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Frasario Alchemico: ed altri brevi scritti
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E-book145 pagine1 ora

Frasario Alchemico: ed altri brevi scritti

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Info su questo ebook

Accostandoti a questo “Frasario Alchemico”, considera che ogni sua singola parola potrebbe essere per te un Richiamo e, contemporaneamente, un invito a compiere in prima persona la Grande Opera. Si tratterà di lavorare sugli attaccamenti, di disidentificarti e purificarti nel distacco, di superare ogni autoinganno, ogni pretesa della tua volontà di potersi imporre sulla Verità dell’Essere, regolandone in un senso qualsiasi l’Apparire e la Manifestazione.
Malgrado la parola “alchimista” possa richiamarti alla mente remote atmosfere esoteriche ed ermetiche, al giorno d’oggi indica semplicemente qualcuno che si trova sulla via della riscoperta di sé. In questo senso tutti sono alchimisti, ma la maggior parte non lo sa e non sa affatto come operare. Un alchimista, infatti, non fa altro che praticare con costanza l’autocoltivazione, di modo da far fiorire e liberare la propria vera natura. Questo libro contiene un’abbondante selezione, ordinata per tematiche, di diverse “frasi seme” realizzate con la finalità sopra indicata. Al termine del “Frasario Alchemico”, inoltre, vengono riportati altri brevi scritti per approfondire talune rilevanti argomentazioni.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2023
ISBN9791280418487
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    Frasario Alchemico - Giuseppe Delang Paterniti

    Frasario Alchemico

    Giuseppe Delang Paterniti

    FRASARIO ALCHEMICO

    ed altri brevi scritti

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    Prefazione

    A cura di Stefano Mini[1]

    Giuseppe Paterniti (Delang) è, sotto molti aspetti, il più interessante Maestro italiano di Qi Gong e Taiji Quan; ma non è solo questo.

    Giuseppe Paterniti è anche un Operatore Olistico brillante, ed un Formatore di prim’ordine; ma non è solo questo.

    Delang - lo dico sottovoce - è prima di tutto un Alchimista che, come in risposta ad un Richiamo, si è incamminato lungo la Via Mistica che conduce all’Assoluto: a quell’Unità che è insieme Verità, Sorgente di Vita e Reale Identità del vivente.

    Accostandoti a questo Frasario Alchemico, mio caro amico e lettore, considera dunque che ogni sua singola parola potrebbe essere per te un Richiamo e, contemporaneamente, un invito a compiere in prima persona la Grande Opera. Si tratterà di lavorare sugli attaccamenti, di disidentificarsi e purificarsi nel distacco, di superare ogni autoinganno, ogni pretesa della volontà di potersi imporre sulla Verità dell’Essere (sul Suo Essere Quello che È), regolandone in un senso qualsiasi l’Apparire e la Manifestazione.

    L’Opera Alchemica conduce l’Alchimista sempre più lontano da quanto gli si rivela come non Assoluto e quindi relativo, instabile, contraddittorio, insomma diveniente, ossia inevitabilmente consegnato alla corruzione e alla morte. L’Alchimista lascia il proprio io, ed il mondo del proprio io, alle spalle.

    Chiunque a questo punto può intuire che, a forza di togliere, non rimarrà nulla se non il Vuoto. Tuttavia il Vuoto che qui si presenta è solo il confine del mondo di prima: non la fine di tutto, ma il Vuoto di un errore, la fine dell’errare, un primo annunciarsi della Verità. Allo stesso modo, il buio cessa con l’accendersi della luce.

    L’Alchimista punta all’Essere, all’Assoluto, all’Eterno da cui si è sentito richiamato; e dalla Fusione con l’Assoluto ottiene la Pietra Filosofale in grado di sanare ogni contraddizione, ogni corruzione, ogni squilibrio, capace cioè di salvare dalla morte, di spalancare i cancelli della Vera Conoscenza che vede l’Essere come onnipresente. Da quella Fusione, insomma, l’Alchimista rinasce quale Araba Fenice: trasmutati sono lui ed il mondo della sua esperienza, identici eppure diversi. Il Trasmutato è infatti anche un Risvegliato, che guarda al mondo in modo nuovo. La sua è un’Opera infinita ed infaticabile, un’adesione sempre più perfetta all’Essere che sa di Essere e a tutte le Sue Manifestazioni, una profusione d’Amore che non smette di ringraziare, di aiutare, di lavorare, di insegnare, di guarire.

    Se il mondo di prima - corruttibile, imperfetto, pieno di conflitti e contraddizioni, in perenne squilibrio e sostanzialmente intriso di morte - ha oramai mostrato la sua Vuotezza, da quel Vuoto abissale emerge la Luce che consente al Ri-Generato di spalancare gli occhi sul Panorama che ogni dire inquinerebbe.

    Anche il dire più bello, infatti, è volontà di interpretare, di forzare l’Essere, a meno che non si riconosca come necessariamente incluso dall’Essere stesso, quale semplice indicazione sulla Strada dello Spirito.

    Capiamo allora la prima delle citazioni cui Paterniti ricorre, nell’introdurre questo bel libro: Ciò che dico è falso, ma ciò di cui parlo è vero; del Maestro indiano Ranjit Maharaj.

    Comprendiamo anche il senso della chiosa successiva, ad opera dello stesso Delang: La parola può essere un’indicazione, non il luogo da raggiungere, ma la direzione. Ciò che più si avvicina alla verità è il silenzio. E perfetta risulta, a questo punto, la finale citazione del Saggio cinese Lao Tzu: Il Tao di cui si può parlare non è l’eterno Tao, il nome che si può pronunciare non è l’eterno nome.

    Colui che è rinato dalle proprie ceneri, ed ha avuto accesso al segreto dell’incorruttibilità, ha con questo aperto gli occhi sull’Eterno e Si sa Onnipresente in tutte le cose. Come potrebbe allora evitare di proseguire l’Opera, assistendo qualunque altro Se Stesso fosse chiamato a cimentarsi nell’impresa e in ciò chiedesse il suo aiuto? Umile, generoso, laborioso… Ecco: Giuseppe è così.

    Per questo ripeto sottovoce che Giuseppe Parteniti (Delang), stimatissimo Maestro di Qi Gong e Taiji Quan, Operatore e Formatore Olistico, è innanzi tutto un Alchimista; e qualunque strumento decida di impiegare, fra i tanti a sua disposizione, stai pur certo che là dove Lui tiene Scuola stanno anche un Laboratorio, un Atanor acceso, ed Apprendisti in piena attività. Pensaci.


    Note:

    [1] Stefano Mini, Classe 1969, è filosofo trentino da sempre interessato al rapporto fra Mistica e Filosofia. In qualità di Formatore Olistico (ai Sensi della Legge N4 del 14 gennaio 2013) presiede il Comitato Culturale Tecnico Scientifico di AIDE - Associazione Italiana delle Discipline Evolutive; dirige la Scuola TEA - Tecniche Evolutive Assistite per la formazione di Operatori Olistici; è Co-Fondatore, con Giuseppe Paterniti, di KHYMEIA – Accademia Olosofica per la Consapevolezza Integrale. A breve Fontana Editore prevede di pubblicare la terza edizione, riveduta e corretta, del suo Il Principio di Relazione (I ed. Arca, 2003; II ed. MIR, 2004).

    Dedico questo libro a tutti gli allievi della mia Scuola

    (Stone Temple TAO - Tradizionali Arti Orientali).

    La scuola siete voi!

    È bello camminare assieme.

    Grazie.

    Giuseppe Delang Paterniti

    Introduzione

    Salve, sono un alchimista. Nulla di speciale: sono soltanto un individuo che ha come obiettivo primario e imprescindibile la realizzazione della Verità, ovvero il riconoscimento della propria vera identità: l’Io con la I maiuscola, la sorgente, l’assoluto. Quindi, malgrado la parola alchimista possa richiamare alla mente remote atmosfere esoteriche ed ermetiche, al giorno d’oggi indica semplicemente qualcuno che si trova sulla via della riscoperta di sé (leggi: riscoperta del Sé).

    In questo senso tutti sono alchimisti, ma la maggior parte non lo sa e, soprattutto, non sa affatto come operare. Certo, per operare, per rendere l’alchimia viva e praticabile, occorre un corretto orientamento, un irremovibile intento e, per i più fortunati, una scuola. Come affermava G. I. Gurdjieff, se si vuole tentare di evadere da una prigione è meglio essere in tanti piuttosto che da soli, in quanto ci sono molte più probabilità di riuscita. Senza contare l’importanza della funzione del campo di forza, generato dalla scuola stessa, che sostiene e supporta ogni singolo alchimista.

    Ebbene, io ho la fortuna, l’onore e la grande responsabilità di condurre una scuola e, all’interno di questa, di affiancare ogni singolo studente (se così si può definire) lungo il percorso a ritroso verso se stessi. Ciò comporta, da parte mia, un grande impegno creativo rivolto ad elaborare strategie e strumenti sempre nuovi, efficienti e non meccanici.

    Tra questi, qualche tempo fa, introdussi anche quelle che inizialmente ho chiamato frasi seme: dei brevissimi brani, da comporre giorno per giorno, che potessero fornire uno stimolo meditativo ai miei compagni di viaggio. Mi piaceva parecchio l’idea della semenza e del seminare quotidianamente. Il motto era: Un seme al giorno per coltivare la presenza e far fiorire la coscienza. D’altronde, una delle parole più adatte per indicare ciò che ai nostri giorni si chiama lavoro su di sé è: coltivare. Un alchimista, infatti, non fa altro che praticare con costanza l’autocoltivazione, di modo da

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