I Sanseverino Duchi di San Donato e Baroni di Càlvera: Storie e vicende di un ramo poco noto della prima delle Sette Grandi Case del Regno di Napoli
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I Sanseverino signoreggiarono su vasti possedimenti del Regno, costituendo un vero e proprio "Stato Feudale", lo "Stato Sanseverino" appunto, che comprendeva un vastissimo territorio che si estendeva su buona parte dell'attuale Basilicata e della Calabria settentrionale. La famiglia arrivò a possedere, con la dignità di Principi, la città di Salerno e si rese protagonista delle celebre "Congiura dei Baroni".
Lo studio ricostruisce approfonditamente la storia privata e le vicende feudali di quelli che sono considerati i due rami meno noti e ancor meno studiati della grande casata: i Duchi di San Donato in Calabria e i Baroni di Càlvera in Basilicata.
Marco Lupis Macedonio Palermo dei principi di Santa Margherita è uno studioso, specializzato nella storia genealogica e araldica delle famiglie nobili dell'ex Regno delle Due Sicilie.
E' Segretario generale dell'Associazione Storica della Nobiltà Italiana (ASNI), presidente della Società Genealogica Italiana (SGI) e membro del Collegio Araldico.
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I Sanseverino Duchi di San Donato e Baroni di Càlvera - Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita
Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita
I Sanseverino Duchi di San Donato e Baroni di Càlvera
Storia feudale e vicende private della prima delle Sette Grandi Case del Regno di Napoli
ISBN: 9788826053493
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Sommario
I Quaderni
Nota sull’autore
I Sanseverino, Duchi di San Donato e Baroni di Càlvera
Copyright© 2016 by Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita
ISBN 978-88-260-5349-3
I Sanseverino, Duchi di San Donato e Baroni di Calvèra
Nota Introduttiva
La Casata
Le origini dei Duchi di San Donato e dei Baroni di Càlvera
Il ramo di San Donato
Il ramo di Càlvera
La successione feudale di San Donato
Due linee di successione - due titoli di San Donato
Genealogia successoria
SUCCESSIONE DEL NUOVO TITOLO FEUDALE DI DUCA DI SAN DONATO, CREATO ex novo
SUCCESSIONE DELL'ANTICO ORIGINARIO TITOLO FEUDALE DI DUCA DI SAN DONATO
Bibliografia e Fonti documentarie
Documenti
Note
I Quaderni
1
Nota sull’autore
Il Marchese Marco Lupis Macedonio Palermo dei principi di Santa Margherita è uno studioso, specializzato nella storia genealogica e araldica delle famiglie nobili dell'ex Regno delle Due Sicilie.
È Segretario Generale dell'Associazione Storica della Nobiltà Italiana (ASNI), Presidente della Società Genealogica Italiana (SGI) e membro del Collegio Araldico.
I Sanseverino, Duchi di San Donato e Baroni di Càlvera
Edizioni della Società Genealogica Italiana
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
Copyright© 2016 by Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita
Tutti i diritti riservati all’autore
© 2017 by Società Genealogica Italiana
ISBN 978-88-260-5349-3
info@genmarenostrum.com
Prima edizione digitale 2017
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita
I Sanseverino, Duchi di San Donato e Baroni di Calvèra
Storia feudale e vicende private di un ramo poco noto
della prima
delle Sette grandi Case del Regno di Napoli
Con la successione del titolo
di Duca di San Donato e Policastrello
Da documenti e fonti inedite
Albero genealogico dei Sanseverino: rami dei Principi di Bisignano, dei Baroni di Càlvera e dei Duchi di San Donato, a partire da Venceslao Sanseverino, Duca di Amalfi e di Venosa, Conte di Tricarico e Chiaromonte (1355-1403)
ASNapoli, Real Camera di S. Chiara, Pretensori di cadetti (serie XXXV), vol. 52, inc. 70. Supplica di don Orazio Sanseverino dei Baroni di Càlvera
, tav. genealogica, f. 33v-34r.
Nota Introduttiva
Il materiale qui pubblicato costituisce una prima corposa parte di un più esteso lavoro che - con l'aiuto di un altro esperto studioso della materia – si spera di poter dare alle stampe in un non lontano futuro, e che comprenderà una completa ed esaustiva - a quanto mi risulti finora mai realizzata - analisi documentaria su questa linea poco nota del grande casato sanseverinesco, quella dei Baroni di Càlvera e Duchi di San Donato appunto.
Nello studio in corso di pubblicazione verranno proposte le trascrizioni e molte riproduzioni di una rilevante messe documentaria, ad oggi totalmente inedita, su questi rami, con particolare riferimento alla divulgazione del materiale cavato per la prima volta dal fondo " Pretensori dei cadetti " della Real Camera di Santa Chiara, presso l'Archivio di Stato di Napoli, quello della Regia Udienza Provinciale di Catanzaro, oggi nell'Archivio di Stato di Lamezia Terme (in deposito temporaneo) e quello infine - di gran lunga il più rilevante - nascente dal materiale custodito fino ad oggi nell'archivio privato della famiglie dei Baroni del Mercato Pacelli di Leo Sanseverino; fondo che comunque, alla fine della inventariazione ancora in corso a cura dell’avvocato Barone Pier Francesco del Mercato, verrà donato all'Archivio di Stato di Salerno, dove andrà ad affiancare ed integrare il precedente versamento effettuato qualche decennio orsono dalla famiglia, che ha dato origine all'attuale Fondo del Mercato
[¹] , già a disposizione degli studiosi presso quell'Archivio.
Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita [²]
La Casata
I Sanseverino sono una delle casate storiche italiane più illustri, la prima delle sette grandi Case del Regno di Napoli , che arrivò a dominare su 300 feudi, 40 Contee, 9 marchesati, 12 Ducati e 10 principati distribuiti soprattutto tra Calabria, Campania, Lucania e Puglia. Fra i suoi membri si annoverano cardinali, viceré, marescialli e condottieri.
E’ fondata opinione degli storici che la Casa Sanseverino ebbe nel Regno di Napoli dignità e ruolo poco meno che sovrano.
La casata fu fondata dal normanno Turgisio che ebbe in dono da Roberto il Guiscardo la Contea di Rota (l'odierna Mercato San Severino), posta in una posizione strategica che poneva in comunicazione il Principato di Salerno con il Ducato di Napoli e di Benevento. Avendo questi stabilito la sua dimora nel Castello di Sanseverino che si trovava nei suoi nuovi possedimenti, ne assunse anche il nome. Per la fedeltà al Papa ed al partito guelfo, la famiglia fu quasi distrutta prima dagli Svevi e poi dai Durazzo, ma riuscì sempre a sopravvivere e a ritornare all'antico splendore.
Nel XV secolo i Sanseverino si divisero nei due grandi rami dei Principi di Salerno e dei Principi di Bisignano (CS), dai quali si diramarono a loro volta quelli dei Sanseverino Conti di Lauria e Duchi di Scalea, Sanseverino Duchi di San Donato, Sanseverino Conti di Tricarico, Sanseverino Conti di Caiazzo e Conti di Colorno, Sanseverino Baroni di Càlvera, Sanseverino Baroni di Marcellinara e molti altri rami minori. Oggi di questa storica famiglia sopravvive solo il ramo di Marcellinara.
Nel 1306 Tommaso Sanseverino, Conte di Marsico, fondò la monumentale Certosa di Padula
La Casata sanseverinesca ebbe in origine come proprio stemma solo un campo d'argento (come era lo stendardo sulla torre del castello di Diano, oggi Teggiano, in Campania), che probabilmente fu il colore del casato fra i sec XI-XIII.
Secondo la tradizione, durante la battaglia di Benevento del 26-2-1266, Ruggero Sanseverino (n. 1237 ca. + Marsico 1285), 3 Conte di Marsico, Barone di Sanseverino, ecc., per incoraggiare i suoi soldati in un momento difficile dello scontro legò alla sua spada una camicia intrisa