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Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono?: Psico-grafologia dei legami d’amore
La filosofia del giardiniere: Riflessioni sulla cura
Un nuovo modo di sentire: La religiosità «aperta» di Aldo Capitini
Serie di e-book24 titoli

Parva [saggistica breve]

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Info su questa serie

Cosa vuol dire “essere animali”? Questa domanda, apparentemente semplice, si manifesta invece, a una accurata analisi, in tutta la sua problematicità. L’umano si è pensato, da sempre, come in opposizione all’animale rimanendo, tuttavia, “innazitutto e perlopiù” un animale. Attraverso l’analisi di due paradigmi diversi, quello di René Descartes e di Martin Heidegger e quello di Jacques Derrida, l’autore ripercorre la storia di un’idea, di un concetto … e di un sogno che si caratterizza come un “necessario paesaggio morale per il futuro”. Cosa è successo agli animali mentre ci pensavamo come altro da loro? Quello che abbiamo fatto agli animali, non solo è gravissimo, ma è eterno.Creiamo la vita per distruggerla. Inoltre, il gesto che dipinge la più grave e ignorata delle sofferenze, è il “fondamento della miseria” e ciò che ricerchiamo quando, con altrettanta miseria, discriminiamo anche gli animali umani. Ebrei uccisi come ratti, e Tutsi uccisi come scarafaggi, sono solo la sentinella di un avvertimento: eventi storici isolati per l’umano hanno come paragone quel soggetto che, dopo il “come”, continua a morire in eterno e senza attenzione alcuna.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2018
Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono?: Psico-grafologia dei legami d’amore
La filosofia del giardiniere: Riflessioni sulla cura
Un nuovo modo di sentire: La religiosità «aperta» di Aldo Capitini

Titoli di questa serie (24)

  • Un nuovo modo di sentire: La religiosità «aperta» di Aldo Capitini

    1

    Un nuovo modo di sentire: La religiosità «aperta» di Aldo Capitini
    Un nuovo modo di sentire: La religiosità «aperta» di Aldo Capitini

    La sconfinata produzione di Aldo Capitini – filosofica, pedagogica, politica e letteraria – costituisce una miniera inesauribile di riflessione e discussione: impregnata di una appassionata freschezza intellettuale, travalica il suo tempo offrendo spunti estremamente attuali. La sua personale religiosità si costruisce sull’idea di fondo che il Tutto lega l’Uno con ogni Altro, in quella che egli definisce “Unità-amore”; un Uno che è tuttavia libero in questa scelta di comunione e apertura, che si percepisce a un tempo spontanea e necessaria soprattutto nei confronti degli ultimi, degli oppressi e dei dimenticati. Lo studioso Roberto Fantini ripercorre con acutezza la visione religiosa e filosofica di Capitini, analizzandone il pensiero e la storia e illuminando la figura, non a tutti nota, di questo rilevantissimo teorico della nonviolenza e della nonmenzogna, che sfidò apertamente il Fascismo mantenendo una decisa indipendenza culturale.

  • Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono?: Psico-grafologia dei legami d’amore

    4

    Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono?: Psico-grafologia dei legami d’amore
    Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono?: Psico-grafologia dei legami d’amore

    In “Perché gli opposti si attraggono e i simili si comprendono?” Lidia Fogarolo ci spiega i rapporti di coppia attraverso la psico-grafologia e risponde alla domanda che ognuno di noi si sarà rivolto almeno una volta: “Perché sono attratta da lui/lei?”. Nonostante ogni individuo sia unico e ogni coppia sia speciale e irripetibile, ci sono dei tratti che si possono individuare nei legami d’amore e che sono ben visibili nelle nostre scritture. È questo uno degli obiettivi che si pone l’analisi grafologica, ovvero chiarire alcune delle motivazioni che spingono l’individuo a innamorarsi e a condividere il proprio mondo interiore con qualcun altro. Questo breve saggio è inoltre arricchito, per facilitare la comprensione del lettore, di decine di scritture, molte delle quali appartengono a celebri coppie assai diverse tra loro, come John F. Kennedy e Jacqueline Bouvier, Adolf Hitler ed Eva Braun o Bob Dylan e Joan Baez.

  • La filosofia del giardiniere: Riflessioni sulla cura

    7

    La filosofia del giardiniere: Riflessioni sulla cura
    La filosofia del giardiniere: Riflessioni sulla cura

    Il giardino è un libro che si sfoglia per pagine, non un progetto che si stabilizza in un piano finale e mai un miraggio che tenda a un punto di equilibrio. Il giardino è un sogno più volte ruminato, un vortice dinamico steso nel cielo come una macchia di storni, fluttuante di piccole evoluzioni imprevedibili. Il giardino è un laboratorio dove osservare l’atelier darwiniano. Il giardiniere passeggia sempre al suo interno con un misto di stupore e riverenza, incapace di non azzardare progetti a venire. Il giardino è attesa e, al contempo, il saper cogliere il piacere della parzialità dell’istante, non solo perché si proietta in un futuro distonico rispetto all’immaginazione, ma anche per il suo svolgersi e dissolversi, quel mettere in gioco piani differenti del dialogo ideativo in tempi diversi. Così il prato erboso sarà lucente e forte quando ancora le siepi stentano e gli alberi altro non sono che fantasmi sorretti da rigidi tutori…

  • Dal Vesuvio alla steppa: Il teatro di Eduardo in russo

    2

    Dal Vesuvio alla steppa: Il teatro di Eduardo in russo
    Dal Vesuvio alla steppa: Il teatro di Eduardo in russo

    La rilettura di uno dei capolavori del teatro eduardiano ha dato l’occasione per delle considerazioni sulle tecniche messe in campo dal traduttore per trasferire senza troppi sconvolgimenti e “tradimenti” un testo da un ambito culturale a un altro. Il presepe come luogo della ricomposizione del mal di vivere dell’uomo contemporaneo nello svolgersi degli eventi crolla, risorge per poi dilatarsi in una dimensione cosmica. Dal Vesuvio alla steppa testimonia, tra l’altro, il profondo apprezzamento che da sempre il pubblico russo ha tributato al teatro italiano, sia esso in lingua che in dialetto.

  • Anche Francesco le diceva: Una riflessione sociolinguistica sull’uso delle parolacce

    6

    Anche Francesco le diceva: Una riflessione sociolinguistica sull’uso delle parolacce
    Anche Francesco le diceva: Una riflessione sociolinguistica sull’uso delle parolacce

    «Dimmi le parolacce che usi e ti dirò chi sei, da dove vieni, da quale popolo sei stato educato o negativamente condizionato» (Dario Fo)Tutti diciamo le parolacce, chi più chi meno. Anche Francesco, il poverello d’Assisi, le diceva, come testimoniano i suoi Fioretti. Eppure le parolacce sono considerate un vizio spregevole (e il dispregiativo è presente già nel termine stesso) e di basso livello, da cui ci si vorrebbe liberare per essere più «civili». La pensava diversamente il neurologo britannico John Hughlings Jackson (1835-1911) che sosteneva: «Colui che per la prima volta ha lanciato all’avversario una parola ingiuriosa invece che una freccia è stato il fondatore della civiltà». Sembra, tra l’altro, che tale aforisma sia stato fatto proprio da alcuni politici italiani che della parolaccia hanno fatto la propria cifra espressiva.Queste breve riflessioni sociolinguistiche sull’uso delle parolacce guardano alla questione delle “male parole” come a un dato di fatto e ne valutano gli effetti nella comunicazione, ponendo una particolare attenzione all’aspetto culturale. Con un’ultima, impellente, domanda: se le parolacce fanno parte della cultura di un popolo, come mai nelle grammatiche italiane per stranieri, e non solo, sono un argomento tabù?

  • Per vivere senza crudeltà sugli animali

    1

    Per vivere senza crudeltà sugli animali
    Per vivere senza crudeltà sugli animali

    In Per vivere senza crudeltà sugli animali – versione italiana della conferenza Insegnare la prevenzione della crudeltà verso gli animali che Tito Brandsma ha tenuto nel 1936 a Nimega – l’etica animale è affrontata da un punto di vista prettamente cristiano: amando Dio, l’uomo deve necessariamente amare anche ciò che Dio ama, ovvero la natura che ha voluto e creato. Non solo, ma l’amore verso gli animali rappresenta anche un interesse per gli esseri umani: amare gli animali ci rende più facile amarci gli uni gli altri. A tal proposito, il carmelitano Brandsma afferma: «Una persona che è crudele verso gli animali corre il grande rischio di diventare crudele verso gli esseri umani. Una persona, viceversa, che è premurosa verso gli animali non tratterà aspramente neanche il suo prossimo. L’amore per gli animali, la protezione degli animali minacciati, la cura per gli animali che soffrono, suscita nell’uomo mirabili condizioni di amore e cura per i propri prossimi». Prefazione di Leonardo Caffo. Nota biografica a cura di Maria Concetta Bomba.

  • Titivillus: Il demone dei refusi

    1

    Titivillus: Il demone dei refusi
    Titivillus: Il demone dei refusi

    Scaturito dall’immaginario medievale, ricco in figure demoniache cui spesso erano attribuite doti nella scrittura, il demone Titivillus si è visto assegnare nomi e ruoli differenti. Descritto come intento ad annotare su una pergamena peccati, pettegolezzi o omissioni liturgiche, oppure a distrarre la concentrazione di monaci e fedeli, in tempi più recenti – grazie a un fraintendimento o a un giocoso travisamento – questo personaggio si è trovato a incarnare il diavolo dell’errore tipografico. Nel prezioso saggio che avete fra le mani, l’autore illustra la storia poco nota di questo curioso «demone dei refusi».

  • Il dolore negato: Affrontare il lutto per la morte di un animale domestico

    8

    Il dolore negato: Affrontare il lutto per la morte di un animale domestico
    Il dolore negato: Affrontare il lutto per la morte di un animale domestico

    Quando muore un animale domestico a cui eravamo molto legati proviamo un dolore profondo, eppure spesso poco riconosciuto socialmente: i nostri sentimenti ed emozioni possono essere sminuiti o addirittura ridicolizzati dagli altri, tanto da indurci a vergognarci a esprimerli e affrontarli. L’assenza di una ritualità codificata per celebrare il distacco può, poi, acuire il disagio. In realtà gli studi dimostrano che la sofferenza per la morte di un animale amato non è tanto diversa da quella che ci colpisce quando muore una persona cara, ed è normale e legittimo sentirci afflitti. Così come è legittimo, se lo riteniamo necessario, chiedere aiuto a uno psicologo per elaborare il lutto.

  • La Vecchia dei camini: Vita pubblica e segreta della Befana

    10

    La Vecchia dei camini: Vita pubblica e segreta della Befana
    La Vecchia dei camini: Vita pubblica e segreta della Befana

    Chi è la Befana? Tutti sapremmo rispondere a questa domanda, ma nel farlo ci renderemmo conto di quanto la questione sia in realtà complessa. Carlo Lapucci si fa carico di dare tutte le spiegazioni: da dove arriva questa figura tradizionale, composta di tratti pagani e cristiani, mescolata con il culto dei defunti e la celebrazione delle stagioni, espressione di figure bibliche come di forze simboliche ancestrali? Quali sono, nelle varie versioni della leggenda, le sue caratteristiche, le sue abitudini, com’è fatta la sua casa, chi sono i suoi aiutanti? Con attenzione antropologica ma andamento leggero, questo piccolo saggio esamina e racconta ogni segreto sulla Vecchia dei camini.

  • Zombi, strane storie di santi

    13

    Zombi, strane storie di santi
    Zombi, strane storie di santi

    Avevate mai considerato che la tradizione cristiana pullula di quelli che oggi, con un linguaggio cinematografico, chiameremmo «morti viventi»? Senza rischio di apparire blasfemi, possiamo dire che Gesù è il più celebre dei risorti dalla tomba e una lunga lista di santi e miracolati gli fa corona. Certo, sul piano religioso tutto ciò si lega al concetto della sconfitta della morte e del male, ma si incrocia anche con credenze popolari e bagagli culturali di provenienza differente. La questione è davvero complessa in termini storico-antropologici, filosofici e narrativi: proprio su quest’ultimo aspetto insiste l’autore di questo appassionante e insolito saggio, andando a scovare nelle Scritture riferimenti ad apparizioni, corpi redivivi e incorrotti, descrizioni disturbanti (che Casali definisce, a ragione, «agiografia splatter»). Con una scrittura vivace e moderna, pone a confronto questi aneddoti devozionali con elementi della cultura non strettamente religiosa e non ci nega ipotesi sulle situazioni di vita concreta che possano aver suscitato alcune leggende poi assorbite nei testi sacri.

  • Breve storia della letteratura gialla

    11

    Breve storia della letteratura gialla
    Breve storia della letteratura gialla

    Chi fu il primo giallista della storia? C’è stato prima Sherlock Holmes o Hercule Poirot? Ci siamo persi qualcosa che dovremmo assolutamente leggere? Il giallo può davvero essere considerato un genere letterario, con tanto di sottocategorie? E soprattutto, perché ci piace tanto, da così tanto tempo? Eleonora Carta mette passione, brillantezza e competenza al servizio di chi si pone queste domande, alle quali dà risposte convincenti e interessanti. Un saggio agile e ricco di spunti dedicato a chi è già «solutore abilissimo» di enigmi e a chi invece è curioso di avvicinarsi per la prima volta a quest’area ampia e variegata della letteratura.

  • Breve storia filosofica della voce

    18

    Breve storia filosofica della voce
    Breve storia filosofica della voce

    La voce è uno strumento, si suol dire, specie per chi la usa nel proprio lavoro (nel teatro, nel mondo della musica e dello spettacolo, e in mille altre situazioni comunicative), e non mancano certo i manuali che promettono di insegnare come si fa. Difficile descrivere cosa invece faccia questo libro, se non dicendo che risponde ai perché: con quale scopo, verso quale direzione, provenendo da quale storia e da quale base spirituale e filosofica stai facendo uscire la tua voce? «La voce è una mano, un artefice, è l’erpice che smuove la terra e evoca il germoglio. Così il suono autofeconda il pensiero. E nella voce, il suono si pensa»: dunque usare bene la propria voce – qualcosa di unico, inevitabilmente individuale, ma anche antico come l’uomo – senza comprenderne il significato, senza un impianto che si può ben definire filosofico, significa rischiare di possedere una tecnica priva di pensiero, priva di anima. E, infine, priva dell’elemento che secondo l’autrice è forse il più importante nell’abilità vocale: la capacità di ascoltare.

  • L'arte di fare il cattivo: Ovvero origine, epifanie e metamorfosi dell'Orco

    12

    L'arte di fare il cattivo: Ovvero origine, epifanie e metamorfosi dell'Orco
    L'arte di fare il cattivo: Ovvero origine, epifanie e metamorfosi dell'Orco

    Ognuno di noi almeno una volta ha ascoltato, da bambino, fiabe che parlassero dell’Orco e qualche volta addirittura la minaccia che costui fosse pronto a venirci a prendere, se non facevamo i bravi. Ognuno se lo è dipinto a immagine delle proprie paure, attingendo però, senza rendersene conto, a quello che è un bagaglio di cultura popolare profondo e antichissimo: dai miti greci del mondo degli inferi, al folklore contadino ricco di personificazioni della natura (il vento, la tempesta, il terremoto) ed elementi magici e pagani, la figura di questo personaggio dalla gran bocca cannibale e dal fiuto sopraffino ha attraversato molte varianti di forma e di nome, delle quali l’autore ci dà conto in modo esaustivo e piacevole in questo piccolo saggio.

  • Mina per neofiti: La vita, la voce, l'arte di una fuoriclasse

    15

    Mina per neofiti: La vita, la voce, l'arte di una fuoriclasse
    Mina per neofiti: La vita, la voce, l'arte di una fuoriclasse

    Di Mina crediamo di sapere ogni cosa: lei fa parte della storia italiana, è nel nostro orecchio come una sorta di DNA nazionale. Eppure, leggendo questo libro, dedicato ai neofiti anche più giovani, ci accorgiamo di quanto ci sia sfuggito di lei, artista incredibilmente poliedrica e ingombrante, ma altrettanto schiva. L’autore affronta il tema con riguardo e ci racconta, con scrupolo giornalistico, cosa sia stata realmente la carriera di Mina rispetto a ciò che ci immaginiamo. Per esempio, ricordate che ha smesso di esibirsi dal vivo nel 1978? E da allora ha inciso e lanciato in classifica più di quaranta dischi? Sapete che ha recitato in tredici film? Avete mai letto i suoi irresistibili, sagaci articoli? O la “piccola posta” sulla stampa? Che siate totalmente digiuni o vogliate mettere alla prova il vostro bagaglio di conoscenze sull’argomento, qui troverete tutto ciò che vi serve.

  • Breve storia della letteratura rosa

    16

    Breve storia della letteratura rosa
    Breve storia della letteratura rosa

    Il rosa piace perché è analgesico: rassicura, fa sognare e sperare che i problemi alla fine si aggiusteranno. Avete mai letto un romanzo rosa? No? Probabilmente, invece, lo avete letto eccome, solo che non vi vien facile associare in un unico genere Pamela di Richardson e Liala, Jane Eyre e Twilight. Questo ci dice che il mondo del «rosa», nella sua storia e nelle sue differenti espressioni, è molto più complesso e profondo di quanto forse siamo abituati a pensare. L’autrice, in questo saggio piacevole e leggero, illustra con precisione elementi ricorrenti, evoluzione, nomi celebri e recenti sviluppi della letteratura di consumo più amata di sempre, e non certo soltanto dalle donne.

  • Viva la Franca: Il secolo lieve della Signorina Snob

    17

    Viva la Franca: Il secolo lieve della Signorina Snob
    Viva la Franca: Il secolo lieve della Signorina Snob

    Chi potrebbe dubitare di quale sia la Franca in questione, con l’articolo davanti al nome, alla milanese? Così lo pronuncerebbe la Signorina Snob, uno dei personaggi più noti e amati fra le tante caricature sociali abilmente dipinte da Franca Valeri, artista versatile e dalla carriera lunga quanto una lunga vita. Appassionato e competente, con una scrittura gradevole l’autore ne ripercorre a uso dei lettori la produzione teatrale, cinematografica, radiofonica e letteraria, ed evita rispettosamente di indugiare sulla vita privata, come «la Franca» stessa preferirebbe, con ogni probabilità. Per cultori desiderosi di riscoprire le chicche, ma anche per chi non c’era quando la tv è nata e desidera documentarsi su quegli anni di fervido lavoro culturale.

  • Teoria e pratica di pane e pomodoro

    21

    Teoria e pratica di pane e pomodoro
    Teoria e pratica di pane e pomodoro

    Non propriamente un libro di cucina, nemmeno un libro di memorie, eppure chiamarlo semplicemente “saggio” non gli renderebbe giustizia: questo è un volume – è il caso di dire – gustoso, che parla di cibo e di tanto altro. Il tema è la semplice preparazione del pane con pomodoro, caposaldo della tavola tradizionale catalana (ben conosciuto anche in Italia). Ci si intrufola dunque nelle case delle generazioni passate, si legge di nonni e merende, e del pane e pomodoro si scopre la storia, la pratica e l’arte. Perché si tratta di cucina povera e popolare, ma la pietanza è tutto fuorché priva di un intento estetico, di un amore per il fare con cura che all’autore è caro quanto il sapore. Il tono ironico e ricco di ricordi affettuosi soddisfa l’appetito di qualsiasi lettore, anche il più digiuno di esperienza culinaria. A impreziosire il testo, una ricetta proposta da Nicola Santini.

  • Breve trattato sulla stupidità umana

    24

    Breve trattato sulla stupidità umana
    Breve trattato sulla stupidità umana

    Che cos’è la stupidità e come si manifesta? Come possiamo evitare quella degli altri e (ancor più) quella che, in percentuali variabili, alberga in ognuno di noi? Il tema dell’insipienza umana – della sua natura, del rapporto che intrattiene con la cattiveria e l’infelicità – si dipana in questo breve saggio dall’impianto gustosamente filosofico: l’autore espone le proprie considerazioni con un andamento che occhieggia ai trattati di qualche secolo fa, con grazia e buona scrittura, e con argomentazioni sostenute dalle massime dei pensatori di tutte le epoche. Universale nei concetti ma non priva di attenzione ai dilemmi del mondo contemporaneo, questa lettura ha il potere di suscitarci il dubbio (buon segno!) e incoraggiarci al più robusto degli antidoti all’idiozia: la cultura.

  • Tutto il cinema è Addio

    27

    Tutto il cinema è Addio
    Tutto il cinema è Addio

    C’è il tempo nel suo svolgersi e ripetersi, e c’è il cinema, che si lascia aprire come un vaso di Pandora per farci guardare nel nostro ieri. C’è la vita, il ritmo naturale, e c’è il cinema: un’altra vita che rimane segreta fintanto che è ancora da vedere, colma di ogni cosa, dall’orrore fino all’amore. Mondi divisi che si forzano continuamente l’uno verso l’altro, oltrepassando la propria soglia e tornando indietro dopo aver rubato qualcosa. Nel mezzo e sul confine nasce questo libro, che si incammina sulla strada dell’estetica e della fenomenologia del cinema scandagliandone il legame con il tema dell’Addio, “luogo in cui l’immagine si deposita nella sua contemporaneità assoluta”. Da Drive a 8 ½ l’autore percorre le pieghe della settima arte attraversando le sue fughe, le sue angosce, le sue ambiguità. Perché il cinema è qualcosa che “non finisce mai continuando a finire” e dal cuore della propria solitudine “getta la maschera del tempo per indossare quella del destino”.

  • Spettri dal passato?: Da Maratona al Petit Trianon e oltre

    20

    Spettri dal passato?: Da Maratona al Petit Trianon e oltre
    Spettri dal passato?: Da Maratona al Petit Trianon e oltre

    Testimonianze su chi avrebbe fatto capolino in ciò che è stato. "Il tempo è l’immagine dell’eternità", ci sussurra Platone da oltre due millenni. Visioni in bilico tra presente e passato, eteree presenze di una storia irripetibile seppur tangibile nell’impalpabile crepuscolo della realtà: è il fenomeno chiamato psicoscopia d’ambiente, qui rappresentato attraverso alcune testimonianze di chi, nel corso dei secoli, avrebbe fatto capolino in ciò che è stato. L’autore si sofferma in particolare sul cosiddetto caso del Petit Trianon che, nel 1901, vide protagoniste due insegnanti inglesi in visita alla reggia di Versailles. Suggestioni? Allucinazioni? Esperienze effettivamente vissute? Fiordi inesplorati della fisica? Non lo sappiamo, ma, per dirla con Albert Einstein, "la realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente".

  • Breve storia dei capelli rossi

    19

    Breve storia dei capelli rossi
    Breve storia dei capelli rossi

    Per chi li ha, e per chi li ama, i capelli rossi sono in primo luogo un oggetto di curiosità. Perché sono diversi, insoliti, rari. Probabilmente per questa ragione intorno al rutilismo si sono create leggende e superstizioni spesso poco amichevoli verso le chiome fulve, che il folklore (europeo e non solo) considerava indice di malvagità e inaffidabilità. Incuriosito lui per primo dalla questione, l’autore ha voluto indagare da dove provengano, geneticamente, le teste ramate, quanto siano diffuse nel mondo, a quali altre caratteristiche fisiche questo colore sembri misteriosamente legato (per esempio, l’odore della pelle o la soglia del dolore); ma si è anche divertito a ricercare nella storia, nell’arte e nel mondo della moda e dello spettacolo tutti i più celebri «pel di carota» raccontandoci come abbiano – più o meno orgogliosamente – sfoggiato la propria sfumatura naturale, talvolta al punto da farne una vera icona di stile.

  • Trionfo d'amore: Breve storia del fotoromanzo

    22

    Trionfo d'amore: Breve storia del fotoromanzo
    Trionfo d'amore: Breve storia del fotoromanzo

    Inventato in Italia nell’immediato secondo dopoguerra, in un momento in cui il bisogno di leggerezza era (come in fondo anche oggi) molto forte, il fotoromanzo ebbe un successo istantaneo e clamoroso. Molti di noi ricordano quelle storie fatte per sognare, che ci catturavano e ammaliavano. Questo libro si rivolge agli appassionati, ma anche a chi è semplicemente curioso di approfondire la cultura pop italiana degli ultimi decenni. L’autore, con lo stile fluido che lo contraddistingue e un ricco corredo di note dettagliatissime, ripercorre la storia del fotoromanzo, dai pionieri Grand Hôtel, Sogno e Bolero, alla grande epopea della casa editrice Lancio, fino al tramonto del genere, all’inizio del terzo millennio. Trionfo d’amore racconta di un tempo letterario che si potrebbe credere estinto; eppure il fotoromanzo d’antan è clamorosamente risorto nell’era di Internet, tornando a farsi amare in edicola da lettori vecchi e nuovi.

  • In nome di Maria: L'era defilippica della tv

    25

    In nome di Maria: L'era defilippica della tv
    In nome di Maria: L'era defilippica della tv

    Atipica, iconica, sorprendente, Maria De Filippi negli ultimi trent’anni ha – secondo le sue stesse parole – «vissuto nella scatola» che è la tv, guadagnandosi sul campo la qualifica di conduttrice nel significato più pieno e opponendo alla critica facile la consapevolezza della propria professionalità. I suoi programmi travalicano le generazioni e sono sempre riusciti a parlare a persone di ogni età, inclusa quella più difficile da raggiungere, i giovani, oggi prevalentemente orientati sulla fruizione on demand in rete. L’autore, attraverso articoli, interviste e notizie di prima mano, ricostruisce una “mariologia”, una poetica, una fenomenologia (come altri l’hanno chiamata) mariana, dimostrando fra l’altro quanto impegno e intuizione servano per confezionare un prodotto televisivo popolare.

  • Lady dal fiocco blu?: Cinquant'anni con Oscar

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    Lady dal fiocco blu?: Cinquant'anni con Oscar
    Lady dal fiocco blu?: Cinquant'anni con Oscar

    Chi l’ha incontrato lo sa: il personaggio di Lady Oscar è molto più di un cartone animato vintage; è un intero immaginario che cinquant’anni fa si è introdotto in modo dirompente nella cultura di massa, illuminando concetti percepiti, al tempo, in modo ancora estremamente oscuro. Chi era bambino allora si trovava a porsi e porre domande nuove, tentare vie inedite di identificazione con una figura femminile diversa da tutte, nonostante l’adattamento al contesto italiano applicato alla trama e al relativo merchandising. Silvia Stucchi analizza in modo acuto fonti storiche, differenze fra anime e manga, caratterizzazione dei personaggi e delle loro relazioni, approfondendo il rapporto particolare che si crea fra l’idea narrativa originale e gli archetipi dell’Occidente. Sulla spadaccina in uniforme maschile è stato detto molto, eppure questo volume – oltre a fornire sull’argomento un ricco corredo di informazioni, talvolta sfuggite al grande pubblico – soddisfa soprattutto il desiderio che coglie tutti gli appassionati fan di Oscar quando si ritrovano: parlarne, esprimere il proprio punto di vista, esporre al confronto la propria interpretazione della storia e dell’energia che ne sprigiona. Un omaggio che l’autrice compie con intelligenza e significato, senza mai cadere nella chiacchiera autoreferenziale.

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