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Il successo di essere nessuno
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Il successo di essere nessuno
E-book80 pagine56 minuti

Il successo di essere nessuno

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Info su questo ebook

L'attore Alessandro Regis, che si plasma scrittore, in questo libro, ha dato libera interpretazione ad un pensiero intimo, mettendolo a disposizione della comunità. Ogni capitolo racconta episodi molto personali, che vanno da quando l'autore descrive minuziosamente i luoghi della propria crescita, per far comprendere la caparbietà che lo ha sempre spinto a non arrendersi e ad aspettare che il momento giusto andasse a bussargli alla porta. Il carattere, che lo scrittore stesso descrive come testardo, ma con una fortissima predisposizione a fare del bene e a mettersi a disposizione delle fasce più deboli della società, lo contraddistinguono e lo esaltano, soprattutto in questo momento storico, così violento, come quello che ci troviamo a vivere. I consigli che vengono dati a tutte le "teste calde", vanno a braccetto con i racconti di attimi di vita reale, che non devono essere confusi con il mondo (patinato, ma assolutamente finto), del mondo dello spettacolo. In questo libro non troviamo solo un Alessandro Regis, come lo abbiamo sempre visto; scherzoso e spensierato, ma anche la persona reale che è e che si è trovata ad affrontare -e che ancora sta passando-, dei momenti "no", dovuti anche a scelte e decisioni, non sempre giuste, ma di cui lo scrittore, non solo non si pente, ma ne trae comunque insegnamento e forza, talvolta a fatica, per sé stesso e per gli altri.
LinguaItaliano
Data di uscita1 mar 2024
ISBN9791222728605
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    Anteprima del libro

    Il successo di essere nessuno - Alessandro Regis

    Dedica

    A mio figlio Christian, che è la persona più importante della mia vita e che si trova nella fascia d’età denominata adolescenza, una fase della vita in cui non si è né bambino, ma nemmeno uomo; fase in cui le idee sono in continua evoluzione, senza sapere esattamente che cosa rappresenti, cosa vuoi, spinto da un istinto ma senza sapere il perché.

    Età in cui pensi di poter ottenere tutto in maniera facile abituato al mondo finto dei social e degli youtuber, non riconoscendo che, per ogni cosa, c’è un prezzo da pagare.

    Lo dedico anche ai miei genitori che, forse troppo giovani, hanno imparato ad essere genitori crescendo insieme a me.

    Lo dedico a me, per tutte le volte che ho richiesto attenzione senza essere ascoltato, per tutte le volte che l’affetto ricevuto non colmava l’amore di cui avevo bisogno e non compensava la severità con cui sono cresciuto; per non permettere alle mancanze del passato di rovinare il presente e il futuro.

    Il mondo reale e quello virtuale vengono caratterizzati da continue violenze, da idee corrotte che a volte io stesso faccio fatica ad elaborare e comprendere, per la loro irrazionalità e approssimazione.

    Siamo connessi con la futile speranza dell’avere tutto ad ogni costo e contemporaneamente, si sta perdendo il contatto con la realtà, con i veri valori.

    Generazioni diverse certo, ragioni e razionalità a volte contrastanti. Mettersi a confronto con gli altri, riavvicinarsi, guardare le persone negli occhi, entrare empaticamente nelle altrui realtà, abbandonare la nostra comfort zone e comprendere gli usi e i costumi di popolazioni lontane: questa è la vera empatia.

    Io stesso, spero di superare delle barriere fisiche, per poter riprendere a conoscere in questo modo, nuove realtà.

    Frase che mi rappresenta

    maggiormente

    Daje

    Perché per noi romani, non è solo uno stile di vita, ma un incoraggiamento, un modo di vivere. Rappresenta il tutto e il niente, il bene e il male.

    Riflessione

    Si parla sempre della società in cui viviamo, del male di cui essa stessa è intrisa, ma soprattutto delle nuove generazioni che non assomiglierebbero alle precedenti e meno male, aggiungerei io.

    Le colpe e i danni del passato ricadono purtroppo, nel presente e se non si pone un limite alla violenza ed alla cultura del falso mito, anche le future generazioni saranno soggette ad interpretazioni del reale fortemente deviate. Tutti coloro che prima, hanno avuto come obbiettivo quello di arricchirsi economicamente, non hanno creato benessere, ma solo una modalità del vivere riempito di effimero.

    Siamo ciò che diciamo e ci rappresentiamo nelle azioni che compiamo, eppure siamo troppo persi sui social e dalla voglia di essere popolari, riconosciuti, ma poi in realtà ci perdiamo nei meandri del nulla. Non mi sento rappresentato dalla società in cui sono e nel mio piccolo, cerco di spiegarlo nel quotidiano. Bisogna cercare di far capire ai ragazzi che loro stessi sono la vera risorsa che abbiamo. Sono la speranza per un mondo migliore lontani dall’ignoranza del passato.

    È il denaro come mezzo di scambio che ha determinato una forma sociale solo orientata ad un fallace benessere economico. Il mondo dei social è davvero complice di ciò che stiamo vivendo? Davvero l’apparire ha preso il posto dell’essere? L’autore, in un colloquio diretto con il lettore, si rapporta come se stesse davanti ad uno specchio, guardandosi contemporaneamente nel passato e nel presente, confrontando la sua adolescenza, con quella della moderna adolescenza.

    Un forte dialogo introspettivo rivolto non solo ai giovani ma anche a tutte quelle persone che prese dalla dura quotidianità, fatta di doveri e davvero pochi piaceri, talvolta smettono di scendere dalla cattedra, per spogliarsi del pesante fardello di ciò che non si è ed abbracciare la normalità di essere nessuno.

    Francesco Fiumarella

    Prefazione

    Ogni fase della vita, nonostante il cambio generazionale, ha sempre le sue peculiarità e criticità che lo contraddistinguono. Mi sono ritrovato spesso a domandarmi quali fossero le colpe del passato che hanno portato i giovani di oggi a vivere in una società in cui i valori fondamentali si sono persi.

    Appartengo ad una generazione che si divertiva semplicemente giocando a pallone, che ha vissuto senza tecnologia e nonostante tutto, è cresciuta accontentandosi di poco e sentendo soddisfazione di quel poco.

    I problemi di ieri sono anche quelli di oggi ma la tecnologia non ha di certo provato a risolverli.

    I social, la ricchezza in apparenza facile e la perdita del senso della realtà ci ha portato a leggere di meno, a scrivere poco o nulla, ma, soprattutto, ci ha fatto smarrire il gusto di incontrarci, di confrontarci e di guardarci negli occhi.

    Osserviamo,

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