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Unghie e denti
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Unghie e denti
E-book72 pagine53 minuti

Unghie e denti

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In questa antologia, vale la pena constatare come la vaga nozione di Unghie e denti abbia portato gli autori ad attraversare vari spazi comuni. Il primo di essi, forse il più ovvio, è quello relativo ai rimandi al mondo animale, inteso come indice di un’economia libidinale, come assedio dall’interno del corpo, come promemoria perpetuo di quel “candelabro della vita” in cui bisogna versare sempre il sangue altrui. Il mondo animale come una dipendenza, come un consumo sfrenato che è allo stesso tempo uno scontro mortale contro la lingua, intesa come scambio e non come estasi. Il mondo animale, alla fine, visto come frontiera antropologica in cui i fili del racconto cercano di intrecciare una forma, forse il mosaico di saperi dimenticati che percepiamo ogni giorno solo come rumore sordo, come un istinto.
La felice collisione dei testi che compongono questa antologia contribuisce a porre le basi per una complicità intellettuale tra modi distinti di intendere la letteratura.
LinguaItaliano
Data di uscita3 lug 2020
ISBN9788899958152
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    Anteprima del libro

    Unghie e denti - Juan Cárdenas

    http://www.edizioniwordbridge.com/

    Catalogo Traviesa

    1 – Malasorte (Curata da Yuri Herrera): racconti di Iris García Cuevas, Wilmer Urrelo, Fabián Casas, Elvira Navarro

    2 – Messia (Curata da Liliana Colanzi): racconti di Álvaro Bisama, Luciano Lamberti, Giovanna Rivero, Carlos Yushimito

    3 – Finzione estrema (Curata da Betina González): racconti di Claudia Hernández, Ariadna Castellarnau, Sergio Olguín, Andrea Salgado

    4 – Trucho (Curata da Federico Falco): racconti di Diego Zúñiga, Federico Guzmán Rubio, Javier González, Hernán Vanoli

    5 – Visionarie (Curata da Alberto Chimal): racconti di Juan Jacinto Muñoz Rengel, Ana María Shua, Yoss, Verónica Murguía

    6 – Padri senza figli (Curata da Alejandra Costamagna): racconti di Juan Pablo Roncone, Margarita García Robayo, Horacio Cavallo, Félix Bruzzone

    7 – Caso (Curata da Gabriela Alemán): racconti di Liliana Guzmán Zárate, Cristina Mancero, Damián Cabrera, Mercedes Estramil

    8 – Unghie e denti (Curata da Juan Cárdenas): racconti di Carlos Godoy, Carolina Sanín, Daniel Saldaña París, Antonio Villarruel

    Prologo

    Juan Cárdenas

    (Traduzione di Giacomo Falconi)

    Più innocente, ma non innocente,

    In questo universo nel quale

    Le leggi stesse della natura decidono

    Chi deve uccidere chi

    E colui che uccide di più diventa re:

    Con quanta ammirazione è filmato

    Il leone che placido e feroce scortica la gazzella,

    E io, chiudendo gli occhi o spegnendo il televisore,

    Ho la sensazione di essere meno partecipe al delitto,

    Sebbene sappia che la lucerna della vita

    Deve essere riempita continuamente di sangue,

    Del sangue altrui. [¹]

    È così che comincia Animal Planet, una poesia di Ana Blandiana, che può servirci da preludio per alcune delle idee che attraversano questa breve antologia. Il titolo Unghie e denti voleva servire soltanto come grilletto per i sensi e gli autori, chiaramente, hanno accettato l’incarico senza vedersi imposto alcun tema, seppur concentrandosi sull’insinuazione plastica delle parole e sulle catene di metonimie che esse trascinano per il mondo. Ritengo che uno dei principali piaceri che ci regala la letteratura consista nell’osservare come la lingua vada oltre ciò di cui dovrebbe presumibilmente parlare. Detto in altro modo, nella narrativa le parole non espongono un interrogativo, né costruiscono un tema in particolare, come chi scolpisce un volume che il lettore potrà apprezzare da tutte le angolazioni possibili. Al contrario, il linguaggio della narrativa sembra sempre sul punto di scivolare altrove. Si tratta, in questo senso, di una lingua che partecipa a ciò che Craig Owens chiamava l’impulso allegorico e il cui effetto immediato, se portiamo avanti la metafora, è che il volume scolpito tende a sbordare verso l’architettonico, dando luogo a un movimento espansivo che va dall’oggetto autonomo al successivo dispiegamento di spazi. L'attività della lettura comincia dunque ad assomigliare sempre più a quella di visitare un palazzo del quale non sappiamo quasi nulla, una costruzione con cavità, porte nascoste, finestre murate, lucernari con finti soffitti.

    Chiaramente, ciò non significa che in definitiva la letteratura non parli di nulla o che non sia in grado di interpretare la realtà. L’impulso allegorico, con le sue incessanti derivazioni e deviazioni, quel movimento della lingua che sembra voler dire sempre un’altra cosa, indicare qualcosa di più lontano, illuminare un altro spazio, postula il luogo del congetturale, del possibile, incluso quello che deve ancora venire, creando crepe nel continuum delle idee ricevute. Il modo obliquo di dire della letteratura sfrega contro i bordi delle cose.

    Nel caso di questa antologia, vale la pena constatare come la vaga nozione di Unghie e denti abbia portato gli autori ad attraversare vari spazi comuni. Il primo di essi, forse il più ovvio, è quello relativo ai rimandi al mondo animale, inteso come indice di un’economia libidinale, come assedio dall’interno del corpo, come promemoria perpetuo di quel candelabro della vita in cui bisogna versare sempre il sangue altrui. Il mondo animale come una dipendenza, come un consumo sfrenato che è allo stesso tempo uno scontro mortale contro la lingua, intesa come scambio e non come estasi. Il mondo animale, alla fine, visto come frontiera antropologica in cui i fili del racconto cercano di intrecciare una forma, forse il mosaico di saperi dimenticati che percepiamo ogni giorno solo come rumore sordo, come un istinto.

    L'altro spazio comune, strettamente associato al precedente anche se apparentemente contraddittorio, è quello del mondo inanimato, del mondo inerte. Il carattere lapideo e fossile dei denti, delle unghie, lamine cornee, semitrasparenti ed elastiche, per difendersi: da chi [²] , come scrive Borges nella sua poesia, che continueranno il loro ostinato lavoro anche dopo la nostra morte. Unghie e denti che minacciano, che si aggrappano alla sopravvivenza, ma che appaiono anche come emblemi

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