Insieme è un posto in cui poter stare bene
Di Elisa Scanzi
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Anteprima del libro
Insieme è un posto in cui poter stare bene - Elisa Scanzi
1
Hai presente quando ascolti in continuazione una canzone nuova?
Una canzone che ti dici sembra scritta per me
,
una di quelle che non ha nulla che non va, che ti rimane in testa tutto il giorno e la canti dappertutto
e che diventa la tua preferita almeno per una settimana o due?
Ecco, dal primo giorno, dalla prima volta che hai parlato,
ho deciso.
Macché! Non ho scelto, è stato un caso,
forse un inganno della vita, una fregatura,
che ne so,
so solo che da quel giorno, quella voce
è diventata la mia canzone preferita,
quella che ascolterei in continuazione
non per una settimana o due e nemmeno per un mese intero,
ma per tutta una vita.
Ma come si fa a essere sempre felici?
Avevi addosso una maglietta rossa, un paio d’occhi che brillavano e una felicità contagiosa.
Ti ricordo ancora a memoria,
seduti a quel tavolo
io e le mie paure,
tu e tutti i tuoi sorrisi
e gli altri… chi se li ricorda più.
Mi hai detto: «Hai il tramonto sulle guance»
ormai c’ho fatto l’abitudine,
io e la sensibilità viaggiamo sullo stesso treno da una vita,
io e tutte le paure, tutte le pare, nello stesso vagone.
Eri pieno di poesia
in quelle tue frasi decise
come parevi esserlo anche tu,
come sapevi esserlo.
Io che non dovevo nemmeno esserci quella sera
in quel bar che sapeva di birra e felicità,
io che non avevo ancora fatto pace con me
figurati con gli altri,
io che da quella sera mica me lo sarei aspettata,
mica avrei immaginato che un paio d’occhi
mi avrebbero aiutata ad avere meno paura,
e chi l’avrebbe mai detto che quel sorriso mi avrebbe resa più forte?
Chi l’avrebbe pensato che mi avresti messa un po’ a posto tutta quanta?
Io non mi aspettavo nulla
o forse non lo sapevo
ma stavo aspettando te.
Ti è mai capitato di sentire un vuoto nello stomaco nell’incontrare qualcuno? Di cui magari, nemmeno sai il nome?
O chiamalo come ti pare: leggerezza, farfalle… o semplicemente di sentirti nel posto giusto?
Ecco, io era una vita che non mi sentivo così. Io che mi sono sempre sentita inadeguata, nel posto sbagliato in tutti i momenti sbagliati, io che a smettere di volermi bene ci ho messo troppo poco tempo, o forse troppo.
Ma a vent’anni si ha paura della vita, non credo di volermene fare una colpa. A vent’anni hai tutto e niente, hai voglia di prenderti il mondo, ma hai ancora bisogno di imparare a camminare da sola, a vent’anni mica te ne senti pochi di anni, e a dire il vero odio tutti quelli che quando ti chiedono come stai, poi ti rispondono: «Ma certo che stai bene, se non stai bene a vent’anni?!» e no che non sto bene, che storia è questa che a vent’anni devi stare bene per forza? E se fa schifo adesso e poi andrà peggio, allora che cavolo di senso ha tutto?
Io non lo so come ci si debba sentire a vent’anni, so solo che, da quella sera, in quell’inverno troppo freddo, hai riempito la serata dell’estate più calda della mia vita. E forse ho fatto pace con me nell’esatto momento in cui ti ho conosciuto, o forse è stato un percorso, non lo so. So solo che da quella sera, niente sarebbe più stato lo stesso.
Ne ero certa, ne sono certa.
«Ti aspettavo da una vita, piacere mio»
avrei voluto risponderti così,
avrei voluto tutti i tuoi sorrisi,
ma non l’ho fatto.
Ti ho sorriso e tu mi hai fatta ridere
così forte che non sapevo nemmeno come si fa a sentirsi felice davvero,
ed era troppo che non mi sentivo così.
Ho in testa la tua voce,
tutte le tue poche parole che sono diventate troppe
in queste mie notti insonni.
Hai riempito tutti i miei spazi vuoti
e ti sei preso pure quelli pieni.
Ti ho dappertutto,
in ogni risveglio, a ogni buonanotte, in tutti i miei giorni, in ogni momento.
Ti è bastata una sera per rubarmi i pensieri,
è bastato un sorriso per metterli a posto
e ora spero solo di ritrovarti,
ritrovarci,
ritrovarmi,
forse dove tutto è iniziato,
dentro un’altra sera che non promette niente
o forse ha dentro tutte le promesse di una vita.
Ricordo ancora tutto della prima volta che ci siamo incontrati.
Ero di fretta, mi ero vestita a caso, senza dare troppo peso a quella serata, che solo dopo, scoprii che sarebbe stata una delle più importanti della mia vita.
Avevo indosso tutte le mie paure, che non so se ti è mai capitato, ma quando ti senti così pieno di pensieri, quando è tutto il giorno che non ti stacchi da te, o che sei staccato da te, sei talmente esausta che non hai più le forze, o la voglia di pensare a niente.
E mica mi sarei immaginata che quella sera ci sarei riuscita davvero a non pensare più a nulla, ad avere la testa altrove, il sorriso in viso e gli occhi su di te.
A te non capita mai di avere paura?
Di svegliarti e sapere che sarà un’altra giornata di merda?
Io ho una lista infinita di giornate così.
Ma ricordo anche che da quella sera, a ogni mio risveglio, c’eri tu e il tuo sorriso dentro la mia testa. Hai preso spazio tra le mie paure e ti sei messo comodo. E