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MoeKaori: la leggenda della Yume
MoeKaori: la leggenda della Yume
MoeKaori: la leggenda della Yume
E-book315 pagine4 ore

MoeKaori: la leggenda della Yume

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Info su questo ebook

Come vi sentireste se, cresciuti per sedici anni in una grande metropoli, la vostra famiglia di punto in bianco decidesse di trasferirsi in un'isola così piccola da non risultare nelle carte geografiche?
È così che si sentiva Akane il mattino in cui fece trasloco, sistemando le sue cose nella nuova camera. Quel luogo offriva ben pochi svaghi e non avrebbe certo giovato al suo carattere chiuso e solitario.
Fu quindi per Akane un'incredibile sorpresa scoprire ciò che da lì a poco le sarebbe accaduto...

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Come nasce MoeKaori?
La giovane autrice, appassionata di Manga giapponesi, decide di scrivere una breve sceneggiatura per un soggetto da realizzare. Nasce così la primissima bozza di MoeKaori, composta di poche pagine. Sviluppando questo canovaccio, la storia cresce progressivamente fino a prendere la connotazione di un vero e proprio romanzo fantasy. Abbandonata temporaneamente la matita, Miriam ha quindi passato ogni minuto libero degli otto mesi successivi a scrivere questo romanzo e, successivamente, altri quattro mesi a perfezionarlo e correggerlo.
Ecco quindi al vostro giudizio un romanzo fantasioso e pieno di colpi di scena, imprevedibile ad ogni pagina. Una sorta di Manga con poche (ma gradevolissime) figure!
NDR
LinguaItaliano
Data di uscita15 dic 2014
ISBN9786050342765
MoeKaori: la leggenda della Yume

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    Anteprima del libro

    MoeKaori - Miriam Benelli

    sull'autrice

    Introduzione

    I quattro regni

    Questo nuovo mondo fantastico, privo di denominazione, è suddiviso in quattro regni: MoeKaori, SkyDream, FogliaVerde e YamiYoru.

    -MoeKaori, letteralmente germoglio profumato, è il regno della luce. In esso vivono persone simili agli esseri umani. Si distinguono da questi ultimi per l'aura profumata e dolce che emanano oltre che per i poteri magici.

    - SkyDream (cielo dei sogni , cielo-sogno) si trova nel cielo, in mezzo alle nuvole e lì abitano gli angeli, creature alate che non toccano mai il suolo... o quasi.

    - FogliaVerde (mi auguro che sappiate che cosa significa) occupa tutte le distese di verde, e vi dimorano gli elfi.

    - YamiYoru (oscurità notturna) l'altra faccia della medaglia ovvero l'alter ego di MoeKaori. E' popolato dalle creature oscure, esseri con il corpo per metà umano e per metà animale. Perennemente presenti nubi scure e venticello gelido.

    Come nasce MoeKaori?

    Da manga... a libro

    Miriam, appassionata di fumetti e cartoni animati giapponesi decide, all'inizio della seconda media, di scrivere una breve sceneggiatura per un manga da realizzare. Nasce così la primissima bozza di MoeKaori, composta di poche pagine. Sviluppando questo canovaccio, la storia cresce progressivamente fino a prendere la connotazione di un vero e proprio romanzo fantasy. Abbandonata temporaneamente la matita, Miriam ha passato ogni minuto libero del resto dell'anno scolastico a scrivere questo romanzo e, successivamente, altri quattro mesi a perfezionarlo e correggerlo.

    Ecco quindi al vostro giudizio un romanzo fantasioso e pieno di colpi di scena, imprevedibile ad ogni pagina. Una sorta di Manga con poche (ma gradevolissime) figure!

    Prologo

    Come vi sentireste se, cresciuti per sedici anni in una grande metropoli, la vostra famiglia di punto in bianco decidesse di trasferirsi in un'isola così piccola da non risultare nelle carte geografiche?

    È così che si sentiva Akane il mattino in cui fece trasloco, sistemando le sue cose nella sua nuova camera. Quel luogo offriva ben pochi svaghi e non avrebbe certo giovato al suo carattere chiuso e solitario.

    Fu quindi per Akane un'incredibile sorpresa scoprire ciò che da lì a poco le sarebbe accaduto...

    1. Akane come rosso scarlatto

    Era un freddo mattino autunnale, le foglie d'acero, lasciati i rami che le avevano accolte durante l'estate, sbattevano da una parte all'altra della città, mentre gli abitanti passeggiavano tranquillamente scambiandosi parole. Dopotutto YukiSachiko era una città tranquilla. Si trovava su una piccolissima isola presso la costa orientale del Giappone. YukiSachiko significa NeveFelice un nome indovinato, dato che d'inverno veniva ricoperta da un soffice strato di candida neve.  

    Mentre le foglie volavano, il vento soffiava e la gente parlava, una ragazza sdraiata sul suo materasso ancora rivestito di nylon si stava riprendendo dalle fatiche del trasloco. La ragazza si chiamava (e si chiama ancora) Akane, che in giapponese significa rosso scarlatto anche se di rosso aveva solo la maglietta senza maniche che indossava. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, con un'espressione priva di sentimento, che trasmetteva un po' di inquietudine. I suoi grandi occhi erano neri e profondi come un pozzo, perennemente nascosti da tre enormi ciocche di capelli color rame che le coprivano mezzo viso. Il colorito della pelle era pallido e le sue labbra carnose e rosse come il suo nome. Il suo corpo esile indossava, sopra la maglietta, una camicia annodata alla vita ed un paio di jeans attillati e sbiaditi. Ad un tratto si sentirono dei distinti picchiettii alla porta: era Yumi, la sorella maggiore di Akane. Yumi aveva vent'anni ed un'indole allegra e vivace. Era sempre preoccupata per il carattere chiuso di Akane, troppo taciturna e chiusa in se stessa per essere una ragazzina di sedici anni. Akane, ti andrebbe di uscire con me a visitare questa cittadina? le chiese Yumi, sperando di farla uscire dal suo guscio. Akane non rispose, ma poi, dandosi uno slancio con le gambe, si mise seduta sul letto ed infine si alzò. Lo prendo come un sì? domandò Yumi con disagio uscendo dalla stanza.

    Akane era una ragazza molto chiusa in sé stessa, il velo del suo silenzio copriva la fragilità dei suoi sentimenti, tuttavia sapeva dimostrarsi forte e decisa ogni volta che qualcuno in difficoltà chiedeva il suo aiuto.

    Prese le scarpe, le calzò lentamente, poi raggiunse sua sorella trascinando i piedi come se fossero di piombo. Allora Akane, vuoi visitare il liceo dove andrai, o qualche negozio della via? chiese Yumi che non sapeva da dove cominciare a esplorare la cittadina. Akane, per tutta risposta, scrollò le spalle in segno d'indifferenza. Yumi avvisò i genitori della passeggiata. Il vento continuava a giocare con le foglie degli alberi malinconici, quando le due ragazze varcarono la soglia di casa. Yumi e Akane rivolsero lo sguardo verso destra e non poterono fare a meno di notare un grazioso negozietto di erbe e profumi che emanava essenze floreali. La vetrina era molto colorata ma un quadretto catturava l'attenzione più di ogni altro elemento decorativo. Era un collage di fiori secchi e pressati, una combinazione di colori unica che rappresentava un affascinante fiore d'orchidea. Yumi sorrise notando che sua sorella aveva portato con sé il suo blocco da disegno e che ora stava ricopiando l'orchidea. Akane era molto portata per il disegno. Il disegno è una 'disciplina' stupenda che trasforma in realtà il tuo pensiero. E per le persone chiuse è il modo migliore per esprimersi, è qualcosa che permette di condividere con gli altri i propri sentimenti, senza doverli rivelare. Yumi guardava fiera il disegno che le mani di sua sorella stavano delineando con delicatezza e precisione, ma vedendo che lì a fianco si trovava una meravigliosa boutique, improvvisamente la tirò per un braccio trascinandola oltre. Entrarono insieme. Buongiorno esclamarono le sorelle all'unisono con diverse tonalità. Buongiorno rispose la commessa. Poi le ragazze si buttarono tra i vestiti. Allora come sto? chiese Yumi indossando una tuta dalla felpa abbondante e un berretto con la visiera sulla testa. Ed io? sussurrò Akane con un filo di voce.

    Posso affermare senza ombra di dubbio che Yumi amava indossare indumenti unicamente sportivi, mentre Akane mostrava dei gusti particolari... pizzi e merletti, gonne e fermagli. Infatti Yumi ci mise un po' a rispondere, non sapeva cosa dire. Akane indossava una camicetta nera con i pizzi e i bottoni argentati, una gonna corta nera e delle calzamaglie nere a rete. Stivali sempre neri come la pece, lunghi fino al ginocchio. Yumi le sorrise ed Akane si andò a cambiare, con uno sguardo ancora più cupo. Acquistarono soltanto la felpa, gli stivali e la camicia nera. Questo posto mi piace sempre di più esclamò Yumi al settimo cielo. Poi proseguirono in quella direzione fino ad arrivare ad una piazzetta. Aveva la forma circolare, recintata da un'inferriata nera e l'ingresso era protetto da un cancello. All'interno si trovavano quattro panchine di legno dall'aspetto confortevole. Davanti ad ogni panchina, sul selciato, era collocata una lastra di pietra con un bassorilievo. Le figure rappresentate erano: una foglia verde seghettata, una piuma d'uccello, un piccolo germoglio ed infine una figura scura di cui non si capiva il soggetto. La piazzetta era contornata da aiuole fiorite che contrastavano con la malinconia autunnale che velava il resto dell'isola.

    Akane rimase incantata dalla bellezza della piazzetta: c'erano tanti elementi da disegnare e con la sua forma raccolta sarebbe stato un posto perfetto dove nascondersi per stare un po' sola. Salì in piedi su una panchina e si accorse di riuscire a vedere il mare e le barche. Akane, è proprio bello qui, eh? le chiese Yumi sorridendole. Lei annuì, scese dalla panchina e poi fece cenno di ritornare a casa per disfare le valige. Al loro ritorno Akane si trovò in camera una scrivania nuova, mentre il papà stava finendo di montare l'armadio. Ehi Akane, cosa metterai sulla scrivania? domandò il papà con un grande sorriso. Uhm rispose lei. Poi prese uno scatolone e si mise a sfasciarlo e ne tirò fuori due borse piene e cinque libri. Lasciò il tutto sulla scrivania e si sdraiò ringraziando il papà per averle messo a posto la camera, chiedendogli, però, di lasciarla un po' sola. Conoscendo la sua bambina, il papà uscì alla chetichella e chiuse la porta alle sue spalle.

    Akane, cambiando città (anzi isola), sperava di poter modificare le sue abitudini di vita. Ma sapeva di sognare ad occhi aperti... se non aveva mai trovato nulla di interessante nella grande città da cui veniva, come poteva sperare di scovare qualcosa in un'isola così piccola da non essere riportata sulle carte geografiche?

    Si addormentò cullata dalle sue aspirazioni, ma venne presto disturbata. Akane ripeté più volte una voce melodiosa. Akane si alzò e corse verso la voce, notando con stupore che non si trovava più a YukiSachiko: era dentro il suo sogno, ma perfettamente cosciente... In un istante si trovò davanti a una donna altissima, Akane non le arrivava neanche al ginocchio. Questa figura maestosa aveva lunghi capelli celesti, sottili, che fluttuavano, sospesi come se fossero immersi nell'acqua. La donna indossava una lunga tunica rosea che alla base si confondeva con la stessa superficie su cui poggiava. Emanava un'essenza come di fiori appena sbocciati. Era bellissima mentre guardava Akane con i suoi grandi occhi viola. Le sorrise e disse con tono calmo: Ti prego aiutami ho bisogno di te.... Akane spalancò gli occhi, ancora incapace di credere a ciò che vedeva e, catturata dalla curiosità, continuò ad ascoltare. Akane, io sono Kiyoko regina dell'equilibrio, colei che ha bisogno di te per salvare il suo piccolo mondo; ti prego aiutami.... Akane non capiva e chiese: Ma io come posso aiutarti?. Tu sei la ragazza Yume... la ragazza che ha il compito di scegliere se aiutare la luce o il buio e perciò salvare il mio regno oppure quello di mio fratello Caricte. Akane, te ne prego, va a MoeKaori e parla con Fumihiro... disse la donna che aveva l'aria sofferente. Akane non capiva: che cosa era MoeKaori? E chi era Fumihiro? E Caricte? Ma io non so che cosa sia tutto ciò, e non so dove si trovi MoeKaori e come arrivarci... la donna le tese una pergamena antica legata con un nastro di velluto viola, sbiadito, consumato dagli anni.

    2. La porta del sogno

    Akane si risvegliò di colpo sul suo letto, accorgendosi che in mano stringeva la pergamena che le era stata consegnata in sogno. La aprì e ne vide disegnata una mappa che aveva l'aria stranamente familiare. Sotto c'era anche una scritta che indicava il significato dei simboli presenti. Akane si mise la giacca e corse in ingresso. La mamma la notò e, prevenendo la sua richiesta di poter uscire, le diede direttamente il permesso senza che aprisse bocca. Akane la ringraziò con un inchino e corse fuori. Tornò subito nella piazzetta che aveva visitato quella mattina, e riconobbe immediatamente nei bassorilievi i simboli disegnati sulla sua mappa. Sulla pergamena c'era scritto all'incirca così:

    "I simboli rappresentano i quattro regni

    il germoglio conduce a MoeKaori"

    Akane fece il sorrisetto furbo di chi pensa di aver capito ogni cosa, camminò lentamente fino al disegno indicato, ma improvvisamente si trovò davanti un ragazzo che la guardava fissa. Ciao, sei Akane non è vero? disse con l'aria da presuntuoso. Hai deciso di andare a MoeKaori? Akane non capiva: uno sconosciuto conosceva il suo nome ed era al corrente di MoeKaori? Akane si girò verso il ragazzo e gli rispose con aria di sfida: Sì perché? il ragazzo si avvicinò a lei e la guardò diritto negli occhi. Certo che la profezia aveva ragione... sei proprio carina! Akane arrossì, ma allo stesso tempo si irritò: forse perché quel ragazzo sapeva della profezia. Oppure perché le aveva detto, con l'aria presuntuosa di chi si sente irresistibile, che era carina. Il ragazzo le si avvicinò molto di più...troppo... e Akane si sentì formicolare le mani. Certo Yume, che sei tanto carina e indifesa come una bambolina, esattamente come la profezia preannunciava disse con un sorrisetto malizioso.

    Essere paragonata ad una bambolina indifesa, per Akane era veramente troppo. Lo sconosciuto notò che la ragazza aveva abbassato le mani e il capo e, pensando di aver esagerato, le disse: C'è qualcosa che non va piccol... non riuscì a finire la frase: la delicata bambolina lo aveva appena messo a terra con un pugno da peso massimo. Dovete sapere che Akane aveva frequentato a livello agonistico un corso di savate, anche se questa era la prima volta che lo metteva in pratica. Allora ci si vede a YamiYoru... disse il ragazzo con un tono molto più educato. E barcollando attraversò uno dei bassorilievi e scomparve. Ben gli sta pensò Akane facendo un sorrisetto compiaciuto e malizioso quanto quello dello strano tipo che aveva appena messo in fuga.

    E ora andiamo a MoeKaori! pensò entusiasta. Akane mise un piede sopra il bassorilievo del germoglio, chiuse gli occhi, sospirò profondamente per svuotare la sua mente da ogni pensiero, focalizzandosi solo sulla meta che voleva raggiungere e improvvisamente... si accorse... che non accadeva proprio nulla! Riprovò con vari stratagemmi, ma nessuno l'aiutava ad aprire il varco. Era arrabbiata: come mai il misterioso e affascinante ragazzo era riuscito a superare il passaggio con estrema facilità?

    Inoltre...sì, ammettiamolo, quel ragazzo era veramente carino. Anche se Akane faceva fatica a ricordare con precisione il suo aspetto.

    Dovete sapere che Akane, anche se minuta e apparentemente fragile, possiede una forza d'animo straordinaria che si manifesta alle volte in maniera improvvisa e irruenta. Non per questo Akane è un tipo violento, la sua è una forma di difesa con cui cerca di allontanare tutto ciò che la confonde. Ma torniamo al racconto...

    Dunque, mentre Akane si sforzava di capire come attraversare il bassorilievo, fu interrotta da Yumi che con viso serio la rimproverò: Akane, non mi avevi detto che saresti uscita!. Akane si girò con la faccia seria, aprì la bocca per parlare ma non emise alcun suono. Yumi le si avvicinò le mise una mano sulla spalla e in tono dolce le disse: Dai torniamo a casa si è fatto molto tardi... le due sorelle rincasarono. La mamma stava ancora preparando la cena e il papà stava finendo di montare il lampadario. Tutti morivano di fame, perché ormai erano passate le nove di sera. Divorarono il pasto in pochi famelici minuti e poi Yumi aiutò la mamma a lavare i piatti. In men-che-non-si-dica tutti si infilarono a letto per godere di un meritato riposo dopo le grandi fatiche del trasloco. Tutti tranne Akane, che stava ancora seduta alla scrivania intenta a disegnare. Provava ad immaginare le forme di vita che potevano trovarsi a MoeKaori, le loro usanze e costumi, ma soprattutto in che modo Kiyoko governasse quello strano mondo. Alla fine il sonno la costrinse ad infilarsi tra le lenzuola ancora profumate di bucato. Era combattuta tra la stanchezza ed il desiderio di pensare ancora alla strana giornata appena vissuta. Infine vinse la stanchezza: Akane chiuse gli occhi, e si godette il tepore della soffice coperta che la mamma le aveva appena posato addosso con delicatezza. Nonostante fosse sfinita, il suo sonno rimase leggero ed irrequieto: una serie di strane immagini e di volti sconosciuti si susseguivano nella sua mente. Finché una luce abbagliante cancellò tutto e la misteriosa Kiyoko ricomparve.

    Akane, sono Kiyoko. disse con dolcezza.

    Akane fu felice di rivederla e, senza lasciarle il tempo di aggiungere qualcosa, la tempestò di domande: Scusami Kiyoko ma non riesco a capire più nulla... chi era quel ragazzo altezzoso e che cosa voleva da me? Cos'è la profezia di cui parlava? Chi è Yume? Perché non riesco ad attraversare il bassorilievo di MoeKaori?...avrebbe continuato a lungo, ma Kiyoko la interruppe: Akane, non ti preoccupare. Il ragazzo lo rincontrerai, e ti spiego subito il perché: tu sei la ragazza di cui parla un'antica profezia. È scritto che la ragazza Yume scegliendo il proprio consorte diverrà YuukiHikari (la principessa della luce) o YuukiYamiko (la principessa dell'oscurità). La sua scelta farà prevalere un regno sull'altro, conferendo al suo principe poteri straordinari. Riguardo a MoeKaori... seguimi! La donna sollevò un braccio. In mano teneva un curioso talismano che si mise a fluttuare. Dopo pochi attimi, come riflessa in uno specchio, comparve la figura della piazzetta. L'immagine appariva sfuocata, come se tra Akane e la piazza ci fosse un muro di gelatina. Akane, dalla tua scelta dipende la vita di molti innocenti. E adesso riprova ad entrare a MoeKaori. Akane annuì e con aria decisa toccò la barriera gelatinosa che la separava dalla piazza. La sfiorò con un dito, constatando che era proprio simile alla gelatina dei dolci di sua madre. Poi, facendo affidamento sulla sua forza d'animo, prese un bel respiro e la attraversò con un passo. Le sembrava di essere nella normalissima piazza di YukiSachiko, ma sentiva qualcosa di diverso scorrerle intorno e dentro: come una corrente di forza vitale. Akane si avvicinò nuovamente al bassorilievo con il germoglio, fece un respiro, ma improvvisamente fu assalita da dubbi e preoccupazioni: Sono sicura di lasciare la sicurezza della mia realtà per entrare in un mondo di cui non conosco nulla? Posso abbandonare la mia famiglia, rischiando di non poterla rivedere mai più? Come fa Kiyoko a sapere con certezza che la ragazza Yume sono io? E soprattutto... perché dovrei per forza innamorarmi di uno dei due principi quando sulla terra ci sono tante altre persone da conoscere? La mia vita è già abbastanza complicata così com'è. NO! Voglio tornarmene a dormire tranquilla nel mio letto.... Questi pensieri le vagavano per la testa, domande a cui non sapeva rispondere. Akane guardò Kiyoko trasmettendole tutte le sue paure, fino a cadere lentamente a terra, paralizzata dalla sua incertezza. Due lacrime le rigarono il viso. Cosa devo fare? Cosa devo fare? ripeteva in continuazione continuando a piangere. Kiyoko capì e mise fine a quel sogno.

    3. L'indecisione di Akane

    Venne il giorno seguente, Akane si alzò all'alba, prese la sua borsa e ci infilò una matita, una fotografia della sua famiglia, la pergamena, un foglio. Poi il suo sguardo si concentrò sul ciondolo che teneva tra le mani: era un oggetto che le richiamava alla mente la sua Ranko. Infatti la sua migliore amica glielo aveva dato in punto di morte, dopo l'incidente stradale che poche ore dopo le avrebbe strappato via la vita. Akane sentì tutto il peso che aveva lasciato quella mancanza improvvisa. Prese il ciondolo e se lo mise al collo. Per il mio viaggio non serve altro... pensò ed uscì senza prendere la borsa. Alla porta appese un biglietto: Sono alla piazza. Akane. Corse fuori velocemente, senza fermarsi, come se ciò potesse evitarle di pensare. Ma subito i pensieri della notte le riaffioravano alla mente: Cosa devo fare? Dovrei arrivare a MoeKaori per portare la pace, ma se cambiassi idea potrei ritornare indietro? pensava. Poi frenò bruscamente e girò a destra. Si sedette sulla panchina, si guardò attorno: la piazza era deserta. Dopotutto erano solo le cinque di mattina... Ce la posso fare, l'importante è trovare un modo per salvare il mondo di Kiyoko senza farmi coinvolgere troppo... se la profezia dice che dovrò scegliere uno dei due principi non è scritto da nessuna parte che debba anche innamorarmene. Dopo aver sconfitto le tenebre lascerò il dominio al contendente che mi sta più simpatico, e tornerò a casa mia! Akane infatti non aveva la minima intenzione di vivere una storia d'amore. Soprattutto in un mondo immaginario. E se poi scoprissi che quel ragazzo così altezzoso è il principe del regno della luce? Impossibile, è odioso...ma potrebbe anche essere... pensava quasi intimorita. Fece un respiro profondo, mentre stava torturando il piccolo blocco da disegno che teneva in tasca, quasi che potesse trasferirci tutte le emozioni che combattevano dentro di lei. Quando, ad un tratto, una voce interruppe i suoi pensieri. Ehi tu! Perché non vieni? Noi ti stiamo aspettando. Sembrava un bambino di otto anni con una lunga ciocca di capelli biondi che gli copriva mezzo viso. Con un visetto impertinente la guardava dritta negli occhi: Akane vieni subito a MoeKaori! Siamo stufi di aspettarti!. Akane spalancò gli occhi e si avvicinò al bambino. Ti sembra il modo di rivolgerti ad una persona più grande di te? lo rimproverò lei incuriosita. Beh... disse il ragazzino dandosi le arie io sono il re di MoeKaori!. Akane spalancò gli occhi ancora di più. Quindi il re del regno ossia uno dei contendenti è un bambino! pensava, quando il moccioso riprese a parlare: Akane vieni a MoeKaori, e vedrai che sconfiggere il male sarà un giochetto da ragazzi la rassicurò. Ma perché aspettate proprio me? Se è così semplice allora te ne puoi occupare da solo... disse lei sospettando che quel marmocchio la stesse prendendo in giro. Lo guardò severamente per farlo sentire in colpa e lui imbarazzato fece un balzo e scomparve dall'altra parte del bassorilievo del germoglio. Qui c'è puzza di bruciato.... pensò tra sé Akane. Aki!!! urlò Yumi che l'aveva raggiunta. Aki, ciao! Cosa fai di bello?. Akane si risvegliò dai suoi pensieri, accorgendosi che Yumi era accanto a lei. Pensavo che fossi venuta qui a disegnare, Akane, ma il foglio è bianco e perché sei uscita così presto? domandò Yumi, sapendo già che sua sorella non le avrebbe risposto come, d'altra parte, non aveva mai fatto. Akane si girò a guardare la piazzetta e Yumi inseguì il suo sguardo. È proprio bella vero? chiese Yumi con aria serena e rilassata. Akane cambiò espressione e ritornò con il suo viso impassibile. le rispose. Yumi la guardò sorpresa: era la prima volta che le rispondeva. Akane, mi sembrava che stessi parlando con qualcuno... chi era? chiese Yumi con aria seria e sospettosa, dato che non sopportava i ragazzini che stavano intorno a sua sorella. Akane la guardò fissa negli occhi e scosse la testa. Yumi si tranquillizzò e la trascinò a casa.

    La sera giunse rapidamente, seguita dalla notte. Akane si trovava tra le calde coperte del suo letto con gli occhi socchiusi pensando a tutte le cose che aveva visto compreso il 're' di MoeKaori. Aveva paura che, addormentandosi, Kiyoko l'avrebbe nuovamente invitata ad entrare nel suo regno. Nonostante tentasse di restare sveglia, il sonno la sopraffece. Ed ecco, il sogno si ripeté esattamente come la volta precedente: Kiyoko, l'accesso alla piazzetta attraverso la barriera gelatinosa e l'energia vitale che sentiva scorrere in quel luogo... ma qualcosa era cambiato: le sue emozioni. Ora Akane dentro di sé era calma e rilassata: sapeva che cosa fare. Camminò lentamente come se dovesse compiere un'impresa eroica e si fermò davanti allo stemma del germoglio. Il bassorilievo era contornato da un disegno molto marcato nei suoi contorni, presentava linee morbide e semplici. Raffigurava un germoglio il cui colore verde scuro si contrapponeva al rosso sangue dei petali. Emanava un'aria arcana, un concentrato di mistero e magia.

    Akane vi si avvicinò, si inginocchiò, chiuse gli occhi e con l'indice sfiorò il rilievo più volte delicatamente, come un pennello sulla tela. All'inizio non successe nulla, quando a un certo punto sentì come formicolarle la punta delle dita ed il bassorilievo iniziò a rispondere ai suoi tocchi, emettendo dei suoni. Dapprima un tintinnio leggero di campanelli, cui si unì presto un suono simile all'arpa seguito da quello di numerosi viole e violini. In breve Akane fu avvolta da una sinfonia struggente che le fece dissipare ogni timore. Il bassorilievo si smaterializzò sotto i suoi occhi, lasciandola sorpresa. Si alzò, e posò un piede in quello spazio senza dimensioni che la catturò irresistibilmente. Era in una strana grotta, interamente rivestita di ametista, ed illuminata da milioni di lucciole che danzavano. Si spaventò un poco, guardandosi alle spalle: non vedeva la via del ritorno. Uscita dalla grotta si ritrovò in un'ampia radura completamente circondata da un groviglio di piante che formavano una volta naturale, simile ad un soffitto di una cattedrale. Al centro di quello spazio si ritrovava una donna: era Kiyoko, ora con le dimensioni di una persona normale. Akane, questo è l'ultimo passo per arrivare a MoeKaori si congedò con aria dolce e le indicò una porta luminosa. Akane si accorse che mentre la attraversava, la luce rivestiva il suo corpo.

    4. Destinazione MoeKaori!

    Che bello, che bello, finalmente è arrivata... Com'è carina! Fumihiro, è sveglia??. Chitose vieni qui!!. C'era tensione nell'aria, e anche molto rumore... e fu così che mi svegliai. Mi sedetti ed aprii lentamente gli occhi che non mi permisero subito di vedere accecata dalla luce. Notai immediatamente che c'era serenità e allegria nell'aria, ma perché? Dato che gli occhi però non mi facevano vedere nulla, iniziai a strofinarli, quando mi

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