La Famiglia di Cristo: Indagine storica sulla sua discendenza I Figli, i Fratelli, i Desposini
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Anteprima del libro
La Famiglia di Cristo - Enrico Baccarini
Enrico Baccarini
LA FAMIGLIA DI
CRISTO
Indagine sulla sua discendenza
I figli, i fratelli, i Desposini
Prefazione di Mauro Biglino
Introduzione di Francesco Esposito
©Enrico Baccarini
PREFAZIONE
DI MAURO BIGLINO
Menti aperte e storiografia; menti aperte e ricca analisi documentale; menti aperte e riflessioni libere da preconcetti… così si può definire l’insieme di questo lavoro che si legge d’un fiato perché è ricco di contenuti di peso ma presentati in una forma assolutamente divulgativa.
Un libro scritto con l’intento di fornire informazioni e temi trattati attraverso una formulazione che è accessibile a tutti: un risultato davvero degno di apprezzamento in un mondo in cui spesso si scrive con l’intento di fare vedere quanto si è bravi anche a scapito della comprensione da parte del pubblico cui ci si vuole rivolgere.
Le considerazioni e i dati che vi si trovano sono davvero molti e vanno dalla storicità della figura di Gesù fino alla disamina delle criticità presentate dai testi che ci hanno tramandato la sua storia, siano essi quelli definiti canonici o quelli impropriamente rigettati come apocrifi: Enrico Baccarini ha saggiamente esaminato le fonti a disposizione senza lasciarsi condizionare da quelle esclusioni pregiudiziali che spesso limitano la libera ricerca circoscrivendola all’interno di confini precostituiti.
Giustamente rileva l’autore che, a fronte di quanto spesso viene semplicisticamente creduto, i vangeli gnostici e gli apocrifi non possono essere considerati in se stessi come fonti storiche credibili in toto: furono filtrati dagli ambienti culturali e sociali in cui le stesse sette (che a essi facevano riferimento) si insediarono.
Quindi a quegli scritti va posta la stessa attenzione critica che si utilizza nell’analisi degli scritti canonici.
Con questa oggettività metodologica l’intera famiglia del messia ebraico/cristiano è passata al vaglio con l’attenzione che si deve a un personaggio che ha condizionato la storia dell’intero pianeta: dalla figura del padre a quella duplice delle Maddalene che con lui hanno avuto un rapporto, dai suoi fratelli/cugini alla dinastia dei Desposini… nulla è stato tralasciato, fino ad arrivare alla ipotesi straordinaria, ma attentamente presentata, del suo possibile figlio che trasparirebbe – in modo assolutamente inatteso per la dottrina tradizionale – dalla stessa narrazione dei Vangeli canonici.
Ciò che è apparentemente incredibile diviene così ipotizzabile all’interno di questa presentazione la cui consequenzialità logica pone il lettore di fronte quanto meno alla possibilità di formulare domande, di fronte all’atteggiamento del dubbio che è sempre liberatorio in quanto fonte di libera riflessione.
I testi dei padri della Chiesa, i dati forniti dall’epigrafia, i ritrovamenti archeologici di recente acquisizione (come l’ossario di Talpiot, anche se accompagnato da elementi di dubbio avanzati da vari studiosi) sono tra gli elementi che nel libro costituiscono la garanzia su cui si basa la fondatezza del percorso lungo il quale il lettore è posto di fronte alle figure della madre, del padre, dei fratelli, delle sorelle, dei cugini, di quel rabbi ebreo… in un quadro che ai più si presenterà inatteso e a tratti anche sorprendente.
La apprezzata metodologia seguita nel lavoro consente così a noi lettori di ipotizzare possibili risposte a numerose domande, tra le quali citiamo, in modo assolutamente non esaustivo, le seguenti:
Il padre di Gesù non si chiamava Giuseppe?
Gesù figlio di un rapporto adulterino?
Sua madre era una peccatrice come scritto nel Talmud?
Le Maddalene erano una o due?
Gesù ha avuto dei figli?
Gesù e Giovanni Battista avevano ruoli precisi?
Quale fu il ruolo del fratello Giacomo?
Gesù si rivolgeva a tutti o solo agli israeliti?
Quali sono stati i possibili veri rapporti tra Pietro e Paolo?
Pietro fu davvero vescovo di Roma?
Gesù attribuì il primato a Pietro o a suo fratello Giacomo?
Siamo certi di conoscere la vera successione dei primi papi?
La successione apostolica è un falso storico?
Quali scontri hanno caratterizzato i cristianesimi delle origini?
C’erano un cristianesimo ebraico e uno paolino?
Maria Maddalena era la consorte di Gesù?
Sono certi e documentati i lignaggi attribuiti al Cristo?
È addirittura possibile fare un calcolo statistico matematico su eventuali discendenti?
Abbiamo dati sulla sua sepoltura?
Questi sono solo alcuni dei temi che il lettore troverà analizzati e dai quali avrà la conferma che sono molte le verità che non possono essere considerate tali, o quanto meno non lo possono essere con quel dato di certezza che viene semplicisticamente presentato dalla tradizione della fede cristiana.
Veniamo per esempio a conoscere un dato storico che appare incontrovertibile ma al contempo contrario alla narrazione diffusa circa il primato di Roma: la prima Chiesa, che resta predominante e centrale anche dopo il sorgere di altre comunità paleo-cristiane, era quella di Gerusalemme, che vantava autorità su tutte le altre.
Questo lavoro ci aiuta inoltre a scoprire come nel momento stesso in cui prendeva forma – o sarebbe meglio dire prendeva le sue variegate forme – il pensiero cristiano, il corpo dell’uomo, e non l’anima, costituiva l’elemento focale su cui si fondavano identificazioni e si sviluppavano scontri tra i vari gruppi che si autodefinivano detentori della verità in relazione alla figura del messia ebreo: l’attenta e documentata analisi sulla circoncisione è uno dei capitoli che fanno di questo lavoro un testo utile per consultazioni future che vanno quindi ben oltre l’unica e occasionale lettura.
Con sorpresa infatti il lettore scoprirà che per le prime comunità, la circoncisione e le norme alimentari erano elementi fondamentali, ben più importanti delle disquisizioni teologiche che nei decenni e nei secoli successivi si sono impadronite del terreno di scontro su cui si è combattuto per la salvezza delle anime
, almeno in via formale perché, in realtà, si è combattuto per la conquista del potere.
L’autore ci aiutano poi a riflettere su un dato che a ben vedere potrebbe avere implicazioni anche nelle valutazioni sociologiche e antropologiche moderne; evidenziano infatti che dall’analisi della situazione storicamente delineata dai documenti: «si palesa il carattere non oggettivo dell'etnicità […] La classificazione etnica non può che riflettere il punto di vista, suppostamente più o meno scientifico, della cultura a cui l’autore della classificazione appartengono […] Non sono pertanto elementi linguistici a distinguere gli Ebrei dai loro vicini […] né fenotipici, e nemmeno elementi relativi alla credenza o all'adorazione di un determinato pantheon. Riteniamo si possa affermare dunque che l'etnicità, come appare evidente […] lungi dal configurarsi come una tassonomia oggettiva, sia al contrario un prodotto culturale il quale può fare del corpo un terreno di scontro».
Temi vari, dunque, contenuti diversi ma strettamente correlati, considerazioni e analisi ad ampio raggio: come già detto, siamo di fronte ad un lavoro caratterizzato da una documentazione di tipo accademico e, al contempo, da una forma divulgativa che gli consente di raggiungere ogni persona che nutra sincero e aperto desiderio di avere elementi per riflettere in totale autonomia.
Mauro Biglino
INTRODUZIONE
DI FRANCESCO ESPOSITO
Il cosiddetto argomento Gesù
è un tema tanto dibattuto quanto complesso. Di primo impatto, una tale asserzione potrebbe trovare facile sponda con quello che è il dato più ovvio: la povertà, e allo stesso tempo l’incertezza, delle fonti storiche indipendenti. Il tanto citato e più volte sfruttato Testimonium Flavianum di Giuseppe Flavio con le sue criticità, Svetonio con il suo enigmatico Chresto
, Tacito e Plinio che citano indirettamente il fautore della nuova superstitio che sta infettando lentamente l’Impero. Ma non è così.
La complessità del cosiddetto argomento Gesù
è caratterizzata invece da una lenta e inevitabile costruzione mitica e teologica che nel corso dei secoli (a partire già con Paolo di Tarso fino ai padri apologeti e poi filosofi cristiani) ha sempre di più velato con una fitta coltre d’incenso il personaggio storico. Quest’ultimo, conosciuto tradizionalmente e storicamente come Yeshua bar Yosef (Gesù figlio di Giuseppe) venne sostituito con non poca delicatezza dal Cristo della Resurrezione di Paolo. Una tale trasformazione/sostituzione fu sottolineata da Wilhelm Bousset (teologo protestante ed eminente studioso di Nuovo Testamento nel 1913), che nel suo monumentale Kyrios Christos aveva individuato nella comunità cristiano-ellenistica, in netta contrapposizione con quella apostolico-gerosolimitana, una nuova idea e concezione del Cristo, spogliato sempre di più dalle sue particolarità più umane e materiali e soprattutto della sua forte carica politica.
Fu Paolo, ebreo-ellenista di quella comunità individuata da Bousset, che operò sapientemente una prima e radicale trasformazione: non solo per la figura del Gesù storico trasformato nel Nostro Signore Gesù Cristo, ma in una proto-teologia cristiana sempre più antinomista e che strizzava l’occhio alla cultura ellenistica e al dualismo iranico. E così quel Cristo
, che in ambiente semitico, anche in tutto il I secolo d.C., aveva una forte valenza e carica politica e un solo significato specifico: liberatore della casa d’Israele dal giogo straniero per instaurare sulla terra il Regno di Dio; nella nuova dottrina paolina, che ebbe fortuna a seguito della disfatta ebraica per mano romana tra il 70-73 d.C., il Cristo venne fissato nella memoria collettiva dei credenti (pagani, gentili, goyim) come nome proprio del nuovo Gesù, che iniziò a incarnare in tutto e per tutto una figura divina ben chiara all’ambiente culturale ellenistico-latino di riferimento.
Questa lunga digressione era doverosa per comprendere meglio ciò che si è lasciato alle spalle: la figura storica, l’uomo che fregiandosi del titolo di Messia raccoglieva per sé e su di sé precise speranze, riflessioni e anche turbamenti; che aveva raggruppato un manipolo di uomini più o meno fidati; e allo stesso tempo aveva rapporti interpersonali con gli stessi ma soprattutto con la sua famiglia.
Ed è proprio la famiglia di Gesù ciò che deve essere analizzata per comprendere al meglio, fin dove è possibile, l’uomo prima della creazione del dio, attraverso un’attenta riflessione sul contesto storico, sociale e politico di riferimento, di un territorio giudaico (successivamente palestinese) scosso da un’attesa messianica sempre più esasperante. E allora si scoprirà che ciò che tradizionalmente conosciamo tutti come Sacra Famiglia
, composta da Giuseppe, Maria e Gesù non è altro che una sorta di messaggio preconfezionato dalla dottrina, una figura standardizzata di famiglia ideale
ma che tradisce gli stessi testi canonici a nostra disposizione che ampliano di molto la prospettiva: Gesù aveva dei fratelli, delle sorelle, dei cugini. Persone che piano, piano hanno preso posto nella sua vita in maniera positiva o negativa. Attraverso un attento esame testuale e filologico dei testi del Nuovo Testamento e dei più importanti apocrifi, veniamo a sapere come il Gesù storico abbia dovuto affrontare, forse, la pesante nomea di figlio illegittimo (e a sua volta la stessa Maria di donna adultera); oppure scontri con i suoi parenti più prossimi che lo ritenevano un pazzo, oppure una persona poco affidabile (il Vangelo di Giovanni ci mostra come fossero gli stessi fratelli a dubitare di lui); i turbamenti che il rabbi di Galilea ha dovuto affrontare con i suoi stessi discepoli, con alcuni di questi forse pronti a tradirlo; e infine un lascito, dopo la sua morte, con una coerenza in quel preciso contesto storico, con uno dei suoi fratelli a prendere il suo posto nella comunità come in ogni califfato che si rispetti. Una storia che di certo non strizza l’occhio al dato tradizionale così come lo conosciamo noi oggi.
Ciò che emerge da quest’attenta analisi, molto approfondita ed estremamente interessante di Enrico Baccarini che non vuole assolutamente essere un lavoro sensazionalistico, uno di quei classici libri che gridano allo scoop editoriale. Il pregio di questo lavoro è mettere sul tavolo ciò che i testi offrono spontaneamente nella loro genuinità, forti di traduzioni fedeli e dei relativi termini/frasi in lingua originale, e soprattutto spogliati da ogni interpretazione spiritualistica e teologica. Non è intento di questo lavoro delegittimare queste due chiavi di lettura, ma ridare legittimità al testo così come è presentato nella sua lettura letterale
e avulso da ogni contesto religioso. Come è giusto che sia per ogni indagine storica che si rispetti.
Francesco Esposito
Consigli per la lettura
Questo libro si propone come una monografia interamente dedicata ai rapporti di parentela di Gesù. Una sorta di carta d’identità
in cui si cercherà di riempire le voci: padre, madre, fratelli, sorelle, moglie e figli. Ad alcune di queste voci la risposta potrebbe anche essere: nessuno. Ma la risposta non può essere un pre-giudizio solo perché il soggetto dello studio è Gesù. Non avremo un approccio dogmatico né sensazionalistico, e spesso i limiti dei lavori che si sono occupati della materia sono viziati proprio da uno di questi due errori in cui ci riproponiamo di non cadere.
A chi si domanderà se Gesù sia realmente esistito proponiamo il libro Gesù è davvero esistito? del prof. Bart D. Ehrman, direttore del dipartimento di studi religiosi dell’Università della North Carolina, nonché uno dei più importanti biblisti e studiosi del Nuovo Testamento degli Stati Uniti d’America, che risponde affermativamente alla domanda. Riteniamo che la mole di documentazione sulla figura di Gesù sin dai primi anni dopo la sua morte sia tale per cui non abbia senso ritenerlo un mito. I parallelismi con divinità come Horus o Krishna, molto di voga in rete e su alcuni libri, sono spesso basate su molto poco, su invenzioni moderne attribuite a dèi antichi o su interpretazioni errate di rappresentazioni simboliche e miti.
Di gran parte dei personaggi che riteniamo storici senza alcun problema abbiamo molta meno documentazione, sebbene spesso si senta erroneamente asserire il contrario per il caso di Gesù. Oltre a ciò vi sono innumerevoli altre ragioni per ritenere Gesù un personaggio della Storia e non della fantasia, come le numerose conferme archeologiche a fatti e personaggi menzionati nei vangeli¹, ma, sebbene comprendiamo come qualcuno possa porre il dubbio, riportare tutte le argomentazioni del merito qui ci impedirebbe di scrivere il presente libro: ce ne vorrebbe un altro, tante esse sono. E tale libro esiste già, ed è quello di Ehrman, di cui consigliamo vivamente la lettura².
Allo stesso modo si è dovuto soprassedere ai complessi temi di filologia neotestamentaria³ in generale e sinottica⁴ in particolare, ma di buoni saggi che si occupano di questo ve ne sono in abbondanza. Talvolta, laddove necessario, si daranno comunque brevi indicazioni relative alle correnti, alla composizione e alle fonti relative al Nuovo Testamento.
Capitolo I
GENITORI E FRATELLI
I.1 Maria, figlia di?
Leggendo le genealogie di Gesù del Vangelo di Matteo e del Vangelo di Luca ci si imbatte immediatamente in contraddizioni e, anzi, in due alberi genealogici totalmente incompatibili.
Il Vangelo di Matteo parte da Davide che generò Salomone – e così via – fino a Giacobbe (Giacomo, Yakov in ebraico) che generò Giuseppe. Si tratta pertanto di una genealogia in senso fisico, anche da un punto di vista terminologico (generò
)⁵. Il Vangelo di Luca invece parla semplicemente di Giuseppe di Heli
(Eli) e riporta la genealogia di questo Heli a ritroso fino a un altro figlio di