Marocco: città imperiali, castelli di terra e oasi del sud
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Anteprima del libro
Marocco - Alessandra Bravin
MAROCCO
città imperiali, castelli di terra e oasi del sud
Di
Alessandra Bravin
Prima edizione ebook: 2014
Copyright ©2014 Polaris
ISBN 9788860591203
Foto
Edoardo Agresti
Massimo Cufino
CC/AJ - Adam Jones
CC/AC - Alexander Cahlenstein
CC/AA - Azzaddine Amjahed
CC/BA - Bachmont
CC/CL - Christopher L
CC/DB - Dave Bueso
CC/DD - David Dennis
CC/DY - Dimitry B
CC/DS - David Stanley
CC/EN - Enrique
CC/GR - Geraint Rowland
CC/LT - Luigi Torreggiani
CC/MF - Mark Fischer
CC/MM - Maxim Massalitin
CC/MO - Michal Osmenda
CC/MS - Maximus Shoots
CC/NE - Neiljs
CC/RL - Ralf-André Lettau
CC/RO - Rosino
CC/SA - Saharauiak
CC/TI tifoultoute
CC: licenza Creative Commons Attribution_ShareAlike 4.0
http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/legalcode
Mappe distribuite sotto pubblico dominio
Casa Editrice Polaris
www.polariseditore.it
La guida è disponibile anche in formato cartaceo
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte dell’opera può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo, o registrata in database, senza il permesso scritto dell’editore.
Benché sia stata prestata la massima attenzione nella raccolta delle informazioni contenute nella guida, nessuna responsabilità per eventuali danni o inconvenienti occorsi a cagione del suo utilizzo potrà essere imputata all’autore, all’editore o a chi, sotto qualsiasi forma, la distribuisce.
Sommario
Geografia e natura
... Caratteri geografici e climatici
... Gli ambienti sahariani
... Flora
... Fauna
... La protezione del territorio: i parchi nazionali
La storia
... La Preistoria
... Protostoria e storia antica
... Gli Arabi e le grandi dinastie
Dalla costa atlantica alla valle del Draa
... Da Agadir a Goulimine lungo la costa
...... Agadir
...... Partire verso il Sud
...... Tiznit
...... Goulimine
... Da Goulimine a Tata
...... da Goulimine a Tata via Bouizakarn
...... Tafraout
...... Akka, l’oasi nascosta
...... Tata
...... La regione di Tata
...... da Goulimine a Tata via Assa
...... Assa
... Da Tata a Zagora
...... da Tata a Foum Zguid
... Tissint
...... Da Foum Zguid a Zagora
...... Da Foum Zguid a Zagora
...... Zagora
Dalla valle del Draa al Tafilalet
... Da Zagora a Agdz
... Dalla Valle del Draa (Tansikht) a Rissani e Taouz
...... L’Erg Chebbi, Merzouga, Taouz
Dal Tafilalet a Ouarzazate e Marrakech
... Da Rissani a Boumalne
... La Valle del Dadès da Boumalne a Ouarzazate
...... Ouarzazate
... Da Ouarzazate a Marrakech
Estremo sud: da Goulimine alla Mauritania
... Da Goulimine a Dakhla
...... Tan Tan
...... Laayoune
...... Boujdour
...... Dakhla
... Da Dakhla alla frontiera
Marrakech e dintorni
... Marrakech
... Partire da Marrakech
...... La Valle dell’Ourika e l’altopiano dell’Oukaimeden
... Le cascate di Ouzoud
... La strada del Tizi’nTest
... Taroudant
... Informazioni pratiche su Marrakech
Fes: l’orgoglio della prima capitale
... Fes
... Informazioni pratiche
Meknes e Volubilis
... Meknes
... Volubilis
... Informazioni pratiche su Meknes
Rabat: la capitale
... Rabat
... La Necropoli Merinide di Chellah
... Salé, la città dei corsari
... I dintorni di Rabat
... Informazioni pratiche su Rabat
Tetouan e Chefchauen
... Tetouan
... Chefchaouen
Da Tangeri a Essaouira
... Tangeri
... I dintorni di Tangeri sulla costa mediterranea
... Un monumento megalitico: Cromlech di M’zora
... Lixus
... Banasa
... Thamusida
... Casablanca
... Essaouira
... Informazioni pratiche
Letture
... Approfondimenti
...... Noul Lamta, Tagaost, Abou Tata, Goulimine: un porto sahariano durato mille anni?
...... Gli Ebrei e il commercio transahariano nel Medioevo
...... L’arte rupestre
...... La scrittura berbera
...... La Valle del Draa: il sistema d’irrigazione
...... La confederazione degli Ait Atta
...... Il moussem di Imilchil o dei Fidanzati
...... Le tribù del Sahara occidentale
...... Santa Cruz de Mar Pequeña
...... Una guerra dimenticata: il Sahara occidentale, il Polisario, il referendum
...... Saïda El-Horra, principessa di Chefchaouen
...... Abdelkrim e la repubblica del Rif
...... Ercole e le mele d’oro
... Esperienze di viaggio
...... La valle incantata
Notizie utili
... Organizzazione del viaggio
... Cosa mangiare e bere
... Trasporti e carburanti
... Informazioni generali
... Numeri utili in Italia
... Numeri utili in Marocco
Glossario
Bibliografia
Perché un viaggio in Marocco?
"Ahimé! I viaggiatori in
genere non hanno per
osservare che gli occhiali
che si portano dietro da
casa e dimenticano sempre
di farsene fare di nuovi nel
paese in cui viaggiano. Da
qui hanno origine tante
cattive osservazioni."
Jan Potocki, 1791
La grande catena montuosa dell’Alto Atlante, barriera di foreste e di nevi perenni, divide il Marocco in due mondi: il Nord delle grandi città storiche, centri raffinati di cultura, capitali di un impero a volte enorme; il Sud, mondo di pastori, di villaggi, di fortezze di terra, di oasi e di deserto. Medine brulicanti di vita e spazi infiniti e disabitati, profumi penetranti di spezie ed essenze e odori appena percepibili di vento e sabbia. Questo contrasto colpisce sempre il viaggiatore che, seguendo un percorso classico, scende da nord verso il deserto. Questa guida non rispetta la regola. Immerge il visitatore immediatamente fra Berberi in djellaba e donne velate, nelle valli silenziose dell’Anti Atlante, nelle oasi sperdute, nei grandi spazi del Sahara occidentale. Lo accompagna lungo itinerari inediti a scoprire architetture insolite, a visitare testimonianze antichissime di un passato misterioso, gli racconta leggende e gli fa gustare i semplici piatti della cucina popolare.
La prima parte dunque è dedicata al Sud, è ampia e dettagliata, un suggerimento a pensare il viaggio in modo inabituale, a dedicare più tempo a queste regioni custodi di tradizioni vere, dall’ospitalità sincera, mondo da scoprire oltre le Colonne d’Ercole
dell’Alto Atlante. Bordo settentrionale del Sahara, il Sud del Marocco è stato l’approdo naturale delle carovane che attraversavano il grande deserto. I suoi centri abitati, attorno alle oasi, avevano come interlocutori sia i paesi meridionali da dove provenivano merci preziose, sia le città capitali dell’impero verso le quali le mercanzie venivano inviate e vendute. Per tutta la durata di una carovana, si componevano gli interessi contrapposti dei nomadi predoni, che ne diventavano le guardie armate, e dei mercanti, stanziati nelle città, che scrutavano l’arrivo della colonna di cammelli.
La seconda parte è dedicata al Nord e presenta le antiche capitali del regno del Marocco e alcuni spunti per visitare località archeologiche poco note: Lixus punico-romana, Banasa con i suoi affreschi, la splendida Volubilis dai mille mosaici, il più grande monumento megalitico del Marocco a M’zora. Insieme compongono il volto sfaccettato di un paese dalla storia lunghissima, dal passato sedimentato nel paesaggio, che questi Appunti di viaggio vogliono raccontare.
E in quanto appunti, fanno allusione ad esperienze personali, a sensazioni legate all’occasione, a riflessioni maturate nel tempo di cui non ricordo più il percorso. Per molti anni, prima di stabilirmi in un minuscolo paese in riva all’oceano, sono venuta in Marocco senza carta né guida, avendo il privilegio di disporre di molto tempo e perciò di non fissare un programma di viaggio, tralasciando magari di vedere importanti monumenti storici, ma concedendomi il lusso, che ho apprezzato solo in seguito, di inseguire i miraggi dietro una duna e di farmi accompagnare per mano da un bambino nel labirinto di una medina. La parte di imprevisto, di non programmato, di occasionale, di fortuito, di personale è il sale di un viaggio.
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Geografia e natura
"Oggi 5 giugno in cui il mondo celebra
la giornata internazionale dell’ambiente,
auspico che tutti i Marocchini
si rendano consapevoli della fragilità
degli elementi che ci circondano e
dell’imperiosa necessità di preservare le nostre città,
le campagne, le risorse naturali e il nostro patrimonio culturale.
Inoltre è indispensabile sensibilizzare
ed educare i nostri figli
al rispetto dell’ambiente e alla pulizia
dello spazio in cui vivono [...].
Questa educazione è conforme
ai precetti della nostra religione
che raccomanda la pulizia e il rispetto dello spazio."
S.A.R. Principessa Lalla Hasna, 2000
Caratteri geografici e climatici
Il Marocco è il paese dell’Africa settentrionale che presenta la maggior varietà climatica in proporzione al territorio. Il Nord è aperto sul Mediterraneo e sull’oceano Atlantico, il Sud sull’oceano e sul grande deserto. La montagna ricopre essenzialmente le regioni settentrionale e centrale del paese, spesso autentiche zone-rifugio
per i Berberi che fra le montagne inaccessibili hanno meglio salvaguardato la propria identità. Il Grande Sud del Marocco si può dividere in due zone. La prima si estende dall’oceano Atlantico ai confini algerini con un marcato andamento sud-ovest nord-est, la seconda è una lunga fascia di terra arida che dal fiume Draa arriva ai confini con la Mauritania con andamento nord-sud e costituisce le cosiddette Province Sahariane del Marocco. Le montagne, l’Alto Atlante e l’Anti Atlante, ne rappresentano il limite settentrionale. Il versante meridionale di queste montagne è rivolto verso un paese arido, dove comincia il grande Sahara, il cui confine è una sottile linea di oasi, i porti carovanieri di un tempo. A ovest hamada e reg si gettano nell’Atlantico, oceano di terra di fronte all’oceano d’acqua; a est si estendono le infinite sabbie mauritane e algerine.
Orografia
Il Marocco è caratterizzato da un imponente sistema di catene montuose che lo attraversa obliquamente, chiamato complessivamente Sistema Atlasico. Da Nord a Sud troviamo:
IL RIF: è una mezzaluna rivolta verso il Mediterraneo, con la cima più elevata che raggiunge i 2.456 slm. È la più giovane fra le catene montuose del Marocco e appartiene geograficamente al Sistema Alpino. Il Rif e la Cordigliera andalusa formano un unico sistema geologico.
La palma da dattero
Questa pianta così familiare nelle oasi segna il confine fra la cultura mediterranea e il Sahara. Fra le tante convenzioni stabilite per definire i confini del deserto, una è quella della fruttificazione naturale della palma, quando cioè il dattero arriva a completa maturazione sulla pianta. In Marocco ve ne sono circa cinque milioni, distribuiti nella Valle del Draa, del Dadès e nel Tafilalet. La pianta può raggiungere i 30 metri, sostenuta da un tronco non ramificato e da un fittissimo e profondo sistema di radici. La loro età si legge dai rami: le palme giovani hanno i rami rivolti verso l’alto, in quelle mature i rami formano una semisfera, in quelle vecchie una sfera. Esiste la pianta maschio e la pianta femmina. La fioritura avviene in primavera e normalmente l’impollinazione è affidata al vento. Tuttavia, per maggior certezza del risultato, essa è effettuata manualmente: il coltivatore si arrampica sulla pianta femmina e scuote sui suoi fiori il fiore maschile. I grappoli di datteri maturano sotto le fronde e vengono raccolti fra ottobre e novembre. Le varietà di datteri sono decine.
Della palma si usa tutto, non solo il frutto, classificato secondo la qualità e i pregi. Dal nocciolo macinato le donne estraggono una farina per gli animali. Il tronco è il più comune materiale ligneo nell’architettura delle oasi, oppure vi si praticano delle grandi tacche e diventa una scala. Dai fiori si ricava il «vino di palma»; le foglie sono la materia prima per intrecciare canestri e resistentissime stuoie. I rami servono per costruire ripari leggeri negli orti delle oasi per trovare rifugio dal sole e dal vento.
L’argania
Il suo nome scientifico è Argania spinosa, ma se chiedete il suo nome ad un abitante del Sud vi dirà semplicemente argan. Questa pianta ha un habitat specifico, compreso fra la regione di Essaouira e la regione di Goulimine, e comprende anche le isole Canarie. Non è mai troppo lontano dalla costa, e sopporta i rigidi inverni dell’Anti Atlante. Simile all’ulivo per aspetto, le sue foglie piccole e rigide, accanto a lunghe spine, seguono il ritmo della pioggia più che quello delle stagioni. Le piante più grandi arrivano a 10 metri. Come la palma da dattero, di questa pianta preziosa in regioni aride si usa tutto: il tronco come combustibile e materiale da costruzione, le foglie sono brucate direttamente sulla pianta dalle capre, che salgono fino in cima ai suoi rigidi rami. Dal nocciolo tostato le donne ricavano un pregiato olio commestibile, frutto di un penoso lavoro: servono circa 100 chili di frutti maturi per ottenere un litro di olio. I noccioli vengono pressati con una sorta di piccola macina di pietra. I resti di lavorazione vengono dati agli animali. L’olio di argan ha proprietà simili a quelle dell’olio di oliva, ma per la sua deperibilità si presta solo ad una produzione domestica e all’autoconsumo. A volte lungo la strada è venduto dai ragazzini, ma viene comunemente «tagliato» con olio di semi. I Berberi conoscono bene i suoi effetti benefici per la pelle. È ottimo per abbronzarsi. Da qualche anno è cominciato un utilizzo industriale da parte di una società francese, che ha lanciato una linea di prodotti cosmetici a base di quest’olio. Questa pianta, sottoposta a intenso sfruttamento, è importantissima per l’economia pastorale poiché è un alimento base per capre, pecore e cammelli. Come misura di protezione, tutte le piante sono patrimonio statale e gli abitanti hanno solo accesso al loro sfruttamento, regolato dal diritto consuetudinario.
IL MEDIO ATLANTE: questa catena è lunga circa 400 km e la sua cima più elevata è il Jebel Bou Naceur (3.340 slm). Insieme all’Alto Atlante costituisce la grande riserva idrica del Paese.
LA MESETA OCCIDENTALE: è un sistema di altipiani e di pianure che si estendono a nord e a nord-ovest dell’Alto e Medio Atlante. Alcune pianure costituiscono le grandi regioni agricole del Marocco come la Chaouia o regione di Casablanca e il Doukkala fra El Jadida e Safi.
LA MESETA ORIENTALE: si estende a sud-est del Medio Atlante. È attraversata dall’importante fiume Moulouya.
L’ALTO ATLANTE: è un’imponente catena montuosa lunga circa 750 km, che separa trasversalmente il Nord dal Sud del Paese. La sua cima più elevata è il Monte Toubkal dalle nevi perenni (4.167 slm), la più alta del Nord Africa. Una decina sono le cime che superano i 3000 metri. Le precipitazioni abbondanti favoriscono la presenza di foreste di lecci, tuie, cedri, pini, ma soprattutto contribuiscono ad alimentare i grandi fiumi del Sud, il Draa e lo Ziz-Rheris.
L’ANTI ATLANTE: parallelo al primo, subisce maggiormente le influenze sahariane. Le sue cime più elevate superano raramente i 3000 metri (Jebel Siroua 3304 slm, Jebel Sarhro 2712 slm). Sempre con andamento parallelo c’è la catena del Jebel Bani, poco elevata (poco più di 1000 metri), ma importante per gli insediamenti umani che si sono succeduti dalla Preistoria: lungo questa catena infatti si allineano le oasi del Sud. Ancora più meridionale, ultima barriera prima del deserto, troviamo il Jebel Ouarkziz. Queste catene montuose sono barriere naturali alla discesa dell’aria umida del Mediterraneo, ma favoriscono per ciò stesso una piovosità sufficiente ad alimentare i fiumi e le falde freatiche del Sud. Grazie a queste acque sotterranee o di superficie, possono esistere le oasi della zona arida nord-sahariana.
IL SAHARA MAROCCHINO si estende per più di 1000 km in direzione nord-sud e la sua larghezza varia fra i 300 e i 500 km. Non vi sono rilievi veri e popri, al nord è occupato in gran parte dalla hamada di Tindouf e dall’altopiano sassoso del Zemmour, mentre a Sud l’unico rilievo di una certa importanza è l’Adrar Souttouf che raggiunge i 518 slm. Il passaggio dalle zone semidesertiche al deserto vero e proprio è graduale. A nord del Tropico del Cancro (23° 27) le piogge sono invernali, mentre a Sud il regime è subtropicale con precipitazioni da luglio a ottobre. Il periodo più secco è tra marzo e luglio, stagione dell’irifi, vento caldo che secca la vegetazione. I periodi di siccità sono più frequenti dei periodi piovosi e possono succedersi per sei anni di seguito.
Idrografia
I fiumi perenni scorrono solamente nel nord del paese, pur presentando forti differenze stagionali nel regime delle acque. Il principale è l’Oum er-Rbia, lungo circa 600 km; nasce nel Medio Atlante a est di Khenifra. Le sue sorgenti sono popolate di trote. In pianura irriga la regione agricola del Tadla e si getta, dopo aver alimentato due dighe, nelle acque dell’Atlantico presso Azemmour. La Moulouya è il secondo grande fiume del nord (520 km), dal regime molto irregolare, che dighe e canali di derivazione hanno parzialmente regolarizzato. Ciò consente l’irrigazione di aree destinate soprattutto alla coltivazione di barbabietola da zucchero e canna da zucchero. Si getta nel Mediterraneo a est di Nador. L’oued Sebou è importante perché legato alla storia delle due città che da lui traggono alimento, Fes e Meknes. Si getta nell’Atlantico all’altezza di Khenitra. A sud-est di Fes, presso il villaggio di El Menzel, è possibile vedere le gole formate dal fiume: uno stretto canyon, dai colori fantastici al tramonto. Rabat e Salè sono separate dal Bou Regreg, anch’esso fiume perenne. Ricordiamo infine il Tensift, il fiume di Marrakech.
L’idrografia del Sud del Marocco è caratterizzata da fiumi dal corso intermittente che scorrono dopo le piogge. Solo il Draa, che nasce nell’Alto Atlante dalla confluenza di più fiumi, ha uno sbocco nell’oceano Atlantico, sebbene sia un fiume perenne solo per 400 dei suoi 1020 km. Questa parte del suo corso, con andamento nord-sud, irriga un gigantesco palmeto, pressocchè ininterrotto, di 190 km, conosciuto come la Valle del Draa. Dopo aver piegato bruscamente verso est, il fiume diventa invisibile: si perde nel terreno sabbioso, per riapparire dopo 500 km in prossimità della foce. Nella zona di cambiamento di direzione, detta il gomito del Draa
, negli anni di forte piena, le acque arrivano a sommergere parte delle depressioni sabbiose formando un vasto lago di circa 10 km di diametro, che può durare vari mesi. Questa regione è oggi la più vasta distesa di dune del Marocco. I fiumi che scendono dall’Anti Atlante sono gli affluenti di destra del Draa, ma per raggiungerlo devono intersecare il Jebel Bani, aprendo così dei passaggi naturali in senso nord-sud. All’altezza di questi passaggi, foum in arabo (lett. bocca, apertura, foce), dove la falda si trova a poca profondità, si trovano le oasi attuali ed è in prossimità di questi foum, anche se non esclusivamente, che si trovano i principali siti di arte rupestre.
Nella parte orientale solo lo Ziz e il Rheris hanno una qualche importanza, soprattutto per i palmeti che alimentano. Poi molto a sud, già in Algeria, si uniscono per formare la Daoura, così che le acque provenienti dall’Alto Atlante vanno a disperdersi nel Sahara. Nelle Province Sahariane i fiumi di una certa importanza si trovano nella parte settentrionale e sono l’oued Chebika che sfocia a sud di Tan Tan, e l’oued Saqia (o Seguiet) al Hamra che sfocia nei pressi di Laayoune.
Precipitazioni
La distribuzione spaziale della piovosità è in funzione della latitudine, dell’altitudine e della longitudine. Questi tre fattori determinano situazioni locali estremamente diverse. Il fattore latitudine determina un gradiente nord-sud e la piovosità passa da833mmaTangeri,a445mmaRabatea225mmaAgadir. Le oasi del Sud hanno una piovosità annua media compresa fra i 40 e i 100 mm. Allo stesso modo agisce l’altitudine: le montagne, anche se poco elevate sono più favorite dalle precipitazioni. La neve cade al di sopra dei 1600 metri e al di sopra dei 2000 metri può durare dai 6 ai 9 mesi. L’ultimo fattore infine, valido soprattutto per l’insieme del Sahara, dà una proporzionalità inversa a mano a mano che ci si allontana dall’oceano Atlantico.
Ciò di cui soffre maggiormente il Sud del Marocco è l’irregolarità e il tipo di precipitazioni: di solito la quantità annua di pioggia cade in poco tempo, con violenza, ingrossando velocemente gli ouidan, che formano piene distruttrici. La stagione va da ottobre-novembre a marzo-aprile. Un regime estivo di precipitazioni si ha solamente sopra i 2000 metri. Nella parte meridionale delle Province Sahariane vige un regime estivo di piogge subtropicali.
Temperature
La temperatura, analogamente alle precipitazioni, varia in funzione dei tre fattori suddetti. Da un punto di vista ecologico sono importanti i dati relativi alle minime invernali e alle massime estive, poiché sono queste che meglio caratterizzano l’ambiente termico di piante e animali. L’inverno è mite sulle coste atlantiche (10°) e ciò permette la crescita di piante di tipo tropicale. Sugli altipiani superiori ai 1200 metri la temperatura scende sotto lo zero. In estate la temperatura rimane poco elevata sulla costa (non più di 30°) per arrivare ai 43-45° e oltre delle regioni interne. Un fattore importante per l’ecologia delle zone aride è l’umidità dell’aria, fattore che influisce sulla capacità di formazione delle precipitazioni. In inverno è del 60-65%, in estate intorno al 35-40%.
temperature medie delle principali citta:
Agadir - gennaio: 7°3-20°3 / agosto: 18°-26°9
Casablanca - gennaio: 7°5-17°2 / agosto: 19°-26°7
Marrakech - gennaio: 4°9-18°1 / agosto: 20°-37°5
Meknes - gennaio: 4°6-14°9 / agosto: 17°3-33°7
Zagora - gennaio: 3°3-21°2 / agosto: 25°6-42°5
Gli ambienti sahariani
La varietà di ambienti che caratterizza il Sahara nel suo insieme si ritrova anche nel Sud marocchino.
L’ERG
Esso si presenta come una successione di dune di sabbia allineate. Ogni duna ha un profilo asimmetrico, in dolce pendenza da un lato, ripido dall’altro. Il pendio dolce indica la direzione dei venti dominanti, che trasformano la duna in un’immensa mezzaluna, chiamata barkana (termine turkestano), poichè le estremità offrono minore resistenza al vento che non la parte sommitale. Normalmente la larghezza di una barkana è dodici volte l’altezza. Sotto lo spesso mantello di sabbia si nasconde un ostacolo, un ammasso di rocce o il bordo di un crepaccio che ha sbarrato la corsa del vento e a poco a poco ha creato la duna. La formazione degli erg si verifica prevalentemente in prossimità di arenarie in corso di disgregazione. Queste rocce sono erose dall’azione eolica e il vento trasporta i grani liberi concentrandoli in grandi aree sabbiose. Nell’erg la vita non manca: è il regno del drinn, una graminacea che può estendersi su vaste superfici; dopo le piogge spunta l’acheb, l’erba attesa con impazienza dai nomadi. Altre piante, come il rtem e la ginestra del deserto indicano la presenza di una falda freatica a bassa profondità.
Le formazioni di dune si incontrano a sud di Zagora, fra Mhamid e Zaouia Sidi Abd-en-Nebi, nella regione fra Merzouga e Taouz (Tafilalet), lungo la costa sulla Plage Blanche a sud di Sidi Ifni, dove le dune arrivano fino al mare, infine nella regione di Laayoune e Tarfaya, di Smara, di Dakhla e Nouadhibou.
IL REG
È un ambiente compatto, formato da ghiaia e materiali diversi portati dalle acque. Malgrado l’aspetto desolato, vi crescono alcuni cespugli sparsi, limitati dall’assenza di falde freatiche. Grandi reg si estendono lungo la pista fra Foum Zguid e Zagora e fra Foum Zguid e Zaouia Sidi Abd-en-Nebi.
LA HAMADA
Essa si presenta come un enorme altopiano nerastro, corrugato e frastagliato, formato da blocchi e lastroni. Il calore, il gelo, il vento hanno provocato crolli creando accumuli di massi e detriti su cui si deposita la sabbia trasportata dagli erg. L’hammada spesso termina con falesie ripide. Le più vaste sono la Hamada du Guir, che lambisce a est il Tafilalet con la sua grande scarpata: è un immenso tavolato leggermente inclinato da nord (1.150 slm) a sud (700 slm), lungo 200 km e largo circa 100; la Hamada du Draa a sud del fiume omonimo, e Hamada de Tindouf fra l’Algeria e il Marocco.
IL JEBEL (adrar in berbero)
Questo termine arabo designa non solo gli elevati massicci montuosi, ma anche le collinette dalle pareti ripide ed erose.
L’OUED (in arabo maghrebino, wadi negli altri paesi arabofoni)
È la valle dei corsi d’acqua sahariani, praticamente secchi, che si riempiono d’acqua solo in occasione di grandi piogge. È erroneo definirli fiumi fossili, poiché in questi ultimi infatti l’acqua ha cessato di scorrere da millenni e a volte sono visibili solo da foto aeree.
LA GUELTA
È una pozza d’acqua permanente, residuo di un sistema idrografico più ricco, affiorante fra le rocce o sul fondo di fiumi.
La conoscenza della loro esistenza e della loro posizione è vitale per gli allevatori nomadi. A una guelta si abbeverano sia i cammelli e le capre che i piccoli branchi di gazzelle. Un punto d’acqua così prezioso è un punto di vita.
LA TEMPESTA DI SABBIA
Si forma quando i venti soffiano con grande forza sulla sabbia molle e fine. A volte la si vede arrivare da lontano come un vero e proprio «muro» che oscura il cielo. Le tempeste di sabbia spostano le dune, invadono le strade, cancellano le piste. Mhamid (a sud di Zagora) è quasi sepolta, Laayoune è circondata da dune mobili che invadono la carreggiata. In Marocco il vento caldo che soffia con violenza si chiama chergui (lett. l’orientale) e nel Sahara occidentale irifi. Durante le ore calde della giornata si formano, per effetto delle correnti calde ascensionali, dei vortici, dei mulinelli di sabbia e polvere alti anche decine di metri. La gente del Sud dice che sono gli djnoun (gli spiriti).
Flora
La vegetazione del Marocco, dal punto di vista generale, appartiene all’insieme della regione mediterranea, caratterizzata da piogge invernali e lunghe estati secche.
La zona arida ha una vegetazione di steppa, distribuita in maniera diffusa, mentre la zona desertica presenta grandi superfici di terreno nudo, dove la vegetazione perenne è confinata nei letti dei fiumi dal corso intermittente. Caratterizzato da una forte aridità, il Sud del Marocco è la zona di transizione, per la diversità degli ambienti, da una flora di tipo arido-mediterranea ad una di tipo tropicale. Il paesaggio si diversifica per la presenza o meno di alberi e arbusti, che tuttavia non sono mai del tutto assenti. Lungo la fascia atlantica, tra Essaouira e Goulimine e solo in questa regione, troviamo la foresta
di arganie (Argania spinosa), «fossile» vivente risalente al Terziario. Lungo la costa occidentale, spesso mescolata alle arganie, vive il resistentissimo cactus del Sahara nord-occidentale (Euphorbia echinus), pianta endemica del Marocco e l’euforbia a cuscinetto o cactiforme (Euphorbia regis-jubae) i cui esemplari più belli raggiungono anche il metro di diametro.
La maggior parte del terreno è occupato da steppa di vario tipo, dove domina una vegetazione arbustiva e spinosa, con alcune specie di alberi, quali Acacia gummifera, Acacia Raddiana, Pistacia Atlantica. Le zone sabbiose sono occupate da arbusti: Genista saharae, Retama retama, Panicum turgidum. In inverno fiorisce la Cistanche Tinctoria dai bei colori. Una pianta tipica della steppa, comune in tutto il Sahara, è la Calotropis procera («taourza» in berbero, «krenk» in arabo) o «melo di Sodoma» che sembra sovvertire le regole dell’adattamento delle specie al clima: ha foglie larghe e carnose, vistosi fiori purpurei e grossi frutti. Tuttavia è tossica e nessun animale se ne nutre. Il suo lattice urticante è utilizzato nella medicina tradizionale per curare la rogna dei dromedari. Una stranezza vegetale è la «pianta-pietra» (Fredolia aretioides) o «cavolfiore del Sahara» delle steppe sassose a est di Tinerhir: è un cespuglio grigio-azzurro basso e così compatto che viene scambiato per un sasso. Questa forma viene data dall’azione del vento.
Più a sud, dove l’acqua è poco profonda e salmastra cresce la Tamarix articulata, che può raggiungere i 15 metri. Bellissime sono quelle lungo il fiume Draa. Per la sua conformazione la tamerice permette la fissazione degli elementi fini portati dal vento accumulandoli in collinette dette nebkha, favorevoli alla vita animale: insetti, roditori, serpenti, lucertole, varani.
La specie più tipica ed economicamente di gran lunga la più importante delle oasi del Sud è la palma da dattero. Le montagne del Nord sono il grande polmone verde del Marocco. Dal Rif all’Alto Atlante il visitatore troverà un tipo di vegetazione familiare, diffusa nell’area mediterranea, ma con varianti che rendono a volte unici certi insiemi vegetali.
Nel Rif abbonda il dum, la palma nana (Chamaerops humilis), accanto all’erica, la lavanda, il corbezzolo e la quercia da sughero. Sono presenti inoltre foreste di cedri e di abeti. Il Medio Atlante ospita le più belle e ricche cedraie del Marocco, in particolare fra Azrou e Ifrane: alcuni esemplari raggiungono i 60 metri e hanno 400 anni. Nel sottobosco cresce la bellissima, rossa peonia (Paeonia mascula), che fiorisce tra aprile e maggio.
L’Alto Atlante è la montagna dove maggiore è la diversità paesaggistica, poiché il versante settentrionale è molto più umido di quello meridionale. Nella parte occidentale ci sono i boschi di argania, di tuya, carrubi, ginepri e pistacchi atlantici, mentre la parte orientale presenta cedraie, meno dense di quelle del Medio Atlante. Sul versante settentrionale crescono il rosmarino, il corbezzolo, il ginepro fenicio, la quercia spinosa.
Su quello meridionale abbondano le ginestre. Ad altitudini più elevate, sopra i 1700 m, si trovano le steppe di altura con xerofite spinose, spesso a forma di cuscinetto, per meglio resistere alle basse temperature.
Una caratteristica della montagna marocchina sono le coltivazioni a terrazza: queste occupano le vallate, a volte anche minuscole, che hanno una buona esposizione. I lavori, veramente di grande tenacia, comportano la creazione di muretti di sostegno ai minuscoli campi, sempre lavorati a mano. Un bordo rialzato consente di trattenere più a lungo l’acqua piovana o l’acqua addotta con minuscole canalette. I campi, sempre di pochi metri quadrati, sposano perfettamente le curve di livello della montagna.
Fauna
Paese dalla fauna ricca e varia, il Sud del Marocco ha visto la scomparsa nel volgere di pochi decenni di molte specie animali, soprattutto mammiferi, come effetto diretto o indiretto dell’azione antropica. La progressione della desertificazione, l’arrivo delle armi automatiche e l’introduzione dei veicoli fuoristrada hanno portato alla quasi estinzione di gazzelle e alla scomparsa di struzzi e ghepardi. Questi animali erano stati oggetto di caccia da sempre: gazzelle ed altri animali entravano come integratori nella dieta dei pastori sahariani o degli agricoltori in periodi di carestia, tuttavia il ricorso a tecniche arcaiche di cattura non li minacciava di estinzione. Nel deserto mauritano una tribù, i Nemadi, era particolarmente rinomata per la sua abilità nella