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Padri senza figli
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E-book77 pagine1 ora

Padri senza figli

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Info su questo ebook

Il cileno Juan Pablo Roncone (1982), la colombiana Margarita García Robayo (1980), l’uruguaiano Horacio Cavallo (1977) e l’argentino Félix Bruzzone (1976) danno voce nelle loro pagine a uomini a cui nessuno ha insegnato a essere padri o che hanno smesso di esserlo, che non possono o non vogliono essere padri. Tutti i racconti – ognuno a modo suo – si articolano su di una doppia dimensione della storia: quella che avviene alla luce del sole e quella che ha luogo nel mondo interiore dei protagonisti. Questo spazio che li trasporta in altre realtà possibili: l’uomo che fantastica su un figlio inesistente ed evoca in pubblico il suo spirito, il padre che si inventa un ricordo di infanzia per avvicinare a lui la figlia schiva, il ragazzo che prende il posto di un altro in una notte lontana e vive, da quel momento in poi, aggrappato a un ricordo burrascoso e infine il figlio che intesse il passato con il futuro per essere parte di un evento lontano e, purtroppo, dolorosamente proprio. In queste pagine, navighiamo nell’intima corrente di fiumi senza eredità.
LinguaItaliano
Data di uscita14 ott 2019
ISBN9788899958107
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    Anteprima del libro

    Padri senza figli - Alejandra Costamagna

    FALCONI

    Nota per il lettore

    Le antologie di Traviesa sono curate da scrittori invitati a tracciare un itinerario intorno alle proprie ossessioni più amate. A partire dalla selezione di quattro racconti scelti in prima persona, accompagnati da un prologo scritto di proprio pugno, i curatori offrono un avvicinamento unico al tema da loro scelto.

    Il progetto Traviesa utilizza un sistema di royalties che favorisce i curatori, gli scrittori e i traduttori coinvolti in ciascuna antologia. Le vendite vengono suddivise equamente tra autori, curatori, traduttori ed editore.

    Traviesa ed Edizioni Wordbridge sono mossi dallo stesso ideale, che rispecchia l’interesse dei propri lettori: il desiderio che questi scrittori e traduttori continuino a produrre testi altrettanto straordinari quanto quelli inclusi in questa serie di antologie, oltre al desiderio, ugualmente persistente e necessario, di continuare a leggerli.

    ©2013, Traviesa - ©2019, Edizioni Wordbridge

    Tutti i diritti riservati

    ISBN 9788899958107

    http://www.edizioniwordbridge.com/

    Catalogo Traviesa

    1 – Malasorte (Curata da Yuri Herrera): racconti di Iris García Cuevas, Wilmer Urrelo, Fabián Casas, Elvira Navarro.

    2 – Messia (Curata da Liliana Colanzi): racconti di Álvaro Bisama, Luciano Lamberti, Giovanna Rivero, Carlos Yushimito.

    3 – Finzione estrema (Curata da Betina González): racconti di Claudia Hernández, Ariadna Castellarnau, Sergio Olguín, Andrea Salgado.

    4 – Trucho (Curata da Federico Falco): racconti di Diego Zúñiga, Federico Guzmán Rubio, Javier González, Hernán Vanoli

    5 – Visionarie (Curata da Alberto Chimal): racconti di Juan Jacinto Muñoz Rengel, Ana María Shua, Yoss, Verónica Murguía

    6 – Padri senza figli (Curata da Alejandra Costamagna): racconti di Juan Pablo Roncone, Margarita García Robayo, Horacio Cavallo, Félix Bruzzone

    Prologo

    Alejandra Costamagna

    (Traduzione di Giacomo Falconi)

    I personaggi del libro Figli senza figli, pubblicato da Enrique Vila-Matas nel 1993, incarnano genealogie interrotte, sono discendenti senza discendenza. O, nelle parole dello stesso scrittore catalano, (...) esseri la cui stessa natura li allontana dalla società e che, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non necessitano di alcun aiuto, dato che, se desiderano continuare a esistere davvero, possono alimentarsi solo di se stessi. Esseri in sintonia con quella voce memorabile del diario di Kafka, dell'agosto del 1914: Oggi la Germania ha dichiarato guerra alla Russia. Di pomeriggio sono andato a nuotare. E sarà lo stesso Vila-Matas a scrivere uno dei migliori racconti sui padri senza figli – non più figli, bensì adesso padri senza figli – che è anche uno straordinario racconto russo. Mi riferisco a Fuori di qui, contenuto nella raccolta Esploratori dell'abisso (2007), un racconto ambientato agli inizi del ventesimo secolo, su un uomo schiacciato dal suo lignaggio: un padre che non è un padre. Il protagonista, senza svelare troppo della trama, ha avuto sei figli. Eppure, trasmette come nessuno l’idea dell’estraneità di fronte alla paternità. Se invece di sei figli ingrati non ne avessi nessuno, tutto andrebbe meglio, ammette a un certo punto. È un padre che non desidera o non sa o non può venire a patti con tale condizione e sogna di costituire la fraterna Società dei Padri di Famiglia Solitari.

    È precisamente questo spirito che anima i quattro racconti di questa antologia. Il cileno Juan Pablo Roncone (1982), la colombiana Margarita García Robayo (1980), l’uruguaiano Horacio Cavallo (1977) e l’argentino Félix Bruzzone (1976) danno voce nelle loro pagine a uomini a cui nessuno ha insegnato a essere padri o che hanno smesso di esserlo, che non possono o non vogliono esserlo. Tutti mettono in discussione gli ordini familiari convenzionali. Per uno dei protagonisti, ad esempio, chi non ha una famiglia può dedicarsi più alle idee e meno alle persone. E viceversa: chi vive circondato da parenti finisce per svuotarsi la testa. La paternità, come vedrete, scuote questi personaggi e può arrivare a sconvolgerli. Si dirà che non sanno bene cosa fare con questo fardello, come caricarselo sulle spalle.

    I modi di approcciarsi al tema sono diversi, anche se coincidono nell'asse centrale. Il narratore del racconto Qualcosa di meglio di me, di García Robayo, cerca una parola in grado di descrivere la propria condizione. I figli senza padri sono orfani, commenta, dopodiché si chiede: Ma i padri senza figli, cosa sono? Cattivi padri?. A narrare è un padre di due figlie: una morta e l’altra distante, inavvicinabile. Un padre che, più che figlie, ha dei vuoti. Questa paternità orfana è quella che appare sotto una triplice veste ne Le ceneri del padre, di Cavallo, un racconto dall'atmosfera onettiana in cui la perdita di discendenti rappresenta una costante che attraversa tre generazioni. Di nuovo figli morti, ma anche figli incerti. E un ragazzo che narra e fa da ponte in questa genealogia interrotta dalla disgrazia. La figura spettrale dei discendenti è ritratta con precisione in Bambini, racconto breve e desolante di Roncone, che scava nella morte e nella fantasia, nei modi di elaborare un lutto senza aver ancora sperimentato la ferita che lo anticipa. Questa fantasia, di certo è portata all'estremo in 2073, un racconto di Bruzzone pubblicato originariamente nel libro 76. Si tratta di un racconto di fantascienza ambientato in una società in cui è vietato avere figli, anche se tutti sanno che esistono canali clandestini attraverso cui aggirare la norma. Forse la lettura più evidente di questo ultimo racconto è quella del figlio senza un padre, ma c’è anche un’operazione, attraverso il delirio e il trattamento apocalittico della storia, che finisce per fondere il figlio con il padre in un tempo e in uno spazio immaginari. E da questo luogo spunta nitidamente la figura del padre orfano: l’uomo, il combattente, che morirà troppo presto per esercitare questa paternità nebulosa.

    Tutti i racconti – ognuno a modo suo – si articolano su di una doppia dimensione della storia: quella che avviene alla luce del sole e quella che ha luogo nel mondo interiore

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