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Cronache di bipolarismo
Cronache di bipolarismo
Cronache di bipolarismo
E-book135 pagine1 ora

Cronache di bipolarismo

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Cos’è il Disturbo Bipolare? Secondo l’autrice “Sembra che la sindrome del bipolarismo nasca da una predisposizione genetica, ma è certamente aggravato da contesti famigliari disagiati e da esperienze traumatiche nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza. È simile alla schizofrenia, con l’unica differenza che picchi di depressione si alternano a picchi di euforia. La fase di apatia è caratterizzata dalla voglia di piangere tutto il giorno, estrema difficoltà di alzarsi dal letto, visione estremamente negativa di tutto ciò che succede.”
Un quadro difficile da capire per chiunque non abbia esperienza di questo genere di malattie ma che l’autrice riesce a rendere comprensibile a chiunque raccontando la sua storia con sincerità e uno stile diretto e semplice, in grado di catapultare il lettore in un mondo di difficoltà ma anche di riscatto.

Metatizia è nata nel 1988. A 17 anni le è stata diagnosticata una grave forma di Disturbo Bipolare. Dopo anni di cure, paure e sofferenza, è riuscita a realizzare degli obiettivi che lei stessa e quasi nessun altro si aspettava che avrebbe raggiunto. Ora è sposata, ha un figlio, si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Roma e pubblica questo suo primo libro.
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2022
ISBN9788830673311
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    Anteprima del libro

    Cronache di bipolarismo - Metatizia

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Prefazione

    Era marzo 2013 quando Metatizia mi chiama per un appuntamento e la primissima cosa che mi dice è Ho un Disturbo Bipolare, mi può aiutare?.

    Metatizia era una ragazza di 24 anni timida ed educata, già in cura farmacologica, che esibisce sin da subito la sua diagnosi e la usa uno scudo rassicurante: parliamo dei sintomi, degli episodi psicotici avvenuti nel passato e piano piano esploriamo la sua famiglia, i rapporti con le amiche e le relazioni con i fidanzati… il Disturbo Bipolare da figura inizia a diventare sfondo.

    Nel corso della terapia affrontiamo il suo rapporto con il cibo, la sua passione per il disegno e l’arte, la sua incostanza nel concludere le cose, le sue poche amicizie sincere; molto tempo lo dedichiamo a gestire la sua fame di emozioni intense e al tempo stesso ambivalenti, alla scoperta dei suoi limiti e delle sue risorse.

    Metatizia nutre un grande interesse per le caratteristiche del Disturbo Bipolare, quando la sintomatologia si radica nella sua sofferenza si chiede spesso se è possibile rintracciare una causa nella sua storia.

    Insieme non parliamo mai di guarigione, entrambe sappiamo che questa può essere espressa solo in termini di benessere soggettivo in relazione al suo vissuto; in Metatizia benessere vuol dire stabilità. Come sostiene il filosofo Canguillem (1998) la guarigione è "la riconquista di uno stato di stabilità. Essa si avvicina tanto alla salute o alla malattia quanto più o meno questa stabilità è aperta ad eventuali modifiche. In questo senso guarire significa darsi nuove norme di vita". In questo Metatizia riesce benissimo.

    Negli anni riesce a cambiare, senza negare le sue peculiarità, trasforma la sua passione nell’arte in un serio percorso di studi, l’amicizia con un bravo ragazzo con l’amore sincero che è alla base di un matrimonio, il desiderio di una famiglia unita con la sua esperienza di maternità.

    Metatizia è oggi libera nel suo Bipolarismo: non vaga senza punti di riferimento perché sa che senza appoggi con il tempo si perde l’equilibrio. É riuscita a conoscere il significato della sua sofferenza, l’ha iscritta all’interno della sua storia di vita e ha voglia di farla conoscere.

    Una delle caratteristiche di Metatizia è la sua generosità: condividere con il lettore momenti della sua vita per combattere l’ignoranza che ancora c’è intorno al tema della disabilità psichica e comunicare tanto la sua sofferenza quanto le sue vittorie, è un regalo prezioso che fa a tutti noi.

    Daniela Onofrio

    Psicologa Psicoterapeuta

    Specialista in Psicologia della Salute

    Dottore di ricerca in Psicologia Clinica

    È il racconto della mia vita quello che tu, lettore, leggerai nelle prossime pagine. Sono andata a scavare nella mia memoria, ho disseppellito ricordi che erano nascosti sotto il polveroso strato del tempo, ho resuscitato i fantasmi delle mie ossessioni e li ho affrontati. Ti chiederai perché tanto sforzo, cosa avrò mai vissuto di così urgente e importante da volermene liberare grazie alla maieutica della pagina bianca.

    Ebbene, ecco il motivo: ho 33 anni e da più di metà della mia vita sono paziente psichiatrica e voglio dimostrare che si può essere felici anche con una simile diagnosi.

    Sono oggi una donna pienamente appagata, ho una laurea all’Accademia di Belle Arti di Roma, sono madre di un meraviglioso bambino di 3 anni e sposata con un uomo altrettanto meraviglioso, che è psicologo cognitivo comportamentale, ma non esistono parole per esprimere quanto sia stata impervia la salita per arrivare fino a qui. Con la maggiore età mi hanno diagnosticato il disturbo di bipolarismo grave, un mostro dalle mille teste che ha segnato irrimediabilmente il mio percorso di crescita e di inserimento nella società, ma ora che ho raggiunto la sommità della vetta, una piana verdeggiante dove poter riposare, sono pronta per togliermi dalle spalle tutto il peso e sedermi a guardare giù.

    Certo, non che sia del tutto guarita, ancora oggi devo prestare attenzione a non mettermi in situazioni di potenziale rischio, come ad esempio alla sovraesposizione solare e allo stress che sono cause di ipereccitazione, però la terapia di psicofarmaci che sto seguendo mi mantiene lucida, mi preserva dal cadere vittima di allucinazioni e stabilizza l’umore. Il supporto psicologico, poi, ha svelato le dinamiche che mi spingevano a comportarmi in un determinato modo e le correlazioni tra un evento e l’altro.

    Ma andiamo per ordine: che cos’è il bipolarismo? Tranquilli, questo non è un trattato di medicina, ma tra i miei lettori

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