Mussolini e gli Illuminati: Da Piazza San Sepolcro al rito sacrificale di Piazzale Loreto
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All’occhio particolarmente attento (anche grazie agli strumenti culturali adeguati) di Enrico Montermini, non è sfuggita questa stranezza, né la particolarità di un cadavere appeso per i piedi, esattamente come nella figura dell’impiccato dei Tarocchi...
Da tutto questo parte un’analisi storica accurata e documentata, che porta a scoprire come dietro la facciata di una lotta delle ‘democrazie occidentali’ contro il totalitarismo fascista si sia in realtà celata una guerra senza esclusione di colpi fra l’alta finanza mondiale, impregnata di cultura magica ed esoterica (o davvero qualcuno crede che i massoni compiano, incappucciati, i loro riti, solo per gioco?...) e altre forze misteriose che giocavano la loro partita per il potere mondiale anche sulla testa, e sulla pelle di un dittatore che dopo averne sapientemente sfruttato gli appoggi e le contraddizioni, verrà sacrificato, in un rito esoterico, con tanto di ramo d’acacia stretto nelle mani...
Gli Illuminati (un’organizzazione plurisecolare, la cui esistenza è nota ed alla quale si sono più volte riferiti importanti personaggi della politica), divisi in fazioni e gruppi rivali, controllano i governi, i servizi segreti, l’alta finanza. Mussolini era a conoscenza dei loro piani? E per questo venne ammazzato?
In appendice, il noto storico Giorgio Galli, conferma nel suo saggio “Piazzale Loreto, macelleria messicana o rito esoterico?” l’intuizione da cui prende le mosse questo libro.
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Anteprima del libro
Mussolini e gli Illuminati - Giorgio Galli
Mussolini e gli Illuminati
di Enrico Montermini
© 2017 Enrico Montermini
Coedizione digitale (eBook) 2018 a cura di MABED Edizioni Digitali
Adattamento eBook: Mabed
ISBN: 9788898891436
www.edizionisi.com
www.mabed.it
info@mabed.it
L’editore è a disposizione per qualunque parte del libro (testo o immagini) dovesse risultare coperta da copyright, e di cui fosse stato impossibile accertare la provenienza.
Il libro
Può sembrare strano, ma fino ad oggi nessuno si era reso conto della principale stranezza relativa alla cosiddetta macelleria messicana
(definizione di Sandro Pertini) consumatasi in Piazzale Loreto. Nessuno si è chiesto come mai una simile manifestazione di odio popolare, spontanea e istintiva
, sia stata ripresa in maniera professionale dai cineoperatori al seguito degli eserciti Alleati, con tanto di postazioni fisse e numerosi rifacimenti della scena...
All’occhio particolarmente attento (anche grazie agli strumenti culturali adeguati) di Enrico Montermini, non è sfuggita questa stranezza, né la particolarità di un cadavere appeso per i piedi, esattamente come nella figura dell’impiccato dei Tarocchi...
Da tutto questo parte un’analisi storica accurata e documentata, che porta a scoprire come dietro la facciata di una lotta delle ‘democrazie occidentali’ contro il totalitarismo fascista si sia in realtà celata una guerra senza esclusione di colpi fra l’alta finanza mondiale, impregnata di cultura magica ed esoterica (o davvero qualcuno crede che i massoni compiano, incappucciati, i loro riti, solo per gioco?...) e altre forze misteriose che giocavano la loro partita per il potere mondiale anche sulla testa, e sulla pelle di un dittatore che dopo averne sapientemente sfruttato gli appoggi e le contraddizioni, verrà sacrificato, in un rito esoterico, con tanto di ramo d’acacia stretto nelle mani...
Gli Illuminati (un’organizzazione plurisecolare, la cui esistenza è nota ed alla quale si sono più volte riferiti importanti personaggi della politica), divisi in fazioni e gruppi rivali, controllano i governi, i servizi segreti, l’alta finanza. Mussolini era a conoscenza dei loro piani? E per questo venne ammazzato?...
In appendice, il noto storico Giorgio Galli, conferma nel suo saggio Piazzale Loreto, macelleria messicana o rito esoterico?
l’intuizione da cui prende le mosse questo libro.
L’Autore
Enrico Montermini è un ricercatore indipendente. Volto noto della Rete, collabora con l’associazione culturale Accademia della Libertà e con alcune riviste occupandosi di massoneria, società segrete e apparati di intelligence.
Enrico Montermini
Mussolini e gli Illuminati
Da Piazza San Sepolcro al rito sacrificale di Piazzale Loreto
_____________
Ringraziamenti
Molti anni orsono, quand’ero ancora un giovane studente universitario, il compianto professore Giuliano Tamagnini mi disse: A cosa servono le mie ricerche? E’ una domanda che mi sono posto molte volte. Alla fine mi sono dato questa risposta: io ho aggiunto un piccolo mattone all’edificio della civiltà. La mia speranza è che qualcun altro parta da dove io mi sono fermato io e aggiunga il suo mattone al mio
. L’edificio di cui parlava Tamagnini era l’ideale di una comunità di cittadini liberi, uguali e responsabili; e il suo mattone era il dovere morale, in quanto uomo di cultura, di condividere il suo sapere per informare, per denunciare e per renderci tutti un poco più consapevoli. Mussolini e gli Illuminati
vuole essere il modesto contributo che io ho aggiunto al suo lavoro.
Da Tamagnini ho appreso il metodo nietzschiano della fenomenologia, ossia il concorso della Storia e della Logica per comprendere come certe idee religiose, filosofiche o politiche abbiano prodotto determinati risultati, storicamente documentabili, in un dato tempo e in un dato luogo. Questo strumento scientifico è stato impiegato qui per tentare di dimostrare come le società segrete abbiano condizionato la Storia d’Italia tra il 1919 e il 1945.
Si tratta di ricerche pionieristiche, che però si innestano sul filone dei precedenti studi di Giorgio Galli sulla politica e l’esoterismo nel Ventesimo secolo. Sono debitore a Galli per aver individuato un cammino di ricerca fecondo e originale. Lo ringrazio anche per i preziosi consigli grazie ai quali ho potuto circoscrivere meglio gli oggetti della mia indagine.
Voglio ringraziare Ubaldo Croce e Andrea Signini che mi hanno ispirato, sostenuto e incoraggiato durante la stesura del libro. Ringrazio Luca Monti e Nicola Bizzi, che hanno fatto di me un profano un po’ meno ignorante sulle questioni massoniche ed esoteriche. Ringrazio anche Luciano Sciandra, che mi ha rivelato diversi retroscena del mondo politico ed esoterico degli anni Venti e Trenta, che si sono rivelati importanti spunti di ricerca. Non posso non citare l’esoterista Durante Della Rosa, che mi ha aiutato a decodificare le fonti iconografiche dei fatti piazzale Loreto. Voglio ricordare anche Antonio Pantano, Gian Paolo Pucciarelli, Giorgio Vitali e Massimo Guerrieri.
Una menzione particolare va a Epiphanius, che ha avuto la pazienza di illustrarmi molte delle questioni affrontate nel suo monumentale lavoro sulla massoneria e le società segrete.
Ricordo infine Luciano Garibaldi, Claudio Mauri, Aldo Mola, Gerardo Padulo, Marco Cuzzi, Massimo De Leonardis, Claudio Mutti, Marco Novarino e Giovanni Francesco Pecoraro alias Carpeoro
, che ho consultato nel corso delle mie ricerche.
Colgo l’occasione per salutare con affetto Gino Casali e Luciana Bertellini, che ai tempi della scuola mi hanno trasmesso la passione per la Storia.
Questo libro è dedicato alla memoria di mio padre: se fosse ancora tra noi ne sarebbe orgoglioso.
Introduzione
Un cadavere orrendamente sfigurato penzolava a testa in giù dalla pensilina di una stazione di rifornimento. Era lì, immobile, sotto un timido sole primaverile. Quello era il cadavere di Benito Mussolini, l’uomo che per vent’anni aveva deciso – nel bene e nel male – le sorti d’Italia. Tutt’attorno vi era una folla ostile che, dopo averlo osannato come un dio, ora gridava, inveiva, sputacchiava e percuoteva quel povero corpo esanime.
Così si chiudeva la vicenda umana e politica del Duce fondatore del Fascismo... Era il 29 aprile 1945.
Ora vi inviamo a cercare un altro cadavere, anch’esso impiccato a testa in giù. Questa volta si tratta del personaggio disegnato su una carta del mazzo dei Tarocchi: esattamente il 12° Arcano, detto l’Appeso
. Confrontate voi stessi questa immagine con una foto del cadavere di Mussolini a Piazzale Loreto e giungerete alle nostre stesse conclusioni: chi ha inscenato l’esecuzione del dittatore ha inteso comunicare un messaggio in termini esoterici.
Ma tutto questo, naturalmente, sui libri di Storia, quelli accademici, non lo leggerete mai.
L’Appeso simboleggia la figura del veggente, dell’iniziato. Come nel mito di Odino, la divinità germanica, che rimase una settimana a testa in giù per comprendere il segreto delle Rune: riuscì nell’impresa solo dopo aver contemplato il mondo alla rovescia. Infatti il mondo della materia è la rappresentazione speculare, ma opposta, del mondo soprannaturale. L’iniziato del 12° arcano è una figura che non ricerca attivamente la sapienza, ma si fa ricettacolo di forze magiche. Chi ha inscenato l’esecuzione di Mussolini, ha dunque inteso attribuirgli il titolo di iniziato. Ma di quale iniziazione stiamo parlando? E soprattutto a quali segreti sarebbe stato iniziato il Duce?
Di sicuro sappiamo che Mussolini, al momento della cattura, portava con sé una valigia di pelle piena di documenti. Egli riteneva codesti documenti di importanza tale da rappresentare una sorta di assicurazione sulla vita. Infatti gli esecutori dell’omicidio non poterono agire contro di lui fino a quando la famosa valigia non fu nelle mani del loro mandante.
Cosa custodiva quella valigetta? Si trattava delle prove documentali dei segreti di cui Mussolini era a conoscenza? Non si poteva giustiziare il Duce prima di aver messo le mani su quella valigia?
Piazzale Loreto fu il luogo scelto per la messinscena. Il partigiano Walter Audisio ne sottolineò il valore simbolico: proprio lì, nel 1944 erano stati fucilati quindici partigiani: occhio per occhio, dente per dente!
Tuttavia la ricostruzione non regge: in quel giorno di primavera del ’45 furono esposti i cadaveri di Mussolini, della sua amante Claretta Petacci, del fratello di lei Marcello e di quindici gerarchi, tra cui Mezzasoma e Pavolini, a cui fu aggiunto, poche ore dopo, quello di Starace. Dunque diciannove cadaveri per vendicare quindici partigiani: il conto non torna, ma non possiamo chiedere agli storici di occuparsi anche di matematica!
La Storia si fa sui documenti, e la testimonianza di Audisio ha fatto la Storia, malgrado fosse palesemente incoerente. La verità è che il nostro testimone aveva a mala pena orecchiato una parola di cui non comprese il valore simbolico, perché non possedeva le appropriate chiavi di lettura.
Egli si limitava ad eseguire gli ordini di altri.
Il piazzale milanese è dedicato alla Madonna di Loreto, che è oggetto di particolare venerazione per la Chiesa Cattolica.
Qui il cadavere di Mussolini fu portato all’alba del giorno 29, che era una domenica: il giorno del Signore per i cristiani. Agatha Christie a questo punto direbbe che una coincidenza è solo una coincidenza, due coincidenze sono sempre due coincidenze, ma tre coincidenze fanno un indizio.
Ecco allora la terza coincidenza: per sollevare la salma di Mussolini, in modo da poterla appendere a testa in giù, fu usato un furgone targato CDV
ossia Città del Vaticano.¹ Cosa ci faceva sul posto quel furgone? Evidentemente era stato portato lì apposta. Come pure i cineoperatori, che ripresero tutta la macabra cerimonia. I mandanti dell’omicidio, evidentemente, volevano in qualche modo collegare l’esecuzione del Duce con il Vaticano.
Se dunque Mussolini era un iniziato a conoscenza di segreti indicibili, quale connessione vi era tra questi segreti e le segrete stanze della curia romana?
Il messaggio fu chiaramente percepito da Pio XII, tant’è vero che ordinò al generale dell’Ordine dei Gesuiti di sguinzagliare i suoi uomini per raccogliere informazioni sui comunisti italiani. Secondo gli storici di professione tutto ciò faceva parte del piano concordato tra il Vaticano e gli Alleati per contenere la minaccia del comunismo. Invece, a parere di chi scrive, i Gesuiti andavano innanzitutto alla caccia di qualcosa di preciso e cioè delle carte del Duce contenute nella famosa valigia che, seguendo la vulgata popolare, sarebbe stata recuperata proprio dai partigiani comunisti. Ma perché Pio XII e la Compagnia di Gesù erano terrorizzati all’idea che quelle carte finissero nelle mani del compagno
Stalin? La storiografia ufficiale non ce lo dice: nelle prossime pagine proveremo ad arrivarci con l’uso della logica.
Facciamo ora un passo indietro. Mussolini fu fucilato con Claretta Petacci il giorno 28 aprile 1945, che cadeva di sabato, giorno sacro per la religione ebraica. Si trattava solo di un caso? Se vogliamo prestare fede alla pista esoterica, il numero 28 per la Kabala simboleggia una rarissima preghiera, chiamata Birkat Hachama
e cioè Benedizione del Sole
.
Questa festa si può celebrare solo una volta ogni 28 anni, ovvero nel momento preciso in cui il Sole occupa la medesima posizione in cui si trovava al momento in cui l’Altissimo lo creò, stando alla testimonianza della Genesi. Riportiamo il testo della preghiera: "Benedetto sei Tu, o Signore, nostro Dio, Re dell’Universo, artefice delle opere della Creazione".
La Benedizione del Sole
si deve fare non in occasione dell’evento astronomico, ma all’alba del giorno successivo. Il cadavere di Mussolini, infatti, giunse a Piazzale Loreto alle ore 3:40 di domenica 29 aprile per essere giustiziato una seconda volta, simbolicamente, nella piazza dedicata alla Madonna madre di Cristo. Giustiziato, in questo caso, da una folla inferocita di cittadini, che per vent’anni si era sentiti ripetere da moltitudini di preti che Mussolini era l’uomo della Provvidenza.
Una volta ritornato il sole nel punto in cui era al momento in cui il Signore lo ha creato – un fatto simboleggiato, come abbiamo detto, dal numero 28
della Kabala – il mondo può avere un nuovo inizio.
Un inizio nel quale l’Ebraismo e il Cristianesimo sarebbero andati a braccetto secondo un’ideale di sincretismo religioso auspicato dalla Massoneria inglese. Anche il mese di aprile, infatti, ha un significato: è il 4
della Kabala, che simboleggia le quattro matriarche che hanno generato il popolo di Israele, il popolo con cui l’Altissimo ha stretto la sua alleanza. Questo, naturalmente, secondo una visione cabalistica – e quindi ebraica – della faccenda. Da un punto di vista cristiano la cosa cambia, sì, nella forma ma non nella sostanza: il sacrificio di Mussolini, qui, non è un numero ma un luogo e cioè il piazzale dedicato alla Madonna, la madre di Gesù, sceso sulla Terra per stringere una nuova alleanza tra Dio e l’Uomo. Dal punto di vista esoterico ha importanza anche l’anno dei fatti, il 1945. In questo caso occorre scomporre il numero nelle sue quattro cifre: del numero 4
si è già detto, mentre il 9
simboleggia i mesi della gravidanza. La gravidanza delle quattro matriarche del popolo ebraico? O la gravidanza della Vergine, madre di Dio? O di entrambe, secondo una interpretazione sincretica?
Proviamo allora a lavorare su questa ipotesi:
Mussolini fu un Iniziato, nel senso che fu messo a conoscenza, o intuì, il grande segreto del Ventesimo secolo: il tentativo di riunire le tre grandi religioni monoteiste sotto un’unica Chiesa mondiale, come hanno proclamato i principali teorizzatori del pensiero mondialista, da Comenius a Saint’Yves d’Alveydre.
Tutto ciò sotto la regia della Massoneria deista della Grand Lodge of England. Fatto il concordato con la Chiesa e alleatosi con l’antisemita Hitler in una guerra persa – come prevedibile – contro la grande finanza sionista, il Duce aveva assolto il compito che gli Illuminati gli avevano affidato. Ora restava solo un testimone scomodo. Ecco perché Churchill e Roosevelt lo volevano morto. E’ questa una delle tesi di fondo del presente libro.
Winston Churchill, non solo era venerabile 33
della Massoneria scozzese, ma frequentava – secondo numerose testimonianze – ben nove medium tra le quali Helen Duncan e Jane Dikinson. Il premier inglese era anche membro di un movimento puritano vicino all’ebraismo, spesso definito Sionismo cristiano
. Questa organizzazione credeva nell’avvento di un nuovo Salvatore nel momento in cui la Palestina fosse tornata in mano agli Ebrei; la qual cosa fu ufficializzata con la nascita dello Stato di Israele, nel 1948, che fu benedetta da Pio XII. Cosa sarebbe potuto accadere se Mussolini fosse stato ancora in circolazione a quel tempo?
In una conversazione telefonica del 1943 Churchill affermò in modo perentorio che Mussolini andava eliminato. In quella circostanza il suo interlocutore Roosevelt – anch’egli alto dignitario massonico e membro della Pillgrim’s Society – non ebbe nulla da obiettare.²
Churchill agiva anche come rappresentante degli interessi dell’industria petrolifera inglese. Egli era stato infatti il cervello dell’operazione che aveva portato l’Ammiragliato britannico ad acquistare il controllo della Anglo Persian Oil Company nel lontano 1913. Se Churchill fu uno dei mandanti dell’omicidio di Mussolini, non dobbiamo dimenticare che egli si comportò allo stesso modo nel 1925 nei confronti di Giacomo Matteotti.
Infatti, almeno secondo Fasanella e Cereghino, fu il premier inglese a ordinare la morte del leader socialista italiano per impadronirsi dei documenti che comprovavano il pagamento di mazzette a numerosi gerarchi fascisti da parte della Sinclair Oil. Questa era una società rivale della APOC e apparteneva alla galassia della Standard oil dei Rockefeller.³
Vi è poi la circostanza che nel 1934-1936 – nel preciso momento in cui l’Inghilterra e gli USA cessano di sostenere il regime mussoliniano e diventano i suoi più strenui nemici – l’AGIP aveva violato il santuario
petrolifero del Medio Oriente dove APOC e Standard oil, questa volta, agivano in sinergia all’interno del consorzio della Turkish Petroleum Company.
Ma la scena di Piazza Loreto non sarebbe completa senza questo dettaglio: Mussolini e gli altri suoi compagni di sventura furono appesi a testa in giù a una pompa di benzina della Esso, una società del gruppo Standard oil. Un’altra coincidenza? La risposta potrebbero darcela Eugenio Cefis e Italo Pietra, che – stando alle rivelazioni fatte negli anni ’70 dalla rivista La Rivolta del Popolo
– rientrarono in Italia attraverso la Svizzera grazie a un finanziamento di 50 mila sterline proprio per giustiziare il dittatore. In seguito l’uno divenne presidente dell’ENI e l’altro direttore de Il Giorno
, quotidiano della stessa ENI: si trattò un premio per il loro gesto? O invece siamo di fronte all’ennesimo tentativo di depistaggio? Curiosamente Pier Luigi Bellini delle Stelle, l’uomo che catturò Mussolini e che per primo ebbe tra le mani la famigerata valigetta, sarebbe poi diventato il capo della Sarom Progetti. Pure Walter Audisio, che rivendicò pubblicamente la responsabilità dell’esecuzione, fu dipendente dell’ENI. Tuttavia, nel 1945 costoro erano dei piccoli capi partigiani; e tutti, con la sola eccezione di Bellini, di fede comunista. Tale circostanza avrebbe potentemente concorso a depistare i sospetti sul vero mandante del crimine, fin dalle prime mosse. Nelle carte sequestrate a Dongo vi erano anche le prove dei maneggi di Bernardino Nogara, il potentissimo fondatore dello IOR? Il Duce sapeva che una parte degli enormi introiti finanziari garantiti alla Santa Sede dai patti lateranensi fin dal 1929 venivano convertiti in lingotti d’oro e trasferiti nelle banche americane. Il mediatore era probabilmente l’arcivescovo di New York, Francis Spellman e il dittatore non poteva ignorarlo, visto che già nell’agosto del 1940 un giornale fascista definiva l’alto prelato un agente degli ebrei di Wall street
. Nel 1945 queste ricchezze vennero convertite in Sterline e dirottate nella City di Londra. Un’altra domanda mi viene spontanea. Nella valigetta di Mussolini vi erano le prove dell’attività di spionaggio esercitata a favore degli anglo-americani dal cardinal Montini? L’intera rete spionistica del Vaticano era infatti finanziata dal presidente Roosevelt, come ammise Pio XII in persona di fronte all’incaricato d’affari americano Harold Tittman nel 1941. Lo testimonia una lettera dell’ambasciatore tedesco Von Veiszacker. ⁴
Se queste informazioni fossero divenute di pubblico dominio la reputazione del Santo Padre e l’immagine della Chiesa cattolica avrebbero subito un duro colpo. Anche la carriera di monsignor Montini, all’epoca Segretario di Stato, avrebbe avuto fine. Ciò basta e avanza a spiegare l’agitazione delle alte gerarchie del Vaticano – e dei Gesuiti in particolare – a caccia di informazioni ‘sui comunisti’ nel 1945? La risposta, a mio avviso, non può che essere positiva. Vi sono quindi le premesse per dire che se quelle carte fossero esistite e fossero diventate di pubblico dominio, Montini – che per altro diverse fonti accreditano come massone – non sarebbe mai salito al trono di Pietro col nome di Paolo VI. Né vi sarebbe mai stato il Concilio Vaticano II, che già al tempo fu accusato di aver tradito l’autentico messaggio evangelico in nome del compromesso con l’ebraismo e la Massoneria.⁵
A riscontro di queste supposizioni vi è l’intera simbologia di Piazzale Loreto, che, come si è visto, pare incentrata su un messaggio di riconciliazione e di unificazione della Chiesa Cattolica col mondo ebraico sotto l’egida della Massoneria. Uno dei significati del 12° Arcano è il sacrificio: ritorna il concetto di Mussolini scelto come vittima sacrificale di patti indicibili.
Ce lo conferma un testimone d’eccezione come Ezra Pound, che così descrisse, in termini esoterici, quella misteriosa e macabra liturgia:
"L’enorme tragedia del sogno sulle spalle curve del
Contadino
Manes! ⁶ Manes fu conciato e impagliato
Così Ben e la Clara a Milano
per i calcagni a Milano
Che i vermi mangiassero il torello ⁷ morto"
(Cantos, LXXIV, sez. Canti pisani)
Secondo una tradizione sincretica diffusa a partire dalla seconda metà del XIX Secolo⁸ Manes sarebbe contemporaneamente Mosé (fondatore dell’Ebraismo), Gesù (Messia del Cristianesimo) e Mani (fondatore del manicheismo). Ecco