La fenice
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Di origini marchigiane, vive nella provincia di Bologna con la sua famiglia. Lavora in ambito sanitario da oltre quindici anni occupandosi principalmente di personale. Si dedica al volontariato e ha deciso di condividere la sua passione per la scrittura.
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Anteprima del libro
La fenice - Sara Andreani
Sara Andreani
La fenice
© 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-6816-4
I edizione novembre 2022
Finito di stampare nel mese di ottobre 2022
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
La fenice
A Francesco. L’amore possa
accompagnarti per sempre
nella tua vita meravigliosa
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi:
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani)
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Prefazione
Il libro racconta il percorso esistenziale di una giovane donna attraverso le lettere che la protagonista scrive a sé stessa e alle persone a lei più care. A tratti incerta e priva di filo logico, la storia si sviluppa in un crescendo di circostanze nelle quali, attraverso gli episodi di vita vissuta, viene sviscerata la psicologia di Lara, che si interseca in ricorrenze quasi improbabili e in continui alti e bassi.
Nel primo capitolo Il buio, in maniera alquanto cruda, la protagonista ricorda il periodo in cui si sono manifestati i suoi problemi alimentari, i timori di non essere accettata dalla sua cerchia di relazioni, in particolare dalla sua famiglia. Alcuni momenti rimangono sospesi, solo alcuni verranno chiariti nel corso dei capitoli successivi.
In Chimere Lara si innamora per la prima volta. La storia è tutt’altro che rosea, tra passioni, amanti, disillusioni, fino all’emozionante epilogo.
Nel terzo capitolo, La fenice, la protagonista rinasce, inizia a scoprire sé stessa, fissa gli obiettivi che intende perseguire nella vita e, in Accettazione, inizia ad elaborare la propria realtà mediante l’analisi di alcuni episodi vissuti. La storia si sviluppa attraverso la ricerca di un modo per affrontare la quotidianità senza paura e nel tentativo di imparare dai propri errori, fino ad arrivare all’ultimo capitolo Imperdonabile, nel quale gli avvenimenti si concludono con un finale imprevedibile e che rendono ancora più vicino al nostro cuore la giovane donna.
All’autrice preme far presente che, sebbene la protagonista del libro pratichi una sorta di autoanalisi, per la cura dei disturbi dell’alimentazione è importante rivolgersi a centri specialistici che si occupano specificamente di questi problemi. Questo permette di poter effettuare prontamente una corretta diagnosi, di effettuare tutte le valutazioni specialistiche necessarie (psicologiche, psichiatriche, internistiche e nutrizionali) e di ricevere indicazioni corrette sul trattamento da seguire per cercare la guarigione.
Buona lettura.
Introduzione
Il peso del mondo è amore.
Sotto il fardello della solitudine, sotto il fardello
della insoddisfazione, il peso, il peso che
trasportiamo, è amore.
(Allen Ginsberg)
Mi chiamo Lara e ho 30 anni.
Questa è la mia storia, del lungo percorso che mi ha portato a diventare la donna che sono oggi, una persona non certo priva di difetti, ma che in fondo si ritiene soddisfatta della propria vita, nonostante gli alti e bassi che ha ormai accettato come parte della sua esistenza.
In questo libro-diario racconto alcuni momenti della mia vita; l’intento è di riuscire a comprendere meglio me stessa, ma soprattutto, me lo auguro, essere d’aiuto a chi come me si trova a combattere con le proprie insicurezze, deve affrontare momenti dolorosi o anche solo la normalità, il più delle volte in solitudine, perché non riesce a condividere pienamente con nessuno il proprio essere.
Ho riflettuto diverso tempo, anni, prima di decidere di pubblicare questo lavoro e ancora adesso ho qualche dubbio sulla mia scelta, specialmente rispetto all’effetto che potrà avere su alcuni personaggi che, seppure romanzati, si troveranno a leggersi in queste pagine.
Per me non è mai stato facile manifestare le mie debolezze e le difficoltà nell’affrontare anche solo i piccoli problemi di ogni giorno, ma ho deciso comunque di condividerle nella speranza che la mia esperienza possa essere utile alla crescita interiore e all’analisi di insicurezze e paure proprie di adolescenti o giovani donne che a volte si sentono inadatte a vivere in una società disattenta ai bisogni più profondi dell’essere umano, quelli di amore, empatia, protezione.
Sebbene nella vita abbia fatto numerosi errori e di certo ne farò altri, mi auguro davvero di poter raggiungere il mio scopo e soprattutto spero di non ferire nessuno.
Il buio
Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto
rumore faccia. Ma nel buio… Tutto quell’infinito
diventa solo fragore, muro di suono, urlo
assillante e cieco. Non lo spegni, il mare,
quando brucia nella notte. (Alessandro Baricco)
22-01-2004
Quando iniziai la dieta non avrei mai pensato di arrivare a questo punto: dai 60 chili che pesavo, ora ne peso solamente 42 e non so se riuscirò mai a tornare la ragazza spensierata e allegra che ero prima.
Ammetto che mi facevo veramente schifo, con quel sedere enorme per il quale tutti mi sfottevano e le gambe come due prosciutti ambulanti. Non ho mai capito e non mi sono mai resa conto di quando la mia dieta sia iniziata. Prima soluzione niente più dolci, poi razioni sempre più ridotte di cibi ipocalorici, poi niente di niente, una mela, forse. Vedevo le mie amiche abbuffarsi e rimanere magre, divertirsi con il proprio bellissimo ragazzo, mentre io rimanevo a digiuno, grassa, bassa, tozza, incapace di reggere al minimo paragone con le top-model
che mi circondavano, le amiche che in fondo amo e che mi hanno sempre sostenuto, fino a quando si sono rese conto del mio errore, del mio continuo rifiuto del cibo e dell’incessante dimagrimento. Non ascoltavo neppure loro di cui sempre mi sono fidata e che