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Letteratura e scienza: una storia d'amore
Letteratura e scienza: una storia d'amore
Letteratura e scienza: una storia d'amore
E-book205 pagine2 ore

Letteratura e scienza: una storia d'amore

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Info su questo ebook

Quella fra la letteratura e la scienza è a tutti gli effetti una storia d'amore, sia pure molto contrastata. In questo libro si tenta di raccontarne le varie tappe: l’innamoramento coi poeti e scienziati presocratici, i tradimenti, la quotidianità, i litigi, gli abbandoni e i ritorni, con la meccanica quantistica, fra due amanti dal carattere difficile, ma dalle grandi possibilità, che, se unite, formano forse l’unica speranza per il futuro della specie umana sulla terra.
LinguaItaliano
EditoreTraSguardo
Data di uscita28 feb 2023
ISBN9791222074177
Letteratura e scienza: una storia d'amore

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    Letteratura e scienza - Maria Rosa Panté

    Letteratura e Scienza: una storia d'amore

    Letteratura e Scienza: una storia d'amore

    Maria Rosa Panté

    TraSguardo Editore

    C opyright ® Maria Rosa Panté 2023

    Seconda edizione aprile 2023

    Fotografia di copertina di Maria Rosa Panté

    Sommario

    1. Introduzione 5

    2. Letteratura e scienza: una storia d’amore 7

    3. Matematica. Numeri e non solo da Omero a Wislawa Szymborska, attraverso Sherlock Holmes 35

    4. Fisica. Formule e fenomeni: Galilei, Lucrezio, Einstein, Calvino, Hershel, Szymborska e … 60

    5. Chimica. Legami chimici: Primo Levi e Agatha Christie, la strana coppia 81

    6. Biologia. Scrivere della vita 103

    7. Informatica. La terra salvata dall’ibrido? 139

    8. Conclusioni cicliche 171

    9. Bibliografia 187

    1.Introduzione

    Ho frequentato il liceo classico perché non mi piacevano le materie scientifiche e le materie scientifiche molti anni dopo l’esame di maturità si sono impossessate di me.

    Una vendetta.

    Oppure un regalo inatteso e molto fruttuoso. Chissà.

    Certo è che tagliare fuori dalla letteratura la scienza e dalla scienza la letteratura non ha portato a nulla di buono.

    Letteratura e scienza sono strettamente connesse perché entrambe hanno a che fare con l’immaginazione.

    E questi sono tempi che richiedono azioni concrete ma anche immaginazione.

    Immaginate e moltiplicatevi, in idee più che in popolazione, dato che siamo già troppi noi umani e troppo invasivi, e la nostra sopravvivenza sulla terra è in bilico, insieme alla vita degli altri animali e delle piante.

    Allora immaginate una terra tutta diversa, una vita felice, perché tutto ciò che vive deve avere la sua parte di felicità.

    2.Letteratura e scienza: una storia d’amore

    1.Questa è poesia e tuttavia è anche scienza

    A intrecciare letteratura e scienza non siamo i primi, infatti così scrive Ananda Coomaraswamy (storico dell’arte Sri Lanka 1877-1947)

    Nella notte di Bhraman, la Natura è inerte e non può danzare finché Shiva non vuole: Egli si risveglia dall’estasi, e danzando trasmette alla materia inerte onde pulsanti di suono che la risvegliano; ed ecco! Anche la materia danza, e forma come un’aureola che ruota attorno a lui. Danzando, egli permette il dispiegarsi dei multiformi fenomeni della materia. Quando il tempo è compiuto, ancora danzando, Egli distrugge tutte le forme e i nomi col fuoco e riporta una nuova pace. Questa è poesia e tuttavia anche scienza.

    2.La nostra percezione di Spazio Tempo

    Tenere a mente le giuste proporzioni: la terra è un puntolino nello spazio e ogni nostra vita è un infinitesimale lasso di tempo nel tempo dell’universo, vedi Calvino, Tutto in un punto, Le Cosmicomiche.

    Si capisce che si stava tutti lì, - fece il vecchio Qfwfq, - e dove altrimenti? Che ci potesse essere lo spazio, nessuno ancora lo sapeva. E il tempo, idem cosa volete che ce ne facessimo, del tempo, stando lì pigiati come acciughe?

    Capire bene la propria collocazione nello spazio tempo, farebbe perdere di importanza a parecchi problemi e farebbe respirare molto meglio.

    Proprio a seguito di questa considerazione anche lo spazio e il tempo in cui il libro si muove non sono importanti. Per parlare del rapporto fra letteratura e scienza si procede per temi e discipline con autori belli da leggere ed esemplari, cioè che hanno detto qualcosa che rimane dopo di loro, per tutti, oltre lo spazio e il tempo.

    Della scienza si sono scelte le scienze dure.

    Perché Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare come diceva John Belushi nel film The Blues Brothers .

    Quelle esatte: matematica, informatica, logica e quelle naturali: fisica, chimica, biologia con una scorribanda nella tecnologia, cioè nel mondo in cui queste scienze dure si applicano e diventano oggetti utili come un phon per i capelli o una medicina per la gastrite dello studente o un robot che ci faccia compagnia.

    Ogni capitolo non è che un assaggio, ci sono sempre dei consigli di lettura, ma poi il menu ciascuno se lo deve scegliere da sé.

    3.Una storia d’amore

    Per illustrare il complesso rapporto fra letteratura e scienza bisogna fare un esercizio di immaginazione, usare cioè la metafora della storia d’amore.

    Questo capitolo dunque racconta una storia d’amore molto travagliata e ancora in sviluppo, in divenire.

    Scienza e letteratura sono come due amanti che non riescono a vivere insieme, ma non possono fare a meno l’uno dell’altra. Accade che ogni tanto tentino di convivere, ma poi qualcosa va storto e il periodo felicissimo e fecondo finisce e di nuovo si dividono, si guardano in cagnesco. Finché, casualmente, si ritrovano, e di nuovo divampa la passione.

    Non è una storia facile, ma dobbiamo farcene una ragione letteratura e scienza non sanno stare una senza l’altra.

    4.L’inizio

    E dunque ecco la trama, sintetica, di questa vicenda, che assomiglia a una serie televisiva.

    All’inizio il divampare della passione, quando gli innamorati si sentono una persona sola questo è il mondo degli studiosi presocratici: Anassimene, Anassimandro, Talete, Eraclito.

    I ndistinti loro: filosofi, scienziati, poeti e indistinto il luogo in cui i presocratici vissero: a cavallo fra occidente e oriente, fra Grecia e Turchia, intorno al VI secolo a.C.

    Nei loro scritti scienza, mito, poesia, narrazione erano indistinti, contaminati.

    Il loro scopo era capire cosa è essere al modo, capire cosa è la vita, cosa è la natura, la phusis , da cui deriva il termine fisica.

    Il culmine di questa fase si ebbe con un poeta latino Lucrezio (vissuto fra il 98 e il 50 a.C.), l’autore del poema De Rerum Natura , davvero un testo indistinto fra scienza e poesia.

    Quel che mi accingo a esporti è un sistema

    che penetra l’essenza stessa del cielo e degli dei;

    voglio rivelarti i principi delle cose, mostrarti dove la natura

    attinge gli elementi con cui crea, fa crescere e nutre tutte le cose,

    e dove nuovamente le riconduce dopo la morte e la dissoluzione;

    questi elementi, nella esposizione della mia dottrina,

    li chiamo ordinariamente materia, o corpi generatori

    o semi delle cose, e gli do pure il nome di corpi primi:

    ad essi, i primi, ogni cosa deve la propria origine.

    Ma dopo la fase dell'innamoramento, il momento della fusione dei due amanti, la scienza e la letteratura prendono vie diverse: con Socrate, Platone e Aristotele ci si interroga sull’essere umano distinto dal resto del mondo e del resto del mondo si deve occupare la scienza, il numero, la fisica. E le strade si dividono per molto tempo, pur con alcune importanti contaminazioni.

    5.Il Medio Evo fino a Leonardo da Vinci

    Nella nostra storia d’amore, dopo un Medio Evo in cui al centro del pensiero c’è Dio, un ritorno di fiamma davvero appassionato fra letteratura e scienza si ha con Leonardo da Vinci.

    Anche se proprio nel cuore del Medio Evo ci furono grandi personalità in cui letteratura e scienza ancora convivevano felicemente e fruttuosamente un esempio luminoso è una donna Ildegarda di Bingen (tedesca vissuta fra 1098-1179) che fu monaca benedettina, drammaturga, poetessa, musicista, naturalista, botanica, guaritrice, cosmologa e consigliere politico, a tempo perso si intende. Fu anche mistica e profetessa, di lei parleremo ancora.

    Tornando a Leonardo, purtroppo i suoi scritti, i famosi Codici , di cui uno acquistato da l miliardario Bill Gates, rimasero a lungo sconosciuti, altrimenti, forse più che a Galileo Galilei, a lui si dovrebbe far ascendere la scienza moderna.

    Infatti per primo Leonardo riconosce il ruolo della matematica nell’osservazione dei fenomeni naturali e l’importanza della sperimentazione cioè della replicabilità e misurabilità di un fenomeno.

    In Leonardo la storia d’amore fra letteratura e scienza ha un momento di gloria.

    P erché Leonardo ha sguardo da artista e non solo pittore, anche scrittore di poesie, profezie e soprattutto di fiabe, in cui protagonisti non sono solo gli esseri umani e nemmeno gli animali, ma addirittura le piante e i sassi.

    Per ritrovare questa sensibilità globale verso la natura bisogna arrivare ai poeti dell’800 e del 900, in particolare alle poetesse oppure bisogna rifarsi alle filosofie orientali.

    Ecco tre esempi di questa visione globale che comprende cioè letteratura e scienza e ricolloca l’essere umano dentro la Natura.

    Una favola di Leonardo: La pietra scontenta della sua vita solitaria

    Una pietra novamente per l’acque scoperta, di bella grandezza, si stava sopra un certo loco rilevata, dove terminava un dilettevole boschetto sopra una sassosa strada, in compagnia d’erbette, di vari fiori di diversi colori ornata, e vedea la gran somma delle pietre che nella a sé sottoposta strada collocate erano. Le venne desiderio di la giù lasciarsi cadere, dicendo con seco: «Che fo qui con queste erbe? Io voglio con queste mie sorelle in compagnia abitare.» (...)

    Una poesia di Wislawa Szymborska (poetessa polacca vissuta fra 1923 e 2012) Vista con granello di sabbia

    Lo chiamiamo granello di sabbia.

    Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia.

    Fa a meno di nome

    generale, individuale,

    instabile, stabile,

    scorretto o corretto.

    Non gli importa del nostro sguardo, del tocco

    Non si sente guardato e toccato.

    E che sia caduto sul davanzale

    è solo un'avventura nostra, non sua.

    Per lui è come cadere su una cosa qualunque,

    senza la certezza di essere già caduto

    o di cadere ancora. (…)

    Un’altra poesia , La Capra di Umberto Saba (poeta italiano di Trieste vissuto fra 1883-1957)

    Ho parlato a una capra.

    Era sola sul prato, era legata.

    Sazia d'erba, bagnata

    dalla pioggia, belava.

    Quell'uguale belato era fraterno

    al mio dolore. Ed io risposi, prima

    per celia, poi perché il dolore è eterno,

    ha una voce e non varia.

    6.Nel ‘600 i due amanti si separano di nuovo.

    Purtroppo la visione ecologica, dinamica della natura che caratterizza il pensiero di Leonardo, che è sia scienziato che artista, non ha un seguito e soprattutto con Cartesio (filosofo e matematico vissuto in Francia fra 1596 e 1650) prevale ancora una volta la razionalità pura cogito ergo sum (penso dunque sono) che ancora una volta divide i due amanti: letteratura e scienza.

    Persino in uno scrittore grandioso come Galileo Galilei, che fu il più grande prosatore del 600 italiano, i due amanti non si riuniscono del tutto.

    La visione del Galilei fisico e astronomo è meccanicistica, cioè non interessa come si trasformano i fenomeni, come la natura sia un grande organismo, ma piuttosto come funzionano le stelle, come funzionano le cose.

    Una visione della scienza troppo lontana dalla letteratura.

    Eppure davvero che grande scrittore fu Galileo, un saggio della sua abilità è nel racconto La favola dei suoni, dove, per dimostrare che più si conosce più si capisce di non conoscere, cioè la conoscenza è un cammino infinito, Galileo usa appunto la forma letteraria dell’apologo.

    Nacque già in un luogo assai solitario un uomo dotato da natura d'uno ingegno perspicacissimo e d'una curiosità straordinaria; e per suo trastullo allevandosi diversi uccelli, gustava molto del lor canto, e con grandissima meraviglia andava osservando con che bell'artificio, colla stess'aria con la quale respiravano, ad arbitrio loro formavano canti diversi, e tutti soavissimi»

    Il testo completo si trova nell’opera Il saggiatore , un trattato scientifico, scritto in volgare.

    7.Sarò la tua ancella: e siamo nell’Ottocento

    Dopo la svolta data al pensiero scientifico da Cartesio e Galileo che separa la scienza dalla letteratura, anzi dalla natura stessa, nell’800 addirittura si ha quella che viene definita l’idea positivistica secondo cui la scienza è perfetta, può spiegare tutto, è infallibile.

    La letteratura sembra inseguire la scienza, per esempio tentando di usare l’infallibile metodo scientifico anche per spiegare le azioni umane (idea che genera le correnti letterarie del Naturalismo in Francia, con caposcuola Emile Zola, scrittore francese vissuto fra 1840 e 1902 e Verismo in Italia con Giovanni Verga, vissuto fra 1840 e 1922).

    S i voleva cioè rappresentare la realtà, soprattutto quella delle classi sociali più misere, da un punto di vista oggettivo, dunque senza giudizi dell’autore e secondo la regola della causa e dell’effetto, con un forte grado di determinismo, elemento che era ritenuto appunto scientifico.

    Proprio Zola nel saggio Il romanzo sperimentale (1880) delinea brevemente cosa intende con la scienza applicata al romanzo ( la poesia non entra in questa sperimentazione). Zola definisce il romanzo come:

    U na conseguenza dell'evoluzione scientifica del secolo; esso è, in una parola, la letteratura della nostra età scientifica, come la letteratura classica e romantica corrispondeva a un'età di scolastica e di teologia (…). Il romanziere muove alla ricerca di una verità... È innegabile che il romanzo naturalista, quale ora lo intendiamo, sia un vero e proprio esperimento che il romanziere compie sull'uomo, con l'aiuto dell'osservatore.

    8.Un rapporto alla pari, nel Novecento

    La riposante certezza ottocentesca, positiva già nel nome, che la scienza possa spiegare tutto e che la letteratura possa seguire i metodi della scienza, viene messa in crisi nel ‘900.

    Per spiegare in parte i motivi della crisi si possono citare tre argomenti che hanno rivoluzionato prima di tutto le stesse scienze dure:

    la teoria della relatività,

    la meccanica quantistica,

    le geometrie non euclidee,

    S embrano argomenti lontan i dalla letteratura e anche dalla nostra vita, invece con loro entra in crisi non solo la matematica o la fisica, ma la stessa concezione del mondo, quel mondo esatto che ci aveva consegnato il ‘600 e che era durato per tutto il ‘700 e l’800.

    Grazie a questa apertura della scienza a un mondo non del tutto misurabile, dove i rapporti di causa effetto e lo stesso punto di vista dell’osservatore vengono messi in crisi, la scienza e la letteratura, che si nutre di indefinito, si sono ritrovate in una convivenza che dura ancora oggi.

    Un personaggio esemplare incarna questa ritrovata armonia fra letteratura e scienza, uno scienziato siciliano che amava Shakespeare e Pirandello, un genio della fisica quantistica: Ettore Majorana (nato nel 1906, scomparso nel nulla nel 1938). Scomparso nel nulla.

    Ne ha diffusamente scritto un altro siciliano Leonardo Sciascia (vissuto fra 1921 e 1989) nel saggio-romanzo La scomparsa di Majorana , ne hanno tratto anche un film, ma chi meglio di tutti potrebbe spiegare la misteriosa scomparsa di Majorana è Pirandello coi suoi due romanzi : Il Fu Mattia Pascal e Uno Nessuno e Centomila.

    Ettore Majorana come Mattia, protagonista del romanzo di Piandello?

    Quello di Majorana è un mistero irrisolto che si consuma nel 1938. Majorana è un matematico e fisico, lavora per un po’ con Fermi e i ragazzi di via Paninsperna a Roma, secondo le testimonianze di

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