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Messia
Finzione estrema
Malasorte
Serie di e-book8 titoli

Traviesa

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Info su questa serie

In questa antologia, vale la pena constatare come la vaga nozione di Unghie e denti abbia portato gli autori ad attraversare vari spazi comuni. Il primo di essi, forse il più ovvio, è quello relativo ai rimandi al mondo animale, inteso come indice di un’economia libidinale, come assedio dall’interno del corpo, come promemoria perpetuo di quel “candelabro della vita” in cui bisogna versare sempre il sangue altrui. Il mondo animale come una dipendenza, come un consumo sfrenato che è allo stesso tempo uno scontro mortale contro la lingua, intesa come scambio e non come estasi. Il mondo animale, alla fine, visto come frontiera antropologica in cui i fili del racconto cercano di intrecciare una forma, forse il mosaico di saperi dimenticati che percepiamo ogni giorno solo come rumore sordo, come un istinto.
La felice collisione dei testi che compongono questa antologia contribuisce a porre le basi per una complicità intellettuale tra modi distinti di intendere la letteratura.
LinguaItaliano
Data di uscita16 apr 2018
Messia
Finzione estrema
Malasorte

Titoli di questa serie (8)

  • Malasorte

    1

    Malasorte
    Malasorte

    Le antologie di Traviesa sono curate da scrittori ispanofoni invitati a tracciare un itinerario intorno alle proprie ossessioni più amate. Ogni numero presenta quattro racconti accomunati da un tema e preceduti da un prologo dello stesso curatore. Le quattro storie di questo volumetto sono artefatti per indagare come opera la malasorte dentro di noi. Se leggiamo attentamente, scopriremo che un pianoforte che cade sopra le nostre teste a volte si disintegra e a volte suona spontaneamente un concerto, che la malasorte è fragile e irregolare. Che ognuno cerchi nell’evento improbabile che è la lettura di questi bellissimi testi il senso che più gli serva per orientarsi nel proprio segmento di caos dell’universo.

  • Messia

    2

    Messia
    Messia

    Le antologie di Traviesa sono curate da scrittori ispanofoni invitati a tracciare un itinerario intorno alle proprie ossessioni più amate. Ogni numero presenta quattro racconti accomunati da un tema e preceduti da un prologo dello stesso curatore. I racconti di questa raccolta offrono sguardi diversi sul nostro modo di rapportarci alla religione, alla fede e al soprannaturale. I loro autori sono in prima fila nel rinnovamento in atto nella letteratura latinoamericana. Sabbia nera affronta il tema del fanatismo religioso partendo dall’incontro con un membro di una setta, Tatuato è una storia di mafiosi brasiliani che si raccomandano a Dio prima di liquidare i loro rivali, in La pietra e il flauto il Messia è un ex-hippy che vive nelle fogne e raccoglie dai topi le sue profezie, infine Come ho conosciuto i Sefraditi narra l’esperienza del soprannaturale dal punto di vista del prescelto, di colui che sente la chiamata. I testi di questa raccolta confermano il momento eccezionale che vive il racconto in America Latina; sono anche una necessaria radiografia per render conto di questo fenomeno paradossale: un continente sempre più laico che è allo stesso tempo sempre più religioso .

  • Finzione estrema

    3

    Finzione estrema
    Finzione estrema

    Le antologie di Traviesa sono curate da scrittori invitati a tracciare un itinerario intorno alle proprie ossessioni più amate. A partire dalla selezione di quattro racconti scelti in prima persona, accompagnati da un prologo scritto di proprio pugno, i curatori offrono un avvicinamento unico al tema da loro scelto. I quattro testi di questa antologia non hanno nulla in comune tranne un procedimento unico, quello di estremizzare o esagerare la condizione umana fino a ottenere qualcosa di diverso: non un realismo-specchio, bensì una lente di ingrandimento che attraverso la distorsione riesce a metterci di fronte, con una nuova lucidità, a ciò che credevamo di conoscere. “Fame” di Ariadna Castellarnau è la storia esagerata di un uomo e di una donna che scelgono di morire di inedia. “Notte di mercoledì” di Claudia Hernández rappresenta una delle migliori storie di ridicola ed estrema solitudine che io abbia mai letto. “La via” di Andrea Salgado è una storia estrema sotto così tanti aspetti che è quasi impossibile elencarli. Lo humor è invece al centro della parodia realizzata da Sergio Olguín della novella di Collodi.

  • Trucho

    4

    Trucho
    Trucho

    La parola "trucho" da una parte rimanda alla falsificazione o alla copia di cattiva qualità e dall’altra parte è collegata al mondo dell’illegalità. Nei racconti di questa raccolta, quattro giovani autori latinoamericani presentano differenti approcci alla tematica del “tarocco” e alla sua necessaria controparte, l’oggetto (o il marchio) originario che viene “taroccato”. Le voci degli autori sono diverse, ognuna nella sua particolarità; ognuno di loro si avvicina alla letteratura da una tradizione e da una realtà ben definita e personale. Per alcuni di questi scrittori il concetto di “tarocco” occupa un posto centrale nel racconto qui presentato e, allo stesso tempo, è un’idea – o una zona d’interesse – che si può rintracciare nel resto della loro opera. Per altri, invece, è un’apparizione isolata, episodica. Lo stesso vale per questi racconti: in alcuni funziona come il nucleo su cui poggia l’intera storia; in altri appare tangenzialmente, più come atteggiamento o come possibilità che come perno della storia. In tutti i casi, questi racconti forniscono l’occasione per ripensare il tema del “tarocco”, per problematizzarlo e portarlo alla luce.

  • Visionarie

    5

    Visionarie
    Visionarie

    In questa raccolta, alcune narrazioni percorrono il solco di certe tradizioni, altre invece rompono deliberatamente con queste. A un estremo, il cubano “Yoss” sceglie di appropriarsi del racconto speculativo del XX secolo (la fantascienza), piegandolo ai suoi scopi. All’estremo opposto, la messicana Verónica Murguía compone un racconto di impianto storico con una variazione sul tema biblico, e vi introduce un sottotesto contemporaneo. Questi due racconti potrebbero esser visti come poli opposti di una scala lungo la quale troviamo i racconti brevissimi, esplosivi, dell’argentina Ana María Shua, una delle più grandi rappresentanti della tradizione latinoamericana del genere delle microstorie, e la fantasia retrò dello spagnolo Juan Jacinto Muñoz Rengel. Uno degli effetti più significativi e stimolanti prodotto da queste narrazioni è che ci permette di vagliare in modo più critico le definizioni e le regole che autorità e poteri tentano di imporci come dati di fatto. Molti di coloro che leggono queste storie e che le scrivono – così come gli autori di queste Visionarie – pensano che l’immaginazione fantastica è, quando usata al meglio, il sigillo di una letteratura disobbediente.

  • Padri senza figli

    6

    Padri senza figli
    Padri senza figli

    Il cileno Juan Pablo Roncone (1982), la colombiana Margarita García Robayo (1980), l’uruguaiano Horacio Cavallo (1977) e l’argentino Félix Bruzzone (1976) danno voce nelle loro pagine a uomini a cui nessuno ha insegnato a essere padri o che hanno smesso di esserlo, che non possono o non vogliono essere padri. Tutti i racconti – ognuno a modo suo – si articolano su di una doppia dimensione della storia: quella che avviene alla luce del sole e quella che ha luogo nel mondo interiore dei protagonisti. Questo spazio che li trasporta in altre realtà possibili: l’uomo che fantastica su un figlio inesistente ed evoca in pubblico il suo spirito, il padre che si inventa un ricordo di infanzia per avvicinare a lui la figlia schiva, il ragazzo che prende il posto di un altro in una notte lontana e vive, da quel momento in poi, aggrappato a un ricordo burrascoso e infine il figlio che intesse il passato con il futuro per essere parte di un evento lontano e, purtroppo, dolorosamente proprio. In queste pagine, navighiamo nell’intima corrente di fiumi senza eredità.

  • Caso

    7

    Caso
    Caso

    Nelle quattro approssimazioni proposte dagli autori di questa antologia, dal Nord al Sud del continente americano, i protagonisti si consegnano al caso. Nel primo racconto della raccolta, “Mio fratello è un Power Ranger” di Liliana Guzmán, la scoperta casuale di un diario non solo rivela i segreti malcelati di una famiglia, ma accompagna il lettore all’interno del remake a stelle e strisce della serie Super Sentai, svelando un legame con l'alopecia. In “Set” di Cristina Mancero, la comparsa del desiderio in una preadolescente viene descritta in prima persona attraverso un linguaggio fatto di momenti, che non solo cerca di decifrare ma che mette a nudo e consuma. In “Jotopa/Jejuhu”, Damián Cabrera accosta il desiderio delle labbra che baciano e toccano a coloro che nominano e cercano di dare un senso, anche dove sembra impossibile trovarlo. Il percorso narrato rimbalza tra lingue e geografie e cerca, fin dal titolo in guaranì, di indagare il senso di tali incontri. Jotopa significa incontrarsi con qualcuno mentre Jejuhu apre due strade: l’incontro con se stessi o l’incontro inatteso con qualcosa o qualcuno. In “Washed Tombs”, Mercedes Estramil trasforma poeti sotto una lapide in morti viventi che non solo hanno una voce, ma anche la possibilità di vincere concorsi letterari grazie a medium interposti. L’intera narrazione viene attraversata da un delizioso humor nero. Questi racconti – scritti originariamente in spagnolo nelle varianti colombiana, ecuadoriana, paraguaiana e uruguaiana – invitano il lettore a divorarli: con i loro diversi tempi verbali, costruzioni sintattiche e perifrasi. Ciascuno con il proprio respiro.

  • Unghie e denti

    8

    Unghie e denti
    Unghie e denti

    In questa antologia, vale la pena constatare come la vaga nozione di Unghie e denti abbia portato gli autori ad attraversare vari spazi comuni. Il primo di essi, forse il più ovvio, è quello relativo ai rimandi al mondo animale, inteso come indice di un’economia libidinale, come assedio dall’interno del corpo, come promemoria perpetuo di quel “candelabro della vita” in cui bisogna versare sempre il sangue altrui. Il mondo animale come una dipendenza, come un consumo sfrenato che è allo stesso tempo uno scontro mortale contro la lingua, intesa come scambio e non come estasi. Il mondo animale, alla fine, visto come frontiera antropologica in cui i fili del racconto cercano di intrecciare una forma, forse il mosaico di saperi dimenticati che percepiamo ogni giorno solo come rumore sordo, come un istinto. La felice collisione dei testi che compongono questa antologia contribuisce a porre le basi per una complicità intellettuale tra modi distinti di intendere la letteratura.

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