Breve storia della letteratura gialla
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Eleonora Carta mette passione, brillantezza e competenza al servizio di chi si pone queste domande, alle quali dà risposte convincenti e interessanti. Un saggio agile e ricco di spunti dedicato a chi è già «solutore abilissimo» di enigmi e a chi invece è curioso di avvicinarsi per la prima volta a quest’area ampia e variegata della letteratura.
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Anteprima del libro
Breve storia della letteratura gialla - Eleonora Carta
essenziale
«Ogni scrittore deve qualcosa a Sherlock Holmes»
THOMAS STEARNS ELIOT
«Etwas ist nicht geheuer, damit fängt das an»
(Qualcosa non torna, così tutto ha inizio)
ERNST BLOCH
INTRODUZIONE
Come in ogni indagine che si rispetti, si comincia dalla descrizione del caso da risolvere. Serve a definire i contorni e a dare una dimensione all’ambito di ricerca.
Il nostro caso è il romanzo «giallo».
Ma dire che il «giallo» è un genere di narrativa nato verso la metà dell’Ottocento, divenuto ormai popolare in tutto il mondo e che ha contaminato lungo il cammino molti altri mezzi espressivi – quali la radio e il cinema, il fumetto e la televisione, perfino il linguaggio di tutti i giorni – apre due ordini di problemi.
Primo: la definizione non è universale, perché il «giallo» si chiama così solo in Italia.
Secondo: cosa intendiamo per «genere» di narrativa, o narrativa «di genere»?
«GIALLO». LA VOLGARIZZAZIONE DEL MARCHIO
Nel marzo del 1929 Arnoldo Mondadori e Lorenzo Montano, visto il successo riscosso all’estero dai romanzi polizieschi, diedero inizio a una nuova collana pubblicando La strana morte del signor Benson di S. S. Van Dine¹, con il suo investigatore dandy Philo Vance.
Caratteristiche della collana: la copertina di colore giallo canarino, «copiata» dall’editore londinese Victor Gollancz, con al centro un cerchio rosso a racchiudere l’illustrazione della scena principale della storia (per quarant’anni realizzate da Carlo Jacono), e trame rigorosamente poliziesche, comunque mistery. Ovvero: un caso criminale da risolvere o un segreto da scoprire. Fu una novità assoluta sul panorama italiano, destinata a scrivere un importante capitolo di storia dell’editoria. Ai Gialli Mondadori dobbiamo infatti la pubblicazione in Italia di personaggi come Sherlock Holmes, Jules Maigret e Fantomas.
Le ragioni della scelta del colore giallo rimangono incerte. Alcuni sostengono fosse perché il giallo in cromatologia suscita ansia e paura; perché è il colore dell’intuizione, della tensione e perché attira l’attenzione. Altri, più semplicemente, ricordano che allora ogni collana Mondadori aveva un colore, come i libri verdi su «drammi e segreti della storia», i libri azzurri, economici di autori italiani, i libri neri tutti dedicati a Simenon, che ebbero breve vita e scarsa fortuna (ma poi Simenon si prese una rivincita, divenendo uno degli autori più venduti proprio da Mondadori). E che, per questa collana, fu prescelto il giallo.
Certamente la fortuna dei libri gialli è andata oltre le attese, se ha generato il fenomeno definito volgarizzazione del marchio, che si verifica cioè quando un brand entra a far parte del linguaggio comune per indicare una certa tipologia di prodotto in termini generali, e indipendentemente da chi lo produce (com’è accaduto allo Scotch, alle Sottilette, alla Scottex, ai K-Way, al Velcro o alle Polo). E non solo. La parola «giallo» è ormai sinonimo di «mistero»: quando qualcosa non è chiara, è misteriosa o non ci convince, è un «giallo».
Quando nel 1933 nacquero i Gialli economici Mondadori con Il consiglio dei quattro di Edgar Wallace, la tiratura a fascicolo raggiungeva le ventiseimila copie. Un numero crescente di lettori affezionati si accostavano ai personaggi e agli autori e ha continuato a farlo nel tempo, se si pensa che la collana è arrivata fino ai giorni nostri, con solo un arresto forzato nel 1941 imposto dalle autorità fasciste.
Comunque «giallo», come dicevamo, è espressione tutta italiana. In Francia si parla di roman policier, o tutt’al più, volendo restare nella metafora cromatica, di libri neri, perché nere erano le copertine scelte dall’editore Gallimard per i romanzi polizieschi. In Germania si parla di Detektiv Literatur o di Kriminalroman (Krimi). E nemmeno tra i paesi anglofoni esiste una Yellow Novel, chiamata invece Crime o detective novel, thriller o mistery, a seconda che il focus della storia si concentri sul delitto, sull’investigazione, sulla suspense o su una presenza misteriosa e incombente, a volte di origine paranormale, che grava sulla storia.
IL GIALLO È UN GENERE?
Dall’elenco di poc’anzi, sembrerebbe proprio si tratti di molti sottogeneri di un genere principale. E così torniamo alla nostra definizione iniziale, e al secondo quesito che abbiamo proposto in apertura. Il giallo