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L’Essere Superiore
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E-book79 pagine1 ora

L’Essere Superiore

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Info su questo ebook

Dalla morte del fratello maggiore, Sven non è mai riuscito a riprendersi del tutto: il ricordo della loro complicità è sempre presente nel suo cuore, così come il vuoto incolmabile che ha lasciato. 
Da qualche tempo, però, delle strane visioni vengono a tormentarlo: sono come sogni, solo che si manifestano anche di giorno e sembra cerchino di dirgli qualcosa, di far tornare alla sua memoria un passato che ha dimenticato. È grazie a queste visioni che scopre di essere un’anima antica, ben più vecchia della Terra su cui abita, che vaga nell’universo da prima che questo fosse creato.

Sven Tarquini ha 25 anni e vive a Ceccano, in provincia di
Frosinone. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, l’Universo e tutto ciò che all’occhio umano rimane inspiegabile. Ha deciso di scrivere un libro dopo aver trovato risposta alle sue domande interiori. L’Essere Superiore - La creazione è la sua prima opera che accompagnerà ogni essere umano in un lungo viaggio. Il viaggio alla scoperta di sé stessi.
LinguaItaliano
Data di uscita16 giu 2023
ISBN9788830684898
L’Essere Superiore

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    L’Essere Superiore - Sven Tarquini

    tarquiniLQ.jpg

    Sven Tarquini

    L’Essere Superiore

    La creazione

    © 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-7876-7

    I edizione giugno 2023

    Finito di stampare nel mese di giugno 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    L’Essere Superiore

    La creazione

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    UNIVERSO

    Questo viaggio parte dall’universo,

    da ciò che è più grande:

    l’incomprensibile e il comprensibile

    il sogno e la realtà

    Sono un essere superiore, perso,

    viaggio nell’infinito dell’universo,

    salto da un buco nero all’altro,

    fluttuo nel nulla con niente accanto.

    Conosco ogni tipo di stella sicuro,

    su alcune vivo bene su altre mi brucio,

    rimango poco tempo per non affezionarmi,

    prendo qualcosa da riportare per non dimenticarmi.

    Io sono qui da quando regnava il Niente,

    non avevo sensi ed ogni forma era assente,

    seguivo un sogno a cui ambivo

    da prima che si creasse l’infinito.

    Il tempo passava indefinito,

    non ero morto né ero vivo,

    non avevo nulla su cui contare,

    poi la Via Lattea ho potuto incontrare.

    Miliardi di anni fa è nata, io c’ero,

    forse dal latte come il mito greco,

    forse da qualcosa più grande di voi,

    queste parole riecheggiano dentro noi.

    Il ricordo è indefinito e mi piaceva,

    sentivo l’inizio di una nuova era,

    tutto così strano e così nuovo,

    l’ho visto dal principio ed ora ci sono.

    Ogni stella mi affascina come ogni pianeta,

    ero intrigato dalla sfera di fuoco, il suo sistema,

    tutto così delicatamente perfetto,

    e ad ogni costo l’avrei protetto.

    Non so se sia stato un caso,

    ma doveva andare così,

    poteva succedere ovunque

    ma mi sono evoluto qui.

    In principio Dio creò il cielo e la terra spiegava il professore, mentre il resto della classe era immerso nella noia, e poi: Dio disse luce e luce fu, così la separò dalle tenebre perché vide essa essere cosa buona.

    Continuando ad ascoltare attentamente il processo della creazione, aumentavano le domande nella mia testa.

    Quello che mi affascinava maggiormente era sapere come tutto fosse iniziato, ma quell’ora di religione durava troppo poco e, spesso, mi lasciava solo quesiti e zero risposte.

    Io non mi sentivo un vero e proprio credente. Riponevo di sicuro maggior fiducia nella scienza, rimanendo comunque aperto a tutti i possibili scenari.

    C’è da dire che neanche nei confronti della scuola nutrivo un particolare interesse, ragion per cui passavo la maggior parte

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