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Piccoli racconti
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Piccoli racconti
E-book120 pagine1 ora

Piccoli racconti

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Info su questo ebook

Donne, uomini, insolite devianze, giochi puerili, un ladro di natura, arte e musica, musica che fa amare, ammazzare o ragionare, le dentate palpitazioni di un'igienista, faide tra città, torri e cattedrali con storie da narrare, amori impossibili e possibili, amori e grandi amori, leggende e reali realtà, l'avventura di una frase e l'inganno dei pixel.
Voli pindarici dell'intelletto, farneticazioni cittadine, ricordi sbiaditi nella fantasia ed esperienze maculate sono qui confluite insieme e, in un eterogeneo stralunato e stupido miscuglio, si son trasformate in piccoli racconti, che han voluto unirsi in una raccolta.
Ora che sapete di cosa si tratta, siete consci su quale calderone passeggiate in bilico. Dunque attenti, fossi in voi, io quel turbinio turbinoso io non mi lascerei cadere. Lettore avvisato...
LinguaItaliano
Data di uscita24 lug 2015
ISBN9786050400755
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    Anteprima del libro

    Piccoli racconti - Michele Ricchiero

    Racconti

    Indice

    Jeanne 3

    Il signor A 9

    Il lato oscuro della musica 11

    Rovigo e Verona 15

    Viola 17

    La costola di balena 18

    La frase 21

    Naviglio Grande 42

    Musica in Piazza della Cattedrale 44

    La Torre del Pulcinella 46

    Castello sforzesco 48

    La donna che si faceva pagare in attenzioni 49

    Clara 51

    L'igienista dentale 52

    L'amore 2.0 55

    Sto con te perché mi accontento 62

    L’amore (non) è (solo) cieco 63

    Otis Franco 65

    Il gioco puerile 69

    L'amore giovane 72

    Il divino Jonathan 75

    Piccola enciclopedia di fauna et flora umana 78

    Jeanne

    Si chiama Jeanne.

    Sapete, trovo difficile descrivere ad altri il mio amore, quando non saprei descriverlo chiaramente a me stesso. Cercherò dunque di fare alla meno peggio. Mi limiterò a parlarvi di lei.

    Purtroppo non ne so molto di filosofi e di filosofia e per questo motivo temo di essere incapace a sfuggire ad una sorta di autoreferenzialità del pensiero. Me l'ha insegnato il signor Magritte e il suo amico con il naso a pipa, i quali pensano che sia un inevitabile inciampo del dire di ogni uomo. Vi prego dunque di perdonarmi se parlando di lei, vi parlerò anche un poco di me.

    A proposito, mi chiamo Hal. Hal Dents. Sono una persona come molte altre, potrei ad esempio essere te, potrei essere chi vi sta seduto ora a fianco o potrei essere l'uomo che vi urta quando scendete dall'autobus.

    Ma poco importa, la protagonista è lei. Ve lo assicuro.

    Jeanne.

    Penso che se la poteste vedere la trovereste bella. Non è una di quelle bellezze che colpiscono subito gli occhi, ma che, con il tempo, annoiano la mente. Jeanne è una di quelle bellezze che più la guardi, più ti sembra bella. E allora ogni volta che ti ritrovi a posare i tuoi occhi sul suo viso, non puoi che darti dello stupido e domandarti come hai fatto a non accorgerti le altre volte che era così bella. Forse eccedo di romanticismo, ma vi parla un innamorato, non scordatelo.

    Dal canto mio, ho sempre amato nella mia vita donne molto particolari. Non lo dico con vanto e sono cosciente che tra le cause del mio sovente soffrir di solitudine, ci sia in cima proprio questa mia strana attrazione verso il gentil sesso. Sono sempre stato un uomo che ama la bellezza ma si concede al carattere. Con Jeanne non ho fatto eccezione. Comprendo sia piuttosto difficile stabilire l’intendersi dell'aggettivo particolare, se non genericamente come un qualcosa fuori dal nostro ordinario, dal comune. Ciò che posso dire è che quello che non comprendo in una donna mi ha sempre affascinato, l'essere misteriosa, se non contradditoria, nei miei confronti mi ha sempre condito di pepe la vita, così come la sregolatezza racchiusa nell'intelligenza mi affascina e mi porta lontano dal fantasma grigio della noia. Entro dunque di mia gioiosa volontà in un ginepraio di problemi e complicazioni relazionali, nel quale ho sempre tentato di sopravvivere e uscirne il meno malconcio possibile.

    Non è arduo intuire quale sia spesso la conseguenza di tutto ciò di cui vi ho brevemente discusso.

    Tradotto in termini più pratici è un po' come essere al ristorante e veder passare delle portate prelibate, ma non sono mai le vostre. E continuano a passare, mentre nel vostro menu, nessuna di quelle è scritta.

    Quando per la prima volta vidi Jeanne, mi bastò trascorre un briciolo di tempo con lei per sapere che non avrei potuto fare a meno di essere suo. Rividi le antiche delusioni e le mai sopite sofferenze. Mi rimproverai di non cambiare mai.

    Tra le mille e una delle sue stranezze, in una cosa Jeanne tuttavia si distingue da tutte quelle che mi avevano preso a calci il cuore.

    Lei mi ama.

    Jeanne non è come le altre donne, ma non è neanche diversa da loro. Jeanne è solo Jeanne. Le sue stranezze mi tengono in bilico tra ciò che intuisco riguardo al suo essere e ciò che mi spiazza completamente, senza mai permettermi di gettarmi da una parte del filo. Frustrante e intrigante. Inquieto ed entusiasta.

    Jeanne non ama molto la compagnia, preferisce ad essa la solitudine o la compagnia di pochi. È una di quelle persone che aprono un largo sorriso per tutti, ma non lo regalano a nessuno.

    Volli, un giorno, che non volli come gli altri, cercarlo, questo suo sorriso, per poter condividerlo e far vedere che potevo averlo in regalo, che mi chiamo nessuno. Volli così che i miei genitori la conoscessero, come io la conosco. Con l'orgoglio in tasca e l'amore stretto tra le dita, mi misi in viaggio con Jeanne, senza mai sfiorare con il turbine delle mie emozioni la densità dei suoi silenzi.

    Continuò vana per lei l'attesa di un mio comprendere lungo viale delle Magnolie, finché giunti da loro, quasi come un rivolo di rugiada, la sentii a malapena scivolare distante da me. Jeanne sparì.

    Non seppi dove se ne andò, ma per quel giorno lungo come un anno non la rividi.

    I miei più cari amici, con cui ho il coraggio, come ora sto facendo con voi, di condividere i miei pensieri, dicono che il vero amore non esiste, dicono che Jeanne non esiste. Lo dicono con fredda e malinconica sincerità. Ma io la vedo, la sento. Nonostante le mie preghiere, lei non ha mai voluto conoscerli e farsi conoscere. Morbida e sfuggente come una pennellata, la sua mano mi lasciava, ogni qual volta volevo condividere con lei qualcos'altro, qualcun'altro, oltre tutto me stesso.

    È per questo, nel caso lecitamente ve lo foste chiesti, che io ora racconto, quasi canto, e di lei faccio vanto. Lascio alla carta l'impronta di una gioia che nessuno sa, lo spettro di un amore a cui nessuno crede. Lei è reale. Non sono l'unico a vederla, anche se sono l'unico a portarla via con me. Leggete allora, comprendete e conoscete Jeanne e l'amore, per credere e per trovare il vostro amore e la vostra Jeanne.

    La mia Jeanne ama parlare. Ci basta un luogo dove far riposare le gambe, stanche dai lunghi viaggi verso cui la nostra mente ci porta. Ella mi racconta la sua vita e io le racconto la mia. Passata presente o possibile poco importa. La panchina intrecciata di legno e sperante, costruita con chiodi e ricordi ci sorregge e ci permette di costruire interi mondi sopra ad essa.

    Jeanne sogna di fare l'attrice. Ma non ci è mai riuscita.

    Ma Jeanne sogna. Questo lo riesce a fare.

    Mi sono spesso chiesto cosa ci avvicinasse, cosa ci rendesse diversi dagli altri l'uno per l'altro, così interessanti nell'omologazione della vita.

    Un giorno lessi un libro, scritto da un giovane innamorato, che mi diede la risposta. A un certo punto diceva così: Siamo due sconosciuti, che si sono incrociati e hanno deciso di raccontarsi le cose che non hanno mai avuto il coraggio di raccontare ai conosciuti. Lo abbiamo fatto perché abbiamo capito che abbiamo fatto lo stesso percorso parallelo, vivendo dello stesso male, e abbiamo colto l'opportunità di farci comprendere da qualcuno. Dopo aver svestito la vergogna, ognuno prenderà il proprio cammino, sapendo di non essere l'unico, ma uno tra molti.

    Strano come talvolta i libri sembrino parlare di te. Ti scaldano il cuore, ma ti fanno perdere il credo di essere unico. Ebbi la stessa sensazione non appena conobbi Jeanne. La differenza con lo sfortunato autore, è che fortunatamente i nostri binari, dopo essersi incrociati, si sono sovrapposti, diventando lo stesso binario. E noi ora corriamo insieme.

    L'ho portata, seguendo queste morbide e calde rotaie, nei luoghi a me cari e in quelli che ho creduto sarebbero potuti diventare cari a lei.

    Nessuno però nota mai Jeanne. Nessuno si ricorda di lei.

    E basta un battito di ciglia, un soffio d'aria, perché lei si dilegui, lasciandomi solo un fresco ricordo e la sola consapevolezza di dove avrei potuto ritrovarla.

    Cosa c'è di strano in Jeanne?

    L'occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo, ma sì con l'intuizione diligente. È questo che credo. È questo che accade a Jeanne. Lo spazio per questocredere è come sempre nella contraddizione umana. La lascia solo e unicamente a me, ma non mipermette di mostrarla al mondo e far di lei qualcosa oltre che un rettangolare oggetto d'amore.

    È Jeanne.

    °°°

    Oggi come ogni giorno sto andando da lei. La vado a riprendere per portarla con me, per portarla nell'avventura della vita. Cammino per via Volkhonka assaporando la sensazione che mi danno solo i minuti poco prima di vederla. Quel piccolo rospo in gola, che ormai è diventato un caro compagno di viaggio e una leggera ansia, quella sana, quella che fa fremere per il desiderio e che accelera i battiti del cuore, senza mai però lasciarti perdere il controllo del suo ritmo d'amore. Fa freddo e ho le dita congelate, nonostante tenga le mani in tasca. Sottobraccio

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