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Una vita in vacanza
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Una vita in vacanza
E-book162 pagine2 ore

Una vita in vacanza

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Info su questo ebook

Manuale per animatori turistici con tanti consigli per animatori e capo animazione.

All'interno troverete tanta teoria, ma anche tanto materiale utile come copioni inediti, idee per le serate, giochi, e tutto quello che serve per diventare un buon capo animazione.
LinguaItaliano
Data di uscita12 gen 2015
ISBN9781445758572
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    Anteprima del libro

    Una vita in vacanza - Mari Moreno

    Mari Moreno

    Una vita in vacanza

    UUID: 1445758571

    This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)

    by Simplicissimus Book Farm

    Table of contents

    Prologo

    Indice

    L'ANIMATORE

    IL VILLAGGIO

    SHOW

    IL BAGAGLIO

    COPIONI

    Ringraziamenti

    Prologo

    MARI MORENO

    Una vita in vacanza

    (Manuale per animatori turistici)

    Una vita in Vacanza, un libro dedicato a tutti gli zingari come me che hanno deciso di vivere la propria vita in vacanza o meglio dove gli altri fanno vacanza, perché chi lavora nei posti di villeggiatura fa tutto tranne che il vacanziere.

    Fare l’animatore può sembrare un lavoro facile soprattutto negli ultimi periodi dove la tanta richiesta di personale ha fatto perdere un po’ della specializzazione che c’era qualche anno fa.

    Negli ultimi anni sono nati tanti animatori, ma pochi sanno fare veramente questo lavoro, con questo libro cercherò di mettere a disposizione quel bagaglio culturale che ho accumulato in più di 20 stagioni in giro per il mondo e che, almeno nel mio caso è servito (nelle mie equipe o nei miei stage) a trasformare gente normale in ottimi animatori.

    Premetto che non sono un vero scrittore, ho cercato di esprimere i miei concetti come ho fatto con gli animatori che mi sono trovato di fronte in questi anni , magari alcuni ragionamenti sono un po’ contorti, difficili da capire o poco articolati, mi scusino quindi gli scrittori veri e soprattutto la mia professoressa di Italiano.

    Indice

    Capitolo 1, L’animatore Turistico

    Chi è un animatore. 

    La vita dell’animatore. 

    La Storia dell’animazione.

    Le agenzie di animazione.

    La selezione delle agenzie.

    La prima stagione dell’animatore.

    Capitolo 2, Il villaggio

    Dove lavora l’animatore.

    Il mondo villaggio.

    Tipologie di ospiti.

    Il contatto.

    L’Equipe.

    Le regole.

    Il capo animazione.

    Il programma animazione.

    Capitolo 3, Lo show

    Gli spettacoli serali.

    Il cabaret.

    Perché si ride?

    Capitolo 4, Il bagaglio del capo animazione

    Costumeria di base per un villaggio.

    Le regole della costumeria.

    I passaggi in spiaggia.

    I Giochi.

    Consigli per i capi animazione.

    Capitolo 5, I Copioni

    Amore (monologo).

    Benarrivati (Monologo).

    Carabinieri.

    Condannato a morte.

    Dante Alighieri.

    Discorsi da donne.

    Drink story (monologo).

    Giorni Vissuti (Poesia di fine settimana).

    Fuori come un terrazzo.

    La leggenda degli uomini straordinari.

    Latrin lover.

    Moulin rouge (Parodia).

    Pinocchio.

    Volare.

    L'ANIMATORE

    TURISTICO

    L’ANIMATORE TURISTICO:

    In questo capitolo spiego la definizione di animatore turistico indicando le attitudini che servono per poter fare questo lavoro al meglio e i trucchi per migliorarsi giorno dopo giorno.

    Vi propongo un’analisi sul come nasce l’animazione turistica e che ruolo hanno le agenzie, soffermandomi su quest’ultimo periodo e sulle prospettive per il futuro.

    Per finire qualche consiglio sul come affrontare la fase della selezione e una testimonianza fatta col cuore sulla prima stagione in villaggio.

    1.1  CHI E’ UN ANIMATORE?

    Un animatore è un comico, uno sportivo, un tuttofare, una persona simpatica che agli occhi dell’ospite ha una marcia in più. Ma animatori ci si nasce o si diventa? Gli animatori ci sono o ci fanno?

    Tante sono le domande su questa professione ambigua. Per chi si avvicina per la prima volta a questo lavoro, posso dire che animatori non si nasce, magari si nasce simpatici o predisposti, ma per diventare bravi quello che serve è solo tanta esperienza.

    Essere animatore più che una professione è un modo di essere, il lavoro è molto duro e faticoso e occuperà tutta la vostra giornata, quindi farlo con piacere è un requisito fondamentale. Se pensate di passare un’estate facendo mezza vacanza vi sbagliate, l’orario di lavoro è assurdo, 24 ore su 24, sette giorni su sette… Nel villaggio c’è sempre qualcosa da fare e oltre all’orario di lavoro tra l’altro già consistente, si preparano gli spettacoli, si fanno le prove, si montano e smontano scenografie etc. etc.

    Se dovessi contare quante ore lavora un animatore avrei difficoltà, quando è a tavola con gli ospiti sta lavorando o è in pausa? E quando è nel letto che studia un copione? Purtroppo non esiste un termine per quantificare il lavoro che è svolto e per questo lo stipendio non sarà mai adeguato.

    Lavoriamo con orari assurdi, siamo sottopagati, sfruttati. Ma chi ce lo fa fare?, si chiederanno in molti. La risposta è che l’animatore è un artista che con questa professione entra a far parte di un mondo a dir poco magico. La gente in vacanza si rilassa, tutti sono predisposti a scherzare, a partecipare ad attività e fare conoscenze, a differenza della città dove si pensa al lavoro, ai soldi e alle classi sociali. Il villaggio è un piccolo mondo dove l’animatore è uno dei protagonisti.

    In ogni stagione si accumulano una infinità di esperienze che ci cambiano la personalità e il carattere, si conoscono migliaia di persone completamente diverse tra loro, avremo a che fare con bambini, giovani, anziani, uomini, donne, avvocati, dottori, etc. etc..

    La mente si apre e dopo poco tempo si viene in possesso di una consapevolezza che non ha prezzo, il saper conoscere le persone. Come una commessa dopo anni di lavoro è capace di venderti un paio di scarpe, noi siamo capaci di capire cosa vuole la gente.

    Come in tutte le professioni è fondamentale apprendere ed essere avidi di cultura, in un villaggio si ha la possibilità di assimilare molte nozioni su diversi campi, diventando sempre più completi.

    In ogni struttura avrete inoltre un responsabile carismatico che ha nelle sue mansioni quella di insegnarvi il mestiere e trasmettervi la sua esperienza, sta a voi scegliere se divertirvi solo un paio di stagioni oppure fare qualche sacrificio e prendere l’esperienza come una scuola crescendo sia come animatore che come persona.

    Normalmente si pensa che chi sceglie questo tipo di carriera abbia poche prospettive per il futuro, sicuramente l’animatore semplice è da considerare solo come un punto di partenza, nel turismo però ci sono anche molte altre opportunità per chi fa esperienza nei villaggi, basta pensare che i migliori direttori e gestori provengono proprio dall’animazione. Anche chi si separa da questa professione, però, non ha sprecato tempo inutile, l’aver imparato a parlare con la gente può essere messo in pratica anche su altri settori (io ho molti amici ex-animatori che hanno fatto successo vendendo case).

    E’ importantissimo per ogni responsabile capire le ambizioni della sua equipe. Ci saranno sempre persone che tendono a gratificarsi con questo lavoro e altre che hanno obiettivi diversi nella vita e per loro fare gli animatori può essere solo una piccola parentesi di qualche mese, un buon capo equipe non deve sicuramente colpevolizzare questi ultimi, ma capire su chi poter puntare per ruoli di responsabilità e fiducia e chi usare per la manodopera.

    1.2 LA VITA DELL’ANIMATORE

    Per alcuni punti di vista questa professione è la più bella del mondo, la gente ti adora, stai tutto il giorno al centro dell’attenzione e hai la possibilità di vedere località favolose.

    Lo status di animatore ti porta fuori dalla realtà, si vive in un mondo ovattato fatto di spettacoli, giochi e tanto divertimento. Con il passare degli anni il distacco dalla vita reale si fa sempre più consistente fino a diventare uno stacco quasi traumatico, quando decidiamo di fermarci.

    Spiegare le emozioni che può darti questo lavoro è veramente difficile, ogni struttura grande o piccola che sia, riesce sempre a lasciarti qualcosa, ricevere un applauso a fine serata quando viene nominato il tuo nome è un’esperienza che difficilmente si prova nella vita comune.

    Gli animatori sono osannati per poco, qualcuno può essere adorato dalla gente perché è simpatico o un qualcun’altro perché sul palco ha la fortuna di recitare le battute più divertenti, tutti ricevono applausi ed è facile montarsi la testa.

    Ma come sei bravo, perché non vai a Zelig… Io ho un amico che potrebbe farti sfondare.… sono frasi che sentiamo sempre dopo i nostri spettacoli, ma per riuscire a crescere dobbiamo rimanere con i piedi per terra e ricordarci che non si finisce mai di imparare.

    Per riuscire a rimanere sani conviene abituarsi a questa vita, ma anche ricordarsi che il mondo reale è differente, le nostre battute esilaranti dette senza la maglietta dello staff fanno meno ridere e anzi, dette nel contesto reale, possono farci fare la figura degli stupidi! Chi non vive il villaggio non ci comprende, o forse noi che viviamo il villaggio non comprendiamo il mondo esterno!

    Nel villaggio far ridere è molto più facile, per prima cosa il programma è ciclico, ogni 1-2 settimane possiamo ripetere le nostre battute e anzi a ogni ospite possiamo ripetere la nostra battuta, il nostro tormentone che ci caratterizza.

    Nei villaggi non vince l’originalità dell’animatore, ma le frasi e battute fatte e rifatte (e quindi provate e riprovate) settimana dopo settimana o stagione dopo stagione.

    Tutto questo fascino funziona ovviamente anche con le persone di sesso femminile, gli animatori hanno infatti, una fama particolare in questo campo. A chi mi chiedeva domande in merito, ho sempre risposto con questo semplice calcolo:

    Un civile quante persone conosce in un mese? (per conoscere intendo fare 2 chiacchiere, bere qualcosa insieme etc.). Un animatore (se lavora male) in una settimana DEVE conoscere almeno un centinaio di persone, con almeno 20 di loro DEVE mangiare insieme e con almeno 10 di sesso opposto DEVE ballare ogni giorno … diciamo che la matematica sta dalla nostra parte. Mettiamo poi che siamo simpatici, abbronzati e al centro dell’attenzione e l’alchimia è fatta.

    1.3 STORIA DELL’ANIMAZIONE

    Perché serve l’animazione? Molti possono pensare che sia un servizio futile, rilegato a due giochetti in spiaggia o a uno spettacolo la sera. L’animazione invece è il cuore del villaggio, con le sue molteplici attività fa ingannare il tempo agli ospiti, se la struttura ha qualche problema chi non ha niente da fare lo noterà subito. Il cliente impegnato invece, avrà talmente tante cose da fare che non avrà proprio il tempo di andare a cercare il pelo nell’uovo. L’animatore poi è il PR del villaggio, lui ha il polso della situazione, gli ospiti si confidano e lui prontamente deve riportare quello che la gente pensa della struttura. Se c’è un problema i primi che vengono chiamati sono gli animatori, loro hanno la capacità di sdrammatizzare e far passare

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