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Il Qigong di Zhou Lujing: Il Midollo della Fenice Rossa
Il Qigong di Zhou Lujing: Il Midollo della Fenice Rossa
Il Qigong di Zhou Lujing: Il Midollo della Fenice Rossa
E-book278 pagine

Il Qigong di Zhou Lujing: Il Midollo della Fenice Rossa

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Info su questo ebook

Al giorno d’oggi, il Qigong si è diffuso al punto da competere con tecniche come lo yoga. Gli esercizi di Qigong hanno lo scopo di preservare la salute del praticante e di accrescere la qualità della sua forza vitale. Chiunque si dedichi a un allenamento quotidiano può arrivare a padroneggiare sufficientemente il proprio qi, il soffio vitale, sia per sviluppare le abilità marziali che per mantenersi in buona salute e, attraverso la trasmissione del soffio, curare gli altri aiutandoli ad armonizzare la propria energia vitale con quella della natura. Tuttavia sono poche le persone che ne conoscono veramente l’origine e sono consapevoli della diversità delle tecniche che comprende questa pratica. L'opera tradotta dalla Despeux, Il Midollo della Fenice Rossa, presenta per la prima volta alcuni metodi di Qigong tradizionale raccolti alla fine del XVI secolo da Zhou Lüjing. Non si può trovare un esempio migliore della ricchezza e della diversità di quest’Arte ancestrale, che mira ad armonizzare il corpo, il soffio e lo spirito. Tali metodi risalgono per la gran parte ai primi secoli della nostra era. La scelta dell’Autrice è stata molto attenta: ha selezionato i testi più citati e le tecniche maggiormente utilizzate sia dai suoi predecessori sia dai suoi contemporanei. Si tratta delle stesse tecniche che, modernizzate, sono riprese oggi dalla maggior parte dei maestri di Qigong, almeno per quel che riguarda gli esercizi ginnici e respiratori.
LinguaItaliano
Data di uscita6 mar 2014
ISBN9788827224953
Il Qigong di Zhou Lujing: Il Midollo della Fenice Rossa
Autore

Catherine Despeux

Professore emerito all’INALCO (Istituto Nazionale di Lingue e Civiltà Orientali) di Parigi, è una delle maggiori specialiste di taoismo. Ha tradotto numerosi testi classici cinesi sull'alchimia, la fisiologia taoista, l'agopuntura, le arti marziali e le tecniche di lunga vita. È autrice di molte opere e articoli tra i quali il fondamentale testo "Taiji Quan" pubblicato dalle Edizioni Mediterranee.

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    Anteprima del libro

    Il Qigong di Zhou Lujing - Catherine Despeux

    COPERTINA

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    Il qigong di Zhou Lüjing

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    Il Midollo della Fenice Rossa

    Chifeng Sui 赤凤髓 (XVI secolo)

    Traduzione di Angela Ottaviani

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    Copyright

    Il qigong di Zhou Lüjing - Il Midollo della Fenice Rossa

    Chifeng Sui 赤凤髓 (XVI secolo)

    di Catherine Despeux

    Traduzione di Angela Ottaviani

    Titolo originale dell’opera:

    LE QIGONG DE ZHOU LÜJING

    © Copyright 2011 by Guy Trédaniel Éditeur

    ISBN 978-88-272-2495-3

    Prima edizione digitale 2014

    Per l’edizione italiana © Copyright 2014 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    PRESENTAZIONE

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    Introduzione

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    Attualmente il qigong 氣功, ch’i-kung nella trascrizione del sistema Wade utilizzata nel mondo anglosassone, si è diffuso al punto da soppiantare tecniche quali lo yoga o la sofrologia. Tuttavia, sono rari i praticanti che ne conoscano veramente l’origine e che abbiano cognizione dei diversi metodi riuniti sotto questo termine. Il qigong, che significa letteralmente esercizio e padronanza del qi (il soffio, chiamato anche pratica per il nutrimento della vita, yangsheng 养生), consiste in massaggi, movimenti ginnici, esercizi di respirazione, procedimenti mentali e spirituali, in particolare quelli delle pratiche taoiste, chiamati alchimia interna (neidan 内丹). Questi esercizi hanno lo scopo di preservare la salute del praticante e di accrescere la qualità della sua forza vitale. Chiunque si dedichi a un allenamento quotidiano può arrivare a padroneggiare sufficientemente il proprio qi 氣, il soffio, sia per sviluppare le abilità marziali che per mantenersi in buona salute e, attraverso la trasmissione del soffio, curare gli altri aiutandoli ad armonizzare la propria energia vitale con quella della natura.

    Queste tecniche vantano una lunga storia e hanno origine nell’antichità; lo stesso termine qigong è antico e affonda le sue radici nella tradizione taoista. La sua prima apparizione risale a uno scritto di epoca Tang (619-907), nel quale si afferma:

    "Gli straordinari capitoli che descrivono le ‘azioni del soffio’ (qigong) presentano numerose analogie con quelli sulle tecniche del soffio. Ma nel mondo si contano appena una o due persone in grado di comprenderne la quintessenza e di padroneggiarle perfettamente"¹.

    Nel passaggio citato, il termine qigong è sinonimo di metodi del soffio, e definisce le tecniche che utilizzano sia il soffio esterno negli esercizi di respirazione e di ginnastica, che il soffio interno nei diversi metodi di visualizzazione e di concentrazione. Qualche secolo più tardi, in epoca Song (960-1279), il termine fu utilizzato in un senso leggermente diverso: quello di efficacia del soffio².

    Nell’accezione moderna, i due significati antichi di qigong, metodo del soffio ed efficacia del soffio sono associati, e il termine è stato estrapolato dal contesto taoista per essere integrato in ambiti diversi. Nel titolo di due opere pubblicate rispettivamente nel 1915 e nel 1929, la parola è utilizzata per indicare la forza sviluppata negli esercizi sul qi e la sua applicazione marziale. L’uso del termine come metodo di guarigione è testimoniato soltanto nel 1934: un certo Dong Hao 董浩 pubblicò a Hangzhou un’opera dal titolo Metodo terapeutico specifico per la tubercolosi: il qigong³; tuttavia la nascita vera e propria del qigong risale all’epoca maoista⁴. Nel dicembre del 1955, il Ministero della sanità cinese riconobbe ufficialmente l’interesse terapeutico del qigong, quale insieme di tecniche separate dal loro contesto religioso per assumere un aspetto quasi scientifico. Questa pratica fu incoraggiata e insegnata ufficialmente in alcune università in Cina. La gran parte degli ospedali di medicina tradizionale presenti nelle grandi città assumevano uno o più medici che curavano utilizzando il qigong e insegnandone le tecniche. Dagli anni Ottanta ai Novanta, ci fu una vera e propria "febbre del qigong"; in seguito il fenomeno conobbe un notevole declino a seguito della vicenda del Falungong 法輪功, una setta che minacciò direttamente il potere circondando silenziosamente, il 25 aprile 1999, gli edifici sede del governo centrale di Zhongnanhai a Pechino⁵. Il qigong continua a essere praticato in Cina, ma in modo più discreto; la sua pratica è ormai vietata nei parchi, e solo alcune cliniche continuano ad avere medici che curano utilizzando queste tecniche. Tuttavia ciò non significa che tali pratiche siano scomparse; al contrario, esse sono soltanto rientrate progressivamente nei loro rispettivi contesti: il taoismo, le arti marziali e, in particolare, il buddhismo. Si preferisce ormai far ricorso alle antiche definizioni quali quella di pratiche per nutrire la vita (yangsheng).

    L’opera che abbiamo tradotto, il Midollo della Fenice Rossa (Chifeng sui 赤凤髓), presenta alcune tecniche del qigong tradizionale – all’epoca si utilizzava il termine tecniche per nutrire la vita (yangsheng) – raccolte alla fine del XVI secolo da Zhou Lüjing 周履靖. Non si può trovare un esempio migliore di un insieme di metodi che include esercizi corporali, pratiche del soffio e dello spirito. Essi risalgono per la gran parte ai primi secoli della nostra era. La scelta dell’autore è stata molto attenta, egli ha selezionato i testi più citati e le tecniche maggiormente utilizzate sia dai suoi predecessori sia dai suoi contemporanei. Si tratta delle stesse tecniche che, modernizzate, sono riprese oggi dalla maggior parte dei maestri di qigong, almeno per quel che riguarda gli esercizi ginnici e respiratori. Le tecniche psicofisiologiche, dette dell’alchimia interna, sono diffuse soprattutto in ambito taoista; le stesse tecniche sono conosciute anche in Occidente, rese attuali e modernizzate da alcuni maestri come Mantak Chia⁶.

    Capitolo I. Composizione del Midollo della Fenice Rossa

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    L’AUTORE ZHOU LÜJING, UN LETTERATO TAOISTA

    L’autore del Midollo della Fenice Rossa, Zhou Lüjing, era un letterato originario di Jiaxing (l’attuale provincia dello Zhejiang) vissuto nel XVI secolo durante il turbolento periodo della fine della dinastia Ming (1368-1644). Il suo nome sociale era Yizhi 逸之, soprannominato Maestro della collina di pruni (Meixu xiansheng 梅墟先生), chiamato poi Maestro dal cappello a spirale (Luoguan zi 螺冠子) e, in epoca più tarda, il Taoista folle dei pruni (Meidian daoren 梅瘨道人⁷.

    Sua madre era la sorella del nonno paterno di Li Rihua 李日華, un alto funzionario dei Ming che, superati gli esami imperiali il ventesimo anno dell’era Wanli (1592), giunse fino al rango di vice-ministro dell’ufficio imperiale delle carrozze⁸. Questi scrisse la prima parte di una biografia di Zhou Lüjing, la cui seconda parte fu redatta da un amico di quest’ultimo, originario della provincia del Fujian, dal nome Zheng Yan 鄭琰.

    Figlio unico, Zhou Lüjing nella prima infanzia era di natura gracile. Quando raggiunse l’età del matrimonio, suo padre lo costrinse a prendere moglie per avere una discendenza. Poco tempo dopo il suo matrimonio, Zhou contrasse la tubercolosi e lasciò la sua sposa per andare a risiedere in un tempio taoista nella città di Kiaxing: il Tempio della giada lussureggiante (Yuxiu guan 玉秀觀), dove rimase circa tre anni. Strinse amicizia con il capo del tempio, il Taoista delle nuvole purpuree (Zixia daoren 紫霞道人) che, a suo dire, aveva ottenuto il Tao grazie all’eminente Yeyun (Yeyun gaoshi 野雲高士), la cui statua si trovava ancora nel tempio quando Li Rihua scrisse la biografia di Zhou Lüjing.

    Alla morte di suo padre, Zhou Lüjing iniziò a occuparsi degli affari della famiglia. Si fece costruire un eremo, che chiamò il Tempio della passeggiata nelle nuvole (Xianyun guan 閑雲觀) sulle rive del lago Nanhu⁹. Vi condusse una vita semplice da fervente taoista e da grande bibliofilo. Esperto nell’arte del pennello, trascriveva sovente in calligrafia due testi fondamentali del taoismo: il Libro della Corte gialla (Huangting jing 黃庭經) e il Libro della Vita e della Virtù (Daode jing 道德經). Gli esemplari delle sue calligrafie erano molto ricercati dai letterati dello Jiangnan. Egli non trascurava di coltivare le pratiche taoiste e ogni giorno si sedeva nella tranquillità di una stanza ricolma di libri, di antichi oggetti d’arte e di rappresentazioni d’immortali dell’antichità, come amavano fare numerosi letterati dell’epoca. Nel cortile dietro la sua casa, aveva fatto piantare circa trecento pruni, cosa che gli valse il soprannome di Pazzo del Pruno.

    I suoi talenti erano innumerevoli: conosceva l’arte della spada, era in grado di produrre una carta trasparente come le elitre di una cicala e, spesso, svolgeva la funzione di medico. Raccolse ricette di rimedi della tradizione popolare grazie ai quali curò centinaia di persone. Utilizzava prescrizioni medicamentose insieme a tecniche di tipo esorcistico, disegnando talismani e recitando incantesimi. Gli si devono due scritti medici, uno sulla farmacopea, l’altro sui metodi di preparazione dei rimedi¹⁰, e la sua fama di eccellente medico è passata alla storia. Allo stesso modo, il suo nome è molto conosciuto dagli specialisti di arte cinese poiché, sempre a caccia di nuovi documenti di valore, egli incoraggiò la riproduzione di calligrafie, dipinti e opere scritte dagli eremiti. Realizzava con grande abilità ritratti di immortali, di arhat e di uomini eminenti.

    Pur non occupando una posizione di rilievo, probabilmente per motivi di salute, Zhou strinse rapporti con celebri personaggi della sua epoca. Oltre al cugino Li Rihua, funzionario alla Corte imperiale, egli intrattenne relazioni con Peng Chongxi 彭冲溪, ministro del Ministero della giustizia, che compose per il Midollo della Fenice Rossa una prefazione datata 1578. Fu amico del celebre letterato Wang Wenlu 王文禄 (1503-1586), autore di una postfazione del 1579. Quest’ultimo, originario di Haixian nella provincia dello Zhejiang, si interessava, come Zhou Lüjing, al taoismo e alle tecniche per il nutrimento della vita. è l’autore di un gran numero di opere, tra le quali alcuni commenti di scritti taoisti¹¹, e di un numero rilevante di testi che aveva egli stesso raccolti, il Monte degli studi delle cento colline (Bailing xieshan百陵写山). Zhou frequentò anche eminenti letterati, quali Wang Shizhen 王世貞 (1522-1590), capofila della corrente letteraria dei Sette saggi dell’epoca Jiajing (1522-1566) (Jiajing qizi 嘉靖七子).

    Così Zhou Lüjing fece parte di quei letterati che, per una ragione o per l’altra, non rivestirono incarichi ufficiali, ma intrattennero relazioni con numerosi uomini di cultura e alti funzionari della sua regione. Egli coltivò l’arte e la letteratura, si conquistò una reputazione di medico molto apprezzato e manifestò un profondo interesse per le tecniche del nutrimento della vita.

    IL MIDOLLO DELLA FENICE ROSSA

    Il Midollo della Fenice Rossa fa parte di una collezione di testi raccolti da Zhou Lüjing: le Tavolette della porta del silenzio (Yimen guangdu 夷門廣牘), pubblicate nell’epoca Wanli (1573-1620), comprendenti più di un centinaio di opere di epoca Tang (618-907), Song (960-1278), Yuan (1279-1368) e Ming (1368-1644). I testi sono suddivisi in tredici categorie che riguardano la letteratura, la calligrafia, la pittura, la fauna, la vegetazione, i giochi, l’alimentazione, la poesia, gli immortali celebri, e la salute, rubrica nella quale si trova il Midollo della Fenice Rossa. La sezione sulla salute comprende dodici testi, tra i quali il Libro della respirazione embrionale (Taixi jing 胎息经) in uno juan con un commento del maestro Huanzhen 幻真 (Tang), le Opere dell’eremita celeste (Tianyin zi 天隱子) di Sima Chengzhen 司馬承禎 (647-735), le Formule di daoyin di Xiaoyao zi (Song)¹². Sei testi sono compilazioni di Zhou Lüjing: i Canti delle dinastie Tang e Song sull’igiene della vita (Tang Song weisheng ge 唐宋衛生歌) in uno juan, il Midollo della Fenice Rossa in tre juan e i Principi della sublimazione del corpo (Lianxing neizhi 煉形內旨) in uno juan.

    In effetti, Zhou Lüjing non è l’autore dei testi del Midollo della Fenice Rossa, egli ne è semplicemente il redattore. Zhou ha compiuto una selezione degli scritti più rappresentativi sulle tecniche del corpo, del soffio e dello spirito riprendendo principalmente fonti di epoca Tang e di epoca Song. L’interesse di questa raccolta non risiede tanto nei testi in quanto tali, poiché si tratta di opere conosciute e facilmente accessibili, quanto nella selezione degli scritti, operata da Zhou Lüjing e nelle illustrazioni che accompagnano alcuni capitoli, in particolare le descrizioni dei movimenti ginnici e delle dodici fasi di meditazione secondo l’alchimia interna. L’idea di illustrare questo tipo di opere non costituisce una novità: questo genere di pubblicazioni ha conosciuto una grande diffusione in epoca Song intorno all’XI secolo; ma le illustrazioni del Midollo della Fenice Rossa rappresentano uno degli esempi più antichi che ci siano pervenuti. L’epoca Song, e ancora di più quella degli Yuan e dei Ming, furono ricche di pubblicazioni di opere specializzate sulle tecniche per nutrire la vita¹³. Inoltre, le opere mediche di queste epoche presentano quasi tutte una sezione sulla coltivazione del principio vitale, mentre nel Canone taoista, collezione di testi taoisti la cui ultima edizione apparve nel 1445, questo tema è poco rappresentato negli scritti posteriori all’epoca Song.

    Il Midollo della Fenice Rossa riunisce testi che presentano tre principali tipi di tecniche, esposte in quest’ordine: i metodi del soffio, le pratiche ginniche, e le tecniche di meditazione dell’alchimia interna. Di fatto, le tecniche praticate singolarmente sono piuttosto rare. In questo modo, gli scritti che presentano le tecniche del soffio potranno consigliare al tempo stesso un esercizio ginnico o un metodo di visualizzazione; così come i movimenti ginnici potranno richiamare tecniche di respirazione e metodi di visualizzazione. Tuttavia, le tecniche del soffio e la ginnastica sono considerate da Zhou Lüjing soprattutto come esercizi preparatori, destinati a guarire le malattie o a mantenere la salute attraverso un’igiene di vita quotidiana. L’essenziale resta la ricerca della Via grazie all’alchimia interna, alla quale allude il titolo stesso dell’opera. In effetti, la fenice, animale mitico che corrisponde al Sud, al fuoco e al cuore, rappresenta nell’alchimia interna la sublimazione dell’anima che risiede nel cuore. Hou Shanyuan 侯善淵, taoista di epoca Song, utilizza in un poema l’espressione midollo della fenice del cinabro (danfeng sui 丹鳳髓):

    "L’anima condensata produce il midollo della fenice del cinabro.

    Il soffio intrecciato, il liquore del rospo di giada.

    Attraverso la sublimazione, la pura e autentica quintessenza si è formata.

    Il puro yang è stato compiuto, lo yin eliminato.

    Il fuoco dell’anima accumulato produce il ‘nove volte maggiore’ yang.

    In una trasmutazione appare la perla originale del caos"¹⁴.

    Dei dieci testi riuniti nel Midollo della Fenice Rossa, i più antichi risalgono all’epoca Tang (618-907) e i più recenti all’epoca Yuan (1279-1368). Sono riportati sia nel Canone taoista, che nelle raccolte sulla coltivazione del sé redatte dai letterati. Si tratta di classici del genere, rappresentativi dei principali metodi del soffio, di ginnastica e di meditazione descritte in Cina, tra i più diffusi negli ambienti del qigong.

    Come già accennato, le illustrazioni presentano un particolare interesse. Non esistono che due serie d’illustrazioni di movimenti ginnici anteriori a quelle del Midollo della Fenice Rossa: gli Otto pezzi di broccato, le cui prime illustrazioni apparvero in uno scritto del XII secolo, e una serie di ventiquattro movimenti da eseguire ognuno per ciascuno dei ventiquattro periodi dell’anno, chiamati Disegni della Purezza suprema sull’accumulazione o la dispersione dell’acqua e del fuoco secondo i ventiquattro soffi (Taiqing ershisi qi shuihuo jusan tu 太清二十四氣水火聚散圖). Quest’ultima serie fa parte dello Specchio spirituale per la preservazione della vita (Baosheng xinjian 保生心鑑)¹⁵. In un’opera tardiva del 1591, il Sishi tiaoshe jian 四時調攝鑑 (Specchio per il mantenimento della salute secondo le quattro stagioni), questi movimenti sono attribuiti a un eminente taoista delle Cinque Dinastie (907-960), Chen Tuan 陳摶 o Chen Xiyi 陳希夷, con il titolo Disegni del lavoro del daoyin in posizione seduta secondo Chen Xiyi (Chen Xiyi daoyin zuogong tu 陳希夷導引坐功圖). Essi sono stati ripresi con il titolo di Disegni sulla coltivazione della perfezione secondo i ventiquattro soffi (Ershisi qi xiuzhen tu 二十四氣修真圖) nella Raccolta di illustrazioni sulle tre potenze (cielo, terra, uomo) (1607)¹⁶, poi nella Collezione completa di testi e illustrazioni del passato e del presente (1725)¹⁷.

    In questo modo, benché i cataloghi dei Sui (581-617), dei Tang e dei Song raccolgano le illustrazioni dei movimenti ginnici, quelle di Zhou Lüjing sono le più antiche a noi pervenute, tra le due serie che abbiamo citato e le rappresentazioni ginniche di epoca Han riportate alla luce alla fine del 1973 nel sito di Mawangdui 馬王堆 nello Hunan.

    I TESTI RACCOLTI NEL MIDOLLO DELLA FENICE ROSSA

    1. Formule esposte dall’Altissimo sull’espirazione dei sei suoni secondo [Lo Scritto de] l’asse di giada (Taishang yuzhou liuzi qijue 太上玉轴六字氣訣)

    Questo breve testo espone il procedimento dei sei modi di espirazione, molto diffuso nei testi sulle tecniche del soffio. Si ispira al Libro dell’asse di giada conservato nel Canone taoista¹⁸, che fa parte di un gruppo di scritti della scuola taoista della Purezza suprema (Shangqing 上清) basati sul Libro della Corte gialla (Huangting jing 黃庭經). Questa corrente illustra i metodi di visualizzazione e altre tecniche concernenti i sei organi: i cinque visceri (fegato, cuore, milza, polmone,

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