno alla storia come l’Alto e il Basso Egitto. Verso il 3100 a.C. il mitico faraone Menes assoggettò i popoli del delta del Nilo avviando così la formazione di quell’impero che avrebbe affascinato così tanto l’umanità e ad essa tanto avrebbe lasciato. La religiosità egizia fu tra le più complesse del nostro passato, manifestando anche correnti riformatrici monoteistiche con il faraone Amenofi IV o Akhenaton. Il pantheon delle divinità era fondato su una ricca mitologia costituita da numerosi culti locali e centinaia di dei, spesso dalle fattezze zoomorfe. Le chiavi del sapere, della scienza, della religiosità e dell’esoterismo di questo popolo furono concentrate nelle mani di un’unica casta, quella sacerdotale, che avrebbe svolto per millenni un ruolo fondamentale all’interno di questa cultura. In perenne lotta tra di loro, le caste sacerdotali consacrate ai diversi dèi detennero per vari millenni le chiavi della sapienza egizia lasciandoci numerose testimonianze di una conoscenza che recenti ritrovamenti tenderebbero ad indicarci come estremamente superiore rispetto a quanto fino ad oggi supposto. L’Egitto elaborò una società ed una cultura che non cesseranno mai di impressionare il mondo. Fondamentalmente la religione egiziana si connaturò fin dai suoi primordi come religione esoterica per antonomasia, ove le ritualità e la Conoscenza, nella loro parte essenziale, furono sempre celati alla vista del popolo. Lo stesso tempio egiziano, luogo di culto per eccellenza, si strutturerà su linee diametralmente differenti da quelle presenti nei moderni templi. Le moderne chiese cattoliche, per esempio, come qualsiasi altro luogo di culto delle principali religioni sono strutture fondamentalmente aperte a tutti, dai credenti ai semplici curiosi, mentre nell’antico tempio egiziano i profani, ovvero coloro che non erano stati iniziati in una determinata casta sacerdotale, non potevano penetrare in nessuna parte del santuario. Ciò comportava la presenza di una élite dagli immensi poteri sia spirituali che politici¹⁰.

    Nelle Leggi Platone scrisse a proposito del popolo egiziano che: «fin dall’epoca primordiale si dischiuse agli Egizi la sapienza di ciò che noi proprio ora proclamiamo», a memoria di quella continuità e precocità di conoscenze che sempre segnarono questa cultura. A testimonianza di questa antica linea sapienziale e culturale oggi rimangono magnifici palazzi, i misteriosi geroglifici, le stupefacenti piramidi erette mediante antiche conoscenze basate su un remoto sapere. Platone stesso ci testimonia l’enorme cultura posseduta da questa antica civiltà raccontandoci come il sapiente egizio fosse un uomo versato in tutte le arti e tutte le scienze e che veniva considerato «l’educatore del genere umano». Le antiche conoscenze iniziarono a svilupparsi, o perlomeno ad essere codificate, intorno al 3000 a.C. formalizzandosi e strutturandosi in un corpus culturale-esoterico rimasto pressoché immutato nel corso del tempo. Il 3100 a.C., poco prima dell’unificazione dell’Alto e del Basso Egitto, vedrà anche la comparsa di una delle più elaborate scritture che il nostro passato abbia conosciuto, il geroglifico. La sua sintassi, la grammatica ed i suoi segni grafici nasceranno in una forma già pienamente sviluppata rimanendo immutati per i successivi millenni¹¹, a testimonianza di quanto Platone ed altri saggi dell’antichità ci testimoniarono attraverso il loro scritti.

    Dal 2800 a.C., la data in cui il mito introduce la misteriosa figura dell’Architetto-Sacerdote Imhotep, la storia dell’umanità subirà una profonda rinascita e la scoperta di determinati valori che saranno alla base del futuro esoterismo. Thot e Imhotep¹² saranno le figure che influenzeranno maggiormente, fino ai tempi moderni, l’immaginario comune sulle antiche conoscenze detenute da questo popolo. Ma con la fine del periodo mitico egiziano l’evoluzione culturale, sociale, esoterica e religiosa sarà contrassegnata da nuovi insegnamenti, da nuove verità, come quelle che faranno il loro ingresso durante il Nuovo Regno (1555-1070 a.C.)¹³.

    La particolarità della cultura e dell’esoterismo egiziano fu il loro tipo di trasmissione. La caratteristica fondamentale era la trasmissione orale, sotto forma di proverbi e di massime. In egiziano la parola «proverbio» possedeva infatti il significato di parola volante così che queste erano conosciute sia dalle alte gerarchie sacerdotali che dal popolo. Questa doppia valenza rende chiaro il significato esoterico ed essoterico

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