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Come tele bianche
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E-book64 pagine53 minuti

Come tele bianche

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Zoe è un’insegnante trentacinquenne di storia dell’arte. Fotografa, dipinge e vive la sua vita con passione estrema, ambizione e aspettative che la porteranno, forse, a portarsi dentro un'ansia vera, tangibile, che sparirà solo a seguito di un evento che la sconvolgerà e che la porterà a formulare a tutte le persone che incontrerà sul suo cammino la stessa domanda: “Se potessi tornare indietro nella tua vita, rifaresti tutto ciò che hai fatto?” Nel cercare le risposte, si troverà a risolvere i suoi conflitti interiori con Akira, il nome che darà all'altra parte di sé, quella da costruire e ri-conoscere. Incontrerà uno scrittore che, in realtà, viene fuori dal suo passato e che la aiuterà a vedersi con occhi nuovi. Nel frattempo ripercorrerà la sua vita attraverso storie e occhi e un flusso continuo di pensieri, arrivando ad avere una sola possibile risposta a tutti i suoi dubbi.
LinguaItaliano
Data di uscita30 giu 2018
ISBN9788833281193
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    Anteprima del libro

    Come tele bianche - Carla Parolisi

    obiettivo.

    Prefazione

    Ritengo doverosa una premessa, poiché il mio romanzo vede la luce dopo molti anni dal momento in cui l’ho scritto.

    Mi ha fatto una particolare impressione guardare a questa storia, scritta di getto a vent’anni, e notare quanto sia cambiata, quanto sia cambiato il mio modo di scrivere, e contemporaneamente prendere consapevolezza che tutto ciò che ho scritto mi apparterrà per sempre.

    Non cercate me, però, tra queste pagine, perché, come spesso avviene per un Autore, sono ovunque e da nessuna parte. Voglio solo che teniate in considerazione che questo romanzo è il frutto della fantasia, dell’ardore e dei sogni di una ragazza di vent’anni.

    D’altra parte, la vita è in continuo mutamento e noi cambiamo con essa, ma certi sogni ci danno il tormento finché non li realizziamo, e così è stato.

    Avevo da sempre il sogno di scrivere un romanzo; per anni ho pensato di poter scrivere solo per me, poi mi sono resa conto che la scrittura, come ogni forma di comunicazione, richiede qualcuno che ascolti. Sì, che ascolti. Non c’entra la lettura, o almeno quello che comunemente si intende con questo termine. Richiede qualcuno che vada oltre e sopra le righe, lì dove sono imprigionate le emozioni, per liberarle e portarle con sé per il mondo. E io spero fortemente di trovare quel qualcuno in Te che stai leggendo ora queste parole.

    Carla Parolisi

    Prologo

    Mentre finisco di scrivere questo racconto, Zoe è seduta lì, sotto una finestra aperta sul cielo d’estate: le tende volano mosse dal vento leggero e sembra che le stelle la guardino, ma lei ha gli occhi fissi a terra.

    È persa nei suoi pensieri. Nell’aria il profumo dell’erba innaffiata al tramonto si mescola con l’odore intenso di pesce fritto che proviene da un ristorant e vicino. Dal terrazzo dei vicini arriva un’eco di risate e un tacchettio ansioso dalle scale; grilli e cicale friniscono nascosti nel buio: tutto un mondo che gira veloce mentre lei è lì, ferma, sotto la finestra coi gerani sul davanzale, a contemplare la finestra aperta dentro sé.

    Tra qualche giorno finalmente ci incontreremo e saprà tutta la verità. Glie la dirò io, e ho una fottuta paura della sua reazione quando scoprirà che le ho mentito.

    C’è Akira vicina a lei. La osserva in silenzio, quasi potesse vedere il ribollio delle emozioni a lungo trattenute. La malinconia di certe sere la devi vivere, pensa, e se ne va. Zoe non la ferma.

    Si conoscono da sempre, Akira e Zoe, e ognuna sa di cosa abbia bisogno l’altra. Il giorno dopo sono ancora insieme, con un raggio di sole negli occhi, sedute su un muro di pietra a infrangere quel silenzio. Tutto intorno è alberi e, tra i mille profumi, quello della tranquillità.

    Le osservo da lontano, non visto. Sebbene non voglia più aspettare, mi farò vedere solo al momento opportuno.

    «Lo stress si combatte con il silenzio di opere perfette come i paesaggi, amica mia», dice ridendo Akira, una fotografa appassionata di arte che ha, da sempre, l’obiettivo di fotografare il maggior numero possibile di paesaggi.

    Dietro la sua passione cela, forse, il bisogno di certezza di poter rivedere ogni cosa.

    «Le foto sono l’anima e gli occhi di chi le scatta», dice, e il suo parlare è un flusso continuo di travolgente entusiasmo.

    Zoe fa un lungo sospiro. Chiude per un attimo gli occhi, poi le sfugge un pensiero ad alta voce.

    «Vedi Akira, c’è una domanda che vorrei fare a ogni persona nella quale mi imbatto, poi mi rendo conto che non tutti hanno vissuto ciò che ho vissuto io e lascio perdere».

    «Qual è questa domanda?».

    «Se potessi tornare indietro nella tua vita, rifaresti tutto uguale?» le risponde Zoe.

    «Beh, non ci ho mai pensato. E tu, cosa risponderesti?» replica perplessa Akira.

    Segue il silenzio.

    I pensieri di Zoe sono un vortice che sta per risucchiare anche lei, perché sa che c’è un episodio della sua vita che ha cambiato ogni cosa. È successo all’incirca sei mesi fa, e tutto ciò che so, me lo ha raccontato lei.

    Capitolo uno

    È un giorno di novembre uguale agli altri. Porto in borsa i miei trentacinque anni e un incarico da insegnante di storia dell’arte. La scuola è a molti chilometri da casa mia, perciò ogni giorno devo prendere un bus e un treno per arrivarvi.

    Guadagno poco, ma non è un problema; lo è, invece, il fatto che questo lavoro durerà ancora per pochi mesi. Sono

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