Terracinesi ribelli: I confinati
()
Info su questo ebook
Il confino fascista fu un passaggio importante nell’instaurazione della dittatura e nella progressiva distruzione dello Stato di diritto, divenne lo strumento centrale, sebbene non unico, della repressione politica. Risultò un provvedimento estremamente duro a causa delle difficili condizioni di vita cui furono sottoposti i confinati. Per la sua procedura, più veloce e agile rispetto a quella di un processo penale ordinario, questa misura fu facilmente applicabile: per essere assegnati al confino era sufficiente un mero sospetto di pericolosità, che talvolta si fondava sul giudizio e sull’arbitrarietà, tanto che poteva colpire tutti i potenziali oppositori, reali o presunti che fossero…
Correlato a Terracinesi ribelli
Ebook correlati
Le due stragi che hanno cambiato la storia d'Italia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPortella della Ginestra: alla radice del segreto italiano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa storia sommersa: i misteri dell'Italia repubblicana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna famiglia pericolosa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGeometria del male: Una misteriosa pergamena templare, una setta sopravvissuta nel corso dei millenni, una cospirazione ordita nei confronti dell'umanità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMussolini e gli Illuminati: Da Piazza San Sepolcro al rito sacrificale di Piazzale Loreto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl golpe Borghese Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Sardegna dei sequestri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMafia e potere alla sbarra Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Guerra Occulta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCapolinea. Viaggio ironico e amaro nell'italia della seconda Repubblica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiovanni Giolitti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'inutile morte di Togliatti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLuoghi Migranti. Tra clandestinità e spazi pubblici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSettantotto: Comincia l'agonia della prima repubblica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniItalia 1940-1945: Le storie di ieri e i ragazzi di oggi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSardegna giallo e nera Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniInsorgere è risorgere!: Fiume, 1920: la libertà tradita e la costituzione più bella del mondo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna nazione incompiuta: L’Italia: dal sistema dei partiti alla crisi della democrazia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDepistaggi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDodici presidenti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa libertà di stampa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNon è un paese per onesti. Storia e storie di socialisti perbene Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Comandante Pippo. Manrico Ducceschi: la vita, le scelte, la morte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI 55 giorni che hanno cambiato l'Italia Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Esuli fiumani in Liguria: Storia e Letteratura Atti del Convegno internazionale di studi Genova, 11 ottobre 2022 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Sistema. Licio Gelli, Giulio Andreotti e i rapporti tra Mafia Politica e Massoneria Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAldo Moro il Professore. E un piano per le BR Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl contrabbandiere di uomini: Storia del finanziere Giovanni Gavino Tolis un eroe del bene al servizio dell´umanità (1919-1944) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Repubblica delle stragi impunite Valutazione: 5 su 5 stelle5/5
Storia moderna per voi
La storia sommersa: i misteri dell'Italia repubblicana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Difesa della razza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Savoia e il Massacro del Sud Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSTORIE E STILI DELLA FOTOGRAFIA - dalle origini al 1950 Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Apprendista libero muratore. Manuale ad uso degli iniziati Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria in sintesi, anno quinto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Lato Oscuro della Luna Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Dossier Brigate Rosse 1969-2007: La lotta armata e le verità nascoste Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLife. La mia storia nella Storia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Sud Borbonico e le Verità Nascoste Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChi ha Costruito il Muro di Berlino?: Dalla Guerra Fredda alla nascita della bomba atomica sovietica, i segreti della nostra storia più recente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Risorgimento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUcraina, l'altra verità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa supertestimone del caso Orlandi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRequiem per il popolo istriano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria di Cosa Nostra in Sicilia: Dalle sue origini alla fine della Prima Repubblica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa guerra dello Yom Kippur: Il conflitto arabo-israeliano del 1973 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa guerra senza radar: 1935-1943, i vertici militari contro i radar italiani Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiovanni XXIII e il Concilio Vaticano II Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Le origini del totalitarismo di Hitler Valutazione: 5 su 5 stelle5/5
Recensioni su Terracinesi ribelli
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Terracinesi ribelli - Carmelo Palella
© Pubblicato da Ventus, AliRibelli Edizioni Group
Marchio editoriale indipendente
Disponibile in rete e in libreria
www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com
È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.
Carmelo Palella
TERRACINESI RIBELLI
I confinati
«Il popolo cornuto era e cornuto resta:
la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera sola
alle corna del popolo e la democrazia lascia
che ognuno se l’appenda da sé, del colore che gli piace,
alle proprie corna.»
Da Il giorno della civetta,
Leonardo Sciascia
https://cinquantalibri.com/2014/11/27/leonardo-sciascia-il-giorno-della-civetta-2/
Sommario
Antefatto
Presentazione
Capitolo I. Il confino
Capitolo II. I luoghi della villeggiatura
Capitolo III. L’esilio
Capitolo IV. Lucania, la prescelta
Capitolo V. I Terracinesi Ribelli
Capitolo VI. Adrower Giuseppe, commerciante
Capitolo VII. Agostini Mario, stuccatore
Capitolo VIII. Antonelli Silviano, agricoltore
Capitolo IX. Bianchi Mario
Capitolo X. Bianchi Romeo, impiegato
Capitolo XI. Borelli Angelo, laboratorio falegnameria
Capitolo XII. Buanne Giuseppe
Capitolo XIII. Campagna Giuseppe
Capitolo XIV. Campoli Angelo Francesco
Capitolo XV. Capponi Carlo, Direttore Banca di Santo Spirito
Capitolo XVI. Carafa Domenico, Azienda produzione pavimenti
Capitolo XVII. Cascarini Francesco, Martire di guerra
Capitolo XVIII. Cascarini Giuseppe
Capitolo XIX. Castaldi Domenico
Capitolo XX. Cerilli Roberto
Capitolo XXI. Ciarini Alessandro
Capitolo XXII. Cipriani Cesare
Capitolo XXIII. De Angelis Carlo
Capitolo XXIV. De Rossi Armando
Capitolo XXV. Della Fornace Antonio
Capitolo XXVI. Della Rosa Vincenzo
Capitolo XXVII. Di Stazio Pietro
Capitolo XXVIII. Di Stefano Bernardino
Capitolo XXIX. D’Urso Davide
Capitolo XXX. Falovo Angelo
Capitolo XXXI. Fatigati Roberto
Capitolo XXXII. Favetta Giovanni
Capitolo XXXIII. Florenzani Antonio
Capitolo XXXIV. Iaboni Pietro
Capitolo XXXV. Ierussi Giuliano
Capitolo XXXVI. Innico Pio
Capitolo XXXVII. Maiorca Luigi Settimio
Capitolo XXXVIII. Masci Amerigo
Capitolo XXXIX. Parisella Umberto
Capitolo XL. Pavesi Tommaso
Capitolo XLI. Percoco Giacomo, ferramenta
Capitolo XLII. Pernarella Antonio Politico, mazziniano
Capitolo XLIII. Pernarella Giulio
Capitolo XLIV. Perotti Giovanni
Capitolo XLV. Piazza Luigi
Capitolo XLVI. Piccini Alfredo
Capitolo XLVII. Polidoro Alfredo
Capitolo XLVIII. Sisti Giuseppe
Capitolo XLIX. Torri Giuseppe
Capitolo L. Torri Guido
Capitolo LI. Ventrone Agostino
Capitolo LII. Vitali Luigi, proprietario terreni
Capitolo LIII. Conclusioni
Bibliografia
Personaggi di rilievo
Sitografia
Antefatto
Questo libro nasce da alcune necessità non più rinviabili.
La prima è costituita da un fattore tecnico perché il libro, originariamente, si intitolava TERRACINA NEL VENTENNIO Cronache dalla città, ma verrà pubblicato in un secondo momento perché era già costituito da 562 pagine senza ancora l’inserimento della parte che riguardava diversi capitoli da ricavare dalla consultazione dei documenti che sono custoditi nell’Archivio Storico della città di Terracina, nel Palazzo della Bonifica Pontina, nel quale ho cercato in tutti i modi possibili e immaginabili (lettere al Sindaco, ai vari Assessori, alla Procura della Repubblica, alla Sovrintendenza, al Garante, al Presidente della Fondazione, a San Cesareo, a San Silviano e tutti i santi e i confratelli) di entrare per la consultazione fin dall’ottobre del 2020.
La seconda necessità deriva dal fatto che il libro citato comprendeva la storia di alcuni numerosi concittadini che sono stati confinati
dal Regime fascista; allora ho preferito modificarlo per sfoltire il libro originario, così che questo può assumere maggiore impatto con le storie
personali che pochissimi conoscono.
In sostanza si tratta di pubblicare un’importantissima costola
di un corpo più complesso che riguarda i molteplici aspetti della storia di questa città avvenuta in uno specifico periodo storico, il ventennio
, che si conosce, forse, a grandi linee, ma non certamente nei particolari accadimenti che sono avvenuti.
Copertina del libro originario
Presentazione
Il libro prende il via dalla situazione che si creò successivamente all’attentato a Mussolini avvenuto il 31 ottobre del 1926;¹ a seguito di questo incidente
il governo emanò il REGIO DECRETO n. 1848 del 6 novembre del medesimo anno² che consisteva in nuove leggi sulla pubblica sicurezza.
In sostanza fu istituito il confino di Polizia
,³ una misura di carattere sia politico che amministrativo.
Dopo l’emanazione di questo decreto chiunque era ritenuto pericoloso
per la sicurezza e l’incolumità pubblica poteva essere allontanato dalla sua abituale residenza e mandato, in modo coattivo e obbligatorio, in un altro luogo isolato dell’Italia, preferibilmente isole o zone sperdute del centro-meridione.
Praticamente, poi, i provvedimenti venivano estesi anche nei confronti di coloro che, in qualunque modo, esprimevano il proprio dissenso nei confronti del Regime o che, a giudizio delle autorità, erano giudicati presumibili antifascisti.
Insieme a questi soggetti venivano confinati
anche gli ebrei,⁴ alcuni pregiudicati per reati comuni,⁵ i quali erano sospettati di spionaggio o attività antinazionale, ammoniti, sorvegliati speciali, espulsi dall’estero, oziosi, vagabondi, omosessuali e testimoni di Geova.
Nel periodo che va dal 1926 al 1943 i colpiti
da questo provvedimento ammontano a circa diecimila; quelli ritenuti eccezionalmente pericolosi venivano spediti
al confino nelle isole di Lampedusa, Favignana, Ustica, Lipari, Ponza, Tremiti e Ventotene.
Questo particolare regime restrittivo fu attuato nei confronti dei più pericolosi o recidivi in un periodo successivo all’evasione dei fratelli Rosselli, di Lussu e Nitti dall’isola di Lipari.
Tutti gli altri confinati, giudicati non eccessivamente pericolosi, furono relegati in piccoli villaggi; quelli della Calabria, della Basilicata e dell’Abruzzo ne ospitarono il maggior numero.
Solo nel 1939 fu istituita una prima colonia del lavoro
che fu localizzata a Pisticci, in provincia di Matera, dove il regime obbligò il recupero dei confinati tramite il lavoro.⁶
Come si vedrà successivamente, durante la trattazione dei procedimenti riguardante anche i Terracinesi, la decisione dell’assegnazione al confino era decisa da speciali Commissioni Provinciali che, senza processo, avevano il potere di condannare gli indagati/arrestati/sospetti per un periodo da uno a cinque anni; questa regola non sempre veniva rispettata dal Regime, che spesso rinnovava la pena in modo automatico.
A prescindere dai confinati Terracinesi del tutto sconosciuti anche ai cittadini di oggi (tranne qualche lontano parente) vogliamo invece ricordare nomi oggettivamente più famosi che successivamente hanno segnato/fatto
la storia del nostro Paese.
Tra i confinati politici più noti si ricordano: Ottavio Abbati, Giorgio Amendola, Mario Angeloni, Salvatore Auria, Giuseppe Aventi, Alessandro Bianconcini, Antonio Carini, Eugenio Colorni, Gioacchino Dolci, Filippo Andrea VI Doria Pamphili, Riccardo Fedel, Giovanni Fusconi, Leone Ginzburg, Antonio Gramsci, Riccardo Gualino, Carlo Levi, Luigi Longo, Terzo Lori, Emilio Lussu, Mario Magri, Curzio Malaparte, Guglielmo Marconi (partigiano), Gino Menconi, Francesco Fausto Nitti, Ferruccio Parri, Sandro Pertini, Carlo Rosselli, Ernesto Rossi, Luigi Rusca (letterato), Tonino Spazzoli, Altiero Spinelli, Ilario Tabarri, Umberto Terracini, Domizio Torrigiani, Adamo Zanelli.⁷
Carmelo Palella
¹ Dall’articolo «Un braccio sopra la mia spalla ha fatto fuoco contro Mussolini» di Claudio Santini, pubblicato su Copertina 1/2004 (cittametropolitana.bo.it): «Sono quasi le 17.40 del 31 ottobre 1926 e sta per concludersi la visita di 24 ore del Capo del Governo Benito Mussolini. Il corteo di auto diretto alla stazione percorre Piazza Nettuno prima di imboccare Via Indipendenza fra ali di folla acclamante. Ma ecco che arriva l’Alfa rossa, bassa, aperta, guidata da Arpinati affiancato dal Duce con, dietro, Dino Grandi e il sindaco Umberto Puppini. Al Canton dei Fiori rallenta, quasi si ferma, e in questo momento echeggia un colpo di pistola. Il proiettile sfiora ma non ferisce il Duce. Il tenente Pasolini (padre di Pier Paolo) distingue l’attentatore e gli afferra il braccio, aiutato dal pattugliante Giovanni Vallisi che strappa la rivoltella. La scorta di Mussolini si avventa sul ragazzo che è trascinato dall’altra parte della strada davanti al Bar Centrale. I pugnali fascisti escono dai foderi al grido di Morte!
. L’auto col Duce riparte per la stazione. Il presunto attentatore, colpito a gragnola dai pugnali, è scaraventato dall’altra parte di Via Ugo Bassi, ai piedi di Palazzo d’Accursio, dove si accascia. Sono le 18.30 quando il corpo è portato in una stanza della vicina Polizia poi all’obitorio in Certosa, dove, ore dopo, è riconosciuto dal padre. Si chiama Anteo Zamboni, ha 15 anni e 8 mesi ed è figlio di Mammolo e Viola Tabarroni che vivono con la sorella di lei, Virginia, in Via Fondazza 14. Chi fu a sparare? Un complotto? Fascisti dissidenti? Un attentatore isolato? Un mistero italiano non ancora sciolto nemmeno dalle lapidi che, al Sacrario dei Partigiani alla Certosa, lo ricordano come Vittima giovanetta immacolata
e all’angolo Nettuno-Bassi come Martire… per audace amore di liberta
». https://shorturl.at/lzG4O
² https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1926-11-06;1848
³ https://dizionari.simone.it/2/confino-di-polizia
⁴ https://giustiemiliaromagna.it/linternamento-italiano-degli-ebrei-durante-la-seconda-guerra-mondiale/
⁵ https://shorturl.at/5JHhc
⁶ Con la colonia confinaria di lavoro si volevano bonificare le grandi paludi malariche, caratterizzate da miseria e da povertà atavica. Si diede così l’avvio nel 1938 a vari lavori di bonifica e agricoli; nel 1940 vi lavoravano già cinquecento confinati. Il risultato finale fu 750 ettari di terreno acquitrinoso messi a coltura, la realizzazione di case coloniche, di un centro agricolo e di un villaggio. https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article646
⁷ https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Confinati_politici
Capitolo I. Il confino
Questa misura restrittiva è cambiata nel tempo adeguandosi non solo alle esigenze politiche ma anche alla variazione del contesto sociale e ad alcuni fenomeni specifici di carattere territoriale.
Il cosiddetto domicilio coatto
fu introdotto per la prima volta all’interno della legislazione italiana nel 1863, con la legge n. 1409, meglio conosciuta come Legge Pica
, come provvedimento provvisorio e di emergenza contro il fenomeno del brigantaggio, senza tuttavia produrre risultati significativi.⁸
Tale provvedimento fu introdotto in modo stabile nell’ordinamento dopo due anni quando venne emanato il primo Testo Unico di Pubblica Sicurezza che lo estendeva anche ai vagabondi e agli oziosi
sospetti di alcuni reati.
Successivamente, con la legge n. 294/1871, la misura fu estesa a tutti gli ammoniti e prevedeva un termine di applicazione minimo di sei mesi e massimo di cinque anni.
Un’ulteriore estensione dell’applicazione dell’istituto ci fu nel Testo Unico di Pubblica Sicurezza introdotto dal REGIO DECRETO n. 6144/1889, quando l’ammonizione venne prevista anche per i diffamati
sottoposti a procedimento penale e assolti: il domicilio coatto
sarebbe stato comminato agli ammoniti dopo due contravvenzioni all’ammonizione, oppure dopo due condanne, sempre sussistendo la condizione della pericolosità per la sicurezza pubblica.⁹
Qualche anno dopo, il 1° gennaio 1890, entrò in vigore il Codice Zanardelli,¹⁰ con il quale il confino
venne definito come «altra pena restrittiva della libertà personale» che abrogava l’esilio come condanna penale e stabiliva che «la pena del confino consiste nell’obbligo imposto al condannato di dimorare per un tempo non inferiore a un mese e non superiore ai tre anni, in un Comune indicato nella sentenza, a distanza non minore di sessanta chilometri, tanto dal Comune in cui fu commesso il delitto, quanto da quelli in cui gli offesi e lo stesso condannato hanno la propria residenza».¹¹
Subito dopo, nel luglio 1894, il governo guidato da Francesco Crispi introdusse nuove disposizioni eccezionali¹² sul domicilio coatto per combattere le agitazioni contadine e operaie, aumentando l’applicabilità dell’istituto nei confronti di chiunque fosse stato processato per delitti contro l’ordine pubblico o contro l’incolumità.
Arriviamo al periodo del ventennio
che, a partire dal 1930, prevedeva la pena restrittiva personale del confino
che consisteva nell’obbligo di dimorare in un luogo appartato e lontano.¹³
Da pena di misura di polizia, il confino è stato successivamente dichiarato costituzionalmente illegittimo e sostituito dall’obbligo di soggiorno in un determinato comune, come misura di prevenzione.¹⁴
Il soggiorno obbligato è stato un altro provvedimento giudiziario dell’ordinamento giuridico italiano che consiste nell’obbligo di soggiornare, con provvedimento del Tribunale, in una certa località per un certo periodo di tempo con la vigilanza delle Forze di Polizia.¹⁵
Questo provvedimento è stato introdotto come misura cautelare dalla legge 31 maggio 1965 n. 575 per contrastare la mafia;¹⁶ venne poi abolito a seguito di un referendum abrogativo del 1995, ma il provvedimento ha disposizioni ed effetti simili contenuti in varie altre norme.
Per esempio alcune norme del Codice delle leggi Antimafia possono essere applicate nei confronti di un indiziato per l’appartenenza ad associazioni di stampo mafioso o di soggetti particolarmente pericolosi per la sicurezza e l’ordine pubblico.¹⁷
Quando andò al potere Benito Mussolini, con conseguente instaurazione del Regime Fascista, il provvedimento di confino
fece parte delle misure di prevenzione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.¹⁸ Tali misure erano strutturate come semplici fattispecie di sospetto e funzionali alla repressione del dissenso politico: all’art. 185 e seguenti veniva stabilito che «Il confino di polizia si estende da uno a cinque anni e si sconta, con l’obbligo del lavoro, in una colonia o in un Comune del Regno diverso dalla residenza del confinato»¹⁹ e che «possono essere assegnati al confino di polizia, qualora siano pericolosi alla sicurezza pubblica: 1° gli ammoniti; 2° le persone diffamate ai termini dell’articolo 165; 3° coloro che svolgono o abbiano manifestato il proposito di svolgere un’attività rivolta a sovvertire violentemente gli ordinamenti politici, economici o sociali costituiti nello Stato o a contrastare o a ostacolare l’azione dei poteri dello Stato».²⁰
Per completezza di informazione aggiungiamo che nel periodo repubblicano le disposizioni legislative contenute nel cosiddetto Codice Rocco²¹ (Il testo definitivo, accompagnato dalla relazione al Re, venne pubblicato con REGIO DECRETO n. 1398 il 19 ottobre 1930 ed entrò in vigore il 1 luglio 1931), vennero superate nel secondo dopoguerra dalla legge n. 1423 del 27 dicembre 1956, che recava nuove misure di prevenzione nei confronti delle «persone pericolose per la sicurezza e la moralità pubblica»,²² cioè per tutte quelle persone abitualmente dedite a traffici delittuosi che vivevano abitualmente con proventi di questi traffici oppure chi commetteva reati che offendevano o mettevano in pericolo la sicurezza o la tranquillità pubblica.
Successivamente, la legge 31 maggio 1965 n. 575 ha previsto l’applicazione del soggiorno obbligato nei confronti degli «indiziati di appartenere ad associazioni mafiose» e introduceva le parole mafia
e mafioso
.²³
Negli anni successivi, con la Legge Rognoni - La Torre n. 646 del 13 settembre 1982 venne chiarito che il soggiorno sarebbe dovuto essere «scontato in un comune o frazione non superiore ai 5mila abitanti, lontano da aree metropolitane e che sia sede di un ufficio di polizia».²⁴
Dopo l’introduzione di una nuova modifica, l’art. 4 della legge 327 del 3 agosto 1988 stabiliva che il soggiorno obbligato dovesse essere scontato nel comune di residenza o dimora abituale, qualunque fosse la sua estensione.²⁵
Nel 1993 venne ripristinato l’allontanamento del soggetto dalla sua residenza, per poi essere definitivamente abolito l’intero istituto del soggiorno obbligato con il referendum dell’11 luglio 1995.²⁶
⁸ https://www.wikimafia.it/wiki/Soggiorno_obbligato
⁹ Idem.
¹⁰ https://shorturl.at/TgDWg
¹¹ https://www.wikimafia.it/wiki/Soggiorno_obbligato
¹² Legge n. 405 recante «Provvedimenti di Pubblica Sicurezza», approvata dalla Camera l’11 luglio 1894 e dal Senato il 19 luglio; Pacchetto di leggi anti-anarchiche: legge n. 314 sui reati commessi con materie esplodenti, legge n. 315 sull’istigazione a delinquere e sull’apologia dei reati commessi per mezzo della stampa, legge n. 331 portante la ripristinazione degli artt. 50 e 52 della legge n. 6144 (serie 3) del 30 giugno 1889 sulla pubblica sicurezza.
¹³ https://www.treccani.it/vocabolario/confino
¹⁴ Idem.
¹⁵ Nel 2014 il governo Renzi affermò di voler riorganizzare le forze di polizia con l’eliminazione delle funzioni doppie fra le varie forze e l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato nelle altre forze di polizia. Ai sensi del dlgs 19 agosto 2016, n. 177, tale corpo è stato poi soppresso a partire dal 31 dicembre 2016 e personale e funzioni in gran parte assorbiti dall’Arma dei Carabinieri; sono state inoltre affidate in esclusiva alla Guardia di Finanza tutte le funzioni di polizia e di mantenimento dell’ordine pubblico in mare, fatte salve le competenze del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera relative alla sicurezza della navigazione marittima e di ricerca e soccorso. Un riordino generale delle carriere è poi seguito con l’emanazione del d.lgs. 29 maggio 2017, n. 95. https://it.wikipedia.org/wiki/Forze_di_polizia_italiane
¹⁶ https://dizionario.internazionale.it/parola/soggiorno-obbligato
¹⁷ https://it.wikipedia.org/wiki/Soggiorno_obbligato
¹⁸ REGIO DECRETO n.1848 del 6 novembre 1926. https://www.wikimafia.it/wiki/Soggiorno_obbligato
¹⁹ https://shorturl.at/PETn8
²⁰ https://www.brocardi.it/testo-unico-pubblica-sicurezza/titolo-vi/capo-v/art181.html
²¹ https://shorturl.at/XnrJC
²² https://www.edizionieuropee.it/law/html/14/zn31_01_001.html
²³ https://www.adir.unifi.it/rivista/2010/tancredi/cap1.htm
²⁴ https://shorturl.at/A1Emi
²⁵ https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1988-08-03;327!vig
²⁶ https://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_in_Italia_del_1995
Capitolo II. I luoghi della villeggiatura
Descriviamo in questo capitolo alcuni esempi dei luoghi dove erano relegati i condannati al confino; altri verranno indicati dai destinati Terracinesi più avanti nel racconto delle loro storie.
I luoghi di villeggiatura
²⁷
Isole Tremiti (Foggia)²⁸
Queste isole sono l’unico arcipelago italiano del mare Adriatico e si trovano a circa dodici miglia a largo del Gargano, nel nord della Puglia. Sono note anche come Diomedee²⁹ e rappresentano un piccolo angolo di paradiso che attrae ogni anno migliaia di turisti grazie al mare limpido, i fondali puliti, il clima gradevole, l’aria pura, la vegetazione rigogliosa, la natura ancora selvaggia e incontaminata, le baie e i promontori, le coste basse e sabbiose, ma anche alte e rocciose con falesie a strapiombo sul mare.
In questo paradiso vi è l’isola di San Nicola, un’isola poco popolata (lunga poco più di un chilometro e mezzo, larga 450 m) che dal 1927 al 1937 diventò un luogo di deportazione per gli oppositori al Regime fascista condannati dalla Commissione speciale al confino. Su quest’isola erano prevalentemente reclusi i confinati condannati politici e la maggior parte dei testimoni di Geova.
Nella piazzetta vicina al viale dove erano alloggiati i confinati fu eretto un monumento dello scultore napoletano Raffaele Fienca a ricordo di quegli avvenimenti.³⁰
Ventotene (Littoria, oggi Latina)
Partendo dal porto di Ventotene si saliva verso la piazza della chiesa e della Direzione della Colonia di confino, dove al centro storico corrispondeva la cittadella confinaria
nella quale i relegati potevano abitare, passeggiare e vivere. I confinati non potevano accedere alla zona del porto e tutte le strade che conducevano verso la campagna; a loro era dedicata una piccola spiaggia, Calanava, che poteva essere frequentata in alcune ore del giorno sotto la sorveglianza degli agenti del confino.
All’inizio la sede del confino era il Castello
, ma dopo la costruzione dei padiglioni è aumentato il numero degli ospiti
e divenne la sede della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale che, con carabinieri e altre forze dell’ordine, si occupò della sorveglianza.
Foto: il Castello di Ventotene³¹
Successivamente venne utilizzato, per la detenzione dei confinati, il carcere di Santo Stefano, una struttura penitenziaria costruita nel 1795. Pensato come bagno penale per criminali irriducibili, Santo Stefano cominciò ben presto a ospitare dissidenti politici; la prima ondata arrivò dopo la rivoluzione napoletana del 1799, le ultime col fascismo, fino alla chiusura nel 1965.
Foto: Carcere di S. Stefano (Ventotene)³²
Ricordiamo che qui sono stati imprigionati i patrioti del Risorgimento Settembrini padre e figlio, Giuseppe Poerio e Silvio Spaventa; briganti leggendari come Fra Diavolo, Carmine Crocco e Giuseppe Musolino; il regicida anarchico Gaetano Bresci; comunisti e padri costituenti quali Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia e Umberto Terracini e, nella cella numero 36, anche un futuro presidente della Repubblica: Sandro Pertini.
Pisticci (Matera)
Questa colonia confinaria di Bosco Salice a Pisticci, l’unica in Italia, fu organizzata dal Regime fascista in modo tale da dare la possibilità ai confinati antifascisti di redimersi attraverso il lavoro.
Questo luogo di detenzione nacque in un territorio dove le scarsità di comunicazioni interne e le condizioni sociali erano, e restarono in quel periodo, tra le più arretrate della nazione.
Si diede così avvio nel 1938 a vari lavori di bonifica e agricoli; nel 1940 vi lavoravano già cinquecento confinati; il risultato finale fu 750 ettari di terreno acquitrinoso messi a coltura, la realizzazione di case coloniche, di un centro agricolo e di un villaggio.³³
La colonia, che dipendeva direttamente dal Ministero degli Interni, nel 1939 divenne il primo vero campo di concentramento in Italia; erano addetti al servizio d’ordine: militi, ufficiali, carabinieri, ecc.
I confinati politici furono sempre rispettati dalla popolazione, che spesso si dimostrò anche solidale con loro; molti erano anche i testimoni di Geova reclusi perché ritenuti avversari del Regime fascista per il loro netto rifiuto di svolgere il servizio militare.
Lipari (Messina)
La sede di Lipari fu un luogo di confino per italiani e stranieri, con una media di 383 persone costantemente presenti nella colonia.
Da ricordare che da questa sede ebbe luogo la fuga di Emilio Lussu, Francesco Nitti e Carlo Rosselli.
Ponza (Littoria, oggi Latina)
Questa fu la sede di confino per tutti i dissidenti del regime, politici e non solo, un luogo dove venivano inviati solo gli elementi ritenuti più pericolosi dal Regime fascista, tra i più noti: Giorgio Amendola, Sandro Pertini, Pietro Nenni, Mauro Scoccimarro, Giuseppe Romita, Pietro Secchia, Umberto Terracini, Nello Traquandi, Vincenzo Calace, Francesco Fancello, Lelio Basso, Pietro Longo.
La colonia di confino funzionava con un corpo di sorveglianza composto da carabinieri, agenti di polizia e militi fascisti al comando di cinque ufficiali.
Sul piroscafo Giannutri, che faceva servizio da Napoli e da Gaeta per le Isole Pontine, non mancava mai una coppia di carabinieri con qualche confinato che, in catene, veniva tradotto a Ponza.
Ai confinati, che venivano alloggiati prevalentemente nel carcere penale borbonico, era consentito muoversi in una piccola e ristretta area.
Quando fu chiusa la colonia di confino di Ponza molti prigionieri furono deportati a Ventotene.
Oltre a quelli citati, vi erano altri luoghi di confino come Ustica o quelli in provincia di Trapani: Lampedusa, Pantelleria e Favignana.³⁴
Panorama di Ponza³⁵
²⁷ https://www.ponzaracconta.it/2020/10/07/viaggio-ai-confini-del-confino/
²⁸ www.isoletremiti.it
²⁹ Anticamente le isole erano denominate Diomedee, perché secondo la mitologia furono avvistate da Diomede, che reduce della guerra di Troia decise di fondarvi una colonia. https://hotel-gabbiano.com/le-isole-tremiti-tra-mitologia-e-storia/
³⁰ https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article646
³¹ https://shorturl.at/ZLHgU
³² https://www.ilmondodegliarchivi.org/l-archivio-storico-del-carcere-ordinario-di-saanto-stefano-di-ventotene-tra-salvaguardia-e-valorizzazione/
³³ https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article646
³⁴ https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article646
³⁵ http://www.prolocodiponza.it/progettoPonza/confino.htm
Capitolo III. L’esilio
Il Regime fascista introdusse un’altra misura di pena già nota e applicata da secoli, ma qui fu applicata con una distinzione tra esilio interno
, o confino, ed esilio esterno
, ovvero la deportazione al di fuori della nazione di residenza.
In sostanza, l’esilio consisteva nell’allontanamento, perpetuo o temporaneo, dalla patria.³⁶ Poteva essere eseguito mediante costrizione diretta o indiretta e come pena limitativa della libertà personale, ma anche come necessità di sottrarsi a persecuzioni o violenze politiche o civili; l’esilio assume allora la denominazione di volontario
e non è l’equivalente di una pena.³⁷
La voce exilium, presso gli antichi Romani, stava a indicare l’allontanamento volontario dal luogo di residenza; il reo, se prevedeva una condanna per un suo reato, si ritirava in esilio e se rientrava nel luogo abbandonato, poteva essere anche ucciso.³⁸
Successivamente, l’esilio poteva prevedere la pena di morte acquisendo la forma di una interdictio aquae et ignis³⁹ e ogni cittadino ebbe il divieto di fornire al condannato alimenti e alloggio.
Con l’imperatore Augusto la pena divenne deportatio (o relegatio), che spesso era eseguita su di un’isola dei territori dominati dai romani e poteva essere inflitta o con durata perpetua o con la morte.
Durante il periodo medievale l’esilio, inteso come deportazione o come confino, entrò in conflitto con la disposizione germanica del Bannum-bando, per la quale era consentito a chiunque di uccidere il bandito
che rientrava nel territorio in quanto diffidatus ad mortem.
In seguito, l’esilio fu interpretato come espulsione dalla città (eiectio a civitate, expulsio de civitate, forestatio, missio ad praecepta extra civitatis districtum) o dal distretto di appartenenza ed era consentito di abitare in un luogo lontano (datio finium, confino).
Il problema si risolse
più facilmente con il progressivo frazionamento degli imperi e la costituzione dei nuovi Stati: bastava espellere gli esiliati dallo Stato di appartenenza.
Ma sorse un altro problema: si potevano costringere gli altri Stati ad accogliere codesti elementi pericolosi?
I giuristi filosofi del XVIII secolo ebbero, quindi, difficoltà a codificare il regime di esilio e a inserirlo nella scala delle sanzioni penali; si pensò allora di restringere la portata della sanzione con l’allontanamento solo in alcune parti del territorio nazionale.
Quindi l’esilio divenne una sanzione da scontare o secondo l’istituto del bando, la relegazione o deportazione in altro Stato o in territorio d’oltre mare, oppure con un esilio locale, che poteva assumere la misura di pena preventiva e la natura di confino.
Ma per i problemi sorti l’esilio fu gradatamente abbandonato perché fu giudicato inopportuna la sottrazione di un cittadino alla giurisdizione nazionale.⁴⁰ Per esempio, Cesare Beccaria⁴¹ giudicava inutile il provvedimento dell’esilio, in quanto non impediva l’operosità criminosa del condannato né la divulgazione delle sue idee politiche e l’attività politica nella nuova residenza.
A questo provvedimento si andò largamente sostituendo il confino, e cioè l’allontanamento dalla propria residenza con l’obbligo di trasferirla in altro luogo determinato; ma l’esilio fu egualmente applicato localmente come misura di sicurezza diretta a prevenire la facilità e l’occasione di nuovi reati da parte di chi già si era dimostrato pericoloso con la consumazione di un delitto.
La legislazione successiva sostituì, nella codificazione, alle pene dell’esilio la misura preventiva di interdizione di soggiorno
in località determinate dal giudice.
In Francia il codice penale (1810) prevede ancora la deportazione e la pena infamante del bando; con legge 29 maggio 1885 fu introdotta la interdiction de séjour. I codici austriaco e tedesco comprendevano tra le pene l’espulsione da un luogo o da una parte dello stato. Tra i più recenti, i codici penali albanese, turco e venezolano prevedono la pena del confino; il progetto di codice penale romeno (1928) la misura di sicurezza dell’interdizione di domicilio in determinate località. Il codice penale spagnolo (1929) prevede, tra le pene, la deportazione, il confino e l’esilio locale.⁴²
La codificazione del Codice penale italiano del 1889 sopprimeva la pena dell’esilio locale e istituì il confino mentre il Codice successivo, approvato con il REGIO DECRETO 1399 del 19 ottobre 1930, non conteneva il provvedimento dell’esilio mentre invece fu incluso il divieto di soggiorno in alcuni comuni o provincie.⁴³
In sostanza la misura di sicurezza aveva come fine la sottrazione del colpevole di un delitto dagli adescamenti o agevolazioni delle associazioni criminose e veniva applicata «a chi sia condannato per delitto contro la personalità dello stato o contro l’ordine pubblico, ovvero per delitto commesso per motivi politici o occasionato da particolari condizioni sociali o morali esistenti in un determinato luogo».⁴⁴
Essa «si differenzia dalla pena del confino, oltre che per la sua natura amministrativa e per gli scopi di prevenzione specifica che son propri di tutte le misure di sicurezza in contrapposto alle pene, anche perché, se esso importa il divieto di dimorare nei luoghi stabiliti, ammette invece la libertà di andare in qualsiasi altro luogo».⁴⁵
È altresì diversa dal confino di polizia
, che è previsto dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza del 6 novembre 1926, n. 1848,⁴⁶ perché questa è una misura di polizia che trova motivo nella pericolosità sociale generica e non presuppone la consumazione di un delitto, accertata giudizialmente, e comporta inoltre l’applicazione di un soggiorno coattivo in luogo determinato dall’autorità.
L’esilio fu usato dal Fascismo come forma di punizione, in particolare per gli oppositori politici del Regime; si trattava di comunisti, socialisti, demoliberali e liberali che, dal 1925 fino alla metà degli anni Trenta, diedero vita a un’opposizione sotterranea e di carattere cospirativo.⁴⁷
Per concludere con l’argomento in questione, alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’ampia area della penisola istriana, (Zara, Fiume e le isole del Quarnaro) fu al centro di un evento storico consistito nell’esilio forzato di non meno di 250mila persone, in larga parte italiane, coinvolgendo anche una componente di popolazione slovena e croata, costrette ad abbandonare i loro territori nativi passati sotto il governo jugoslavo del maresciallo Josip Broz Tito.
In realtà le autorità jugoslave non emanarono mai disposizioni formali di tipo espulsivo che obbligavano la componente italiana a lasciare il territorio, ma le stesse autorità furono responsabili di continue pressioni morali e ambientali, tali da determinare per gli italiani una situazione di invivibilità, di fronte alla quale la strada dell’esodo si presentò come l’unica via percorribile.⁴⁸
Gli esuli, opera di Josef Rolletschek (1899)⁴⁹
Dante in esilio, opera di Domenico Petarlini (1865)⁵⁰
Napoleone Bonaparte in esilio sull’isola di Sant’Elena, opera del pittore Franz Josef Sandmann⁵¹
³⁶ https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Beccaria
³⁷ https://www.treccani.it/enciclopedia/esilio_%28Enciclopedia-Italiana%29/
³⁸ Ibidem.
³⁹ Traduzione: «divieto di acqua e fuoco».
⁴⁰ https://www.treccani.it/enciclopedia/esilio_%28Enciclopedia-Italiana%29/
⁴¹ Cesare Beccaria Bonesana, marchese di Gualdrasco e di Villareggio (Milano, 15 marzo 1738 - Milano, 28 novembre 1794), è stato un giurista, filosofo, economista e letterato italiano considerato tra i massimi esponenti dell’illuminismo italiano, figura di spicco della scuola illuministica milanese. La sua opera principale, il trattato Dei delitti e delle pene, in cui viene condotta un’analisi politica e giuridica contro la pena di morte e la tortura sulla base del razionalismo e del pragmatismo di stampo utilitarista, è tra i testi più influenti della storia del diritto penale e ispirò tra gli altri il codice penale voluto dal granduca Pietro Leopoldo di Toscana. https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Beccaria
⁴² https://www.treccani.it/enciclopedia/esilio_%28Enciclopedia-Italiana%29/
⁴³ https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_di_procedura_penale_italiano_del_1930#:~:text=Il%20codice%20di%20procedura%20penale,di%20procedura%20penale%20del%201913
⁴⁴ https://www.altalex.com/documents/news/2013/12/19/delle-misure-amministrative-di-sicurezza
⁴⁵ Ibidem.
⁴⁶ https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1926-11-06;1848
⁴⁷ https://www.memorieincammino.it/parole/esilio
⁴⁸ https://shorturl.at/QTOy3
⁴⁹ https://it.wikipedia.org/wiki/Esilio#/media/File:Josef_Rolletschek-1899-Die_Vertriebenen.IPG
⁵⁰ https://it.wikipedia.org/wiki/Esilio#/media/File:Dante_exile.jpg
⁵¹ https://it.wikipedia.org/wiki/File:Napoleon_sainthelene.jpg
Capitolo IV. Lucania, la prescelta
I Comuni della Lucania (odierna Basilicata) erano situati in località sperdute e difficilmente raggiungibili e durante il periodo del